ROMA (ITALPRESS) – Il sistema agroalimentare quale “settore chiave” dell’economia che raggiunge un peso del 15% del Pil italiano. E’ quanto emerge dall’Annuario dell’Agricoltura italiana 2019 realizzato dal Crea con il suo Centro Politiche e Bioeconomia. Secondo Stefano Vaccari, direttore generale del Crea, tale ricerca è “uno dei pilastri dell’analisi italiana dell’agroalimentare. Sono 73 anni – ha spiegato – che l’annuario fotografa con un’enormità di numeri e serie storiche l’evoluzione del sistema agroalimentare italiano. Siamo l’agricoltura più ricca d’Europa come valore aggiunto – ha continuato – nonostante abbiamo quasi la metà della terra francese e di quella spagnola ma i nostri agricoltori non sono i più ricchi d’Europa”.
A presentare i dati, i ricercatori del Crea Politiche e Bio-economia, Roberta Sardone, Roberto Solazzo e Lucia Tudini.
L’agricoltura italiana si posiziona, quindi, al primo posto in Europa per valore aggiunto ed è la terza per produzione lorda vendibile. “L’Italia è il primo produttore mondiale di vino in volume e lo scorso anno ha raggiunto anche la prima posizione per la produzione di ortaggi in valore, superando la Spagna”, ha spiegato Sardone. Nel 2019 il valore della produzione agricola è stato di 57,3 miliardi, in linea con l’anno precedente, di cui oltre il 50% dovuto alle coltivazioni, il 29% circa agli allevamenti e la restante parte alle attività di supporto e secondarie. Negli ultimi dieci anni l’industria alimentare è cresciuta, con +12% di valore aggiunto e +8% dell’indice della produzione, a fronte di una diminuzione generale. In base ai dati presentati, le aziende agricole sono oltre 1,5 milioni mentre il sostegno pubblico al settore si attesta a circa 11,9 miliardi nel 2019, in calo rispetto agli anni precedenti con una riduzione, tra 2015 e 2019, per oltre 1,3 miliardi. Per quanto riguarda gli scambi commerciali, c’è stata una netta riduzione del deficit della bilancia agroalimentare italiana. “Nel 2019 – ha spiegato Solazzo – si conferma l’andamento positivo delle esportazioni agroalimentari (+5,6%) e l’import cresce dell’1,4%. Nei primi nove mesi del 2020 – ha aggiunto – nel complesso c’è un calo tendenziale dell’import (-4,4%) a fronte di una crescita dell’export (+0,8%)”. I settori dell’export più colpiti dagli effetti del Covid-19, nel secondo trimestre 2020, sono stati il florovivaismo, le carni, i prodotti dolciari e il vino, mentre sono cresciuti prodotti del Made in Italy come la pasta, le conserve di pomodoro e l’olio di oliva. Secondo il Rapporto realizzato dal Crea in collaborazione con Nisea sul settore ittico italiano, pesca e acquacoltura hanno risentito della crisi pandemica, con un calo della domanda di prodotto fresco.
“Dalle nostre valutazioni – ha detto Alessandra Agostinelli, caposervizio direzione contabilità nazionale Istat, che ha presentato le anticipazioni Istat sull’andamento dell’agricoltura italiana nel 2020 – il settore agricolo potrebbe aver sofferto meno di altri. Nel complesso il volume della produzione si è ridotto del 3,3% e il valore aggiunto del 6,1%”.
“La nostra agricoltura ha sempre più un ruolo determinante nell’economia italiana”, ha detto Giuseppe L’Abbate, sottosegretario alle Politiche agricole. “Non dobbiamo dimenticare – ha continuato – che in questa fase di crisi e di pandemia, il settore agroalimentare è quello che ha tenuto in piedi il Paese e ha garantito, oltre alla certezza di poter trovare sempre cibo, anche la stabilità sociale del paese”.
Per L’Abbate, “bisogna mettere in campo politiche che consentano alle nostre imprese di crescere sempre più e creare valore aggiunto. Uno strumento importante sarà l’utilizzo dei fondi del Recovery”. “L’annuario permette, coni suoi 73 anni, di fare analisi di lungo periodo”, ha spiegato Angelo Frascarelli, consigliere scientifico Crea. “Oggi – ha aggiunto – abbiamo bisogno di informazioni congiunturali ma abbiamo anche bisogno di capire come si evolve l’agricoltura italiana”.
