Home Primo Piano

Malan “La maternità surrogata è una pratica inumana”

ROMA (ITALPRESS) – “Il voto del Parlamento Europeo impegna chi l’ha fatto, chi ha chi ha dato il suo assenso. Hanno espresso la loro opinione: secondo loro l’Italia dovrebbe fare questo atto”, ma “non hanno alcuna competenza per entrare in questa materia, che prerogativa dei singoli Stati membri, in questo caso dell’Italia”. Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, in merito alla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali. I sindaci che registrano questi bambini vanno “contro la legge, ci sarebbero gli estremi per azioni quantomeno a livello di prefetto (che peraltro ha già fatto). Penso che quando si dice di essere il partito della legalità, bisognerebbe rispettare le leggi invece di rispettarle solo quando fa comodo”, sottolinea a proposito della decisione del sindaco di Milano, Beppe Sala. “Oggi ho visto un sondaggio che chiedeva se si è favorevoli o contrari al fatto che i Comuni registrino i bambini nati” dalle coppie omogenitoriali: “Certo che si registrano, ma si registrano secondo la verità”, spiega. Da parte dei genitori, si tratta di “una scelta che è stata fatta premeditatamente” e “siccome hanno ‘ordinatò il bambino”, questo “dovrebbe automaticamente essere registrato. Non riesco a capire il senso di questa richiesta”.
Quanto alla gestazione per altri, “chi è contrario a questo disegno di legge dovrebbe coerentemente chiedere che si possa fare anche la maternità surrogata in Italia, perchè se si ritiene che sia giusto vietarlo”, bisogna che sia vietato “sia che si faccia in Italia, sia oltre confine. E se si è favorevoli alla maternità surrogata e se i bambini dunque sono merce in vendita, so quant’è l’Iva e se c’è il diritto di recesso: sembra una battuta, ma è una tragica realtà. Il fatto di spingere questa pratica e fingere che sia disgiunta dalla cosiddetta registrazione dei bambini con i due genitori” vuol dire essere “favorevole che le donne diventino mezzo di produzione e che i bambini siano una merce in vendita. Per la legge italiana, che anche molto sensata, la madre del bambino è colei che lo partorisce: sembrerebbe banale, ma ora che si può prendere l’ovulo di una donna e poi, con una fecondazione artificiale, si può impiantarlo in un’altra donna, bisogna stabilire” se la madre “è l’una o l’altra”. Con la maternità surrogata, “quella che per la legge è la madre ‘vendè il suo bambino in cambio di un compenso in denaro o di un compenso ‘camuffatò da rimborso spese: è una cosa assolutamente inumana, che peraltro mette al mondo dei bambini che sono in partenza privati di uno dei loro genitori”, continua.
“Se l’innovazione è introdurre la compravendita di esseri umani com’era al tempo nel mercato degli schiavi, io sono contento una volta di più di essere conservatore. Non ho capito se Elly Schlein è favorevole o no alla gravidanza per altri, perchè si è battuta sulla registrazione” dei bambini delle coppie omogenitoriali, “criticando quello che ha fatto il governo, ma non ha spiegato se è favorevole”. In ogni caso, “credo che la maggioranza degli italiani sia preoccupata della situazione economica piuttosto che di altre cose”, sottolinea.
Tra i temi caldi c’è sicuramente l’utilizzo delle risorse del Pnrr e l’attuazione dei progetti, “un operazione molto complessa: bisogna fare tutto il possibile per portarla avanti e, quando si parla di burocrazia, l’Italia ha un primato non positivo”: bisogna “cercare di ridurre le lungaggini” e questo “può anche voler dire, sotto alcuni aspetti, anche vedere l’attenuarsi di alcune garanzie sul controllo. Bisogna fare una scelta”, perchè se “è vero che dove ci sono dei soldi c’è anche il rischio di corruzione e di mala gestione, l’alternativa è non fare nulla”. Sveltire le procedure non vuol dire assenza di controlli, la trasparenza è veramente importante”.
Il modello potrebbe essere quello della ricostruzione del ponte Morandi? “Non si può fare sempre così: quello è l’obiettivo” come rapidità, “ma quella procedura lì ha funzionato perchè praticamente è stato assegnato un appalto senza appalto, cioè si è stabilito prima chi lo faceva e, a causa della drammaticità dell’evento, sia per i 43 morti, sia una città devastata, tutti si sono astenuti dall’entrare in conflitto: gli altri soggetti che potevano essere interessati non hanno ritenuto di fare ricorsi e appelli”, spiega Malan.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

