REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consorzio Parmigiano Reggiano, nel corso dell’assemblea generale, ha approvato il bilancio preventivo 2021. Il presidente Nicola Bertinelli, nella relazione introduttiva, ha fatto il punto sullo stato di salute della filiera, mettendo in evidenza la crescita produttiva e la necessità di investire in comunicazione per aprire nuovi spazi di mercato e collocare il Parmigiano Reggiano a un prezzo remunerativo. Il 2020 vede infatti la produzione di Parmigiano Reggiano crescere complessivamente del 5%: i 3,95 milioni di forme previste rappresentano il livello più elevato nella storia. Nel 2021 si prevede un lieve incremento della produzione che porterà il numero delle forme a quota 3,98 milioni (+ 1% rispetto al 2020). L’importanza di questo traguardo trova un riflesso nel bilancio preventivo 2021, approvato nel corso dell’assemblea, che prevede la cifra record di 51,8 milioni di ricavi totali (contro i 38,4 del 2019 e i 33,4 del 2018). Sono 26 i milioni (contro i 22,4 milioni del 2019 e i 20,3 del 2018) destinati a investimenti promozionali per lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero: quasi 4 milioni in più rispetto all’anno precedente. Proprio l’export rappresenta una delle leve principali per sostenere l’incremento della produzione: sono 9 i milioni stanziati per lo sviluppo dei mercati esteri. In Italia, l’investimento in attività promozionali ammonterà a 17 milioni.
Una nuova, importante, voce è rappresentata da un investimento di 6 milioni destinato ai caseifici per promuovere comportamenti virtuosi. “Scongiurata la crisi di inizio 2020, serve più che mai investire nel 2021 per i traguardi futuri e per gestire l’aumento produttivo – afferma Bertinelli – Il mercato continua a dare conferme positive per la domanda, sia in Italia sia all’estero, e l’esito delle elezioni Usa potrebbe portare a una ridiscussione dei dazi. La riapertura del canale HoReCa ci vedrà pronti con un piano marketing aggressivo e orientato allo sviluppo della domanda. Il 2021 sarà però anche un anno di sfide: penso alla Brexit, agli effetti della crisi post-Covid che impatteranno sui consumi, alla crescita produttiva del nostro comparto che non accenna a rallentare. Per riflesso della crescita produttiva, nel 2021 le risorse del Consorzio raggiungeranno il massimo della storia, oltre 51 milioni. Abbiamo quindi gli strumenti necessari per programmare con responsabilità il nostro futuro e per posizionarci su una traiettoria di crescita”.
Tra le novità annunciate nel corso dell’assemblea, l’ulteriore sviluppo del Progetto Premium 40 mesi. Il Consorzio preme sull’acceleratore e crea un plafond aggiuntivo che porta il budget totale del progetto a di 5 milioni. Grazie al grande lavoro che è stato fatto sulla marca, tra 3-4 anni il segmento 40 mesi potrà arrivare a rappresentare il 3-4% del consumo totale, vale a dire oltre 100 mila forme. L’assemblea ha deliberato inoltre l’aumento temporaneo della contribuzione ordinaria 2022/2024 per l’attuazione di azioni straordinarie di intervento per lo sviluppo della filiera Parmigiano Reggiano.
(ITALPRESS).
Parmigiano Reggiano, in bilancio preventivo 2021 ricavi a 51,8 milioni
McDonald’s, nel 2019 in Italia 1,4 miliardi per il sistema Paese
MILANO (ITALPRESS) – McDonald’s continua a investire sul sistema economico, sociale e territoriale dell’Italia: nel 2019 sono stati immessi nel sistema Paese 1,4 miliardi di euro, pari allo 0,1% del Pil 2019, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Istituto Althesys, “Condividere Valore”, il report di impatto socio-economico di McDonald’s Italia 2019/2020 che misura la capacità del sistema McDonald’s – tra ristoranti, licenziatari e fornitori – di creare e distribuire ricchezza non solo per i suoi stakeholder, ma anche per le comunità e per il territorio in cui opera.
