ROMA (ITALPRESS) – “Ho deciso di girare i mercati di Roma per incontrare i cittadini, ascoltare da loro quali fossero le problematiche per poi costruire il programma”. Così Rosario Trefiletti, candidato sindaco di Roma di Italia dei Valori, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. “La prima esigenza, quella che più preoccupa le persone, è sicuramente la pulizia e il decoro della città, poi ci sono la viabilità e il lavoro – ha spiegato -. Sono un sostenitore dell’economia circolare e poiché credo che i rifiuti siano una risorsa non dobbiamo regalare centinaia di milioni ad altri. Bisogna fare una differenziata come si deve, al massimo della possibilità e poi un investimento per impianti di riciclo, così non c’è bisogno di discariche e termovalorizzatori. Non sono ideologicamente contro il termovalorizzatore ma non vedo perché bruciare quello che si può riciclare”.
Trefiletti è poi passato al tema della mobilità: “Servono investimenti per le metropolitane e poi bisogna realizzare le corsie preferenziali, quelle con il cordolo, dove gli autobus possano circolare senza rimanere bloccati nel traffico. Inoltre, vorrei sperimentare un trasporto pubblico gratuito per fasce orarie e zone periferiche particolarmente sacrificate”. Rispetto al dramma delle morti sul lavoro, per Trefiletti “l’errore è che con gli appalti a ribasso si trasgrediscono norme importanti come quelle sulla sicurezza. Ho apprezzato molto il richiamo del presidente Draghi sul problema e su come risolverlo. È certo che in generale il lavoro necessita di investimenti, non possiamo più avere il 10% di disoccupazione, soprattutto quella giovanile che comporta peraltro una forte contrazione dei consumi perché stando a casa, pesano sul welfare delle famiglie”.
“Sul caro bollette – continua il candidato sindaco – il problema principale riguarda gli oneri generali di sistema che valgono il 40% della bolletta, si tratta di un insieme di voci fiscali del sistema Paese, tra cui la bonifica dei siti nucleari o l’Alta Velocità. Anche sul rimanente 60%, il costo di materia prima e trasporto, si potrebbe intervenire, le speculazioni sono molto forti. Altra cosa urgente è la riforma del fisco che ha penalizzato fino a ora il ceto medio-piccolo diminuendone di molto il potere d’acquisto”. In conclusione il candidato sindaco ha sottolineato il suo impegno per gli anziani: “Loro sono uno dei punti qualificanti della mia iniziativa, come sindaco ma anche come non sindaco”, ha detto Trefiletti ricordando il suo impegno nei centri anziani dove aiuta gratuitamente nella soluzione di problematiche burocratiche e l’iniziativa di cui è stato ideatore e promotore, quella dei taxi gratis per gli over 80 che dovevano vaccinarsi: “Solo a Roma abbiamo raggiunto 20mila corse gratuite ma ci sono state anche Torino, Trieste, Napoli e Palermo”.
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Roma, Trefiletti “Pulizia e decoro priorità, serve vera differenziata”
Covid, Aresu “L’infodemia provoca confusione”
ROMA (ITALPRESS) – “La cosa bellissima quando si sta con Vittorio Sgarbi è che tutti lo amano, per quanto qualcuno possa dire “è un po’ estremo” o “troppe parolacce”. Siamo molto speranzosi”. Così Cristiano Aresu, vicepresidente di Rinascimento, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia Italpress.
“È nato tutto dal coraggio estremo di Vittorio Sgarbi, il nostro presidente”, ha spiegato Aresu, che ha fatto il punto sulle origini di Rinascimento, sul futuro e sulla sua esperienza. “Prima – ha evidenziato – stavo con Fratelli d’Italia. Se ho scelto di passare con Sgarbi è perché ho avuto sempre una grande ammirazione, oltre che per il suo intelletto e per la sua libertà, per la grande coerenza, una coerenza che credo oggi serva tanto all’Italia”.