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Agroalimentare settore chiave economia, Italia leader in Europa
Cannoli e tortellini su 2 monete, omaggio a cultura enogastronomica
ROMA (ITALPRESS) – Dopo la pizza napoletana ecco cannoli e tortellini su due monete. Un omaggio dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato alla cultura enogastronomica italiana.
Il Presidente della Fondazione UniVerde, già Ministro delle Politiche Agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, promotore delle campagne per la difesa del made in Italy contro agropirateria e fake food, è intervenuto oggi alla presentazione online della nuova Collezione Numismatica 2021 dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, illustrando le due nuove monete dedicate ai cannoli e ai tortellini, prodotti tipici dell’enogastronomia siciliana e emiliano-romagnola.
“Le monete dedicate alla Sicilia con cannoli e passito e all’Emilia-Romagna con tortellini e lambrusco sono un tributo a due regioni ricche di storia e cultura ma anche di una tradizione agroalimentare eccezionale. Gli agricoltori che realizzano prodotti di grande qualità e tutti gli artigiani che li trasformano in grandi eccellenze enogastronomiche meritano il plauso e l’amore di tutto il Paese”, commenta Alfonso Pecoraro Scanio.
“Dopo il primo fior di conio da 5 euro dedicato nel 2020 alla Campania con pizza e mozzarella – ricorda Pecoraro Scanio, promotore della campagna per il riconoscimento Unesco dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano – queste due nuove monete confermano la grande arte degli incisori dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, parte integrante di quel made in Italy culturale che dobbiamo difendere e valorizzare”.
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Confagricoltura, Bagnara presidente avicoltori europei
ROMA (ITALPRESS) – Per Confagricoltura l’elezione di Gian Luca Bagnara a presidente del Gruppo di lavoro uova e pollame del Copa-Cogeca (il coordinamento delle organizzazioni e cooperative agricole europee) “è un importante traguardo per il settore avicolo nazionale, ancora più strategica in quanto è già presidente dell’Associazione del comparto Uova, Assoavi, l’organismo inter-professionale del settore. Il settore uova e pollame – rimarca Confagricoltura – è uno dei fiori all’occhiello della nostra zootecnia: basti pensare che la produzione italiana si attesta su oltre 12,2 miliardi di uova e vale poco meno 1 miliardo per la sola parte agricola, mentre il fatturato delle vendite per lavorazione e trasformazione del prodotto finito aggiunge altri 1,5 miliardi di volume di affari del comparto. L’Italia produce un numero sufficiente a coprire l’intero fabbisogno nazionale. La produzione di uova da consumo a livello europeo supera 6,4 milioni di tonnellate e l’Italia si posiziona al quarto posto”.
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Parmigiano Reggiano lancia “Amo ciò che mangio 3.0”
REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consorzio Parmigiano Reggiano lancia “Amo ciò che mangio 3.0”, il progetto gratuito rivolto a insegnanti, classi e famiglie delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado per costruire esperienze di benessere in classe e in famiglia. Giunto alla sesta edizione, “Amo ciò che mangio” ha coinvolto oltre 6.000 insegnanti e più di 150.000 studenti a livello nazionale.
Dal punto di vista organizzativo, il progetto prevede una formazione iniziale per gli insegnanti e la conseguente proposta di un percorso a tappe: quella inziale, “Che forma hanno le emozioni?” in partenza a gennaio; la seconda, incentrata sul benessere si svolgerà ad aprile; la tappa finale, “Una forma speciale: quella di Parmigiano Reggiano” si terrà a maggio.
Al termine del percorso si prevede lo svolgimento di una gita virtuale in caseificio. Gli studenti e gli insegnanti potranno interagire con il processo che darà vita a una forma di Parmigiano Reggiano.
“La ricerca e costruzione del benessere, in tutte le sue forme, è quanto di più attuale e urgente nel contesto in cui stiamo vivendo; la pandemia, il lockdown, le restrizioni che viviamo ogni giorno hanno aumentato e amplificato il livello di ansia e paura percepito da ognuno e hanno reso tutti più fragili e vulnerabili – si legge in una nota -. Moltissime ricerche svolte in questi ultimi mesi hanno evidenziato un grande aumento di disagio psicologico e relazionale, individuando proprio nei bambini e nei ragazzi coloro che più di altre categorie stanno sentendo le ripercussioni psicologiche ed emotive di questa situazione”.
“In questo momento, così precario ed imprevedibile – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – il Parmigiano Reggiano diventa promotore ed ambasciatore del benessere non solo dal punto di vista alimentare, sostenendo insegnanti, alunni e famiglie nella costruzione ed esperienza di un benessere quotidiano, da vivere nelle emozioni, nel rapporto con gli altri e la comunità, nella relazione con il territorio e l’ambiente”.
