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Confagricoltura “Impegno comune con Convase per sementi di qualità”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Confagricoltura ha aderito al Convase con convinzione, nell’ottica di consolidare la cooperazione di filiera. Il Consorzio per la valorizzazione delle sementi è un luogo di incontro e di confronto per assicurare – grazie anche al disciplinare “Seme di qualità” – la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità del processo produttivo, sin dall’inizio del ciclo, partendo dal seme, per giungere alla tavola”. Lo ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna, intervenendo alla tavola rotonda realizzata in occasione dell’assemblea generale di Convase, che si è svolta in presenza a Bologna.
“I nuovi obiettivi sostenibili, a livello mondiale ed europeo, spingono a realizzare un’agricoltura più sostenibile e più competitiva – ha proseguito Matteo Lasagna -. Se vogliamo, quindi, che l’agricoltura soddisfi la necessità di cibo per tutti e, al contempo, contribuisca alla mitigazione del cambiamento climatico, come agricoltori non possiamo fare a meno di varietà nuove e innovative, in grado di: essere più produttive e resistenti alle fitopatie; adattarsi al cambiamento climatico e mitigarne gli effetti; contribuire alla protezione della biodiversità, degli habitat e dei paesaggi; aiutare a ridurre perdite e sprechi; dare prodotti nuovi, che aumentino le opzioni per le imprese e le scelte per i consumatori”.
“Talvolta, a fronte di un sempre massiccio ricorso alle sementi elette, può accadere che i produttori agricoli (cerealicoli in particolare), che quotidianamente si confrontano con ricavi al limite del pareggio, in balia di prezzi di mercato altalenanti e non sempre remunerativi, possano ritenere poco vantaggioso investire in sementi certificate; anche perchè i prezzi dei prodotti ottenuti non consentono di coprire adeguatamente i costi di coltivazione, inclusi quelli del seme. Ciò però – ha concluso il vicepresidente di Confagricoltura – non deve costituire un limite ma, al contrario, deve essere uno stimolo ad impegnarsi nel miglioramento genetico e nella selezione, indirizzando maggiormente tale attività verso i fabbisogni delle imprese agricole”.
Il settore della moltiplicazione delle sementi in Italia coinvolge 15.000 agricoltori per le specie agrarie e 4.000 per le specie ortive a livello nazionale. La superficie di produzione delle sementi ufficialmente certificate nel 2019 si attesta a 202 mila ettari. E’ di 1 miliardo di euro circa il fatturato del settore sementiero.
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Agricoltura, Patuanelli “Dal Pnrr strumenti per transizione digitale”

FIRENZE (ITALPRESS) – “La ripartenza del Paese passa anche dall’agricoltura e, in questo senso, innovazione tecnologica e transizione digitale rappresentano i punti centrali da sviluppare attraverso gli strumenti d’intervento erogati da parte del Governo con il Pnrr. L’obiettivo che vogliamo perseguire, è quello di fornire al settore agricolo un ampio pacchetto di strumenti per facilitare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili”. Così il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli ha aperto il webinar organizzato nell’ambito dell’Earth Tech Expo. “Oggi il grado di adozione delle nuove tecnologie nelle nostre imprese deve ancora crescere – ha aggiunto – per questo motivo l’agricoltura può essere considerato un terreno più fertile per declinare un moderno concetto di transizione tecnologica in senso sostenibile e competitivo. Per percorrere questo sentiero di innovazione è necessario però sostenere le giovani imprese e riqualificare i lavoratori, tramite un costante processo di formazione, in modo da recepire tutti gli strumenti di questo nuovo modello agricolo”, ha concluso Patuanelli. In Italia il mercato dell’agricoltura 4.0 vale 540 milioni e, nel 2020, ha registrato una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. La superficie di terreno coltivata con strumenti di agricoltura di precisione, è pari oggi al 4%, ma si stima di arrivare al 10% entro il 2025 grazie anche all’intorduzione della banda larga nelle aree rurali. Secondo David Granieri, vicepresidente di Coldiretti, “la sostenibilità deve essere compresa nel senso più ampio possibile. Non possiamo prescindere da un modello che non consideri etica, nutrizione ed economia. In questo senso occorre spingere sul processo di innovazione, sui sistemi di monitoraggio e su quelli anti-spreco. Il modello italiano in questo è tra i più avanzati, ma c’è ancora molto da fare”. La tecnologia in agricoltura non riguarda però soltanto un miglioramento nella gestione delle culture, ma offre anche una grande opportunità per l’ottimizzazione delle risorse, a partire da quella idrica. Secondo Mauro Centritto del Cnr, una soluzione per recuperare risorsa idrica potrebbe essere quella di riutilizzare le acque reflue. “In questo modo si recupererebbero circa 80 metri cubi di acqua all’anno per abitante. Una risorsa che attualmente viene invece dispersa in mare o nei tratti terminali dei fiumi, ma che sarebbe utile anche per recuperare sostanze agronomicamente utili quali fosforo e carbonio organico”. Secondo Erasmo D’Angelis, segretario generale Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, attualmente “siamo ancora abituati a considerare l’agricoltura come un mondo antico e piuttosto arretrato, quando invece dobbiamo renderci conto che è cambiato tutto, grazie sopratutto alla tecnologia”.