Il vicepresidente di Rinascimento ha spiegato qual è la linea in tema di vaccini e green pass. “Noi non siamo contro il vaccino – ha sottolineato -, anche perché i vaccini nell’arco degli anni hanno salvato molte vite. Siamo, però, per la libertà. A mio avviso – ha continuato – le persone sono spaventate per un motivo: grazie o per colpa di quella infodemia, si è creata molta confusione, cioè ogni notizia è vera quanto è contraria”.
“Se un cittadino è spaventato – ha aggiunto -, non spaventiamolo di più, non andiamo a obbligarlo per cercare di far fare qualcosa che non vuole. Cerchiamo di accompagnarlo in maniera consapevole”. Secondo Aresu, il green pass è “un po’ forzato” e ha messo “la libertà un po’ in disparte”. C’è chi dice, invece, che grazie al green pass si è liberi di fare ciò che si faceva prima. “E’ questo il problema – ha detto – perché non è grazie al green pass, ma grazie all’obbligatorietà del vaccino”. “Le persone che non vogliono essere vaccinate sono giustificate: se l’Ema vuole prendersi del tempo, perché non lo può fare il cittadino?”, ha aggiunto.
Per Aresu, il suo è un “partito tradizionale”. “C’è stato un cambiamento – ha ricordato – tra prima Repubblica e seconda Repubblica. La prima è stata demonizzata. Poi non c’è stato più un partito, tutti movimenti. In realtà quei partiti, che erano fatti di tanti uomini e non solo dello scandalo, hanno dato tante certezze all’Italia. Noi vorremmo riprendere ciò che di buono ci ha insegnato la prima, ciò che di brutto ci ha insegnato la seconda e fondarne una terza”. Per Rinascimento Aresu ha lasciato un partito già strutturato, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che ha già il suo seguito.
“Credo molto nella lotta – ha spiegato -, non punto al risultato. La lotta fatta al fianco di una persona come Vittorio Sgarbi è la più bella che si possa fare”. Con uno sguardo sul futuro, tra cinque anni il vicepresidente di Rinascimento si immagina in Parlamento. “Trovo nella parte parlamentare – ha detto – la parte più viva di un politico, quella che può realmente fare qualcosa per il popolo”.
Aresu ha ripercorso, tra l’altro, la vicenda del suo video diffuso sul web nella prima fase della pandemia, in cui parlava di un farmaco utilizzato in Giappone. “Inizialmente piacque tantissimo”, ha spiegato. “Subito dopo che la notizia è uscita in Italia – ha aggiunto – improvvisamente c’è stato un cambiamento. Ci sono stati sei-sette giorni terrificanti”, ha affermato. “Credo che l’Italia – ha detto – avesse scelto una sua strada da percorrere che non era quella delle terapie domiciliari”.
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Michetti “Semplificare per rendere Roma più competitiva”
ROMA (ITALPRESS) – “Mi sono candidato a sindaco di Roma per l’onore di poter amministrare il più grande patrimonio dell’umanità e per la responsabilità di farlo esercitando il potere con correttezza, imparzialità e garantendo la buona amministrazione”. Così Enrico Michetti, candidato sindaco di Roma per il centrodestra, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“Entrare in contatto con i romani è un percorso umano straordinario. Sento un incessante bisogno di cambiamento che pervade qualsiasi angolo della città e soprattutto in periferia un desiderio di lavoro – afferma -. Non di avere dei soldi dallo Stato per rimanere con le mani in mano, ma di dare il proprio contributo con dignità. Roma necessita di grandi infrastrutture che vanno fatte partire dalla periferia, perché dove c’è maggiore competitività si insediano imprese e c’è la possibilità di produrre ricchezza e generare lavoro, il miglior antidoto contro le violenze. In 5 anni si può fare molto ma la prima cosa è rimettere in sesto la macchina amministrativa perché se noi comprimiamo i tempi per il rilascio di titoli abitativi, permessi, autorizzazioni, concessioni, si rimette in moto la città. Per quanto riguarda l’azione di un sindaco – spiega Michetti – semplificare significa prendere i regolamenti e disboscarli, snellirli di tutte le norme vetuste, contraddittorie, le prescrizioni non facilmente intuibili, quelle di difficile interpretazione o che creano contenzioso”.
