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Agroalimentare

Parmigiano Reggiano partner del Festival del Cinema Italiano 2021

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Parmigiano Reggiano sarà partner del Festival del Cinema Italiano 2021, la rassegna che si terrà dall’8 al 12 giugno a San Vito Lo Capo (TP) per celebrare e valorizzare le produzioni nazionali. Al Festival del Cinema Italiano, organizzato con la direzione artistica di Paolo Genovese, Parmigiano Reggiano sarà protagonista con il corto “Verdiana” e con il lungometraggio “Si muore solo da vivi”, entrambi patrocinati dal Consorzio. Inoltre, assegnerà un premio “Scaglie”.
La partnership tra il Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano e il Festival del Cinema Italiano celebra un sodalizio di lunga data tra due eccellenze, una nel campo del food l’altra in quello delle arti, che hanno reso celebre il nostro Paese in tutto il mondo. Il Premio Scaglie vuole consacrare questa relazione con un riconoscimento speciale della giuria assegnato “alla produzione che, più delle altre, ha saputo distinguersi per aver messo in campo le tematiche ambientali con uno sguardo attento e sensibile ai principi di comunità e territorio che da sempre sottendono il formaggio più amato al mondo”, si legge in una nota.
Ed è proprio il territorio, in particolare quel tratto del fiume Po che attraversa l’Area di Origine del Parmigiano Reggano, il protagonista occulto di “Si muore solo da vivi”. Prima regia cinematografica di Alberto Rizzi, prodotto da K+ con la partecipazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, il film racconta la vita di Orlando (Alessandro Roja) che, a quarant’anni, vive alla giornata sulle sponde del Po, pigro, solitario e sulla via della resa. Finchè il terremoto del 2012 non lo costringerà a rimettersi in gioco, tra nipoti a cui badare, una band da rimettere in piedi e soprattutto un grande amore, Chiara (Alessandra Mastronardi), che si riaffaccia dal passato.
Il film ha partecipato all’Italian Film Festival USA 2021, a Los Angeles-Italia Film Fashion and Art Fest e al MittelCinemaFest 2020.
Tra i corti sarà invece presentato “Verdiana” di Elena Beatrice e Daniele Lince: dopo un litigio in cui volano parole grosse, una coppia (Erica Del Bianco e Dario Leone) si risveglia con un problema. Anzi, due: lui non riesce più a parlare e lei non può più sentire. Medici ed esami non servono a nulla e in loro soccorso arriverà una Maestra Zen (Angela Finocchiaro) con una piantina un pò speciale. Al centro, un concetto importante: siamo ospiti della natura, non i padroni.
Verdiana è stato prodotto da IED Milano e spazioCinema con il sostegno di OffiCine e Consorzio Parmigiano Reggiano. Ha partecipato all’Italian Film Festival USA 2021 e all’Asti Film Festival 2020, ottenendo una menzione speciale al Festival Internazionale del Cinema di Salerno 2020.
L’impegno del Consorzio al Festival del Cinema Italiano 2021 si concretizza anche nella partecipazione alla tavola rotonda di Sabato 12 ore 16.00 dal titolo “Sinergia fra Cinema e Ambiente”, coordinata da Maurizio Menicucci e con la presenza di Nicola Bertinelli, Presidente Consorzio Parmigiano Reggiano. Un’occasione per riflettere sui pilastri del Brand Manifesto, partendo proprio da quelli di comunità e territorio.
