Home Primo Piano

Regionali Lombardia, Pregliasco “Più attenzione a chi vive ai margini”

MILANO (ITALPRESS) – “La mia intenzione è essere vicino e orientare la politica regionale lombarda di attenzione ai più fragili, alle persone che sono ai margini della comunità ma soprattutto fare coesione sociale. C’è un’enorme quantità di persone in Italia e in Lombardia che hanno voglia di essere parte civile”. Lo ha detto Fabrizio Pregliasco, virologo e candidato alle elezioni regionali della Lombardia in una lista civica a sostegno di Pierfrancesco Majorino, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano Regionali” dell’agenzia Italpress.
Oltre alla sua attività e alla divulgazione scientifica, Pregliasco è impegnato da molti anni nel mondo del volontariato. Ora ha deciso di candidarsi alle elezioni regionali lombarde. “E’ necessario a mio avviso esserci – ha spiegato -, portare queste istanze, soprattutto quella che, per noi nell’ambito del volontariato, del terzo settore, delle fondazioni e delle cooperative, è una voce che manca”.
“Nel terzo settore c’è tanta importanza alla vicinanza con gli ultimi, con la disabilità. Bisogna essere nelle istituzioni – ha continuato -, quindi ho deciso di provare a mettermi a disposizione. Molte persone mi ascoltano e spero che gli elettori abbiano voglia di votarmi e votare la nostra coalizione”.
Il virologo si è soffermato anche sulla situazione del Covid. “Non si può – ha detto – definire per decreto legge o disposizione, anche dell’Oms, la fine di una pandemia. Siamo in una fase di convivenza con questo virus, che probabilmente avrà andamenti ondulanti. Speriamo come quelli di un sasso in uno stagno, quindi con un lento digradare, salvo l’insorgenza possibile. Per questo dobbiamo mantenere alta l’attenzione a varianti. E’ difficile per la politica e la sanità pubblica – ha continuato – equilibrare le esigenze di salute, quelle economiche e le problematiche psichiche che si sono create. Siamo in una fase difficile – ha aggiunto -, di necessità, di richiami vaccinali per i fragili, di attenzione e di buon senso”.
Nell’ambito delle proposte per la Lombardia, secondo Pregliasco è “importante cambiare la gestione della sanità” e rivedere “gli elementi di attenzione al territorio, ai disabili e ai soggetti più fragili che si è visto essere assolutamente carente”. Sul Covid, la Lombardia è “riuscita a tamponare” grazie “alle strutture ospedaliere ma ha fatto vedere – ha sottolineato – questa scelta negativa e disattenta verso tutto ciò che è il sociale, il sociosanitario e la lungodegenza, elementi importanti perchè teniamo conto che il 30% della popolazione lombarda è fragile e anziana”.
Inoltre, “il medico di famiglia – ha evidenziato Pregliasco – spesso non riesce a garantire una possibilità di presa in carico perchè non ha la possibilità di avere strutture e servizi intermedi a disposizione. In Lombardia abbiamo Rsa molto ben gestite e, nonostante un progetto regionale, non si sono aperte al territorio. Invece possono essere luoghi dove l’anziano o la persona con patologie croniche può riferirsi, in continuità con l’attività del medico, e rispondere a una quota di bisogni”.
Inoltre, in Lombardia non si “riesce a mettere a fattor comune le liste del pubblico e del privato”, ha affermato, parlando di “ampliamento e messa in comune soprattutto dell’attività del privato che in questo momento collabora”. “Una collaborazione, però – ha aggiunto -, che tenga conto dei bisogni dei cittadini. Ci vuole un’azione anche per far sì che non ci sia un eccesso di domanda”. Serve, quindi, “una pianificazione dell’attività di prevenzione”, ha spiegato.
Il diritto alla salute è anche uno dei temi dell’autonomia differenziata. “Credo che – ha affermato – questo percorso di riorganizzazione del rapporto tra Regioni e Stato sia importante. Al Consiglio di Stato una gran quantità di contestazioni è derivata da questa interconnessione e non chiara distinzione. Credo che tutto questo debba essere attuato in un percorso trasversale con le istituzioni”, ha aggiunto, parlando però di ciò che “sembra uno spot perchè quegli elementi che erano propri della prima proposta Calderoli – ha detto – in realtà sono stati annacquati. Per esempio la necessaria definizione dei Lep, i livelli essenziali di prestazioni, che devono essere definiti nell’arco di dodici mesi prima di poter andare oltre”.
