Ho smesso di parlare con Ancelotti sennò, magari ridendo, gli avrei detto di evitare il turnover che aveva castigato i suoi predecessori. Per un momento ho pensato che fosse una scelta consapevole, Verdi per Callejon, l'assenza di Hamsik, poi ho capito che era solo una sfida a cambiare tanto per cambiare e non insistere con il Napoli di Sarri. Ma tutta la squadra era scombinata e s'è visto nella ripresa con l'uscita di un Insigne vuoto e l'ingresso di Mertens e altri compari. Una breve illusione eppoi il castigo finale, irridente se non umiliante anche se Quagliarella non ha festeggiato il suo tachetazo, uno di quei gol che se lo fa Ronaldo sta un mese in prima pagina. E se lo fa Mancini se ne parla ancora. A proposito, sosta azzurra, per fortuna, e una riflessione obbligata per Ancelotti. Qualcuno gli ricordi quello che lui stesso ha detto: "Ringrazio De Laurentiis che mi ha permesso di tenere tutti i migliori". E allora li faccia giocare.
CR7, HIGUAIN, INSIGNE E I SOGNI CHAMPIONS CHE NON SI PAGANO
Segna Ronaldo, segna anche Higuain. Li anticipa, felice, Lorenzo Insigne. Tre immagini che mostrano protagonisti, non comparse, alla ripresa di un campionato invero moscio. In prima pagina la solita incontentabile Signora. Con lei il solito Napoli e l'emergente Milan. Tutto qui. Soddisfatti? Non è un segreto che se fosse per me al noioso e squinternato campionato di Serie A, giocato tutti i giorni a tutte l'ore, sostituirei l'unico vero Campionato d'Italia, quello della Serie D. Sbagliato pensare che sia popolato di squadre ignote, c'è anzi una forte presenza di nobili club già di A che guarda caso han cominciato vincendo: Bari, Avellino, Modena e Cesena hanno vinto e i loro tifosi hanno gioito pensando, in fondo, ch'è meglio esser vincenti in D piuttosto che frustrati in A.
Non preoccupatevi, so che ieri è stato celebrato finalmente il Ronaldo Day che CR7 ha nobilitato addirittura con una doppietta consentendo alla Juve di realizzare la quarta vittoria in quattro turni: ma non vi sembra che i bianconeri abbiano monopolizzato il torneo fuori e dentro il campo? Non vi sembra che una Juve esagerata, non per sua colpa ma per povertà sportiva dei rivali, stia svuotando d'interesse il campionato?
Avete notato che nelle ultime ore è stato dato più spazio a un gol di Ronaldo jr, figlio di 9 anni di Cristiano, che ai non gol di Icardi, ormai relegato in secondo piano rispetto a Wanda che fa tivù, di tutto e di più? L'Inter, invocata prima sfidante della Juve, è squadra di desolante mediocrità. Ha dunque ragione Totti quando dice che per la sua Roma (e per le altre) va già bene se arriva seconda o quarta, in Zona Champions? Vista ieri, il pareggio con l'umile Chievo cui la penalizzazione ha dato motivazioni straordinarie, l'ha denunciata Rometta. Ma esiste o no chi può tener testa alla Sanguinaria? Rischiando, credo ancora nel Napoli che, sbornia di Marassi a parte, mi sembra determinato a fare la sua parte. Mi spiace per i sarristi in servizio permanente effettivo, ma credo che l'avaro 1-0 inflitto alla Fiorentina abbia ulteriormente rivelato la prudente natura del Napoli di Ancelotti. Un punto per fare i conti – diceva Azeglio Vicini. Con un tocco di bello pennellato dall'Artista Insigne che il sor Carlo ha premiato con un bacio paterno. Un bacio parlante: "Grazie Lorenzo, aiutami a far rinascere il Napoli sontuoso di Maradona". Con calma.
