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Agroalimentare

Vale un miliardo la riapertura dei ristoranti

ROMA (ITALPRESS) – La riapertura di bar, ristoranti e agriturismi per il servizio al tavolo all’aperto vale quasi un miliardo di euro in fatturato dal 26 aprile fino al primo giugno quando sarà prevista anche la possibilità di accedere all’interno dei locali. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti delle nuove regole ipotizzate per il DL Covid allo studio del governo. Consentire la riapertura dei ristoranti a pranzo e cena per chi ha spazio esterno riguarda – stima la Coldiretti – in media circa la metà dei 360mila servizi di ristorazione presenti in Italia con i posti all’aperto dei locali che sono, però, molti meno rispetto a quelli al coperto. Le maggiori difficoltà si registrano nei centri urbani stretti tra traffico ed asfalto mentre nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – ci si sta organizzando secondo Campagna Amica per offrire agli ospiti la possibilità di cenare sotto gli uliveti in mezzo alle vigne che stanno germogliando oppure nell’orto con la possibilità di raccogliersi la verdura direttamente. Le riaperture sono indicate come priorità da quasi un italiano su tre (30%) che desidera tornare in pub, ristoranti e agriturismi per trascorrere momenti conviviali a tavola insieme a parenti e amici, secondo un sondaggio condotto on line sul sito www.coldiretti.it. Una misura attesa dopo mesi di lockdown che hanno primato gli italiani di una componente importante della socialità e tagliato pesantemente i redditi degli operatori con un crollo del fatturato della ristorazione del 42% nel 2020. Un beneficio che si trasferisce a cascata sull’intera filiera con 1,1 milioni di tonnellate i cibi ed i vini invenduti dall’inizio della pandemia Si stima che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino – sottolinea la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. Al danno economico ed occupazionale si aggiunge il rischio di estinzione per oltre 5mila specialità dell’enogastronomia locale, dai formaggi ai salumi fino ai dolci, per la mancanza di sbocchi di mercato per l’assenza di turisti e la chiusura di ristoranti e agriturismi dove le tradizioni dai campi alla tavola sono tramandate da secoli. Complessivamente nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che – conclude Coldiretti – vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale.
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Oscar, Bottega e Coppola per vini cena 93/a edizione

ROMA (ITALPRESS) – Francis Ford Coppola Winery, azienda vinicola della California settentrionale, ha creato due vini in edizione limitata in onore della 93esima edizione degli Academy Awards.
Le stesse bottiglie “The Family Coppola 93rd Awards” sono state prodotte in edizione limitata da Bottega S.p.A. e sono caratterizzate dal colore dorato specchiato. Entrambe sono state ideate e realizzate per dare un tributo anche visivo al talento, alla passione e al duro lavoro che contraddistingue l’intero mondo del cinema.
I vini Francis Ford Coppola Winery, selezionati per i 93° Awards sono uno Chardonnay e un Cabernet Sauvignon, entrambi annata 2019. Hanno origine da uve coltivate nella contea di Sonoma, nel primo anno dal 2011 in cui la California non ha patito la siccità, regalando al vino una piacevole complessità, grazie all’elevata qualità dell’uva di quell’anno. Lo Chardonnay è equilibrato e deciso, con note di pesca bianca, albicocca e prugna. Il Cabernet Sauvignon di Alexander Valley è complesso e speziato con una buona acidità. Entrambi sviluppano una gradazione alcolica di 14,5% vol. Le esclusive bottiglie dorate sono state prodotte dalla cantina Bottega S.p.A. di Bibano di Godega (TV), che da anni ha messo a punto un esclusivo processo di metallizzazione, grazie a quale il colore oro specchiato diventa parte integrante del vetro. Il relativo brevetto è stato riconosciuto recentemente anche dalla Corte d’Appello di Venezia.
L’amicizia con Francis Ford Coppola e Sandro Bottega nasce insieme a Stefania Sandrelli che racconta: “La stima e la fiducia reciproca è il file rouge che ci ha permesso di unirci per un piccolo grande brindisi comune”. Allo stesso modo Sandro Bottega racconta l’unicità di Francis Ford Coppola: “In ogni suo pensiero c’è l’Italia, la nostra cultura (anche enogastronomica). Francis alle volte beve il vino tagliato con l’acqua, un vero e proprio spritz, come i nostri nonni; è un uomo di grandissima cultura che spende molto tempo sui libri di storia per immaginare il futuro”.
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Agroalimentare ha superato quota record export 46 miliardi

