Agroalimentare

Vinitaly, il turismo del vino coinvolge 13,4 milioni di italiani

VERONA (ITALPRESS) – E’ stata presentata al Vinitaly la prima indagine sull’enoturismo, frutto del protocollo d’intesa tra Ismea e AITE, l’Associazione italiana turismo enogastronomico. Un’esperienza, quella del turismo del vino, che coinvolge 13,4 milioni di enoturisti italiani, il 64,5% dei viaggiatori, rappresentando un’attrazione soprattutto per americani e europei.
L’indagine illustrata nell’ambito del convegno” In viaggio tra vigne e cantine: numeri, profili e tendenze dell’enoturista italiano” ha evidenziato che il livello di soddisfazione degli enoturisti italiani è molto alto. Tre enoturisti su quattro si dichiarano soddisfatti soprattutto per la qualità del servizio in occasione delle visite in cantina e delle altre iniziative, per i rapporti con la comunità locale e per le modalità di prenotazione delle esperienze proposte. Più tiepido il giudizio dei giovani. Nel cluster degli under 24 sono stati indicati margini di miglioramento soprattutto in merito alla qualità del servizio, alla facilità di prenotazione e al reperimento di informazioni, in una percezione da nativi digitali evidentemente influenzata da un utilizzo più spinto di Internet e dei social network. Per Livio Proietti, Presidente di Ismea “l’obiettivo dell’intesa è mettere sotto la lente di ingrandimento le principali variabili qualitative e quantitative dell’enoturismo italiano, un segmento rilevante del sistema vitivinicolo nazionale che lega prodotti e territori, contribuendo anche al successo del made in Italy. L’enoturismo, come anche l’agriturismo, comparto che l’Istituto monitora ormai da diversi anni, rappresenta un’importante leva di marketing, preservando l’attrattività delle aree rurali sempre più soggette a fenomeni di spopolamento”. “Il comparto enoturistico – ha aggiunto Roberta Garibaldi, Presidente di AITE – rappresenta ormai un fenomeno rilevante in termini economici e in ulteriore crescita per i ricavi delle aziende italiane del vino. Il livello raggiunto dall’enoturismo è tale da richiedere una vera e propria analisi scientifica strutturata, per poter delineare i flussi in ingresso e colmare il gap tra il desiderio del turista e la reale fruizione e per realizzare progetti di sistema, accompagnando il turismo rurale e gli investimenti pubblici e privati necessari per rilanciare occupazione e creare ricchezza. Si sta andando verso una definizione di enoturista standardizzata in base al lavoro tra UNWTO e OIV che accompagnerà queste ricerche”. D’altro canto, se ci sono le cantine la vacanza si allunga. I dati evidenziano che la maggior parte dei turisti (circa il 50% tra quelli generici, quasi il 55% tra quelli legati al mondo del vino) si trattengono nei luoghi di vacanza per 2/3 giorni, andando oltre il “mordi e fuggi”: il 31% indica una durata di 4 giorni o più, valore che sale per gli enoturisti al 38%. Tra i wine lover, la metà ha visitato una o due cantine, il 36% almeno tre strutture, ma si osservano valori anche più alti nella classe tra 25 e 34 anni di età. Che l’enoturismo sia un forte stimolo per lo sviluppo dell’intero settore vitivinicolo lo ha evidenziato anche Giorgio Del Grosso, Capo del dipartimento di statistica e trasformazione digitale dell’OIV, intervenuto al convegno con un video messaggio. “L’enoturismo – ha spiegato – è un driver di sviluppo locale e rurale e uno strumento di diversificazione del reddito. Per questo motivo è stato introdotto come terzo pilastro del nostro attuale piano strategico. La necessità di poter disporre di dati accurati, affidabili e comparabili a livello internazionale ci ha spinto a siglare nel 2021 un protocollo d’intesa con Un Tourism, l’Agenzia delle Nazioni unite che si occupa di turismo, con l’obiettivo di sviluppare una metodologia comune per misurare l’impatto economico di questo importante settore”. Il turismo legato al vino – ha evidenziato la relazione introduttiva di Tiziana Sarnari esperta del settore di ISMEA – si dimostra ancora più vitale per le cantine in annate meno fortunate come quella appena trascorsa, in cui alla lieve battuta d’arresto dell’export, si associa una stagnazione della domanda domestica. Un 2023 che passerà alla storia per una vendemmia particolarmente scarsa, la più leggera dal Dopoguerra, con 38,3 milioni di ettolitri, in calo del 23,2% sui volumi 2022, ma che ha visto il nostro Paese, unico tra i grandi player del vino, ridurre al minimo le perdite oltre frontiera (1% in volume e -0,8% in valore nel 2023, a fronte dei dati ben più negativi di Spagna e Francia). L’incontro è stata anche l’occasione per riunire i principali protagonisti del settore dell’enoturismo italiano, e raccontare una realtà in continua evoluzione in Italia, con una rete di oltre 500 comuni a vocazione vitivinicola associati a Città del vino, quasi 90 strade del vino e dei sapori che si snodano lungo l’intero territorio nazionale. Un settore a trazione anche femminile, come ha ricordato Donatella Cinelli Colombini, Past President Associazione Donne del vino, a cui si deve l’ideazione della fortunata iniziativa Cantine aperte, con le donne che “prenotano più degli uomini e sono le protagoniste della winery Hospitality”. Alla tavola rotonda, moderata da Fabio del Bravo – ISMEA, hanno partecipato anche Martina Centa, UIV – Unione Italiana Vini, AGIVI-Cantina Roeno, Nicola D’Auria, Presidente Movimento turismo del vino, Walter Massa, Presidente della Federazione delle Strade del Vino e dei Sapori del Piemonte, Marco Montanaro, Direttore Generale Federvini e Angelo Radica, Presidente di Città del vino.(ITALPRESS).

