Il pallone racconta di Franco Zuccalà

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COL CORONAVIRUS NULLA TORNERA’ COME PRIMA

Lungi da da noi la voglia di fare i Savonarola, perche’ tutti siamo sulla stessa barca, anche i francesi i quali, prima che la pandemia esplodesse in tutta la sua virulenza, ci avevano allontanati come degli appestati. E gli inglesi che stanno sottovalutando quanto sta accadendo perche’ loro sono superiori a tutti e tutto. Bisogna essere positivi, ma calcolare i pericoli e, secondo noi, aspettarsi il peggio per augurarsi il meglio. Abbiamo visto che col progredire del fenomeno Coronavirus, sono cessati (o si sono attenuati) certi odiosi proclami, ma -restando nell’ambito che ci compete, quello del calcio- abbiamo “scoperto” che il virus non e’ juventino e ha colpito per primo il bianconero Rugani. Poi e’ entrato in casa Samp (Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina, Thorsby, De Paoli, Bereszynski, il medico Baldari) e Fiorentina (Vlahovic, Cutrone, Pezzella, il fisioterapista Dainelli). Noi speriamo sia un elenco definitivo, ma teniamo che invece sia provvisorio. Il Coronavirus non fa differenze, non ci sono “raccomandati”. Insomma, stiamo vivendo un incubo.
E il nostro mondo, che si riteneva intangibile e al di sopra della legge, si sta ritrovando debole e vulnerabile. Abbiamo vissuto una domenica di riposo forzato negli stadi, non era la prima e non sara’ nemmeno l’ultima. La sensazione era quella di vivere in un mondo a se’: si era fermato qualche volta per lo sciopero dei calciatori, per le scelleratezze di qualche tifoso, per qualche morte importante. Adesso il calcio e’ stato coinvolto in un fenomeno di proporzioni mondiali e se qualcuno sollecita di chiudere in qualche modo la stagione (in estate, con i playoff, ecc.), c’e’ chi fa notare come non sia in discussione la sorte del pallone, ma dell’umanita’ stessa. Circolano voci di complottismo, ecc. Non vogliamo volutamente entrare nel campo della politica, ma facciamo notare come personaggi di caratura mondiale, che avevano sottovalutato quanto stava accadendo, ora si stanno arrendendo all’evidenza. Siamo in un momento in cui non si puo’ prevedere il futuro, altro che pallone ! Si stanno mettendo in evidenza le differenze fra nazioni ricche e povere e noi non siamo fra quelle che possono stanziare cifre enormi, come la Germania (centinaia di miliardi, contro le nostre decine): siamo fra i meno dotati, se non in fatto di fantasia. A parte l’impotenza economica, restando nel cortile calcistico, ci sono anche in questo momento le solite divergenze (chiamiamole cosi’) fra dirigenti che difendono i propri interessi. Si cerca di stabilire quali saranno i danni economici e di immagine e come far fronte a queste difficolta’. Si parla di miliardi. E poi ci sono le tv (che hanno dato al calcio circa 1 miliardo) e hanno visto sfumare i loro programmi: si presenteranno a battere cassa, se lo spettacolo non andra’ avanti. La problematica e’ molto variegata: ognuno pensa a quel che e’ piu’ conveniente fare per salvare il salvabile e portare a casa i conti e la faccia. FIFA e UEFA, che volevano andare avanti nella politica espansionistica, hanno dovuto fare marcia indietro, dopo aver tentato di continuare come se nulla fosse successo (l’Ente europeo) con la Champions e l’Europa League, anche a porte chiuse. Per onorare i contratti e incassare. Di mezzo c’erano anche gli Europei, che verrebbero rinviati di un anno. C’e’ stato anche chi ha pensato -con disperazione- al ridimensionamento del calciomercato per inevitabile riduzione degli investimenti e la conseguente riduzione degli affari che riusciva a portare a termine. Insomma, ci stiamo rendendo conto che quello che viene chiamato l’indotto (in parte un settore serio, ma con personaggi a volte non molto credibili) che vive di luce riflessa, si trova nei guai. Se la macchina resta ferma per mancanza di benzina, c’e’ chi paga un prezzo anche dietro le quinte. Le proposte di congelare la classifica (scudetto a chi e’ primo, cioe’ la Juve) o di giocare i playoff, ovvero di trovare date -anche estive- per concludere la stagione, hanno dei pro e dei contro e non c’e’ accordo. Insomma, tutto e’ in alto mare. I “tecnici” sono divisi: c’e’ chi vuole riprendere gli allenamenti, c’e’ chi aspetta di sapere come va a finire dopo quel che ci sta succedendo attorno: morti, contagiati, tutti a casa ecc. Ognuno dice la sua, come e’ giusto, anche se c’e’ molta confusione. Noi siamo convinti che non bisogna farsi illusioni: la cosa migliore e’ aspettare se e quando si fermera’ la pandemia e poi riparlarne. Non bisogna illudersi che il calcio sia la cosa piu’ importante del mondo e che tutto ritornera’ come prima. Se il calcio si aspetta aiuti, manne dal cielo, sbaglia. Come disse Arrighetto Sacchi, il calcio e’ la cosa piu’ importante delle cose inutili. Ci sono delle priorita’: ringraziamo il cielo se i supermercati saranno riforniti, se gli ospedali funzioneranno, se si troveranno posti letto a sufficienza, se la pandemia si attenuera’. Qualcosa e’ cambiato e nella nostra vita sara’ tutto diverso. La pacchia e’ finita. Questa e’ una guerra contro un nemico invisibile. E in tempo di guerra si pensa solo alle cose essenziali, mettendo da parte il superfluo. Nella vita di tutti i giorni, come nel calcio e nello sport piu’ in generale. E’ cosi’, facciamocene una ragione.

