ROMA (ITALPRESS) – Acquistare un tartufo direttamente dal cavatore, che ne certificherà la provenienza, tutelando così le eccellenze italiane e contrastando la concorrenza sleale e le frodi commerciali legate a questo prodotto. E’ l’obiettivo che si pone l’applicazione Truffle-Market messa a punto dall’Associazione nazionale tartufai italiani e presentata oggi al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
“In attesa che il settore sia normato, iniziative come questa vanno nella direzione di garantire una sempre maggiore tracciabilità e sicurezza. Con l’acquisto diretto dal cavatore si tutela il nostro Made in Italy e si evita che tartufi provenienti da altri paesi possano essere venduti come italiani”, sottolinea il sottosegretario Mipaaf con delega al settore, Gian Marco Centinaio. “Utilizzando la tecnologia Blockchain valorizziamo le nostre eccellenze e nello stesso tempo la professionalità dei cavatori che sono dei custodi del territorio – aggiunge il sottosegretario -. In questo senso si tratta di un’iniziativa anche all’insegna della tutela ambientale”.
L’app, compatibile con i sistemi Android e IOS e sviluppata dalla startup Oak Innovations, permetterà di comprare e ricevere in 48 ore il tartufo con un certificato di provenienza direttamente dal cavatore, che ne garantirà la specie, il peso, il giorno di raccolta e la provenienza, accorciando così la filiera.
“Questa app ci mette in contatto diretto con i consumatori di tutto il mondo, che oggi vogliono degustare il tartufo italiano conoscendone la provenienza – evidenzia Riccardo Germani, presidente dell’Associazione Nazionale tartufai Italiani -. Oltre al Tuber aestivum, arriva dall’estero in grandi quantità nel nostro paese anche il Tuber Bellonae, una specie molto simile e commestibile ma di cui in Italia non è consentita la commercializzazione. La tracciabilità via Blockchain è un passo in avanti nella difesa delle eccellenze di cui il nostro paese è custode”. Al termine della conferenza il presidente onorario dell’Associazione nazionale tartufai italiani, Renato Tomassetti, ha consegnato al sottosegretario Centinaio una targa simbolica come primo degustatore di tartufo italiano certificato blockchain.
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Tartufo,Centinaio”Blockchain per qualità e tracciabilità Made in Italy”
Conad chiude il 2020 con un fatturato di 15,95 miliardi
BOLOGNA (ITALPRESS) – Il consorzio Conad ha presentato ai soci delle cinque cooperative che lo compongono i dati relativi al 2020, anno caratterizzato dalla situazione di emergenza sanitaria per l’epidemia di Covid 19 e dal completamento, in una situazione di mercato molto complessa, delle attività di integrazione della rete ex Auchan.
I delegati dei soci hanno approvato – nel corso dell’Assemblea che si è tenuta a Bologna – un bilancio che vede in crescita tutti i principali indicatori. Il fatturato della rete Conad è arrivato a 15,95 miliardi di euro, in aumento del 12,3% rispetto all’anno precedente, continuando una crescita che prosegue da 15 anni. Anche la crescita del 2020 è superiore a quella del mercato di riferimento, che ha fatto registrare un + 5% su base annua.
La quota di mercato è cresciuta negli ultimi 12 mesi, passando dal 13,8 % del 2019 al 15,01% del 2020 (+ 1,21%), consolidando il ruolo di leadership di Conad come prima insegna della GDO italiana.
La dinamica della rete conferma anch’essa la tendenza alla crescita: nel 2020 il numero di punti vendita è passato da 3.207 a 3.305 (+ 98), contribuendo a rafforzare la copertura in tutte le Regioni italiane.
Il numero dei collaboratori è aumentato: nel 2020 sono entrati far parte del mondo Conad 8.273 nuovi collaboratori, portandone il numero totale a 65.772. Questo aumento fa seguito a quelli del 2019, relativi all’integrazione della rete ex Auchan e alla crescita del sistema Conad in tutto il Paese.
Il sistema Conad chiude l’anno con un patrimonio netto aggregato di 2,91 miliardi di euro (+11,9% rispetto al 2019). Nel periodo 2010 – 2020 il patrimonio netto è raddoppiato.
