Il pallone racconta di Franco Zuccalà

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PER MANCINI L’AUSTRIA NEGLI OTTAVI

Mentre si è conosciuto l’avversario degli azzurri a Londra, cioè l’Austria, continuano gli elogi per Mancini. Solo Zoff agli Europei del 2000 ebbe una partenza altrettanto veloce. Un inizio così forte in questi tornei con partite ravvicinate, negli ultimi anni, non si era visto. L’Italia aveva fatto percorsi diversi, pur vincendo quattro titoli mondiali e un Europeo, in passato. Ma quasi mai aveva avuto un avvio così esaltante. Ai Mondiali del 1934 e del 1938, ai tempi di Vittorio Pozzo, la formula era differente (eliminazioni dirette) e in ogni caso l’Italia in occasione del primo mondiale vinto, nel 1934 appunto, pareggiò con la Spagna, la partita venne ripetuta l’indomani e i nostri s’imposero. Poi battè la Cecoslovacchia nella finale di Roma. In Francia, in occasione del secondo Mondiale conquistato, nel 1938, effettivamente gli azzurri vinsero sempre battendo Norvegia, Francia, Brasile e l’Ungheria in finale. Un percorso netto, ma -lo ripetiamo- la formula era diversa da quella d’oggi. Ora c’è il girone preliminare.
Nel 1968, in occasione dell’Europeo vinto (l’unico), la fase finale venne giocata in due partite: nella prima l’Italia di Valcareggi pareggiò con l’URSS e venne favorita dal sorteggio, poi pareggiò ancora in finale con la Jugoslavia, battendola dopo due giorni. Agli europei del 2000 l’Italia di Zoff vinse sempre, ma fu sconfitta dalla Francia in finale. A quello del 2012 gli azzurri di Prandelli arrivarono alla finale di Kiev, perdendola, ma attraverso risultati meno esaltanti. Al Mondiale di Spagna, prima di scatenarsi, la squadra di Bearzot cominciò con tre pareggi e si qualificò a stento, poi ingranò le marce alte e battè tutti. In Germania nel 2006, gli azzurri di Lippi pareggiarono con gli USA nel girone preliminare e poi filarono verso il successo. Tre vittorie subito, con la formula attuale, le aveva ottenute -come detto- Zoff. Inoltre, sette gol segnati e zero subiti. Eguagliato il record di Pozzo con trenta partite utili. L’Italia a punteggio pieno finora ha fatto meglio delle favorite Francia e Germania, che avevano però ben altri avversari nel girone. Inoltre, en passant, da notare come molti giocatori dell’Atalanta (Gosens soprattutto) stiano “occupando” la scena di questo Europeo. Ora ci toccherà l’Austria che, dopo aver superato la Macedonia (2-1) e aver perso con l’Olanda (1-2) ha avuto la meglio sull’Ucraina di Shevchenko (1-0). Un’Austria più combattiva rispetto agli avversari. Tornando alla vittoria sul Galles, Mancini ha pensato un pò agli ottavi e un pò alla soddisfazione delle proprie truppe, come un generale assai avveduto: ha fatto giocare tutti i propri soldati, tranne Meret che, ne siamo sicuri, verrà chiamato in causa nelle prossime partite. Ha imparato dalla sua esperienza di giocatore di alto livello. Una carezza sempre e uno schiaffo quando serve. Lo stanno aiutando i risultati, che fanno morale e rendono le (eventuali) jene da spogliatoio, più disposte al dialogo. In ogni caso, ha una squadra tosta, capace di segnare sette gol senza subirne. E compatta anche sul piano morale. La partecipazione alla conquista del bottino dei centrocampisti (Locatelli, Pessina) insieme con gli uomini deputati al gol (Immobile, Insigne, lo stesso Berardi: solo Belotti è rimasto all’asciutto) dice delle doti positive della squadra, dove tutti attaccano e tutti difendono. Un gioco moderno e spesso brillante, per un complesso dominante, in cui è difficile stabilire chi sono i migliori, perchè tutti svettano. E se nelle prime partite i posti d’onore sono stati attribuiti a Spinazzola, Locatelli e Verratti a pari merito con Pessina, significa che tutti i reparti funzionano, anche se la logica delle pagelle a volte privilegia quelli più in evidenza nelle singole partite. L’Italia gioca “di squadra” e i solisti vengono inglobati nel meccanismo generale che finora ha funzionato bene. Il fatto che Donnarumma sia stato chiamato in causa raramente (una volta a partita, mediamente) indica che i possesso palla è quasi costantemente in mano azzurra e i filtri funzionano. E’ un momento felice, per il nostro calcio. E tacciono persino i bastiancontrari in servizio permanente effettivo.

