Home Agroalimentare Pagina 140

Agroalimentare

Status riserva per Corte Brà Amarone Valpolicella classico Docg

ROMA (ITALPRESS) – “Casa Vinicola Sartori ha una storia da raccontare e una tradizione da tramandare. Desideriamo, quindi, condividere una nuova tappa del nostro percorso volto alla costante ricerca della massima qualità, raggiunta con lo status di Riserva di uno dei nostri vini storici, il Corte Brà Amarone della Valpolicella Classico Docg. Un vino, prodotto fin dagli anni ’80, che nasce e porta il nome del nostro primo vigneto, esposto a sud e racchiuso tra le mura della proprietà di Villa Maria che, dal 1898, ospita la sede aziendale a Verona”. Così Andrea Sartori, Presidente di Casa Vinicola Sartori. “Il Corte Brà Riserva 2013, di cui abbiamo prodotto 12mila bottiglie, è frutto di un’annata degna di nota, grazie alle condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Nasce da un’attenta selezione dei migliori grappoli messi a riposo nel fruttaio della villa e racchiude tutta la magia delle tradizionali tecniche enologiche che l’azienda ha saputo migliorare e affinare in oltre 120 anni di attività”, aggiunge. Secondo Sartori “il tempo è il profondo valore di questo vino. Un prolungato e delicato appassimento delle uve e un periodo di maturazione di sei anni, in botti di piccole e medie dimensioni, danno vita a un vino dal bouquet ampio, fine e complesso che inebria il palato grazie alla sua eccezionale potenza ed estrema eleganza. Ci piace pensare che in una bottiglia si possano ritrovare non soltanto la qualità e il territorio, bensì anche la dedizione e l’amore investiti dalla nostra famiglia per arrivare a questo traguardo”, conclude Sartori.
(ITALPRESS).

Confagricoltura, a 9 imprese premio per l’innovazione

ROMA (ITALPRESS) – Sono nove le imprese vincitrici del Premio nazionale per l’innovazione in agricoltura, istituito da Confagricoltura. Il riconoscimento, nato due anni fa e consegnato oggi nel corso di una cerimonia web, ha l’obiettivo di valorizzare le imprese del settore che si sono distinte per le tecnologie applicate in agricoltura e il ruolo centrale degli imprenditori agricoli come promotori dello sviluppo economico.
“L’anno appena concluso – ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – è stato drammatico sotto tutti i punti di vista, però l’agricoltura ha dimostrato di essere un settore forte e vitale anche per l’Italia: è stato il motore trainante dell’economia nazionale. Un così importante comparto non può che credere nell’innovazione, nel progresso, nella scienza e nella ricerca”. Secondo Giansanti il compito è quello di “produrre sempre di più cercando di preservare le risorse naturali e di fare delle nostre produzioni un grande Made in Italy con solidi valori. La rivoluzione digitale e le tecnologie applicate all’agricoltura – ha evidenziato – permetteranno di dire al consumatore come produciamo”. Secondo il presidente di Confagricoltura, “la competitività passa anche dalla sostenibilità. Sono i due fattori che determinano la necessità di innovare in agricoltura. Dobbiamo produrre per i cittadini – ha continuato – ma dobbiamo farlo in maniera competitiva per poter garantire il giusto prezzo di accesso al cibo perchè altrimenti negli anni qualcuno mangerà cibo sintetico. Dovremo lavorare – ha aggiunto – per rispondere alle mutate esigenze dei cittadini: cibo sicuro e sano. Questa è la grande sfida dell’agricoltura”. Alla cerimonia ha partecipato anche il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che ha condiviso l’idea secondo cui “la sfida dei prossimi anni sarà quella tra cibo naturale e sintetico. Dobbiamo far sì che l’innovazione accompagni la produzione di cibo naturale”, ha aggiunto il ministro sottolineando la “capacità, attraverso l’innovazione dei processi e prodotti, di essere competitivi producendo cibo naturale di qualità in un contesto di sostenibilità, ormai ineludibile”.
Per Patuanelli “sostenere processi di digitalizzazione è un dovere per il governo e per lo Stato. Credo che le condizioni ci siano – ha aggiunto – perchè c’è fermento e voglia in tutti gli imprenditori agricoli italiani di innovarsi e di cogliere le opportunità dell’innovazione”. Inoltre, secondo il ministro, lo Stato “deve far sì che questo processo avvenga nei tempi giusti”. C’è, quindi, bisogno “di ricerca e sviluppo nel mondo agricolo” ma è anche necessario “un passo cultuale e formativo verso i giovani”. Michele Pisante, professore all’Università di Teramo e presidente della Giuria del premio, ha sottolineato che la selezione delle aziende vincitrici ha rappresentato “un compito difficile per la giuria perchè le proposte erano tutte molto qualificate. Erano trenta le candidature – ha aggiunto – e abbiamo selezionato nove aziende”. L’esperienza delle imprese vincitrici, che vengono da Trento, Bologna, Milano, Perugia, Cremona, Mantova, Ancona e Catania, dimostra come migliorare le produzioni, risparmiare le risorse naturali e favorire il benessere grazie all’innovazione.
(ITALPRESS).