Il progetto, realizzato da Creativ, parte dalle precedenti edizioni di Amo ciò che mangio, ne conserva la base e la arricchisce di nuovi contenuti ed attività relativi ai pilastri del Brand Manifesto del Consorzio Parmigiano Reggiano: territorio, ambiente, comunità e benessere. Le caratteristiche del Parmigiano Reggiano della sua filiera di produzione diventano quindi spunti di lavoro e riflessione per stare bene, con sè stessi e con gli altri.
“Il 2021 – spiega Carlo Mangini, direttore marketing, comunicazione e sviluppo commerciale – rappresenterà, per il nostro Consorzio, la pista di decollo di tantissime iniziative che hanno avuto la loro origine nella volontà di stipulare un vero e proprio ‘pattò con il consumatore, basato sugli impegni del nostro Brand Manifesto. Quello del contributo alla corretta informazione per una sana alimentazione è destinato alla nostra comunità e rappresenta un grande e centrale valore per tutti noi”.
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Inizia l’era Biden, Confagricoltura “Dialogo per superare i dazi”
ROMA (ITALPRESS) – “C’è la possibilità di rilanciare un dialogo costruttivo sulle relazioni commerciali tra Unione europea e Stati Uniti d’America, superando definitivamente la stagione dei dazi e delle misure di ritorsione”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dell’insediamento ufficiale di Joe Biden alla Casa Bianca.
“Un primo positivo segnale potrebbe arrivare, ci auguriamo in tempi brevi, con un accordo sulla vicenda degli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, evidenzia Giansanti, che ha determinato l’imposizione di dazi doganali anche sul settore agroalimentare assolutamente estraneo alla vicenda”.
Al riguardo, Confagricoltura ricorda che dall’ottobre 2019 sono sottoposte a un dazio aggiuntivo del 25% le esportazioni italiane di formaggi, agrumi, salumi e liquori destinate al mercato Usa, per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro.
“Dovrebbe anche ripartire la discussione per definire una soluzione condivisa in materia di tassazione sui servizi digitali, per la quale – rileva il presidente di Confagricoltura – l’amministrazione Usa uscente ha minacciato l’imposizione di dazi sulle importazioni da alcuni Stati membri della Ue, Italia compresa”.
“In generale, le prime dichiarazioni rilasciate dal presidente Biden e dai suoi collaboratori fanno ritenere possibile il rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali e una riforma del WTO (Organizzazione mondiale del commercio). I contrasti tra Ue e Stati Uniti – rileva Giansanti – hanno finora impedito la nomina del nuovo direttore generale del WTO e la mancata designazione dei rappresentanti statunitensi sta bloccando da tempo l’attività dell’organo di appello per la risoluzione delle controversie. L’Organizzazione è di fatto paralizzata”.
“Per il Made in Italy agroalimentare, quello statunitense è il primo mercato di sbocco fuori dalla UE – rileva Giansanti. Trainate dai vini, le vendite sfiorano nel complesso i 5 miliardi di euro l’anno”.
Oltre il 12% dell’export agroalimentare dell’Unione è destinato al mercato Usa, mentre le importazioni di settore incidono per l’8% sul totale dell’export di settore statunitense. Gli ultimi dati della Commissione UE indicano che l’interscambio commerciale bilaterale è sensibilmente diminuito, circa 1,2 miliardi di euro da gennaio ad agosto dello scorso anno sullo stesso periodo del 2019. “Il rilancio della cooperazione è quindi nell’interesse comune”, conclude.
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Ristori, Pecoraro Scanio “urge commissario per turismo-ristorazione”
ROMA (ITALPRESS) – “Bar, Ristoranti e Turismo sono alla disperazione. Subito un commissario straordinario per salvare settore ed evitare rivolte. Irresponsabile soffiare sul fuoco ma anche sottovalutare allarme sociale e economico”. Così Alfonso Pecoraro Scanio ritorna sull’allarme e sulla richiesta lanciata sulla Rai nelle trasmissioni Agorà e Titolo V: “Serve un commissario straordinario ad hoc per i provvedimenti di restrizioni e di ristoro relativi a Bar e Ristoranti. Questo settore, insieme a Turismo, Spettacolo e Sport sono un’emergenza nell’emergenza. Coinvolge centinaia di migliaia di operatori ed è capillarmente diffuso ovunque. Si rischiano vere rivolte oltre al crollo di un intero settore e all’infiltrazione di mafie italiane e internazionali”.