Fra poche ore le partite di Champions ci diranno come poterci trasformare in giganti in Europa essendo nanerottoli in campionato. Forse aiuterà la mossa psicologica intesa a cercare onorevole vittoria continentale per riscattare la mediocrità nazionale. La solita spinta dell'Impossibile. Per fortuna i nostri sogni non ce li fanno pagare.
(ITALPRESS).
IL CALCIO HA BISOGNO DI ALLENATORI
Il calcio è fortunato, non ha bisogno di eroi. Ma di allenatori sí. Qualche volta. Avere Antonio Conte a piede libero è un lusso che non ci si può permettere, vista la qualità dello spettacolo che si mette insieme in Italia almeno quattro volte la settimana. È passato sul cielo del mercato più volte come colomba rasserenatrice – o avvoltoio, o cuculo a seconda dei punti di vista – ma non ha trovato un nido. Costa troppo – dicevano, mentre si dissanguavano per ingaggiare l'ultimo pedatore esotico di belle speranze e nessuna certezza. Nella realtà, le tentazioni erano tutte milanesi. Soprattutto di sponda rossonera, visto che i cinesi dell'Inter avevano indotto Fabio Capello a lasciare Suning per tranquillizzare Spalletti; al quale, proprio per rasserenarlo del tutto, rinnovavano il contratto fino al 2021. I tifosi dell'Inter, direi pazienti (ma non nel senso ospedaliero), di progetti a lunga scadenza se ne intendono e si incontrano oggi sui "social" scambiandosi idee su questo futuro programmato. Molte sono impubblicabili. Una su tutte fa effetto: "Se Spalletti fa mea culpa perché non fa anche le valigie?". Pura cattiveria, diciamo la verità.
Resta, parzialmente protetto da un pareggio a Cagliari Gattuso (poteva anche essere una sconfitta, parola dell'onesto Ringhio) che continua ad avercela coi suoi, ma l'ira funesta di Gonzalo Higuain può addurre infiniti danni alla sua panchina, a lui medesimo, ai rossoneri. Ecco perché al Milan si parla di Conte che, a differenza di suoi omonimi, è noto per la forte personalità, l'autorevolezza che sconfina nell'autoritarismo, l'arte di vincere. E la conoscenza dell'inglese, maturata nei giorni del Chelsea. Furono i giorni del vino e delle rose, ma Abramovich desiderava non solo avere una squadra vincente ma un'Accademia docente. E preferí Sarri collaboratore spontaneo dell'Enciclopedia Treccani.
Mi sono informato: Antonio non sta trascorrendo un anno sabbatico come il Guardiola 2012, allora subito imitato da numerosi allenatori disoccupati. Vive a Londra con la famiglia che in due stagioni ha assunto specificità londinesi. Forse attende che si liberi un posto in uno dei tanti prestigiosi club della capitale ma sono convinto che un ritorno in Italia, non a Bologna, e neppure a Roma, gli piacerebbe. Se lo chiamasse il Milan. E quando dico Milan dico Scaroni, il presidente che anni fa, non ancora boiardo del parastato (Eni, Enel) inventò squadre italiane e greche di proprietà britannica. L'assembramento di prestigiosi "ex", da Leonardo a Maldini, non ha cambiato molto la musica. Si dice che amino Gattuso, e questo è bello; ma l'amore per il Milan dovrebbe essere più alto e forte. Con Antonio Conte avrebbero un sicuro vantaggio: è uno che non ama essere amato. Rispettato e ben pagato sí.