Il calcio decida: giocare o no? Intanto la Juve torna prima

In un clima surreale, la Juve ha battuto l’Inter e ha scavalcato la Lazio, insediandosi nuovamente al primo posto. A parte tutto il resto, e’ stata l’occasione per imparare dal dizionario Garzanti il significato dell’aggettivo surreale, che tutti abbiamo usato a raffica in questi giorni a raffica: e’ un aggettivo “che evoca l’inconscio, il mondo psicologico piu’ intimo e non conosciuto dell’uomo”. Questa giornata fara’ certamente meditare il nostro calcio. E’ stata decisiva, a suo modo. Nella prima partita in programma, Parma-Spal, alle 12,30, i giocatori si erano scaldati, poi non erano andati in campo. Rinvio di mezzora. Si e’ parlato di intervento del sindacato giocatori, di Spadafora, della Lega e Sky che ha risposto per le rime al ministro per la diretta tv, ma poi i protagonisti si sono ri-riscaldati e sono scesi in campo. Dal comunicato si evincono uno scaricabarile e le accuse fra Associazione calciatori, Lega, autorita’ politiche. E’ una situazione confusa e martedi’ ci sara’ una riunione di vertice per decidere se andare avanti o fermarsi. Noi non sappiamo cosa verra’ deciso e come vecchi suiveur del calcio speriamo che improvvisamente il virus se ne vada e che si possa giocare. Ma siccome dubitiamo che certi miracoli avvengano, temiamo che, anche se si giochera’, il pallone si stia sgonfiando. Non vogliamo nemmeno pensare all’aspetto economico di tutta la vicenda, alla possibile “fuga” di campioni, e ai danni di immagine e economici che subirebbe il calcio e il suo indotto (tv, media, ecc.). In realta’ ci sembra che si pensi troppo ai soldi e che il “pallone”, gonfiato troppo, potrebbe scoppiare. Abbiamo vissuto tutti anni opulenti, ma aver reso il calendario troppo denso fra campionato, coppe ecc. tanto da non avere molte date per i recuperi, non e’ stato saggio. A cominciare dagli enti internazionali, che col loro gigantismo s’inventano sempre qualcosa per guadagnare. Si e’ giocato (e si gioca) troppo e si doveva mettere nel conto che qualcosa avrebbe potuto succedere, prima o poi. E’ successo. Troppa gente si era tuffata per anni sul bottino e chi molto vuole nulla stringe. Loro hanno stretto, in verita’. C’e’ da mettersi attorno a un tavolo, visto che il virus non sta risparmiando nessuno e riordinare le idee e farne del calcio qualcosa di piu’ ragionevole e vivibile. Magari con una serie A a 18 squadre e a condizioni piu’ realistiche. Non bisogna credere di essere onnipotenti e al di sopra delle leggi. Affinche’ il calcio non resti, come ha detto Juric, “ridicolo”. Sono certi, lor signori, che i “clienti” (cioe’ i tifosi), non si squaglieranno, davanti alla confusione e ai pericoli attuali? Tornando al “Derby d’Italia”, molto fumo Inter, che ha giocato bene lasciando per l’arrosto alla tutto alla Juve: dopo il gol di Ramsey, un capolavoro di Dybala, appena entrato. E la squadra di Conte si e’ ritrovata piu’ lontana dalla vetta. La lotta ora sembra ristretta a Juve e Lazio, ma i nerazzurri hanno una partita in meno. Con le “Grandi” hanno fatto cilecca: hanno perso due volte con la Juve e una con la Lazio.
Il Milan, contro un Genoa ben determinato, e dopo giorni agitati per l’estromissione di Boban del club, e’ partito male e, con questa sconfitta, ha visto diventare difficile ogni sogno di gloria. Nessuno puo’ negare che quel che sta succedendo attorno al club rossonero e alla nostra stessa vita abbia influito sulla prestazione della squadra di Pioli. Il Genoa era piu’ libero mentalmente da problemi di carattere mentale e i due gol segnati nel primo tempo (Pandev e Cassata) hanno pesato sull’andamento della gara. Nella ripresa i rossoneri hanno attaccato, ma sono riusciti solo a dimezzare lo svantaggio. Ora per il Milan e’ diventata dura: gli errori difensivi e la scarsa incisivita’ della fase offensiva (nonostante l’impegno di Ibrahimovic), hanno dato via libera ai rossoblu, dimostratisi meglio preparati ad affrontare le difficolta’ della partita. La squadra di Nicola (panchina n.100 in serie A e seconda vittoria esterna consecutiva) ha agganciato il Lecce sul quartultimo gradino. La Sampdoria (in dieci) ha fatto un bel passo avanti, vincendo in rimonta sul Verona, spezzando la serie positiva del Verona che era di dieci partite. La squadra di Ranieri, che aveva fatto esordire il giapponese Yoshida in difesa, stava attraversando un periodo non molto felice, dopo i cinque gol presi dalla Fiorentina. Si era trovata sotto per un gol di Zaccagni e poi una doppietta del “pensionato” Quagliarella (il secondo gol su rigore molto discusso) ha dato il successo alla Samp. Finito il volo del Verona? A Juric mancavano alcuni elementi importanti come Veloso e Borini. A Udine le occasioni da gol ci sono state per Okaka (chance mancata di poco) e Milenkovic (palo), ma di fatto i friulani (solo 21 gol fatti) e’ rimasta all’asciutto: settimo pareggio, quarto 0-0. I viola a mezz’acqua. La disperazione della Spal ha avuto la meglio sul Parma grazie a un rigore di Petagna. L’inizio della partita era stato convulso, come abbiamo gia’ detto, e poi si e’ giocato. Importante successo spallino, il Parma (come Verona e Milan) si e’ fermato. Nel Monday Night, Sassuolo-Brescia (arbitro Manganiello), visto che la Spal e il Genoa hanno vinto, le “rondinelle” cercheranno di rispondere. Lopez non avra’ Matjeu, ma ci sara’ Aye’. A Mompiano 2-0 per i neroverdi con gol di Traore’ e Caputo. Arbitro Manganiello. E vedremo domani se questo campionato finira’ o no.
(ITALPRESS)

