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Il Parmigiano Reggiano al Cibus Forum di Parma

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consorzio Parmigiano Reggiano parteciperà a Cibus Forum (2-3 settembre) in qualità di platinum sponsor. La manifestazione si terrà a Parma, la provincia nella quale si producono più forme di Parmigiano Reggiano (1 milione e 300mila su un totale di 3,7 milioni) e dove sono presenti oltre 140 caseifici su un totale di 330. Sarà un’occasione per riflettere, insieme ai più importanti player dell’agroalimentare, sull’impatto del Coronavirus sulla filiera e per individuare misure di successo che possano rafforzare la catena produttiva. Il Consorzio Parmigiano Reggiano avrà uno stand nell’area espositiva a fianco degli spazi convegnistici. Giovedì 3 settembre, alle ore 11,15, il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli, parteciperà inoltre alla tavola rotonda della sessione 3 dedicata al seguente tema: “Come si modificano i rapporti di filiera: valenza strategica e prospettive future per l’agroalimentare”, moderata da Paolo De Castro.
“Il virus ha cambiato l’economia, è necessario confrontarsi per capire quale strada intraprendere per garantire un futuro di successo alla nostra filiera. Ricordiamo che il Parmigiano Reggiano sta affrontando un momento difficile per quanto riguarda il prezzo sul mercato, ma che registra ottime performance in termini di vendite in Italia (+6,1%) e di export (+11,9%). In questo momento è fondamentale interrogarsi sulle strategie che gli attori della filiera agroalimentare possono intraprendere per adattarsi ai nuovi scenari”, ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
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Il food&beverage al tempo del Covid, a Parma il Cibus Forum