“Credo che sia un percorso da fare perchè si è vista la difficoltà che, in base all’esempio del Covid, questa disomogenea organizzazione e non ruolo di regia da parte del livello nazionale ha fatto sì che ci fossero risposte diverse, a volte inefficienti. Si tratta – ha concluso – di trovare modalità per semplificare passaggi spesso difficili in termini di tempi di attuazione”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Regionali, Ronzulli “Berlusconi in prima linea al fianco di Fontana”

MILANO (ITALPRESS) – Le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio “sicuramente hanno un grandissimo valore politico nazionale, perchè sono le due regioni più popolose d’Italia, la locomotiva d’Italia”, e in particolare in Lombardia “Berlusconi è assolutamente in prima linea nel sostenere Attilio Fontana”. Lo ha detto la capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano Regionali dell’agenzia Italpress. “C’è stata la volontà di orientare il voto”, ha detto riferendosi a un articolo di Repubblica secondo cui Berlusconi avrebbe confidato che avrebbe votato per Letizia Moratti. “L’articolo mi preoccupa molto: è un tentativo maldestro di provare a rompere il centrodestra a sette giorni dal voto”, sottolinea Ronzulli. “Spero davvero che non ci sia stata la volontà di qualcuno di dare una ‘polpetta avvelenatà al giornale per cercare di andare a rosicchiare qualche voto nel nostro elettorato”, spiega. Al contrario, “Berlusconi è molto deluso da Letizia Moratti, perchè la considera una traditrice, perchè ha avuto tutto dal centrodestra, a cominciare dalla poltrona in RAI”. Tornando alle questioni più urgenti da affrontare, c’è la sanità: “Il covid ha messo in luce delle criticità anche in Regione Lombardia”, soprattutto per quanto riguarda gli “interventi sui pazienti oncologici – evidenzia la senatrice -. La Regione deve tornare a non avere liste d’attesa, esattamente come prima del covid, motivo per cui bisognerà investire sulla medicina territoriale e sulle case di prossimità”, sottolinea. “Bisogna intervenire anche sul numero chiuso a Medicina e sul blocco delle scuole di specializzazione”.
Spazio poi alla politica nazionale: nell’approvazione del decreto sull’autonomia differenziata in Consiglio dei Ministri, Forza Italia ha svolto un ruolo determinante, sottolinea Ronzulli. “Il governo di centrodestra ha lavorato bene, c’è stato un percorso di condivisione per arrivare al decreto” per cercare di “mettere insieme le esigenze del Nord con i bisogni del Sud e in questo Forza Italia è stata determinante”, soprattutto nel dare “una grande centralità al Parlamento: sicuramente si potrà migliorare ed emendare il testo, ma quello che abbiamo fatto è proprio evitare di creare squilibri” e “mantenere servizi e diritti uguali per tutti”. Forza Italia “è da sempre una forza moderata che ha fatto del dialogo, del confronto e dell’ascolto la sua forza: sarà sempre il baricentro e il collante di questa coalizione. Non siamo un partito unico, ma siamo una coalizione. Dobbiamo continuare a lavorare per mantenere l’identità di ogni singolo partito, perchè altrimenti saremmo un amalgama. Invece è giusto continuare ad avere ognuno i propri valori, sapendo sempre che poi si fa una sintesi. Questo è il valore della coalizione: dialogare pur avendo sensibilità diverse, arrivando sempre comunque a una voce sola”.
Poi sul caso Cospito: “Deve restare al 41 bis, non si può utilizzare uno sciopero della fame per far cambiare idea alla magistratura” e “anche il 41 bis in generale deve restare: lo scontro maggioranza opposizione fa male al nostro Paese”.
