MILANO (ITALPRESS) – FederlegnoArredo e FederBio hanno siglato un protocollo d’intesa per diffondere e consolidare l’utilizzo di cassette in legno nel settore biologico. A tal fine è stato condiviso tra le parti un disciplinare per la coltivazione biologica del pioppo e la produzione di imballaggi in legno che regolamenta il ciclo di vita della cassetta ortofrutticola, dalla coltivazione del pioppo alla produzione, esempio virtuoso di economia circolare applicato al trasporto dell’ortofrutta bio, garantendone freschezza e qualità. Si tratta di un’intesa all’insegna dell’innovazione dei materiali e della promozione del biologico. FederlegnoArredo e FederBio intendono, infatti, essere parte attiva nella divulgazione delle caratteristiche specifiche della pioppicoltura biologica certificata e d’impiego degli imballaggi in legno per prodotti ortofrutticoli con caratteristiche di sostenibilità e riciclo certificate secondo disciplinari di coltivazione sostenibile riconosciuti a livello nazionale e regionale.
“FederlegnoArredo intende avviare un’attività di definizione di standard e di promozione degli imballaggi in legno di pioppo con caratteristiche di sostenibilità e riciclo idonei per la movimentazione e il confezionamento dei prodotti biologici certificati. Il tutto a garanzia dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia dell’ecosistema”, spiega Cosimo Messina, consigliere nazionale del Gruppo imballaggi ortofrutticoli di Assoimballaggi. “Gli imballaggi in legno sono i primi e gli unici ad aver intrapreso questa strada, e questo non è un caso: è stato possibile proprio grazie alle proprietà ambientali intrinseche dell’imballaggio in legno, che solo il legno possiede”.
“L’impegno di FederBio si realizza nello sviluppo di iniziative di sostenibilità ambientale che favoriscano l’impiego di materiali riciclabili a sostegno di un modello di economia circolare. L’accordo con FederlegnoArredo va in questa direzione, stabilendo specifiche tecniche per gli imballaggi in legno di pioppo con caratteristiche di sostenibilità e riciclo certificate, molto importanti per tutto il settore biologico”, sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio.
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Accordo FederlegnoArredo e Federbio per imballaggi bio
Coppa di Parma e salame felino Igp in due liveshow di Sonia Peronaci
PARMA (ITALPRESS) – Nell’ambito di un progetto di digital PR finanziato dal Mipaaf – Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, i Consorzi di Tutela di Coppa di Parma IGP e Salame Felino IGP hanno scelto come ambassador Sonia Peronaci: una celebrità per il popolo dei foodie, che la segue con attenzione dal 2006, anno in cui la Peronaci ha creato il fenomeno Web Giallo Zafferano, ora passato sotto il controllo di Mondadori. Oggi la Peronaci è volto e promotrice del sito che porta il suo nome www.soniaperonaci.it della sua redazione Sonia Factory.
A testimoniare la popolarità della Peronaci sono i numeri: oltre 720mila follower su Instagram, quasi 640mila follower su Facebook, 1,3 milioni di utenti unici mensili sul sito Web www.soniaperonaci.it. La Peronaci è un’imprenditrice digitale oltre che scrittrice, con quattro pubblicazioni a tema cucina per le case editrici Rizzoli e Mondadori, e volto tv, avendo condotto programmi su FoxLife e sulle reti Mediaset.
Per i Consorzi di Tutela di Coppa di Parma IGP e Salame Felino IGP, Sonia Peronaci ha curato due liveshow dalla sua Factory milanese: in concreto, per il suo pubblico, con i due salumi della Food Valley parmense la Peronaci ha preparato, rispettivamente, una Cream Tarte salata con mousse alle erbe e Coppa di Parma IGP e dei Cornetti soffici salati con mousse di Salame Felino IGP.
Due ricette sfiziose, ma al contempo facili da realizzare, che, in forma di video, sono diventate la cornice ideale per svelare i segreti di Coppa di Parma IGP e Salame Felino IGP: dalle caratteristiche organolettiche al territorio d’origine, dal disciplinare di produzione ai Consorzi di Tutela, che raggruppano rispettivamente 21 e 14 aziende, per arrivare a curiosità storiche e abbinamenti in cucina.