PARMA (ITALPRESS) – “Cibus Forum: Food&Beverage e Covid-19: dalla transizione alla trasformazione” si terrà mercoledì 2 settembre e giovedì 3 settembre 2020, presso il quartiere fieristico di Parma. Leader di agricoltura, industria alimentare e grande distribuzione si troveranno per delineare, assieme a rappresentanti del Governo e delle istituzioni, una strategia per la ripresa. La filiera, che ha dimostrato compattezza e reattività nella gestione della crisi adattandosi in velocità e sicurezza ai cambiamenti, si riunisce, per la prima volta dopo il lockdown, per un confronto diretto e un’analisi su quella che è la strada dell’agroindustria italiana per la gestione delle emergenze, www.cibusforum.it. Le aziende alimentari italiane hanno reagito con molto impegno alla situazione, confermando il loro posizionamento di eccellenza qualitativa, ma soprattutto di filiera, che può dare un contributo significativo al rilancio dell’economia italiana. La pandemia globale ha però rappresentato un punto di svolta per il settore, da qui l’esigenza, espressa dalla Food Community, di incontrarsi per avviare, in assoluta sicurezza, un dialogo “de visu” su come strutturarsi al meglio per progettare i prossimi cicli di sviluppo. Cibus, che da sempre intercetta le esigenze dell’industria agroalimentare Made in Italy, ha deciso di offrire un’occasione di incontro agli operatori professionali italiani ed europei, per dialogare con le istituzioni, confrontarsi con esperienze internazionali e riflettere sui cambiamenti strutturali che stanno avvenendo nel sistema economico italiano e che hanno accelerato dei processi già in atto, confermando tendenze di consumo e imposto nuove consapevolezze nel consumatore. Gli scenari aperti a seguito della pandemia globale di Covid-19 sono tutt’oggi incerti e hanno imposto un cambiamento degli stili di vita e delle abitudini d’acquisito. Cibus Forum sarà quindi un’importante occasione di dibattito sulla ripartenza dei consumi interni, sui processi di produzione, distribuzione e somministrazione, sul ruolo dell’alimentazione Made in Italy nell’ambito della salute e sul sostegno al martoriato canale del fuori casa, uno dei più colpiti dalla crisi, a cui si cercherà di offrire proposte che puntino su innovazione e ricerca. Ben 600 operatori del food&beverage hanno già confermato la loro presenza fisica ai due giorni di Cibus Forum, che, seguendo rigidi protocolli di sicurezza, sarà il primo segnale di ripartenza dopo l’esperienza della pandemia. Per questo evento sono stati, infatti, attivati tutti i necessari protocolli di sanificazione e sicurezza previsti dalle Linee guida nazionali e dell’Associazione esposizioni e fiere italiane, Aefi. Tra i relatori che parteciperanno alle sessioni: Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione (presente fisicamente, con un intervento sulle problematiche del sistema fieristico e dell’export); Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (intervento da remoto, in streaming); Vincenzo Amendola, Ministro per gli Affari Europei (intervento da remoto, in streaming); Roberto Luongo Direttore Generale Ice Agenzia; Ivano Vacondio Presidente Federalimentare, Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Dino Scanavino, Presidente Cia-Agricoltori Italiani; Marco Pedroni, Presidente Coo Italia; Giorgio Santambrogio, AD Gruppo VèGè; Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico dell’ Inmi Lazzaro Spallanzani; Stefano Bonaccini, Governatore Regione Emilia Romagna; l’europarlamentare Paolo De Castro, il Presidente Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio e altri ancora (vedi l’elenco completo dei relatori nel programma di seguito e in allegato). Le due giornate di convegno, accompagnate da un’esposizione di soluzioni innovative, saranno divise in quattro sessioni. La Sessione I dedicata ai cambiamenti dei modelli di consumo e dei rapporti industria-distribuzione innescati dalla pandemia Covid e quindi alle nuove politiche di assortimento e somministrazione. La Sessione II tratterà del rapporto tra alimentazione e salute e come questo potrà influire nella gestione della “nuova normalità”. Il secondo giorno di dibattiti, si aprirà con una tavola rotonda sulle donne imprenditrici del food e il nuovo linguaggio dell’agroalimentare, per poi analizzare nella Sessione III, il peso della crisi sui vari settori della filiera, con un confronto sul progetto europeo del Green Deal e della strategia Farm to Fork. La Sessione IV sarà dedicata alle nuove sfide epocali: povertà alimentare, trasformazione sostenibile dell’intera filiera, valorizzazione dell’agricoltura identitaria e territoriale. Le sessioni saranno anche trasmesse in diretta streaming, in italiano e inglese, per dare la possibilità agli oltre 3.000 top buyers del network di Cibus di seguire l’evento.
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Chef La Mantia chiude il locale di Milano “Troppe spese, ma non mi arrendo”