“Siamo davvero orgogliosi di vedere che il nostro contributo al tessuto socio-economico del Paese continua a crescere, perchè sappiamo bene che c’è una grande differenza tra essere presenti in una comunità ed essere parte di essa. Anche in questo anno così difficile, segnato dalla pandemia, non ci siamo fermati, abbiamo aumentato i nostri fornitori italiani, aperto 20 nuovi ristoranti creando 800 posti di lavoro e impattando direttamente e indirettamente sui territori nei quali operiamo. Per il futuro, ci prendiamo l’impegno di continuare su questa strada, continuando a investire in Italia per rafforzare ancora di più il nostro legame con il territorio e generare ulteriore valore per le comunità”, dichiara Mario Federico, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia.
L’azienda è presente in Italia da oltre 30 anni, oggi con 610 ristoranti e 25.000 dipendenti. I fornitori McDonald’s sono in crescita rispetto allo scorso anno: l’85% di loro è infatti di provenienza italiana, appartenente a diverse filiere produttive tra cui quelle agroalimentare, logistica, dei servizi e dell’edilizia. Negli scorsi mesi, anche durante la pandemia, McDonald’s ha continuato a lavorare ai suoi piani di sviluppo e investimenti nel comparto agroalimentare italiano, aggiungendo tra gli ingredienti italiani anche il bacon e il latte per i gelati.
McDonald’s dà lavoro, considerando tutta la filiera e l’indotto, a un totale 30.303 persone, 25.000 delle quali impiegate nei suoi 610 ristoranti.
“L’analisi del valore condiviso mostra, con il rigore di una quantificazione puntuale, come le attività di McDonald’s producano effetti significativi sull’intero sistema economico italiano, con ricadute sulla filiera agroalimentare e industriale, e portando un contributo importante all’occupazione, soprattutto dei giovani. Un numero per tutti rende l’idea: un euro di fatturato prodotto da McDonald’s ne genera tre di valore condiviso sull’intera filiera”, sottolinea Alessandro Marangoni, economista e CEO di Althesys, che ha curato lo studio. “Nonostante la congiuntura sfavorevole, cresce il contributo di McDonald’s a sostenere l’Italia attraverso il gettito fiscale, cresciuto complessivamente ben del 16,5% nell’ultimo anno, e con un consistente aumento dell’occupazione lungo la filiera (+7,6%)”.
I ristoranti producono da soli 778,2 milioni di euro di ricadute dirette sul territorio. A queste si aggiungono poi 207,6 milioni di euro di ricadute indirette, ovvero relative alla prosperità economica e occupazionale creata e distribuita dai fornitori dell’azienda e 453,3 milioni di euro di ricadute indotte, che riguardano la ricchezza derivante dall’attività dell’intera filiera produzione-consumo.
Sul fronte dell’economia circolare e sostenibile, in un anno, con la sola eliminazione delle cannucce in plastica, l’azienda ha risparmiato 105 tonnellate di plastica in Italia. Nel 2020, in partnership con Enel X, ha preso il via un progetto a supporto della mobilità sostenibile che, entro la fine del 2021, porterà all’installazione di 200 punti di ricarica per vetture elettriche presso 100 ristoranti. Nel 2014 McDonald’s Italia è stata la prima azienda di ristorazione italiana a collaborare con l’Agenzia CasaClima, struttura pubblica e indipendente che si occupa di certificazione energetica nel settore edilizio, per realizzare ristoranti a basso impatto ambientale in termini di materiali, utilizzo di risorse, fonti energetiche.
(ITALPRESS).
Frutta e conserve della tradizione siciliana
Un’azienda agricola familiare, gestita da giovani imprenditori, che coltiva, trasforma e commercializza prodotti agroalimentari in biologico, valorizzando il territorio dei Monti Sicani. Frutta, olio e conserve che garantiscono eccellenti qualità organolettiche e assicurano gusto e salute.
