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Nutriscore, Filiera Italia “No al cibo sintetico”

ROMA (ITALPRESS) – “E’ una vera chiamata alle armi quella che bisogna fare contro il tentativo di poche multinazionali che vogliono staccare la produzione agroalimentare dai territori dei contadini, nonchè dall’industria tradizionale di trasformazione italiana, per trasferirla nei laboratori e nelle fabbriche chimiche di chi intende sostituire il prodotto della filiera agricola tradizionale, seppure innovativo e sostenibile come quella italiana, con ingredienti di sintesi”. Così il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia a proposito del dibattito in Europa sull’introduzione dell’etichetta a semaforo “nutriscore”. Il vero obiettivo, chiarisce Scordamaglia, “è quello di aumentare la marginalità dei prodotti finiti che queste multinazionali producono connotandosi faziosamente come salutistici”.
Filiera Italia chiarisce come “il Nutriscore sia
uno strumento che accelera tale processo attribuendo un colore sempre più verde ad alimenti sintetici e sempre più rosso ad alimenti naturali in nome di grammo in più di sale zucchero o grasso”.
“Ringraziamo per la posizione assunta tutto il governo italiano a cui chiediamo di non rinunciare a contrastare il Nutriscore senza se e senza ma”, conclude.
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Cresce la fiducia degli italiani nel settore alimentare

ROMA (ITALPRESS) – La fiducia degli italiani nel settore alimentare cresce, guadagna 3 punti rispetto al 2020, in controtendenza rispetto alla media globale in calo di 2 punti e conquista il primato assoluto tra i paesi europei analizzati. Sono alcune delle principali evidenze dell’Edelman Trust Barometer, l’indagine globale sul tema della fiducia realizzata in 28 paesi su di un campione di 33.000 persone. Con il 65% di campione fiducioso, il settore alimentare si piazza dopo tech e salute, al terzo posto tra i 15 settori merceologici analizzati dalla ricerca e riscuote più fiducia rispetto al business in generale, il cui dato arriva al 59%. L’Italia è davanti a paesi di solida tradizione in campo alimentare quali Francia e Spagna e a potenze industriali come Stati Uniti e Germania.
In Italia la fascia d’età che ripone più fiducia nel settore alimentare è quella over 55 con il 68%, in crescita di 6 punti rispetto allo scorso anno, e anche in questo caso va in controtendenza rispetto alla media globale che cala di un punto. Da sottolineare la crescita di 11 punti in termini di fiducia verso i produttori di cibi e bevande nella fascia d’età 35-54.
L’Edelman Trust Barometer analizza anche la fiducia in alcuni sottosettori del food and beverage e in Italia a guadagnare terreno sono i produttori di cibi e bevande (63% del campione fiducioso) e la rete di distribuzione alimentare (70%) che guadagnano rispettivamente 4 e 3 punti. Perdono due punti i produttori di birra e superalcolici che arrivano al 59% di fiducia, dato comunque migliore rispetto a quello globale che arriva al 54% ed è in calo di 6 punti. In calo anche i fast food che con il 46% perdono un punto e, analogamente ai produttori di additivi alimentari che con il 36% perdono 4 punti, non raggiungono la soglia della fiducia. Il Trust Barometer ha messo, inoltre, in evidenza l’elevato grado di fiducia riposto nel proprio datore di lavoro e questo dato è ancora più evidente per coloro che operano nel settore food and beverage con il 76%, sette punti in più rispetto allo scorso anno, record assoluto in termini di crescita tra tutti i 15 settori analizzati dalla ricerca. “I dati hanno evidenziato il buon livello di fiducia degli italiani verso il settore alimentare e sottolineato cinque aree di miglioramento: innovazione, inclusione, informazione, incentivi e investimenti. Inoltre, la trasparenza e la chiarezza nelle informazioni assumono valore sempre più strategico nelle scelte dei consumatori ed è necessario favorire, attraverso incentivi, l’adozione di sistemi tecnologici in grado di limitare l’impatto ambientale”, ha affermato Rossella Camaggio, senior vice president e responsabile settore food&beverage di Edelman Italia.
