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Vino, accordo Tannico-Ice per vendite online piccole cantine

MILANO (ITALPRESS) – Tannico, enoteca online, sigla un accordo con l’Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che consentirà a 400 piccole cantine italiane di accedere a condizioni economicamente agevolate, o in totale gratuità per le otto Regioni beneficiarie del Piano Export Sud, a WinePlatform, la piattaforma di Tannico che supporta le aziende vinicole nella vendita online con consegna a domicilio in oltre 20 Paesi del mondo. Il progetto, unico nel mondo del vino italiano, supporterà economicamente, tecnologicamente e logisticamente 400 case vinicole fornendo loro gli strumenti necessari per poter beneficiare dell’importante aumento di volumi che stanno registrando le vendite attraverso l’e-commerce.
L’Agenzia Ice metterà in campo anche un’attività di intensa promozione destinata ad azioni personalizzate e targettizzate di digital marketing rivolte al pubblico estero, sia a beneficio delle 400 cantine di piccole o medie dimensioni selezionate e ammesse a costi agevolati, sia delle aziende già presenti sulla piattaforma, che godranno di traffico digitale aggiuntivo.
Tannico, attraverso la piattaforma WinePlatform lanciata nel 2017 e che oggi viene utilizzata da centinaia di cantine, affiancherà ogni casa vinicola selezionata dal punto di vista tecnologico e logistico. Da un lato lo farà con la creazione di un e-shop dedicato attraverso cui poter vendere i propri prodotti; dall’altro il supporto avverrà gestendo tutti gli ordini ricevuti sulla piattaforma dalla ricezione di pagamenti sicuri alle conseguenti operazioni di picking, packing e spedizioni, dal disbrigo delle pratiche di export e accise al servizio di customer care. “Sono orgoglioso di vedere come la nostra piattaforma WinePlatform, già usata da centinaia di cantine, potrà aiutare tantissimi altri piccoli viticoltori italiani ad aprirsi al commercio elettronico nei mercati esteri”, dichiara Marco Magnocavallo, Ad di Tannico, “I mercati stanno ripartendo con un’accelerata transizione verso il digitale e le abitudini di consumo si stanno sempre più orientando verso l’e-commerce. L’accordo con Tannico, e la piattaforma WinePlatform, vanno visti in questa prospettiva e fanno parte del nostro più ampio piano di supporto alle Pmi italiane per affrontare i mercati internazionali in un contesto globale in continua evoluzione”, sottolinea il presidente dell’Agenzia Ice, Carlo Ferro.
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In agricoltura 18.000 stagionali in meno nel 2020

ROMA (ITALPRESS) – Anche l’agricoltura paga un prezzo salato per la crisi scatenata dal Covid-19. Nel 2020 il numero di giornate lavorate dai braccianti agricoli si è ridotto del 2,4% rispetto all’anno precedente (2.037.000 in meno). La flessione degli occupati nel settore è stata dell’1,9% e ha coinvolto oltre 18.000 lavoratori stagionali. Sono questi i primi dati elaborati dall’Osservatorio sul lavoro agroalimentare costituito dalla Fondazione Argentina Altobelli e dal Censis con l’obiettivo di rappresentare la realtà del lavoro nel settore agricolo e nell’industria agroalimentare. Nonostante il settore agricolo non si sia fermato nell’anno del lockdown, l’impatto della crisi è stato rilevante e ha colpito in maniera differenziata le diverse regioni del Paese. In sintesi, i lavoratori agricoli sono passati da 955.000 a 937.000 e le giornate lavorate nell’anno sono diminuite da 85 a 83 milioni. Nella realtà del lavoro agricolo spicca anche una quota rilevante di lavoratori che risultano occupati per meno di 10 giornate all’anno. Sono il 14% del totale, pari a 132.000 nel 2020. Se si contano i lavoratori occupati per meno di 30 giornate, la quota sale al 26,5% del totale, pari a poco meno di 250.000 braccianti agricoli: una realtà controversa che merita di essere approfondita in tutti i suoi aspetti. Nella scomposizione delle diverse anime del lavoro agricolo merita attenzione anche la componente dei lavoratori stranieri, che sono oltre 330.000 e rappresentano il 35,6% della forza lavoro totale.