Parmigiano Reggiano, Bertinelli “Ok sospensione dazi Usa”

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie con entusiasmo la sospensione dei dazi USA sull’agroalimentare. Una vittoria che risulta particolarmente soddisfacente per il Parmigiano Reggiano che è stato il prodotto più colpito dalla politica isolazionista di Trump. Ricordiamo che per il Parmigiano Reggiano gli USA rappresentano il primo mercato export, una quota del 20% del totale export pari a circa 12 mila tonnellate di prodotto. Sul Parmigiano Reggiano, dall’ottobre 2019 pesavano tariffe aggiuntive pari al 25% (Trump ha aumentato le tariffe da 2,15 a 6 dollari al chilo) con un aumento del prezzo a scaffale dai 40 ai 45 dollari al chilo.
“Il pieno sviluppo del mercato americano è di cruciale importanza per la sostenibilità della nostra filiera composta da 321 caseifici, 2.600 allevamenti e 50 mila persone coinvolte. Un sistema che genera un valore di affari al consumo pari a 2,35 miliardi di euro. Ringraziamo la Commissione Europea, in particolare l’europarlamentare Paolo De Castro che si è battuto per la sospensione delle tariffe aggiuntive tra USA e UE che hanno pesato sulle esportazioni aggiungendosi ai gravi impatti economici provocati dalla pandemia. Siamo ottimisti per il futuro: ci auguriamo che l’amministrazione Biden metta fine a questo contenzioso commerciale che non è più sostenibile” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
(ITALPRESS).