“Tutto ciò rallenta il procedimento per cui la decisione si allontana sempre di più. La vitalità è il vero sviluppo. Il rapporto tra pubblica amministrazione, imprese e cittadini deve essere un canale osmotico e l’atto amministrativo deve calzare alle esigenze cittadino e dell’impresa. Se l’atto va rincorso vuol dire che l’amministrazione è autoreferenziale”, sottolinea Michetti.
Rispetto al tema caldo dei rifiuti nella Capitale, per il candidato sindaco “poiché l’igiene urbana è una procedura mista, la collaborazione e l’assunzione di responsabilità tra enti sono fondamentali. A Roma dobbiamo correre ai ripari, abbiamo perso troppo tempo e non possiamo più permetterci l’immobilismo. Anche il sistema arboreo ha bisogno di cura e va preservato perché è parte dell’arredo della città. Tutta la manutenzione ordinaria e straordinaria va pianificata altrimenti diventa tutta un’emergenza, non determini gli eventi ma li subisci – aggiunge -. La sanità invece non è compito dell’ente locale ma noi dobbiamo mettere insieme il servizio sanitario con quello sociale perché sono le fragilità che generano la necessità di ricorrere alle prestazioni sanitarie. Nei settori strategici credo che l’azienda debba essere pubblica o partecipata dal privato ma a maggioranza pubblica. Queste aziende vivono di riflesso all’indirizzo dettato dalla politica degli enti locali. È l’indirizzo che non funziona”.
La soluzione per rendere Roma sicura, spiega Michetti, “è la presenza forte di una comunità che stimola e costruisce marginalizzando le devianze”. In chiusura mette l’accento su come il Covid abbia penalizzato alcune categorie: “Se sarò sindaco ripartirò da quelle più colpite, le metterò nelle migliori condizioni per poter prosperare”.
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Gualtieri “Proposte concrete e ambiziose per la ripartenza di Roma”
ROMA (ITALPRESS) – “Candidarmi a sindaco di Roma è stata una decisione impegnativa ma sono convinto che la Capitale possa essere governata bene, ha delle risorse straordinarie per rinascere e ripartire. Non solo legate al patrimonio storico o artistico ma anche quelle provenienti dalla società civile di forte spessore etico, che prende parte ai problemi della cosa pubblica proponendo soluzioni. Un’intelligenza diffusa che abbiamo voluto coinvolgere nella sfida di cambiamento”. Così Roberto Gualtieri, candidato sindaco di Roma per il centrosinistra, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“Ho scelto di incontrare i romani nei luoghi più difficili e ho notato come all’iniziale senso di abbandono e sfiducia si è sostituito entusiasmo e volontà di partecipazione – ha aggiunto -. I cittadini vogliono più politica sul territorio ma anche una città più coesa. Abbiamo un programma ampio e articolato che unisce la concretezza delle proposte a una visione ambiziosa e all’ altezza di una grande capitale. Quello dei rifiuti è in cima alla lista dei problemi di Roma, un danno alla salute dei cittadini e di immagine. Per risolverlo abbiamo un piano che va dalla pulizia straordinaria della città a un nuovo meccanismo di raccolta che privilegi la differenziata porta a porta e un trattamento che trasformi i rifiuti da costo in risorsa”.
L’ex ministro dell’Economia ha spiegato la sua idea della Roma dei 15 minuti. “Una città di prossimità che permetta ai cittadini di raggiungere in a 15 minuti a piedi il parco, impianti sportivi, centri associativi, coworking, asili, uno snodo della mobilità su ferro, assistenza sociosanitaria. Significa rendere più vivibili e partecipati i singoli quartieri, da un punto di vista umano oltre che di servizi. Roma poi – ha continuato il candidato sindaco – deve tornare al tavolo delle grandi città, esercitare un ruolo internazionale e prendere le migliori pratiche. Con la pandemia abbiamo capito che c’è bisogno di solidarietà, l’importanza della scienza e di politiche economiche diverse da quelle dell’austerity. Le risposte al cambiamento climatico, all’invecchiamento della popolazione sono quelle dello sviluppo sostenibile, della transizione energetica, conciliare innovazione tecnologica e inclusione sociale, ridurre le diseguaglianze, lavoro di qualità. Temi di un moderno fronte progressista di centrosinistra riformista democratico che sta offrendo le soluzioni più adatte ai problemi del mondo di oggi rispetto a un populismo nazionalista contro la scienza, l’Europa e l’equità sociale”.