L’azienda agricola F.lli Perricone s.s. è ubicata nel cuore dei “Monti Sicani” in Sicilia, a Chiusa Sclafani, in provincia di Palermo, nella contrada Gurra. Eredita le terre e l’esperienza di Michele Perricone che già nel lontano 1800 produceva olio, grano, pomodoro, ciliegie, mandorle e vino.
In seguito, tra il 1935 e il 1985 l’azienda è stata condotta da Nicola Perricone e poi da nonno Peppino fino al 2010. Da allora i nipoti, dopo aver rilevato i terreni paterni, già assoggettati al regime “Biologico”, producono ciliegie, ortaggi, piante officinali, ed olio extravergine di oliva tipici del territorio. Nel 2015, con la realizzazione dello stabilimento per la trasformazione e la vendita di prodotti agroalimentari, l’azienda agricola riesce a chiudere la filiera valorizzando i sapori del territorio che rappresentano la cultura culinaria siciliana. La famiglia Perricone è ambasciatrice di valori, gusti e “stili di vita” della tradizione storica dei Sicani che risale all’ottavo secolo a.c.
Memoria, cibo e civiltà sono infatti al centro del modello aziendale della famiglia Perricone che seleziona accuratamente le tecniche colturali e di lavorazione e investe sulla sostenibilità ambientale. Prodotti tipici che celebrano la “Dieta Mediterranea”, seguono i ritmi della natura e accompagnano il processo educativo e sensoriale che è alla base della “scelta alimentare”. Cibi che esportano, nei mercati locali, nazionali e internazionali (U.S.A., Emirati Arabi e Cina), sapori che evocano ricordi e sostanze nutraceutiche che assicurano benessere.

La società agricola F.lli Perricone s.s. è gestita da giovani imprenditori, che hanno ereditato la centenaria esperienza della propria famiglia e, attraverso il suo avanzato centro aziendale di nuova realizzazione, produce confetture di ciliegie biologiche, provenienti dai propri impianti dislocati nelle diverse zone del circondario, con varietà autoctone di alto pregio.
Nello stesso centro aziendale, dotato di punto vendita, sono confezionate le ciliegie fresche biologiche (raccolte rigorosamente a mano) destinate ai consumatori e viene imbottigliato e venduto olio extra vergine di oliva biologico, monovarietale o in bland, prodotto dai propri oliveti.
Una menzione speciale merita la produzione di trasformati biologici (confetture, marmellate, sughi) che qualificano in maniera significativa l’aspetto salutistico: composta di ciliegia con cacao biologica, confettura di albicocca, di ciliegia, di susine di melograno, fragole, pere-noci-cannella, marmellata di clementine, marmellata di arancia con curcuma, con zenzero, con cannella, e nettari da frutta bio.
Grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2014/2020 la società, guidata da Rosario, Domenico e Caterina, ha dato continuità alla vocazione territoriale, ha valorizzato le proprietà terriere e la tradizione familiare e, infine, ha offerto al mercato prodotti biologici di eccellente qualità organolettiche che assicurano sicurezza, salute e sviluppo locale.
Informazioni: Sede Legale – Via Ungheria 95, Sede Operativa – Contrada Gurra, 90033 Chiusa Sclafani PA – Tel. +39 091 835 34 92, personal +39 339 460 01 57,
[email protected], www.flliperricone.it
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Dal Crea innovazione e sostenibilità in viticoltura ed enologia
ROMA (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando per un sistema di produzione vitivinicola che sia sempre più digitale e sostenibile, che valorizzi i vitigni autoctoni di nuova introduzione in grado di resistere all’attacco dei patogeni e di adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici. Che abbatta input energetici e chimici lungo tutta la filiera, in un’ottica di economia circolare e di salvaguardia ambientale, tutelando e rendendo sempre più riconoscibile quella qualità e quella tipicità che hanno reso grandi le nostre uve e i nostri vini nel mondo”. Così Riccardo Velasco, direttore del Crea Viticoltura ed Enologia.