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Agroalimentare, per 81% italiani qualità è elemento primario

ROMA (ITALPRESS) – Per l’81% degli italiani la qualità è un elemento di primaria importanza per l’acquisto dei prodotti agroalimentari; il 62% è inoltre molto attento alle informazioni nutrizionali, mentre pesano meno, nella scelta, marca e prezzo (vi danno particolare importanza rispettivamente il 48% e il 56,3% dei consumatori). E’ quanto emerge da una ricerca demoscopica che Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agrindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e LUISS, ha commissionato a Format Research sui sistemi di etichettatura agroalimentari e il loro utilizzo da parte dei consumatori. Il 63% degli italiani – rileva l’indagine – acquisisce i dati nutrizionali attraverso le etichette, mentre il 30,6% si informa tramite i social media e il web. Tra chi si affida alle etichette, il 34% preferisce il Nutrinform Battery e soltanto il 17% predilige il Nutriscore. Si tratta – secondo Confagricoltura – di un dato importante che rivela come anche i consumatori preferiscano il sistema a batteria proposto dall’Italia rispetto al meno esaustivo e fuorviante sistema a semaforo.
Gli italiani risultano essere inoltre molto attenti alla salute: il 76% ritiene che per stare bene occorra seguire una dieta quanto più varia e completa che includa tutti gli alimenti, mentre il 24% sostiene che un regime alimentare salutare debba eliminare del tutto cibi ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero. Dalla ricerca emerge una fotografia dettagliata delle motivazioni di acquisto dei consumatori e in particolare dei metodi e canali attraverso cui si informano per seguire uno stile di vita salutare. “E’ pertanto necessario – conclude il segretario generale di Agronetwork Daniele Rossi – che il sistema di etichettatura sia chiaro, non fuorviante e tenga conto delle porzioni. Non a caso gli italiani vorrebbero che il Nutrinform Battery fosse il riferimento per l’Europa”.
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Informazione e divulgazione sull’agroalimentare, nasce CreaFuturo

ROMA (ITALPRESS) – Da leggere, guardare, ascoltare. Tutto questo è CREA Futuro, la nuova testata giornalista on line del CREA, ideata, progettata e realizzata per raccontare con un linguaggio semplice e chiaro, ma al tempo stesso autorevole, l’ambiente che ci circonda, il suolo che coltiviamo, il cibo che mangiamo. In particolare, l’attenzione sarà focalizzata su come l’agroalimentare e l’ambiente stanno cambiando per far fronte alle sfide che ci attendono: dal cambiamento climatico alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, dalle nuove tecnologie alle fonti energetiche rinnovabili, dalla difesa della biodiversità a quella della dieta mediterranea fino a quella del patrimonio enogastronomico del nostro Paese.
Con un nucleo centrale a cadenza quadrimestrale, che potrà essere arricchito con aggiornamenti e approfondimenti fra un numero e l’altro, CREA Futuro vuole rispondere alla domanda di una corretta informazione da parte dell’opinione pubblica su questioni e temi che la toccano così da vicino, perchè solo in questo modo saprà fare scelte più consapevoli e di adottare comportamenti più responsabili.
Articoli, video e podcast, una ricca offerta di spunti e riflessioni, per rispondere alla domanda “Cosa aspettarsi dal futuro?”, iniziando già dal primo numero, dedicato ad un tema molto dibattuto e che forse più di ogni altro fa pensare al futuro della nostra agricoltura: le biotecnologie di ultima generazione. Il CREA, infatti, coordina BIOTECH, il più importante progetto di ricerca pubblica sul miglioramento genetico vegetale, che si propone di selezionare nuove piante per i nuovi tempi in cui stiamo vivendo. Si partirà, quindi, dal progetto nel suo insieme, per poi approfondire i diversi sottoprogetti (dalla vite all’olivo, dagli agrumi agli alberi da frutta, dai cereali alle ortive), fino a raccontare la lunga storia del miglioramento genetico vegetale, per arrivare infine agli scaffali dei nostri supermercati. La rubrica delle video interviste CREA incontra… è stata inaugurata dai presidenti della Commissione Agricoltura della Camera, Filippo Galinella, e della Commissione Agricoltura del Senato, Gianpaolo Vallardi, che hanno espresso la loro visione dell’agricoltura del futuro, inclusa la posizione sulle biotecnologie di ultima generazione, e sul contributo del CREA.
