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Agroalimentare

Insediato il nuovo Cda del Crea, Carlo Gaudio presidente

ROMA (ITALPRESS) – “Agricoltura, ambiente e alimentazione sono settori sempre più importanti per l’economia e per la società italiana. La ricerca scientifica, l’innovazione, la formazione e la divulgazione in questi ambiti vedono nel Crea il naturale riferimento nazionale per la notevole competenza del suo personale, tanto è vero che il Crea sta coordinando due dei più importanti progetti di ricerca scientifica in materia: il Biotech, con l’obiettivo di produrre piante di più elevata qualità e con maggior tolleranza a stress biotici e abiotici e l’Agridigit, per un’agricoltura di precisione, mediante la digitalizzazione dei sistemi, consentendo di analizzare la realtà agricola e naturale nel dettaglio, supportando il monitoraggio e prevedendone le evoluzioni”. Così il neopresidente del Crea, Carlo Gaudio, all’insediamento del Cda avvenuto oggi e che chiude la lunga fase di gestione commissariale, durata oltre un anno e mezzo. Il Cda è composto da: Alberto Basset, professore ordinario di Ecologia presso l’Università del Salento di Lecce e presidente della Società Italiana di Ecologia; Stefania De Pascale, professore ordinario di Orticoltura e floricoltura presso l’Università Federico II di Napoli e componente del Consiglio scientifico del Crea; Enrica Onorati, assessore all’Agricoltura della Regione Lazio (designata dalla Conferenza Stato Regioni); Domenico Perrone, I tecnologo Crea Difesa e Certificazione (eletto dai ricercatori e tecnologi Crea).
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Ferrero, fatturato in crescita a quota 12,3 miliardi

MILANO (ITALPRESS) – Ferrero International, società capogruppo del Gruppo Ferrero, ha approvato il bilancio consolidato relativo all’esercizio chiuso al 31 agosto 2020. L’esercizio chiude con un fatturato consolidato di 12,3 miliardi, con un incremento del + 7,8% rispetto all’anno precedente, che aveva registrato un fatturato consolidato di 11,4 miliardi. A tale data, il Gruppo era costituito da 105 società consolidate a livello mondiale e 31 stabilimenti produttivi. I prodotti del Gruppo Ferrero sono presenti direttamente, o tramite distributori autorizzati, in oltre 170 paesi. L’organico medio del Gruppo nel 2019/2020 è stato di 34.121 unità, in aumento rispetto ai 33.003 dipendenti nel 2018/2019. L’organico puntuale al 31 agosto 2020 ammontava a 37.122 dipendenti, in aumento rispetto ai 36.372 al 31 agosto 2019. Il Gruppo ha visto crescere le vendite di prodotti finiti principalmente grazie alla crescita negli Stati Uniti e in altri mercati occidentali quali Germania, Francia e Italia; alla crescita di fatturato trainata da alcuni brand iconici come Nutella, Kinder Bueno e i prodotti freschi; al lancio di nuovi prodotti come Nutella Biscuits sul mercato italiano; al primo anno di completa integrazione nel bilancio consolidato di Gruppo di prodotti come Keebler nel mercato statunitense, a seguito dell’acquisizione del business dei biscotti di Kellogg Company, alla fine dell’anno fiscale 2018/2019. La crescita organica (escludendo l’impatto delle aggregazioni di business) si attesterebbe a un +1,5% ai tassi di cambio correnti. Il Gruppo Ferrero ha poi accelerato alcune iniziative, aumentando gli investimenti nei suoi marchi iconici, rafforzando contestualmente le attività interne di R&D. Anche quest’anno ha continuato a investire nel miglioramento e nell’ampliamento di stabilimenti, impianti e attrezzature. Il Gruppo ha sostenuto la propria strategia di sviluppo tecnologico attraverso l’espansione della propria capacità produttiva, con investimenti totali di 619 milioni. Sull’ammontare totale degli investimenti la parte più significativa è stata focalizzata su immobili, impianti e macchinari (534 milioni) principalmente in Italia, Germania, Stati Uniti e Polonia.
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A Salerno e Potenza McDonald’s dona 400 pasti a settimana