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Produrre meglio consumando meno, le sfide del sistema alimentare

ROMA (ITALPRESS) – “Serve un sistema alimentare più equilibrato. Dobbiamo avere l’ambizione, la responsabilità e il coraggio di disegnare insieme un nuovo modello che declini concretamente questo concetto: produrre meglio, consumando meno”. Così il vice direttore generale della Fao, Maurizio Martina, ha aperto i lavori del 1° Agrifood Forum di Rinnovabili.it, conferenza digitale dedicata all’agricoltura e all’alimentazione sostenibili. “Penso che il 2021 sia cruciale per le grandi sfide di sostenibilità che abbiamo davanti, e l’Italia è baricentrica in questo momento. I tre aspetti della crisi attuale, quello sanitario, economico-sociale e climatico-ambientale, hanno come epicentro la tenuta dei sistemi alimentari e agricoli e la loro capacità di riorganizzarsi in funzione di queste sfide”, ha aggiunto Martina. Sui passi concreti che l’Italia deve compiere per raggiungere questi obiettivi si è concentrato l’intervento del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. “Spesso l’Italia ha fissato obiettivi, ma senza dare alle aziende strumenti per raggiungerli. Oggi li abbiamo: in parte grazie alla nuova Pac post 2020, in parte grazie alla chance aperta dalla risposta alla pandemia. Dobbiamo fronteggiare una mancanza di sovranità alimentare, migliorare la gestione dell’acqua che è un tema non più procrastinabile, distribuire il valore aggiunto nella filiera e in modo corretto anche attraverso i contratti di filiera”. L’approccio inclusivo va allargato alla fase di sviluppo di una maggiore capacità produttiva dei sistemi agricoli. “Oggi ci viene chiesto di produrre sempre di più, preservando le risorse naturali. Come possiamo farlo? Dando servizi ecosistemici per il progresso della società – ha puntualizzato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – Ci sarà dibattito in futuro tra cibo sintetico e cibo naturale. Dobbiamo proteggere il Made in Italy: così, intorno all’agricoltura potremo costruire un comparto trainante dell’economia”. Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, ha ricordato che “vinceremo la sfida della transizione ecologica, se la gente non la percepisce anche come una liberazione. La tutela dell’agricoltura italiana significa territorio, comunità, bellezza. Serve una difesa della nostra identità, incrociata con l’innovazione”.
“Le biotecnologie rappresentano un potenziale enorme di sviluppo per l’agricoltura, soprattutto oggi perchè abbiamo le nuove tecniche di genome-editing – ha osservato Massimo Iannetta, responsabile Divisione Biotecnologie e Agroindustria di Enea – Centrale è anche il tema della chiusura dei cicli. Su questo punto abbiamo attivato una piattaforma di stakeholder, IGEST, con l’obiettivo di fare innovazione non solo tecnologica ma anche di governance, verso nuovi modelli di sviluppo per creare nuovo valore aggiunto all’interno delle filiere”.
La torsione verde dell’agricoltura passa anche da un rapporto diverso con l’energia. Per Giovanni Tula, responsabile Sostenibilità di Enel Green Power, è possibile una condizione win-win se si individua un nuovo modello ottimale di gestione integrata. “I benefici dell’agrivoltaico possono essere sia ambientali che sociali. A questo si può arrivare se sviluppiamo nuove competenze che oggi non esistono: ad esempio possiamo immaginare un operatore agro-solare, che è impegnato sia nella parte agricola tradizionale ma anche in parte degli interventi di ordinaria amministrazione sull’impianto”.
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Patuanelli “Nutriscore sistema altamente dannoso”

ROMA (ITALPRESS) – “Il sistema Nutriscore a semaforo non mette in campo informazioni, è un sistema soltanto di condizionamento del mercato. Addirittura spesso va contro l’ambiente, hanno infatti semaforo verde alimenti con molto packaging”. Lo dice il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, intervenendo ad Agorà su Rai3.