“Vorrei sentire a chiare lettere anche dal Pd che il 41 bis non si tocca”, dice ancora Ronzulli. Poi, riferendosi alla visita della delegazione Dem, aggiunge: “Non sarei mai andata a trovare Cospito: io mi occupo di tutelare lo Stato, non di andare a far visita a un detenuto che non vuole pagare” la sua pena. “Sono andata al carcere di Pavia per verificare la struttura fatiscente, le condizioni igienico-sanitarie in cui sono costretti a vivere i detenuti – perchè anche il rispetto della persona è importante – e soprattutto a vedere il personale della polizia penitenziaria, costretto a lavorare in condizioni igienico-sanitarie, strutturali e psicologiche assurde”, prosegue Ronzulli.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

Senna “Formazione permanente e meno burocrazia per le Pmi lombarde”

ROMA (ITALPRESS) – Sburocratizzazione, formazione permanente e semplificazione del rapporto tra Stato e cittadini: sono i tre elementi su cui puntare per sostenere le piccole e medie imprese della Lombardia, secondo Gianmarco Senna, candidato del Terzo Polo al Consiglio regionale della Lombardia alle prossime elezioni, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo piano Regionali” dell’agenzia Italpress. “La politica è poco attenta alle piccole e medie imprese, si tende solitamente ad ascoltare i grossi gruppi, ma il 94% del nostro tessuto produttivo sono le Pmi”, con cui “ho dialogato in questi 5 anni come consigliere uscente e come presidente della Commissione Attività produttive. “La prima cosa che chiedono le piccole e medie imprese e la sburocratizzazione: non è possibile che un artigiano debba passare 240 ore all’anno a compilare scartoffie”, spiega.
“La seconda è la formazione: serve la formazione permanente, mancano tantissimi operai specializzati. In Lombardia abbiamo un tasso di disoccupazione intorno al 5%, circa 250mila persone, e mancano 50mila figure professionali: se riusciamo ad allineare questa differenza scendiamo sotto al 4%”, sottolinea. “La terza cosa è un problema legato al rapporto Stato cittadino, un “cambio di paradigma che si fa davvero fatica a portare avanti soprattutto nei contenziosi con lo Stato”, in cui “il cittadino è spesso la parte soccombente”.
Tra le altre questioni da affrontare c’è la sanità. “In Lombardia ci sono delle criticità”, la regione “ha bisogno di un tagliando”, ma “salviamo quello che di buono è stato fatto”, spiega. “La risposta non è quella ‘urlatà di Maiorino, che sa che queste elezioni non le vincerà mai. Sono convinto che la prospettiva del futuro sia avere un Terzo Polo che si consolida”.
Nel progetto del Terzo Polo “ci sono dei riformatori e dei liberali. Sto incontrando colleghi con cui prima ero avversario e con cui ho più punti di contatto che con gli ex colleghi di partito che si sono radicalizzati a destra”, dice a proposito della Lega. L’addio “è stata un scelta sofferta, ma sono fermo allo stesso punto di 5 o 10 anni fa. La Lega al 30% rappresentava una grande promessa, ma ho dovuto prendere atto che lo spazio di centrodestra che volevo e voglio occupare non è stato tenuto in considerazione”. Infine, sull’autonomia differenziata, spiega, “la ‘bandierinà che è stata portata via dal Consiglio dei ministri è un’operazione elettorale. Bisogna entrare nel merito dei contenuti”, sottolinea. “Fratelli d’Italia è un partito statalista e centralista, l’autonomia non è nel suo dna”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Lazio, D’Amato “Rafforzare la sanità e chiudere il ciclo dei rifiuti”

ROMA (ITALPRESS) – E’ necessario “rafforzare il territorio, la prossimità è un elemento importante. Abbiamo a disposizione dei fondi importanti del Pnrr, circa 800 milioni, per rafforzare e costruire la rete territoriale. Abbiamo una popolazione che invecchia e che richiede nuove esigenze”. Così il candidato del centrosinistra e del Terzo Polo alla presidenza della Regione Lazio, Alessio D’Amato, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano Regionali dell’agenzia Italpress.
“Penso che nel post Covid il Paese debba riflettere seriamente sul Sistema sanitario – prosegue -, sempre visto come fonte di spesa e non di ricchezza, invece può essere un driver di benessere fisico ma anche economico. Lo dico da una Regione leader per l’export farmaceutico, c’è una grande ricerca e grandi professionalità”.