ALLEGRI SEMPRE PIU’ PRAGMATICO
Chi pensava che con Ronaldo la Juve avrebbe soddisfatto la passione qualunquistica per il bel gioco è stato smentito. Senza piû doversi confrontare con Sarri, Allegri è diventato ancora più pragmatico, al punto di farmi dire che la sua Juve non diverte per niente. Anche se vince perché non sa far altro. Almeno in Italia. Forse lo pensa anche l'ex CR7 in versione ciociara: e infatti ha scoperto a Frosinone quanto dura sia la vita nel campionato italiano. Il suo gol, comunque, è arrivato perché tanta è la differenza di qualità fra Frosinone e Juve, fermo restando che gli uomini di Longo ci hanno messo più cuore per compensare il divario. E il bello della partita l'hanno fatto più loro con una difesa strenua e qualche contropiede piuttosto che la Juve con Cuadrado e Alex Sandro che spedivano palloni in tribuna. L'unico che non soffrí il ruvido calcio all'italiana, dopo l'esordio veronese, fu Maradona. Perché era umile quanto grande. Ma credo che si sveglierà presto, Allegri, dal torpore dei vincitori detto anche riposo del guerriero. Perché non solo s'è svegliata l'Inter, autocandidatasi a nemica numero 1 dei bianconeri, ma s'è visto a Torino un gran bel Napoli, forse il primo Napoli ancelottiano, pratico e micidiale, senza svolazzi di bella scrittura, tutto calcio e basta, naturalmente anche spettacoloso perché una doppietta di Insigne sempre festa è. Cosí com'è festoso il primo gol di Verdi. Sento che Ancelotti ha fatto turnover, ha voluto rivederne più d'uno. Come aveva fatto a Genova. E allora mi spiegate perché dalla Samp ne ha presi tre mentre al Torino tre gliene ha fatti? Forse la differenza sta fra Giampaolo e Mazzarri? Non credo, mi fido più del livornese. Credo, piuttosto, che Ancelotti, scottato a Marassi, abbia preparato con maggior cura la partita di Torino. Mettendo finalmente in testa ai suoi ragazzi cos'è il suo calcio che ha dominato in Italia e in Europa. Così ha detto Koulibaly: "Quando parla Ancelotti lo ascoltiamo in silenzio".
Dicevo: c'è l'Inter; aggiungo: se Gattuso curasse la difesa ci sarebbe anche il Milan grazie a un grandioso Higuain i cui gol son sempre i più belli. Tre contro la Juve per evitare l'ottava umiliante sconfitta di tutti. Doveva esserci anche la Roma che fa pena e qualcuno dà la colpa a Di Francesco: gli hanno venduto i migliori e la sentenza l'ha già data Totti quando ha detto che tanto lo scudetto lo vince la Juve e i giallorossi sarebbero soddisfatti arrivando quarti. Quarti?
CONTE STA BENE A LONDRA, MA ROMA….
LA JUVE E’ GIA’ ARRIVATA
La Juventus non è fuggita: è già arrivata. Ha fatto fuori con disinvoltura anche il Napoli. Allegri, dirigenti, tifosi e critici si preoccupano solo di dire che Ronaldo è stato straordinario, la sua partita migliore, è entrato perfettamente nello spirito juventino. I gol? Li fa fare, i suoi verranno. Infatti è noto che cinque palloni d'oro li ha vinti per gli assist. La Juve una settimana fa sembrava annoiata, sabato sera era allegra. Battere il Napoli è sempre una festa. Peccato quei cori razzisti, quegli insulti. Impuniti. Il calcio è allo sbando. Torno al gioco, disperatamente. Per dire che Ancelotti, tecnico e uomo che rispetto, ha sbagliato facendosi prendere dalla fregola di vincere. Sentito alla vigilia? Non gioco mai per un pareggio – ha detto. Che quando vai allo Stadium di Torino è come dire: gioco per perdere. Prudenza non è peccato. Se credi di essere alla pari la Juve ti punisce. Se poi osi passare in vantaggio ti schianta. Sempre che tu non abbia una bella difesa e tanta umiltà.