Grazie alle collezioni di germoplasma con oltre 3.000 varietà e a quella di microrganismi enologici, entrambe di rilievo europeo, il Centro dispone di solide basi per la messa a punto di nuove varietà, in grado di resistere ai patogeni più diffusi, come oidio e peronospora nonchè allo stress idrico. L’ampia rappresentatività regionale dei vitigni tipici del nostro territorio, incrociati con materiali di recente produzione in vari paesi europei, sta producendo da alcuni anni il primo materiale autoctono resistente, la risposta italiana ai vitigni resistenti europei e americani. Anche nell’uva da tavola, si sta lavorando per nuove varietà, con ma soprattutto senza semi, totalmente made in Italy. Inoltre, sono allo studio nuovi strumenti tecnologici e informatici per una viticoltura sostenibile. Si tratta di dispositivi e sistemi integrati di alta tecnologia, come la sensoristica di precisione sia nel terreno che sulla foglia, sistemi di rilevamento aerei mediante droni e satelliti che permettono di conoscere dettagliatamente e in tempo reale i parametri fisiologici, vegetativi, sanitari e produttivi del vigneto. Gli studi di zonazione rappresentano un importante strumento scientifico per compilare “mappe di prescrizione” che consentono di intervenire, con l’applicazione delle tecniche di viticoltura di precisione, in modo diverso in funzione delle necessità della coltura, anche all’interno di un singolo vigneto. L’impiego dei sistemi decisionali di supporto (DSS) fornisce l’opportunità di effettuare anche da remoto, attraverso computer o smartphone, scelte ed interventi tempestivi in funzione delle mappe ottenute. Ciò si traduce in ottimizzazione della gestione aziendale, minori input energetici e chimici, più sostenibilità, integrazione dei processi di filiera vigneto-cantina, standard più elevati di qualità, tipicità e sicurezza. Sono in corso progetti per trovare valide alternative all’utilizzo del rame e per rafforzare con composti naturali la capacità di difesa delle viti, anche dalla flavescenza dorata. Si sta testando la produzione di nuovi vini di qualità, vinificando uve di quattro varietà di vite resistenti ad oidio e peronospora, già iscritte al Registro nazionale delle varietà di vite e autorizzate alla coltivazione come uve da vino in alcune regioni d’Italia. La capacità di identificare le micotossine e i pesticidi nelle uve rappresenta una problematica mondiale. Recentemente, è stata descritta e brevettata dal Crea Viticoltura ed Enologia la capacità di batteri del genere Brevibacterium di degradare completamente l’ocratossina, una tossina tipica dei mangimi e degli alimenti, tra le più pericolose nei prodotti a lunga conservazione, anche in quantità 1.000 volte superiori (mg/kg) a quelle trovate nelle derrate alimentari.
(ITALPRESS).
Salumi: biodiversità, territorio e salute
Finanziamenti pubblici che generano progetti di successo. Un’azienda agricola che tutela e valorizza la biodiversità del Suino Nero dei Nebrodi, presidio Slow Food produttore di salumi di altissimo pregio che conservano il gusto antico della tradizione, la sostenibilità nella produzione e la salute dei consumatori.
Fattoria San Pio – Salumi e Biodiversità è un’azienda di circa 35 Ha di superficie che ha ereditato l’ esperienza in campo zootecnico, tramandata da diverse generazioni, nell’allevamento del Suino Nero dei Nebrodi e nella produzione di salumi di altissimo pregio. Un’azienda che chiude la filiera, salvaguardando e valorizzando la qualità delle carni di una specie in via di estinzione, attraverso l’allevamento, la macellazione, la trasformazione, la conservazione e la vendita. Ubicata nel Comune di Brolo, alle porte del Parco dei Nebrodi, di fronte all’arcipelago delle Isole Eolie, la fattoria si è posta come obiettivi il benessere animale e la tutela della biodiversità come fattore di sviluppo del territorio. Infatti, il sistema di produzione prevede l’allevamento dei suini neri allo stato semibrado “en plen air”. Gli animali hanno a disposizione, oltre al pascolo naturale, ampie zone recintate dove sono alimentati con cereali biologici prodotti dall’azienda. La Fattoria San Pio aderisce al Consorzio di tutela del Suino Nero dei Nebrodi e gli animali, allevati in selezione e purezza, sono iscritti al Registro anagrafico della specie suina, gestito dall’Associazione Nazionali Allevatori Suini (ANAS).