Come spiega Fabrizio Aschieri, presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP, “Popolarità, autorevolezza, credibilità, familiarità: sono queste le caratteristiche che ci hanno portato a scegliere Sonia Peronaci come ambassador della Coppa di Parma IGP, per un’attività di digital PR. L’idea è stata quella di evidenziare la versatilità del nostro salume, ottimo sì come appetizer e come finger food, ma indicato anche per utilizzi creativi in cucina: la Peronaci ha saputo interpretare alla perfezione la nostra esigenza”.
Esprime soddisfazione anche Umberto Boschi, Presidente del Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP: “Abbiamo voluto sperimentare una forma di edutainment in chiave food: lo storytelling legato al Salame Felino IGP e l’aspetto più propriamente culinario hanno trovato una sintesi perfetta in Sonia Peronaci. Con risultati, in termini di utenti raggiunti, commenti, condivisioni e like, che sono stati premianti per il Consorzio. Uno stimolo a impegnarci sempre più in attività di promozione via Web, anche tenendo conto delle complicazioni legate all’emergenza sanitaria Covid-19”.
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Accordo Sogin-Icqrf per la tracciabilità dei prodotti agricoli
ROMA (ITALPRESS) – Sviluppare un processo per la tracciabilità dei prodotti agricoli ed agroalimentari in base alla presenza di isotopi naturali al loro interno. E’ questo l’obiettivo che si pone l’accordo di collaborazione tra l’Icqrf, l’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, e la Sogin, la Società Gestione Impianti Nucleari, siglato alla presenza del sottosegretario Giuseppe L’Abbate. I due enti, infatti, intendono avviare ricerche sperimentali per l’applicazione delle tecniche di derivazione nucleare per verificare l’accuratezza e l’effettività dei requisiti relativi all’origine dei prodotti agricoli ed agroalimentari.
“Garantire la tracciabilità dei prodotti agricoli ed agroalimentari è una delle prerogative del Ministero delle Politiche agricole – afferma il sottosegretario L’Abbate -. Su questo aspetto, la ricerca scientifica può svolgere un ruolo determinante. L’accordo, della durata biennale, si pone l’obiettivo di trovare soluzioni innovative a tutela dei nostri produttori di qualità e dei consumatori. La sinergia tra Sogin e Icqrf – prosegue L’Abbate – sarà fondamentale per potenziare l’importante lavoro che quotidianamente quest’ultimo svolge con i suoi ispettori e che non si è mai fermato neppure durante il lockdown e le restrizioni anti-Covid”.
L’obiettivo è la codificazione di determinate tecniche radiochimiche attraverso l’uso di radionuclidi specifici per proteggere e promuovere alimenti a valore aggiunto, ovvero attraverso la determinazione del rapporto di determinati isotopi in elementi come idrogeno, ossigeno e carbonio e la misura della concentrazione di questi elementi in un campione, in modo da ottenere un’impronta digitale unica funzionale ad indicare il luogo di origine del prodotto esaminato.
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Ue, no al Nutriscore da 7 Paesi
ROMA (ITALPRESS) – A nome delle 7000 aziende associate, Federalimentare plaude all’iniziativa del governo italiano volta a bloccare in sede UE l’imposizione del Nutriscore.
“Ritengo molto importante che l’Italia abbia già trovato un solido gruppo di alleati contro l’avvento di un sistema fuorviante per i consumatori ed estremamente penalizzante per tutta la filiera alimentare italiana”, ha dichiarato il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, secondo il quale “va ristabilito il principio che il consumatore debba essere pienamente informato, ma non condizionato dall’alto nelle sue scelte e nelle sue preferenze”. “Sono certo – ha proseguito Vacondio – che l’approccio educativo del sistema proposto dall’Italia sarà accolto con sempre maggiore interesse, anche perchè più rispettoso della cultura e delle tradizioni alimentari di ogni Paese”.