Foto: Trl

Al via il 56° Vinitaly, a Verona buyer da 140 Paesi

VERONA (ITALPRESS) – “Inauguriamo questo Vinitaly dopo una notte difficile. Penso che, mai come in questo momento, sia necessario fare un appello alla responsabilità, alla prudenza e al lavoro di tutte le istituzioni nazionali e internazionali per arrivare alla pace. Ringrazio il governo che si sta attivando. Mi auguro che anche da questa manifestazione di caratura internazionale si possa lavorare per donare ai nostri figli un mondo di pace e di amicizia tra i popoli”. Sono le parole del presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, in apertura, oggi, della cerimonia inaugurale del 56° Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati in programma a Veronafiere fino a mercoledì 17 aprile. Dopo aver commentato la pericolosa escalation in Medio Oriente, il presidente Fontana ha ricordato che: “Quello del vino è un comparto identitario incredibile. Ogni vino, infatti, ha una sua tradizione e storia ma è anche un alimento universale” nonostante gli attacchi. Nel suo intervento Fontana ha ringraziato anche “gli operatori nazionali e internazionali presenti in fiera, oltre alle istituzioni che hanno contribuito alla crescita di Vinitaly facendolo diventare un orgoglio non solo per i veronesi ma per tutti gli italiani”.
Con oltre 4mila cantine da tutta Italia e da 30 nazioni, Vinitaly si conferma l’unico brand fieristico rappresentativo della varietà del made in Italy enologico nel mondo. Un risultato confermato anche dalle attese di questa 56^ edizione pronta a replicare il successo dell’anno scorso con oltre 30mila operatori esteri della domanda da 140 Paesi presenti in quartiere: un terzo del totale.
Per il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo: “Vinitaly non è solo un alleato fondamentale delle aziende del settore ma contribuisce al posizionamento del vino italiano nelle principali aree strategiche. Quest’anno sono 1200 i top buyer da 65 nazioni pronti a conoscere e ad avviare trattative con le imprese espositrici. Un risultato in aumento del 20% rispetto al 2023, ottenuto grazie una potente campagna di incoming, realizzata anche con il sostegno di Ice, che per la prima volta ha coinvolto tutti i player istituzionali della promozione. Una diplomazia del business per far crescere il settore e le imprese”.
Al via da oggi e fino al 17 aprile, in contemporanea a Vinitaly, anche la 28ª edizione di Sol, International olive oil trade show, il 25° Enolitech, salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra, e Xcellent Beers, la rassegna dedicata alle produzioni brassicole artigianali. Con queste manifestazioni il contingente espositivo nel quartiere sold out sale a 4300.
All’inaugurazione sono intervenuti: Barbara Bissoli, vicesindaca del Comune di Verona, Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona; Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale; Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Luca Zaia, presidente Regione Veneto; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura; Matteo Zoppas, presidente di Ice Agenzia e Maurizio Danese, ad Veronafiere
Nel corso dell’evento sono stati assegnati anche i riconoscimenti “Premio Vinitaly International Italia”, “Premio Vinitaly International Estero” e i nuovi “Vinitaly Wine Critics Award” e “Premio Vinitaly 100 anni”.
“Vinitaly e Veronafiere portano Verona, il Veneto e l’Italia nel mondo. Questa è una esposizione universale di un prodotto straordinario che fa parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni ma è anche un motore della nostra economia. Vinitaly ha inoltre costruito ponti per il mondo, dall’Asia agli Stati Uniti fino all’America Meridionale – afferma Barbara Bissoli, vicesindaca Comune di Verona -. Una architettura e un auspicio di pace che parte e torna da Verona. Un saluto speciale va all’Associazione nazionale delle Donne del vino che con impegno, grande competenza e creatività si occupano di questo settore, tradizionalmente maschile, dal 1988”.
Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona spiega: “Abbiamo visto tante notizie relative a un Paese europeo che vorrebbe porre delle etichette sugli alcolici e anche sui vini, scrivendo “prodotto particolarmente pericoloso”. Ebbene, questo paese conta 39 denominazioni di origine controllata, tante quante Verona. Un paese europeo che voglia fare questo dovrebbe avere almeno una cultura del vino. E noi ce l’abbiamo e la stiamo diffondendo anche ai nostri giovani”.