Sanremo, Ferrero fa cantare gli italiani, lo spot è un fenomeno social

SANREMO (ITALPRESS) – La pandemia ha cambiato tutto, perfino il Festival di Sanremo, che per la prima volta è senza pubblico. Solo all’Ariston, perchè invece nelle case degli italiani l’evento continua a essere molto seguito.
Un’icona che resiste forse perchè allontana la paura, proprio come il gusto di Nutella e la voce di Luciano Pavarotti e della sua “Buongiorno”. Allora perchè non cantarla tutti insieme? E’ questa la call to action pensata da Ferrero per le pause del Festival, con l’invito a riprendersi con gli smartphone e partecipare a un contest. L’obiettivo di Ferrero non è vendere, o distribuire premi, ma essere vicini ai clienti. Un nuovo modo di comunicare che piace ai giovani. “Insieme alle partite della nazionale, Sanremo è uno dei pochi eventi che è ancora più divertente se guardato collettivamente. Nonostante sia in Tv, anche tra gli studenti è motivo di colloquio e discussione. Il Festival è molto affine a Nutella, perchè entra in tutte le case” spiega Cecilia Casalegno, che insegna comunicazione e pubblicità all’università di Torino.
“Non c’è alcuna transazione economica legata a questa campagna, ma una relazione” aggiunge. “Non è questione di vendite e di riconoscibilità, Ferrero e Nutella ci riportano alle origini, quando le incertezze erano meno. Il karaoke è una cosa vecchia, arrivata in Italia con un giovane Fiorello sottolinea Casalegno – è una strategia molto centrata, in coerenza con il brand”. Seppur nati ben dopo il karaoke di Fiorello, anche gli studenti della professoressa Casalegno concordano: “Quasi nessun programma porta davanti alla Tv tutte le fasce d’età, è il momento giusto per colpirci, perchè con il Festival vogliamo staccare da una normalità così difficile” spiega Giulia Canonero. “La comunicazione si sta spostando sul lato emotivo, non è più solo mera pubblicità, gli sponsor vogliono essere più vicini all’audience” sottolinea Daniele Lanza.
“Gli spot diventano più importanti se coinvolgono il telespettatore. L’interazione con l’audience diventa fondamentale” conferma Flavia Morano. “Io canto con senso di orgoglio, di appartenenza e unione. Tutti siamo nella stessa situazione, è un modo di trasmettere empatia, che può aiutare” evidenzia Alessia Lantinia.”Si vogliono rassicurare le persone, si crea un senso di solidarietà. Sentirsi uniti, dà forza” auspica Carlotta Martina. “La televisione così si integra con tutti gli altri media interattivi, e i social network” per Giorgia Faraci. “I brand devono essere uno di noi, uguali a noi. Il cliente deve sempre essere al centro del pensiero delle aziende” aggiunge Giulia Carretta. “Abbiamo bisogno di messaggi rassicuranti, di speranza” conferma Gaia Lorenzini.
Nutella diventa così un momento di svago, durante le nottI sanremesi, spesso delle maratone infinite. Perchè se c’è qualcosa di Sanremo che non piace ai giovani è proprio la lunghezza delle 5 serate: “Non si pò andare avanti fino a tarda sera. Il Festival si è svecchiato grazie a cantanti e ospiti, ma il format non è ben adattato alle nuove esigenze” spiega chiaramente Giulia Canonero. L’auspicio di tutti e che il Festival 2022 riporti il pubblico all’Ariston e per le strade di Sanremo. Nell’attesa, stasera e domani non resta che cantare “Buongiorno a te…” e inviare le performance a @nutellaItalia! Sperando di essere inseriti nella clip che sarà poi pubblicata sui social di Ferrero.
(ITALPRESS).