SERIE A NEL CAOS, LAZIO CAPOLISTA “PROVVISORIA”

Virus, rinvii, tumulti, sospetti, caso Milan, pioggia di gol Atalanta (sette). Tutto dal divano di casa, visto che si e’ giocato poco. Va in scena il caos. La Lazio, anche per il rumoroso silenzio della Juve e dell’Inter, che non si sono scornate, e’ saltata in testa alla classifica molto provvisoria del campionato. Alcuni pensano che sia un segno del destino, perche’ tutto sta favorendo la squadra capitolina che avra’ un presidente molto “presente e influente” nelle decisioni del calcio, ma ha anche tanti meriti tecnici. Da Immobile capocannoniere del campionato a un attacco che e’ secondo solo a quello dell’Atalanta (70-60: scontro diretto nel prossimo turno, se si giochera’), alla seconda difesa. E si e’ fatta apprezzare anche per il gioco. Oltretutto abbastanza recentemente la Lazio ha battuto la Juve e l’Inter, suoi avversari diretti, e quindi i meriti non sono solamente “politici” (come insinuano alcuni) ma soprattutto di gioco. Certo, l’Inter ha due partite in meno e potrebbe essere alle costole della nuova capolista e la Juve con i tre punti della partita da recuperare potrebbe addirittura scavalcarla. Gia’ alcuni parlano di campionato falsato, ma noi preferiremmo invece definirlo anomalo.

Le diatribe fra Juventus e Inter, poi, hanno riportato alla ribalta antichi (e nuovi) rancori. Si auspica una pax calcistica: pare che le date cambieranno ancora. Son volate minacce e accuse e il clima non e’ dei migliori. Con tante partite rinviate e non tutti i recuperi fissati e con la Coppa Italia che si sta inserendo in tutta la sua importanza, che dire? Ci sono squadre che devono recuperare due gare (Inter, Parma, Sassuolo, Sampdoria e Verona), altre una (Juventus, Atalanta, Milan, Cagliari, Fiorentina, Udinese, Torino, Brescia e Spal), cioe’ 14 squadre su 20. Certamente la Lazio non ha responsabilita’ per il Coronavirus. Nessuno ne ha, ma il fatto che sia estremamente difficile trovare date libere per i recuperi denuncia il fatto che si gioca troppo, un po’ perche’ ormai e’ cosi’ in tutto il mondo, un po’ perche’ i soldi fanno gola a tutti. Ci sarebbe da ripensare al campionato a 18 squadre che sarebbe piu’ “logico”, restituirebbe spazi ai recuperi e alla Nazionale. Con tutto il rispetto per gli “inguaiati” del momento, ci sono squadre che fanno solo da cuscinetto. Tutto si e’ evoluto per facilitare lo spettacolo, per farlo amare anche in zone del mondo dove il calcio non piace per i pareggi: gli americani, che hanno un’idea della vita in cui prevale il piu’ forte, non “capiscono” che in una competizione non ci sia un vincitore e non digeriscono il fuorigioco, la volontarieta’ o involontarieta’ di un fallo stabilita da un uomo fallibile.

Molti altri “nemici” del calcio non amano gli 0-0, la discrezionalita’, la difficolta’ di definire una verita’ univoca per quanto riguarda gli episodi di una gara. Tutte cose che per alcuni costituiscono il fascino di questo gioco, come l’imprevedibilita’, mentre per altri alimentano dubbi di pastette e favoritismi. Ma i capoccioni del pallone che si sono alternati ai vertici mondiali pensano a nuovi “mercati” da conquistare e il vecchio gioco (che era) il piu’ bello del mondo, sta diventando un’altra cosa: le regole sono cambiate ad uso e consumo di altri “clienti”. Se Valentino Mazzola tornasse a vedere una partita d’oggi non ci capirebbe nulla e forse abbandonerebbe lo stadio. Un accenno merita anche il “caso” Milan, dove Maldini e Boban non sembrano a loro agio con i nuovi proprietari. Avranno ragione, chissa’, ma chi viene da lontano spesso non capisce e si chiede come mai da noi uno piu’ uno non fa sempre due. Anche qui, soldi e potere. Tornando a questa anomala “mezza” giornata di campionato, la Lazio -come gia’ detto- ha battuto il Bologna dell'”amico” Sinisa Mihajlovic, il Napoli ha dato un’altra prova della rinascita (terza vittoria consecutiva) infliggendo al Torino la sesta sconfitta di seguito. L’Atalanta (miglior attacco con 70 gol, retroguardia non altrettanto) ha strapazzato il Lecce (peggior difesa con 56 reti subite). I salentini avevano pure rimontato due gol ma con un Ilicic in gran giornata e’ finita in goleada: sette gol (a due): Dea sempre piu’ in corsa per la Champions. Ma la Roma non ha mollato e ha vinto in rimonta a Cagliari “trovando” due gol di Kalinic. Il Cagliari (bravo Pereiro, doppietta Joao Pedro) e’ in crisi e ha subito contestazioni, dopo l’undicesima partita senza vittoria. I giallorossi hanno ripreso a marciare, dopo un brutto periodo e un finale difficile per la sua difesa. Nel Monday Night si sarebbe dovuta giocare anche Sampdoria-Verona ma anche questa partita e’ stata rinviata. Attendendo gli eventi, diremo (come Lorenzo il Magnifico): chi vuol esser lieto sia (cioe’ la Lazio) di doman non v’e’ certezza (cioe’ per tutti gli altri).