Appalti, Durigon “Era necessario snellire il Codice”

ROMA (ITALPRESS) – Codice degli appalti, Pnrr, fisco, lavoro e Ponte sullo Stretto. Sono alcuni dei temi toccati dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. Uno snellimento del codice degli appalti, fresco di via libera dal Consiglio dei ministri, per il sottosegretario era necessario, “se vogliamo rimanere al passo con quelli che sono anche i tempi europei, il codice europeo è ancora più snello di questo, c’è la necessità di dare un’istruttoria più facile e fluida a quello che era l’intervento da fare per aprire i vari cantieri. Siamo in ritardo sul Pnrr perchè non eravamo pronti a gestire una mole così importante di risorse che devono essere messe a terra. Dove si è sempre resa più complicata una gara d’appalto, ha sempre vinto la criminalità organizzata, è oggettivo che snellire questa fase è importante. Ribadisco che ci sono tutti i controlli in essere che si devono fare per trovare queste persone che provano a derubare. L’unica cosa certa che abbiamo – prosegue – è che il potere della procedura della gara d’appalto diventa eseguibile e si andrà a trovare chi fa cose sbagliate, chi ruberà. Ma non ci deve essere una applicazione che blocchi la gara d’appalto, finalmente non lo è. Oggi l’Ue ha gare più semplici e noi abbiamo fatto un grande primo passo verso questa posizione, quanti soldi non sono stati spesi in Italia? Quanti appalti sono ancora bloccati? Se il codice degli appalti serve a bloccare la spesa questo è un problema”.
Poi la questione del Pnrr. L’Italia, che attende di ricevere la terza tranche dall’Europa, ha accumulato ritardi sul Piano ma secondo Durigon “c’erano anche prima, non si può dire che i cinque mesi nostri li hanno causati. Oggi il costo di quei progetti e piani è lievitato rispetto a prima, la rivisitazione dei piani era molto importante e credo che Fitto stia facendo molto bene nel dialogo con l’Europa per far capire cosa serve per spendere bene queste risorse. Credo che Draghi abbia fatto un grande lavoro, ma oggi il vero punto di partenza per portare a casa questi soldi è snellire alcune procedure, c’è un ritardo e dobbiamo capire come poterlo gestire insieme. Non c’è bisogno di alzare degli scudi, dobbiamo gestire questa fase e poi le colpe le vedremo, ma mi interessano poco”, aggiunge. Il sottosegretario parla poi del Ponte sullo Stretto di Messina. “Matteo Salvini che sta facendo un lavoro enorme, sta cercando di far ricadere gli investimenti fermi da tantissimo tempo, quando vedo invece gli attacchi sul Ponte capisco che ci rimangono male quando vedono Salvini che arriva dal Nord a Sud e crea un Ponte, non ci sono infrastrutture in Sicilia? ma le infrastrutture sono annesse e connesse al Ponte. Noi dobbiamo far sì che il Sud acceleri la sua crescita – prosegue – e non si può pensare che lo si faccia senza infrastrutture, il Pnrr già svolge una buona progettualità su quelle ferroviarie, oggi questa grande sfida che parte anche dal ponte e farà sì che in Italia ci sia una visione più europeista. Ogni infrastruttura che va portata a termine è un vantaggio per il Paese, questa è grandissima opera e bisogna pensare a quanti lavoratori ci saranno, quante aziende locali potranno interagire. Io credo che la politica del ‘nò abbia avuto una sua stagione che è terminata”.
Per quanto riguarda la riforma del fisco Durigon spiega la necessità di far sì che “le aziende rimangano in Italia, ma è necessario anche dare forza al salario dei lavoratori. Sento tante sciocchezze quando si parla di salario minimo ma credo che oggi serva un abbattimento del cuneo fiscale sia per le aziende che per il lavoratore. Siamo già intervenuti in finanziaria dando delle risposte, sicuramente non esaustive dato il livello d’inflazione, ma è un indirizzo di governo e credo che giocheremo questa partita sul taglio del cuneo”, osserva. Infine l’Europa: “Sono molto onesto, credo che non ci possiamo permettere di non essere in Europa e gestire questa fase economica con l’Europa, ma nello stesso tempo non ci possiamo permettere di non discutere con l’Ue o sarebbe un rapporto non equo, credo sia giusto portare avanti le nostre idee altrimenti diventa difficile. Vediamo che altri paesi hanno un’influenza maggiore rispetto a noi”, conclude Durigon.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