Agricoltura, anche in pandemia cresce l’impegno per la sostenibilità

MILANO (ITALPRESS) – Il 98% delle imprese agricole italiane, dichiara di aver attuato almeno un progetto volto ad un più efficiente uso delle risorse, riduzione dei consumi di materie prime e di acqua, efficientamento energetico. Il 50% delle imprese si è adoperata per ridurre emissioni e inquinamento, e il 56% lavora per mitigare i rischi idrogeologici. E’ quanto emerge dal Rapporto AGRIcoltura100 realizzato da Confagricoltura e Reale Mutua Assicurazioni.
Il rapporto racconta l’approccio alla sostenibilità di un settore cruciale per l’economia italiana, che 73 miliardi e dà lavoro a 3,5 milioni di persone, mentre l’intera filiera vale il 15% del Pil. Il campione del rapporto è composto 1.850 aziende, sulle circa 715 mila operanti nel nostro Paese, ha determinato un indice basato su 17 ambiti e 234 variabili. Quattro le aree di valutazione: ambiente, società, gestione dei rischi e relazioni, e qualità dello sviluppo.
Complessivamente, le imprese con un livello di sostenibilità elevato, rappresentato da indice superiore a 30 punti sono il 17,8% delle imprese agricole. Segue il raggruppamento delle imprese con un livello di sostenibilità medio-alto, con indice compreso tra 20 e 30: il 30,3% del totale. Seguono le imprese di livello medio (indice tra 10 e 20), le più numerose: 34,8%. Infine, le imprese che muovono i primi passi nell’orientamento alla sostenibilità (indice inferiore a 10): sono il 17% del totale. Nell’insieme, le imprese con un livello di sostenibilità alto o medio-alto sono quasi la metà del totale (48,1%).
L’impegno per la sostenibilità nemmeno il Covid l’ha fermato. Siamo rimasti al secondo posto in Europa per Pil prodotto, confermandoci al primo posto per numero di prodotti Dop Igp, ben 824 prodotti di cui 524 vini. Questo perchè il 57,9% delle imprese ha continuato a lavorare durante la pandemia, mentre solo l’11% si è fermato, mentre il restante 31,1% delle imprese ha fermato la produzione temporaneamente.
Pur non essendosi fermate, le aziende dal Covid-19 hanno appreso una serie di lezioni importanti: dare la priorità alla qualità del prodotto per garantire la salute dei consumatori (per il 90,4% degli intervistati), aumentare l’impegno per la protezione dell’ambiente (82%), occuparsi maggiormente della filiera e fare rete tra imprese (79,5%), investire maggiormente nell’innovazione (78,8%), rafforzare l’impegno sociale a sostegno dei lavoratori e della comunità (67,7%).
Iniziano poi a diffondersi in agricoltura le soluzioni di economia circolare: tra il 5 e il 10% delle imprese agricole dichiarano di partecipare a sistemi collettivi condivisi di approvvigionamento, logistica o vendita.
In un sistema più sostenibile e avanzato, diventa essenziale l’impegno delle imprese nella valorizzazione del capitale umano, il 67,5% fornisce attività di formazione professionale ed extraprofessionale dei lavoratori, cooperazione con la scuola per l’inserimento dei giovani, attività di formazione sulla sostenibilità anche aperte a utenti esterni. Sul fronte della salute e dell’assistenza, il 50,3% delle aziende agricole gestisce fondi e assicurazioni sanitarie, servizi sanitari, di prevenzione e di assistenza mentre previdenza e protezione sono state attivate dal 47,9% degli intervistati. Nello specifico delle polizze assicurative, quelle di responsabilità civile sono segnalate dal 47,0% delle imprese, mentre il 40% delle imprese sottoscrive polizze a protezione delle macchine agricole (45,6%), le polizze contro gli eventi atmosferici (44,2%) e le polizze a protezione delle dotazioni aziendali (42,8%).
Tra le imprese che praticano l’allevamento, il 18% si è tutelato dalle malattie degli animali e dai costi di smaltimento. Dove il settore resta indietro, è nella presenza di lavoro femminile: il 59,4% delle imprese impiegano meno del 25% di donne sul totale dei lavoratori, 24,1% impiegano una quota di donne compresa tra il 25 e il 50%, 16,5% impiegano oltre il 50% di donne.
La sostenibilità, valutata invece a livello strettamente ambientale, evidenzia come per quanto riguarda l’ottimizzazione e la riduzione dell’uso dell’acqua, il 31,7% delle imprese adotti ‘irrigazione a goccia, l’irrigazione localizzata e a bassa pressione è adottata dal 20% delle imprese, e si diffonde sempre di più il recupero delle acque piovane. Un quarto delle imprese (25,9%) monitora i consumi elettrici, mentre il 20 circa segnala processi, sistemi e tecnologie a favore dell’efficientamento energetico e l’uso di macchine agricole a basso impiego di combustibile.
(ITALPRESS).

Sartori “Puntare sul vino per rilancio made in Italy”

ROMA (ITALPRESS) – “Nonostante la pandemia da Covid-19, nel 2020 l’export di vino italiano ha resistito e ha confermato la resilienza di un settore che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy nel mondo. Sono tantissime le difficoltà che stiamo attraversando, quindi sarà decisivo riuscire a gestire al meglio le preziose risorse provenienti dal Recovery Plan, per l’agricoltura sostenibile circa 2,5 miliardi. Il futuro del nostro Paese dipende da come questi fondi verranno utilizzati con il fine di promuovere il consumo dei nostri prodotti, la sicurezza alimentare, valorizzando anche la sostenibilità ambientale”. Così Andrea Sartori, presidente di Casa Vinicola Sartori, in merito alla valorizzazione del vino e dell’agroalimentare per rilanciare il made in Italy.
“L’obiettivo – aggiunge – è quello di riportare l’agroalimentare al centro dell’economia italiana come motore del Pil. A causa delle restrizioni imposte, infatti, sono stati persi 11,5 miliardi in vendite di vino e, sempre nel 2020, circa 200 milioni di bottiglie di vino non sono giunte sulle tavole dei locali, per non parlare del ridotto consumo dei prodotti alimentari. Auspichiamo al più presto, quindi, che ci sia una riapertura delle attività quali bar e ristoranti, anche nelle ore serali, ovviamente nel pieno rispetto delle regole per evitare il diffondersi dei contagi”, conclude Sartori.
(ITALPRESS).