Serie A tra virus e diffidenza, tutti pensano male di tutti

“Anno bisesto, anno molesto”. C’e’ chi parla di campionato falsato, mentre i vecchi detti stanno emergendo in queste brutte giornate, come i timori della gente e le battutacce sul “vibrione” milanese. E’ un momento difficile per tutti e si stenta a “far squadra”. Tutti pensano male di tutti. La verita’ e’ che la natura si sta ribellando e, calcisticamente parlando, il calendario lo sta facendo con chi lo ha voluto pieno come un uovo. E comunque, spingi di qua e rinvia di la’, le partite verranno recuperate il 13 maggio, compreso lo scontro Juventus-Inter che potrebbe essere la partita decisiva per lo scudetto, cosi’ come il mesto addio delle squadre “favorite”, che potrebbero essere gia’ staccate dalla Lazio. I biancocelesti hanno gia’ conquistato la vetta della classifica, sia pure nel silenzio forzato delle antagoniste. Ora ci si chiede se far vedere al mondo il “derby d’Italia” a porte chiuse sarebbe stato uno spettacolo osceno e di cattiva propaganda per il calcio italiano all’estero, oppure la conferma che, nonostante tutto, da noi si e’ andati avanti imperterriti, alla faccia del virus. Difficile dirlo.
In passato il campionato si era fermato per la morte di qualche importante personaggio (Papa Giovanni Paolo II o Davide Astori, l’ultimo giocatore scomparso), ma anche per fatti orribili come l’omicidio Spagnolo a Genova o quello dell’ispettore Raciti a Catania. Noi crediamo che questi fatti dovrebbero indurre il nostro mondo pallonaro a qualche riflessione sui campionati troppo affollati e sulla possibilita’ di liberare delle date con una serie A a 18 squadre. Una pausa di riflessione per tutti, quindi, su quello che e’ successo e cio’ che potrebbe succedere. Invece sta acuendo le polemiche e mettendo in evidenza le divisioni. Noi siamo del parere che questo momento ha sancito la tangibilita’ del mondo del pallone, che una volta era diventato intoccabile a causa degli interessi che muoveva e del prestigio che aveva e ne giustificava l’indipendenza. Molti hanno cercato di mettere becco nelle cose del pallone, per ragioni politiche, in passato. Ora grande potere hanno acquisito le televisioni esclusiviste e tutto il mondo economico che gira attorno agli sponsor ecc. Porte chiuse, biglietti da rimborsare, querelle di varia natura, interessi di bottega, recuperi non fissati, partite di Coppa Italia da giocare nell’immediato (dove, a porte chiuse o aperte ?). Questi sono tutti aspetti poco esaltanti di questo difficile momento.
C’e’ da dire che ognuno ha le proprie ragioni per agire verso una direzione o l’altra. E ci saranno sempre quelli che ci vedranno la malizia e i favoritismi. Questa sottile diffidenza che e’ sempre presente nel mondo del calcio e’ la cosa peggiore di questo che sembra a volte non essere piu’ un gioco, ma un affare dove gli interessi rischiano di contare piu’ di tutto. Anche piu’ del Coronavirus.
(ITALPRESS).