Pensioni, Barbagallo “Tavolo scomparso dai radar”

ROMA (ITALPRESS) – “Il tavolo delle pensioni è scomparso dai radar, ultimamente il governo ci convoca ma non ci sente”. Lo ha detto Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil Pensionati, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo piano” dell’agenzia Italpress. “Per superare la legge Fornero bisogna prendere un pò di soldi. Senza risorse non si supera nessuna legge passata e non si fa nessuna riforma”, spiega. “Quando è arrivato Monti con la Fornero, ci dissero che il Paese era sull’orlo del baratro e che bisognava fare un passo avanti. Lo abbiamo fatto e siamo finiti nel baratro, perchè non abbiamo risolto il problema. Lì si è trattato di fare cassa per 80 miliardi. L’ho sempre detto anche a Salvini che se c’erano 80 miliardi da spendere, potevamo superare la Fornero”, sottolinea.
“Non ci hanno chiesto niente e hanno fatto i tagli: sono gli stessi che hanno detto che sarebbero diminuite le tasse e che avrebbero aumentato le pensioni per tutti. Separare l’assistenza dalla previdenza significa poter dire all’Europa che il nostro sistema è ancora compatibile, ma se non ci sediamo attorno a un tavolo per rendere i pensionati attivi, in grado di dare un contributo al Paese e all’economia, non faremo passi avanti”, spiega Barbagallo. Sull’adeguamento delle pensioni, chiarisce, “non è un aumento delle pensioni, ma un adeguamento parziale all’inflazione dell’anno precedente”. I pensionati, sottolinea, “sono l’ammortizzatore sociale del Paese: ogni due famiglie, almeno in una hanno sopperito con la presenza per il lavoro di cura per bambini e anziani, oppure economicamente laddove c’era un disoccupato, un cassintegrato o un precario”. In questo contesto, bisogna pensare anche ai giovani. “Aver dato ai giovani lavori socialmente utili – in attesa di una stabilizzazione che non verrà – ha creato le condizioni per cui una buona fetta di giovani rischia di arrivare alla pensione senza aver mai lavorato”, continua Barbagallo.
Inoltre “faremo sempre meno figli, cambieranno anche i consumi delle famiglie: il 75% delle nostre imprese lavorano per il mercato interno, se non c’è il potere d’acquisto delle pensioni e dei salari, non c’è possibilità di acquistare i beni che produciamo per noi stessi”. Il problema è che “non abbiamo i salari adeguati e non abbiamo le pensioni adeguate”. C’è bisogno di un “discorso complessivo” con “una grande riforma del fisco nel nostro Paese per rendere costituzionale il fisco stesso, che è troppo evaso – così come sono evase le tasse – basterebbe dimezzare questo tipo di impostazione per avere le risorse” per finanziare il welfare. Poi “bisognerebbe tenere in vita la tassa sugli extraprofitti per tutte le aziende che hanno guadagnato, mentre i lavoratori e i pensionati ci hanno rimesso”.
“Se non ci dicono cosa vogliono fare, la riforma del fisco è un salto nel buio”, a partire dalla “flat tax che è incostituzionale perchè tutti dobbiamo pagare in relazione al reddito che abbiamo, non tutti uguale”, continua. Se non si riforma la fiscalità generale “pagheranno sempre gli stessi. Siamo contrari a una patrimoniale, perchè anche se interessa quelli che hanno più soldi, sono quelli che pagano perchè sono conosciuti al fisco. Quelli che non pagano, continueranno a non pagare”. Barbagallo si dice contrario anche all’autonomia differenziata che amplifica il divario tra nord e sud. “Continuerà ad allargarsi la forbice tra le varie regioni. Non mi pare che sia un grande esempio di coesione nazionale e di capacità di dare risposte alle problematiche che abbiamo di fronte”.
-foto Italpress –
(ITALPRESS).