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Ismea, al via edizione 2021 Banca nazionale delle Terre Agricole

ROMA (ITALPRESS) – Ismea e ministero delle Politiche agricole annunciano l’avvio della procedura di vendita del quarto lotto dei terreni della Banca nazionale delle Terre Agricole, costituito da oltre 16 mila ettari di terreni, per un totale di 624 aziende agri-cole potenziali. “Gli andamenti demografici degli ultimi decenni – ha detto il presidente di Ismea Enrico Corali – evidenziano una crescita costante della popolazione mondiale. A questo aggiungiamo che le abitudini alimentari nei Paesi in via di sviluppo si stanno spostando con sempre maggior decisione da una dieta a base di carboidrati a un’alimentazione proteica, più complessa e dispendiosa dal punto di vista della combinazione dei fattori produttivi. La disponibilità di superfici coltivabili è destinato a diventare sempre più centrale nell’economia mondiale. Banca delle Terre è un progetto lungimirante, prezioso e necessario che rimette in circolo terreni produttivi”. “L’agricoltura è tra i protagonisti del rilancio economico del Paese – ha commentato il direttore generale di Ismea Maria Chiara Zaganelli – anche grazie alla rinnovata centralità che il settore ha conquistato durante i difficili mesi di pandemia, dimostrando ancora una volta quelle doti di resilienza che gli hanno permesso di non interrompere mai la catena degli approvvigionamenti. In questo contesto la terra assume ancora di più il suo valore di asset strategico e motore di sviluppo per l’economia del Paese. Con la Banca delle Terre, l’Istituto continua a perseguire l’obiettivo di rimettere in circolo terreni produttivi, offrendo un’opportunità di investimento a nuovi operatori o di consolidamento per aziende già operative”.
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I gelati di Don Nino sbarcano nel mercato cinese

ROMA (ITALPRESS) – Don Nino Holding, proprietaria del format di gelateria e pasticceria di alta qualità che conta, attualmente, su 8 punti vendita di proprietà tra Roma e Firenze in alcune delle location più belle e suggestive d’Italia, ha appena siglato un accordo con un master franchisee cinese con cui entrerà, a partire dal prossimo ottobre, nel mercato asiatico. Don Nino Holding, guidata dal socio e Ceo Giovanni Pagliaro e assistita per la parte commerciale e marketing da Tramite, aprirà 5 punti vendita in Cina entro il primo semestre 2022.