JUVE IN RIPRESA, LAZIO CONFERMA, INTER FERMA

Il calcio sta pagando il proprio tributo al Coronavirus, rinviate quattro partite: Atalanta-Sassuolo, Inter-Sampdoria, Torino-Parma e Verona-Cagliari, con tutto il corollario di conseguenze per ora imprevedibili. Parlando di calcio, per quello che si e’ giocato, ci pare di poter dire che l’andamento della stagione ne risentira’. La Juventus e’ rimasta in sella, ma la Lazio ha tenuto botta. La capolista ha interrotto il negativo trend esterno con la vittoria sul campo della derelitta Spal, squadra che gioca discretamente, ma non finalizza. Ha segnato 19 gol in 25 partite (media 0,76) in un campionato in cui l’Atalanta ne ha fatti 63 (media 2,62). Di Biagio ha cercato di cambiare il volto della Spal, ma con risultati pratici minimi. Ora sono cinque i ko di seguito: la salvezza e’ lontana. La Juve, vittoriosa a Ferrara col minimo scarto, avrebbe potuto chiudere la partita ben prima, ma ha sbagliato tanti gol: a segno ancora Ronaldo (11 partite di seguito, come Batistuta e Quagliarella), che nel girone di ritorno ne ha fatto sette dei dieci realizzati dalla squadra bianconera. Il 70 per cento. Gli altri marcatori, con uno a testa, sono stati De Ligt, Dybala e Cuadrado.
Naturalmente, le critiche a Sarri (“Mi tengo le mie idee”) sono continuate e ora tutti lo aspettano al varco in Champions, contro il Lione. Chiellini ha giocato un’oretta, mostrando qualche limite: deve riadattarsi al clima di campionato. Bonucci era squalificato e la sua assenza in qualche momento si e’ sentita. Ora incombe Juve-Inter, ammesso che si giochi. Certo, lo stop all’Inter, che in Bulgaria ha scoperto la bravura di Eriksen, non ha favorito la squadra di Conte, che doveva affrontare una Samp in difficolta’. La Lazio a Marassi ha segnato subito con Marusic, poi Immobile ha fatto il gol n. 27 e nelle prossime tredici partite dara’ l’assalto al record di Higuain, che a Napoli ne fece 36. Poi Cataldi ha dato la sicurezza al biancocelesti: la squadra di Inzaghi (20a partita utile consecutiva) ha confermato di lottare per lo scudetto. E’ a un punto della Juve, che ha battuto gia’ due volte, in campionato e in Supercoppa. Certo, il Genoa le ha reso la vita difficile. La Lazio potrebbe approfittare dello scontro diretto fra Juve e Inter per tentare l’assalto al primato, nel prossimo turno, in cui affrontera’ il Bologna.
Con l’Atalanta ferma (i bergamaschi erano i condizioni di forma splendida), la Roma (goleada al Lecce), le si e’ avvicinata, solo provvisoriamente. La squadra di Fonseca alterna belle prestazioni, a giornate nere. Dopo tre ko consecutivi e quattro gare senza vittorie interne, finalmente un successo che, dopo quello in Europa League, ha riportato l’ottimismo. Anche perche’ la difesa non ha preso gol, stavolta. Per i salentini (peggior difesa con 49 gol subiti), che avevano vinto tre volte di seguito, una battuta d’arresto ci puo’ stare. Verona-Cagliari e’ stata rinviata: i veneti erano in serie positiva, i sardi avevano dimenticate le vittorie da dieci turni. Sta risalendo la china invece il Napoli che, in attesa del Barcellona, ha vinto, giocando al piccolo trotto, a Brescia. La squadra di Lopez ha una difesa di burro (46 gol presi, media 1,84 a partita) e lo stesso Balotelli e’ apparso avvilito, dopo quest’altra sconfitta: sta segnando poco e si sente forse colpevole. Avrebbe dovuto fare la differenza e invece…la squadra di Gattuso ha compiuto bei passi avanti in classifica ed e’ in vista dell’Europa, dopo un inizio difficile. I Mertens e i Ruiz si sono risvegliati, ma la difesa ha preso ancora gol. Contro il Barcellona, un “miracolo” di San… Gennarino ? In attesa di Torino-Parma e Verona-Cagliari (rimandate), il Milan non e’ riuscito a fare uno scatto in avanti. Vinceva (meritatamente) e poi una Fiorentina in dieci l’ha raggiunto in extremis su un penalty (molto discusso) di Pulgar. Certo, con un gol di Ibrahimovic annullato per una sottigliezza regolamentare e il rigore finale subito, in casa rossonera l’arbitraggio di Calvarese non e’ stato “accettato”, anche se Pioli ha ammesso le colpe dei suoi che non hanno saputo gestire il vantaggio. Per i viola (in dieci) un risultato appagante, anche se la classifica e’ rimasta mediocre. Pareggio anche a Bologna, dove una buona Udinese si e’ fatta raggiungere sul filo di lana. Anche i friulani, come ha detto Gotti, non hanno saputo portare a casa la vittoria, col vantaggio di Okaka in pugno. La squadra di Mihajlovic era imbottita di riserve e ragazzini, qualcuno promettente, e il pareggio di Palacio e’ arrivato quando stava maturando il quinto k.o. consecutivo. L’Udinese (buon gioco, ma terzo pareggio di fila e nessuna vittoria nel girone di ritorno) e’ rimasta impelagata nella zona difficile della classifica. E a proposito di salvezza, la graduatoria e’ priva del risultato della Samp, mentre Brescia e Spal sono in netto svantaggio, anche se hanno perso pure Genoa e Lecce. E, dato che “nel doman non v’e’ certezza”, attendiamo gli eventi, certi che il calcio non e’ la preoccupazione maggiore, in questo momento.
(ITALPRESS).