Il riferimento del presidente di Federalimentare è al documento contro il Nutriscore presentato oggi al Consiglio europeo dei ministri dell’Agricoltura dalle delegazioni di Italia e Repubblica Ceca, anche a nome di Cipro, Grecia, Lettonia, Romania e Ungheria. “I codici a colori – si legge nel testo – non hanno dimostrato di essere efficaci nell’aiutare il consumatore a valutare il reale valore e la qualità dei cibi. Perciò, un’etichetta nutrizionale armonizzata a livello UE dovrebbe considerare i cibi nel più ampio contesto delle esigenze quotidiane di una dieta sana, incoraggiando la varietà, la moderazione e un corretto equilibrio tra i vari gruppi di alimenti”. Il documento pone una serie di paletti alla volontà della Commissione Europea di proporre, nell’ambito della “Farm to Fork Strategy”, un sistema di etichettatura nutrizionale obbligatorio armonizzato a livello comunitario. I Paesi firmatari, in particolare, affermano che un eventuale sistema europeo non dovrà compiere una valutazione complessiva del prodotto, ma offrire al consumatore “informazioni fattuali”.
E’ una chiara bocciatura del Nutriscore, anche perchè il testo sottoscritto dai sette governi respinge sia l’utilizzo dei colori come strumento di valutazione degli alimenti, sia il generico riferimento a 100 grammi di prodotto usato dal sistema francese, che penalizza l’olio d’oliva, il parmigiano e tanti altri prodotti di qualità normalmente consumati in piccole porzioni. I Paesi firmatari, infine, avvertono che soluzioni determinate dal mercato non debbano anticipare le decisioni delle istituzioni, nazionali ed europee.
L’Italia ha recentemente varato un proprio sistema di etichettatura fronte pacco, il Nutrinform Battery, il cui approccio è totalmente alternativo al Nutriscore, perchè informa i cittadini senza influenzarne indebitamente le decisioni e si basa sulla dieta generale invece che sul consumo del singolo prodotto. Lo schema costituisce la proposta ufficiale italiana per l’armonizzazione a livello UE e il governo, una volta ricevuto il necessario via libera dalla Commissione Europea nel luglio scorso, ha intensificato la propria azione volta ad allargare ulteriormente la base di consenso.
“Ringrazio il governo e in particolare i ministri Di Maio, Amendola e Bellanova per la decisione e la tenacia con cui difendono il made in Italy agroalimentare dall’insidia del Nutriscore, uno schema di etichettatura assolutamente incompatibile con la cultura alimentare e la tradizione italiana”, ha concluso Vacondio.
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All’Italia il premio OIV per miglior testo sul diritto vitivinicolo
ROMA (ITALPRESS) – Libro dell’anno in materia di diritto vitivinicolo. Con questa motivazione l’OIV, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, ha premiato lo scorso 8 settembre l’italiano “La Nuova Normativa Vitivinicola”, presentato lo scorso novembre al Mipaaf alla presenza della ministra Teresa Bellanova.
Il testo, pensato per aiutare i protagonisti del settore a comprendere e utilizzare al meglio il Testo Unico sul vino e i decreti attuativi correlati, è stato riconosciuto dagli addetti ai lavori “strumento strategico fondamentale per migliorare e semplificare la vita delle aziende, utile anche agli studenti degli istituti agrari e professionali”.
Inoltre, con “La Nuova Normativa Vitivinicola”, scritto da Stefano Sequino, funzionario del Dipartimento Icqrf del Mipaaf, Luigi Bonifazi, agronomo e responsabile dello schema di certificazione dei vini per 3A-PTA, e Massimiliano Apollonio, imprenditore ed enologo, si evidenzia in modo tangibile l’importanza dell’essere giunti ad un corpus giuridico poderoso nel campo del vino.
Nella stessa Cerimonia l’OIV ha assegnato altri 18 premi e 10 menzioni speciali tra 30 opere segnalate, suddivise in 27 pubblicazioni editoriali e 3 siti web.
Il Premio OIV, la massima espressione mondiale del settore, previsto dal Regolamento interno dell’Organizzazione per evidenziare le opere di riferimento in ciascuna delle 11 categorie in gara, è assegnato ogni anno da una Giuria internazionale composta da personalità eminenti del mondo vitivinicolo che rappresentano i paesi membri aderenti all’organismo.