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“A causa della crisi sono costretto a chiudere il mio locale, ma vorrei fosse chiaro che non ne ho fatto un dramma, anzi. C’è una pandemia che ha sconvolto l’economia mondiale. Ho agito con determinazione, lucidità e un pizzico di tristezza perché ovviamente questo ristorante l’avevo realizzato e curato in ogni suo aspetto e purtroppo non posso più averlo”. Di certo non si lascia prendere dallo sconforto lo chef Filippo La Mantia che ha deciso di chiudere il noto ristorante milanese di piazza Risorgimento. Una scelta sofferta ma obbligata: se da maggio le spese sono rimaste invariate le entrate, tuttavia, si sono assottigliate con perdite degli incassi del 40-45%, al punto da spingerlo a una scelta dolorosa. “Ho inaugurato il mio locale ad aprile del 2015 e sino a febbraio del 2020 il ristorante era in funzione – racconta all’ITALPRESS -, ma le difficoltà, paradossalmente, sono iniziate con la fine del lockdown. Perché con una sala di 1800 metri quadrati e un affitto di 28 mila euro al mese, un locale del genere non può basarsi esclusivamente sull’incasso netto del ristorante. Ci sono tante altre attività collegate alla ristorazione che rendono sana un’azienda di questo tipo: grandi eventi, brunch e cene aziendali”.
Opportunità spazzate via dalla crisi sanitaria che hanno fatto crollare gli incassi “C’era un mondo fino a febbraio – ribadisce – poi improvvisamente è cessato: eventi esterni e consulenze che si sono dissolte nel nulla. Fortunatamente ad aprile e maggio ho pagato metà affitto, poi basta. Ho trenta dipendenti tutti a busta paga – ricorda – e li ho fatti rientrare dalla cassa integrazione ad aprile. Fino al 31 dicembre sono con me, poi si vedrà”. Ma non si tratta di una resa, non è un addio ma un “ridimensionamento”: adesso dovrà cercare un locale più piccolo per evitare di abbandonare il sogno che aveva realizzato nel capoluogo lombardo. “Per me non è un dramma – ribadisce -. Potrebbe esserlo se un locale non funziona perché non lavoriamo bene. Ma fortunamente non è il mio caso”. E non ci sta nemmeno a recriminare aiuti da parte dello Stato: “Come ho già detto, nella mia condizione si trovano un milione di persone che hanno bisogno quanto me o più di me: occorre solo rimboccarsi le maniche e ripartire daccapo. A 60 anni io e i miei ragazzi ricominceremo. Il mio progetto si ridimensiona ma rimarrà uguale. Non cambierò una virgola. Quando troverò il posto giusto lo trasformerò secondo le mie esigenze”.
Ma al locale nuovo al momento non vuole pensare: “Se domani mattina trovassi il locale che mi piace non posso confermarlo fino a marzo, quindi meglio non cercare. Quando i tempi saranno maturi incomincerò a muovermi”. Tutto rinviato, quindi, al primo gennaio 2021? “A gennaio, in realtà, smonto tutto e poi dal 1° febbraio consegno le chiavi ma se apro dopo 4 mesi non succede nulla. Però spero di fare un ‘trasloco’ senza interruzione”. Una cosa però non è mancata allo chef La Mantia, il sostegno e la solidarietà della clientela: “Avrò ricevuto almeno un migliaio di messaggi scritti da persone che mi hanno trasmesso il loro calore: sono stato circondato da un affetto incredibile. Tutti dicono che questo posto era come una casa per loro, un luogo che è entrato nel cuore della gente”, conclude.
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Latte ovino e caprino, nasce sistema regionale rilevazione in Sardegna

CAGLIARI (ITALPRESS) – La Giunta ha approvato il disegno di legge che istituisce il Sistema regionale per la rilevazione e l’analisi delle produzioni lattiero-casearie del comparto ovino e caprino realizzate nel solo territorio della Sardegna, dei quantitativi di ciascun prodotto ceduto e delle relative giacenze di magazzino. L’obiettivo è di provvedere ad un’analitica attività di monitoraggio, operata dall’Osservatorio della filiera ovina e caprina, funzionale alla programmazione delle produzioni e delle politiche di intervento della Regione a favore del comparto.
“L’esigenza nasce – ha commentato l’Assessora Gabriella Murgia – dalla mancata applicazione delle previsioni contenute nell’articolo 3 della legge 44/2019 che prevede l’istituzione di un sistema di monitoraggio della produzione di latte vaccino, ovino e caprino e dell’acquisto di latte e prodotti lattiero-caseari a base di latte importati da Paesi dell’Unione, prevedendo a carico dei primi acquirenti di latte crudo l’obbligo di registrare mensilmente, nella banca dati del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), i relativi quantitativi. La stessa legge prevede anche che le aziende che producono prodotti lattiero-caseari contenenti latte vaccino, ovino e caprino registrino mensilmente, per ogni unità produttiva, nella medesima banca dati del SIAN, i quantitativi di ciascun prodotto fabbricato, i quantitativi di ciascun prodotto ceduto e le relative giacenze di magazzino. Nelle more, quindi, dell’attivazione del sistema di monitoraggio previsto dall’articolo 3 della 44/2019 la Regione si dota di un proprio sistema, che dialogherà poi con in sistema nazionale quando questo sarà operativo”.
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Caseifici Aperti, alla scoperta dei segreti del Parmigiano Reggiano