EURO2020, MANCINI CAMBIERA’ UN PO’ PENSANDO AGLI OTTAVI

“Giocheremo per vincere”, ha detto Roberto Mancini, che non è il nipotino sportivo di Nicolò Machiavelli ma, secondo noi, sta pensando a qualcosa di diverso da proporre contro al Galles. Non al biscotto e ai diabolici calcoli per evitare di imbattersi nel Belgio o nella Francia nelle fasi finali dell’Europeo, bensì al dosaggio delle forze per avere giocatori meno stanchi negli ottavi. Tanto, la qualificazione è ottenuta e affrontare la fase successiva con giocatori meno logori può essere garanzia di miglior rendimento. Del resto dice da tempo che i giocatori sono intercambiabili e quel che conta è il modo di giocare, sempre aggressivo, sempre basato sul possesso palla. Una forma mentis irrinunciabile. Quindi novità ne vedremo più di una. Intanto, c’è aria di notti magiche, all’Olimpico, e la terza vittoria confermerebbe la possibilità di aspirare a un piazzamento fra le grandi del calcio continentale. Il confronto col Galles dovrebbe dare all’Italia il primo posto con vista Austria o Ucraina per gli ottavi. Gli azzurri finora sono andati benissimo e se andiamo a guardare le classifiche, con i loro sei gol segnati e zero subiti, sono tra i protagonisti dell’Europeo. “Santi subito” invoca qualcuno nella Città eterna.
In questi giorni sono state tessute le lodi di Mancini e del gruppo azzurro, che ha fatto molto bene e ha giustificate ambizioni di arrivare alla fase finale, diciamo entro i primi quattro, a quanto si è azzardato. Il Galles era considerato la squadra cuscinetto del girone, ma i pronostici sono stati smentiti dalla realtà. I britannici hanno bloccato la favorita Svizzera e battuto la Turchia che era considerata una mina vagante e si è ritrovata ultima. Ora gli uomini di Page sono a due lunghezze dall’Italia, cercheranno di andare avanti e con i tre punti supererebbero addirittura gli azzurri in classifica. Anche senza Chiellini, con le inevitabili sostituzioni per far rifiatare i più affaticati e con un occhio agli ottavi, Mancini confida più nel gioco d’attacco della propria squadra che nella presunta debolezza dell’avversario. Molti gallesi giocano infatti nel campionato inglese e hanno dimostrato di non essere gli ultimi arrivati, hanno inoltre fra di loro un certo Gareth Bale, che ha sbagliato un rigore contro i turchi ma è sempre un fuoriclasse, e lo juventino Ramsey, non certo un brocco.
Nell’aria non ci saranno molti cambiamenti, ma i britannici hanno affrontato quattro ore e mezzo di viaggio da Baku e gli azzurri invece no. Le possibilità ipotizzate in casa italiana parlano di diverse candidature: Emerson e Toloi in difesa, Verratti in corso d’opera a centrocampo, Belotti e Chiesa dall’inizio davanti. Naturalmente, acqua in bocca. Mancini ne ha accennato di sfuggita con espressioni generiche e i soliti distinguo della vigilia. In sostanza, fumo. L’arrosto lo vedremo sul campo. Tanto che si sono ipotizzate anche le presenze di Bastoni e Cristante. Ma voi pensate che il ct smonterà del tutto un giocattolo che sta facendo divertire tutti? Noi ne dubitiamo. Per le indiscrezioni della vigilia, funziona così: i ct di solito fanno giocare la partitella della vigilia schierando la squadra titolare e i giornalisti hanno le loro spie che danno le dritte. Ma i tecnici, che hanno mangiato la foglia, cambiano le carte in tavola per non svelare le proprie intenzioni. Una volta Lippi in Germania, alla vigilia di una partita importante, chiese a un collega come si stesse sull’albero, punto di avvistamento “affittato” per scoprire in anteprima le mosse del tecnico azzurro.
E comunque il calcio è in mistero agonistico, come diceva Gianni Brera, e quindi attenzione alle sorprese, dopo quella che ha fatto l’Ungheria contro la favorita Francia. Pertanto, attenzione agli scherzi, visto che prima del pareggio della squadra di Rossi contro i campioni del mondo, si era parlato del Galles come la squadra rivelazione. Il fatto che la terza vittoria degli azzurri verrebbe considerata ordinaria amministrazione, e l’imbattibilità dei gallesi una prodezza, alimenta la tensione dei poveri di spirito. Gli esercizi dialettici della vigilia continuano e l’espressione più praticata porta a supporre un “turn over ragionato.” Le melliflue e ben soppesate parole di Mancini, che ha annunciato come il “biscotto” non faccia parte della propria dieta calcistica ha stupito i soggetti facilmente impressionabili. “E’ la terza partita in dieci giorni”, ha detto alludendo al turn over. Belotti ha parlato per l’ennesima volta dello speciale rapporto con Immobile: “Se gioca, e segna, tanto di guadagnato. Spero di partire titolare. Finora le scelte del ctsono state giuste”. Tutte parole distensive che ben si conciliano col clima paradisiaco di casa azzurra. Dove tutti sono buoni e bravi. Specie se vincono.