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A Parma torna “Settembre Gastronomico”
PARMA (ITALPRESS) – Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020+21, torna ad abbracciare “Settembre Gastronomico”: l’appuntamento è dal 30 agosto al 27 settembre. Invariato è il senso della kermesse, che punta sull’appeal delle eccellenze gastronomiche della Food Valley come leva di marketing territoriale: a fare da trait d’union tra le varie iniziative in calendario sarà la cultura del cibo, esemplificata dalle filiere delle DOP Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, della pasta, del pomodoro, del latte e delle alici. Un mix di tradizioni, saper fare, artigianalità e passioni che rende Parma una realtà unica al mondo, come riconosciuto anche da UNESCO, che nel 2015 ha elevato la città ducale nell’Olimpo delle Creative Cities of Gastronomy. Non cambia neppure il team di lavoro che, da tre anni, rende possibile “Settembre Gastronomico”: il progetto, infatti, mantiene la sua natura corale, con l’alleanza virtuosa tra Istituzioni, Consorzi di Tutela, aziende alimentari e mondo della ristorazione. Da segnalare alcune addizioni importanti, che rendono “Settembre Gastronomico” un progetto ancor più inclusivo, realmente di comunità.
A cambiare, per quest’anno, è invece la formula della kermesse, che rinnova il proprio impegno sia nel centro della città sia in provincia, assumendo una veste diffusa, su tutto il territorio parmense. Rimandato al 2021, per cause di forza maggiore, è il tradizionale appuntamento con la “Cena dei Mille”, che per una notte trasforma la città ducale in un ristorante fine dining sotto le stelle. Come spiega Cristiano Casa, assessore al Turismo del Comune di Parma: “Con tutti i partner del progetto, nei mesi scorsi abbiamo avviato un dialogo, per capire come reagire all’emergenza sanitaria Covid-19. All’unanimità, si è deciso, nonostante le difficoltà, di dare un segnale con “Settembre Gastronomico”: Parma è una città viva, inclusiva, con voglia di fare. Siamo stati bravi a trasformare una criticità in opportunità: è nata così l’idea di coinvolgere i ristoratori del centro storico, della città e della provincia, lanciando al tempo stesso un ricco corollario di iniziative in tutto il territorio, laddove siano presenti altri operatori food. Con l’obiettivo anche di far apprezzare la varietà e la bellezza paesaggistica del nostro territorio”.
“Ancor più degli anni scorsi, abbiamo ragionato sul binomio cibo-cultura: importante, in questo senso, è stato il contributo del Teatro Regio di Parma. E abbiamo voluto rafforzare anche l’identità solidale di “Settembre Gastronomico”, sposando la causa di Emporio Solidale Parma – aggiunge -. Il nostro auspicio è che dal food e dal brand Parma UNESCO City of Gastronomy possa partire la riscossa di Parma, in vista di un 2021 che vedrà la conferma della nostra città tornare nelle vesti di Capitale Italiana della Cultura”.
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Veronafiere in Asia con Vinitaly e Ice per promuovere il vino italiano
VERONA (ITALPRESS) – Cresce l’attività del sistema Paese in Cina che mette a servizio dell’export made in Italy la lunga esperienza di Veronafiere in Asia con Vinitaly, di ICE tramite “I Love ITAlian Wines” e dell’intera Rete della Farnesina per la terza edizione, al via oggi, del Vinitaly roadshow, il b2b organizzato dalla spa veronese in collaborazione con il partner Pacco Communication Group.
Tre le città cinesi interessate: Shanghai (14 settembre), Xiamen (16 settembre) e Chengdu (18 settembre), per le cui tappe è stata intessuta una fitta rete di relazioni commerciali e partnership che includono Design Shanghai del gruppo Clarion Events, Xiamen Valued Show, Chengdu Bucciano, la Camera di commercio italiana in Cina, Grapea e gli esperti formati dalla Vinitaly International Academy, Florentia Village, Campari Group e De Longhi Caffè. Nell’ambito del road show, sarà promossa anche l’attività della Fondazione Arena di Verona. Nella città di Shanghai è stata inoltre organizzata dal 13 al 19 settembre la prima settimana del vino italiano – “Italian Wine Week” – in 20 wine bar e bistro e la più grande piattaforma di e-commerce dedicata ai vini naturali, Bruto, nella stessa settimana, aprirà una sezione speciale dedicata ai produttori italiani.
