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Mandorle, effetti positivi su problemi cardiovascolari, diabete e peso

MILANO (ITALPRESS) – Le proprietà nutrizionali delle mandorle e gli effetti positivi sulla salute sono stati tra i protagonisti di Nutrimi – Forum di Nutrizione Pratica – congresso scientifico della durata di due giorni che si svolge ogni anno a Milano, con la partecipazione di relatori di fama nazionale e internazionale.
Ambra Morelli, dietista ANDID, ha messo in evidenza le peculiarità delle mandorle nel corso di un intervento dal titolo “Proprietà nutrizionali e funzionali delle mandorle. Focus sulle evidenze scientifiche e sul miglioramento del profilo lipidico e metabolico”, con il supporto di Almond Board of California.
La presentazione ha preso le mosse da alcune delle ricerche più recenti e rilevanti per mettere in evidenza le numerose proprietà salutari delle mandorle, per poi focalizzarsi sugli aspetti legati alla salute cardiovascolare, al diabete, alla gestione del peso e alla sazietà. Le mandorle non sono solamente ricche di nutrienti, in quanto forniscono proteine vegetali, grassi buoni,
magnesio, calcio e vitamine, ma sono uno degli alimenti più studiati al mondo.
“Le svariate proprietà salutari attribuite a esse ne fanno un alimento estremamente interessante e pertanto molto studiato sotto diversi punti di vista. Storicamente la ricerca ha puntato sulla valutazione dei benefici sui livelli di colesterolo, poi ri-valutati e comprovati ripetutamente in ricerche seguenti, anche recenti”, ha dichiarato la dietista Ambra Morelli. Altri studi più innovativi, ma consequenziali ai risultati raggiunti dai precedenti, hanno proseguito la strada della ricerca intrapresa aprendo nuovi fronti di studio come quello relativo alla salute della pelle, accanto ad ambiti già noti (cardiovascolare, diabete, perdita di peso), confermandone i numerosi benefici. Questa ampia base di ricerche dimostra il valore delle mandorle e sostiene la raccomandazione di consumarne una manciata (28g o 23 mandorle) diverse volte alla settimana, nel rispetto dell’apporto calorico giornaliero, poichè possono essere utili per la salute del cuore, l’equilibrio della glicemia e la gestione del peso”.
Sono numerosi gli studi sui vantaggi del consumo di mandorle (circa 185 pubblicazioni dal 1995 ad oggi) che inizialmente valutavano l’efficacia sulla riduzione del colesterolo LDL e quindi sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Altri ambiti riguardano il diabete, la gestione del peso e la salute delle pelle.
Tra i più recenti, importanti e citati per l’ampiezza della casistica, lo studio PREDIMED conclude affermando l’importanza della dieta mediterranea, in primis, e nello specifico dell’abitudine al consumo dell’olio extravergine di oliva e della frutta a guscio (mandorle incluse). In una recente review e
metanalisi vengono confermati questi risultati ma si evidenzia anche come il consumo di mandorle sia associato sì ad una significativa riduzione del colesterolo LDL, ma senza
intaccare i livelli benefici di HDL.
Recenti ricerche sulla sazietà stanno gettando nuova luce su come le mandorle possono influenzare l’apporto calorico e contribuire a regolare l’appetito.
(ITALPRESS).