La biodiversità è un patrimonio universale inestimabile, frutto di tre miliardi e mezzo di anni di evoluzione, e la Sicilia vanta un patrimonio genetico tra i più ricchi del mediterraneo. Un contesto come la catena montuosa dei Nebrodi, con il suo clima, la sua microflora, il suolo e la fauna, crea un ecosistema unico al mondo e la Fattoria San Pio, sin dal 2008, lavora per preservare e custodire la tradizione nell’allevamento di una delle ultime 6 specie suine indigene rimaste in Italia. Il Suino Nero è un animale dotato di notevole resistenza alle malattie, adattabilità alle differenti condizioni pedoclimatiche, abilità a procacciarsi il cibo, frugalità e temperamento dinamico. Tra le caratteristiche distintive della specie vi è “il colore nero” che sembra essere legato all’ alimentazione ricca di melanina contenute nelle ghiande.

I prodotti che si ottengono dal Suino Nero dei Nebrodi possono essere sia macinati che a pezzo anatomico intero, sia magri che grassi. Gli impasti necessari per la preparazione dei salumi sono ottenuti sminuzzando la carne a “punta di coltello”. Il particolare aroma dei prodotti derivanti dal Suino Nero dei Nebrodi è dovuto al tipo di alimentazione costituita prevalentemente dal pascolo nel sottobosco e alla ricetta tradizionale della lavorazione che si caratterizza per l’uso sapiente del tempo, del sale e degli aromi naturali (pepe, peperoncino, aromatiche di montagna). Tra le offerte del paniere gastronomico: prosciutto crudo, capicollo, salame Fellata, salsiccia, pancetta, guanciale Buccularu, lardo. I salumi sono parte integrante della tradizione gastronomica italiana. Il loro sapore buono, la facilità di preparazione, la versatilità e la convivialità intrinseca nel loro consumo li rendono un alimento gradito a tutti. Un cibo gustoso e sano. Contengono infatti nutrienti importanti per l’equilibrio della nostra dieta, le sostanze definite bioattive e antiossidanti, tra cui la carnosina (piccola proteina composta dagli amminoacidi istidina e alanina) che, protegge dai danni delle radiazioni, migliora le funzioni del cuore e promuove la guarigione delle ferite.

Armando Virzì ha utilizzato il finanziamento del PSR Sicilia 2014/2020 dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, per tutelare la biodiversità e valorizzare i prodotti che hanno rivestito nel passato un ruolo speciale per la sopravvivenza delle prime popolazioni che hanno abitato la nostra isola nelle strette vicinanze dei boschi. Un presidio Slow Food che ci permette, ancora oggi, di poter godere di un gusto speciale garantendo al contempo l’assunzione di “grassi buoni” che svolgono un’azione protettiva contro il colesterolo grazie alla presenza di elevate quantità di acidi grassi insaturi.
Informazioni: Fattoria San Pio, Via Vittorio Emanuele III n. 36 -98061 Brolo (ME), Cell. +39 338 5024414/338 5024414; email: [email protected]; sito www.fattoriasanpio.it; www.ilmangiaweb.it
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Un bio-caseificio che racconta il territorio
Finanziamenti pubblici che generano progetti di successo. Un’azienda agricola che chiude la filiera, e valorizza la tradizione artigianale dell’arte casearia nel pieno rispetto del benessere animale e dell’ambiente. Latticini e formaggi che raccontano il territorio, conservano i sapori di una volta e proteggendo la salute dei consumatori.