Antonio Tajani, ministro degli Esteri, dopo aver illustrato i prossimi impegni del Governo per affrontare la crisi internazionale, a partire dal G7 convocato dalla premier Giorgia Meloni ha sottolineato: “Tutti i nostri imprenditori del settore del vino devono sapere che non sono soli. C’è un governo che li sostiene e lavora per abbattere le barriere doganali e la concorrenza sleale. Mi auguro che anche a Bruxelles le cose cambino: difendiamo la dieta mediterranea e abbiamo detto in maniera molto chiara che è una stupidaggine colossale dire che il vino è un prodotto cancerogeno. E’ falso da un punto di vista scientifico. E’ un attacco proditorio quello contro il vino e contro la dietra mediterranea che va respinto”.
“Il vino italiano vale quasi di 8 miliardi di export e i consumatori sul perchè mercato interno lo scelgono esprime qualità, e dà sicurezza – ha spiegato Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste -. Magari se ne beve un pò meno, ed è corretto bere con moderazione perchè credo che la cosa migliore sia bere bene cioè qualità, al prezzo giusto per remunerare la filiera, chi produce uva fino agli enologi, i trasformatori e i distributori per dare equilibrio e creare ricchezza in questa Nazionè.
“Non è un caso che Vinitaly, fiera di riferimento internazionale, nasca in Veneto, a Verona. Il Veneto è la prima regione per produzione ed esportiamo circa il 36% del prodotto nazionale. Questo rappresenta una grande opportunità per noi anche dal punto di vista della promozione del territorio – ha detto Luca Zaia, presidente della Regione Veneto -. Il primato produttivo va affiancato a quello turistico: 72 milioni di presenze che valgono circa 18 miliardi di euro. Questo è un grande valore ma anche un merito dei viticoltori che coltivano in Veneto circa 100 mila ettari. Dobbiamo interrompere una narrazione negativa nei confronti dei giovani, che portano innovazione e sostenibilità in agricoltura”.
“Vinitaly è la migliore anteprima che si potesse avere per la prima giornata del made in Italy che si celebra proprio domani in tutta Italia con oltre 300 eventi. La grande straordinarietà di questa manifestazione è che non è un padiglione espositivo, che potrebbe trovarsi ovunque nel mondo – ha affermato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy -. E’ un assaggio di territorio, dove i buyer possono assaporarne la cultura. Quello che è accaduto negli ultimi 20 anni con i prodotti enogastronomici grazie alle indicazioni geografiche – gli Igp i Dop – che ci hanno fatto grandi nel mondo e che ci hanno fatto percepire all’estero come produttori di qualità, accadrà nei prossimi 20k anni con le indicazioni geografiche sui prodotti industriali e sui manufatti”.
Per Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, “prosegue il matrimonio felice tra arte e vino. Se guardiamo alle opere in mostra qui a Vinitaly si comprende che questa eccellenza italiana è la risultante di un lungo processo storico, di una lunga tradizione che si rinnova. Siamo un ‘eccellenza in questo ambito perchè abbiamo alle spalle una storia, un’artigianalità e una capacità di produrre che è qualcosa di secolare. Stiamo lavorando con il ministro Lollobrigida perchè l’Unesco riconosca anche la cucina italiana come bene immateriale, mi sembra un atto doveroso. L’Italia è una superpotenza culturale proprio perchè rappresenta un unicum di civiltà”.
Matteo Zoppas, presidente di Ice Agenzia, ha spiegato: “Il mondo del vino sta vivendo un momento di grandi sfide. Considerato il buon risultato dei prodotti Italiani presso i nostri principali partner commerciali, come la Germania ed il Regno Unito, e partner emergenti come i paesi Balcanici, la frenata dei mercati Americani ed Asiatici è un segnale da leggere con attenzione. In un contesto dove l’imprevedibilità è diventata la regola, autorevoli istituti in queste ore stanno comunque prevedendo una ripresa per la seconda parte dell’anno 2024 e nel 2025. L’attività di questo Governo, con ogni evidenza, attribuisce maggiore importanza al Made in Italy. Con questo approccio, il lavoro dell’istituto del commercio estero viene rinforzato ed agevolato”.