Un volume per scoprire i 12 centri di ricerca del Crea

ROMA (ITALPRESS) – Fornire una panoramica completa sull’ingente patrimonio strutturale e umano – diffuso sull’intero territorio nazionale – dei numerosi istituti di ricerca scientifica, dei laboratori specialistici, delle piattaforme strumentali e informatiche, dei centri di alta sperimentazione. Questo l’obiettivo del volume “I Centri di Ricerca del Crea” a cura di Carlo Gaudio. Il volume permette di scoprire, Centro per Centro, la ricchezza di istituti, conoscenze, mezzi tecnici e professionalità che il più importante Ente italiano di ricerca sull’agroalimentare mette a disposizione per il progresso della nostra agricoltura. Un viaggio alla scoperta dei 12 centri di ricerca del Crea, dai 6 interdisciplinari ai 6 filiera, che fanno fronte alle sfide poste all’agricoltura e all’agroalimentare, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale e socioeconomica delle produzioni.
“C’è un parallelismo che mi è venuto in mente, l’Italia ha un patrimonio artistico immenso valorizzato solo per una quota, lo stesso vale per l’agroalimentare. Abbiamo dei patrimoni in gran parte inesplorati e sconosciuti che potrebbero essere valorizzati. L’eccellenza dell’Italia è forse in questi due settori, dobbiamo fare uno sforzo per promuovere e valorizzare e far conoscere tutto quello che c’è, ha detto Gaudio, subcommissario Crea con delega all’attività scientifica.
“Il valore della produzione agricola in Italia vale 3 punti di Pil, noi siamo terzi dopo Francia e Germania. Il Made in Italy è un settore di eccellenza che esporta 35 miliardi, siamo a livelli eccellenti ma possiamo avere dei miglioramenti e degli sviluppi molto importanti. L’Italia – ha spiegato – soffre di superfici coltivate molto minori rispetto agli altri due paesi, quindi deve puntare sul valore aggiunto della qualità e dei prodotti di nicchia di eccellenza. Bisogna quindi puntare sull’innovazione. L’attuale situazione è che nel campo degli investimenti nella ricerca e sviluppo siamo al livello dell’1,29% del Pil, di questo il 30% è per la ricerca e sviluppo del campo agricolo. Quindi si comprende dai dati come abbiamo poco a cuore i settori che potrebbero invece dare un grande impulso. Il binomio agricoltura innovazione – ha concluso – è veramente il cuore del problema”.
I 6 Centri di ricerca interdisciplinari (Genomica e Bioinformatica, Agricoltura e Ambiente, Difesa e Certificazione, Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, Alimenti e Nutrizione, Politiche e Bioeconomia) si occupano degli ambiti di ricerca trasversali all’agricoltura, all’agroalimentare e all’agroindustria, all’alimentazione e nutrizione, alle politiche agricole europee e nazionali, integrate con i nuovi scenari della bioeconomia delle aree rurali. Ai 6 Centri di filiera (Cerealicoltura e Colture Industriali, Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, Viticoltura ed Enologia, Orticoltura e Florovivaismo, Zootecnia e Acquacoltura, Foreste e Legno), invece, sono attribuite le mission specifiche per la valorizzazione delle produzioni tipiche di qualità del made in Italy, ma anche studi e ricerche per la gestione sostenibile delle foreste e dell’arboricoltura da legno. (ITALPRESS).

Barilla, Giliotti nuovo Chief Communication & External Relations Officer

PARMA (ITALPRESS) – Francesco Giliotti è il nuovo Chief Communication & External Relations Officer per il Gruppo Barilla.
Barilla fa quindi una scelta interna per ricoprire la posizione di Direttore della Comunicazione e delle Relazioni Esterne.
Giliotti, già Vice President Legal, Corporate Affairs e Compliance, guiderà quindi comunicazione e relazioni esterne di Gruppo, oltre a mantenere la responsabilità del Comitato di Crisi, attività sviluppata in stretta collaborazione con il precedente Direttore Luca Virginio, prematuramente scomparso nove mesi fa.
Quarantadue anni, di Parma, sposato con quattro figli, dopo la laurea in Legge nel 2002 Giliotti ha conseguito nel 2004 la specializzazione in Professioni Legali.
Dopo una prima esperienza come avvocato, entra in Barilla nel 2007 nell’unità Group Legal and Corporate Affairs. Dal 2010 assume via via responsabilità crescenti in ambito legale e societario, includendo nel 2014 anche l’unità Compliance.
Dal 2016 è anche il coordinatore del Comitato di Crisi di Gruppo, mentre nel 2018 è stato nominato Group Data Privacy Officer.
(ITALPRESS).