INTER KO ALL’OLIMPICO, È LA LAZIO L’ANTAGONISTA DELLA JUVE

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La Lazio ha battuto l’Inter ed è a un punto dalla capolista Juve. La partita dell’Olimpico è stata molto vibrante. L’Inter era passata in vantaggio con Young, ma un rigore di Immobile (gol n.26) e la rete di Milinkovic hanno ribaltato il risultato. L’Inter, che aveva fatto le cose migliori in trasferta, ha perso e ora guarda i biancocelesti dal basso verso l’alto. Ma la cosa che impressiona di più è che le difese più forti del campionato abbiano commesso tanti errori. La Lazio aveva perso a San Siro all’andata e poi aveva cominciato la serie di vittorie che l’hanno portata alle spalle della Juve, che ha battuto in campionato e in Supercoppa. Forse l’Inter ha pagato l’assenza di Handanovic, infortunato. Padelli qualche errore l’ha commesso, come Strakosha. Bella Lazio, comunque. L’Inter non ha perso nulla, ma la sconfitta sarà una brutta botta al suo morale avendo perso proprio contro Juve e Lazio che le sono davanti in classifica. La capolista, senza CR7, ha faticato un po’ a battere il Brescia: è stato Dybala, con una delle sue magiche punizioni, a spezzare l’equilibrio della gara dopo 38′. Poi Cuadrado ha messo al sicuro il risultato.
Il Brescia di Lopez, a parte le assenze, ha perso il secondo portiere Alfonso (non c’era Joronen) per infortunio e Ajè (espulso), mentre Balotelli, per la prima volta all’Allianz, non ha inciso. C’è da dire che i bianconeri hanno lasciato dei dubbi. Perderanno Bonucci (squalificato) e Pjanic (infortunato) per la partita di Ferrara. La manovra della Juve non è parsa fluida. Di positivo, il rientro di Chiellini, dopo cinque mesi e mezzo, sia pure per pochi minuti (dal 77′). Il Brescia è in crisi: tre punti in otto partite. Bianconeri sempre in vetta. L’Atalanta ha (quasi) eliminato la Roma dalla corsa alla Champions: sei punti di distacco sono parecchi ma, con quattordici partite da giocare, tutto può succedere e i giallorossi dovrebbero recuperare diversi giocatori. La gara di Bergamo ha fatto vedere i pregi dei bergamaschi (sotto di un gol sono stati capaci di rimontare) e i difetti della Roma: “trovato” il gol di Dzeko, non lo ha saputo difendere. E’ la terza sconfitta consecutiva della squadra di Fonseca che ha subito nove gol, in questo lasso di tempo. I protagonisti della partita sono stati Palomino (errore sul gol di Dzeko e pareggio) e Pasalic (entrato dalla panchina ha segnato dopo soli 19″). L’Atalanta ha fatto già 63 gol. Non ci si può non innamorare della squadra di Gasperini.
Per quanto il Verona (in serie positiva nel 2020, nove volte con la difesa imbattuta) abbia avuto le sue belle occasioni (bravo Musso), l’Udinese è stata una delle poche avversarie a saper contrastare il gioco dei gialloblu. Ma mentre le speranze della squadra di Juric di puntare all’Europa restano intatte, i friulani (penultimo attacco, cinque gare senza vittorie, dieci in totale senza gol segnati) potrebbero ritrovarsi nel bel mezzo della bagarre, visti i risultati delle squadre di coda. La squadre fecero 0-0 pure al Bentegodi.
Mertens ha dato al Napoli il successo a Cagliari e la squadra di Gattuso, tornata a vincere, può sperare in una scalata della classifica. I sardi non vincono da dieci partite e l’Europa si è allontanata. Il Parma, con un gol del figliol prodigo Gervinho, rientrato all’ovile, ha vinto sul campo del Sassuolo, restando in corsa per le Coppe. I crociati le hanno prese dalle “grandi”, ma contro avversari meno “togati”, hanno fatto buoni risultati e la loro classifica è sempre ragguardevole. La squadra di De Zerbi ogni tanto zoppica. Milan-Torino (arbitro Fabbri), nel Monday Night, ci dirà come reagiranno al difficile momento le due squadre.
I rossoneri vengono dal derby perso e dalla vittoria contro la Juve in Coppa Italia sfumata. I granata da quattro sconfitte di fila, con 16 gol subiti e solo due segnati. Longo non avrà lo squalificato Izzo: “Dobbiamo reagire”. Disponibili Baselli e Zaza. Pioli non avrà Conti: “Restare concentrati”. Il Toro con una doppietta di Belotti, dopo il gol di Piatek su rigore, vinse all’andata. La Fiorentina ha vinto a Marassi (5-1) a mani basse una partita che ha fatto registrare parecchie contestazioni, un autogol dopo pochi minuti, due rigori per i viola e due espulsi, uno per parte. La squadra di Iachini ha interrotto la serie negativa; la Samp (un punto in quattro partite con 14 gol subiti) invece è coinvolta nella lotta per non affogare. Difesa di burro. In casa viola doppietta di Vlahovic e Chiesa. Il Genoa (otto punti in quattro partite) ha interrotto la serie positiva del Bologna (in dieci e poi in nove per l’espulsione di Schouten e Denswil), andando vincere al Dall’Ara e facendo un buon passo in avanti in classifica. La squadra di Nicola (buon lavoro) ha sorpreso e battuto quella del furente Mihajlovic, confermando i progressi fatti recentemente. Il Grifone non vinceva in trasferta da oltre un anno. Quanto ai felsinei, un passo falso inatteso. Il Lecce ha cominciato a correre: la terza vittoria consecutiva (9 gol segnati, ma peggior difesa con 45 gol subiti) ha portato i salentini in vista delle zona più tranquilla della classifica. Con i rinforzi acquisiti, gioco e risultati sono decollati. Di Biagio ha mosso le acque in casa ferrarese, ma non è bastato e ora la situazione si è fatta drammatica. La manovra è migliorata, Petagna ha segnato ancora (nove dei 18 gol della Spal sono suoi), ma la sconfitta n.17 non fa prevedere nulla di buono. L’aritmetica non ha tuttavia dato la propria sentenza. Le contestazioni non fanno più notizia.
(ITALPRESS).