– Foto ufficio stampa Veronafiere –

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Crea, insediato il nuovo cda con Andrea Rocchi presidente

ROMA (ITALPRESS) – “Sono onorato di assumere la presidenza del più importante ente italiano di ricerca sull’agroalimentare. Il CREA è un unicum nella panorama nazionale del settore, presente in tutta la Penisola, con i suoi 12 Centri multi ed interdisciplinari a 360 gradi e con le sue aziende agrarie, dove può esprimere appieno la sua vocazione sperimentale e di ricerca applicata. Da presidente, intendo valorizzare sempre di più questo straordinario bagaglio di competenze ed conoscenze da mettere a disposizione del Sistema Paese e del nostro Ministero vigilante”. Così il neopresidente CREA, Andrea Rocchi all’insediamento del cda avvenuto oggi e che chiude la gestione commissariale.
Il Cda è presieduto appunto da Andrea Rocchi – direttore di Impresapiens, Centro di Ricerca di Sapienza Università di Roma e presidente del corso di Laurea in lingua inglese Economics and communication presso la stessa Università – ed è composto da Giancarlo Righini, Assessore Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste della Regione Lazio – espressione della Conferenza Stato-Regioni e designato anche vicepresidente – e Alessandro Monteleone, dirigente di ricerca CREA Politiche e Bioeconomia, eletto dalla comunità scientifica dell’Ente.
Ora il CREA può tornare a lavorare, con maggiore serenità e con prospettive di più ampio respiro.
-foto ufficio stampa CREA –
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Mammucari eletta nuova segretaria generale della Uila-Uil

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio nazionale della Uila-Uil ha eletto all’unanimità Enrica Mammucari alla carica di segretario generale dell’organizzazione sindacale guidata, sin dal 1995, da Stefano Mantegazza che ha deciso di rassegnare le sue dimissioni.
Ai lavori del consiglio ha partecipato anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Mammucari, già segretaria generale della Uila Pesca, ha alle spalle una lunga esperienza sindacale iniziata negli anni ’90 come capolega a Genzano. Segretaria regionale della Uila del Lazio, è entrata a far parte della segreteria nazionale nel 2014.
Nel suo intervento Mammucari ha ringraziato il consiglio nazionale per la fiducia conferitagli e ha rivolto un commosso saluto a Mantegazza, dichiarando il suo impegno a proseguire la strada tracciata dalla Uila e a battersi con passione e determinazione per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e per la crescita del settore agroalimentare.
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– Foto: ufficio stampa Uila-Uil –

Wine Awards di Food and Travel Italia, Biagio Maimone premiato giornalista dell’anno