“Per Don Nino abbiamo definito una linea strategica che tiene conto dei dati emersi dagli studi effettuati su questo business negli ultimi anni – afferma Pagliaro – e sulla base di questi dati abbiamo deciso di procedere con la prima apertura all’estero in uno dei due paesi che ha ottenuto il miglior tasso di crescita in questo settore: la Spagna. Nel prossimo mese di luglio, infatti, apriremo il primo punto vendita di Don Nino a Madrid in Puerta del Sol. Inoltre, grazie alla sottoscrizione del contratto di master franchising per la Cina che prevede l’apertura di 5 punti vendita a Shangai entro il primo semestre 2022, entreremo nel mercato asiatico che valutiamo molto interessante dal punto di vista della crescita del fatturato di gruppo che nel 2019 si è attestato a 10,5 milioni ma che, già nel 2022, pensiamo di raddoppiare grazie all’incremento del numero dei punti vendita diretti ma, soprattutto, di quelli indiretti legati al canale franchising. Infine – aggiunge Pagliaro -, grazie all’accordo sottoscritto con Tesori d’Italia, network integrato per la promozione del made in Italy nel mondo, entro fine 2021 Don Nino arriverà anche in Giappone a Tokyo dove i nostri prodotti verranno commercializzati negli store di Tesori d’Italia affiancati da tanti prodotti di eccellenza del made in Italy”.
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Ue, in calo l’export agroalimentare, pesa il post Brexit

ROMA (ITALPRESS) – Prosegue la diminuzione delle esportazioni agroalimentari dell’Unione europea. Nei primi due mesi di quest’anno – evidenzia Confagricoltura sulla base dei dati diffusi dalla Commissione UE – si sono attestate a 28,5 miliardi di euro, il 6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2020.
“Il dato più preoccupante – rileva il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – è che la contrazione delle vendite ha riguardato soprattutto Regno Unito e Stati Uniti, che sono due importanti mercati di sbocco per il Made in Italy agroalimentare”.
Complessivamente le esportazioni europee sono diminuite di circa 1,4 miliardi di euro nel periodo considerato.
“Con ogni probabilità la situazione sul mercato statunitense è destinata a migliorare – sottolinea Giansanti – per il superamento dell’emergenza sanitaria e per la sospensione dei dazi applicati nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. La ripresa del dialogo e della cooperazione sulle questioni del commercio estero lascia sperare che sarà raggiunta entro luglio una soluzione definitiva”.
“Per il mercato del Regno Unito, invece, le prospettive non sono incoraggianti. L’uscita dalla UE ha determinato l’aumento degli oneri amministrativi e, di conseguenza, il costo delle spedizioni. Inoltre, salgono le tensioni tra Bruxelles e Londra sul protocollo relativo ai confini tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord”.
Confagricoltura ricorda che l’Irlanda del Nord continua ad applicare le regole della UE e il governo di Londra si è impegnato ad effettuare i controlli di conformità sulle merci in transito dalla Gran Bretagna. L’avvio dei controlli è stato rinviato e il Regno Unito ha chiesto di rivedere l’intesa perchè ritenuta insostenibile a lungo termine, in primo luogo per il settore agroalimentare.
“Senza i controlli concordati rischiano di arrivare sul mercato unico, provenienti dall’Irlanda del Nord, prodotti non conformi alle norme europee in materia di standard produttivi e sicurezza alimentare. E’ un rischio che non possiamo correre” – aggiunge il presidente di Confagricoltura.
“L’intesa sul recesso del Regno Unito, approvata anche a livello parlamentare, non può essere riaperta. Per risolvere il problema basterebbe l’allineamento da parte britannica alle regole della UE, che sono tra le migliori e più sicure su scala mondiale. E’ una soluzione che avrebbe anche il sostegno degli agricoltori del Regno Unito”, conclude Giansanti.
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Parmigiano Reggiano tra i brand più amati in Italia

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – E’ una novità particolare quella che caratterizza l’annuale classifica “LoveBrands” di Talkwalker di quest’anno riservata ai brand che meglio di tutti hanno saputo conquistare e farsi apprezzare dagli italiani, ovvero l’exploit di Parmigiano Reggiano in vetta nella graduatoria dei brand più amati dagli italiani.