SALERNO (ITALPRESS) – McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald in campo per la solidarietà, in sinergia con Banco Alimentare Onlus, al fianco delle comunità locali, per fronteggiare il preoccupante aumento delle nuove povertà.
E’ stata presentata l’iniziativa “Sempre aperti a donare”, che prevede la distribuzione di circa 400 pasti caldi a settimana, di cui 200 per la provincia di Salerno e 200 per la provincia di Potenza, fino a fine marzo, a favore delle associazioni di volontariato per sostenere le fasce sociali più deboli in un momento di grave emergenza sociale acuita dalla pandemia.
“E’ stato messo a punto un progetto di ampio respiro, a sostegno delle fasce più fragili – esordisce Luigi Snichelotto, partner McDonald’s per le province di Salerno e Potenza – E’ un periodo molto delicato e cerchiamo di fare la nostra parte, assicurando la nostra vicinanza alla cittadinanza che soffre, ma anche a tutti coloro che in questo momento attraversano una fase di difficoltà economica, sociale e lavorativa. Sono piccoli grandi gesti dedicati a tutta la collettività per andare incontro al destino comune, per solidarietà umana a prescindere”.
Due volte a settimana saranno distribuiti i menù che prevedono doppio cheeseburger, frutta e acqua minerale, con il coinvolgimento delle associazioni L’Abbraccio e Filotea per Salerno e Fondazione Madre Teresa di Calcutta per Potenza.
“Obiettivo sarà garantire la fragranza assoluta, assicurando l’intera filiera con strumenti di trasporto idonei. E’ un progetto ampio, che coinvolge oltre 100 ristoranti McDonald’s in circa 80 città d’Italia”, aggiunge Snichelotto.
Un’attività sociale, in un legame stretto con la città, quello dei ristoranti McDonald’s di Salerno, come evidenzia Franco Picarone, presidente Commissione Bilancio e Finanza della Regione Campania: “Un rapporto antico e proficuo – evidenzia Picarone – Non solo beneficenza, ma anche cultura. Al giardino della Minerva, primo orto botanico della civiltà occidentale, McDonald’s e Snichelotto hanno già contribuito in passato a realizzare l’aula multimediale, rendendo un grande servizio alla città di Salerno”.
“Siamo molto orgogliosi. Il progetto è cresciuto ben oltre le nostre aspettative – insiste Tommaso Valle, Direttore Comunicazione McDonald’s Italia – E’ un’idea che parte nel primo lockdown, in una notte drammatica, di smarrimento, l’11 marzo del 2020, quando, a causa della pandemia, abbiamo chiuso 600 ristoranti. Resterà nella nostra storia quella notte” “In una decina di ristoranti, abbiamo riaperto le cucine per preparare i pasti, funzionali all’approvvigionamento delle persone in difficoltà. E’ stata una esperienza gratificante”.
“Siamo molto felici che il progetto Sempre Aperti a donare di cui Banco Alimentare è partner, si stia sviluppando progressivamente, coinvolgendo tutte le regioni di Italia in cui la nostra rete è presente – scrive Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare ONLUS nel messaggio inviato in conferenza stampa – Le conseguenze della pandemia hanno toccato profondamente il tessuto sociale ed economico del nostro paese. Il progetto realizzato con Mc Donald ci permetterà di far arrivare 100.000 pasti a tante persone e famiglie in difficoltà, che si rivolgono alle strutture caritative sul territorio”.
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Copagri “Supportare la filiera del luppolo per la birra 100% italiana”

ROMA (ITALPRESS) – “Il forte sviluppo della filiera brassicola verificatosi nell’ultimo decennio ha messo in evidenza la necessità di riuscire ad avere maggiori quantità di luppolo di origine nazionale, così da dare agli agricoltori la possibilità di fregiarsi di un prodotto 100% italiano; ad oggi, infatti, tutte le birrerie agricole utilizzano per lo più malto italiano, ottenuto dalla coltivazione di orzo nazionale, e il luppolo è rimasto l’unico ‘ingredientè che i produttori fanno fatica a reperire nel nostro Paese”. Lo ha ricordato la Copagri intervenendo all’odierna riunione del Tavolo di filiera del luppolo, svoltasi in videoconferenza al Mipaaf alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate.
“A fronte della notevole e costante crescita della filiera brassicola, infatti, che conta oltre mille microbirrifici, distribuiti lungo tutto la Penisola e concentrati soprattutto nelle regioni centro-settentrionali del Paese, la superficie a luppolo in Italia ammonta a poco meno di 60 ettari, coltivati da circa un centinaio di aziende agricole con una superficie media di poco più di mezzo ettaro”, ha osservato la Copagri, evidenziando la necessità di incrementare la produzione nazionale puntando sulla ricerca e sull’aggregazione tra birrifici.
“Il comparto brassicolo rappresenta uno dei settori più dinamici dell’economia italiana, caratterizzato da un alto livello di innovazione e di imprenditoria giovanile, e va pertanto sostenuto, anche nell’ottica della diversificazione del reddito, continuando a lavorare per fare sistema tra la politica, il mondo della ricerca e quello delle associazioni di categoria e dei produttori, così da andare a chiudere la filiera nazionale e sopperire alla carenza di materie prime, quali orzo e luppolo, necessarie per la produzione di birre 100% italiane”, ha rimarcato la Confederazione Produttori Agricoli.
“E’ in questa direzione, quindi, che andranno impiegate le risorse previste dalla manovra 2021, che nell’ambito del Fondo per la tutela e il rilancio delle filiere agricole reca specifici interventi per la filiera brassicola; analoghi intenti dovranno poi animare i contenuti del Piano di settore per lo sviluppo della filiera luppolicola, cui spetterà il delicato compito di rispondere al sensibile aumento di interesse da parte dei consumatori nei confronti delle birre artigianali e di soddisfare la domanda di luppolo di provenienza nazionale, stimabile in un fabbisogno di circa 3500 tonnellate annue”, ha concluso la Copagri.
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“Coltiviamo Agricoltura Sociale”, premiati i tre progetti vincitori