D’Amato, assessore alla Sanità uscente della Regione, spiega poi che “c’è grande stima del lavoro svolto” per il contrasto alla pandemia, “c’è apprezzamento per la concretezza e per il modello Lazio. E’ stata una emergenza difficile e dura ma l’abbiamo superata facendo squadra, ci ha consentito di essere guardati con grande attenzione”.
Il candidato del centrosinistra torna sulla questione dei rifiuti della Capitale spiegando che “va un pò cambiato il paradigma: non un problema ma una risorsa. Il ciclo dei rifiuti a Roma va chiuso, bisogna aiutare Gualtieri e fare ciò che si fa nelle altre capitali europee. E’ assurdo che abbiamo questi rifiuti che vanno in giro per migliaia di chilometri e vanno nei termovalorizzatori, il paradosso è che ci sono costi sociali e ambientale e benefici di cui usufruiscono cittadini non di Roma ma di altre realtà. E’ una situazione che va ricondotta in termini di normalità”, aggiunge.
Sempre parlando della Capitale, D’Amato auspica “l’aiuto di tutti affinchè Roma possa presentare il nostro Paese in maniera adeguata. Il Giubileo è un momento di culto importante, ma porterà anche un flusso di pellegrini di circa 40 milioni, un biglietto da visita per la città. Bisogna contribuire tutti a fare in modo che le opere necessarie vengano completate nei tempi stabiliti”.
Le Piccole e medie imprese “in me troveranno un presidente amico, sono un elemento importante. E’ chiaro che vanno sostenute, l’88% del nostro tessuto è fatto da Pmi – evidenzia – abbiamo delle eccellenze formidabili, siamo la seconda regione in Europa per l’industria dell’audiovisivo, e per noi è molto importante”. Infine autonomia e il rapporto con il MoVimento 5 Stelle. “Devo dare un giudizio negativo del provvedimento che è stato approvato dal Cdm, se io sarò presidente del Lazio esprimerò una contrarietà. Se parti dalla spesa storica per finanziare alcuni servizi, il rischio – avverte D’Amato – è che chi stava dietro resta dietro e chi stava più avanti va più avanti. Poi c’è il tema della fiscalità regionale, se il presupposto è l’invarianza significa che ci saranno Regioni che godranno di maggior benefici e altre meno. Le differenze rischiano di aumentare anzichè di assottigliarsi. Sono molto preoccupato del testo uscito, tra l’altro, senza alcun confronto con le Regioni”.
Il motivo del mancato accordo con il M5S per le Regionali nel Lazio “va chiesto a Giuseppe Conte, è lui che ha deciso che questo matrimonio non era da farsi – sottolinea D’Amato -. Noi stiamo governando il Lazio con questa esperienza che va da Terzo Polo al MoVimento 5 Stelle, le cose poi sono andate diversamente. Io mi rivolgo a tutti gli elettori sia dei 5 Stelle ma anche del centrodestra che vogliono avere un riferimento di valutare merito e risultati. Il voto è diretto al presidente e mi io rivolgerò a tutti”, conclude.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

Lazio, Bianchi “Faremo il reddito di cittadinanza regionale”

ROMA (ITALPRESS) – Ambiente, sanità, trasporti, ma anche lavoro, sostegno al reddito e autonomia differenziata sono i temi trattati dalla candidata alla presidenza della Regione Lazio per il MoVimento 5 Stelle, Donatella Bianchi, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’Agenzia Italpress. Per Bianchi sarà necessario fin da subito guardare al “rilancio del lavoro” ma anche attenzione alle “fasce più deboli” e alla troppa disoccupazione. Servirà “un sostegno dove non è possibile da subito la reintroduzione nel mondo del lavoro. Penso al Reddito di cittadinanza regionale, io non faccio promesse da campagna elettorale ma ho fatto i conti, ci sono più di 2 miliardi per la Regione Lazio di un fondo europeo che ci consente di reintrodurre un sostegno come il Reddito di cittadinanza in Regione, ci sono 350mila percettori che resteranno senza sostegno tra pochissimi mesi. Questa è dignità e dobbiamo garantirla, lo possiamo fare come Regione e metteremo in atto tutte le misure per questo, cercando poi di stimolare la reintroduzione nel mondo del lavoro”, aggiunge.