“A Roma vogliamo realizzare comunità energetiche – ha poi detto Gualtieri tornando sui punti del suo programma – per aiutare i condomini a produrre energia che consenta autosufficienza e utilizzo energetico addirittura per l’auto elettrica. Le città devono fare la loro parte su questo e altri temi, dalla messa a terra delle risorse del Pnrr all’impegno per far sì che questa ripresa non sia solo un rimbalzo ma crei lavoro. Proponiamo un grande patto per il lavoro di qualità con tutte le forze produttive e sociali per accompagnare e sostenere la capacità di creare occupazione, garantire la parità salariale e la qualità del lavoro, in particolare di giovani e donne”.
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Sgarbi “Green pass inutile, la vera emergenza è quella democratica”
ROMA (ITALPRESS) – “Da assessore la prima cosa che faccio è riaprire il teatro Valle, poi bisogna provvedere alla sicurezza nei musei, non ci sono controllori, un patrimonio sublime in balia di qualsiasi pazzo. Tutti i musei di Stato devono essere gratis per gli italiani, salvo le mostre e poi voglio fare il percorso dei parchi, pieni di fascino e molto trascurati”. Così Vittorio Sgarbi intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. “Per le amministrative stiamo combattendo, soprattutto su Roma ma siamo in una quindicina di Comuni – afferma il deputato, promotore del movimento Rinascimento -. La mia previsione è che si vince a Trieste, Torino e Roma dove sono convinto che avremo molti dei voti di Calenda e ho detto a Michetti che in caso di vittoria deve proporgli un assessorato. Io sarò vitale perché la cultura a Roma è la natura stessa della città, del suo turismo. Occorre ripristinare l’idea della grandezza rispetto alla mortificazione voluta da Raggi con Roma mafia capitale, la più grande azione di negazione di identità. Roma è la capitale del mondo e deve avere la capacità di dialogare con Londra, Parigi e New York a livello di cultura, l’unica cosa su cui non abbiamo nessuna possibilità di essere inferiori, siamo una potenza universale, la prima del mondo”, ha detto Sgarbi prima di passare al tema del Green Pass.
“Se l’80% degli italiani fa volentieri il vaccino e una minoranza del 15-20% non lo vuole fare perché è scettico, il problema non si pone – ha spiegato -. Chi non vuole fare il vaccino non deve essere costretto, è lui che è a rischio, fatti suoi. Il green pass è un discrimine ed è sbagliato concettualmente, è inutile perché se ad essere fragile è la persona non vaccinata, come fa a fare un danno a me che lo sono? Lo Stato deve garantire le cure, i vaccini, tutto il resto è inutile. Credo che lo stato di emergenza legato al covid sia una contraddizione quando stai risolvendo il problema con i vaccini, l’unica emergenza vera è quella democratica. Il Parlamento è inascoltabile, sono diventati tutti medici, è assurdo. Rinascimento è l’unico partito votabile perché negli altri manca la cultura alla politica. Io mi riferisco a quello che mi appartiene, la civiltà artistica che vale il 20% del Pil. Per quanto riguarda la Giustizia – ha continuato Sgarbi – credo che il limite di Cartabia stia nel lasciare ai giudici una discrezionalità che spesso non corrisponde alla sostanza dell’accusa. La perizia psichiatrica richiesta a Berlusconi è un simbolo politico, un tentativo di eliminarlo da una corsa al Quirinale che non è mai stata leale e rispetto al caso Palamara, la sua vittoria mi sembrerebbe utile per tutti”.