ROMA (ITALPRESS) – Il premio “Coltiviamo agricoltura sociale”, indetto da Confagricoltura e Onlus Senior – L’Età della Saggezza con Reale Foundation non si è fermato nemmeno con la pandemia. Giunto alla sua quinta edizione continua ad essere molto seguito, a dimostrazione dell’interesse per un comparto in continua e forte espansione. Ad aggiudicarsi l’assegno di 40.000 euro ciascuno sono state tre aziende agricole di Bolzano, Asti e Catanzaro che, oltre al premio in denaro, hanno ricevuto una borsa di studio ciascuna, per partecipare al “Master di Agricoltura Sociale”, presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Quest’anno la borsa di studio assegnata all’impresa di Asti sarà intitolata al Barone Romano Gianotti, già consigliere di Reale Mutua e revisore della federazione regionale agricoltori piemontesi di Confagricoltura.
Confagricoltura e la Onlus Senior – L’Età della Saggezza, insieme agli sponsor partner di progetto, in questi cinque anni, hanno finanziato con oltre ben 670 mila euro a fondo perduto i progetti di 15 fattorie sociali che, secondo il regolamento del bando, hanno realizzato il loro programma entro l’anno. I piani presentati, dopo la votazione on-line del pubblico, che ne ha selezionati 30, hanno passato il vaglio della giuria, che ne ha scelti tre.
3.000 aziende agricole, 35.000 addetti, 250 milioni di fatturato sono i numeri di questo fenomeno, diventato oggi un vero e proprio welfare verde che offre supporto, riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più deboli e fragili.
“Siamo stati antesignani ancora una volta. Prima di altri abbiamo capito che l’innovazione, per noi fondamentale in tutte le sue declinazioni, passa anche da questo nuovo modello di assistenza, di offerta di servizi sociali, per la salute, il benessere e il reinserimento. Abbiamo risposto in questo modo alle necessità della società, addirittura prevedendone i cambiamenti. Sono orgoglioso di premiare, anche in questa edizione, iniziative così interessanti, che creano opportunità, rimettono al centro l’individuo, sviluppano occupazione, senza perdere di vista il prodotto di qualità e il business. E’ la migliore conferma che abbiamo percorso la strada giusta”, ha commentato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura all’annuncio dei tre progetti vincitori, tra i tanti presentati, che provenivano da tutto il territorio italiano.
Per Angelo Santori, segretario generale della Onlus Senior – L’Età della Saggezza, “sostenere economicamente ancora le migliori proposte nel campo dell’agricoltura sociale vuol dire arricchire i prodotti e i servizi offerti dall’agricoltura di ulteriori e importanti valori, che vanno dalla difesa della salute al miglioramento della qualità della vita e della persona; dalla creazione di beni comuni per la collettività al mantenimento di un tessuto sociale vitale nelle aree interne del Paese, meno servite”.
“Siamo profondamente convinti del contributo dell’agricoltura alla ripresa e alla crescita sostenibile del Paese. Non a caso vantiamo una storica partnership con Confagricoltura, che ci permette di valorizzare lo spirito mutualistico che guida il nostro modo di fare impresa. Sostenere questo bando, infatti, significa per Reale Mutua e Reale Foundation contribuire a generare impatti misurabili e intenzionali per la generazione di un bene comune”, ha spiegato Virginia Antonini, direttore Comunicazione Istituzionale, sostenibilità e Fondazione di Reale Group.
Ecco le aziende premiate. “Benessere con l’aiuto di piante”. La cooperativa sociale ‘Imparare – crescere – vivere con le contadinè (Bolzano) venne fondata dall’attuale presidente, Maria Magdalena Hochgruber, per dare alle contadine del Sud Tirolo una maggiore autonomia. Con il progetto “Benessere con l’aiuto di piante”, la Cooperative estenderà la sua tradizionale attività a persone con fragilità e ad anziani in buone condizioni di salute, introducendoli alla coltivazione e alla cura delle piante officinali e dell’orto. Premiata per la capacità d’innovazione nel costruire ampie reti di Fattorie Sociali che erogano servizi alla persona in aree agricole decentrate, rispondono alle esigenze di chi ha maggiori difficoltà di spostamento, creando al tempo stesso delle opportunità di sviluppo per le aziende agricole del territorio.
Il progetto “Ceste di Rapa 2.0” dell’azienda agricola ‘Il Cortile di Simone Artesì, (Asti), con la cooperativa ‘Essercì e le associazioni di volontariato ‘Aladinò e ‘Danish Refugee Council’ (DRC), offrono un percorso esperienziale attraverso i laboratori vivaistici terapeutici, la pratica colturale biologica, la produzione orticola di Ceste di Rapa e la produzione floreale, fino ad arrivare alla vendita diretta. Premiata per l’impegno per l’integrazione e la realizzazione di buone pratiche ripetibili che valorizzano le diversità (minori, giovani in situazione di disagio sociale e disabili) in un circuito produttivo e di consumo, per creare una Community stabile e interattiva sulla filiera del cibo.
“Coltiviamo il sociale”. L’azienda agricola Lenti Società Cooperativa (Catanzaro) e l’impresa agricola Ester Mignolli, spinti dall’esperienza familiare con le diversità hanno presentato il progetto “Coltiviamo il sociale”, che prevede la realizzazione, nell’ambito di un’azienda agricola esistente, di una “fattoria di permacultura”. Nel territorio di riferimento, il comune di Lamezia Terme e la provincia di Catanzaro, la comunità dimostra, infatti, poca sensibilità per la situazione di disabilità. Hanno ricevuto il premio per il loro impegno a migliorare la qualità e la sostenibilità del sistema-territorio, valorizzando il rispetto della diversità, della biodiversità, nonchè all’integrazione dei soggetti più fragili.
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Una moneta da 5 euro dedicata alla Nutella