La candidata del M5S spiega poi la sua “ricetta” per la sanità della Regione: territorialità, maggiore personale all’interno degli ospedali, psicologo di base. “La sanità territoriale, bisogna partire da lì affinchè i pronto soccorso e gli ospedali non diventino un imbuto di tutti i problemi che possono essere diagnosticati e curati prima. Bisogna ripartire dalla medicina territoriale. Ripartiamo dal pubblico e rendiamo il privato complementare e non competitivo. La pandemia cosa ci ha insegnato? Che non ne siamo usciti migliori se durante la pandemia definivamo medici e infermieri ‘i nostri angelì e poi ce li siamo dimenticati – prosegue – sono precari e hanno stipendi da fame, costretti a lavorare facendo turni su turni addirittura entrando in competizione con chi viene chiamato dall’esterno. Bisogna incentivare alcune figure che sono chiave per far tornare i medici nei nostri ospedali perchè ne mancano troppi. Manca lo psicologo di base, altro problema drammatico che ci ha lasciato la pandemia e che diventa una figura necessaria”.
Poi l’ambiente, tema centrale nella vita di Bianchi. “L’ambiente è tutelare quel bene che la nostra Costituzione dall’anno scorso ha inserito tra i principi e che è trasversale a tutta una serie di scelte strategiche ed economiche. Vivere in armonia con la natura facendo una serie di scelte strategiche che ci portino in quella direzione che oggi crea economia. Il punto da cui partire: uno sviluppo di questa Regione ma in chiave di sostenibilità”. Secondo Bianchi poi l’annosa questione dei rifiuti nella Capitale non è risolvibile con il termovalorizzatore: “Noi stiamo dicendo che il termovalorizzatore risolve il problema dei rifiuti sotto casa, non mentiamo”. La strada è quella di “realizzare degli impianti più piccoli e di prossimità mirati a quella quota di indifferenziata che noi dobbiamo smaltire, è anche ciò che il Pnrr ci conferma dicendo che non si fanno investimenti su termovalorizzatori ma su altre tecnologie e siti di smaltimento”.
Per quanto riguarda la mobilità la candidata del M5S evidenzia le condizioni in cui tantissimi pendolari sono costretti a raggiungere Roma ogni giorno e sottolinea la necessità di “ripartire dalla riorganizzazione dei trasporti su ferro che è quello che ci dice l’Ue e che è la mobilità migliore per i pendolari”. Poi un commento sul ddl varato ieri dal Consiglio dei Ministri sull’autonomia differenziata che per Bianchi “è stata pensata male, una bozza riscritta quattro volte e oggi siamo qui e non sappiamo dove saranno le coperture per colmare le arretratezze e i gap che esistono già. Andiamo avanti con colpi di mano su progetti che rischiano di stravolgere e spaccare il nostro Paese? Non capisco come la premier continui a dire che l’autonomia unisca l’Italia. E’ un modo anche arrogante di imporre le cose, le autonomie differenziate premiano Fontana in Lombardia, un regalo che si fa alla Lega proprio in funzione di una scadenza elettorale, ma perchè farlo quando ci sono delle elezioni in corso? Almeno si poteva aspettare il 12 febbraio”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

De Micheli “Il Pd deve cambiare per trasformare la società”

ROMA (ITALPRESS) – Il partito della trasformazione e non del trasformismo, il partito della felicità individuale e collettiva. Paola De Micheli immagina così il nuovo Partito Democratico, che si candida a guidare. Intervistata da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress, De Micheli ha parlato del significato della sconfitta elettorale del 25 settembre: “Ha rappresentato la fine di un’epoca per il Pd, la fine di un’epoca che ha rappresentato anche l’inizio di uno stato confusionale di una parte del gruppo dirigente, oggi l’obiettivo deve essere quello di rilanciare la nostra azione, di essere fino in fondo quello per cui siamo nati. Noi siamo nati per trasformare la società, e per trasformare la società dobbiamo trasformare noi stessi. Il progetto può essere rilanciato, noi abbiamo perso perchè ci siamo persi, la nostra missione di trasformazione della società esiste ancora, eccome se esiste, anzi esiste più di prima, oggi è molto chiaro che la destra e la sinistra esistono, sono diverse, hanno obiettivi diversi e rappresentano visioni diverse. Noi dobbiamo aspirare al diritto della felicità delle persone e dobbiamo rispondere concretamente ai loro bisogni”.