Ieri sera ha vinto anche il Milan dopo Inter e Roma: speriamo che facciano un campionato per la Champions che vuol dire anche soldi. Speriamo soprattutto che compaia un po' di qualità. Mi dite a cosa serve acquistare presunti campioni all'estero se alla fine le squadre giocano peggio di vent'anni fa? La prova? La Nazionale. Le riforme, compresa quella degli stranieri, ritardano, forse spariscono. Se mantiene la parola, ci salverà Berlusconi con il suo Monza tutto italiano. Il Milan frena il Sassuolo del bravo De Zerbi, si schiera con la Roma rinata e l'Inter apparentemente guarita: di sicuro Spalletti ha trovato le motivazioni per risalire la china, pena sanguinosi sfottò di Totti e tottisti. Così Gattuso e Di Francesco si sono dati una mossa sentendo parlare di panettone. Era da tempo che non si registravano risultati così buoni nati dalla paura. Così non sappiamo se è frutto di giocatori o di uomini. Vedremo.
Nel frattempo, lo sbocconcellamento della torta pallonara consente inserimenti a sorpresa fra venerdì e domenica. Non vi basta Juve- Napoli perché già ne immaginavate il risultato? Non vi basta l'ennesimo capitolo della Ronaldeide? Ecco, in diretta, sorprendente, emozionante l'addio di Marotta alla Juve. Altro che i twitt bugiardelli usati dai politici. Il calcio la cuoce e la mangia dal vivo e in diretta, la sua realtà. Marotta ci terrà compagnia per un bel po'. Si sconsigliano anni sabbatici. E interventi politicamente corretti.
MAROTTA “CRESCIUTO” TROPPO E QUINDI PAGA TASSA
Quando ho cominciato a interessarmi della Juve, primi anni Sessanta, non c'era ancora "Chi l'ha visto?". Si spariva, a Torino, spesso senza lasciar traccia. Com'era successo nel 1934 a Carlo Carcano, allenatore vincitore di quattro scudetti e mezzo, allontanato per maldicenze dei suoi rivali interni, dopo poco al lavoro al Genoa. A me capitò di perdere repentinamente il tuttodirigente Remo Giordanetti, il presidente Vittore Catella, tutti in salute ma letteralmente travolti dall'anonimato. Li si cercava senza tivù, usando già quel titolo che – ricordo – era di una rubrichetta della "Domenica del Corriere" anni 45/50: "Chi l'ha visto? Scomparso dopo l'Armistizio". E accanto una piccola foto, spesso di un militare. (Scusate se divago: mi viene in mente quando Pier Paolo Pasolini indirizzò un messaggio simile a Pio XII perché l'aiutasse a ritrovare il padre ufficiale disperso forse in Africa).
È un mantra della Casa – dico anche della Fiat – al quale si sottrassero solo il mitico ingegner Vittorio Valletta e l'altrettanto storica segretaria signora Tota Robiolo, detta anche "Mamma Fiat"; come oggi il resistentissimo ingegner Gianluigi Gabetti. Ma Carlo De Benedetti e Vittorio Ghidella (il secondo straordinario innovatore) sono spariti da un momento all'altro. Insalutati. Alla Juve, approfittando di una distrazione dell'Avvocato, tentarono di far fuori anche Giampiero Boniperti, il Migliore in assoluto, finché Umberto e Giraudo ci riuscirono. A Gianni morto. Ma Umberto, nel frattempo, era riuscito a far fuori anche il Grande Fratello, lasciandogli la presidenza onoraria e il cellulare di Moggi, che si divertiva a chiamare soprattutto in tempi di calciomercato.
Come si inserisce l'improvvisa sparizione di Beppe Marotta? Intanto, non è frutto di una lotta in famiglia, come altre del passato, come quando Edoardo Agnelli, figlio dell'Avvocato, preferì uccidersi piuttosto che sparire. È la tassa che paga chi, membro laico della Casa Bianconera, "cresce" troppo, chi guadagna eccessiva visibilità rispetto ai padroni. Come Giraudo che addirittura era diventato azionista e puntava molto in alto sostenuto da Moggi, colui che Avvocato aveva soprannominato "lo Stalliere". Forse non è un caso che Marotta abbia ricevuto il siluro pochi giorni dopo la conquista del titolo di Supermanager d'Europa per i sette scudetti e le quattro Coppitalia conquistate durante la sua gestione. D 'altra parte, com'era sparito Antonio Conte, diventato popolarissimo? Potrebbe aver vita più lunga Max Allegri, che il popolo juventino non trova simpaticissimo eppoi ha rinunciato al Real Madrid. A proposito, dicono che Andrea Agnelli ha raggiunto il top e d'ora in avanti farà il Florentino Perez. Qualche tempo fa avrebbe detto la sua anche Marchionne. Ora manca solo la parola di John Elkann, il Supercugino: se ben ricordo fu lui a ingaggiare Beppe Marotta; se tace e acconsente Andrea ha fatto l'en plein. Anzi: manca ancora la Coppa dei Campioni. Chi incolpare se non si vince? Allegri adesso è solo.