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Anga e Confagricoltura, pianificazione e policy per mercato della soia

ROMA (ITALPRESS) – Il mercato della soia è caratterizzato da incertezza e volatilità. C’è la variabilità climatica che necessita di risposte agronomiche, ma c’è anche la variabilità dei prezzi che richiede risposte analitiche, definizione di strategie di acquisto, di vendita o di risk management. E’ quanto emerso nel webinar sul mercato della soia promosso da Anga-Giovani di Confagricoltura, in collaborazione con Confagricoltura ed Aretè. Il responsabile nazionale Proteoleaginose di Anga Francesco Cavazza ha parlato di agricoltura di precisione che non è solo agronomica ma va accompagnata dall’analisi dei big data su aspetti produttivi, di mercato e degli asset finanziari.
“Solo un’attenta analisi dei fondamentali di mercato e del contesto macroeconomico – ha osservato – consentirà una gestione ottimale del rischio per la massimizzazione dell’efficienza economica della coltura. Bisogna giocare su due fronti: prezzi e policy”. La responsabile dei seminativi di Confagricoltura, Silvia Piconcelli, ha affrontato proprio il tema della pianificazione e della policy. Ad avviso di Confagricoltura, sulla base del piano proteico europeo, va definito quello nazionale; va incoraggiata la produzione di semi oleoproteaginosi, proteaginose e leguminose da foraggio di cui l’Unione Europea è deficitaria. Gli scenari dello scacchiere mondiale sono stati tratteggiati da Annachiara Saguatti e Filippo Roda di Aretè che hanno delineato come i prezzi del seme di soia, dalla seconda metà del 2020, siano entrati in un trend rialzista, con quotazioni nazionali e internazionali che hanno registrato aumenti superiori al 70%. Determinanti per l’evoluzione dei prezzi, nella restante parte del 2021, saranno l’arrivo sul mercato delle nuove produzioni sud americane e, da settembre, il nuovo raccolto Usa. Su entrambi i fronti permane però grande incertezza. La presidente della Federazione nazionale delle Proteoleaginose Deborah Piovan ha ricordato come Cina e Usa stiano investendo sul miglioramento genetico e sull’intelligenza artificiale, massimizzando così la produzione. “Confagricoltura – ha detto – chiede a livello europeo una strategia condivisa per migliorare l’autoapprovvigionamento e per promuovere, con diversi strumenti, la crescita”. Ad avviso di Confagricoltura va attivato a livello europeo un piano concreto ed efficace di aiuto a lungo termine agli investimenti, all’innovazione ed alla ricerca su tutta la catena del valore; occorre focalizzare la ricerca sull’effettivo miglioramento delle rese e sulla tolleranza alle malattie. “In un mercato estremamente volatile come quello della soia è necessario sorvegliare con attenzione affinchè la domanda e l’offerta si possano incontrare sempre in un contesto equilibrato – ha quindi aggiunto Deborah Piovan -. Questo è tanto più vero per la soia italiana, che soddisfa il mercato di nicchia Ogm free”. Soddisfatto dell’incontro il vicepresidente nazionale di Anga Francesco Longhi, che ha concluso ricordando come l’associazione sia attivamente impegnata negli approfondimenti settoriali, per fornire indispensabili strumenti di conoscenza e orientamento delle scelte aziendali.
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L’Emilia-Romagna in campo contro il Nutriscore

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Semaforo rosso per il cibo Made in Italy? NO, GRAZIE!”. Con questo titolo è partita nei giorni scorsi su Change.org la petizione contro la proposta di adottare in tutta Europa il cosiddetto sistema Nutriscore per l’etichettatura degli alimenti. Postata sulla nota piattaforma, la petizione è stata sottoscritta tra i primi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.
L’assessore ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa nel suo intervento di questa mattina all’Assemblea dei delegati del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, con l’invito a sottoscrivere l’appello diffuso via internet rivolto ai colleghi assessori regionali, al Governo, agli europarlamentari italiani di ogni colore politico, ai produttori dell’agroalimentare e, più in generale, a medici e nutrizionisti.