Assobenefit e AssoBio insieme per promuovere la sostenibilità integrale

ROMA (ITALPRESS) – Cooperazione nella ricerca, formazione e informazione, iniziative congiunte, reciproca promozione. Questi gli impegni assunti con la sigla della partnership fra Assobenefit, l’associazione nazionale per le società benefit e AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e biodinamici.
Il nuovo strumento giuridico della Società Benefit, introdotto dalla Legge di stabilità 2016, consente alle società di capitali di poter perseguire in modo congiunto e integrato finalità di lucro e di beneficio sociale, intenzionalmente e consapevolmente specificati nello statuto.
“La partnership con Assobio rafforza la diffusione delle società benefit nel settore agroalimentare che per noi rappresenta un comparto fondamentale e decisivo per la sostenibilità del modello di sviluppo economico – commenta il presidente di Assobenefit, Mauro Del Barba – Siamo veramente onorati di portare la proposta
del biologico nell’ ambito delle più complessive buone prassi necessarie a rafforzare il progetto di diffusione della stakeholder economy”.
Entrambe le associazioni condividono, infatti, l’obiettivo di promuovere un nuovo modello economico di sviluppo improntato a una sostenibilità integrale che mette al centro dei processi produttivi e decisionali il benessere delle persone e dell’ambiente.
“Tra gli obiettivi principali di AssoBio, vi è il sostegno e la promozione di relazioni con altre Associazioni che condividano l’impegno e il rinnovamento del modello economico per uno sviluppo sostenibile – spiega il presidente di AssoBio Roberto Zanoni -. Riteniamo che il For Benefit e la sostenibilità non siano più un’alternativa ma un nuovo modo di fare impresa, che può avere un impatto positivo a lungo termine sulla società civile e sull’ambiente. Questo primo passo, grazie alla collaborazione di Assobenefit, concretizza un modello di intervento sinergico e contribuirà, nei prossimi anni, a rafforzare una comunità che condivida i valori che stanno alla base di un sano sviluppo”.
(ITALPRESS).

Intesa Sanpaolo, nasce la direzione Agribusiness

PAVIA (ITALPRESS) – Nasce la nuova Direzione Agribusiness, il centro di eccellenza del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicato all’agricoltura, che punta a cogliere le enormi potenzialità di uno dei settori produttivi più importanti del Paese e, al contempo, a valorizzare ulteriormente il legame con i territori e le risorse provenienti dall’integrazione con UBI Banca.
La Direzione – che rientra nella nuova configurazione della Divisione Banca dei Territori – avrà sede a Pavia e potrà contare su 85 filiali sul territorio nazionale e circa 1.000 specialisti a servizio di circa 80 mila clienti. Il network di Agribusiness si concentrerà in particolare nelle aree a maggior vocazione agricola del Paese al fine di valorizzarne le peculiarità e le eccellenze e si rivolgerà alle imprese che operano nell’agricoltura, allevamento, silvicoltura e utilizzo delle aree forestali, pesca, acquacoltura e agriturismi, oltre alle aziende attive nella trasformazione e distribuzione della produzione agricola. Alla guida della Direzione è stato nominato Renzo Simonato, manager di lunga esperienza sviluppata all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo, dove ha ricoperto incarichi di responsabilità in diversi ambiti, tra cui la Direzione Regionale Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trentino Alto-Adige, da cui proviene. Il centro di Pavia si propone come interlocutore principale e qualificato per accompagnarne gli operatori in tutte le fasi dello sviluppo, nonchè sostenere investimenti finalizzati a promuovere nuovi progetti imprenditoriali, con una particolare attenzione ai criteri della sostenibilità e della circular economy. “La nuova Direzione vuole essere un modello di eccellenza a servizio dell’agricoltura, che raggrupperà al proprio interno le molte competenze del Gruppo, diventando un punto di riferimento qualificato a livello nazionale. – ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo – Agribusiness è anche un segnale di vicinanza al territorio e alle sue eccellenze locali, con cui daremo vita a una nuova realtà in grado di rappresentare un motore per la ripresa e la crescita del Paese”.
(ITALPRESS).