Un “partito della felicità” perchè, per De Micheli, “la nuova misura del nostro agire devono essere i nuovi bisogni della società, a partire dalla parità tra uomo e donna. Ho in mente una riforma molto solida del partito che sia preparatoria per arrivare ad un nuovo modo di far stare il Pd nella società – ha spiegato -. L’ambizione della sinistra deve essere quella della trasformazione della società per renderla migliore”.
Sono quattro i candidati al congresso del Partito Democratico, due donne e due uomini, una fase partita bruscamente dopo la sconfitta alle urne: “Lo stato confusionale di una parte del gruppo dirigente non ha solo portato a discussioni inutili, sulle possibili scissioni, sul cambio del nome, ma ha portato anche a un percorso congressuale lungo, che nessuno ha capito, che poi è diventato poco partecipato perchè eccessivamente burocratico. Adesso finalmente ci siamo, da domani si comincia a votare nei cinquemila circoli e vedremo se le idee di un ciascun candidato riusciranno ad aver quel consenso necessario per arrivare alla segreteria nazionale del partito”.
Per De Micheli “questo è il tempo della visione, del rilancio dei nostri valori, della nostra identità, è il tempo di dire che partito vogliamo essere perchè io propongo il partito degli iscritti, dei militanti, di quelli che ci sono sempre, e non un parito degli eletti ma neanche un partito movimentista che sceglie qualche battaglia da fare ma ci porterebbe ad essere un partito minoritario. Io vorrei una sinistra di governo che governi e trasformi l’Italia”.
Entrando nel dettaglio delle proposte l’ex ministra dei Trasporti è convinta che per la trasformazione della società si debba puntare alla “transizione ambientale e digitale, il pianeta si può salvare solo insieme, solo se tutti collaborano a partire dalla politica e della istituzioni, insieme si devono costruire proposte, e nel mio programma, su questo tema, guardo alle piccole e medie imprese. L’attuale governo sta cercando di fare apparire la transizione ecologica nemica di chi ha meno risorse, ma non è così. Ci sono misure concrete realizzabili e le risorse per attuarle”.
De Micheli ha promesso che si occuperà di parità, di combattere le disuguaglianze a partire da quelle tra uomo e donna: “Giorgia Meloni, prima donna premier, è vero che ha rotto un tetto di cristallo ma credo che il suo non sia un approccio utile alla battaglia delle donne, lei viene da una grande città, Roma, la sua esperienza non può essere replicabile in tutto il paese, ci sono donne che non hanno le stesse opportunità da una parte all’altra del paese, mi aspetterei un cambio di registro sulla questione della rappresentanza femminile, si devono valorizzare le differenze”. Aprendo una finestra sul governo guidato dalla Meloni, De Micheli si è detta “delusa sulla gestione di alcuni passaggi da parte della presidente del Consiglio, dalla questione dei benzinai a quella di Cospito. Su quest’ultima vicenda due rappresentanti del governo e della maggioranza hanno rivelato dei segreti dimostrando una superficialità inaccettabile, e lei su questa cosa tace, mi sarei aspettata una reazione seria e netta”.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

Lombardia, Fontana “Abbatteremo in pochi mesi le liste d’attesa”

MILANO (ITALPRESS) – La prima azione se sarà riconfermato? “Sicuramente continuo la battaglia per l’abbattimento delle liste d’attesa. Una cosa che succede in tutta Italia ma questo non può essere una giustificazione: noi sbagliamo perchè le abbiamo, per questo stiamo affrontando il progetto dell’assessore Guido Bertolaso e sono convinto che, se potremo proseguire, nello spazio di pochi mesi potremo del tutto abbatterle”. Torna a ribadirlo il presidente di Regione Lombardia e ricandidato del centrodestra alle prossime elezioni, Attilio Fontana. Intervistato da Claudio Brachino per la rubrica di Italpress “Primo Piano”, il governatore – che dice di temere l’astensionismo – spazia tra i temi di punta del suo programma elettorale e rivendica quanto fatto rilanciando i suoi cavalli di battaglia (dalla sanità all’ambiente, dall’efficienza amministrativa all’asse sui trasporti col ministro Matteo Salvini). Una stretta di spalle alla domanda di Brachino sui rapporti con l’avversaria ed ex numero due al Pirellone Letizia Moratti chiude l’intervista.