ROMA (ITALPRESS) – “In una situazione di difficoltà legata alle innumerevoli ripercussioni dell’emergenza pandemica, con le note restrizioni e la chiusura di sbocchi commerciali, il comparto agroalimentare, pur dovendo fare i conti con le ataviche problematiche che da anni frenano lo sviluppo del primario, ha fatto registrare una crescita dell’export dell’1,8%, superando quota 46 miliardi e avvicinandosi sensibilmente all’obiettivo programmatico dei 50 miliardi”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione della sessione straordinaria della Cabina di regia sull’internazionalizzazione dedicata all’attrazione degli investimenti esteri, svoltasi oggi in videocollegamento dalla Farnesina e co-presieduta dai ministri degli Esteri Luigi Di Maio e dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. “Per proseguire sulla strada della crescita diventa quindi prioritario continuare a puntare sulla promozione del Made in Italy e sull’attrazione degli investimenti, asset fondamentali per la tenuta economica del Paese; basti pensare che il 32% del PIL nazionale deriva dalle esportazioni e il 20% dagli investimenti esteri”, ha ricordato il presidente, ad avviso del quale “l’impegno del Governo in tali ambiti rappresenta un positivo segnale di attenzione e fiducia nei confronti dei mercati, condizione imprescindibile per non veder sfumare un patrimonio di credibilità ottenuto in decenni di sacrifici e di impegno da parte dei produttori agricoli”.
“Gli agricoltori sono da anni impegnati sul versante della qualità, fronte sul quale hanno sensibilmente contribuito a dare lustro e prestigio all’immagine del Made in Italy nel mondo, ma chiedono uno sforzo che porti a colmare il gap con i principali competitor comunitari del Paese in termini di costi che le imprese sono costrette a sostenere per stare sui mercati; ci riferiamo in particolare all’annosa questione delle infrastrutture, sia logistiche che digitali, sulla quale bisogna intervenire quanto prima anche approfittando delle grandi possibilità offerte dal Recovery Fund”, ha continuato Verrascina.
“In ragione di ciò, condividiamo pienamente le linee guida e gli intenti del documento conclusivo adottato in occasione dei lavori, nel quale si individua l’agroalimentare, fra gli altri comparti, quale settore prioritario su cui concentrare le iniziative promozionali che verranno messe in campo dal Comitato Interministeriale per l’Attrazione degli Investimenti Esteri-CAIE e cui destinare un’adeguata dotazione di risorse per portare avanti l’attività di attrazione degli investimenti esteri”, ha concluso il presidente della Copagri.
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Prosciutto Toscano Dop, nel 2020 produzione in calo