Lenzi “La cultura del politicamente corretto è perversa”

0

ROMA (ITALPRESS) – “La cultura del politicamente corretto è perversa perchè si basa su un senso di colpa. Nasce inizialmente per battaglie giuste, per includere. Poi è diventata ideologia che gioca sul senso di colpa”. Lo ha detto Massimiliano Lenzi, autore di “Non me ne frego. La crisi delle democrazie occidentali (e Giorgia Meloni non c’entra)”, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. Il titolo del libro “è un impegno pratico a non fregarsene dei sintomi della crisi della democrazia che viviamo anche noi nei Paesi liberi, che sono cominciati in maniera esplicita nei periodi duri e cupi del Covid e sono proseguiti, per aspetti diversi, in questi mesi di tensione, con una guerra nel cuore dell’Europa e con l’invasione russa dell’Ucraina e si respirano poi nella nostra quotidianità”. Altro tema, legato al politicamente corretto, è quello della cancel culture. “A Hollywood, quella che per noi è la fabbrica dei sogni, stanno dibattendo sul fatto che il ruolo di un gay possa essere interpretato solo da un gay o quello di un nero lo possa fare solo un nero. E’ chiaro che c’è una follia che si basa sul senso di colpa, ma anche sulla perdita del valore di ciò che siamo stati”.
Dall’America “parte tutto, non solo perché sono più bravi, ma perché sono all’avanguardia. Pensiamo all’avanguardia tecnologica, alla Silicon Valley che, da questo punto di vista, è un miracolo. Da là viene tutto più velocemente, perché essendo la vera potenza occidentale sono molto avanti e fanno da apripista. Poi sono un grande Paese, che prima aveva anche una sua etica: penso ai duelli tra Reagan e i democratici di allora. Il duello che c’è stato (e anche gli argomenti usati) tra Biden e Trump e viceversa non sono bellissimi: il rischio fascismo quando Biden parla di alcune cose proposte da Trump, Trump che dice che Biden è anziano… io mi preoccupo se la grande democrazia americana non riconosce più nell’avversario la legittimità di combatterlo per le sue idee, ma lo mette da parte col pregiudizio”, spiega. E a proposito di fascismo, in Italia, il dibattito “è sganciato dalla realtà e denota anche la pigrizia di cercare le ragioni della nascita della democrazia. Una democrazia è forte quando è attuale e contemporanea: una polemica come quella della campagna elettorale fatta dal PD sul tema del fascismo e sul rischio della destra è vecchissima, superata, era un film dal secolo scorso e infatti hanno perso”, sottolinea.
“Chi usa il fascismo per criticare tutto ciò che non gli piace non si rende conto che fa un’operazione terribilmente banale, perché se tutto è fascismo, niente è fascismo”. Alla salute della democrazia è legato anche l’astensionismo, “che oggi colpisce anche regioni in cui c’è una buona qualità della vita. La salute del nostro corpo elettorale ci dice come sta la democrazia: secondo me, non benissimo”, dice Lenzi. “Il dibattito su fascismo e antifascismo non interessa, la politica si è scollata dai problemi reali. Interessa di più la praticità della realtà, cosa succede nella mia Regione, la sanità, le tasse”, continua. “Poi c’è un altro elemento: non votare è una forma di identità. Non voto, dunque sono”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

Fisco, Cattaneo “Con la riforma equità ed efficace lotta all’evasione”