Sabato 3 e domenica 4 ottobre torna Caseifici Aperti: l’appuntamento che offre la possibilità di partecipare e immergersi nella produzione del Parmigiano Reggiano DOP. Le visite e le attività saranno organizzate osservando attentamente le norme sul distanziamento sociale e le misure anti-contagio. “Visite guidate al caseificio e al magazzino di stagionatura, spacci aperti, eventi per bambini e degustazioni, uniti alla passione dei casari – si legge in una nota -. È così che, a circa un anno dall’ultima edizione, i produttori di Parmigiano Reggiano hanno scelto di lanciare un segnale di speranza agli italiani. La produzione della DOP non si è mai fermata: anche nel periodo più buio del lockdown, i casari sono rimasti al lavoro tra caldaie e fascere per rifornire il Paese. Ora è giunto il momento di fare un passo in più e tornare ad accogliere nei caseifici tutte quelle persone che hanno sostenuto la nostra filiera in un periodo così difficile”. Per partecipare a Caseifici Aperti bisogna visitare il sito del Consorzio, www.parmigianoreggiano.it e accedere all’area dedicata dove presto sarà disponibile la lista dei caseifici aderenti grazie alla quale è possibile informarsi sugli orari di apertura e sulle attività proposte. “Il Parmigiano Reggiano – prosegue la nota – si produce oggi come nove secoli fa: con gli stessi ingredienti (latte crudo, sale e caglio), con la stessa cura artigianale e con una tecnica di produzione che ha subito pochi cambiamenti nei secoli, grazie alla scelta di conservare una produzione del tutto naturale, senza l’uso di additivi”.

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Scanavino “Incomprensibile l’assenza dell’agricoltura nel Dl Agosto”

ROMA (ITALPRESS) – Superata la difficile stagione del lockdown, l’agricoltura italiana si trova ora di fronte a un banco di prova altrettanto impegnativo: quello dei consumi, dal cui livello dipenderanno le sorti del settore agroalimentare e florovivaistico italiano. “Le condizioni macroeconomiche saranno decisive. Se, come pare, il Pil non tornerà a crescere a sufficienza servirà uno sforzo ulteriore da parte nostra”, spiega il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in un’intervista all’Italpress.
Durante il periodo del lockdown ci sono stati prodotti italiani che hanno tenuto bene, come i formaggi duri, il latte, la frutta, la verdura e le farine e altri che hanno avuto dei problemi, come i vini di alta gamma, che hanno pagato soprattutto il crollo delle esportazioni e la chiusura dei ristoranti. Oggi si registrano ottimi risultati da parte della frutta, grazie ad una buona campagna estiva, mentre è in difficoltà il settore delle carni bovine (il primo a pagare il calo del reddito delle famiglie) e delle carni bianche (a causa soprattutto della chiusura delle mense scolastiche e aziendali). Servirebbe un aiuto anche da parte del governo, che però, almeno nel decreto di agosto non c’è stato.
“L’agricoltura è stata esclusa incomprensibilmente da tutti i provvedimenti del decreto agosto legato al mondo del lavoro – denuncia il presidente di Cia -. Stiamo interrogando il governo per cercare di capire come mai questo settore da un milione di addetti sia stato discriminato rispetto ad altri”.
Scanavino si ritiene soddisfatto, invece, per i fondi destinati alle Pmi del settore agricolo, che gli imprenditori hanno sfruttato al meglio, dimostrando di voler continuare a investire. “Ora attendiamo i progetti di politica agricola comunitaria – spiega ancora Scanavino -. Il nostro settore, oltre ai fondi già previsti, riceverà 15 miliardi in più a livello europeo, ma non prima del 2022. Dobbiamo cercare di avere delle risorse prima di quella data, in quanto vogliamo rimanere al passo dei nostri concorrenti a livello di strutture e di macchinari. Il mercato sta cambiando dal punto di vista della qualità e della logistica e noi dobbiamo rimanere al passo e di certo non possiamo attendere due anni”.
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Dal Mipaaf provvedimento per mancata raccolta pomodoro industria