FIRENZE (ITALPRESS) – Cala la produzione di Prosciutto Toscano DOP: secondo i dati forniti dall’ente di certificazione IFCQ, nel 2020 le cosce salate sono state 299.000, un dato inferiore del 16% a quello 2019, quando le cosce salate erano state 357.000. Questa differenza è legata principalmente all’emergenza sanitaria da Covid-19: il Prosciutto Toscano DOP, infatti, ha risentito della significativa contrazione del canale ho.re.ca., penalizzato dalle chiusure, e della diminuzione, soprattutto nei primi mesi della pandemia, del banco taglio. Nel 2020, il fatturato al consumo fatto registrare dal comparto del Prosciutto Toscano DOP – sono 20 le aziende associate al Consorzio, con 1.500 addetti diretti e altri 2.500 lavoratori legati all’indotto – è stato di circa 46 milioni di euro. Il calo rispetto al 2019, quando il giro d’affari al consumo era di circa 55 milioni, è del 16,3%.
GDO e cash & carry sono il principale canale di distribuzione del Prosciutto Toscano DOP: insieme, incidono per l’80% del turnover del comparto. Ho.re.ca. e piccoli dettaglianti rappresentano il restante 20%. All’interno del circuito della grande distribuzione organizzata, il banco taglio totalizza il 60% delle vendite di Prosciutto Toscano DOP. Il calo del banco taglio è stato parzialmente compensato dalla crescita del segmento del pre-affettato: una tendenza in atto già da alcuni anni ma che ha subito un’accelerazione nel 2020, per effetto del Covid-19. Lo scorso anno sono state prodotte oltre 3.149.000 vaschette: l’incremento, rispetto al 2019, quando la produzione ammontava a 2.968.000 vaschette, è stato del 6,1%.
La pandemia ha influito anche sull’export del Prosciutto Toscano DOP: dopo un 2019 positivo, il 2020 ha fatto registrare un rallentamento nell’ordine di grandezza del 10%. Sul totale del turnover del comparto, l’export incide per il 15%.
Questo il commento di Fabio Viani, Presidente del Consorzio del Prosciutto Toscano DOP: “Il nostro comparto ha tenuto e ha saputo reagire a una situazione, anche sul piano macroeconomico, estremamente complessa, causa Covid-19. Difficile fare previsioni: per il 2021, puntiamo prudenzialmente a confermare i livelli produttivi del 2020 e a migliorare leggermente le performance economiche. In Italia, confidiamo nella graduale ripresa del canale ho.re.ca., a partire dal secondo semestre; nel caso dell’export, segnali positivi arrivano dal Nord America, con un incremento degli ordini negli Stati Uniti, dove il Prosciutto Toscano DOP è commercializzato da cinque anni, e in Canada. In questi Paesi, infatti, la campagna vaccinale sta procedendo a ritmi sostenuti”. Un dossier importante è quello dell’etichettatura unica che verrà adottata nei Paesi dell’Unione a partire dal 2022: “Il Consorzio del Prosciutto Toscano DOP è totalmente contrario al sistema Nutriscore – continua il presidente Viani -. L’etichetta a semaforo, infatti, rischia di penalizzare fortemente un prodotto agroalimentare naturale, di qualità e di grande tradizione come il nostro, fornendo informazioni incomplete e parziali ai consumatori. Sul tema, come Consorzio, siamo in costante dialogo sia con la Regione Toscana sia con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali”.
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Giansanti “La Pac rimanga politica agricola ed economica”

ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo l’occasione di ridare un indirizzo strategico alla politica agricola nazionale, in linea con gli obiettivi di fondo che saranno decisi in ambito europeo. I traguardi dovranno essere ambiziosi, così come le strategie da condividere”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’avvio dei lavori del Tavolo di partenariato chiamato a redigere il Piano Strategico Nazionale – la principale novità della riforma della PAC proposta dalla Commissione europea – che dovrà essere trasmesso alla Commissione Ue entro la fine dell’anno.
“La pandemia ha messo in evidenza la solidità del sistema agroalimentare europeo e anche la capacità di resilienza dell’agricoltura. La messa a rischio del potenziale produttivo del settore sarebbe un danno prima di tutto per i consumatori – ha affermato – Condividiamo pertanto l’approccio del Ministro Patuanelli a favore della produttività e della competitività delle imprese”.
“Ci sono alcuni elementi dai quali il Piano strategico nazionale non può prescindere – ha affermato il presidente di Confagricoltura -. Prioritario è che la PAC rimanga una politica agricola, economica, che garantisca reddito agli agricoltori, con un approccio flessibile in grado di accompagnare le eventuali crisi di mercato, con obiettivi misurabili in corso d’opera”.
“Per garantire la competitività delle imprese è poi necessario che queste non vengano penalizzate se di medie o grandi dimensioni, – ha aggiunto Giansanti – poichè sono quelle che investono maggiormente in innovazione, quindi anche in tutela ambientale e occupazionale. No quindi al “capping” e sì invece a una semplificazione e riduzione degli oneri burocratici”.
“E’ importante che la Pac non sia scambiata per uno strumento di programmazione ambientale, – ha concluso Giansanti – perchè tratta di produzioni agricole. Per le problematiche ambientali e sociali esistono politiche e fondi dedicati”.
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Birra Messina, una piattaforma sulle meraviglie inattese della Sicilia