TORINO (ITALPRESS) – Alla Reggia di Venaria Reale si è tenuta la terza edizione dei Wine Awards di Food and Travel Italia, l’evento enologico ideato per premiare le aziende produttrici italiane ed internazionali che brillano per qualità, tante eccellenze in un format capace di valorizzare il vino e l’enoturismo. A decretare i vincitori è stata una giuria di esperti del settore e della redazione di Food and Travel Italia, nonché i voti dei lettori. I Wine Awards sono stati presentati da Pamela Raeli, editore di Food and Travel Italia, edizione italiana del magazine internazionale, edito in 18 Paesi del mondo, che si occupa di enogastronomia e viaggi gourmet, e dall’attore Luca Pantini.
Sul palco vi è stata la presenza attiva di Fabrizio Imas, Direttore Responsabile di Food and Travel Italia, Francesca Mancuso, Premium Benefits Marketing Senior Executive, e Nicolas Peyresblanques, Ceo Segafredo Zanetti Italia.
Biagio Maimone si è aggiudicato il premio come miglior giornalista dell’anno con la seguente motivazione:
“L’umanita` perduta e recuperata al servizio di una professione dalla grande funzione sociale. Nei suoi diversi ruoli di responsabilita`, in associazioni, festival e testate, propone un modello di giornalismo che pone al centro la persona e la parola.
La “parola”, infatti, contraddistingue l’essere umano e l’uso che ne viene fatto puo` generare reazioni opposte: e` la consapevolezza che il modo in cui comunichiamo condiziona e anzi trasforma la società in cui viviamo”.
Maimone è autore del saggio “La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario”, che rilegge la comunicazione ed il giornalismo.
Il libro propone la necessità di un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale ed umana della società odierna.
Biagio Maimone è, inoltre, Direttore della Comunicazione dell’ Associazione “Bambino Gesù del Cairo” Onlus, il cui Presidente è Monsignor Gaid Yoannis Lahzi, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco.
“Ringrazio Pamela Raeli, la giuria e i lettori di Food and Travel Italia per il premio conferitomi.
Desidero far presente che l’impegno giornalistico è un impegno che richiede grande coraggio, soprattutto il coraggio di far conoscere la verità quando essa è drammatica, come fanno i miei colleghi inviati di guerra, i quali, oltre a documentare la sofferenza, di essa condividono lo strazio” ha dichiarato Biagio Maimone, il quale ha sottolineato: “Il lavoro che essi svolgono sui territori devastati dalle guerre oltre a mette a repentaglio le loro vite, testimonia il coraggio che li anima nel documentare la storia umana quando essa scade nella violenza della guerra, che deve essere conosciuta anche per essere evitata considerata la sua barbarie.
Per tale motivo, desidero condividere il premio ricevuto con coloro che considerano il giornalismo testimonianza di verità storiche e sociali che, per le caratteristiche che le connotano, toccano le corde più profonde del cuore umano”.
Gli altri vincitori sono stati: Diego Cusumano a cui è stato riconosciuto il titolo di “Uomo del Vino”, Marzia Varvaglione, nominata “Wine Lady”, Salvatore Ferragamo, nominato “Wine Gentleman”, il Gruppo Lunelli è stato riconosciuto come “Eccellenza Made in Italy” nel Mondo, Amedeo Moretti Cuseri ha ricevuto il premio di “CEO dell’Anno” Silvana Ballotta è stata riconosciuta come “International Wine Bridge”, il Consorzio Brda ha ricevuto il premio di “Consorzio Internazionale dell’Anno”, il Castello Banfi Wine Resort è stato premiato come “Miglior Wine Resort”, Filippo Polidori è stato riconosciuto come “Personaggio dell’Anno” nel mondo del vino, Mimma Posca è stata insignita del titolo di “Madame Classy Wines”,, Rinaldi 1957 è stato premiato come “Distributore dell’Anno”,, Alberto Messini, “Cavaliere del vino”, Patrick Simoni premiato come “Miglior Direttore Marketing e Comunicazione”, Nadia e Enrico Baldin, “Coppia Stellare”, Sella Personal Credit vince il premio “Credito a misura di Cantina”, Il Progetto Sperimentale Pinot Meunier è stato insignito del titolo di “Progetto Vino dell’Anno”, Il Seren 2009 dell’Azienda Agricola Metilde di Mario Sandri è stato riconosciuto come Vino Dolce dell’anno, Vittoria Poggio premiata per il suo impegno nella promozione eno-turistica piemontese, ha contribuito all’assegnazione del titolo di Città Europea del Vino 2024 all’Alto Piemonte e al Gran Monferrato, organizzando numerose iniziative per valorizzare l’offerta enoturistica della regione, sostenendo i grandi vini, raccontando la storia dei produttori e celebrando la bellezza dei paesaggi, Sara Gama, atleta, è stata riconosciuta per la sua consapevolezza e autodeterminazione nel mondo del vino, Lincoln Vincent Nuevo, head Sommelier del ristorante stellato La Madernassa a Guarene, è stato premiato per la sua eleganza in sala, Giacomo Di Feo ha ottenuto il premio come miglior direttore commerciale, Andrea Lonardi e Chiara Giannotti come Ambasciatori del Vino Italiano, Cristina Mercuri premiata come Ambasciatrice del vino italiano nel mondo, Mauro Carosso è stato riconosciuto come divulgatore del vino per il suo impegno nella valorizzazione e diffusione della cultura vinicola e della tradizione enogastronomica italiana.
-foto ufficio stampa Wine Awards di Food and Travel Italia –
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Arriva Nina, l’Intelligenza Artificiale contro le fake-mozzarelle