In chiusura Sgarbi racconta la sua esperienza di sindaco di Sutri: “Non serve andare, basta la volontà di decidere. In tre mesi è diventato borgo più bello di Italia, è il più bello del Lazio e siamo anche bandiera arancione”. Poi annuncia: “Dopo Ecce Caravaggio, il racconto di due mesi di avventure in cui colpito da cancro e covid ho lavorato a un dipinto apparso in un’asta a Madrid per 1500 euro e che ne vale almeno 200 milioni di euro e che tutta la critica ha accolto come un’opera in più di Caravaggio, a fine anno uscirà il mio prossimo libro su Raffaello”.
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Roma, Bernaudo “Il Comune apra alla libera impresa”
ROMA (ITALPRESS) – “Noi liberisti siamo pragmatici, non ci sentiamo super eroi ma per risolvere i problemi di Roma va chiuso il capitolo del Comune imprenditore che ha fallito e fare delle gare. Il nostro metodo è quello dell’ingresso della libera impresa nella partecipazione dell’amministrazione”. Così Andrea Bernaudo, candidato sindaco di Roma per i Liberisti Italiani, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“La rivoluzione liberale del 1994 in Italia non è stata attuata, c’è l’idea che si possa essere liberali su alcuni principi tipo la giustizia e i diritti civili ma quando si mette mano all’economia si torna statalisti e socialisti. Ci ritroviamo un Paese dove l’energia viene integralmente importata, anche quella che potevamo estrarre in autonomia – ha spiegato -. La transizione ecologica si sta traducendo per gli italiani in un aumento delle bollette. Per non parlare dell’aumento delle tasse sugli immobili che porterà la riforma del catasto discussa dal Governo e rispetto alla quale noi siamo contrari”, ha poi detto Bernaudo prima di affrontare il tema dei rifiuti nella Capitale.
“Il risultato della differenziata spinta, dei tabù sui termovalorizzatori è quello che vediamo nelle strade di Roma. Noi proponiamo la liberalizzazione della raccolta così come quella del trasporto e di tutti i servizi gestiti da Roma Capitale. A Roma c’è la pretesa che il Comune debba fare tutto – ha proseguito -. Ama non raccoglie i rifiuti, ha fallito la sua missione, noi vogliamo la sua chiusura e che si facciano delle gare, chi vince deve assolutamente interrare i cassonetti. La Regione e il Comune non sono riusciti a fare un protocollo per contenere la popolazione dei cinghiali, il loro proliferare indiscriminato crea problemi all’ecosistema, agli altri animali selvatici e può crearne ai nostri domestici perché portano malattie, possono uccidere e causano incidenti. C’è bisogno di sinergia con il privato anche per quanto riguarda il verde di Roma. Abbiamo proposto che i parchi delle periferie, spesso degradati o ridotti a piazze di spaccio, vengano dati in concessione gratuita sulla base di gare a giovani startup per aprire bistrot o organizzare attività outdoor con l’obbligo, da parte di chi vince il bando e che trarrà profitto da questa concessione di aree del Comune, di manutenere la loro area e quella circostante. Il Comune di Roma non deve più intermediare e porre vincoli ma far partecipare i privati chiedendo in cambio una mano”.
Per quanto riguarda il welfare, Bernaudo ha spiegato che “definirsi liberisti non vuol dire non avere cura dei veri indigenti, anzi il contrario. Ci si è approfittati di un welfare parassitario e che ricade sulle spalle dei ceti produttivi. Noi vogliamo avere più cura di chi davvero non ce la fa. In Italia c’è un problema sistemico che aggredisce i ceti produttivi. Quante aziende massacrate, vanno via dal Paese. Il problema non lo risolvi obbligandole a restare ma importando quei sistemi fiscali che attirano le aziende nei loro paesi”, ha concluso il candidato sindaco.