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Agroalimentare, il cloud a supporto dello sviluppo sostenibile

BOLOGNA (ITALPRESS) – CAI, Consorzi Agrari d’Italia, ha scelto le soluzioni cloud di Microsoft per uniformare la gestione e ottimizzare le operazioni di un’organizzazione complessa, geograficamente estesa e altamente eterogenea, che comprende quattro consorzi (Emilia, Tirreno, Adriatico e Centro-Sud) e oltre 180 agenzie dislocate sul territorio italiano. Con la piattaforma Microsoft Dynamics 365, CAI ha potuto rendere omogenei i sistemi informativi adottati dai diversi consorzi, aumentare la flessibilità e personalizzare gli strumenti in base alle esigenze di ogni comparto.
“La scelta di adottare le soluzioni cloud di Microsoft – si legge in una nota – si inserisce in un solido percorso di digitalizzazione avviato da CAI, all’interno del quale hanno avuto un ruolo fondamentale le nuove generazioni di agricoltori e imprenditori, aperte al digitale e alle nuove tecnologie, come cloud, IoT e intelligenza artificiale. In questo percorso, i Consorzi Agrari d’Italia, il partner Reply e Bluarancio, società di servizi IT di Coldiretti, hanno trovato in Microsoft l’alleato ideale per affiancarli in un’operazione altamente complessa e strutturata, soprattutto a causa dell’eterogeneità delle oltre 25 linee che compongono il business di CAI, per un totale di alcune decine di migliaia di categorie di prodotti”.
“La nostra organizzazione è altamente complessa e abbraccia le caratteristiche, le normative e le problematiche di numerosi settori: produzione, logistica e retail, con operazioni che vanno dalla manutenzione dei trattori alla vendita di un semplice rastrello, dallo stoccaggio di frumento al trasporto di carburanti, dalla fornitura di fitofarmaci allo smaltimento di oli esausti”, ha dichiarato Gianluca Lelli, CEO di Consorzi Agrari d’Italia. “Grazie al percorso di trasformazione digitale intrapreso insieme a Microsoft, Reply e Bluarancio abbiamo potuto unificare tutte le diverse anime dei Consorzi e porre le basi per un più ampio piano industriale per il quale abbiamo stanziato 6 milioni di euro e che ha l’obiettivo di rivoluzionare il nostro settore, abilitando l’agricoltura di precisione e rendendo accessibile a tutti, anche ai più piccoli produttori, le tecnologie necessarie per fare un salto di qualità anche su temi vitali come quelli della tracciabilità e dell’impatto ambientale”, ha aggiunto.
“Siamo particolarmente orgogliosi di essere al fianco di CAI nel suo percorso di innovazione, in un settore strategico come quello agroalimentare, così importante per il Made in Italy. L’agricoltura rappresenta uno dei comparti della nostra economia dove le potenzialità della digitalizzazione non sono ancora pienamente espresse e, se adeguatamente sfruttate, possono garantire enormi benefici a tutta la filiera, favorendo la crescita e la competitività a livello internazionale”, ha commentato Silvia Candiani, CEO di Microsoft Italia. “Sono convinta che il percorso intrapreso insieme a CAI, Reply e Bluarancio porterà a nuovi e inesplorati orizzonti di innovazione per il settore. Auspico che il progetto pioneristico di CAI possa promuovere la digital transformation di molte realtà italiane verso una nuova frontiera dell’agricoltura e che possa svolgere il ruolo di piattaforma per la cooperazione tra nuove generazioni di agricoltori e imprenditori in una logica di integrazione tra tradizione agroalimentare e nuove istanze di biodiversità e sostenibilità”, ha proseguito.