Vino, import con contagocce da top buyer Germania e Regno Unito

VERONA (ITALPRESS) – Lockdown amaro per gli scambi di vino nelle due principali piazze europee, Germania e Regno Unito. Complessivamente, rileva l’analisi dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane, le importazioni (a valore) da mondo dei due top buyer sono calate nel primo quadrimestre rispetto al pari periodo 2019 dell’8,9% in Germania e del 13,3% nel Regno Unito, con un aprile ancora più nero: -19,7 per i primi, -17,5% per i secondi. Come nel report relativo ai Paesi terzi, anche in Europa l’Italia sconta perdite consistenti ma limita i danni, a dimostrazione di un assortimento dell’offerta più variegato, in particolare sul canale della gdo. Nei 4 mesi il Belpaese cede infatti a valore l’1,3% in Germania e il 15,6% in Gran Bretagna, mentre in aprile il calo è rispettivamente del 12,8% e del 6,5%. Secondo l’Osservatorio, a una situazione innegabilmente difficile data non solo dal trend delle registrazioni doganali ma anche dal prezzo medio in discesa e dalle più che probabili scorte maturate nei magazzini di distributori e importatori, fa da contraltare una maggior capacità di tenuta rispetto al principale competitor, la Francia. Ne consegue una crescita delle quote di mercato in Germania (dal 36,8% al 39,9%) e una sostanziale tenuta delle stesse in Uk.
L’allarme, al di là dei volumi commercializzati, arriva però dal prezzo medio: -18% in Gran Bretagna e -7% in Germania ad aprile rispetto al trimestre precedente. “La pressione sui prezzi è preoccupante – ha detto il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini -, a testimonianza del fatto che i retailer stanno facendo pressione sui produttori anche alla luce dei primi segnali di recessione che si stanno delineando in questi Paesi e che giocoforza andranno ad incidere pure sugli acquisti di vino”.
“E’ determinante non interrompere il dialogo con i nostri interlocutori di mercato – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -. A questo serve wine2wine Exhibition&Forum, un evento dinamico e innovativo basato sull’interazione b2b digitale e fisica che comincia ora e termina in fiera a Verona il 22-24 novembre, con il prologo di Operawine realizzato con Wine Spectator”.
Profondo rosso ad aprile per i transalpini, che cedono a valore circa il doppio della media: -40,2% in Germania e -38,6% nel Regno Unito. Un decremento confermato anche nel quadrimestre, con Parigi a -19,8% nell’import teutonico e -24,9% nella domanda Uk. Va meglio invece alla Spagna e alla Nuova Zelanda, quest’ultima in crescita nel Regno Unito dove raggiunge il terzo posto tra i Paesi produttori a scapito dell’Australia e nel quadrimestre segna luce verde in entrambi i Paesi.
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Conad, investimenti per 1,5 mld nel prossimo triennio per lo sviluppo