ROMA (ITALPRESS) – L’intelligenza artificiale contro le fake-mozzarelle e il fenomeno dell’italian sounding: è il progetto del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, presentato al ministero della Agricoltura e della Sovranità Alimentare a Roma.
Il progetto – il primo in Italia realizzato da un consorzio – è stato commissionato alla Farzati Spa, che ha messo a punto un sistema di intelligenza artificiale, una “guardia del corpo” virtuale della mozzarella di bufala campana DOP a cui è stato dato il nome di Nina, come una delle bufale più longeve e produttive nella storia del comparto: il suo compito sarà analizzare gli incarichi di mozzarella Dop, imparando a distinguere quelli autentici da eventuali imitazioni e riconoscendo tentativi di plagio o contraffazione. “Questa innovazione rappresenta un salto di qualità nell’attività di vigilanza sulla mozzarella di bufala campana Dop e testimonia che, se ben utilizzata, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto alla tutela del Made in Italy. L’applicazione dell’IA renderà possibile per il Consorzio implementare in maniera esponenziale la propria attività di vigilanza sul mercato ma anche di fornire un servizio di monitoraggio a favore dei soci. Così per la prima volta l’agrifood di eccellenza si allea con l’innovazione tecnologica, restando al passo con le sfide del mondo globale”, ha detto il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani.
“L’importanza del prodotto per il Sud e per tutta l’Italia è ormai chiara ed evidente, stiamo parlando di 55 milioni di kg di mozzarella prodotti nelle ultime annate, con un aumento continuo”, ha aggiunto Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli e presidente del Comitato scientifico del Consorzio. La mozzarella è un prodotto che “sostiene anche l’export – dalla Francia all’Olanda, fino agli Stati Uniti – e intorno alla mozzarella c’è anche tanto lavoro scientifico. Ad esempio è stato scoperto che il latte di bufala ha delle qualità positive davvero peculiari: ad esempio, è stato dimostrato che possiede la capacità di stimolare le sirtuine nelle cellule, rallentando l’invecchiamento”, ha spiegato.
Solo nel 2023 il Consorzio ha effettuato 5 mila verifiche, che si aggiungono a quelle degli altri enti deputati (ASL, carabinieri, Icqrt) per un totale di circa 15mila controlli l’anno, che fanno della Bufala Dop uno dei prodotti più tutelati in Europa. “L’obiettivo del nostro Consorzio è di potenziare sempre di più la trasparenza del comparto, puntando sull’innovazione digitale. Questo progetto di aggiunge alla totale tracciabili della filiera, che oggi, partendo da una singola mozzarella di Bufala Dop consente di risalire fino alla partita di latte con cui è stata prodotta. L’ulteriore step realizzato eleva gli standard di efficienza della filiera e consente dj differenziare ancor di più la Bufala Campana Dop dalle altre mozzarelle in commercio”, ha sottolineato il presidente Domenico Raimondo.
Il progetto, ha aggiunto Giorgio Ciardella, Cto di Farzati, è “un modello di innovazione nel settore caseario, percepisce ad offrire una soluzione concreta per garantire la trasparenza e la tracciabilità degli incarichi e combattere la contraffazione. Attraverso l’impiego di tecnologie avanzate, questa iniziativa tutela non solo uno dei prodotti più rappresentativi dell’eccellenza italiana, ma stabilisce anche nuovi standard per l’intero settore agroalimentare”.