“Etichettare prodotti di eccellenza- afferma Mammi- come il vostro ‘Re dei formaggì o il Prosciutto di Parma con un bollino rosso come se fossero cibi che mettono a rischio la salute è una vera e propria assurdità. Così facendo, anzichè orientare in modo corretto i consumatori, si finisce solo per accrescere la disinformazione, arrecando un grave danno al cibo Made in Italy”.
In uno dei passaggi centrali della petizione si sottolinea come ormai sia “venuto il tempo di costruire un’alleanza a tutela dei nostri prodotti Dop e Igp, alla qualità, alla bontà e alla sicurezza del cibo made in Italy, che è cibo sicuro e controllato. Questa è una battaglia che l’Italia deve giocare unita insieme ad altri Paesi europei: noi siamo per dire quali sono i nutrienti dei cibi e sostenere che i cibi vanno consumati nelle giuste quantità”.
Un appello indirizzato dai proponenti ai vertici dell’Unione europea, a partire dalla presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula Von Der Leyen, dal vicepresidente, Frans Timmermans, e dal Commissario europeo per l’Agricoltura per lo Sviluppo rurale, Janusz Wojciechowski. Tra i destinatari anche il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e il coordinatore del gruppo Socialisti e Democratici della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro.
“Noi – prosegue il testo della petizione – siamo per la soluzione NutrInform, proposta dall’Italia, un sistema che permette di rappresentare graficamente la percentuale assunta di energia e dei singoli nutrienti rispetto alla porzione di consumo consigliata dell’alimento. Un modello trasparente con basi scientifiche molto più serie. Con il Nutriscore ci rimetterebbero gli agricoltori, le imprese agroalimentari, i lavoratori italiani e le loro famiglie. E il nostro buon cibo, che sa raccontare storia e bellezza dell’Italia. Ci rimetterebbero i cittadini travolti da informazioni sul cibo semplicistiche e scorrette”.
“Per contrastare un modello di etichettatura che penalizzerebbe ingiustamente molti prodotti alimentari italiani ed emiliano-romagnoli- chiude Mammi- bisogna insistere molto anche sull’importanza di una corretta educazione alimentare rivolta a famiglie e giovani, con la consapevolezza dell’origine dei cibi e una grande attenzione alla varietà degli alimenti. Temi sui quali come Regione stiamo lavorando da tempo, per tenere alta la bandiera dei nostri 44 prodotti a marchio Dop e Igp che tutto il mondo conosce e apprezza da tempo”.
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Parmigiano Reggiano, Minelli ritira candidatura a presidenza Consorzio

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Kristian Minelli ha deciso di ritirare la sua candidatura alla presidenza del Consorzio Parmigiano Reggiano. La notizia è stata ufficializzata nel corso dell’assemblea generale dei consorziati. L’unico nome rimasto in lizza resta dunque quello del presidente uscente, Nicola Bertinelli. Oggi l’assemblea ratificherà il nuovo Cda, mentre bisognerà attendere il prossimo Consiglio per l’elezione di presidente, vicepresidente e comitato esecutivo. Minelli, mantovano e presidente del Caseificio Razionale Novese, motiva così la scelta di abbandonare la corsa: “Il bene del Consorzio e del Parmigiano Reggiano vengono prima di tutto. Ho scelto di ritirare la mia candidatura per evitare spaccature che avrebbero influito negativamente sulla gestione del Consorzio e di conseguenza sulla nostra filiera. La mia candidatura – e ringrazio l’Alleanza delle Cooperative per il sostegno ricevuto – è nata con l’obiettivo di assicurare al Consorzio Parmigiano Reggiano una gestione unitaria, forte e condivisa, frutto del confronto e della composizione delle istanze che animano le diverse componenti di questa straordinaria filiera. In occasione degli incontri degli ultimi giorni con i consiglieri eletti nel nuovo consiglio di amministrazione e con le organizzazioni professionali agricole e degli industriali, ho riscontrato apprezzamenti per il mio percorso professionale e per l’impegno come allevatore e come cooperatore. Da questi incontri – aggiunge – ho maturato la convinzione che per tutti noi sia importante provare a condividere un percorso di gestione orientato al futuro di questo prodotto famoso in tutto il mondo a dimostrazione che è possibile trovare un punto di ripartenza condiviso da tutti, e garantire al Consorzio un sostegno corale e convinto nello svolgimento dei compiti ad esso attribuiti”.