La crescita, secondo le previsioni, dovrebbe continuare, con un incremento del fatturato nel 2021 stimato intorno al 5%.
Sul fronte della sostenibilità, il 2020 è stato molto intenso. Accanto alle attività per la riduzione delle emissioni e dell’impiego di energia, oltre ai progetti per la transizione verso la sostenibilità dei packaging dei prodotti a marchio Conad, sono stati moltissimi gli interventi nel sociale. Le donazioni per la ricerca contro il Covid 19, gli interventi a sostegno della scuola, la continua presenza a fianco dei più fragili e bisognosi in ogni comunità dove c’è un punto vendita Conad, hanno portato a 30 milioni di euro i contributi erogati in azioni di sostegno sociale.
A sottolineare quanto la sostenibilità ambientale, sociale ed economica indichino oggi la direzione per lo sviluppo di Conad, nel corso dell’Assemblea è stata annunciata la creazione della Fondazione Conad ETS. Il suo statuto, la sua appartenenza agli Enti del Terzo Settore, i suoi obiettivi ispirati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, caratterizzano la Fondazione Conad ETS come il luogo di sintesi dell’impegno dei soci e delle cooperative per contribuire alla costruzione del futuro delle comunità in cui operano.
“Nel 2020 abbiamo consolidato il nostro ruolo di presidio e punto di riferimento per le comunità, contribuendo con la nostra continua vicinanza a dare qualche certezza alle persone. Sono grato ai Soci e ai loro collaboratori che in un anno così difficile hanno dimostrato impegno e responsabilità, umanità e dedizione. Aver fatto bene il nostro dovere e aver ottenuto buoni risultati ci rende soddisfatti; ma averlo fatto in una situazione così incerta per milioni di concittadini non ci può certo rendere felici – ha dichiarato Francesco Pugliese, Amministratore Delegato Conad – Gli effetti della pandemia hanno accelerato molti cambiamenti già in atto e aumentato le nostre responsabilità nei confronti delle persone”.
“Per continuare a servirle, dobbiamo diventare sempre più bravi, per rendere le nostre attività sostenibili, assicurando così lavoro alle filiere italiane e un futuro ai nostri figli – ha proseguito Pugliese – Per il 2021 mi aspetto una crescita solida, ma più contenuta, sia per la fine dell’emergenza sanitaria, sia per l’impegno che abbiamo preso nei progetti di digitalizzazione delle nostre attività nella strategia di multicanalità avviata lo scorso anno. Dove cresceremo molto di più che nel passato – ha concluso Pugliese – sarà nell’impegno per le comunità. La Fondazione Conad ETS sarà l’anello di congiunzione tra la due anime di Conad: quella del movimento di valori e quella del sistema economico”.
Conad ha in corso un piano di investimenti da 1,5 miliardi di euro in tre anni. Queste risorse sono destinate all’ammodernamento dei punti vendita e alla digitalizzazione delle attività delle aziende, per sostenere la messa in opera della strategia multicanale avviata lo scorso anno. Avviata anche la realizzazione di una piattaforma digitale per la gestione dell’e-commerce e per lo sviluppo di un’ampia gamma di servizi per l’alimentazione, la persona, la famiglia e la casa.
Pugliese ha anche annunciato l’avvio della campagna di vaccinazione aziendale in tutto il sistema Conad (uffici delle cooperative e punti vendita), sottolineando che si tratta del compimento di un impegno preso con tutti i collaboratori e di una iniziativa che mira ad affiancare la campagna nazionale per contribuire ad accelerarne il già ottimo andamento.
“Sono stato eletto Presidente del Consorzio nazionale Conad nel 2020, in piena pandemia. In questa situazione ho potuto vedere il valore e la solidità di quanto i Soci imprenditori e le Cooperative hanno costruito in questi anni – ha dichiarato in apertura di assemblea Valter Geri, Presidente di Conad – Il bilancio approvato oggi vede tutti i valori in crescita, a conferma della solidità della nostra insegna e della nostra capacità di servire le comunità in cui operiamo”, ha concluso Geri.