All’edizione 2020 prendono parte 65 aziende espositrici (10 in più della edizione precedente) e 700 etichette di vini italiani e, tra le numerose iniziative, sono previsti: incontri b2b per importatori e canale horeca, sia in forma fisica, sia digitale; iniziative rivolte a titolari di gallerie d’arte, wine bar, ristoranti fine dining, studi di architettura; walk-around tasting e masterclass dedicate al tema “donne cinesi e vino italiano”, curata dal Premio Internazionale Vinitaly 2019 Leon Liang e dalla prima VIA Academy Expert, Lingzi He, e al tema del “vino italiano e ristorazione cinese”, tenuta dall’unico Master of Sommelier cinese, Yang LV. E’ prevista, infine, anche la presenza di buyer e formatori del vino con la partecipazione delle più importanti scuole di educazione al vino in Cina delle province del Sichuan, di Guizhou e dalla Municipalità di Chongqing.
Come lo scorso anno, a supporto di tutte le iniziative di promozione pre-evento e durante lo stesso, è stata realizzata una miniapp su WeChat che, insieme a collaborazioni mirare con i principali media e influencer tra cui Julie Tu, la più importante KOL degli spirits in Cina, contribuisce a creare un engagement mirato e profilato di partecipanti alle tre iniziative.
«E’ un passo importante e un momento significativo per l’attività del Gruppo Veronafiere in un anno segnato a livello mondiale dalla pandemia. Ripartiamo dall’Asia, in Cina, con un evento di sistema che prevede la presenza fisica a supporto del vino, uno dei prodotti di punta del made in Italy che, come altri, sta risentendo degli effetti del lockdown internazionale. Il road show di Vinitaly servirà anche da leva per promuovere Wine To Asia, la rassegna internazionale per il vino che Veronafiere, tramite la società compartecipata Shenzhen Baina International Ltd., organizza dal 9 all’11 novembre a Shenzhen», sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
«Siamo particolarmente lieti di dare avvio al ciclo di eventi di promozione del vino italiano in Cina, primo appuntamento successivo all’emergenza Covid-19, che si svolgeranno a Shanghai, Xiamen e Chengdu, grazie alla consolidata collaborazione tra Agenzia ICE e Veronafiere-Vinitaly, con il supporto dei Consolati di Shanghai, Chongqing e Canton.
Gli eventi prevedono la realizzazione di corsi di formazione e cicli di degustazione di prodotti enologici di qualificate cantine italiane, destinati a importatori, distributori e media specializzati di settore con l’obiettivo di favorire la conoscenza delle eccellenze vitivinicole del nostro paese e sostenere la proiezione dei marchi italiani sul mercato cinese nell’attuale fase di rapida accelerazione dei consumi interni»ì, Gianpaolo Bruno, direttore ufficio ICE Pechino e coordinatore uffici ICE in Cina e Mongolia.
Una presenza, quella di Vinitaly in Cina con ICE, che ribadisce la forte attenzione della Spa veronese anche in una difficile congiuntura del mercato, determinata in particolare dall’emergenza sanitaria. Secondo le analisi dell’Osservatorio Unione italiana vini su base dogane, nei primi 6 mesi di quest’anno il Dragone ha infatti registrato un forte calo delle importazioni enologiche made in Italy sia nei fermi imbottigliati (-29,4%), che negli sparkling (-36,2%). Dati questi in linea con le importazioni complessive di vino in Cina: nel primo semestre i fermi sono a -32,4% (oltre 750 milioni di dollari) sul pari periodo 2019, mentre gli sparkling perdono il 30,8%.