L’INTER RIBALTA IL DERBY, E ORA LA LAZIO

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Quel che è successo a San Siro ha esaltato la bellezza del calcio. Il Milan di Ibra (un gol e un assist) stava dominando il derby ed aveva chiuso sul 2-0 al 45′. L’Inter nella ripresa ha segnato quattro gol ribaltando il risultato e agganciando la Juve. La squadra di Pioli è crollata nella ripresa sotto i colpi dei nerazzurri. Inter a due facce: pessima nel primo tempo, sublime nella ripresa, al contrario dei rossoneri. La classifica ora dice: Inter e Juve 54, Lazio 53. Conte nell’intervallo ha forse motivato i suoi che hanno reagito bene e hanno ribaltato il risultato. E’ stata una giornata importante se non decisiva, per il campionato. Il Milan non puo’ sperare che faccia tutto Ibra, che ha colpito un palo nel finale. Sarebbe stato il 3-3. Inoltre, una cosa è certa: non è più la Juve di una volta. L’anno scorso la squadra bianconera vinse il campionato perdendo quattro partite in tutto, due anni fa solo tre. Quest’anno ha già subito le sconfitte contro Lazio, Napoli e nella fatal Verona. Tre ko nelle ultime nove giornate. Son cresciuti gli avversari o è scaduta la squadra bianconera ? Questo si chiedono i tifosi juventini. E parecchi rimpiangono Allegri. Stavolta non è bastato il bel gol di Ronaldo, che ha battuto Trezeguet segnando per la decima settimana consecutiva e arrivando a quota venti reti. Per il Verona è stata una settimana d’oro: ha fermato Milan e Lazio in trasferta e battuto la capolista al Bentegodi. Juric sta portando i suoi verso l’Europa. La squadra gialloblù è un gioiellino quasi perfetto: è capace di metter sotto anche avversari titolati. E, quanto al rigore provocato da Bonucci, secondo alcuni sarebbe stato “provocato” dalle proteste di Commisso (un benefattore) a Torino. Suggestioni, retropensieri, fantacalcio. Intanto la Lazio, con la vittoria sul difficile terreno del Parma (le polemiche non sono mancate per presunti errori di Di Bello: inevitabile) ha messo insieme il diciottesimo risultato utile consecutivo e si è messa a un punto dalla Juventus. Questa è una stagione straordinaria per la squadra di Inzaghi che ora crede di poter correre per lo scudetto. Il Parma non è un avversario facile e la vittoria biancoceleste (gol di Caicedo) ha un notevole valore. Il confronto interno con l’Inter, nel prossimo week-end, sarà decisivo. La cosiddetta “crisi della Roma”, generata dalla sconfitta interna col Bologna, ha diverse motivazioni: a) il confronto inevitabile con i dirimpettai della Lazio; b) gli errori sul campo di Fonseca e dei giocatori; c) il cambio di dirigenza che fa pensare a novità radicali. Il Bologna ha bene approfittato delle debolezze difensive dei giallorossi (sette gol subiti in due partite) e ha colpito con le sue frecce Barrow (doppietta) e Orsolini. Ora la squadra di Mihajlovic (tre vittorie di fila) è sempre più vicina all’Europa, mentre la Roma (quattro punti in sei partite) comincia a dubitare del traguardo-Champions. E c’è in vista la sfida con con la concorrente diretta Atalanta a Bergamo. La squadra di Gasperini ha vinto a Firenze, dove non passava da tempo. La Dea è una macchina da gol che ha superato quota sessanta (esattamente 61 reti), facendo una bella gara e vanificando il vantaggio di Chiesa. I fiorentini hanno preparato una maglia per Gasp (“Uno di noi”) dimenticando i rancori del passato. Ma la Fiorentina dove va ? Arbitri o non arbitri, un punto in tre partite è un misero bottino e la squadra di Iachini è scesa parecchi gradini della classifica. Nello scontro diretto con la Roma, l’Atalanta potrebbe definitivamente staccare i giallorossi e assicurarsi un posto in Champions. Il Torino ha cambiato allenatore (Longo), ma non i risultati. La Sampdoria, che si dibatte in una posizione scomoda in classifica, ha vinto sul campo granata, gettando nello sconforto il club di Cairo, ornai avviato a una classifica molto mediocre: quattro sconfitte di fila con 16 gol subiti. Ormai non si sa a che santo votarsi. Contestazione aperta. La squadra di Ranieri si è allontanata dalla zona pericolo: ha ritrovato i gol di Quagliarella e Ramirez (doppietta). Ma in coda hanno vinto anche Lecce e Genoa, il Brescia ha pareggiato e la Spal è rimasta ultima. Il Lecce ha approfittato degli errori del Napoli (in attacco e in difesa), nel giorno del rientro di Koulibaly; vincendo al San Paolo e confermando la sua vocazione “esterna”. Lapadula (doppietta) e Mancosu (eurogol) sono stati i protagonisti. Male la squadra di Gattuso (“C’è troppa passività”) che ha perso ancora in casa (sesto ko) dopo aver battuto la Juve. Forse c’era un rigore su Milik, ammonito invece per simulazione. Il Grifone è tornato a vincere sul Cagliari una partita con molti infortuni. Il vecchio Pandev è partito dalla panchina, segnando il gol decisivo. I sardi son tornati a perdere dopo tre pareggi. Dopo aver centrato i legni della porta bresciana, l’Udinese ha subito il gol di Bisoli. La squadra di Lopez, ultimo allenatore ingaggiato da Cellino, non ha però assaporato la vittoria per il gol (meritato) di De Paul. I friulani hanno agganciato la Fiorentina. Il Sassuolo in ottima forma (dieci punti in quattro partite) ha dato una forte spinta verso la serie B alla Spal (nove sconfitte in dieci gare). Situazione drammatica per i ferraresi. La squadra di De Zerbi continua a giocar bene, quella che era di Semplici ultima con poche speranze. Sarà Di Biagio (prima esperienza in A) a pilotare la Spal nel finale di stagione. Auguri. Lazio-Inter, Atalanta-Roma e Lecce-Spal nel prossimo turno saranno autentici spareggi.