“Non so cosa sia successo – afferma a proposito – io sono andato d’accordo con la dottoressa Moratti fino alla fine della nostra collaborazione, tanto che quando lei ha proposto la sua candidatura ho ritenuto che fosse assolutamente legittima. Non l’ho ritenuta un affronto. Quando poi però il centrodestra ha scelto me, si è creata una situazione che non è stata giustificata da un nostro litigio o da qualcosa che non ha funzionato”. E dunque i temi.
In primis la sanità, focus su quella di vicinato. Potenziarla è la principale lezione del Covid: “Partendo dal presupposto che la sanità lombarda continuerà ad essere una eccellenza europea, sicuramente si possono fare scelte diverse. Scelte che vanno nella direzione del provvedimento previsto dal governo Draghi, il quale ha dato risorse alle regioni per realizzare una sanità vicina a cittadini. Sanità di vicinato, infatti, vuol dire rendere i servizi più semplici e più vicini a cittadini senza costringere i cittadini ad andare in ospedale”.
Ospedali da non sovraccaricare: “Oggi nei pronto soccorso, l’80% dei codici sono bianchi o verdi”, ecco quindi la funzione delle case di comunità. Il tema fa da leva per chiudere una certa questione e rispondere a “qualcuno che specula” sulle inaugurazioni di case e ospedali di comunità: dato che “sono finanziate da 1,2 miliardi di fondi provenienti dal Pnrr, se non li avessimo usati li avremmo persi”.
Casa e rigenerazione, caro-vita, sostenibilità, innovazione e ricerca, mobilità: Fontana parla a tutto campo raccontando il lavoro della sua giunta e la visione della Lombardia che immagina, a partire dall’impegno per un grande piano di infrastrutturazione sia su gomma sia su ferro (questo con Rfi). “Insopportabile” l’ esistenza di “decine di tratte monorotaia”, l’orizzonte è segnato dalle Olimpiadi di Milano-Cortina: arrivare pronti al grande appuntamento del 2026 passa anche dal miglioramento dei collegamenti interni, specie nelle aree di Cremona e Mantova, spiega, dove “le infrastrutture sono carenti”.
Sullo sfondo, caldissima, l’autonomia disegnata dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, prossima ad arrivare in Consiglio dei ministri. Tema di bandiera del Carroccio, il presidente la saluta come “una grandissima occasione, soprattutto per il Sud”. Altro che “spaccare l’Italia, dato che è una legge costituzionale: non va a sottrarre risorse a nessuno – assicura – noi non chiediamo un euro in più, ma diciamo che” come Regioni “siamo convinti di riuscire a rendere servizi migliori dello Stato a un prezzo inferiore”.
Respinte quindi al mittente le accuse e le avvertenze a non creare cittadini di serie A e serie B: le diseguaglianze di oggi, semmai, conclude Fontana, “sono figlie del centralismo, non dell’autonomia”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Editoria, Barachini “Equilibrio tra innovazione e regole”

MILANO (ITALPRESS) – “Indietro non si torna. L’innovazione tecnologica è una realtà e dobbiamo farci i conti. Forse siamo arrivati a un punto di svolta in cui si è compreso che l’informazione di qualità si paga”. Lo ha detto Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria e all’Informazione, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia di stampa Italpress.
Per il sottosegretario “il panorama dell’informazione è molto cambiato negli ultimi anni perchè ci sono stati due eventi che ci hanno messo di fronte a un senso di responsabilità della diffusione delle notizie: prima la pandemia, oggi il conflitto russo-ucraino. L’Europa – ha continuato – è intervenuta in molti settori del rapporto tra governance, informazione ed equilibrio dell’informazione unendo pezzi di puzzle. Il Media Freedom Act è uno di questi. Noi – ha proseguito Barachini – condividiamo lo spirito dell’iniziativa portata avanti dalla presidente von der Leyen già dal 2021 perchè si tratta di un tentativo di armonizzare a livello europeo le norme e i regolamenti che gestiscono il rapporto fra editori, informazione e piattaforme. Ci sono ovviamente – ha aggiunto – questioni da approfondire. Il nostro Dipartimento si sta occupando di questo, abbiamo partecipato e parteciperemo a incontri in sede europea perchè, per esempio, la normativa italiana è molto più avanzata di quella di altri paesi”.