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Recovery, Filiera Italia “Agroalimentare pronto a fare la sua parte”
ROMA (ITALPRESS) – “Un segnale che il nostro Paese ha lavorato bene e ha tutti gli strumenti per ricominciare a correre”. Così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commenta l’approvazione del Piano italiano a Bruxelles. “Attenzione però a chi pensa che questa sia la panacea di tutti i mali, burocrazia, pubblica amministrazione, giustizia restano i nodi da sciogliere, un programma di riforme e semplificazione necessario, che attende da decenni di essere attuato perchè si smetta di zavorrare la nostra filiera – prosegue Scordamaglia -. Se innovazione e sostenibilità devono essere i principi per ripartire, il settore agroalimentare è pronto a fare la sua parte accanto ad un Governo che ha dimostrato con il PNRR di averne compreso la centralità strategica”.
“Come agroalimentare abbiamo un’occasione unica – dicono da Filiera Italia – fare in pochi anni un salto di decenni, accelerando su quelli che già oggi sono i nostri asset distintivi che ci rendono un modello per il resto del mondo: una sostenibilità competitiva costruita con l’industria, e non contro di essa, che negli ultimi anni ha ridotto significativamente gli impatti sull’ambiente e migliorato sempre più la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti”. E conclude Scordamaglia “Ora siamo pronti a collaborare tutti insieme, sistema pubblico e privato, per presentare e realizzare i tanti progetti di filiera agroalimentari e cantierabili per cui sono state allocate importanti risorse, complessivamente oltre 6 miliardi nel PNRR e nel Fondo complementare”.
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Macfrut, la filiera dell’ortofrutta si incontra in presenza a Rimini
ROMA (ITALPRESS) – Dopo un anno e mezzo di relazioni in “virtuale” finalmente l’ortofrutta si incontra di nuovo in presenza. Lo farà al Rimini Expo Center a Macfrut, Fiera internazionale dell’ortofrutta, da martedì 7 a giovedì 9 settembre. Prima fiera dell’ortofrutta in presenza, Macfrut celebra uno degli eventi chiave del settore in ambito mondiale: l’anno internazionale dell’ortofrutta dichiarato dalla FAO. E proprio in questa direzione vanno una serie di eventi internazionali organizzati nei tre giorni della kermesse volti a promuovere i tanti aspetti positivi di questo settore che verranno svelati nei prossimi mesi. Al centro di tutto l’ortofrutta, settore strategico dell’agroalimentare italiano, che vale oltre 15 miliardi di euro di cui un terzo destinato all’export (nel 2020 5,144 miliardi di euro: +3,8% sul 2019).
Uno dei punti chiave dell’edizione 2021 sarà la sicurezza. Il rallentamento della pandemia e la massiccia campagna vaccinale a livello globale stanno creando le condizioni per un ritorno alla normalità e l’introduzione del Green Pass permette la ripresa degli spostamenti in ambito europeo. Inoltre per i viaggiatori professionali provenienti da paesi extra UE è prevista l’esenzione dalla quarantena per chiunque faccia ingresso in Italia, con un tampone negativo, e rimanga per un periodo non superiore alle centoventi ore (5 giorni).
Tale termine può essere prorogato di alcuni giorni per comprovati motivi di lavoro.
A tali disposizioni normative Macfrut aggiunge un ulteriore elemento a tutela di espositori e visitatori: la fiera sarà Covid free, in quanto per accedere alla manifestazione sarà necessario essere in possesso del Green Pass. Per chi ne fosse sprovvisto sarà possibile realizzare un tampone rapido, nei due ingressi del centro fieristico riminese.
Undici sono i settori espositivi in rappresentanza dell’intera filiera dell’ortofrutta, tale da rendere Macfrut un unicum nel panorama delle fiere.
La grande voglia di incontrarsi finalmente in presenza unita al generale miglioramento della situazione ha generato una accelerazione nelle adesioni.
In questa direzione va inquadrata la massiccia adesione di tante Regioni, presenti al fianco delle aziende del proprio territorio. A Rimini saranno presenti: Sardegna, Regione Partner dell’evento, Emilia Romagna, Basilicata, Veneto, Calabria, Piemonte, Marche e Lazio.