“E’ assurdo che l’olio d’oliva abbia un colore arancio scuro per il Nutriscore, mentre altri cibi non sani hanno un semaforo verde. Stiamo cercando di creare una minoranza di blocco con Grecia, Cipro e Slovenia, cercando di far capire che quel tipo di etichettatura mette in crisi molte aziende e la dieta mediterranea che invece è un valore”, aggiunge Patuanelli. “Il Nutriscore rischia di essere un chiavistello per l’inserimento del cibo sintetico”, conclude il ministro.
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Agrivoltaico sostenibile, Enea ed Eta firmano intesa per rete nazionale

ROMA (ITALPRESS) – L’agrivoltaico è un connubio tra energia solare e agricoltura capace di promuovere la decarbonizzazione del sistema energetico, ma anche la sostenibilità del settore agricolo e la redditività a lungo termine di piccole e medie imprese. Sono questi gli obiettivi della prima piattaforma nazionale per l’Agrivoltaico Sostenibile promossa da ENEA con l’obiettivo di riunire ad un tavolo di lavoro unitario imprese, istituzione, università e associazioni di categoria. A sostegno della rete ENEA ed ETA – Florence Renewable Energies lanciano la piattaforma dell’Agrivoltaico Sostenibile che mira a favorire lo scambio di informazioni tra tutti gli stakeholders coinvolti ed alimentare le attività utili alla identificazione di linee guida, metodologie e soluzioni tecnologiche ed innovative per la realizzazione di impianti agrivoltaici in Italia.
ENEA ed ETA – Florence hanno firmato un Protocollo d’Intesa per la creazione della piattaforma, seguito dal lancio ufficiale dell’iniziativa durante la 29° edizione dell’EUBCE .
ETA – Florence si occuperà dello sviluppo del sito internet dedicato, della gestione della piattaforma e della comunicazione, anche attraverso l’organizzazione di eventi e webinar.
Per saperne di più e registrarsi alla piattaforma visitare l’indirizzo agrivoltaicosostenibile.com
Hanno già manifestato sostegno alla rete nazionale per l’agrivoltaico sostenibile: Associazione Italiana Architettura del Paesaggio (AIAPP), Confagricoltura, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (CONAF), Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Italiasolare, Legambiente, Università Cattolica del Sacro Cuore, l’azienda REMTec e Società Italiana di Agronomia (SIA).
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Macfrut, Piraccini “Opportunità per intera filiera ortofrutta”

CESENA (ITALPRESS) – “Siamo la prima fiera in presenza dopo un anno e mezzo di fermo. C’è una gran voglia di ripartire e questa è una grande opportunità per l’intera filiera dell’ortofrutta italiana di fare squadra e ridare slancio al settore”. Così Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta in programma nel quartiere fieristico di Rimini dal 7 al 9 settembre prossimo. La macchina organizzativa di Cesena Fiera, organizzatrice dell’evento, non si è mai fermata nel corso di questi mesi che hanno visto la presentazione in modalità virtuale della kermesse in varie parti del mondo (15 presentazioni negli ultimi tre mesi), a cui fanno seguito nei prossimi giorni quelle in Colombia (18 maggio), Cile (20 maggio) e Perù (24 maggio). “Paradossalmente il blocco dei viaggi internazionali si è rivelato una grande opportunità per realizzare un grande numero di presentazioni virtuali – prosegue Piraccini – Sarebbe stato impensabile, infatti, effettuare in tempi così ravvicinati una quantità così massiccia di eventi in giro per il mondo”. E questo è uno degli aspetti che caratterizzerà la prossima edizione di Macfrut: l’incontro tra la modalità virtuale e quella in presenza di cui c’è una grande voglia quale segnale di ritorno alla ‘normalità. “Siamo gli unici ad avere realizzato una vera e propria fiera digitale dedicata all’ortofrutta, con Macfrut Digital. Non un marketplace ma tre giorni dedicati al business di settore su una piattaforma virtuale. Ora, questa esperienza la mettiamo al servizio di tutti, integrata con l’evento in presenza. Forse le grandi fiere orizzontali hanno fatto il loro tempo e si svilupperanno eventi di area che sappiano coniugare la presenza fisica insieme a quella digitale per il collegamento con i paesi lontani. E’ presto per trare conclusioni, tuttavia i segnali che ci arrivano vanno in questa direzione. Macfrut 2021 è una grande opportunità in questa direzione”, conclude Piraccini.