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Formigoni “Il potere non va demonizzato, l’ho usato per dare libertà”
“Il libro tratta dei diversi periodi che ho attraversato partendo da Comunione e Liberazione, quindi con un cristianesimo autentico e vivace. Poi si prosegue parlando della fondazione del movimento popolare negli anni ’70, nato per dare una scossa democratica sia ai cattolici un po’ dormienti sia all’Italia che era sotto l’onda dell’egemonia marxista e infine sono raccontati i 18 anni alla guida di Regione Lombardia e l’esperienza in Senato. Questo è anche un libro che ho infarcito con episodi di vita vera”. Così l’ex senatore e presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’Agenzia Italpress, parlando del suo libro “Una storia popolare”. “Ho sempre concepito il potere senza demonizzarlo perché il potere è la possibilità di fare e dipende da come lo eserciti, da come utilizzi il potere che i tuoi cittadini ti hanno dato”, ha proseguito Formigoni. “Credo che la Regione Lombardia degli anni che ho governato sia la testimonianza di come abbiamo utilizzato il potere per rendere i cittadini più liberi, più padroni del proprio destino, più capaci di decidere. Con la riforma della sanità, i cittadini per la prima volta hanno avuto la possibilità di scegliere il medico da cui farsi curare e l’ospedale in cui andare. Parlo anche dei cittadini più umili che, con la nostra rifotma, hanno avuto la possibilità di andare a farsi curare negli ospedali una volta ad appannaggio dei ricchi, perché noi come Regione Lombardia pagavamo le cure là dove il cittadino decideva di andare a farsi curare”. Quindi il Covid e come la Regione ha affrontato la pandemia. “La Lombardia è stata la prima regione al mondo a essere colpita dal Covid, dopo la Cina. Il mondo intero era impreparato. L’Oms non aveva diffuso linee guida e linee di comportamento. La Lombardia ha avuto la sfortuna di essere la prima a essere colpita. Quindi la colpa è l’impreparazione”, ha spiegato Formigoni. “Ma c’è anche da dire che la sanità che ho lasciato non era identica soprattuto per quanto concerne l’aspetto della medicina territoriale. Noi avevamo costituito delle equipe di medicina del territorio, ma questo è stato completamente abbandonato. Dal territorio non è scattato quell’allarme che sarebbe invece dovuto scattare. Già nell’ottobre del 2019 alcuni medici di famiglia avevano notato forme strane di polmoniti e se ci fossero state ancora quelle equipe, le cose sarebbero andate diversamente. Ma la Lombardia oggi è ai vertici delle percentuali di vaccinazioni e anche questo c’è da ricordare”. La questione green pass è vista a favorevolmente da Formigoni che si è detto “assolutamente pro vax e pro green pass, perché il vaccino è l’unica misura che abbiamo a disposizione per combattere il Covid. Il green pass è un fastidio estremamente leggero e la polemica dei no vax e dei no green pass mi sembra non fondata e informata sui reali vantaggi di una vaccinazione completa. E’ chiaro che va rispettata la persona che non vuole vaccinarsi, ma il limite è sempre quello della libertà altrui, ovvero la mia libertà non deve recare nocumento all’altro. Il green pass è una garanzia della libertà di tutti, non una limitazione della libertà personale”. Infine ha affrontato la questione politica a partire dal centrodestra che per lui è “maggioranza nel Paese come testimoniato da tutti i sondaggi e c’è invece insoddisfazione dei cittadini nei confronti dei partiti di sinistra e dei 5Stelle”. Poi però una critica al centrodestra, che “non sa organizzare il consenso al momento delle elezioni, perché nelle grandi città probabilmente sarà sconfitto. C’è da dire che sia a Roma che a Milano il centrodestra è indietro. A Milano ha indicato un candidato sconosciuto alla grande opinione pubblica, un candidato civico e quindi qui il centrosinistra è avanti”. Per Formigoni “non fa bene la gara al primato tra Meloni e Salvini, perchè litigi e contrappozioni non piacciono alla gente. Bisognerà dire chi sarà il candidato premier della coalizione”. Quanto al Governo Draghi, “sta facendo bene sul fronte della pandemia e stiamo arrivando quasi al 6% di crescita del Pil. Auspico che Draghi possa continuare a guidare il Governo ancora per almeno un anno, due o addituttura tre. Bisogna risolvere in profondità alcuni problemi e penso che se fosse eletto al Quirinale dovrebbe interrompere i lavori. Se tutti i partiti o quasi tutti lo spingessero a candidarsi, Mattarella potrebbe fare quanto fatto nel 2013 da Giorgio Napolitano. C’è poi da ricordarsi che il prossimo Parlamento avrà soltanto 600 parlamentari e c’è da considerare che gli equilibri politici saranno completamente diversi. Credo che sia meglio eleggere un Parlamento quando sarà fresco di voto”, ha concluso Formigoni. (ITALPRESS).