ROMA (ITALPRESS) – Una riforma “storica” per un fisco più equo e giusto. Così Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia alla Camera, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, parla della riforma fiscale sul tavolo del Consiglio dei ministri. “Sarà solo il calcio di inizio” per un fisco più equo, ci sono 24 mesi per i decreti attuativi, però le idee sono chiare: vogliamo meno tasse, più semplicità della tassazione e una tregua fiscale, non un fisco che insegue i cittadini fin dentro casa, che mette loro le mani nelle tasche e manda 50 milioni di cartelle esattoriali all’anno”, sottolinea. Questo “non è in contraddizione con la lotta all’evasione fiscale, anzi: non vogliamo un fisco nemico, ma se uno evade le tasse non ci sono più scusanti. Non ci sono neanche oggi, ma a maggior ragione non ci saranno in un contesto di semplificazione non può esserci evasione”, sottolinea. Rispetto al centrosinistra, sulle tasse “c’è proprio una visione diversa del Paese: Elly Schlein dice che bisogna fare una redistribuzione, aumentando le tasse a dismisura per i ricchi, mettendo la patrimoniale, reintroducendo la tassa sulla prima casa, mettendo la tassa di successione. Noi abbiamo idee opposte, pensiamo che questo non sia il momento di redistribuire ricchezza. Prima di farlo, dobbiamo crearla e, siccome siamo liberali, vogliamo mettere gli individui nella condizione di fare, vogliamo incoraggiare ad aprire partite Iva e società. In questo modo, contiamo che si generino Pil e posti di lavoro”.
Cattaneo poi smentisce che Forza Italia sia a favore di una proroga del Superbonus. “Non l’abbiamo mai detto. Il Superbonus 110% è stato un’iniezione, è come prendere l’antibiotico quando c’è un malato: abbiamo risollevato l’edilizia italiana ma l’antibiotico non si può dare in eterno, si sospende e si dà altro: il Superbonus ha esaurito la sua funzione. Ora bisogna però risolvere davvero il tema dei crediti incagliati che si è creato, perchè le aziende stanno saltando per aria. Dopodichè rimetteremo mano al tema delle detrazioni fiscali, perchè comunque hanno funzionato”. A proposito dell’emendamento presentato da Forza Italia al decreto in discussione alla Camera, Catteneo chiarisce: “Se ci sono imprenditori, famiglie e inquilini che hanno contratto degli impegni perchè lo Stato gli dice che potevano farlo, lo Stato non può abbandonarli a metà strada, cambiando le regole del gioco. E’ un principio secondo noi sacrosanto, ne va della credibilità del Paese stesso”.
Un altro tema caldo degli ultimi giorni è l’immigrazione: il naufragio di Cutro “è stato terreno feroce di strumentalizzazione”, invece “avrebbe dovuto portare a maggiore unità. Le tragedie ci sono sempre state, con i governi di centrodestra e di centrosinistra: mi aspettavo che sul tema immigrazione trovassimo almeno un denominatore comune che è quello della difesa dei confini, chiamando l’Europa a un maggior protagonismo. Credo che tutti potremmo condividerlo, anche la sinistra, per andare con maggior forza e autorevolezza in Europa, a chiedere che si muova perchè i 7mila km di costa non sono solo i confini dell’Italia, ma sono i confini dell’Europa”.
Infine sull’Ucraina “bisogna percorrere il tentativo di pace attraverso la diplomazia come priorità assoluta, poi il resto si fa. Noi rispettiamo e rispetteremo sempre la nostra appartenenza alla Nato, al blocco atlantico, però è innegabile che che oggi sembra esserci l’assenza di un tavolo di pace e di una negoziazione” e la disponibilità della Cina a condurre le trattative “non è una buona notizia, nel senso che la Cina, se si muove, lo fa per un’interesse che non è dell’Europa o degli Stati Uniti”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

Castellone “Combattere la tragedia del lavoro povero”

