ROMA (ITALPRESS) – “Federalimentare non può che tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo di una maggiorazione o espansione dei dazi Usa sui prodotti agroalimentari italiani e per questo dobbiamo ringraziare il governo e in generale il sistema politico e la commissione Europea che si sono adoperate al massimo per disinnescare questi rischi”. Lo ha detto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio. La situazione è rimasta ferma perciò al quadro in vigore dall’ottobre scorso, con circa mezzo miliardo di export alimentare italiano colpito da imposizioni daziarie ad valorem del 25% su 4,5 miliardi di export di settore stimato a consuntivo 2019. “I formaggi, gli aperitivi, i liquori e alcune lavorazioni del suino sono ancora purtroppo dentro il perimetro colpito – lamenta Vacondio – e questo rimane un fatto grave per due motivi. Riesce difficile accettare che l’Italia, estranea al contenzioso Airbus, sia stata comunque coinvolta dalle ritorsioni americane. E riesce difficile accettare che il mirino USA abbia puntato nel nostro Paese, in modo praticamente esclusivo, il food and beverage”. “Tuttavia – ha aggiunto il presidente – i nostri prodotti hanno tenuto e di questo dobbiamo ringraziare il know how dei nostri imprenditori: l’export Made in Italy in usa infatti, nonostante le imposizioni daziarie già applicate ha fatto registrare un +11% nel dicembre 2019 rispetto al dicembre 2018”. “Numeri che dimostrano quello che abbiamo detto dall’inizio e cioè che le nostre eccellenze sono riconosciute in tutto il mondo e vengono apprezzate e acquistate per la loro ineguagliabile qualità”.
“Questo tuttavia non elimina le preoccupazioni per un settore che, secondo le recenti performance produttive, si trova con un mercato interno stagnante e legato mani e piedi alla spinta dell’export. In particolare, proprio alla capacità di assorbimento di un mercato ricco e promettente come quello USA. Il fatto che esso sia riuscito a chiudere comunque il 2019 con una espansione del nostro export di settore pari al +11% la dice lunga sulle sue potenzialità” – conclude Vacondio.
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Dazi Usa, Federalimentare “Scampato pericolo, ma tutelare made in Italy”
Stop dazi Usa, sollievo Consorzio Parmigiano Reggiano
“Il Consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie con entusiasmo la notizia che gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% imposti lo scorso ottobre a vari prodotti europei”. Così Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, che aggiunge: “Abbiamo lavorato nella direzione giusta, facendo squadra con le altre Indicazioni Geografiche, credendo fermamente che la Commissione Europea fosse l’unico tavolo al quale portare avanti la negoziazione, evitando di disperdere energie portando avanti diversi interessi da parte delle singole classi di rappresentanza. Il Consorzio Parmigiano Reggiano ha mantenuto coeso e compatto il mondo delle Dop: si è reso promotore di una cordata, insieme al Ministero delle Politiche Agricole e al Parlamento Europeo, per far sì che ci fosse un grande supporto al commissario Phil Hogan e al negoziatore John Clarke affinché avessero l’appoggio delle Dop italiane coese e compatte per andare a negoziare con una maggiore forza e consapevolezza. Nervi saldi e credere di più nell’Europa come Istituzione: è questo l’approccio giusto per combattere una battaglia che è solo all’inizio e che vedrà il Parmigiano Reggiano in prima linea, considerando che il mercato americano rappresenta per noi il secondo mercato estero, con ben 10 mila tonnellate di prodotto esportato ogni anno ed enormi capacità di crescita”. “Negli ultimi mesi, il nostro prodotto ha subito oscillazioni di prezzo, legate a dinamiche speculative e influenzate indubbiamente anche dalle incertezze sulla situazione Oltreoceano. Il fatto che gli Usa abbiano deciso di non incrementare ulteriormente i dazi sul nostro prodotto porterà sicuramente un clima più disteso e oggettivo e – ci auguriamo – un riequilibrio del mercato con un prezzo all’origine più alto”, conclude Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
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Dazi Usa, Italia indenne Soddisfatta Bellanova
L’Italia supera indenne la revisione della lista dei prodotti europei soggetti all’innalzamento delle imposte, stilata dagli Stati Uniti a ottobre dopo la sentenza del Wto sul caso Airbus.
“Il lavoro fatto in questi mesi ha dato i suoi frutti – sottolinea la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova -. L’agroalimentare italiano non compare nella lista dell’Ustr americana appena pubblicata dei prodotti soggetti a dazi. Abbiamo scongiurato il rischio che le nostre eccellenze subissero danni irreparabili”.
“Nell’incontro avuto con il segretario all’Agricoltura Usa, Perdue, il 30 gennaio scorso, lo avevo ribadito a chiare lettere: tenere l’agroalimentare italiano fuori dalla vicenda Airbus – aggiunge -. E avevo registrato condivisione e disponibilità.