La Società Agricola “Tenuta Manchi” si trova a Caccamo, meraviglioso borgo medievale in provincia di Palermo a circa 500 metri d’altitudine, nel cuore delle colline del San Leonardo attraversate dall’omonimo fiume, dove gli uliveti e i boschi di quercia si diradano lasciando il posto a pascoli e campi coltivati a grano ed erba. L’azienda produce formaggi e latticini biologici di altissima qualità e dal gusto ineguagliabile conferito dal sapore del latte vaccino e caprino che proviene dagli allevamenti, anch’essi biologici. Nasce dalla passione tramandata nei decenni e trasmessa ai tre cugini, Maria Laura, Nicasio e Salvatore Muscia, che decidono di mettere a frutto le loro esperienze e trasformare l’amore per la natura e il territorio in una splendida realtà commerciale che si fonda sulla continua ricerca di “qualità”.

Gli animali vengono allevati secondo rigorosi standard qualitativi e nel rispetto delle antiche tradizioni del territorio, pascolando nei terreni di proprietà dell’azienda. L’intera filiera di produzione è gestita a livello familiare, dalla raccolta del fieno all’allevamento di capre e capretti, bovini e vitelli, fino alla produzione dei formaggi e alla loro commercializzazione. Il caseificio è infatti interno alla struttura: la materia prima arriva direttamente dalle sale mungitura adiacenti ed è immediatamente trasformata in ricotte, stracchini, mozzarelle e caciotte. Il benessere animale è una delle priorità della Tenuta Manchi, sia per l’alimentazione degli animali, con l’utilizzo di una grande stalla, come ricovero notturno o nelle stagioni fredde, che nella gestione dei diversi momenti di vita degli animali (le caprette alla prima gestazione sono separate da quelle pluripare per prevenire i conflitti all’interno del gregge). L’azienda ha una produzione sostenibile dell’energia attraverso pannelli fotovoltaici.
Tenuta Manchi rappresenta un “sistema in armonia” all’interno del quale è possibile entrare in contatto con l’antica tradizione dell’allevamento all’aperto coniugata con l’innovazione tecnologica della lavorazione del prodotto finale, su prenotazione è infatti consentita una visita guidata nell’azienda, per conoscere gli animali da fattoria e fare esperienza dell’ambiente in cui vivono.

Grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale l’azienda ha realizzato il caprile, la sala mungitura e il caseificio. La scelta di allevare capre nasce dalle caratteristiche del territorio collinare vocato alla pastorizia e dalla presenza di pascoli che offrono un’alimentazione ricca di preziose erbe spontanee. Il Caseificio riesce a soddisfare i gusti di tutti i palati producendo insieme a mozzarella, ricotta, yogurt, anche formaggi veramente speciali e dai nomi originali: “a chiusidda e a zangara” (robiole a diversa stagionatura)”, la caciotta Manchi, “chianu caloriu” (stracchino), “giacometta” (formaggio fresco spalmabile)” e “pizzu San Giorgiu” (formaggio di capra semi-stagionato)”. Tutti i prodotti sono rigorosamente biologici e rappresentano il territorio e la tradizione prendendo il nome delle contrade in cui vengono pascolati gli animali.
I prodotti dell’azienda Manchi sono ambasciatori di un’antica tradizione casearia che fonda le sue radici sul benessere dell’animale, libero di pascolare ed alimentarsi con le erbe spontanee; grazie alla lavorazione artigianale le sostanze nutrienti sono mantenute nel prodotto finale. Una strategia che difende la biodiversità, conferendo sapori e profumi speciali al formaggio e ai suoi derivati. Inoltre riconoscel’inestimabile valore dei grassi saturi per la prevenzione dei problemi cardiovascolari e per il benessere delle nostre arterie.
La tenuta Machi offre prodotti genuini che ci permettono di riscoprire la sapidità e la ricchezza dei sapori di un tempo lontano. Memorie del giusto matrimonio tra gusto e salute.