ROMA (ITALPRESS) – “Crediamo che ridare dignità al lavoro sia un obiettivo prioritario per il Paese perchè oggi anche chi lavora non esce dalla povertà. Questa è la tragedia”. Lo ha detto Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato ed esponente del Movimento 5 Stelle, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress.
“Abbiamo 4,5 milioni di lavoratori poveri”, ha aggiunto. “I dati del ministero del lavoro – ha evidenziato – ci dicono che il 13% dei nuovi contratti dura un giorno. Con l’idea di rendere più flessibile il mercato del lavoro, che ha spinto la politica a queste nuove modalità contrattuali, si è arrivati a rendere sempre più precario e instabile il lavoro”.
Una riflessione anche sul salario minimo. “Bene che il Pd abbia sciolto le riserve”, ha detto Castellone. “Peccato – ha continuato – che non l’abbia fatto prima, quando eravamo maggioranza e potevamo approvare la legge sul salario minimo, che invece purtroppo è stata bloccata per due anni in Commissione Lavoro”.
In merito a una possibile alleanza, “siamo sempre stati aperti – ha detto Castellone – a collaborare con chiunque volesse condividere con noi battaglie, concretamente, alla prova dei fatti e dei voti in Parlamento. Su tanti temi – ha aggiunto – fino ad oggi siamo isolati, penso all’invio di armi in Ucraina e al salario minimo. Fino ad ora, anche se teoricamente alcune forze ci appoggiavano, quando abbiamo votato in Parlamento eravamo da soli”.
Al centro del dibattito di questi giorni c’è anche il tema dell’immigrazione. “L’Onu calcola – ha evidenziato la senatrice – che ad oggi ci sono 100 milioni di migranti climatici e fino al 2050 saranno oltre 200 milioni. Dovremo parlare di immigrazione e affrontare il tema. Vogliamo farlo con la propaganda o con proposte concrete di integrazione e coinvolgimento serio di tutta la comunità europea? Ormai molti temi hanno una dimensione sovranazionale”. Castellone, quindi, ha parlato di “un’Europa che diventa davvero solidale e che affronta insieme i problemi”. “Il tema immigrazione – ha evidenziato – ha bisogno di questa dimensione europea”.
C’è anche la riforma del fisco. “E’ una bozza che sta circolando – ha affermato -, si parla di una delega fiscale e ci saranno 24 mesi per completarla. In questa delega, che chiamiamo ‘libro dei sognì, sembra esserci di tutto, dalla riduzione del cuneo fiscale alla flat tax, che sembra essere il vero obiettivo di questo governo. Se si parla in realtà di flat tax anche per i lavoratori dipendenti – ha continuato – il costo è davvero esorbitante. In nessun modo può essere auto-mantenuta se non si dice dove si vogliono andare a reperire le risorse. L’altro nodo è proprio questo: perchè non andiamo a prendere le risorse dove ci sono e non andiamo a tassare in maniera strutturale gli extraprofitti estendendoli anche al settore farmaceutico o a tutti quei settori che in momenti storici diversi aumentano moltissimo il proprio profitto? Perchè non facciamo in modo di prendere la ricchezza dove c’è? Con la legge di bilancio e con la nuova riforma, che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza, alla fine si sta tagliando alle fasce più deboli. Questo governo – ha aggiunto – anzichè prendere le risorse dove ci sono sembra accanirsi contro le fasce più deboli della popolazione”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

Fisco, Piccolotti “Grandissima iniquità su tasse sul patrimonio”