BOLOGNA (ITALPRESS) – Conad ha presentato alla comunità finanziaria i risultati del bilancio di esercizio, chiuso al 31 dicembre 2019 e approvato dall’assemblea dei soci, e il piano di sviluppo per il triennio 2020-2022. Nel 2019 il fatturato della rete si è attestato a 14,2 miliardi (+5,9% rispetto al 2018), in costante crescita da dieci anni, passando dai 9,8 miliardi del 2010 agli attuali 14,2 miliardi. Il patrimonio netto aggregato ha raggiuto i 2,6 miliardi (+4% rispetto al 2018) e consente di affrontare con la necessaria solidità economica un piano di investimenti che, nel triennio 2020-2022, è di 1,5 miliardi indirizzati all’implementazione degli interventi sulla rete di vendita, all’ottimizzazione dei processi di innovazione e al miglioramento dell’efficienza logistica. In crescita l’utile di esercizio del sistema Conad, che si attesta a 165,9 milioni nel 2019 (+1,43 milioni). “I risultati conseguiti nel 2019 e la conquista della leadership assoluta della Gdo in Italia sono il frutto del nostro modello imprenditoriale cooperativo, in cui a fare la differenza sono i nostri soci imprenditori, la nostra marca e la capacità di investire nella rete e nell’innovazione”, ha dichiarato l’Ad di Conad Francesco Pugliese. “Siamo orgogliosi per quanto conseguito e sappiamo che essere leader comporta grandi responsabilità soprattutto in un momento estremamente difficile per la vita economica e sociale del Paese. Il nostro impegno – ha aggiunto – sarà ancora più forte e non cambierà”.
Un trend quello di Conad che prosegue con segno positivo anche nei primi mesi dell’anno in corso. Al 31 maggio, l’andamento del fatturato a parità di rete fa registrare una crescita del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il trend è da rapportare anche al perfezionamento dell’acquisto della quasi totalità delle attività italiane della francese Auchan.
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Fiera Milano, Tuttofood sarà l’Hub per la ripartenza nel 2021

MILANO (ITALPRESS) – Molti analisti stimano che la ripresa potrebbe arrivare già a fine anno, ma tutti concordano che la vera ripartenza arriverà l’anno prossimo. TUTTOFOOD, la fiera dell’agroalimentare italiano e internazionale di qualità, sta già lavorando intensamente per preparare un’edizione 2021 – a fieramilano dal 17 al 20 maggio – che porterà in Italia espositori e buyer da tutto il mondo per confrontarsi su innovazione, futuro della filiera e strategie.
Verso un’edizione che conferma sempre più il ruolo chiave di TTF come hub internazionale.
Già partite le iniziative per consolidare un vero e proprio network di relazioni dirette con i più importanti stakeholder del mercato: non solo lo scouting per incrementare il numero di hosted buyer da Paesi e aree di forte interesse quali Singapore, Giappone, USA ed Europa (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi) ma anche una pianificazione per coinvolgere sempre più blogger, influencer e trend setter. Continua anche il focus su USA, Canada e Middle East con il coinvolgimento di associazioni e camere di commercio.
Tra le novità spicca TUTTOFRUIT, l’area dedicata al fresco ortofrutticolo e le innovazioni della IV e V gamma, che valorizza i prodotti ortofrutticoli ad alto contenuto di servizio. L’edizione 2021 punta inoltre su una crescita organica degli ultimi settori lanciati – TUTTOWINE, TUTTODIGITAL e TUTTOHEALTH – e su un consolidamento dei settori tradizionali.
Di grande rilievo anche lo spazio Innovation Area, che presenterà
L’hub di TUTTOFOOD viene rafforzato con il lancio di Fiera Milano Platform, una nuova piattaforma dedicata a tutta la community delle filiere di riferimento: espositori, visitatori, buyer, giornalisti, blogger e opinion leaders. Un sistema innovativo e integrato che, gradualmente, a partire da settembre, metterà ancora più al centro l’attenzione verso il network che ruota intorno a ogni appuntamento fieristico e renderà più agevole l’interazione tra compratori e aziende.
Tra i nuovi servizi offerti Fiera Milano rende più agile l’accesso al credito per le aziende espositrici, aiutandole nel pratiche di finanziamento legate alla partecipazione.
Infatti, al fine di supportare concretamente le PMI e favorire la loro partecipazione a manifestazioni fieristiche quali TUTTOFOOD, Fiera Milano ha siglato accordi con alcuni istituti di credito (Banca Popolare di Sondrio, Banco BPM, Intesa Sanpaolo), con la società finanziaria BCC Lease (Gruppo Credito Cooperativo), oltre ad altri in fase di finalizzazione.
In particolare, le imprese verranno anche supportate nella fase di istruttoria, e Fiera Milano rimborserà (totalmente o in parte) le quote degli interessi maturati sul finanziamento stesso.
Per l’edizione 2021 altro grande valore aggiunto sarà la contemporaneità con la terza edizione di MEAT-TECH, la fiera di IPACK-IMA dedicata alle soluzioni di processing e packaging per l’industria delle carni, dei derivati e dei piatti pronti.(ITALPRESS).