Parmigiano Reggiano si piazza al secondo posto, subito dopo Armani (al primo posto), come brand più amato in Italia secondo la classifica LOVEBRANDS di Talkwalker – multinazionale leader nel Social Listening ed Analytics, che opera dal 2009 con oltre 350 esperti dalle sedi di Lussemburgo, New York, San Francisco, Singapore, Francoforte, Parigi e Milano – in una graduatoria che vede nella top10 brand iconici a livello mondiale come Gucci, Prada, Bulgari, ma anche Ducati, Pirelli, Lega Serie A.
“Anche nel 2021 siamo tra i marchi più apprezzati al mondo e ci confermiamo secondo brand in assoluto in Italia: i consumatori riconoscono, e premiamo, l’unicità del Parmigiano Reggiano – commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano -. Merito anche di scelte e comportamenti che puntano di anno in anno al miglioramento della filiera: da un lato tutelando le caratteristiche di un prodotto millenario e dall’altro incentivando le imprese ad adottare soluzioni in linea alle aspettative dei consumatori”.
La ricerca – che ha analizzato 1.228 brand nei differenti paesi attraverso social media, news, blog, forum e altri canali d’interazione – misura la capacità e la dedizione dei marchi nello stabilire una vera e propria relazione emotiva con i propri consumatori e, a valle del processo, ha generato la classifica mondiale TOP-50 e le TOP-10 dei paesi, Italia inclusa, in cui è stata condotta la rilevazione.
“Misurare il concetto di amore attraverso l’ascolto social è comprensibilmente quasi impossibile trattandosi di metriche intangibili – spiega Francesco Turco Marketing Executive Talkwalker – Tuttavia, è possibile osservare i sintomi che dimostrano la propria passione per il brand, come sentimento positivo, parole incentrate sul tema dell’amore, emozione, gioia; e ovviamente engagement, cioè la capacità di mantenere vivo e sempre rinnovato il rapporto”.
Ecco dunque la classifica Talkwalker LOVEBRANDS TOP-10 ITALIA
1° Armani; 2° Parmigiano Reggiano; 3° Ducati; 4° Gucci; 5° Prada;
6° Bulgari; 7° Pirelli; 8° Lega Serie A; 9° Barilla; 10° Fila.
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Torna l’appuntamento con Cibus per la promozione del made in Italy

ROMA (ITALPRESS) – Dal 31 agosto al 3 settembre Parma ospita “Cibus”, il salone internazionale dedicato al food and beverage made in Italy, che segna la ripartenza delle fiere dedicate dell’agroalimentare in presenza, importante traino per l’export e la ripresa dei consumi interni. “Sarà un Cibus speciale: la prima manifestazione internazionale F&B che ospiterà l’Europa, questo è un segnale molto importante, sta a significare che il nostro è un paese forte, che ha voglia di fare”, ha detto Gino Gandolfi, presidente di Fiere di Parma, “Ci sono decine e decine di imprenditori, di manager che ci chiamano per dimostrarci grande passione e soprattutto voglia di fare. Cibus è una manifestazione che, mai come oggi, rappresenta un punto di incontro tra filiera e istituzioni, aziende, buyer e associazioni, uniti per la ripartenza del Made in Italy”, ha aggiunto. La ventesima edizione segnerà la ripartenza della fiera dell’agroalimentare italiano. “Cibus in presenza dimostra il coraggio degli organizzatori, la tenacia degli imprenditori, il supporto del paese, un evento reso possibile anche dai progressi che ha fatto la campagna vaccinale”, ha spiegato Carlo Ferro, presidente Agenzia Ice. “L’importanza dell’agroalimentare nell’export è nei numeri. Cibus sarà anche l’occasione per riaffermare la qualità e la salubrità della dieta mediterranea, combinata alla bio-diversità del territorio, all’eccellenza dell’intera filiera agroalimentare e all’unicità dello stile di vita italiano. Fattori di eccellenza del Made in Italy che vogliamo promuovere sui mercati internazionali”, ha aggiunto.