Palamara “Alle suppletive con una candidatura di rottura”
ROMA (ITALPRESS) – “La mia candidatura non poteva essere verticistica, la mia è una candidatura diversa, di rottura, che mira a sensibilizzare ulteriormente sul tema della giustizia. La possibilità è una sola: rivolgersi direttamente ai veri titolari della politica, ovvero i cittadini. Questo è un po’ il tema delle grandi democrazie, i partiti non svolgono più quella funzione intermedia tra il cittadino e il rappresentante”. Così Luca Palamara, candidato alle suppletive del collegio di Primavalle a Roma, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. Palamara ha spiegato come il suo impegno nasca dalla grande attenzione che ha riscontrato nell’opinione pubblica: “A seguito di numerose presentazioni del libro “Il sistema”, mi è capitato di vedere militanti attivi, anche del centrodestra ma non solo, chiedere di continuare questo impegno nel raccontare una verità nell’utilizzare un linguaggio non convenzionale sul tema della giustizia, rispetto al quale c’è un grande interesse nel Paese. C’era la volontà di portare in un ambito istituzionale un serio e fermo dibattito sulla giustizia. Ho avuto la possibilità di cimentarmi con i problemi del territorio e quello che mi colpisce è la voglia di avere una persona che sappia essere un riferimento e comprendere le necessità dei cittadini. C’è volontà di avere qualcuno che dia delle risposte”.
“La mia candidatura – ha proseguito – vuole porre a livello nazionale il tema della giustizia, ma sono anche un cittadino di Roma e mi vanto di conoscere i problemi della mia città e delle periferie, sto creando un rapporto di empatia con i cittadini, ho vissuto nel palazzo per più di vent’anni e uscire dal palazzo e andare per strada mi esalta, mi fa comprendere e mi fa capire molti aspetti della vita. Oggi – ha assicurato – il mio obiettivo è quello di cercare di far capire alla gente cosa è accaduto e il perchè del mio impegno, un impegno propositivo per migliorare e superare il sistema”.
Tornando sul tema della magistratura Palamara ha sottolineato come gli italiani non si accontentano più di una verità superficiale e vogliono farsi un’idea su tutto. “Per quanto si voglia cercare di silenziare la storia degli ultimi due anni in magistratura, io penso che siamo spettatori di un qualcosa che ogni giorno è in evoluzione. Ho sentito il dovere di raccontare perchè sentivo il dovere, per le cariche che ho rivestito, di raccontare come realmente erano andate le cose, è successo e quando è successo ho raccontato per gli altri e per metterlo a disposizione. Ho posto un problema, qual è la risposta? Non mi pare si sia andati avanti”, ha aggiunto.
“Il sistema cerca di rimettersi al suo posto perchè non può mai accettare che venga messo in discussione, cerca di difendersi – ha proseguito Palamara -, ma ormai come per tutte le vicende umane, le operazioni verità prima o poi vengono fuori e porranno temi e problemi che interessano non solo cittadini ma anche tanti magistrati che, non avendo fatto parte della cosiddetta oligarchia della gestione del potere, potranno essere protagonisti di un prossimo quadriennio e avere la possibilità che chi non ha mai fatto parte delle correnti possa gestire il governo della magistratura”, ha concluso.
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