Oggi raccogliamo i risultati dell’impegno messo in campo e di un grande lavoro di squadra. In Italia e in Europa. Il che ci conferma in quello che affermiamo da mesi: azione di sistema vuol dire anche capacità e autorevolezza in Europa e presidio costante dei tavoli europei”.
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Debutta l’annata 2015 del Brunello
Il Brunello 2015 si prepara al debutto, con una quattro giorni di eventi tra degustazioni, ospiti e focus di mercato organizzati dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino. Dal 21 al 24 febbraio, infatti, il borgo toscano celebra il prodotto icona del suo vigneto con ‘Benvenuto Brunello’, che chiude la settimana delle anteprime Toscane. Nei calici, per la prima volta dopo 5 anni di affinamento, l’annata 2015 pronta a uscire sul mercato. Oltre 140 i produttori aderenti alla 28^ edizione della manifestazione, che si inaugura con due giornate (21 e 22 febbraio) riservate ai giornalisti italiani e internazionali. Si parte venerdì mattina con “Un’annata ad opera d’arte”, in compagnia di Vittorio Sgarbi (Teatro degli Astrusi, ore 11), mentre al Chiostro del Museo di Montalcino va in scena la degustazione tecnica (dalle 9.30 fino alle 17). Protagonista il Brunello di Montalcino 2015, ma anche la versione Riserva 2014 oltre a Rosso di Montalcino, Moscadello e Sant’Antimo per più di 500 etichette in assaggio. Gli appuntamenti continuano sabato 22 che si aprirà con il walk around tasting tra i banchi delle aziende partecipanti a Benvenuto Brunello.
In cartellone anche l’assegnazione del premio Leccio d’Oro 2020 (Teatro degli Astrusi dalle ore 10.30), il riconoscimento dedicato a ristoranti, enoteche e osterie che si sono distinti per la migliore scelta di etichette e annate di Brunello di Montalcino, seguita dalla presentazione dell’indagine Nomisma Wine Monitor sul posizionamento del grande Rosso toscano nella ristorazione di Londra, New York e San Francisco. Spazio, inoltre, al focus sulla vendemmia 2019 e alla posa della tradizionale formella celebrativa. “Il racconto del Brunello sul palcoscenico internazionale” concluderà la due giorni riservata alla stampa. Infine, domenica 23 e lunedì 24 febbraio porte aperte a winelover e operatori (Chiostro del Museo di Montalcino dalle 9.30 alle 17).
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Il consorzio Parmigiano Reggiano a Dubai per Gulfood
Dal 16 al 20 febbraio il Consorzio del Parmigiano Reggiano vola a Dubai per Gulfood, la grande fiera internazionale dedicata al settore alimentare che ogni anno raduna più di 5 mila espositori e 100 mila visitatori da oltre 200 paesi del mondo. Per la prima volta, il Consorzio parteciperà con il proprio stand autonomo (nelle precedenti edizioni era in quota Afidop), situato nello spazio B1-34 della Hall 1 del Dubai World Trade Center.
L’area del Golfo rappresenta uno snodo strategico per l’agroalimentare italiano, in parte come porta d’accesso ai mercati mediorientali ma soprattutto poiché include essa stessa alcuni dei paesi con i redditi pro capite più alti del mondo. Mercati destinati ad avere un peso specifico ancora maggiore grazie a Expo Dubai 2020 – inaugurazione il 20 ottobre 2020 – per la quale si attende un flusso di 25 milioni di visitatori.
La partecipazione a Gulfood si inquadra in un progetto triennale avviato dal Consorzio per sviluppare le potenzialità di mercato nell’area del Golfo, partendo dalle 105 tonnellate di prodotto esportate qui nel 2018. Una ricerca Hirux/Nielsen commissionata ad hoc dal Consorzio ha evidenziato come i consumatori confondano il Parmigiano Reggiano con il generico parmesan. Tanto che, se si considera il giro d’affari dei formaggi a pasta dura nei tre Paesi target (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Kuwait), solo il 30% del mercato appartiene al Parmigiano Reggiano mentre il restante 70% al parmesan.
“La strategia del Consorzio – afferma il presidente Nicola Bertinelli – punta a educare i consumatori arabi alle specificità del Parmigiano Reggiano, un formaggio che si distingue per la selezione degli ingredienti migliori e 100% naturali e il rispetto della stessa ricetta da mille anni”.
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L’olio italiano trionfo per l’olfatto e il palato
VERONA (ITALPRESS) – Un trionfo per l’olfatto e per il palato. Si sono conclusi con l’assaggio degli olii vincitori del concorso Sol d’Oro, gli Evoo Days a VeronaFiere. Ai partecipanti al forum viene riservata una degustazione, l’unica prima di Sol&Agrifood in calendario dal 19 al 22 aprile. Ben 10 i paesi partecipanti e oltre 310 campioni, in crescita rispetto al 2019. Tre le categorie in concorso: Extravergini, Monovarietali e Biologici. Concorso stravinto anche in questa edizione da prodotti italiani.