CONTRO LA SVIZZERA CERCANDO PASS PER OTTAVI

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Battendo la Svizzera, l’Italia supererebbe già il primo ostacolo, proiettandosi verso la zona alta del tabellone dell’Europeo. Lo stadio Olimpico si accinge a vivere un’altra serata di passione. La Turchia è stata spazzata via e nelle ultime due partite (contro la Repubblica Ceca che ha fatto il botto con Schick contro la Scozia e contro gli ottomani), l’Italia ha fatto sette gol e non possiamo dire che abbia incontrato le solite scamorze. Non è più la squadra che batte solo avversari scadenti e nella differenza reti è fra le migliori con quella del Belgio che è favorito per la vittoria finale. Lo è anche l’Italia? Mancini si tiene prudente con le parole. La Svizzera ha cominciato così così, ma resta l’avversario più importante del girone e ce lo ritroveremo davanti anche alle qualificazioni mondiali. La partita sarà quindi piena di significati e il risultato condizionante. Mancini in questa vigilia ha pensato a chi schierare al posto di Florenzi che ha avuto un problema muscolare. Di Lorenzo lo ha sostituito contro i turchi, ma è saltato fuori anche il nome di Toloi, mentre i primi progressi di Verratti hanno indotto a pensare a lui.
Il c.t. pensa moderno, ma tiene conto anche dei detti antichi, terrà conto di quello secondo cui squadra che vince non si cambia, anche se ha detto “Potremmo cambiare alcuni giocatori”. Ha intenzione di fare turnover? Noi ne dubitiamo, comunque aspettiamoci sorprese. Petkovic, che ha ricevuto parecchie critiche alla cioccolata dopo il pareggio contro il Galles e la sostituzione di Shaqiri, forse cambierà qualche pedina che per ora è topo secret. Il suo centrocampo delle meraviglie non è apparso così irresistibile contro il Galles, ma difficilmente l’atalantino Freuler e Xhaka verranno toccati. I difensori azzurri che non subiscono gol da nove partite (875’), dovranno stare attenti a Embolo, un camerunense naturalizzato svizzero che gioca nel Borussia Moenchengladbach e ha segnato il gol al Galles. E poi, si sa, gli elvetici – solitamente flemmatici – contro l’Italia si scaldano per la rivalità di vicinato e per la moltitudine di nostri connazionali che hanno in casa. Ne verranno circa 4.000, a quanto abbiamo saputo. Quindi attenzione a una partita non certo al cloroformio.
Finora l’Europeo ha avuto nell’incidente a Eriksen, il citato gol di Schick, qualche delusione (Croazia, Polonia, Svezia) e qualche prodezza (Lukaku) i fatti più significativi e non vorremmo aggiungerci un flop azzurro. Mancini, uomo di mondo e di calcio, sa come dosare gli entusiasmi e ha cercato di frenare, pur avendo prospettato il viaggio a Wembley per la finale come una prenotazione già avvenuta. Ma ha aggiunto che ci sono ben sei fermate per la stazione londinese. A nostro avviso vedere ballare davanti ai propri occhi numeri esaltanti, ammirare la difesa con i suoi veterani Bonucci e Chiellini e con l’arrembante Spinazzola cercare il gol; notare come il centrocampo domini l’avversario con il movimento di Barella, la saggia regia di Jorginho e il dinamismo di Locatelli; e l’attacco con un Berardi riscopertosi pericoloso ispiratore del gioco, Insigne fantasista pirotecnico e Immobile goleador implacabile, esalterebbe chiunque. Secondo gli osservatori, le sue ambizioni sono sfrenate e coincidono con quelle dei tifosi. L’appetito vien mangiando, si dice, e forse in questo ciclo calcistico l’Italia ha trovato un gruppo in grado di rinnovare le vittorie di un passato non molto lontano (2006).
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e la Svizzera, per quanto non bagnata dalle onde del Mediterraneo, resta un ostacolo non facile. L’hanno definita “arrabbiata” e “delusa”. Si è detto che la forza dell’Italia sta nel centrocampo e, guardacaso, il reparto più temibile dei nostri avversari sta proprio in quel settore del campo, anche se con il Galles si è visto poco. I giocatori elvetici sono stati accusati di lentezza e se cederanno l’iniziativa, i nostri sapranno come colpire, visto che hanno fatto 29 gol in dieci partite. Si è parlato di un’Italia bicefala: Jorginho in campo, Mancini in panchina. Si è fatto presente che ben trenta giocatori sono andati a segno nel corso della gestione Mancini e tutto fa brodo, ma tutte le partite cominciano da 0-0, anche quella con gli elvetici. Il c.t. ha fatto il solito prudente panegirico dell’avversario: “La Svizzera ci ha creato sempre problemi. E’ da anni fra le prime 10-12 della classifica Fifa, ha un tecnico di esperienza che conosce il calcio italiano”.
“Noi abbiamo un modo di giocare che non muta, anche se cambia qualche uomo. Comunque la gara con la Svizzera resta difficile”. Oggi le partite non si vincono così facilmente, si rischia sempre. Quanto a Shaqiri l’ho avuto all’Inter forse in un momento difficile. Ma poi ha fatto sempre bene. Noi siamo fiduciosi”, ha aggiunto Mancini. Bonucci ha messo sull’avviso tutti sulla pericolosità dell’attacco elvetico: “Ha qualche elemento in attacco che può creare diversi pericoli”. Cioè Embolo. Messe la mani avanti a scanso di sorprese, tuffiamoci nell’atmosfera eccitante di un’altra partita da vincere.