“Come la storia cooperativa ci insegna, non è con i rapporti di forza che si creano sviluppo e crescita, bensì con il dialogo e la ricerca costruttiva di una soluzione in grado di rispondere alle aspettative di coloro che, scegliendoci, ci hanno dato fiducia. Solo un Cda coeso e animato da spirito di collaborazione, pur nella naturale pluralità delle anime che lo compongono, può onorare adeguatamente il compito che gli è stato assegnato. Facciamo ora tutti assieme un passo in avanti per la definizione della squadra e delle priorità del programma per quattro anni di mandato densi di successi”, conclude Minelli.
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Agricoltura, al via programma di formazione per inclusione sociale

ROMA (ITALPRESS) – Reale Foundation, insieme a Confagricoltura e a Onlus Senior Età della Saggezza, con Enapra, Fai-Federazione Apicoltori Italiani, Rete Fattorie Sociali, l’Università di Roma Tor Vergata, hanno avviato, in collaborazione con Unhcr, “Cultum Change”, un programma di formazione finalizzato all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo dei rifugiati in agricoltura. Alle azioni previste dal Programma collaborerà anche la Cooperativa Kairos, titolare del Progetto Radix.
Cultum Change nasce da un’idea di Reale Foundation e sulla scia delle proposte fatte da Confagricoltura al governo per risolvere la crisi di manodopera nel settore agroalimentare italiano, dai corridoi verdi, ai voucher agricoli, fino a dare lavoro a chi percepisce un sussidio. In particolare, Cultum Change si rivolge a due tipologie di soggetti beneficiari: le aziende agricole e i piccoli produttori italiani che hanno bisogno di manodopera specializzata in brevissimo tempo. Le aziende saranno selezionate da Confagricoltura secondo criteri non solo produttivi, ma anche di sostenibilità e di particolare attenzione alle condizioni di lavoro; i rifugiati e i titolari di protezione internazionale, in quanto soggetti particolarmente svantaggiati e fragili rispetto all’accesso al mondo del lavoro. La proposta di programma è stata tradotta in una piattaforma on line al sito https://www.cultumchange.it/ che, grazie al supporto di Enapra – Ente di Formazione di Confagricoltura – mette a disposizione dei rifugiati disoccupati corsi di formazione mirati, per l’inclusione e la crescita professionale, nel tempo, di coloro che si iscriveranno alla piattaforma. Nell’ambito delle attività previste da Cultum Change, Enapra ha messo a punto, all’interno della propria piattaforma E-learning, un’area dedicata al progetto. “Cultum Change si inserisce in un più ampio progetto di Reale Group che persegue l’inclusione sociale. Siamo felici di contribuire, tramite questo progetto, all’orientamento dell’agricoltura verso l’inclusione sociale e verso modelli di produzione e di consumo capaci di correggere gli squilibri sociali e ambientali che minacciano la nostra epoca. Tutto questo è possibile grazie alla partnership con grandi realtà storicamente amiche come Confagricoltura e Unhcr, che ci permettono di generare, insieme, impatto sociale positivo e innovazione economica”, ha dichiarato Virginia Antonini, Head of Reale Foundation. “L’accesso a questi percorsi formativi in ambito agricolo rappresenta per le persone rifugiate un’occasione preziosa per migliorare e riqualificare le proprie competenze, accrescendo le opportunità di inserimento lavorativo dignitoso e lontano da dinamiche di intermediazione illecita e sfruttamento”, ha concluso Chiara Cardoletti, rappresentante di Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
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McDonald’s, 140 mila pasti donati in 120 città italiane

MILANO (ITALPRESS) – McDonald’s, i suoi franchisee, Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald e Banco Alimentare, si erano posti un obiettivo: donare, entro la fine di marzo 2021, 100mila pasti caldi alle persone più bisognose. Un traguardo raggiunto con successo e addirittura superato, con oltre 140mila pasti totali distribuiti; un impegno di collaborazione sincera che ha permesso di supportare migliaia di persone, nel difficile contesto in cui stiamo vivendo.