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Dal Crea uno studio sulla biodiversità del pomodoro
ROMA (ITALPRESS) – Un pomodoro simile al ciliegino, molto resistente agli ambienti caldi e aridi, all’attacco dei patogeni e molto ricco di vitamina C. Questo l’oggetto e i primi risultati di uno studio in corso, realizzato dal CREA Orticoltura e Florovivaismo e l’Università Politecnica di Valencia nell’ambito del progetto HORIZON 2020 – BRESOV, coordinato dall’Università di Catania e che vede coinvolti 22 Istituzioni di Ricerca di 13 Paesi.
Lo studio si propone di identificare nuove varianti genetiche responsabili delle caratteristiche di lunga conservazione nelle tipologie di pomodoro “da serbo” e in grado di conferire resistenze all’attacco di malattie e adattabilità a condizioni di coltivazione in zone con scarsa disponibilità di acqua.
Sono state studiate circa 150 varietà da serbo, pomodorini con forme a ciliegino ovoidale e piriforme, cuticola spessa e colore variabile dal rosso al giallo. Dal punto di vista qualitativo, studi precedenti hanno dimostrato che questi pomodori hanno elevato contenuto in vitamina C, beta-carotene, e spiccate proprietà organolettiche.
I pomodori da serbo sono tipiche varietà autoctone, poi diversificatesi nel tempo, tradizionalmente coltivati nel sud Italia e in Spagna, dove sono state selezionate negli anni per la loro elevata qualità e conservabilità nonchè per la loro capacità di adattarsi agli ambienti caldi e allo scarso regime irriguo.
Responsabili del progetto per il CREA sono il direttore Teodoro Cardi e il ricercatore Pasquale Tripodi. Nell’ambito dello studio, il centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo, coadiuvato dalle unità operative dei centri di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari e Cerealicoltura e Colture Industriali, ha coordinato le analisi sui geni mettendo in condivisione le collezioni di pregio che sono state selezionate nel corso degli anni. In tal modo è stata svolta un’attività fondamentale di valorizzazione delle risorse genetiche, per cui il CREA è riconosciuto come eccellenza Internazionale.
“L’aspetto principale della ricerca – afferma Pasquale Tripodi – è la possibilità di ottenere pomodori che sappiano adattarsi alle condizioni ambientali provocate dai mutamenti climatici in atto. Pertanto, oggi è fondamentale selezionare varietà produttive in grado di tollerare condizioni di stress dovute a scarso regime idrico, elevate temperature climatiche e attacchi di patogeni. Ciò permette di ampliare gli areali di coltivazione e allo stesso tempo di assicurare una maggiore sostenibilità ambientale”.
La ricerca è stata condotta su un’ampia gamma di varietà autoctone per il consumo fresco, tipologie da serbo recuperate dal bacino del Mediterraneo, cultivar tradizionali e d’èlite di pomodoro coltivato (S. lycopersicum) diffuse in tutto il mondo. Mediante metodi “next generation sequencing”, consistenti in tecniche di sequenziamento su larga scala di piccoli frammenti di DNA, sono stati identificati i geni soggetti a pressione selettiva e presumibilmente responsabili delle caratteristiche fenotipiche delle cultivar da serbo.
Lo studio, che ha incluso anche varietà di pomodoro da mensa e da industria, ha permesso di identificare nelle cultivar da serbo i geni coinvolti nelle risposte di resistenza a patogeni e siccità. Inoltre, sono stati evidenziati i cromosomi che regolano i meccanismi di maturazione del frutto. Grazie alle analisi genomiche e alle prove di coltivazione, sono state selezionate varietà migliorate, in grado di tollerare carenze idriche, stress da caldo e con un buon livello di resistenza a patogeni fungini. Attualmente le selezioni sono in fase di valutazione in diversi ambienti del bacino del Mediterraneo, con l’obiettivo di valutare le performance produttive nei più ampi areali e studiare il contenuto di sostanze antiossidanti.
Le nuove conoscenze potranno essere utili nell’ambito dei programmi di miglioramento genetico e per la valorizzazione delle cultivar studiate sui mercati globali. Nuovi esperimenti per identificare potenziali geni di interesse agronomico e qualitativo sono attualmente in via di svolgimento.
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