DA ERIKSEN AL G7, LA POTENZA DELLA DIRETTA

Il malore in diretta di Eriksen (per fortuna meno grave di quanto temuto) durante Danimarca-Finlandia è finito per importanza sui media davanti al G7. I personaggi politici più potenti del mondo e la stessa regina d’Inghilterra, sono passati in secondo piano per importanza ed evidenza sulle pagine dei principali giornali e telegiornali. Il fatto ci dà un’idea del peso dell’emotività della diretta di un avvenimento (calcistico e non) rispetto ai bla-bla dei fumosi e burocratici commenti di fatti indubbiamente più importanti di quelli calcistici. Ma, come amano dire quelli che se ne intendono, lo “show must go on” (lo spettacolo deve andare avanti) e l’incidente di percorso è stato superato -speriamo senza conseguenze per lo sfortunato giocatore danese dell’Inter- con una riunione dei capi del calcio con i dirigenti delle due squadre e la partita è stata condotta a termine. Con la vittoria inattesa della Finlandia, per la cronaca. Ma ci chiediamo perchè avvengono certi incidenti. E’ vero che in passato hanno avuto letali conseguenze i malori a Curi, Astori e Morosini, mentre si sono salvati altri giocatori che si sono sentiti male o hanno avuto incidenti sul campo: Antognoni e Manfredonia, per restare nei casi “italiani”.
Ma in tempi passati si giocava molto meno di oggi. Poteva capitare a chiunque, ma ci chiediamo ugualmente se i ritmi troppo intensi e le troppe partite non influiscano su incidenti come quello di Eriksen. Il mondo del calcio si è stretto attorno al giocatore, ha ringraziato Kjaer che lo ha soccorso davanti alla moglie stravolta che era allo stadio. La famiglia del calcio (e non solo) ha capito che tutti i suoi componenti sono passibili di incidenti come questo ed è stato solidale col danese. Si è detto che certe patologie possono sfuggire alla scienza, nonostante i controlli continui, quasi diuturni, cui gli atleti sono sottoposti, specie in questo momento di Covid. Insomma il campionato Europeo è andati avanti e già si sono notate le prime differenze: l’Italia (tre gol alla Turchia) il Belgio di Lukaku (doppietta alla Russia) e l’Inghilterra (vittoria sulla Croazia) sono già partiti con il piede giusto. Il caldo ha imperversato. Abbiamo visto i primi errori arbitrali -qualcuno col beneplacito del VAR- in Galles-Svizzera. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma la colonna sonora degli spettatori ha ricominciato a sentirsi negli stadi facendo parlare di ritorno alla normalità.
Anche se, volendo essere pignoli, Wembley è sembrato vuoto, nonostante i 22.500 spettatori. Comunque le pagine dei giornali saranno sempre inondate dalle notizie calcistiche, anche senza casi come quello di Eriksen. Insomma, i protagonisti del G7 se ne faranno una ragione, ci sarà spazio anche per loro che prendono decisioni più importanti del calcio sulle nostre vite quotidiane. Persone dalla buona fede indubitabile, ma dalla scarsa passione calcistica, credono forse che il mondo del pallone sia un angolo per soli appassionati, roba da ragazzi. Non è vero: molti personaggi hanno costruito le loro fortune politiche ed economiche sulla popolarità che ha dato loro il calcio. I miliardi (alcuni finti) che ballano nel football hanno a volte un peso sull’economia e a volte arrivano da paesi lontani tramite personaggi che poco hanno a che fare con calcio. E noi stessi giornalisti abbiamo favorito la creazione di un mondo a parte, con i nostri drammi e le nostre commedie vere o di cartapesta. Ora si profila, per esempio, un’altra storia che potrebbe costituire un’altra fonte di notizie: quella di Buffon che torna al Parma, in serie B, da dove lo vedemmo spiccare il volo verso traguardi mondiali. Un’altra favola che potrebbe invadere le pagine dei giornali importanti a corto di ispirazione. Ma nulla potrà mai superare la forza della diretta televisiva: vedere un giocatore come Eriksen crollare di colpo durante una partita, facendo temere il peggio, ha impressionato il mondo e destato il tifo di tutti perchè il danese continuasse a vivere, anche se la sua carriera calcistica rischia di essere finita. E’ stato coinvolgente al massimo e ha scosso profondamente tutti, anche quelli che sono digiuni di calcio.