Sono stati in totale 185 i ristoranti McDonald’s che hanno aderito all’iniziativa “Sempre aperti a donare”, oltre 200 le associazioni caritatevoli beneficiarie – di cui 175 individuate grazie al supporto di Banco Alimentare – in 120 città dislocate lungo tutta la Penisola. Importante anche il contributo dei fornitori McDonald’s che hanno voluto partecipare al progetto.
“Siamo davvero orgogliosi di questa iniziativa che ci ha permesso di dare un contributo concreto alle comunità locali in cui operiamo tutti i giorni e che in questo momento ospitano molte persone in difficoltà” dichiara Mario Federico, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia. “Un successo reso possibile grazie alla preziosa collaborazione dei nostri franchisee, Banco Alimentare e gli enti benefici territoriali che ci hanno permesso di costruire una vera e propria catena di solidarietà che non si ferma qui”. McDonald’s, in chiusura del progetto, ha inoltre devoluto 47mila euro a Banco Alimentare per l’acquisto di attrezzature per la conservazione di alimenti freschi recuperati nella filiera alimentare.
“Siamo entusiasti di aver contribuito alla realizzazione di un progetto tanto speciale, che ha visto portare aiuto a un così ampio numero di persone.” dichiara Nicola Antonacci, Presidente di Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald. “Un’iniziativa che ha davvero avuto un grande successo, a testimonianza ancora una volta di quanto sia preziosa la collaborazione all’interno del Terzo Settore, per la creazione di una rete capillare e solida di supporto a chi ne ha più bisogno.”
“McDonald’s ha dimostrato la propria sensibilità nei confronti della realtà sociale in cui opera, in particolare delle persone più fragili – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus -. Grazie al loro impegno siamo riusciti a distribuire, attraverso le strutture caritative con noi convenzionate, un importante numero di pasti alle persone in difficoltà. Questa iniziativa è anche una bella dimostrazione di collaborazione tra vari attori della filiera alimentare, uniti da una comune sensibilità e da un comune intento solidale”.
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Ferrero entra nel mercato dei gelati confezionati

ROMA (ITALPRESS) – Il Gruppo Ferrero entra nel mercato dei gelati confezionati, un mercato che solo in Italia vale complessivamente 1,9 miliardi di euro.
“L’obiettivo – spiega una nota del Gruppo – è diventare un attore importante nel mondo dei gelati confezionati della grande distribuzione”.
Attualmente nella grande distribuzione viene distribuito il 60% del totale dei gelati confezionati venduti in Italia, pari ad un valore di 1,23 miliardi di euro.
Il debutto avverrà con gli stecchi – Ferrero Rocher, nelle versioni Classic e Dark, e Raffaello – e i ghiaccioli, con Estathè Ice nei gusti limone e pesca, che, nel corso del mese di aprile, saranno presenti in tutti i canali della grande distribuzione. Il lancio degli stecchi coinvolgerà contemporaneamente – oltre all’Italia – altri quattro Paesi europei: Francia, Germania, Austria e Spagna.
“Durante l’estate le praline Ferrero vengono ritirate da tutti i punti vendita per evitare che il caldo le danneggi e vengono reintrodotte solo in autunno. Quindi, grazie all’arrivo dei gelati, i consumatori potranno finalmente avere una valida alternativa da gustare tutto l’anno”, spiega Ferrero.
Lo sviluppo dei gelati e dei ghiaccioli Ferrero è stato ulteriormente rafforzato grazie alle sinergie con Ice Cream Factory Comaker – una società spagnola leader a livello globale, specializzata nello sviluppo e nella produzione di prodotti per gelateria, con più di cinquantacinque anni di esperienza – di cui il Gruppo Ferrero ha acquisito il controllo nel 2019. I gelati Ferrero saranno prodotti nello stabilimento di Alzira, in Spagna (in provincia di Valencia) che, grazie all’allestimento di una linea totalmente nuova, è caratterizzata da impianti innovativi e un alto grado di automazione. E’ stata anche realizzata una nuova fabbrica – vicina a quella già esistente – dedicata completamente alla copertura di cioccolato per gli stecchi.
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