ROMA (ITALPRESS) – “Sul terreno delle politiche, è innegabile che il governo abbia voluto rendere più difficili i salvataggi”. Lo ha detto Elisabetta Piccolotti, deputata dell’Alleanza Verdi Sinistra, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “Credo che sia necessario, politicamente, prendere atto del fatto che l’immigrazione è un fenomeno strutturale. Se devo dire qual è il problema della Meloni oggi, direi che ha fatto i conti con la realtà: prima ha promesso agli italiani che avrebbe fermato l’immigrazione, oggi si trova invece di fronte al fatto innegabile che non è possibile affondare le barche”, spiega. “Le persone passano perchè sono disperate, allora dobbiamo cambiare approccio. Il Mediterraneo è strutturalmente lo spazio in cui si muovono flussi migratori molto importanti, quindi ciclicamente ci troviamo di fronte a tragedie come quella di Cutro: non è la prima volta che accade. Speriamo che sia possibile fermare le tragedie ma dobbiamo anche sapere che è possibile che non sia l’ultima”, spiega.
“Abbiamo un problema nei paesi di partenza, dove gli scafisti e i trafficanti di uomini e donne sono innervati dentro le istituzioni, come la cosiddetta Guardia Costiera Libica che noi addirittura finanziamo per tenere in piedi quelli che assomigliano a dei campi di concentramento, per fare un vero massacro delle persone che vogliono partire”. Le vittime del naufragio di Cutro “sono quasi tutte afghane: è un paese che l’Occidente ha invaso e bombardato, hanno diritto di scappare dalla guerra e dai talebani e quindi non si capisce per quale motivo debbano salire su questi barconi. Ci dovrebbe essere un canale che li accoglie” e “va ripristinata un’operazione della Marina Militare italiana di salvataggio in mare, una cosa molto simile a quella che fu Mare Nostrum”, oltre a “garantire uno sviluppo economico ai Paesi da cui arrivano e partono i migranti. Per questo servirebbe tanta cooperazione internazionale e non un piano Mattei, che assomiglia più a un’operazione di controllo delle frontiere: rimuovere le cause delle partenze significa provare a dare a tutti un minimo di stabilità e noi su questo terreno internazionale purtroppo non stiamo lavorando”.
Tra i temi caldi c’è anche la riforma del fisco che oggi il Governo presenterà oggi in Consiglio dei ministri. “La boccio, soprattutto ancora non si è capito nulla: alcuni sostengono che sia una riforma a costo zero ma, se così fosse, il governo ci deve spiegare chi ci perde e chi ci guadagna”. Il rischio è che “si trasformi in un gigantesco favore alle persone che stanno già bene e non sarebbe una novità, perchè questa è stata l’impostazione del governo anche sulla finanziaria. Da questa legge delega è scomparsa la riforma del catasto, che invece è un grande tema in Italia perchè ci sono persone che hanno delle case con un altissimo valore e pagano sulle rendite catastali come quello di una casa di periferia. Siccome c’è tanta ricchezza immobilizzata negli immobili, penso dobbiamo fare una tassa sui patrimoni milionari e anche riordinare l’IMU”, spiega. “C’è una grandissima iniquità sulle tasse sul patrimonio e chi dice ‘no alla patrimonialè vuole mantenere quell’iniquità”. La crisi energetica è strettamente legata al conflitto in Ucraina. “Dobbiamo provare a dialogare con la Cina per aprire un terreno di trattativa e chiedere che questa trattativa si faccia subito: sono gli ucraini ad averne bisogno, perchè hanno decine di migliaia di morti e ci metteranno anni per riprendersi dal punto di vista economico. L’Europa ha bisogno del cessate il fuoco, ha bisogno della pace e ha bisogno di ripartire anche economicamente e quindi deve farsi mediatore tra le due parti e, per questo, non può essere cobelligerante. E’ questa la ragione per cui diciamo ‘attenzione, non continuiamo a mandare armì, mentre l’impostazione dell’Europa è ‘dobbiamo mandare armi fino alla vittorià”. Invece, “se vogliamo il bene degli ucraini dobbiamo chiedere il cessate il fuoco: questa è la priorità e lo dico anche a Elly Schlein, che so essere sensibile e che spero possa far evolvere la situazione”.
Sul tema dei diritti, Piccolotti si dice “vicina a tutti i partiti che fanno battaglie sul terreno della libertà, della garanzia, dei diritti civili e di cittadinanza di ogni soggetto. Il PD del pre-Elly Schlein era molto arretrato sui diritti sociali delle persone e anche sui diritti ambientali: molto spesso li abbiamo sentiti dire che venivano prima i bisogni delle imprese rispetto ai bisogni dei lavoratori. La vera sfida del PD è capire se hanno intenzione di premere l’acceleratore anche sui bisogni sociali delle persone”, spiega. Tra i temi da affrontare, il salario minimo “è una delle misure che dobbiamo approvare per far crescere i salari in Italia: ci sono tre proposte di legge”, sul tema, “dobbiamo fare di queste tre proposte la base di una mobilitazione, anche fuori dalle aule parlamentari. Poi serve anche altro, perchè il problema dei salari in Italia non è solo il problema di coloro che lavorano con contratti che prevedono punto cifre troppo basse: dobbiamo anche far salire in salari del ceto medio, dobbiamo intervenire per ridurre le forme di lavoro precario, dobbiamo cancellare tutti i contratti pirata con una legge sulla rappresentanza e secondo me ci vogliono anche delle forme di indicizzazione all’inflazione perchè altrimenti ci troviamo come ci stiamo trovando ora”.
Sulla possibilità di un’alleanza tra i partiti, oltre che sul salario minimo, anche su altri temi, “chiediamo che PD e 5stelle dialoghino e vadano uniti alle elezioni, volendo anche noi far parte di questa alleanza, perchè perchè la super-destra della Meloni non è maggioranza nel Paese. Abbiamo visto i dati elettorali: non hanno più del 50%, quindi organizzando un campo, con un progetto politico di riscatto, possiamo vincere le elezioni”.
– foto Italpress-
(ITALPRESS).