ROMA (ITALPRESS) – Partendo dalla Sicilia che non ti aspetti, è nata l’idea di un viaggio attraverso storie di successo dell’Isola che ora vivono nella piattaforma digitale di Birra Messina “La Sicilia si sente”: 9 storie, una per ognuna delle 9 province siciliane, 9 esperienze diverse che, attraverso la voce dei protagonisti, parlano di chi “ce l’ha fatta”, emergendo in contesti difficili con coraggio e passione. Storie di chi è nato sull’isola e ha scelto di vivere nella propria terra, trasformando antichi mestieri e tradizioni in scommesse imprenditoriali e in attività che valorizzano le bellezze naturalistiche e culturali dell’isola, soprattutto quelle meno note e fuori degli stereotipi. Partendo da una caratteristica tipica di questa regione: che sa stupire e meravigliare, perchè ha sempre qualche bellezza segreta da mostrare, qualche perla nascosta, a volte sconosciuta anche agli stessi siciliani.
Per 9 settimane, le 9 storie di meraviglia inaspettata saranno raccontate direttamente dai loro protagonisti sui canali social di Birra Messina (Instagram e Facebook, mentre il racconto completo è disponibile sui canali web del brand e sul canale youtube), con cadenza settimanale.
A supporto della piattaforma, è di nuovo on air sulle principali reti televisive nazionali lo spot “La Sicilia si sente”, un affresco della Sicilia e dei suoi abitanti, scandito da una poesia in dialetto siciliano scritta ad hoc.
Una ricerca realizzata da Birra Messina, in collaborazione con Doxa (su un campione di 600 siciliani) svela il lato meno noto dell’isola e alcune sue caratteristiche che raccontano la generosità, la passione e la ricchezza di un luogo unico al mondo. La ricerca conferma che il 12% degli intervistati ammette di conoscere poco la propria terra, mentre l’84% del campione afferma con sicurezza che prova spesso un senso di meraviglia e stupore di fronte ad aspetti inediti e poco conosciuti dell’isola, provando subito il desiderio di condividere questa scoperta con amici e familiari. La ricerca svela anche i luoghi del cuore dei siciliani – quelli più intimi, fuori dalle rotte del turismo di massa -: primo fra tutti Borgo Cunziria (64%), seguito da San Mauro Castelverde (55%), da Rometta e Roccavaldina (54%), da Palazzo Acreide (47%) e Naro (46%). E porta alla luce un fenomeno ancora poco noto di recupero di antichi mestieri che oggi dovrebbero essere riscoperti – magari in chiave moderna – e trasformati in progetti di vita lavorativa: al primo posto il puparo (65%), seguito dall’artigiano delle maioliche (57%), dal pescatore (52%), dal pastore (50%) e dall’agricoltore (49%).
Mentre le ricette meno celebri che i siciliani vogliono ricordare affinchè non se ne perda traccia e memoria, sono lo sfincione (67%), seguito dalla granita ai gelsi neri (64%), dalla pasta con i tenerumi (53%), dalla pasta ‘ncasciata, senza dimenticare la stigghiola (51%) e la pignolata (47%).
Sono passati due anni da quando, grazie all’accordo tra Heineken Italia e la Cooperativa Birrificio Messina, Birra Messina ha lanciato Birra Messina Cristalli di Sale, suscitando prima curiosità e poi riscuotendo interesse e successo sul mercato.
“Per noi, anche grazie alla partnership con Heineken Italia – afferma Mimmo Sorrenti, presidente della Cooperativa Birrificio Messina – è iniziato non solo un nuovo percorso di stabilità, in un periodo così incerto, ma anche di crescita. Il 2020 è stato un anno complesso ma al contempo importante per noi, addirittura
positivo per molti versi. Abbiamo messo in atto una serie di investimenti di grande impatto per il nostro birrificio e per la nostra isola, rendendo la nostra produzione più competitiva, facendo crescere noi e la rete di famiglie e fornitori che ruota intorno alla nostra realtà. E questa è una grande soddisfazione. Soprattutto in un momento storico difficile come questo”.
“Siamo riusciti a tenere duro e abbiamo potuto assumere 11
persone e fare investimenti determinanti per la nostra competitività – aggiunge Sorrenti -: una nuova sala cottura, una nuova cantina di fermentazione, l’ampliamento del reparto lieviti, l’acquisizione di un pastorizzatore flash, un nuovo magazzino e ultimo, ma non per importanza, un impianto fotovoltaico della potenza di 99,99 Kw che permette al birrificio di essere più green e sostenibile”.
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Nuove restrizioni Ue a importazioni da Myanmar, coinvolto anche il riso