Tanti sono i focus sull’innovazione di settore, a partire della aree dinamiche che ospitano la quarta edizione di International Asparagus Days, il campo prova di Macfrut Field Solution, l’area Acquacampus realizzata in partnership con CER e ANBI, sul tema dell’irrigazione, e il Biosolutions International Event dedicato alle filiere dei biostimolanti e del biocontrollo. E, novità di questa edizione il Retail for the Future dedicato al futuro dell’ortofrutta nella distribuzione moderna con una ricerca ontime in collaborazione con Think Fresh, e Italian Berry Day dedicato ai piccoli frutti promosso da NCX Drahorad e ItalianBerry.it.
Malgrado la situazione di incertezza che ha aleggiato per tanto tempo, buona è la risposta in ambito internazionale, grazie anche alle tantissime presentazioni di Macfrut in modalità virtuale realizzate in questi mesi. Conferme arrivano dall’Africa, presente con un padiglione dedicato, così come dal Sud America ed Europa dell’Est. Confermato anche il programma di incoming per i buyer esteri realizzato in collaborazione con Ice-Agenzia e attraverso la rete di agenti esteri di Macfrut.
Tra le novità dell’edizione 2021 ci sarà l’ampliamento dell’offerta fieristica con la piattaforma di Macfrut Digital che consente di ampliare le relazioni con i Paesi “lontani”, mentre lunedì 6 settembre ci sarà un grande evento esclusivamente dedicato al business con la Cina, The China Day, in modalità esclusivamente digitale.
Seconda voce dell’export agroalimentare con oltre 5 miliardi di euro (+3,8%), il settore è secondo solo al vino per peso economico. La produzione in valore si è attestata su circa 15 miliardi di euro, pari al 25,5% della produzione agricola nazionale, per una superficie di 1,2 milioni di ettari. L’Italia è il secondo produttore europeo, dietro la Spagna.
Nei primi tre mesi del 2021 l’export di ortofrutta ha registrato un +8,3%, migliore performance dei settori dell’agroalimentare italiano (Fonte Ice-Agenzia). A parte la Francia, in doppia cifra è stata la crescita del nostro export nei primi cinque mercati: Germania +10,9%, Francia +0,9%, Austria 10,3%, Svizzera 14,6%, Spagna +17,6%.
Curiosità, gli italiani sono i maggiori consumatori di frutta e verdura a livello europeo.
Il 7, 8 e 9 Settembre la fiera Rimini diventerà un grande hub internazionale dell’agrifood capace di attrarre buyer da tutto il mondo; in contemporanea a Macfrut infatti si terrà anche Fieravicola, la Fiera internazionale delle attività avicunicole.
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Confagricoltura-JTI Italia, nuovo bando per progetti sociali
ROMA (ITALPRESS) – Agro-social: Seminiamo Valore, il programma di Confagricoltura e JTI Italia (Japan Tobacco International) che mette al centro l’agricoltura e le aziende agricole, giunge alla seconda edizione dopo il successo dello scorso anno. Il progetto, nato per favorire lo sviluppo di attività imprenditoriali di crescita sostenibile dei territori, incentiva iniziative di inserimento sociale e lavorativo dei soggetti e delle aree più deboli.
Il nuovo bando per il 2021 è stato presentato ufficialmente durante un evento in diretta streaming da Palazzo Valle – sede di Confagricoltura – alla presenza delle Istituzioni. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli ha introdotto con un videomessaggio il tavolo di lavoro, al quale hanno partecipato Massimiliano Giansanti – Presidente Confagricoltura, Lorenzo Fronteddu – Direttore Corporate Affairs & Communication di JTI Italia, Gian Marco Centinaio – Sottosegretario di Stato MIPAAF. L’incontro è stato occasione per sottolineare il ruolo primario dell’agricoltura nella ripresa economica del Paese e la necessità di programmare di investimenti a lungo termine, sempre più centrali per stimolare opportunità e nuovi modelli di sviluppo per le comunità locali rurali grazie a progetti concreti di impresa, sostenibilità e solidarietà per generare valore, benefici e servizi.