ROMA (ITALPRESS) – Il ministero delle Politiche Agricole ha autorizzato le organizzazioni di produttori ortofrutticoli ad attivare, su richiesta, l’intervento di mancata raccolta del pomodoro da industria nell’ambito della Misura 6 dei programmi operativi “prevenzione e gestione delle crisi di mercato”.
L’intervento accoglie le richieste di Confagricoltura che, in particolare per l’Emilia Romagna, aveva segnalato il deperimento in campo dei pomodori a causa dell’andamento climatico.
“Le temperature eccezionalmente elevate delle ultime settimane, affiancate da piogge particolarmente intense e durature – sottolinea Confagricoltura in una nota -, hanno infatti determinato una contemporaneità della fase di maturazione in tutte le zone di produzione, con conseguente impossibilità, da parte delle industrie, di ritirare il pomodoro ormai pronto per la raccolta, dato che gli impianti di trasformazione sono già spinti al massimo delle proprie capacità”.
“Si tratta – evidenzia l’associazione di categoria – di un danno economico ingente per le aziende che, nel Nord Italia, contano quasi 40.000 ettari dedicati, due terzi dei quali nella sola Emilia Romagna”. Confagricoltura esprime “soddisfazione per la tempestività dell’intervento del Mipaaf – grazie al quale ora le OP interessate potranno presentare un’apposita richiesta per le superfici ammesse a beneficiare della misura – mentre valuterà con i tecnici l’efficacia del provvedimento e l’opportunità di eventuali azioni aggiuntive da porre in atto in tutta Italia”.
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Parmigiano Reggiano, +6,1% in Italia e +11,9% all’estero

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Nonostante il Covid e le incertezze sui mercati internazionali, il Parmigiano Reggiano chiude il primo semestre 2020 con il segno positivo sia in Italia che all’estero. I dati emergono da un’analisi del Consorzio Parmigiano Reggiano e del Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA). Se in Italia l’aumento complessivo delle vendite è stato pari al 6,1% (34.200 tonnellate contro le 32mila del semestre precedente), all’estero, l’export è cresciuto dell’11,9%: nei primi sei mesi del 2020 sono oltre 27mila le tonnellate di prodotto che hanno superato i confini italiani per raggiungere le tavole di tutto il mondo. Il 2020 è stato un anno eccezionale che ha cambiato anche la distribuzione dell’export del prodotto. Nel primo semestre del 2020, il primo mercato è stato la Germania (quota 19,6% su totale export), seguito da Francia (19,5%) – fino ad ora primo mercato dopo l’Italia, USA (18,2%), Regno Unito (13,5%) e Canada (5%). L’Europa cresce complessivamente del +12,5% con incrementi notevoli per Paesi Bassi (+31,6%), Belgio (+31,3%), Germania (+16%), Regno Unito (+15,1%) e Francia (+7,2%). Anche l’extra-UE cresce e registra un +11,9%: da segnalare le performance positive di Canada (+153,9%), Area del Golfo (+50,5%), Cina (+37,2%), Norvegia (+35,8%). Registrano performance negative invece, in Europa, Grecia (-14,6%) e Austria (-13,3%), e fuori dall’UE, Australia (-25,8%), Giappone (-3,2%) e USA (-1,6%), flessioni legate principalmente alle incertezze sui mercati dovute al virus. Un altro dato interessante riguarda il formato preferito dai consumatori all’estero. I buyer acquistano perlopiù porzionati e grattugiati che crescono rispettivamente del 14,7% e del 14,2%, mentre calano le forme intere che registrano una flessione pari al 5,9%. “Anche in questo momento di crisi e incertezza il mercato ci ha premiato. I dati dimostrano come la marca forte e ben posizionata verso il consumatore sia stata il vaccino migliore per arginare gli impatti commerciali del Covid. Ora serve collaborazione di tutti per tutelare il prodotto ed evitare i rischi legati ad un autunno molto incerto sia in Italia che all’estero. Nel primo semestre 2020 abbiamo registrato una crescita in Italia pari al +6,1% e un incremento delle esportazioni pari all’11,9%, un dato estremamente positivo che arriva in un momento difficile per il nostro comparto” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
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