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Giansanti “Agricoltori decisivi nella transizione ecologica”

ROMA (ITALPRESS) – “Gli agricoltori saranno decisivi nella transizione ecologica del sistema agroalimentare mondiale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo al primo Agrifood Forum italiano organizzato da Rinnovabili.it con la collaborazione di Santa Chiara Lab dell’Università di Siena. Una conferenza digitale dedicata ai temi dell’agricoltura e dell’alimentazione sostenibili che ha portato allo stesso tavolo virtuale Istituzioni, associazioni e imprese del settore. Obiettivo definire un percorso trasformativo per il nostro sistema alimentare accompagnando l’Italia verso il prossimo Food System Summit delle Nazioni Unite, convocato a settembre dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
“La pandemia – ha detto Giansanti – ci ha insegnato che è fondamentale avere un sistema agricolo in grado di far fronte ai bisogno del cibo, che è poi il grande tema dell’autosufficienza alimentare, che diventa ancora più impellente risolvere in considerazione dell’incremento demografico della popolazione mondiale (che sarà di 10 miliardi nel 2050) e della crescita del Pil in diverse aree del mondo, che vorrà dire benessere e maggiore consumo di cibo”. Da queste premesse si delinea la strategia da porre in essere per l’agricoltura del futuro: puntare sull’incremento produttivo in quantità e qualità, preservando le risorse naturali, e puntare sempre di più su servizi ecosistemici per il progresso. In quest’ottica, per il presidente di Confagricoltura saranno fondamentali l’innovazione e la ricerca applicata all’agricoltura. “Per unire competitività e sostenibilità sarà indispensabile la quarta rivoluzione nel settore primario: quella della tecnologia e del digitale, dopo le rivoluzioni della genetica, della meccanizzazione e della chimica – ha ribadito Giansanti -. Unendo queste quattro rivoluzioni si potrà dare all’umanità prodotti in quantità, qualità, sicurezza e tracciabilità. Ma non solo. L’innovazione e la ricerca devono essere finalizzate anche allo sviluppo delle agroenergie, fotovoltaico, biogas, biometano, e all’abbattimento delle emissioni, con una progettualità finalizzata ad un migliore utilizzo delle aree boschive, al rilancio della coltivazione della soia nel Nord Italia e delle colture proteiche nel Mezzogiorno. Tutto ciò darà una nuova dimensione all’agricoltura, che dovrà essere polifunzionale”. Infine il presidente di Confagricoltura si è soffermato sulla battaglia già in atto tra cibo naturale e cibo sintetico. “L’Italia deve proteggere la sua storia enogastronomica, la propria dieta mediterranea. Il grande Made in Italy, apprezzato nel mondo e rilanciato dal nuovo modo di produrre in chiave sostenibile, potrà dare al nostro Paese una grande spinta anche nell’export sui grandi mercati internazionali dei nostri prodotti”.