Informazioni: Società Agricola Tenuta Manchi, C/da Manchi s.n. – 90012 Caccamo (PA)email: [email protected]; telefono: 329 7729498/366 5454359, sito www.tenutamanchi.it
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Agriturismo made in Sicily
Finanziamenti pubblici che generano progetti di successo. L’Agriturismo Bergi racconta lo stile di vita mediterraneo valorizzando le produzioni agroalimentari della cultura contadina e promuovendo i sapori genuini d’altri tempi. Un’azienda, a conduzione familiare, con produzioni biologiche certificate, utilizzate soprattutto per la ristorazione, la trasformazione e la degustazione. Immersa nel Parco delle Madonie ne celebra la salubrità dell’aria, la bontà dei cibi, la tranquillità e la bellezza dei paesaggi di montagna.
L’Azienda agricola Bergi, si sviluppa su oltre mille metri quadri tra orti, frutteti ed uliveti, nel Vallone Saraceno, una zona archeologica risalente all’epoca greco-romana. Originariamente “orticello” dell’antico Feudo Bergi, oggi l’Azienda continua la tradizione, migliorando e arricchendo, nel tempo, le coltivazioni biologiche a indirizzo ortofrutticolo, olivicolo, apistico. L’azienda, infatti, non solo coltiva ma trasforma e commercializza prodotti biologici siciliani d’eccellenza, dal sapore unico ed esclusivo: marmellate, confetture e composte, sughi e aromi, amari e manna, olio extra vergine di oliva e pluripremiati mieli.

Tra i successi: il Concorso internazionale Biol Miel 2019 con il riconoscimento di 3 medaglie d’argento ai mieli di Cardo, Millefiori di Montagna e Millefiori di Collina; il Concorso nazionale 2019 “Tre Gocce d’oro. Grandi mieli d’Italia”, con “Una Goccia d’oro” al Miele Millefiori e il Premio Bio in Sicily 2020. Fiore all’occhiello il presidio slow food del Miele di Ape Nera Sicula e l’amaro Bergi che nasce da un’esclusiva e antica ricetta di famiglia che presenta un’elevata digeribilità grazie alla presenza della Manna (prodotto endemico e raro che si ottiene dalla solidificazione della linfa degli alberi di frassino di Castelbuono) e della Nepetella (erba spontanea del Parco delle Madonie). I prodotti possono essere acquistati anche on- line (https://ledeliziedibergi.com/).

Bergi può essere definita un’azienda ecologica: produce e commercializza prodotti biologici, preferisce l’utilizzo di prodotti tipici locali secondo il principio del km 0, utilizza energia rinnovabile ed economizza le risorse idriche. Grazie ai finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2014/2020, l’azienda ha potenziato la sua multifunzionalità. L’agriturismo ha infatti il marchio comunitario di qualità ECOLABEL, riconoscimento ufficiale che offre al consumatore la certezza di alta qualità, al fine di incentivare il turismo sostenibile. Grande importanza è data agli ecosistemi presenti in azienda, al rispetto del paesaggio e al riciclo dei rifiuti. L’amore per la terra e i suoi frutti ha portato alla creazione di diversi percorsi agro-ambientali attraverso i quali si vuole trasmettere quell’insieme di valori e tradizioni che contraddistinguono la vita di campagna – rappresentati anche all’interno del Museo di antica civiltà contadina a Castelbuono.
L´Agriturismo Bergi crede nel valore della cooperazione ed ha stretto alleanze strategiche con la Rete delle fattorie sociali (http://www.fattoriesociali.it/IT/), fa parte anche dell’Associazione Simenza – Cumpagnia siciliana sementi contadine (https://simenza.it/), ed è partner del progetto di agricoltura sociale “Agri-etica” promosso dalla Fondazione con il Sud https://www.fondazioneconilsud.it/progetto-sostenuto/agri-etica/).

L’Agriturismo Bergi è anche Bio Fattoria didattica e offre alle scuole e alle famiglie attività esperienziali finalizzate a scoprire “abitudini e curiosità” del mondo contadino: il percorso Dalle Api al miele, Il frutteto, L’orto e la serra, Bio…logico, Dal grano al pane, Dalla frutta alla marmellata, Le piante officinali, Dall’olivo alla bruschetta, Le abitudini e gli attrezzi dei nonni, Il frassino e la manna, Visita agli animali della fattoria e Merende con gusto. Ed ancora: percorsi didattici, degustazioni tematiche, corsi di cucina con ricette tipiche madonite, passeggiate, escursioni guidate e trekking nel parco delle Madonie. Un laboratorio a cielo aperto dell’antico “stile di vita” dei nostri nonni, Patrimonio Unesco della Dieta Mediterranea.