ROMA (ITALPRESS) – “Un atto scontato e inevitabile da parte dell’Unione europea, di fronte alle brutali repressioni seguite al colpo di Stato in Myanmar. Le concessioni commerciali dell’Unione sono finalizzate a favorire lo sviluppo dei Paesi meno avanzati e non possono andare a vantaggio di chi non rispetta i fondamentali diritti civili”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così le nuove misure restrittive varate oggi dal Consiglio dei ministri degli Affari Esteri dell’Unione europea e che la Confederazione aveva sollecitato già nelle scorse settimane.
L’intesa raggiunta oggi dal Consiglio riguarda anche la limitazione dell’attività della “Myanmar Economic Corporation”, da cui dipende la gran parte delle esportazioni di riso prodotto localmente. L’Ente è gestito dall’esercito di Myanmar.
Grazie alle concessioni della UE, basate sulla soppressione dei dazi doganali, le importazioni di riso Japonica sul mercato dell’Unione – rileva Confagricoltura – sono passate da 31.500 a 158.700 tonnellate nel periodo 2018-2020.
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Arriva la task force degli stagionali “Salva raccolti”

ROMA (ITALPRESS) – Dalle patate e gli ortaggi della Piana del Fucino in Abruzzo alle coltivazioni di tabacco nel veneto fino alle zucche nel Mantovano, ai pomodori a Piacenza e alpeggi ad Aosta, è atterrata la task force salva raccolti organizzata dalla Coldiretti per aiutare le imprese agricole in crisi per la mancanza di manodopera a causa dell’emergenza Covid. Il primo contingente, trasportato da un volo charter con 142 lavoratori provenienti dal Marocco sbarcati all’Aeroporto internazionale d’Abruzzo “Pasquale Liberi” di Pescara.
Grazie alla collaborazione fra Coldiretti e l’Ambasciata italiana in Marocco è stato organizzato un servizio di tamponi rapidi prima della partenza dei lavoratori in aeroporto a Casablanca, in tal modo da garantire il rispetto dell’Ordinanza del Ministero della Salute appena pubblicata.
“Si tratta di operai agricoli stagionali qualificati che ormai da anni – sottolinea la Coldiretti – sono impiegati sul territorio nazionale, tanto da essere diventati indispensabili per l’attività di molte aziende nostrane, con cui in molti casi sono nati rapporti anche di amicizia. Dopo aver trascorso il periodo di quarantena, si impegneranno nei campi in Abruzzo, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Valle d’Aosta in attività che necessitano in molti casi di una elevata professionalità e che comprendono la semina delle patate, i trapianti di finocchi e carote, la coltivazione del tabacco e dei pomodori, la raccolta di meloni, zucche e zucchine”.
Il volo privato è stato organizzato dalla Coldiretti dopo che il Marocco ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’Italia con grandi difficoltà per molte imprese che non possono più contare su storici collaboratori. La comunità marocchina è la più numerosa tra i lavoratori agricoli fuori dei confini comunitari con quasi 36mila persone, il 10% circa del totale dei braccianti stranieri che ogni anno vengono occupati da nord a sud della Penisola.
“Prima della pandemia – continua la Coldiretti – i lavoratori stranieri occupati in agricoltura erano 368.000 per la maggior parte provenienti da Romania (98.011), Marocco (35.787), India (35.355) e Albania (33.568). Una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale ma anche determinante per molti distretti agricoli come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani”.
“In queste condizioni è importante l’annuncio da parte della Commissione europea del passaporto vaccinale con l’obiettivo di consentire la libera circolazione all’interno dell’Unione per lavoro o turismo”, conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di lavorare a livello nazionale per accordi bilaterali con i Paesi dove è più rilevante il flusso di lavoratori”.
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