IL PRATICO NAPOLI DI ANCELOTTI ALLE COSTOLE DELLA SUPERJUVE
Per fortuna c'è il Napoli. Che vince e sta alle costole della Superjuve. Per fortuna c'è il Napoli che si accontenta anche di vincere 2-0 sprecando e rischiando mentre Allegri s'incavola se i suoi non ne fanno almeno tre: sembrano fiorentini, come ha detto a Bernardeschi. Per fortuna c'è lotta, sennò noi dei giornali finiamo tutti ai giardinetti a parlare del calcio che fu. Allegri e Ancelotti ci vogliono bene: si sono passati il compito. Max ha detto a Carlo "Con Ronaldo ci vedono in tutto il mondo e ho bisogno di esibire un po' di bel gioco"; e Carlo "Max fai pure, io ho bisogno di punti, qui di bel calcio senza vincere se n'è visto anche troppo". Chi era a Udine sembrava fosse a Medjugorie, la Juve è parsa bella e emozionante come un miracolo mariano. A Napoli Ancelotti ha ormai sostituito San Gennaro, entra Ounas e in due minuti segna seminando il panico fra gli ipercritici che lo dicevano inutile; poi rientra Insigne e fa un capolavoro dei suoi non per aggiungere un ghiribizzo all'esibizione ma per spegnere le brame del Sassuolo che in un quarto d'ora ha sbagliato due gol. Vogliamo parlare di bellezza utile o pratica? Quella di Sarri era platonica, serviva a sognare, non a vincere.
Mi vien da trattare Ancelotti da vecchio maestro e insieme da ridere: non posso dimenticare che l'ho conosciuto ragazzo e adesso mi sembra l'edizione Duemila (o 4.0?) del paron Rocco, che gigioneggiava da vilain e invece era un raffinato (lo scoprii vedendo come sapeva scegliere il vino e gli interlocutori). E dunque possiamo ancora sperare in un bel campionato che va recuperando Milano, piazza essenziale per lo spettacolo: dove non arriva Gattuso, non proprio raffinato, arriva il Pipita che per me è ancora il miglior giocatore del campionato. Insieme a Insigne e al nascente Bernardeschi. Mi dico, troppo tardi, che se Higuain fosse rimasto a Napoli ad aspettare Lorenzinho lo scudetto sarebbe tornato a rifulgere in testa al Vesuvio. Registro con piacere anche una svolta intelligente dal punto di vista tattico. E se piace a me vuol dire che finalmente si sa difendere. Una svolta storica firmata da Giampaolo, il più zemaniano mai vincente che ha realizzato alla Samp la miglior difesa del campionato, un'arma che secondo gli incompetenti nega il Giuoco mentre vedi a Bergamo – e ormai su tanti campi – il figlio della Difesa: il contropiede.
Vi dico ancora di Ancelotti, per evitare confusione: se al San Paolo restano in panchina pesi massimi (tecnici) come Allan e Insigne non è banale turnover bensarriano, ma la conferma che Ancelotti sta attrezzando una squadra di almeno sedici/diciotto giocatori. E se vuoi sapere quanto vale Ounas, fallo titolare. Allan è italiano? Mancio, prendilo al volo. Lo fanno i tedeschi, i francesi, ormai tutti, facciamolo anche noi l'oriundo.
(ITALPRESS).