SCOGLIO TURCO NEL MATCH DEL DEBUTTO AZZURRO

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Eccoci al dunque: l’esordio contro la Turchia agli Europei, dopo un anno d’attesa, con una cornice di pubblico adeguata (16.000 spettatori), ci riportera’ ad un calcio piu’ realistico. Per la prima (e ultima) volta quello europeo e’ un torneo “itinerante” che si gioca in undici citta’ di varie nazioni. L’Italia giochera’ tre partite in casa contro la suddetta Turchia, la Svizzera e il Galles. Se arrivera’ prima nel girone andra’ a Londra contro la seconda del girone C (Austria, Olanda, Macedonia, Ucraina), se sara’ seconda affrontera’ ad Amsterdam la
seconda del gruppo B (Belgio, Danimarca, Finlandia e Russia), ma
avra’ pure una possibilita’ di passare anche classificandosi
terza. Un percorso che lascia ben sperare, anche se agli Europei
non ci sono squadre cuscinetto. Finora gli azzurri hanno quasi
“scherzato” segnando nove gol all’Armenia, sette a San Marino, sei alla Moldavia, ma anche quattro alla Repubblica Ceca che e’ in lizza nel torneo continentale. La squadra di Mancini gioca, segna vince: lo fa da otto gare di fila, non perde da 27.
L’allenatore che contribui’ al debutto in azzurro del c.t., Sergio Brighenti, allora vice di Vicini, ci ha detto che gia’ in campo era uno che faceva girare la Samp, la Lazio e dimostrava
attitudini al comando. Fatto sta che la Nazionale, che aveva
toccato il punto piu’ basso non qualificandosi per i Mondiali, ora e’ in grado di farsi valere in campo europeo. Mancini ha detto di voler arrivare alla finale di Wembley. Due protagonisti dell’unico successo azzurro agli Europei nel 1968, il difensore Guarneri e la mezzala Lodetti, hanno visto contro i cechi una squadra vera, tonica, risoluta. In quell’Europeo vinto a Roma (l’unico), l’Italia era forte (sarebbe arrivata seconda ai Mondiali del Messico), ma fu anche fortunata perche’ pareggio’ 0-0 con la Russia ma venne favorita dal sorteggio. In finale con la
Jugoslavia perdeva e pareggio’ a pochi minuti dal termine su
punizione di Domenghini. Due giorni dopo e gli slavi cambiarono un giocatore, l’Italia cinque e vinse con i gol di Riva e Anastasi. La formazione per affrontare la Turchia e’ fatta. E’ l’ultima vista in campo contro la Repubblica Ceca. In attesa di Verratti e dopo i forfeits di Sensi e Pellegrini, sostituito da Castrovilli, il c.t. fara’ giocare in difesa, davanti al “parigino” Donnarumma, anche l’altro Psg, ovvero l’arrembante Florenzi, la coppia di veterani Bonucci e Chiellini al centro e Spinazzola a sinistra. A centrocampo il dinamico Barella, il campione d’Europa Jorginho, che dettera’ i tempi del gioco e Locatelli. Davanti, il prolifico Berardi, Immobile che ha riscoperto il gol in azzurro e Insigne, grande protagonista delle
ultime partite, un fuoriclasse. L’avversario non e’ da
sottovalutare. La Turchia (che non ha mai battuto l’Italia) e’ la
formazione piu’ giovane degli Europei (media 24,9 anni) e ha in
panchina il veterano Semol Gunes (69 anni), il vecchio cannoniere
Burak Ylmaz (36 anni in luglio) che ha segnato 29 gol ed e’ dietro solo al mitico Hakan Sukur, che ha giocato anche in Italia. Di giocatori protagonisti di ieri e di oggi nel nostro campionato ce ne sono quattro: il terzino Ayhan del Sassuolo, il centrale juventino Demiral, il milanista Calhanoglu e l’ex romanista Under. La Turchia e’ 29.ma nel ranking FIFA e ha fatto un ottimo girone di qualificazione arrivando seconda dietro la Francia che tuttavia ha battuto per 2-0, pareggiando fuori casa.
I turchi giocano un 4-1-4-1 che cerca di sfruttare il contropiede, ma in genere cedono il comando del gioco all’avversario, il che potrebbe favorire gli azzurri. C’e’ il problema dei mille tifosi turchi in quarantena: verranno ammessi allo stadio? La squadra di Mancini, con il possesso palla puo’ diventare molto pericolosa. Gia’ gli azzurri di Zoff nel 2000 cominciarono la fase finale contro la Turchia, ad Arnhem in Olanda, vincendo per 2-1 (segnarono Conte e Inzaghi su rigore) e dopo aver battuto Belgio, Svezia, Romania e i padroni di casa dell’Olanda in una mitica sfida ai rigori (eroe Toldo), arrivarono alla finale di Rotterdam con la Francia in cui erano in vantaggio sino al 90′ con un gol di Delvecchio. Wiltord pareggio’ in extremis e Trezeguet segno’ il gol del 2-1 al minuto 103. Ricordiamo che Zoff, toccato nell’amor proprio della critiche di Berlusconi, si dimise all’aeroporto. Secondo arrivo’ pure Prandelli nel 2012. Dopo aver pareggiato con la Spagna e la Croazia, gli azzurri batterono l’Irlanda e passarono il turno, vincendo poi con l’Inghilterra e con la Germania a Varsavia. Dopo tre giorni, stanchi e con qualche acciaccato, furono travolti dalla Spagna per 4-0 a Kiev in finale. In questa vigilia abbastanza serena Roberto Mancini ha detto: “E’ un bel momento. Sappiano giocare e divertire. Somigliamo alla mia Samp vincente per lo spirito. La Turchia e’ una squadra tecnica e dobbiamo avere rispetto. La prima partita e’ sempre la piu’ difficile. Non ci si puo’ non emozionare”. Capitan Chiellini: “Siamo pronti – ha detto – con tutto il nostro entusiasmo e un pizzico di follia”. Sara’, ma c’e’ un’atmosfera frizzante che ha contagiato tutti.

CON IL CAMBIO DEI TECNICI CAMBIERANNO ANCHE GIOCO E RISULTATI ?