IL CAMPIONATO ENTRA NEL VIVO E MONTANO LE POLEMICHE

Fasi cruciali del campionato: montano le polemiche, le proteste per gli arbitri, gli errori. La solita musica. Al di là di tutto, la Juve ha 54 punti: tre più dell’Inter e cinque della Lazio. I romani hanno una partita in meno, sono delle furie e segnano a pioggia; l’Inter un po’ meno, prende qualche gol di troppo e deve resettarsi dopo i tanti arrivi. Ma è lì, sempre in corsa. La capolista ha mantenuto il primato grazie alle prodezze di Szczesny, prima di una doppietta su rigore di Ronaldo che ha eguagliato Trezeguet, segnando per la nona partita consecutiva. CR7 è arrivato a quota 50 gol. I bianconeri non hanno subito reti, stavolta. Per Iachini la prima sconfitta in viola. La Fiorentina ha cominciato bene, ma ha finito per cedere. Furente il presidente viola Commisso che si è detto “scoppiato” (sic!) per il secondo rigore dato dalla Juve. Ha dichiarato anche che i bianconeri non avrebbero avuto bisogno di “regali” e si è detto “disgustato”. Ha aggiunto che non è giusto che in giro per il mondo si vedano queste “porcherie”. Inoltre: “Le partite vengono decise dagli arbitraggi”. Arriveranno provvedimenti disciplinari. Nedved ha ribattuto: “La Juve ha vinto con merito sul campo: è più forte”. Una manna: la polemica è l’anima del commercio (calcistico). L’Inter, inizialmente priva di Handanovic, Brozovic e Lautaro, ma con tutti i nuovi in campo (Eriksen, Young, Moses) e Padelli in porta, ha trovato nell’Udinese una squadra più affiatata e in grado di impensierirla. I friulani nel primo tempo hanno dato una prova di grande affidabilità. Fofana si è dimostrato in formissima. Ma Conte nella ripresa ha fatto entrare Brozovic e Sanchez. E Lukaku è andato a segno. Poi Sanchez (un ex) si è procurato il rigore del raddoppio firmato dallo stesso belga che ha raggiunto quota 16 gol. La Lazio mercoledì giocherà il recupero col “difficile” Verona, partita che darà un assetto più veritiero alla classifica. Intanto ha strapazzato la Spal (5-1 con doppiette di Immobile e Caicedo) che si dibatte sul fondo della classifica. Quale sorte, per Semplici? La squadra di Inzaghi attraversa un momento d’oro. Ha segnato 52 gol (l’Atalanta 59), Immobile 25 e potrebbe insidiare il record di Higuain (36). La Lazio (senza coppe) sembra una macchina perfetta. Con i possibili tre punti in palio col Verona, sarà in corsa per il primato. Anzi lo è già. L’Atalanta, pur avendo un attacco-mitraglia, non è riuscita a battere il pericolante Genoa. Ha agguantato la Roma in classifica, ma ha fallito una grande occasione. Stava addirittura perdendo e Ilicic ha evitato la sconfitta. Non una gran giornata per la squadra del Gasp, che ogni tanto ne sbaglia una. Il Grifone ha staccato le antagoniste, ma la salvezza è lontana. C’è sempre una prima volta e il Sassuolo ha battuto la Roma dopo anni di risultati negativi. Schiantati nel primo tempo dal ritmo della squadra di De Zerbi, i giallorossi si sono svegliati (un po’) nella ripresa, ma dopo aver riaperto la partita, l’espulsione di Pellegrini li ha condizionati. E’ finita 4-2, come all’andata, ma per la Roma. Caputo (due gol) e il fantasista Boga hanno fatto la differenza. Il Sassuolo (sette punti in tre partite) è una squadra che gioca bene. Un’autentica mina vagante. La partita di Cagliari, pareggiata nel recupero dal Parma, è stata quella che noi chiamiamo “una lotteria”: rigori sbagliati (Joao Pedro), dati e poi negati con l’intervento del Var. La squadra di Maran ha perso una grande opportunità per fare uno scatto in avanti: i rossoblù non vincono da otto giornate. Il Parma, privo di Kulusevski e altri titolari, ha trovato un punto con l’ottavo gol di Cornelius. L’Europa è alla portata di entrambe le squadre, che stanno disputando un bel campionato. A Milano auto ferme per lo smog e il Milan si è adeguato: stop alla sua corsa. Senza Ibrahimovic, influenzato, non è riuscito a battere il Verona, nel finale in dieci. Un gol per parte, ma due pali per i veneti e uno per i rossoneri. Pareggio meritato dagli scaligeri. Pioli ha fatto esordire Daniel Maldini, figlio di Paolo e nipote di Cesare. Dove arriverà? Speriamo lontano come i suoi avi. Il Bologna ha fatto più del Brescia che tuttavia ha perso sul filo di lana in rimonta. Per quanto le Rondinelle possano giocare bene, la classifica si è fatta pesantissima: due punti in sei partite sono davvero pochi. La squadra di Mihajlovic, che in casa segna sempre, spera ora di arrivare in zona coppe, ma occorre continuità. Il Brescia ha confermato Corini. Nel Monday Night, il Napoli (con Maksimovic, ma senza Kouilibay) a Marassi dovrà dare continuità ai propri risultati, dopo aver battuto la Juve; ma la squadra di Ranieri (squalificato Bereszynski) non si può permettere altri passi falsi. Mertens (doppietta) decise la partita del San Paolo. Arbitro La Penna. Torino colabrodo anche a Lecce, dove i rafforzati salentini non avevano mai vinto. Lo hanno fatto contro i granata che hanno subito 13 gol in tre partite e perso altrettante gare. Il Lecce, rinfrancato, ha staccato le ultime. E Mazzarri? Adesso, il derby milanese che potrebbe cambiare qualcosa.