Informazioni: Azienda Agrituristica Bergi, SS 286 per Geraci Siculo km.17.600 – 90013
Castelbuono (PA), Tel. +39 0921 672045, email: [email protected], sito:
www.agriturismobergi.com
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Per le feste 1,6 miliardi di brindisi con bollicine italiane nel mondo
ROMA (ITALPRESS) – Autoctoni, italiani e per tutte le tasche: il Belpaese si conferma protagonista nelle vendite di spumanti nel mondo anche nell’anno del Covid-19. E i consumatori più ‘casalinghì di sempre dimostrano, nonostante tutto, di non voler rinunciare a un simbolo delle feste che registra però un effetto sostituzione: giù i top di gamma, Champagne in primis, su i prodotti più accessibili. Il risultato, secondo le stime sui consumi di bollicine nelle prossime festività rilasciate oggi dall’Osservatorio del Vino di Unione italiana vini (Uiv) e da Ismea, è in linea con lo scorso anno sul fronte dei volumi, con 273 milioni di bottiglie tricolore vendute nel mondo sotto le feste (+1,3% sul 2019) di cui quasi 74 milioni in Italia (-2,3%), per un totale su scala globale di oltre 1,6 miliardi di calici made in Italy alzati. Diverso invece il trend a valore, segnalato complessivamente in contrazione del 9% tra domanda interna ed estera.
“Le stime sulle vendite in Italia e all’estero in questa particolare congiuntura – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti – premiano la maggior versatilità di gamma delle bollicine italiane, in grado di reagire con più elasticità alle dinamiche di mercato. Occorre però ricordare come a fronte di una sostanziale tenuta dei volumi, anche i nostri sparkling stiano pagando un caro prezzo sulla partita del valore, all’estero come in Italia. Uiv – ha concluso Castelletti – ritiene quindi fondamentale monitorare un fenomeno da una parte ascrivibile al minor potere di acquisto dei consumatori e a un conseguente effetto sostituzione, dall’altra a inaccettabili condotte speculative riscontrate lungo le catene commerciali off e on line”.
Saranno oltre 77 milioni le bottiglie di bollicine consumate in Italia tra Natale e Capodanno, di queste solo 3,5 milioni parleranno straniero sulle tavole delle feste più autoctone degli ultimi anni. Complessivamente a Natale e Capodanno si stapperà un pò meno (-2,8%) ma soprattutto per effetto del calo degli sparkling d’importazione (-12,5% meno del 5% del totale), con lo spumante italiano a -2,3% (quasi 74 milioni di bottiglie). Va meglio l’export tricolore, in crescita del 2,7% con quasi 200 milioni di spumanti italiani prossimi al consumo. Secondo il forecast Uiv-Ismea, le prossime feste varranno circa il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia, grazie alle vendite in Gdo e nei canali off-trade che terranno a galla un mercato del fuori casa in coprifuoco.
Un effetto sostituzione della domanda italiana che se da un lato mitiga notevolmente la variazione in volume, in valore potrebbe creare al sistema una flessione del fatturato di oltre il 12%, previsto a circa 199 milioni di euro.
La produzione totale di spumanti tricolore nel 2020 si dovrebbe confermare sugli stessi livelli dello scorso anno, a 776 milioni di bottiglie a fronte di un mercato d’importazione che non arriva a 10 milioni di pezzi (-12,5%). L’incidenza dell’export a volume supera il 73% e quest’anno ha premiato soprattutto le denominazioni export oriented, mentre quelle a metodo classico, il cui mercato è più indirizzato all’horeca italiana, hanno avuto maggiori problemi.
(ITALPRESS).