– Foto xi2/Italpress –

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Lollobrigida”Cambiale ortofrutta un successo, finiti fondi in poche ore”

ROMA (ITALPRESS) – “Alla chiusura dello sportello telematico Ismea per la compilazione delle domande relative al prestito cambiario ortofrutta, al primo giorno di apertura, sono state convalidate oltre 500 domande per un importo pari a 15.280.279 di euro e ne sono in validazione altre 413, del valore di oltre 3 milioni di euro. I fondi di oltre 19milioni di euro sono in esaurimento. Sono numeri che confermano il successo della nuova linea di credito dell’Ismea per il sostegno della filiera ortofrutticola. Il numero delle domande presentate, in così poche ore, dimostra che il Governo lavora nella giusta direzione e dà risposte puntuali alle imprese”. E’ quanto dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. “Con la cambiale ortofrutta – continua il ministro Lollobrigida – diamo la possibilità alle piccole e medie imprese di ottenere fondi immediati e rilanciamo il settore ortofrutticolo. Ringrazio Ismea, la direttrice Maria Chiara Zaganelli, il presidente Livio Proietti e tutto il personale dell’Istituto per aver lavorato con puntualità e aver così contribuito a rendere un successo questa misura”, ha concluso il ministro.
-foto Agenzia Fotogramma –
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Turismo dell’olio EVO, arrivano il rapporto annuale e il sito ufficiale