Pecoraro Scanio aggiunge: “Occorre definire le restrizioni quando davvero indispensabili per ragioni sanitarie e nelle aree di effettivo rischio, creare un sistema di riduzione di costi fissi e di veloce arrivo dei ristori e attivare le prefetture per un aiuto diretto nei casi più disperati e di rischio di infiltrazioni criminali”. L’ex ministro conclude: “E’ grave lo sciacallaggio di chi butta benzina sul fuoco della disperazione dimenticando la gravità dell’emergenza sanitaria in atto ma sarebbe irresponsabile sottovalutare l’autentica prostrazione di un intero settore economico che si sente abbandonato o peggio perseguitato. Serve la dimostrazione concreta di un’attenzione e di un’azione specifica”.
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EatsReady, partnership con Esselunga per i buoni pasto digitali
ROMA (ITALPRESS) – Esselunga ha stretto una partnership con EatsReady, la prima startup ufficialmente emettitrice di buoni pasto digitali in Italia. Da oggi la spesa da Esselunga si potrà infatti pagare con i buoni pasto digitali EatsReady. Il pagamento mobile sarà disponibile in tutti gli oltre 160 negozi di Esselunga, inclusa la rete di Bar Atlantic.
Grazie all’integrazione tra i sistemi di cassa di Esselunga e l’API di pagamento della startup, tutti i dipendenti che beneficiano dei buoni pasto EatsReady potranno pagare la propria spesa con un click tramite app. Basterà scannerizzare il QR code generato dal POS per saldare il conto, utilizzando i propri crediti aziendali e colmando eventuali differenze mezzi di pagamento personali collegati all’App (come carte di credito e PayPal).
EatsReady è la prima azienda in Italia ad aver introdotto sul mercato il buono pasto digitale, grazie a una piattaforma di pagamento e mobile ordering che connette aziende, utenti, e operatori del settore della ristorazione. “L’innovazione della tecnologia – si legge in una nota – è sempre stata al centro della sfida di EatsReady – creare valore portando etica e sostenibilità economica al settore dei buoni pasto, aumentandone la trasparenza, ottimizzando i costi per i diversi attori coinvolti e facilitandone i processi. L’obiettivo è duplice: da un lato offrire ad aziende e dipendenti un’esperienza nuova, semplice e intuitiva per la pausa pranzo, sostituendo l’utilizzo dell’app alle carte elettroniche o buoni pasto cartacei. Dall’altro creare valore per gli esercizi convenzionati riducendo radicalmente le commissioni”.
EatsReady è entrata nel mercato dei buoni pasto nel 2019 dopo aver chiuso un round di finanziamento per un totale di 1,8 milioni di euro, partecipato anche da Gellify ed il fondo di investimento spagnolo Copernion. Ad oggi è attiva su Milano, Torino, e Roma, con circa 1.000 ristoranti e supermercati partner e più di 20 clienti aziendali – tra startup e multinazionali.
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Recovery Plan, Giansanti “Risorse inadeguate per l’agricoltura”
ROMA (ITALPRESS) – “La pandemia ha riportato in evidenza il valore strategico della sovranità alimentare. Ma, per accrescere la produzione agricola interna, ferma al 75% del fabbisogno nazionale, occorre un programma di investimenti ben più ampio di quello previsto allo stato degli atti”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dello schema di Recovery Plan che nella serata di oggi sarà al vaglio del Consiglio dei Ministri.
“Nel complesso – afferma Giansanti – la dotazione finanziaria prevista per l’agricoltura reale, al capitolo 2.1, ammonta a 1,8 miliardi di euro: appena lo 0,3% rispetto alla dimensione economica del contributo dato dalla filiera agroalimentare al PIL, 540 miliardi di euro”.
“Va inoltre ricordato che a fronte delle risorse destinate al Next Generation EU, si registra una riduzione dei fondi destinati alla futura Politica Agricola Comune, che comporterà un taglio del 10% degli interventi a favore delle imprese agricole italiane”.
“Per far avanzare la produzione interna e la sostenibilità ambientale, occorre puntare sugli investimenti delle imprese del settore, al fine di generare una modernizzazione diffusa che consentirà alle imprese stesse di essere più competitive sui mercati internazionali. Un ruolo centrale va dato alla ricerca scientifica per il contributo che è in grado di assicurare per una valida transizione ecologica”.
Confagricoltura auspica che il prossimo Consiglio dei Ministri intervenga in tal senso, rafforzando il ruolo di centralità del settore primario, già riconosciuto dal Governo.
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