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Giorgetti “Il Nutriscore un attacco al Made in Italy”

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto al Mise un incontro tra il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio e il sottosegretario all’Agricoltura GianMarco Centinaio. Al centro del colloquio la necessità e l’impegno, condiviso da tutte le parti, della difesa del Made in Italy, che occupa un settore importante anche nell’industria alimentare ed è strategico per l’economia italiana. Il ministro ha confermato l’impegno per la tutela della dieta mediterranea e per lo sviluppo dell’industria alimentare “che va difesa anche da attacchi come il Nutriscore”.
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Fare sistema tra imprese, le filiere per rilanciare l’agroalimentare

PALERMO (ITALPRESS) – “L’eccellenza delle filiere agroalimentari in Sicilia come leva di crescita”: è il titolo di un webinar organizzato dalla Banca Popolare Sant’Angelo e dalla Fondazione Curella. Nel corso dell’incontro tante le tematiche trattate, su tutte le potenzialità delle filiere agroalimentari siciliane e delle inefficienze che ne limitano la competitività, con l’obiettivo di individuare gli strumenti di sostegno più adeguati alla crescita delle imprese del settore.
“Quello agroalimentare non è un comparto che cresce da solo – ha detto l’amministratore delegato di Banca Sant’Angelo, Ines Curella -, bisogna avere obiettivi chiari e precisi. Quello dell’agricoltura è un tema centrale della nostra tradizione ed è importante parlarne adesso, in questo momento”.
“La Sicilia è storicamente una terra a spinta agricola – ha proseguito Ines Curella -. Negli ultimi anni si sono sviluppate imprese più competitive sotto tutti i punti di vista. Noi, come banca, ci siamo evoluti rapidamente, diventando una struttura multicanale aperta ai nuovi scenari . Se ci si pongono obiettivi chiari è possibile governare il processo di cambiamento, e per questo abbiamo concepito nuove offerte, in costante evoluzione, studiando ulteriori possibilità, non solo nelle linee di credito ma anche nella consulenza di qualità alle imprese, e su tutto ciò abbiamo riscontrato un diffuso interesse. Ad esempio, intendiamo pubblicizzare e valorizzare i prodotti delle nostre aziende, in particolare all’estero, perchè siamo persuasi che il settore agroalimentare possa e debba rappresentare il pilastro centrale dell’economia regionale siciliana. Il comparto, per evolversi, ha però bisogno di adeguati strumenti di sostegno finanziario, e questo è un compito che spetta alle banche locali come la nostra, nata e cresciuta in simbiosi con il territorio e con gli operatori economici che lo connotano. Ma serve anche il supporto delle istituzioni, in particolar modo quelle regionali. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per la crescita della Sicilia”.
La Sicilia è la prima regione in Italia per prodotti e aziende biologiche e oltre 1200 giovani hanno avviato attività nel settore agroalimentare, condizione che piazza l’isola al primo posto in Italia per numero di under 35 che hanno intrapreso questa avventura imprenditoriale.
Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia, ricorda che “Un agricoltore italiano su sette si trova in Sicilia ma ci sono ancora difficoltà nel settore della trasformazione del prodotto, oltre alla questione legata alla gestione e ai costi del magazzino e al successivo trasporto. E’ necessario incentivare l’innovazione aziendale, mettendo le imprese a sistema con banche e istituzioni, dando più valore al tempo, in maniera tale da incentivare le filiere e l’economia circolare, riuscendo a mettere la Sicilia al centro dell’economia di settore, grazie a questo brand fortissimo di cui godiamo: il brand Sicilia”.
Fondamentali per lo sviluppo restano sempre gli interventi normativi finalizzati a imprimere un spinta significativa al settore, soprattutto quelli provenienti dall’Europa: “La nostra è una terra di eccellenza produttiva, con una biodiversità forte e di altissimo livello – ha detto Dario Cartabellotta, Dirigente dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana -. La crescita che c’è stata negli ultimi venti anni è stata determinante. Oggi c’è un sistema che deve fare i conti con quello che la pandemia ha lasciato, anche se questo periodo ha confermato che bisogna ripartire dalla terra. Bisogna intervenire sui criteri di selezione, incentivando chi immette i prodotti sul mercato. Le chiavi di volta sono connessione e conoscenza, la pandemia ci ha insegnato anche questo. Stesso discorso vale per ricerca e innovazione, aspetti che, uniti a banche e istituzioni, devono portare anche ad una riforma della pubblica amministrazione in Italia”.