Per Barachini, però, “armonizzare significa anche rispettare le dinamiche, la storia, la tradizione dell’editoria nazionale”.
La situazione del caro energia e del costo delle materie prime “si riflette in maniera critica, a volte drammatica sul sistema della produzione di quotidiani, riviste e tutto il mondo editoriale – ha detto il sottosegretario – perchè energia e carta sono alla base della piramide dell’informazione come l’abbiamo sempre conosciuta. Il Dipartimento – ha continuato – è molto attento a questo. Monitoriamo costantemente i rincari della carta, che in qualche caso è raddoppiata o forse ancora di più. Abbiamo vari sistemi di finanziamento indiretto rispetto al sistema editoriale. Innanzitutto il credito di imposta per l’acquisto della carta che prevediamo di proseguire nel 2023 perchè i rincari in questo momento continuano”. Per Barachini, però, “non c’è soltanto il tema della carta perchè c’è, per esempio, il sostegno al sistema complessivo, il credito di imposta per gli investimenti pubblicitari sui mezzi di informazione. E’ un sistema molto efficace per sostenere i bilanci delle aziende editoriali. Poi – ha aggiunto – ci sono i contributi per la digitalizzazione. Per molto tempo si è pensato che il digitale e la carta si potessero sostituire. Così non sarà. Si dovranno integrare – ha continuato -, perchè i ricavi del digitale non sono uguali a quelli del sistema tradizionale, per esempio. Dobbiamo lavorare su questo. Poi – ha aggiunto – c’è una misura estremamente importante, quella degli incentivi all’assunzione degli under 35”.
I contratti con le agenzie di stampa per la fornitura di servizi informativi sono ancora in regime di proroga ma c’è l’intenzione di riformare il settore. La ratio è “sostenere le agenzie di stampa, che fanno un lavoro unico nel mondo dell’informazione”, ha spiegato Barachini, ricordando che i contratti per i servizi acquistati dalla pubblica amministrazione “sono stati fatti nel 2017 e poi prorogati di anno in anno”. Per il sottosegretario bisogna “intervenire per dare regole e risorse stabili”. “Penso – ha continuato – a un sistema che riveda questi parametri senza lasciare indietro nessuno, perchè è corretto sostenere tutta l’informazione primaria”. Occorre, quindi, “sostenere tutti ma magari modificando i criteri – ha spiegato – in modo da premiare chi in questi anni ha fatto sviluppo, innovazione, assunzioni, e dare risorse per un periodo che sia almeno di tre anni perchè il regime della proroga tiene appese realtà editoriali che devono di anno in anno costruire bilanci a volte sempre più faticosi”.
In tema di informazione, la battaglia tra vero e falso è ancora complessa. “Trattiamo il tema delle fake news e siamo impegnati su questo con vari incontri”, ha sottolineato. “Da responsabile di un settore come questo – ha aggiunto – oggi credo che occorra mettere in sinergia strategie che collaborino. Stiamo lavorando con il dipartimento della cybersicurezza italiana anche sui sistemi di diffusione delle fake news. Dobbiamo anche capire che la sensibilizzazione dei cittadini parte anche da piccoli casi”, ha detto.
Quanto al rapporto tra digitale e carta stampata, secondo il sottosegretario, si tratta di “mondi che devono in qualche modo integrarsi e vincere reciproche diffidenze”. “Io credo molto al contributo pubblico all’informazione – ha evidenziato – ma deve corrispondervi un impegno da parte degli editori a rispondere con la stessa serietà e responsabilità con la quale viene elargito il contributo. Il sistema digitale deve evolversi con le stesse norme e regole che l’editoria tradizionale ha da molti anni e che ha testato in un sistema solido. E’ vero – ha aggiunto Barachini – che anche la fruizione delle notizie è cambiata. Probabilmente leggiamo una rivista con grande profondità mentre tendiamo a scorrere più velocemente un giornale online. E’ qualcosa su cui forse dobbiamo riflettere”, ha concluso.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).