Questa seconda edizione del bando ha carattere nazionale, ed è aperto a candidature per la realizzazione di progetti di agricoltura sociale provenienti da ogni parte di Italia. Il bando 2021 si rivolge a tre specifiche categorie, particolarmente colpite dagli effetti della pandemia e al centro della strategia italiana del PNRR: imprenditoria femminile, rilancio delle aree interne e sviluppo per il Sud.
“Crediamo e investiamo da tempo nell’agricoltura sociale – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – come modello di attività aperta non solo agli imprenditori agricoli professionali, ma anche a chi, attraverso l’agricoltura, è impegnato ad avviare modelli di sviluppo sostenibili e anche innovativi. Questa formula vincente coniuga il settore primario e il sociale, ed è stata capace di realizzare un nuovo, concreto strumento di welfare sostenibile ed efficace. Le esperienze di questi anni ci confermano che la strada intrapresa da Confagricoltura è un esempio virtuoso che genera anche reddito per le imprese”.
L’obiettivo prioritario del bando, in linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo, è di contribuire alla riduzione del divario economico e sociale del nostro Paese, creare occupazione, sostenere la transizione verde e migliorare la capacità di ripresa dell’Italia puntando sulla produttività e la specificità dei territori, vera ricchezza da cui ripartire oggi.
“Insieme a Confagricoltura abbiamo avviato un modello di sviluppo virtuoso che con motivazione portiamo avanti anche in questo nuovo anno e che permette di coniugare le politiche di welfare con la crescita economica e sociale, puntando sulla capacità creativa e innovativa dei territori”, ha affermato Lorenzo Fronteddu, Direttore Corporate Affairs & Communication di JTI Italia. “L’unico modo per portare a casa la sfida dei cambiamenti che abbiamo davanti e delle disuguaglianze è il dialogo costante tra imprese, territori e Istituzioni. Solo così potremo sviluppare i modelli produttivi e di consumo del futuro perchè non esiste crescita se non si garantiscono sostenibilità economica, sociale e ambientale”, ha concluso Fronteddu.
Una giuria di esperti selezionerà – in ciascuna delle categorie individuate – le tre migliori idee progettuali di agricoltura sociale presentate, premiandole con un finanziamento pari a 40.000 euro destinato a ognuno dei vincitori. Il bando è rivolto non solo alle aziende agricole, ma anche ad imprese sociali, fondazioni, start-up innovative e soggetti interessati all’agricoltura sociale, per offrire su ampia scala l’opportunità concreta di creare nuovi modelli di sviluppo per le comunità locali. E’ possibile accedere alla prima fase del bando candidando la propria proposta progettuale entro il 15 luglio 2021.
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Napoli, nasce l’accademia del caffè
Le miscele migliori, gli attrezzi indispensabili, i dosaggi giusti, i tempi da rispettare e i consigli degli esperti per preparare alla perfezione la bevanda calda più nota ed amata al mondo. Un mix ideale, nato dalla partnership tra l’Associazione Medeaterranea e Caffè Borbone, che insieme inaugurano l’Accademia Napoletana del Caffè: un ambizioso progetto didattico e formativo, che prenderà forma e gusto, a partire dal mese di settembre 2021, nei laboratori di Accademia Medeaterranea all’interno della Mostra d’Oltremare di Fuorigrotta (Padiglione Piscina, primo piano). Un luogo unico, che non poteva sorgere altrove, se non a Napoli, città che annovera tra i simboli più autentici, proprio il caffè, la cui preparazione nei secoli si è trasformata in un vero e proprio culto. In programma, percorsi finalizzati a formare, riqualificare o aggiornare professionalmente operatori del settore, con particolare attenzione ai giovani del territorio partenopeo. Ma non solo. Periodicamente, infatti, l’Accademia ospiterà iniziative e programmi di “edutainment” spalancando le porte a consumatori, giornalisti e food blogger, sia italiani che internazionali. Previste anche collaborazioni e protocolli d’intesa con Università e centri di ricerca.