ROMA (ITALPRESS) – I protagonisti del turismo dell’olio Evo lanciano, in occasione dell’edizione 2024 del Concorso nazionale Ercole Olivario dedicato alla valorizzazione dell’extravergine d’oliva, un’operazione di sistema che sancisce la nascita di un vero e proprio think tank dell’oleoturismo italiano. La collaborazione è il frutto del lavoro svolto dalle associazioni Città dell’Olio, Unaprol-Coldiretti con Roberta Garibaldi, professore universitario e autrice del Rapporto annuale sul turismo enogastronomico. Il frutto di quest’intesa, attuata per la valorizzazione di un settore composto da circa un milione di imprese olivicole per un valore della produzione che sfiora i due miliardi di euro l’anno basato su una straordinaria biodiversità (oltre 250 milioni di piante, con oltre 550 varietà diverse, per 43 Dop riconosciute), è duplice. Per prima cosa, durante il concorso nazionale, è stato presentato il primo Rapporto sul turismo dell’olio, che comprende i dati sulla capacità attrattiva del comparto e le best practice individuate tra le aziende italiane che già hanno avviato un progetto di accoglienza turistica, che diventeranno la base per aderire alla seconda grande novità: il primo portale nazionale dedicato al turismo dell’olio.
Il portale dedicato esclusivamente al Turismo dell’Olio (www.turismodellolio.com) è già online e in prospettiva non sarà soltanto un sito-vetrina dedicato alle aziende coinvolte e al concorso nazionale Ercole Olivario, ma offrirà la possibilità di acquistare i pacchetti turistici delle aziende individuate dal think tank come casi di eccellenza turistica ed esperienziale. Sono oltre trecento, infatti, le esperienze selezionate e presenti all’interno di turismodellolio.com e il numero è destinato ad aumentare. Al tempo stesso, il think tank effettuerà il controllo sul rispetto, da parte delle aziende produttrici di olio Evo, dei criteri fondamentali della buona accoglienza in azienda – condizione necessaria per l’inserimento in piattaforma – favo-rendo inoltre la commercializzazione delle esperienze oleoturistiche a livello nazionale e internazionale. La visita a un frantoio è un’esperienza ancora poco praticata tra i turisti, con ampi margini di crescita legati anche al contenuto sano dell’esperienza e all’inserimento dell’olio Evo come prodotto di bellezza e di cura della persona, dalla tavola alle spa e ai centri benessere. Secondo la prima edizione del Rapporto sul turismo dell’olio presentato in occasione del premio Ercole Olivario, il 15% dei turisti italiani ha già preso parte, negli ultimi tre anni, alla visita in un’azienda olearia, percentuale che vendita al 19% nel caso del turista orientato alle esperienze enogastronomiche. In particolare, solo l’11% della fascia d’età 18-24 anni e solo il 10% della fascia 25-34 vi ha preso parte, mentre tra gli over 65 anni la percentuale vendita al 23%. A fronte di questa “concretizzazione minoritaria”, i dati del Rapporto fanno emergere il forte appeal dell’olio extravergine e dei suoi luoghi di produzione, ma anche della cultura dell’olio, tra i turisti. E si tratta di un patrimonio da mettere a frutto nei prossimi anni.
“Questi dati colpiscono se confrontati coi dati di interesse che abbiamo mappato, che dimostrano una potenzialità di sviluppo davvero altissima, con l’offerta che può pensare di diversificarsi in base agli interessi degli italiani – spiega Roberta Garibaldi , autrice del Rapporto – La leva principale che spinge il turi-sta a prendere in considerazione una visita in frantoio o in azienda olivicola è la shopping/tasting experience: il 72% degli intervistati vorrebbe acquistare il prodotto a prezzi interessanti (74% tra i turisti enogastro) e il 70% amerebbe degustare l’olio e le diverse tipologie prodotte in azienda in abbinamento a prodotti e cibi del luogo (72% tra i turisti enogastro). Molto consistenti anche le risposte legate alle esperienze di turismo attivo: il 70% vorrebbe vedere come si produce l’olio, il 64% desidera partecipare alla raccolta delle olive e il 65% sogna una cena a lume di candela tra gli oliveti. Inoltre, il 57% amerebbe provare dei centri benessere che offrono trattamenti legati all’olio e il 70% vorrebbe provare, al ristorante, diverse tipologie di olio in abbinamento ai vari piatti degustati durante la cena. Da evidenziare, infine, il forte collegamento tra olio e patrimonio storico italiano: il 73% dei turisti enogastronomici vorrebbe visitare un frantoio storico, il 72% ambirebbe al soggiorno in una dimora storica con oliveto e orciaia al proprio interno e il 59% vorrebbe poter visitare un museo nazionale dedicato all’olio extravergine di oliva.”
“Il turismo dell’olio è una grande opportunità per dare “valore” al prodotto finito olio extravergine di oliva. Dobbiamo raccontare l’olio e far percepire il plus di valore che l’olio extravergine di oliva ha, non solo in quanto alimento nutraceutico, ma anche e soprattutto per i valori che interpreta e rappresenta: paesaggio, ambiente, storia, cultura, biodiversità con le oltre 550 cultivar che rappresentano oltre il 40% della biodiversità a livello globale, un patrimonio di inestimabile valore che dobbiamo valorizzare e salvaguardare. Il turismo dell’olio è anche un’opportunità di rilancio di luoghi e comunità, quali le Città dell’Olio ita-liane – commenta Michele Sonnessa , Presidente Città dell’Olio – Per noi l’olivo è il simbolo della difesa di uno stile di vita e di una battaglia per la sopravvivenza dei nostri paesi. Le oltre 480 Città dell’Olio italiane sono per lo più piccoli comuni, sotto i 5.000 abitanti, per il 90% situati nelle aree interne, che vivo-no una situazione paradossale di abbandono olivicolo, ma anche di abbandono urbano, perchè l ‘economia locale non ce la fa a sostenere la sopravvivenza delle persone in questi territori. Difendere l’olivo in questi territori vuol dire preservare la presenza umana. Fenomeni di abbandono delle olivete (il 30% in Toscana, il 60% in Liguria sono gli unici dati certi che abbiamo, ma sono tuttavia significativi) si traducono in paesaggi che perdono la loro valenza. Per fare questo abbiamo costituito un Tavolo interdisciplinare di lavoro con esperti accademici e mondo della produzione per lavorare insieme per una Legge nazionale di contrasto all’abbandono olivicolo. Perchè il turismo dell’olio non può prescindere dal paesaggio”.
“La presentazione del Rapporto 2023 conferma che l’Oleoturismo è un importante strumento di crescita per le imprese della filiera – commenta Nicola Di Noia , Direttore di Unaprol e Amministratore Unico della Fondazione Evooschool. I flussi di turisti sempre più attenti alla sostenibilità ambientale, alla tutela del paesaggio, ad una sana alimentazione, possono trovare proprio nelle imprese olivicole esperienze che richiamano questi valori, legati all’olio EVO di qualità. Per cogliere queste opportunità, prosegue Di Noia, occorre un cambio culturale. Bisogna formare nuovi professionisti del settore, in grado di lavorare sull’accoglienza dei clienti, sullo sviluppo di nuovi servizi e di utilizzare le nuove tecnologie. La formazione, conclude Di Noia, è una delle leve principali per chi vuole approcciare allo sviluppo dell’Oleoturismo”.

foto: ufficio stampa Ercole Olivario

(ITALPRESS).