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Cresce il turismo enogastronomico, Sicilia la meta più desiderata

ROMA (ITALPRESS) – Aumenta del 10% il numero dei turisti che hanno viaggiato con la principale motivazione di vivere l’enogastrononia. I turisti che scoprono l’entroterra partendo dal mare appaiono sempre più consapevoli, attivi, esigenti, innovativi e attenti ai temi della sicurezza e della sostenibilità. E’ quanto emerge dalla quarta edizione del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021, curato da Roberta Garibaldi e presentato questa mattina in Senato alla presenza, tra gli altri, del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, del sottosegretario alle Politiche Agricole, Gianmarco Centinaio e il presidente Enit, Giorgio Palmucci, il capogruppo al Senato di Forza Italia, Annamaria Bernini. Nel 2020 i turisti italiani hanno quindi riscoperto l’Italia come destinazione, scelta quasi obbligata dalle restrizioni, con le località di mare che sono diventate le porte di accesso per partecipare a esperienze enogastronomiche nell’entroterra (53% dei turisti enogastronomici), davanti alle città d’arte e alle destinazioni montane. La voglia di vivere all’aria aperta spinge i turisti alla ricerca di sistemazioni come agriturismi (l’86% ha intenzione di alloggiarvi) e relais di campagna (59%), con una ricerca di soluzioni innovative tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino (56%), glamping (29%) e case sugli alberi (32%).
Nella scelta degli hotel la presenza di un’offerta che valorizza i cibi tipici locali appare sempre più determinante, e l’80% degli intervistati si aspetta una prima colazione a base dei prodotti del luogo. Tra le regioni italiane – si legge nel Rapporto- svetta la Sicilia come metà enogastronomica più desiderata, seguita dall’Emilia Romagna, Campania, Puglia e Toscana. La città preferita dai turisti enogastronomici è Napoli che precede Bologna, seguita da Palermo per gli italiani in generale e da Roma per i turisti enogastronomici. La classifica dei paesi stranieri ritenuti la migliore destinazione dal punto di vista enogastronomico vede al primo posto la Spagna, seguita da Francia e Grecia. Parigi si guadagna la prima posizione, seguimi Barcellona e Madrid. “Il messaggio dato dal presidente Draghi è chiarissimo, l’Italia è aperta, il settore turistico ha riacceso i motori ed è pronto a ripartire. I 7 punti del documento approvato dal G20 sono perfettamente in linea con il turismo enogastronomici. Abbiamo la possibilità di ripartire molto velocemente e l’enogastronomia è il settore che può correre più veloce”, ha detto il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.
“Una maggiore organizzazione ci consente di valorizzare i nostri territori e lavorando insieme sono convinto che possiamo vincere” questa sfida, ha concluso. “Il turismo enogastronomico in Italia ha enormi margini di crescita”, ha spiegato il sottosegretario alle Politiche Agricole, Gianmarco Centinaio. “Le eccellenze del Made in Italy possono diventare un traino per l’intero settore. Esempio emblematico è rappresentato dal vino, connubio fra un prodotto e la valorizzazione del suo territorio. Ogni nostra regione è un viaggio del gusto. Nel futuro post pandemia sono sicuro che ci saranno tante opportunità all’insegna del vivere bene e nel rispetto della sostenibilità ambientale”, ha aggiunto. Secondo Giorgio Palmucci, presidente di Enit, è necessario prepararsi a “questa ripartenza che ci sarà. Dopo un anno terribile che abbiamo vissuto a causa del Covid, ci stiamo preparando per una stagione estiva che ci auguriamo possa vedere il ritorno di quei flussi turistici sia domestici ma anche dei paesi di prossimità. E’ chiaro che la velocità della campagna vaccinale aiuterà la ripresa, siamo ottimisti anche sul fatto che le regole a livello Ue renderanno più facile l’accesso nel nostro territorio. Dal punto di vista del turismo enogasteonomico – ha aggiunto – noi riteniamo che una della ragioni fondamentali nella scelta del nostro Paese è anche la grande ricchezza, varietà dei nostri cibi e prodotti agricoli. L’enogastronomia rappresenta una delle ragioni di scelta assiema al patrimonio culturale che porteranno a rivedere le stelle e tornare a quei numeri che si sono drasticamente interrotti nell’ultimo anno”.
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