A quanto pare, il cosiddetto valzer degli allenatori porterà a un’autentica rivoluzione. Nel puzzle delle panchine nostrane, che va ancora completato, sono più i tecnici che stanno cambiando che quelli confermati. Diciamo che resteranno sicuramente al loro posto Pioli (Milan), Gasperini (Atalanta), Ballardini (Genoa) e Semplici (Cagliari). Quattro. Hanno già cambiato tecnico l’Inter (da Conte a Simone Inzaghi), la Juventus (da Pirlo ad Allegri), la Fiorentina (da Iachini a Gattuso), la Roma (da Fonseca a Mourinho), il Napoli (da Gattuso a Spalletti), la Lazio (che avrebbe puntato su Sarri) e il Torino (da Nicola a Juric). Già quindi sono “sistemate” undici posizioni, altre nove aspettano una soluzione. Delle tre neopromosse, salvo sorprese, la Salernitana confermerà Castori, l’Empoli Dionigi e il Venezia Zanetti. Ma gli ultimi due hanno ricevuto proposte dalla serie A. Restano da definire le scelte di sette club: il Sassuolo ha perso De Zerbi e ne sta scegliendo il sostituto (si è detto di Pirlo); il Bologna potrebbe perdere Mihajlovic; Ranieri ha lasciato la Sampdoria; lo Spezia dovrebbe tenere Italiano, che è tentato dalle offerte del Verona; l’Udinese non ha deciso se tenere Gotti e Juric ha abbandonato il Verona, come già accennato.
Detto questo, si può ipotizzare che i ritorni di Allegri e Mourinho faranno salire il livello tecnico del nostro campionato. Ma lo stesso Conte, che ha stravinto con l’Inter, non è riuscito ad affermarsi con i nerazzurri in campo europeo. Ci chiediamo perchè il nostro calcio abbia fatto una serie di figuracce nelle coppe. Sono stati i club, incapaci di attrezzarsi (a causa di ragioni economiche, ma anche di carenze tecniche e imprenditoriali) per ambire a qualcosa di importante? Sono stati i tecnici non all’altezza dei colleghi spagnoli, inglesi, tedeschi ecc. e incapaci di arrivare in fondo nelle Coppe, o cosa? Se gli inglesi hanno portato tre squadre nelle finali europee (al Chelsea la Champions League) e se il Villarreal ha vinto l’Europa League, ci sarà un motivo o no ? Se Mancini con il club Italia sta facendo bene, vuol dire che i giocatori (anche giovani) ci sono e, se sono ben guidati, i risultati prima o poi arrivano. Si può dire altrettanto di ciò che sta accadendo dei grandi club del nostro calcio ? Ha pesato indubbiamente la situazione economica e il fatto che le nostre società non hanno gli appoggi “politici” e delle banche come accade altrove. Ma siamo sicuri di essere così bravi in campo manageriale e più in generale nell’organizzazione e nelle comunicazione ?
Il calcio è cambiato, ma fino a qualche anno fa (diciamo undici) era capace di imporsi (triplete dell’Inter). Ora tutti questi cambi di allenatori porteranno a qualcosa di nuovo o sarà uno spostamento di figurine da una parte all’altra senza risultati apprezzabili ? In una stagione che speriamo normale, senza Covid, col pubblico in tribuna ecc., potremo vedere a che livello è il nostro calcio. La Juve, cambiando l’assetto tecnico (da Allegri a Sarri, a Pirlo fino di nuovo a…Allegri) e dirigenziale (via Paratici) ha ammesso implicitamente i propri errori. Pare che Ronaldo resterà, ma incombe l’esito delle decisioni dell’Uefa dopo la storia della Superlega. L’Inter ha scoperto, con l’addio di Conte, le intenzioni dei dirigenti cinesi, venuti a miracol mostrare ma in difficoltà tali da parlare di ridimensionamento. Non sapevano che c’era da spendere o son venuti a fare business? E in Italia non ci sono personaggi in grado di finanziare i club? Il Milan non ha voluto cedere alle pretese di Raiola per Donnarumma e ha perso così il miglior portiere del mondo. La Roma dei Friedkin si sta proponendo per provare a iniziare un ciclo vincente con l’ingaggio di Mourinho, dopo anni di alti e bassi di altri dirigenti. Il Napoli è alla perenne ricerca dell’allenatore “ideale”, passando dalle mani di Sarri a quelle di Ancelotti, quindi Gattuso e ora di Spalletti.
La Lazio non è riuscita a inserirsi completamente fra le grandi e ha perso un tecnico, Simone Inzaghi, che aveva giocato ed era cresciuto in società. In due parole, la stabilità non è di casa nel nostro calcio. E’ un ambiente umorale e l’indotto a volte ha più potere dei dirigenti in sella ai club. Detto questo, i regolamenti continuano a cambiare. Ora l’ultima novità è quella dei gol in trasferta che non valgono più il doppio, sin dalla prossima stagione. Dopo 56 anni, se la somma dei gol segnati da due squadre sarà pari, si giocheranno tempi supplementari e si tireranno i rigori per stabilire un vincitore. Inoltre le cinque sostituzioni resteranno. Insomma, cambia tutto continuamente (VAR, retropassaggi al portiere, sostituzioni ecc.). Un bene o un male? Una delle fortune di questo gioco è stata per un secolo la stabilità delle regole. Ora si va avanti nell’instabilità. Quel che è legge oggi, domani chissà…Panta rei, tutto cambia.