Fisco, Foti “Con la riforma cooperazione e non persecuzione”

ROMA (ITALPRESS) – La riforma del fisco che si appresta ad approdare in Consiglio dei ministri “ha un grandissimo pregio: quello di cercare di ristabilire un rapporto tra cittadino e fisco che non sia un rapporto antagonista e di contrapposizione, ma di cooperazione. Spesso e volentieri, il fisco si è comportato più da patrigno che da padre” e il cittadino è stato “vessato”, anche con “la produzione di una documentazione farraginosa, illeggibile e spesso confusa”. Bisogna “ristabilire un rapporto sereno” e “togliere questo senso di persecuzione”. Lo ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. Altro tema caldo è il Superbonus, “un’intuizione giusta” perchè “bisognava intervenire sugli edifici, perchè alcuni effettivamente sotto il profilo energetico erano in una situazione fortemente deficitaria”, ma “l’errore è stato dare il 110%: nel momento in cui nessuno controlla e tutti spendono, si realizza una situazione disastrosa per il bilancio dello Stato”. E’ vero che “il Superbonus ha mosso il Pil, ma ha accresciuto di due punti e mezzo il deficit e questo nessuno lo dice”.
Per quanto riguarda la rinegoziazione del Pnrr, poi, “Meloni lo aveva detto dal momento in cui è approdato in Parlamento: vi è stata una mitizzazione del fatto che ci fossero 220 miliardi di euro a disposizione, si è poco valutato che questi miliardi saranno a debito e che quelli che saranno a fondo perduto hanno bisogno di avere un collaudo delle opere entro il 2026. Nel frattempo, rispetto alle iniziali progettazioni, i costi delle materie prime sono andati alle stelle e registriamo anche una difficoltà nel rispettare i tempi. In più vi sono alcuni canali dove effettivamente la domanda, rispetto alle risorse disponibili, è molto inferiore: quando si parla di riprogrammazione del Pnrr, si dice ‘allochiamo le risorse dove servono effettivamente, non andiamo a creare le condizioni per indebitarci ulteriormentè, perchè se poi queste opere non saranno collaudate entro il 2026, l’Europa ci chiederà di restituire” le risorse.
Spazio anche al tema dell’immigrazione. “Si doveva intervenire: quello che è accaduto a Cutro ha dimostrato la spietatezza degli scafisti. C’è un’organizzazione criminale che la politica non può non vedere e non reprimere”. Per questo, quando il governo ha approvato il decreto “si è pensato a fare un ragionamento serio rispetto a quella che deve essere una immigrazione regolare, da contrapporre a un immigrazione regolare”. Oggi “c’è una situazione diversa dal passato, anche perchè fino a qualche mese fa vi erano delle vicende geopolitiche che erano diverse. E’ vero che dalla Libia sono sempre partiti immigrati”, ma oggi si aggiunge anche il fronte tunisino, “con una situazione interna che è andata degenerando, quindi c’è una minore attenzione rispetto alle partenze”, così come dalla Turchia dove, “dopo il terremoto, gli interessi si sono spostati verso altri fronti”, ricorda Foti.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).