Nella seconda giornata spazio alle normative per l’etichettatura fuori dall’Unione Europea, per chi voglia esportare nei Paesi arabi e in Cina, con i consigli di uno dei maggiori esperti in fatto di etichette, Luigi Mancini, ma anche ai controlli svolti dall’ICQRF su tutta la filiera oleicola, sui frantoiani e sui commercianti.
“E’ stato molto apprezzato il dibattito sulla tipologia dei controlli – ha sottolineato Simone De Nicola ispettore del ICQRF, organo di controllo del Ministero delle Politiche Agricole – su come vengono preventivamente analizzati e qual è la valenza dei controlli con il registro telematico. Ricordo che siamo gli unici in Europa ad averlo. Abbiamo anche illustrato quali sono gli strumenti e le altre fonti di informazione per contrastare le frodi maggiormente applicate in Italia. Spesso viene identificata una categoria rispetto a un’altra o mancanza dell’obbligatorietà delle indicazioni previste dalla norma”.
Un appuntamento tecnico, gli Evoo Days, che ha confermato l’ottima formula, rendendo piacevoli degli argomenti solo apparentemente difficili. Un momento di crescita per tutti, lo ha definito il giornalista enogastronomico Maurizio Pescari
Giuliano Trenti, di Neurexplore, ha dato degli ottimi consigli ai partecipanti per gestire professionalmente la vendita diretta in azienda, tenuto conto di come i consumatori si stiano evolvendo.
“Fare un prodotto d’eccellenza non basta più – ha dichiarato – Bisogna saperlo vendere, potenziare la capacità delle persone di raccontarne il valore per aumentare la possibilità di vendita. Sembra una banalità – ha aggiunto – ma in tantissimi casi chi lavora si concentra sulla qualità del prodotto e molto meno sugli aspetti materiali sulla vendita e dell’assaggio, perdendo opportunità”.
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L’olio d’oliva protagonista a Verona
A Verona due giorni dedicati all’olio d’oliva, elemento imprescindibile della dieta mediterranea. Si chiamano Evoo Days e sono ormai un appuntamento fisso per chi lavora nel settore. Due giornate di aggiornamento e di confronto con esperti di fama internazionale, organizzati da Veronafiere.
col/abr/red
Con i dazi è caos per l’export del vino
I dazi aggiuntivi statunitensi mettono nel caos l’export del vino. E a farne le spese, a dicembre, non sono solo i Paesi penalizzati in dogana ma anche l’Italia. È quanto rilevato dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che ha elaborato i nuovi dati delle dogane Usa sui 12 mesi del 2019. Secondo l’Osservatorio, la guerra commerciale Usa-Ue ha creato negli ultimi mesi una serie di dinamiche negative, e a farne le spese è stata anche l’Italia che a dicembre ha perso il 7% a valore rispetto al pari periodo dello scorso anno, con un -12% per i suoi vini fermi. In questo circuito vizioso i produttori Ue segnano il passo, con la Francia che negli ultimi 2 mesi vede i propri fermi cadere a -36% e la Spagna a -9%. Per contro, volano le forniture da parte del Nuovo Mondo produttivo, con la Nuova Zelanda che sale a +40% a valore e il Cile, a +53%. “Assistiamo a un mercato confuso”, ha detto il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, “contrassegnato prima da una corsa alle scorte e poi da grandi incertezze. Un clima che certo non giova agli scambi, fin qui molto positivi, e che speriamo possa cambiare prima possibile. Per questo confidiamo nell’odierna missione negli Usa del commissario al Commercio, Phil Hogan, e nell’ottimismo rappresentato in questi giorni dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni. La speranza è poter arrivare al prossimo Vinitaly in un rinnovato regime di pace commerciale con il nostro storico partner”.
Secondo il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, “Ciò che emerge è uno scenario di forte incertezza sui principali mercati mondiali della domanda di vino, e questo è un fattore chiave da affrontare nell’anno in corso. Gli Stati Uniti ci consegnano un mercato che nel 2019 è aumentato nell’import globale – probabilmente anche più di quanto sia la reale crescita dei consumi – per effetto di aumento scorte a scopo precauzionale. Anche l’Italia chiude in crescita, sebbene continui a mantenere un prezzo medio nei fermi più basso della media, e con un traino forte degli spumanti”. È di 5,55 miliardi di euro il valore complessivo del vino importato dagli Usa nel 2019, in crescita del 5,7% sull’anno precedente grazie alla corsa della domanda di spumanti (+11,1%). Tra i principali fornitori, è sempre testa a testa tra la Francia, a 1,92 miliardi di euro (+7,7%), e l’Italia (+4,2%) a 1,75 miliardi di euro, mentre è ottima la performance della Nuova Zelanda anche nei 12 mesi (+11,9). Tra le tipologie, faticano ancora i fermi&frizzanti italiani, in positivo dell’1,7% mentre sono convincenti una volta di più gli sparkling tricolori, anche lo scorso anno in doppia cifra a +13,7%.
(ITALPRESS).