Tra le questioni e le problematiche che attanagliano le aziende ci sono quelle che riguardano l’accesso al credito.
Da questo punto di vista, però, gli istituti si stanno muovendo soprattutto per ridurre i tempi. “L’accesso al credito è il principale problema per le imprese – ha sottolineato Carmelo Piscopo, Presidente della Fondazione Angelo e Nicolò Curella -. E’ richiesta una sempre maggiore selettività, perchè la normativa comunitaria chiede alle banche analisi quantitative più che qualitative e un’attenzione a quello che le aziende si propongono di fare. I bilanci sono di sempre più difficile lettura, l’esigenza prevalente da parte del sistema è di innovazione, progettualità e semplificazione burocratica. Le banche si stanno muovendo per superare queste difficoltà cercando di creare delle misure ad hoc per il singolo imprenditore, con una rete di specialisti per ogni settore. Abbiamo accordi con assicurazioni, banche estere e società che si occupano del credito di imposta per cercare di coprire qualsiasi tipo di esigenze e condividere delle certezze”.
“E’ emerso che serve un connubio tra aziende, distribuzione e banche – ha spiegato Antonio Coppola, Presidente della Banca Popolare Sant’Angelo -. La burocrazia esiste in ogni settore, alleggerirla significherebbe aiutare e dare fiducia alle imprese. Cercheremo nuovi campi dove trovare ulteriori partnership per sostenere la crescita delle aziende e accompagnarle verso il raggiungimento dell’obiettivo dell’eccellenza”.
Tra le testimonianze di imprese quelle di Manfredi Barbera, (oleifici Barbera), Francesca Pecorino (gustibus), Francesca Paola Gioia di ANGA Sicilia (Associazione Nazionale Giovani Agricoltori) e Nino Scivoletto, Direttore Consorzio Cioccolato di Modica Igp. Nel corso del webinar sono intervenuti anche Fabrizio Escheri, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Palermo; Paolo Lo Bue, vice presidente ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Palermo; Daniele Monti, dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Palermo e Raffaele Mazzeo, Partner di RSM Società di Revisione e Organizzazione Contabile Spa.
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Ferrero, nuova acquisizione nel Regno Unito

ALBA (CUNEO) (ITALPRESS) – Una società affiliata a Ferrero ha annunciato un accordo definitivo in base al quale acquisirà Burton’s Biscuit Company dal fondo Ontario Teachers’ Pension Plan Board.
Burton’s impiega circa 2.000 persone nei sei stabilimenti di produzione presenti nel Regno Unito e ha generato un fatturato di oltre 275 milioni di sterline negli ultimi 12 mesi. Burton’s produce alcuni tra i brand più amati del mercato dei biscotti britannico, tra cui Maryland Cookies, Jammie Dodgers, Wagon Wheels, Paterson’s e Thomas Fudgès. L’azienda ha una lunga tradizione nel mercato dei biscotti in UK, che risale al 1935, con marchi molto conosciuti tra i consumatori.
Nell’ambito dell’operazione, la società affiliata a Ferrero rileverà sei stabilimenti di produzione nel Regno Unito, con sedi a Blackpool, Dorset, Edimburgo, Livingston, Llantarnam e sull’Isola di Arran.
Attraverso questa acquisizione, la società affiliata a Ferrero prevede di aumentare l’offerta di prodotti nel mercato dei biscotti, a seguito anche delle precedenti acquisizioni di Delacre, Kelsen Group e Fox’s.