Saranno esposti i nuovi prodotti che traineranno la ripartenza dell’agroalimentare italiano: dai salumi ai formaggi, dalla pasta all’olio, ai prodotti da forno. Per Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, “Cibus in presenza è un grande riscatto, una grande vetrina per il nostro settore. Durante la pandemia abbiamo sempre fatto i miracoli, non abbiamo mai fatto mancare i prodotti, abbiamo dimostrato al Paese quello che siamo: l’industria agroalimentare è la seconda manifatturiera italiane”. Saranno presenti oltre 2.500 aziende espositrici, i buyer italiani ed europei del retail e folte rappresentanze degli operatori commerciali dagli Usa, America Latina, Asia, grazie anche al programma di incoming di Ice Agenzia. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha ricordato che “il settore dell’agroalimentare rappresenta l’ mblema del made in Italy nel mondo e del sistema fieristico. La promessa di ripresentarsi in presenza a Cibus 2021 è stata mantenuta, ciscuno di voi ha dimostrato una grande determinazione per la ripartenza. Con soddisfazione di tutti possiamo guardare a Cibus 2021, evento che segna la vera ripartenza del nostro Paese”.
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Vinitaly, al via manifestazioni per ripartenza eventi enoici

ROMA (ITALPRESS) – Il vino italiano ai blocchi di ripartenza a giugno con la maratona di manifestazioni in presenza targate Vinitaly. Ad aprire il calendario nazionale degli eventi enoici, sarà il 25° Vinitaly Design International Packaging Competition, in programma a Veronafiere questo venerdì 11 giugno. Più di 180 le etichette in concorso e al vaglio della giuria guidata da Gianni Arnaudo, architetto le cui opere anche nel campo del design lo pongono tra i protagonisti internazionali che hanno caratterizzato le svolte più significative in campo artistico nel XX secolo. Debutto in edizione estiva e straordinaria, dal 16 al 18 giugno, anche per 5StarWines – the Book & Wine Without Walls, la tre giorni di selezione di vini organizzata da Veronafiere che quest’anno farà da prologo a Operawine. Cinque le categorie di vini che saranno degustati alla cieca da una giuria internazionale sempre in presenza: fermi, frizzanti, spumanti, da dolce e fortificati, una suddivisione valida sia per la versione tradizionale della pubblicazione (5StarWines), che per quella green di Wine Without Walls dedicata al vino certificato biologico o biodinamico o collegato a specifici protocolli di sostenibilità del prodotto. Solo i vini che si aggiudicheranno un punteggio pari o superiore a 90/100, potranno essere recensiti e inseriti nel volume edito da Vinitaly, beneficiando così anche di un costante supporto promozionale sia nazionale che internazionale. Il 19 giugno segnerà il ‘restart day’ del vino italiano e anche per la città di Verona: in scena Vinitaly OperaWine alle Gallerie mercatali (di fronte al quartiere fieristico) e l’inaugurazione, in serata, del 98° Opera Festival dell’Arena. Nel decennale antologico del grand tasting della manifestazione internazionale organizzata da Vinitaly in collaborazione con Wine Spectator, i 186 produttori da tutte le regioni (oltre ai 100 scelti tradizionalmente si aggiungono infatti gli all timer), selezionati dalla rivista americana, incontreranno oltre 300 tra operatori professionali e buyer nazionali (circa 120) ed esteri provenienti da 13 Paesi europei e extra europei, grazie alla campagna di incoming Veronafiere-Ice Agenzia. Si tratta del primo importante contingente business internazionale che ritorna nel nostro Paese dopo lo stop forzato degli ultimi 15 mesi e che riattiva le relazioni commerciali in presenza, anche in vista di Vinitaly Special edition, confermata dal 17 al 19 ottobre a Veronafiere. E proprio in quest’ottica, il 20 giugno sarà Vinitaly preview (sempre alle Gallerie Mercatali): un ulteriore evento destinato a una prima delegazione di cantine italiane impegnate in un walk around tasting proprio con la domanda dei mercati target presenti a Verona.
I corsi della Vinitaly international Academy con la direzione scientifica di Attilio Scienza (che ha già formato oltre 190 italian wine ambassador nel mondo di cui 14 italian wine expert, il livello massimo di certificazione), in programma a Veronafiere dal 20 al 23 giugno, chiuderanno le dieci giornate del vino italiano organizzate da Vinitaly per la ripresa del settore.
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