L’intento è quello di creare un polo esclusivo dedicato all’approfondimento e alla divulgazione dei molteplici aspetti inerenti la produzione e il consumo di caffè, visto non solo come bevanda di largo consumo, ma anche come aggregatore sociale e come prodotto ormai da tempo radicato nella cultura e nelle tradizioni della città di Napoli. Tra le mission dell’Accademia, oltre a quella di informazione, divulgazione e comunicazione scientifica, anche quella di diventare un punto di riferimento importante nello studio, nel perfezionamento e nell’analisi dell’andamento evolutivo dei processi di produzione e consumo del caffè: così da assicurarne un costante miglioramento degli standard qualitativi, nel pieno rispetto della tradizione partenopea.
Della gestione dell’Accademia, presso i locali accreditati dalla Regione Campania della Sire Ricevimenti, divisione Academy, si occuperà l’Associazione Medeaterranea, specializzata dal 2009 in attività di divulgazione scientifica, ricerca, formazione e valorizzazione del settore agroalimentare e della cultura enogastronomica. Al suo fianco, in veste di title sponsor, Caffè Borbone, alfiere dell’espresso napoletano con un forte radicamento identitario e produttivo nella realtà territoriale partenopea.
Per info e iscrizioni: [email protected] tel.0812390158; 3316463859
Corte Conti Ue “La spesa agricola non riduce le emissioni”
LUSSEMBURGO (ITALPRESS) – Secondo una relazione speciale della Corte dei conti europea, i finanziamenti agricoli dell’UE per l’azione per il clima non hanno contribuito a ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’agricoltura. Benchè oltre un quarto di tutta la spesa agricola dell’UE nel periodo 2014-2020 (più di 100 miliardi di euro) sia stata destinata alla mitigazione dei cambiamenti climatici, è dal 2010 che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’agricoltura non diminuiscono. La maggior parte delle misure finanziate dalla politica agricola comune (PAC) ha infatti limitate potenzialità ai fini della mitigazione dei cambiamenti climatici, e la PAC non incentiva l’adozione di pratiche efficaci rispettose dell’ambiente.
“L’UE svolge un ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici nel settore agricolo, dal momento che elabora normativa in materia di ambiente e cofinanzia la maggior parte della spesa agricola degli Stati membri”, ha dichiarato Viorel Stefan, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Le nostre constatazioni dovrebbero essere utili per raggiungere l’obiettivo UE della neutralità climatica entro il 2050. La nuova politica agricola comune deve concentrarsi di più sulla riduzione delle emissioni prodotte dall’agricoltura, deve essere più trasparente e rendere meglio conto del contributo fornito alla mitigazione dei cambiamenti climatici”, ha aggiunto.
La Corte ha esaminato se le pratiche per la mitigazione dei cambiamenti climatici sostenute dalla PAC nel periodo 2014-2020 abbiano le potenzialità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte da tre fonti fondamentali: zootecnia, fertilizzanti chimici e letame e uso dei terreni (terre coltivate e pascoli). Ha analizzato inoltre se, nel periodo 2014-2020, la PAC abbia incentivato l’adozione di efficaci pratiche di mitigazione meglio che nel periodo precedente (2007-2013).
Le emissioni prodotte dall’allevamento del bestiame rappresentano circa metà delle emissioni in agricoltura ed è dal 2010 che non diminuiscono. Tali emissioni sono direttamente collegate alle dimensioni delle mandrie, e i bovini ne causano i due terzi. La quota di emissioni riconducibile alla zootecnia aumenta ulteriormente se si tiene conto delle emissioni connesse alla produzione di mangimi animali (comprese le importazioni). La PAC non cerca però di limitare il numero di capi di bestiame, nè fornisce incentivi per una loro riduzione. Le misure di mercato della PAC includono la promozione dei prodotti di origine animale, il cui consumo non diminuisce dal 2014: contribuiscono così a mantenere le emissioni di gas a effetto serra invece che a ridurle.