ROMA (ITALPRESS) – Nel 75mo anniversario dalla fondazione della Ferrero e del World Nutella Day – che si celebra il 5 febbraio di ogni anno – il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emesso una moneta d’argento, coniata dalla Zecca e dedicata alla crema al cacao e alle nocciole più famosa del mondo. La moneta fa parte della Serie “Eccellenze italiane” e ha un valore nominale di 5 euro.
Al museo della Zecca la moneta è stata depositata nella sua teca, in occasione di una cerimonia. Ha una tiratura di 10mila pezzi per la versione verde, bianca e rossa per un prezzo di 45 euro, mentre il trittico ha una tiratura di 5 mila pezzi, e costa 125 euro.
Nel 2014, in occasione del suo cinquantenario, il barattolo di Nutella era stato rappresentato anche su un francobollo.
“Le monete della Repubblica Italiana, come sempre è stato nella storia, sono una testimonianza, un fissare un momento e un racconto”, ha spiegato Matteo Taglienti, responsabile commerciale numismatica del Poligrafico e Zecca dello Stato. “Ancora oggi quindi è importante celebrare le eccellenze dell’Italia attraverso una moneta che vuole essere un ricordo e un tramandare una tradizione culturale al Paese e agli italiani. Questa iniziativa iniziata nel 2019 con la Vespa della Piaggio, continuata nel 2020 con la Lettera dell’Olivetti e oggi con Nutella, è un elemento di orgoglio anche per noi”.
“La Commissione permanente tecnico-artistica, in cui sono rappresentati membri e personaggi delle più alte istituzioni del mondo dell’arte, della cultura e della storia, ha ritenuto un’opportunità iniziare una serie per celebrare il Made in Italy e le imprese italiane che operano a livello mondiale e che cercano in qualche modo di coinvolgere i Paesi emergenti”, ha spiegato Enrico Purilli, dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
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L’agroalimentare si conferma strategico per l’economia, bene l’export