TRIONFO INTER, NAPOLI SENZA CHAMPIONS E LA JUVE…SI SALVA

Celebrato lo scudetto, dopo aver strapazzato l’Udinese, l’Inter con i soldi trovati in prestito, guarda avanti. L’ultimo verdetto del campionato, dominato dai nerazzurri, ha costretto il Napoli a rinunciare alla Champions. Lo spareggio di Bergamo è finito 2-0 per i rossoneri (due rigori di Kessie). In Champions sono andati Inter, Milan, Atalanta e Juve. Sta tornando il pubblico. Conte è stato il re della Serie A e, anche se l’inizio non lo faceva presagire, nel girone di ritorno ha infilato una serie di successi incredibile. La sua difesa è stata la meno battuta (35 gol subiti, l’anno scorso la Juve 43), l’attacco tra i più prolifici (89 reti segnate, i bergamaschi 90), il capocannoniere è stato Lukaku (23 gol, 29 Ronaldo), mentre il giocatore che ha compiuto un grande scatto in avanti è stato Barella. L’Atalanta ha fatto più di quanto si immaginasse (solo qualche flop nel finale) e, fra le squadre che hanno disputato una bella stagione, possiamo annoverare il Sassuolo e il Verona. Tutte le altre si possono dividere in due categorie: quelle che hanno deluso e quelle che hanno fallito.
Fra le prime possiamo includere la Juventus e la Roma. Fra quelle che hanno mancato gli obiettivi possiamo annoverare la Lazio e le tre retrocesse Benevento, Crotone e Parma. Nè carne nè pesce le altre. Tutto è naturalmente relativo alle ambizioni di ogni club. L’Atalanta ha disputato una grande stagione. Gasp ha ottenuto il terzo posto e la terza qualificazione in Champions. Da Romero a Pessina, da Zapata a Muriel, primatista di gol (22) segnati da subentrante, sono molti i giocatori da citare. Il Napoli (1-1 col Verona) non è arrivato in Champions: difficoltà contro i veneti. La lievitazione di Oshimen dopo l’infortunio e il bravo Insigne hanno contribuito molto al campionato azzurro, come naturalmente Gattuso che lascerà la panchina per dissidi con De Laurentiis. Il Sassuolo (2-0 alla Lazio), con il rivoluzionario De Zerbi al timone, ha fatto un bel campionato, ha portato alla ribalta parecchi elementi come Berardi, Locatelli, Raspadori ecc. assurti anche agli onori azzurri. Ma il tecnico se ne andrà allo Shakthar. La Juventus è andata in Champions, ma ha deluso perchè ci eravamo abituati alle sue vittorie e ha fatto capire che sono stati commessi degli errori. Il centrocampo spesso non si è rivelato all’altezza, Ronaldo è stato il capocannoniere, ma in certe partite decisive è rimasto muto.
A Bologna (4-1 per i bianconeri) è andato il panchina perchè era stanco… La difesa dei senatori ha spesso scricchiolato. Solo Chiesa e Cuadrado hanno risposto alle attese. Pirlo verrà assolto, avendo vinto due trofei? Il Milan (secondo) era stato campione d’inverno e aveva sperato persino nello scudetto, confidando troppo nei miracoli di Ibrahimovic, spesso infortunato. E comunque Donnarumma ha fatto spesso miracoli e Kessie, Hernandez, Calhanoglu e talvolta Rebic si sono rivelati all’altezza. La Roma (2-2 a La Spezia) è stata per un pò fra le prime, ma non ha battuto mai una “grande”. Il gap si è visto, anche se in Europa League è giunta in semifinale ed è andata in Conference League. Pellegrini e Mancini fra i migliori. Fonseca lascerà la panchina a Mourinho. La Lazio, pur in possesso di giocatori della abilità di Immobile, Luis Alberto e Correa non ha mai corso per le posizioni di vetta. Nel mare delle squadre di mezza classifica, la Sampdoria (3-0 al Parma) ha disputato un buon campionato ma Ranieri ha deciso di andarsene perchè ha delle ambizioni e forse il club ne ha poche. Il Verona è partito bene e ha finito male la stagione. Zaccagni e Dimarco validi. Il Bologna si è barcamenato, ma alla fine ha disputato un campionato non troppo esaltante. Bene Soriano e Schouten.
Ci sono state squadre che hanno vissuto di alti e bassi come l’Udinese che si è salvata per tempo e ha avuto in De Paul e Musso i giocatori di maggior spicco. Gotti resterà? La Fiorentina, che pure ha trovato in Vlahovic uno dei cannonieri più rinomati, ha temuto di precipitare. Il ritorno di Iachini al posto del rinunciatario Prandelli l’ha salvata. Anche il Genoa (1-0 a Cagliari) è stato portato in linea di galleggiamento dal ritorno di Ballardini, che ha preso il posto di Maran. Strootman efficace. Fra gli emergenti Shomurodov e Scamacca. Lo Spezia ha mostrato a volte un bel gioco, ma “capitan” Italiano l’ha aiutata a restare in Serie A. Più squadra che singoli. Anche il Cagliari, passato dalle mani di Di Francesco a quelle di Semplici, ha fatto un bel finale. Joao Pedro goleador. Il Torino (1-1 col Benevento) ha tribolato sino all’ultimo ma, grazie a Nicola, subentrato a Giampaolo, si è confermato specialista in salvataggi. Mandragora e Sanabria hanno inciso. Delle tre retrocesse, il Benevento di Pippo Inzaghi è partito male ed è finito peggio. Al contrario, il Crotone (0-0 con la Fiorentina) ha fatto qualche passo avanti col passaggio da Stroppa a Cosmi e ha evitato l’ultimo posto grazie anche ai 20 gol di Simy. Difesa troppo debole: 92 i gol subiti. Infine il Parma (peggior attacco: 39 gol) è finito in coda a tutti, nonostante il cambio Liverani-D’Aversa. Per gli arbitri è stata una stagione travagliata, la questione del VAR ha creato pasticci. Occorre chiarire la situazione. Qualcuno si è sentito preso in giro.
(ITALPRESS)