Le emissioni dovute ai fertilizzanti chimici e al letame, che rappresentano quasi un terzo delle emissioni prodotte dall’agricoltura, sono aumentate tra il 2010 e il 2018. La PAC ha sostenuto pratiche che potrebbero ridurre l’uso di fertilizzanti, come l’agricoltura biologica e la coltivazione di legumi da granella. Tali pratiche, secondo la Corte, non hanno tuttavia un effetto certo sulle emissioni di gas a effetto serra. Pratiche di provata efficacia, come i metodi dell’agricoltura di precisione che regolano l’applicazione di fertilizzanti in base alle necessità delle colture, ricevono invece meno finanziamenti.
“La PAC – sottolinea la Corte dei Conti Ue – finanzia pratiche non rispettose dell’ambiente, sovvenzionando, ad esempio, gli agricoltori che coltivano le torbiere drenate, che rappresentano meno del 2% delle superfici agricole dell’UE ma rilasciano il 20 % delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE prodotte dall’agricoltura. I fondi per lo sviluppo rurale avrebbero potuto essere utilizzati per il ripristino di queste torbiere, ma ciò è avvenuto di rado. Il sostegno a misure della PAC per il sequestro del carbonio, quali l’imboschimento, i sistemi agroforestali e la conversione di seminativi in prato, non è aumentato rispetto al periodo 2007-2013. La normativa dell’UE attualmente non applica il principio “chi inquina paga” alle emissioni di gas a effetto serra del settore agricolo”.
Infine, la Corte ha rilevato che “le norme di condizionalità e le misure di sviluppo rurale sono cambiate poco rispetto al periodo precedente, nonostante le maggiori ambizioni dell’UE in materia di clima. Il regime di inverdimento avrebbe dovuto rafforzare la performance ambientale della PAC: invece, non ha incentivato gli agricoltori ad adottare misure efficaci rispettose dell’ambiente, e l’impatto prodotto sul clima è stato marginale”.
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La filiera del beverage insieme per le sfide della ripartenza
ROMA (ITALPRESS) – Un’occasione di confronto tra sigle del comparto del Beverage, della Distribuzione e dell’Agricoltura sullo stato del mercato e sulle ipotesi di ripresa: questo è risultato dell’Assemblea Assobibe, Associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, dal titolo “Tra Covid e ripartenze: le aspettative per rilanciare il mercato interno” che si è tenuta nella sede di Confindustria a Roma.
Alla tavola rotonda organizzata da Assobibe hanno preso parte la Presidente di Federvini Micaela Pallini, il Presidente di Mineracqua Enrico Zoppas, il Presidente di Assobirra Michele Cason, il Presidente di Fipe Lino Enrico Stoppani, il Presidente di Italgrob Vincenzo Caso, che rappresentano complessivamente 350 mila imprese, per un fatturato totale di 141,3 miliardi di euro (Fonte: elaborazione dati forniti dalle Associazioni), insieme a Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura.
Unire le forze e lavorare insieme per la ripartenza è stato anche l’auspicio che il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli ha espresso nel suo saluto di apertura lavori, ribadendo il ruolo fondamentale dell’asse MIPAAF-MISE a sostegno delle imprese del comparto agricolo e agroindustriale in un’ottica di sviluppo comune, salvaguardando le specificità del settore, per rendere la filiera food and beverage più sostenibile e competitiva. Il ministro ha poi ricordato l’attenzione, propria del made in Italy, riservata alla differenziazione dell’offerta e alla salubrità e distintività del prodotto fino all’innovazione dei processi produttivi e distributivi.
“Nonostante gli effetti della pandemia, le imprese hanno continuato ad investire sul futuro, in innovazione di prodotto e di processo, rimboccandosi le maniche e collaborando con la filiera, dal campo al consumatore – dichiara Giangiacomo Pierini, Presidente Assobibe -. Ci sono stati ostacoli nuovi, alcuni imprevisti, ma questo è un settore che vuole e può rialzarsi, a patto di essere messo nelle condizioni di poterlo fare. Le aziende che oggi abbiamo riunito condividono criticità e obiettivi, e vogliono solo avere modo di lavorare al rilancio del mercato senza nuove tasse sul comparto alimentare. Il Governo sostenga, non penalizzi, i consumi”.