Ontario Teachers’ ha investito in Burton’s nel 2013 e ha contribuito a far crescere l’azienda attraverso investimenti continui nel portafoglio prodotti, nei marchi dei distributori e nei marchi globali di terze parti, oltre ad iniziative di crescita organica e acquisizioni complementari.
Il completamento della transazione, soggetta al rilascio delle autorizzazioni di legge e alle consuete condizioni di chiusura, è previsto per i prossimi mesi.
Davis Polk & Wardwell, LSM legal LLP (consulenti in materia di diritto della concorrenza) e Houlihan Lokey, hanno seguito la consulenza legale e finanziaria della società affiliata a Ferrero.
Kirkland & Ellis e Stamford Partners hanno seguito la consulenza legale e finanziaria di Ontario Teachers.
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World Milk Day, dal latte buona parte dei nutrimenti per la salute

ROMA (ITALPRESS) – “Bere latte fresco quotidianamente aiuta il nostro organismo ad assumere buona parte dei nutrimenti fondamentali necessari a garantire la salute e il benessere; in termini di apporto proteico, infatti, tre bicchieri di latte fresco al giorno forniscono circa la metà del fabbisogno di proteine di un adulto e diversi aminoacidi essenziali”. Lo ricorda il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione del World Milk Day 2021, istituito dalla FAO per ricordare l’importante contributo offerto dal settore lattiero-caseario alla sostenibilità, allo sviluppo economico, ai mezzi di sussistenza e alla nutrizione.
“Basti pensare che un bicchiere di latte fornisce il 28% del fabbisogno giornaliero di calcio, il 18% di quello di vitamina B12, fondamentale alleata nel contrasto all’osteoporosi, il 26% del fabbisogno di vitamina B2 e il 22% di quello di fosforo, elemento utilissimo per la salute di denti, ossa, muscoli e nervi; senza contare poi i benefici apportati al nostro corpo dal potassio, dalla vitamina D e dalla vitamina A, che contribuisce alla vista, allo sviluppo di cellule e ossa e all’integrità del sistema immunitario”, fa notare la Copagri, evidenziando che il comparto può vantare un fatturato annuo di circa 16/17 miliardi di euro, realizzato grazie ad una produzione che nel 2020 ha sfiorato i 13 milioni di tonnellate, con oltre 800mila persone occupate.
“Sembra incredibile dover ricordare i tanti benefici derivanti dal consumo di latte fresco, alimento legato da millenni all’alimentazione umana e caratterizzato da un elevato valore nutrizionale, ma ancora oggi il comparto è frequentemente esposto agli effetti della disinformazione e ai danni causati dalle non poche fake news che vengono di volta in volta tirate in ballo contro un settore che è tra i fiori all’occhiello del Made in Italy nel mondo. Oltre alle bufale della comunicazione, inoltre, il settore zootecnico, messo a dura prova dalle ripercussioni dell’emergenza pandemica, che ha fatto lievitare i costi delle materie prime portando a una minore redditività, deve fare i conti con campagne che promuovono il consumo di proteine vegetali, che hanno come unico risultato quello di danneggiare il latte e l’intero settore”, aggiunge Verrascina.
“Parliamo di un settore all’avanguardia in termini di salubrità; le nostre aziende, infatti, sono le più controllate al mondo e garantiscono la sostenibilità e il benessere animale. Il cosiddetto ‘oro biancò, inoltre, la cui assunzione è fondamentale fin dalla prima infanzia, è un alimento che, nell’ambito di un’alimentazione equilibrata, contribuisce a farci vivere in salute e più a lungo”, continua il presidente, ribadendo la necessità di continuare a puntare sulla corretta informazione e sull’educazione alimentare nelle scuole.
“Gli allevatori sono in prima linea per contribuire al raggiungimento degli obiettivi in materia di sostenibilità ambientale, ma chiedono che analoga attenzione venga prestata alle tematiche, strettamente correlate, della sostenibilità economica e sociale”, conclude Verrascina.
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