A Natale arriva il Parmigiano Reggiano stagionato 40 mesi

ROMA (ITALPRESS) – Sapore intenso, sapido, deciso e speziato.
Il Parmigiano Reggiano 40 mesi è un prodotto sempre più richiesto sulle tavole dei consumatori, apprezzato e utilizzato in cucina come ingrediente per esaltare naturalmente i sapori e gli aromi dei piatti e sarà sugli scaffali per dicembre 2020.
In una cornice romana tra le più suggestive, sulla terrazza con vista Colosseo del ristorante Aroma Restaurant Rooftop, lo chef stellato Giuseppe di Iorio ha scelto di esaltare queste qualità in un percorso che trova le sue radici nella tradizione romana ed emiliana, nel corso di una cena dedicata alle lunghe stagionature. Dalle note speziate, in particolare noce moscata e pepe, a quelle di frutta secca, fino al brodo di carne, questo formaggio riesce a trasferire al naso e al palato tutta la complessità e le caratteristiche organolettiche attraverso la pura degustazione. L’evento è stato l’occasione anche per fare il punto sul Progetto Premium “40 mesi” del consorzio Parmigiano Reggiano, lanciato a novembre 2019 e che oggi conta oltre 60 caseifici aderenti per un totale di 85.000 forme. Il Progetto parte dal lato dell’offerta, con un incentivo ai caseifici per trattenere sulle scalere le forme prodotte negli anni 2017, 2018 e 2019 affinchè non finiscano sul mercato prima del dovuto.
L’obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo del nuovo segmento di mercato per le lunghe stagionature, per portare sugli scaffali uno stagionato 40 mesi per Natale 2020. La stagionatura minima per il Parmigiano Reggiano è di 12 mesi, mentre non esiste una stagionatura massima imposta dal Disciplinare di produzione. Durante il processo di affinamento, grazie all’azione degli enzimi liberati dai batteri lattici, le proteine vengono scomposte in pezzi più piccoli, in peptidi e in amino-acidi liberi, mattoni base della catena proteica. Questa azione di scomposizione proteica (proteolisi) determina le proprietà della struttura e sensoriali del Parmigiano Reggiano e la sua digeribilità.
(ITALPRESS).

Da Aneri versione “mignon” di Prosecco millesimato

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Le limitazioni e gli accorgimenti imposti dalla battaglia al Covid-19 stimolano a trovare soluzioni nuove a problemi di varia natura, piccoli o grandi che siano.
In quest’ottica la Aneri ha realizzato una versione “mignon” (200 ml) del suo Prosecco doc e docg millesimato per venire incontro alle esigenze prospettate da Itinere, la società del Gruppo Elior (uno dei leader della ristorazione collettiva a livello internazionale) che gestisce il servizio sulle Frecce di Trenitalia e che si è trovata nella necessità di proporre prodotti a misura di singolo cliente, con la minor “intermediazione” possibile. Da qui l’idea della Aneri di realizzare una bottiglietta che è un vero e proprio riassunto del tradizionale Prosecco e che ora Itinere serve, con i sigillo di garanzia, ai passeggeri delle carrozze di prima classe o executive.
Dalle Frecce ai bar, ristoranti e alberghi top class il passo è stato breve: così la “mignon”, in questi locali, comincia ad essere proposta al posto del rituale calice (in realtà il contenuto è pari a quasi due bicchieri). E presto varcherà la Manica con destinazione i ristoranti della catena San Carlo, anche nella versione biologica.
(ITALPRESS).