VINCONO TUTTE LE PRIME, BENEVENTO SEMPRE PIU’ GIU’

Un turno infrasettimanale che non ha dato verdetti definitivi. L’Inter ha continuato a vincere, mentre per la Champions, Atalanta, Milan (sette gol al Torino!) e Napoli (cinque all’Udinese) hanno vinto, come la Juve che è rimasta quinta. Se i bianconeri non battono l’Inter e il Bologna e qualcuno non si ferma (all’ultima c’è Atalanta-Milan), addio Europa! In coda, Benevento sempre più giù. Per salvarsi deve battere Crotone in casa e Torino fuori e sperare nei passi falsi altrui (Spezia, Torino e Cagliari). Sospetti e polemiche: siamo alla fine del campionato e i veleni vengono a galla. Sindaci e parlamentari scendono in campo pro domo loro. Ha fatto clamore anche l’addio di Buffon alla Juve e, presumibilmente, il portiere avrà avuto qualche offerta (rigore parato!) per giocare a 43 anni. Ha tolto il disturbo o gli hanno dato il benservito e ha anticipato il club? Si è parlato della posizione della società bianconera a proposito della Superlega: non crediamo che l’anno prossimo si giocherà senza la Juve.
Questi sono giorni di grandi mannovre, ma secondo noi, la carenza di conquibus frenerà molti gesti sconsiderati. Certo che se i cinesi faranno azioni al ribasso non sappiamo come si comporteranno i giocatori dell’Inter e lo stesso Conte. Un altro rebus è quello di Ibrahimovic, vecchio gigante dai piedi d’argilla: durerà la pazienza del Milan? Intanto i rossoneri hanno dilagato. Si sta parlando sempre più spesso del campionato a diciotto squadre: noi lo auspichiamo. Inter sempre più prima. Altra vittoria interna. Per le cento panchine di Conte, l’Inter ha schierato subito Radu in porta. Il gol dopo dieci minuti di Brozovic è stato seguito da quello di Vecino. La Roma ha riaperto la gara con Mkhitaryan e ha sfiorato il pareggio. Conte-Lautaro polemiche per la sostituzione. Lukaku ha segnato il terzo gol nerazzurro. Nella corsa ai posti Champions, l’Atalanta è passata con Muriel (gol n.22); il Benevento ha lottato, ma non è stato molto fortunato. Il raddoppio di Pasalic ha spezzato le gambe ai sanniti. Milan maramaldo che, senza Ibrahimovic, ha avuto in Hernandez il primo goleador. Poi il raddoppio di Kessie su rigore. Goleada della squadra di Pioli. Nella ripresa hanno segnato anche Diaz, Hernandez (doppietta) e Rebic (tripletta).
Il Napoli ha travolto l’Udinese e ha mantenuto il posto in Champions. La squadra di Gattuso sta perseguendo il proprio scopo di conquistare un posto nella massima competizione europea e l’Udinese si è dovuta arrendere. C’è stata gloria per molti azzurri: cinque gol. Con Buffon in porta (finalino prima dell’addio?), la Juve avrebbe potuto andare sotto un su rigore di Berardi. Invece Buffon lo ha parato! Il giocatore del Sassuolo ne aveva segnati otto di fila. Il gol di Rabiot ha raddrizzato la gara dei bianconeri. Il raddoppio di Ronaldo ha dato loro tranquillità. Centesimo gol “juventino” di CR7. Raspadori ha riaperto la partita, ma Dybala (anche per lui quota 100) ha chiuso il discorso e Ronaldo ha colpito un palo. Senza lo squalificato Leiva, la Lazio ha trovato difficoltà contro la difesa del Parma. Rigore per i biancocelesti prima dato e poi negato dal VAR. Sprecona la squadra di Inzaghi. Nel finale, dopo il palo di Hernani, Immobile ha segnato tenendo vive le speranze Champions (deve recuperare una gara). In coda, si è aggravata la posizione del Benevento, come detto. Genoa e Fiorentina salvi, Spezia quasi. Pobega ha dato un vantaggio iniziale ai bianchi, ma dopo un palo di Gabbiadini ha pareggiato Verre (gol annullato dall’arbitro e poi convalidato dal VAR). Dopo il raddoppio di Pobega, Keita ha pareggiato.
Con Ravaglia in porta, il Bologna ha preso preso un gol da Zappacosta. Scamacca ha poi messo al sicuro la vittoria genoana. Rossoblu in salvo. Cagliari e Fiorentina avevano paura di perdere e non hanno creato quasi nulla. Lo 0-0 ne è stato la logica (e gradita) conseguenza. Risultato consono alle aspettative viola, ora salvi, mentre ai rossoblu manca ancora qualcosina. Per la classifica, non molto peso avrà nel recupero Crotone-Verona. I calabresi sono in B e i veneti non vincono da cinque gare. Al Bentegodi 2-1 per i veneti (Kalinic, Dimarco e Messias). Arbitro Massimi. Ci aspetta un week-end bollente con Juve-Inter e Roma-Lazio. Ma non sarà l’ultimo colpo di coda del campionato.
(ITALPRESS)