Secondo i dati di una ricerca commissionata da Assobibe a Nomisma, i consumi di bevande in Italia nel 2020 sono complessivamente calati dell’8,4% (-8,4% le bevande analcoliche e -8,3% quelle alcoliche), con ripercussioni importanti su un settore che conta 3.300 aziende. Numeri che si spiegano in parte con la contrazione dei consumi “fuori casa” che nel 2020 hanno fatto segnare un -35% rispetto all’anno precedente: il settore Ho.Re.Ca ha perso 34,4 miliardi di euro, e il saldo tra imprese nate e cessate è stato di -13.060.
A rendere il quadro ancora più complesso hanno contribuito la contrazione dei flussi turistici in Italia, che l’anno passato hanno fatto segnare un -52%, soprattutto alla voce turismo straniero (-70%) e il diffondersi di modalità di studio e lavoro da remoto: nel 2020 la crescita potenziale di italiani coinvolti in percorsi di studio e formazione a distanza è di oltre +11 milioni, mentre sono 7 milioni i lavoratori in smart working durante il lockdown, con ripercussioni evidenti sui consumi presso pubblici esercizi e ristoranti, che hanno perso mediamente -250 mln di euro al mese.
Preoccupazioni condivise anche da FIPE e Italgrob che fanno eco alle categorie di produttori ribadendo l’importanza di fare squadra per un mercato così fondamentale per l’economia del Paese: dopo tanti mesi difficili, la ripartenza, non priva di problemi, deve essere caratterizzata da grande attenzione alla sicurezza, da interventi strutturali che agevolino l’incontro di domanda e offerta di lavoro per contrastare il fenomeno della dispersione di professionalità cui si è assistito durante la pandemia, e da un progetto strategico in cui anche lo Stato faccia concretamente la sua parte tenendo in conto l’importanza di questo canale, per i valori che esprime e i livelli occupazionali che garantisce: un asset strategico poco sostenuto, anzi tassato.
Una situazione che si riflette sull’intera filiera, come sottolinea Confagricoltura, che ribadisce l’importanza di una strategia condivisa per il rilancio del settore, che veda imprese e istituzioni lavorare fianco a fianco e che valorizzi le materie prime nazionali utilizzate ed utilizzabili nei processi produttivi. Il Presidente Massimiliano Giansanti ha poi ribadito la necessità che le istituzioni riconoscano e sostengano i passi avanti fatti dal settore per innovare e migliorare sempre di più la qualità dei prodotti e favoriscano una crescita intelligente e sostenibile del comparto.
A chiusura delle riflessioni, come ricordato nel suo intervento dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, l’impatto che nuove misure restrittive come Sugar e Plastic tax avrebbero su un settore strategico per il Paese: è necessaria una loro soppressione per evitare di drenare risorse necessarie all’innovazione, con conseguenze rilevanti su occupazione diretta e indiretta e sugli equilibri del comparto della filiera. E’ fondamentale, inoltre, che si sviluppino politiche industriali a supporto degli investimenti per l’innovazione, evitando tasse e divieti che indeboliscono la base industriale, vero motore per lo sviluppo sostenibile del Paese.
“Ci aspettiamo molto dai prossimi mesi, complici la stagione estiva e gli effetti della campagna vaccinale che porteranno a un ritorno, seppur graduale e cauto, alla normalità. Sono ancora troppe le variabili sul futuro, in uno scenario macroeconomico incerto e sul quale incombe il rischio di un calo della propensione alla spesa nel caso si andasse verso un aumento della fiscalità e della tassazione. Ad oggi, grazie al fondamentale supporto della filiera e dei sindacati, siamo riusciti a scongiurare un pericolo che costerà alle imprese 320 milioni all’anno, secondo le stime MEF – conclude Giangiacomo Pierini -. Le aziende che costituiscono il comparto del beverage hanno bisogno di misure che espandano il mercato, non di nuove tasse che le penalizzino. Chiediamo alla politica certezze, di metterci in condizione di poter immaginare e progettare un futuro. Vogliamo lavorare a strategie condivise per la ripartenza, se ci vengono tolte le risorse per poterlo fare ci viene tolto l’ossigeno”.
(ITALPRESS).