ROMA (ITALPRESS) – Si conferma, anche in un anno così difficile, il peso rilevante del sistema agroalimentare italiano nell’economia del Paese, la sua funzione mitigatrice rispetto ai cambiamenti climatici, le sue diverse declinazioni degli asset strategici (il made in Italy, l’alimentare di qualità, il biologico) e la componente della diversificazione. La riprova arriva anche dal confronto con l’Ue, dove l’agricoltura italiana è prima per valore aggiunto e terza per produzione lorda vendibile. A fronte di questi risultati, l’Italia riceve il 10,6% del totale delle risorse Ue della Pac, pari in termini assoluti a 5,7 miliardi, posizionandosi al quarto posto dopo la Francia, Spagna e Germania. Questa è la fotografia che emerge dall’Agricoltura italiana conta 2020, pubblicazione realizzata dal Crea, con il suo Centro di Politiche e Bioeconomia, dopo l’approfondita analisi del sistema presentata con l’Annuario dell’agricoltura italiana. Il sistema agroalimentare, duramente colpito dall’epidemia, si è dimostrato resiliente, assicurando l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare a tutta la popolazione, grazie allo sforzo degli operatori e all’intervento delle istituzioni, rimarcando in questo modo la sua funzione essenziale e strategica, nonostante le fragilità e le debolezze, legate anche all’andamento climatico instabile, che ha favorito la diffusione di alcuni agenti parassitari. Nonostante ciò, il suo contributo, in termini di valore aggiunto, all’interno dell’economia nazionale ha superato la quota del 4%, tra i più dinamici in un contesto economico recessivo, grazie anche alla crescita dell’industria alimentare. Si tratta del 15% del Pil nazionale, includendo anche i settori collegati – commercio ingrosso/dettaglio, ristorazione e servizi legati al cibo.
Strategico in quest’ottica anche l’export agroalimentare, con 43,8 miliardi, di cui quasi il 74% è rappresentato dal made in Italy. Dal 2019 si registra un miglioramento del deficit della bilancia agroalimentare, sceso per la prima volta sotto il miliardo di euro (-708 milioni), a fronte dei 5 miliardi del 2015 e degli oltre 9 miliardi del 2011. Si tratta di un dato straordinario, confermato dai primi mesi del 2020, in cui, addirittura, si verifica un cambio di segno nel saldo, per la prima volta positivo dall’inizio della serie storica.
Indubbio il contributo del settore agricolo al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra, sia direttamente, limitando le emissioni dannose, sia indirettamente, grazie alle foreste e alla maggiore diffusione di pratiche colturali che favoriscono un maggiore assorbimento di CO2. Sempre più vivace è la dinamica della diversificazione delle attività aziendali, che si attesta al 20% della produzione agricola totale in termini di produzione delle attività di supporto e secondarie, come la trasformazione dei prodotti, l’agriturismo, la vendita diretta, la produzione di energia rinnovabile.
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Il maestro Nicola Fiasconaro nominato Accademico dei Georgofili

PALERMO (ITALPRESS) – Nicola Fiasconaro, maestro pasticciere della pluripremiata azienda dolciaria di Castelbuono, nel Palermitano, ha conseguito il titolo di accademico assegnato dall’Accademia dei Georgofili. Un riconoscimento che arriva da una delle più prestigiose Accademie dedicate all’Agricoltura, istituzione storica riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno in favore dello sviluppo delle attività tecnico-economiche e della crescita sociale.
“Questo importante riconoscimento – sottolinea con soddisfazione Nicola Fiasconaro – premia l’impegno della nostra azienda per la promozione della filiera locale e delle sue risorse attraverso attività di studio e ricerca”. “Una nomina che va a tutta la mia famiglia – aggiunge -, e ancor più a mio padre Mario Fiasconaro che ha saputo trasmettere, a me e ai miei fratelli Fausto e Martino, i veri valori dell’agricoltura, da sempre considerata settore primario, non solo per la priorità temporale delle sue attività produttive, ma anche perchè ha costituito e costituisce tuttora la fonte principale del nostro sostentamento alimentare”.
Il prestigioso titolo è stato conferito al “Maestro Fiasconaro – si legge nella motivazione – per la sua costante attività di ricerca e sperimentazione rivolta alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari del Territorio Madonita, conciliando tradizione e innovazione con approccio scientifico e rigoroso. Lo stesso approccio che caratterizza da sempre l’applicazione del disciplinare per la produzione di lievitati da ricorrenza firmati Fiasconaro, come panettoni e colombe, simbolo in tutto il mondo del Made in Italy di qualità”.
Il Maestro Fiasconaro, si legge in una nota, darà un importante contributo agli eventi tematici periodici e ai seminari dell’Accademia, che ha al suo attivo oltre mille membri.
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