Agroalimentare

Il Consorzio Parmigiano Reggiano festeggia a Parigi i suoi 90 anni

PARIGI (FRANCIA)(ITALPRESS) – Il Parmigiano Reggiano ha illuminato la Ville Lumière. Giovedì 14 marzo, presso lo storico Hotel de Boisgelin, sede dell’Ambasciata d’Italia a Parigi, si è svolto l’evento 90 anni nel futuro, una celebrazione del 90° anniversario della fondazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Alla presenza dell’ambasciatrice d’Italia in Francia, Emanuela D’Alessandro, e della stampa italiana e internazionale, il Consorzio ha così celebrato gli 11 caseifici vincitori dei Palii del Parmigiano Reggiano che si sono svolti nell’arco del 2023, consegnando loro un premio inedito, il Casello d’Oro. Ospite d’onore della serata, lo chef Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena (tre stelle Michelin).
Nel 2023 sono stati organizzati 11 concorsi denominati Palio del Parmigiano Reggiano, eventi che da 12 anni si svolgono nella zona d’origine della Dop (che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova alla destra del fiume Po e Bologna alla sinistra del fiume Reno). Si tratta di gare alle quali ogni caseificio consorziato può partecipare iscrivendo un campione di Parmigiano Reggiano di 24-26 mesi. I formaggi in gara vengono valutati da una giuria composta da assaggiatori certificati della APR (Associazione Assaggiatori Parmigiano Reggiano). Questi gli 11 caseifici vincitori dei Palii del Parmigiano Reggiano 2023: Brugnoli F.lli Società Agricola (Bardi, PR) – vincitore Palio Città di Casina – Reggio Emilia; Caseificio Sociale di Casola di Montefiorino s.a.c. (Montefiorino, MO) – vincitore Palio di Pavullo nel Frignano – Modena; Cooperativa Casearia Castelnovese s.c.a. (Castelnuovo Rangone, MO) – vincitore Palio GustiaMo – Modena; Latteria Agricola Mogliese s.c.a.r.l. (Sermide, MN) – vincitore Palio Caseifici dell’Oltrepò Mantovano – Mantova; Latteria Agricoltori Roncocesi s.c.a. (Reggio Emilia) – vincitore Palio Teatro della Natura Viano – Reggio Emilia; Latteria Sociale della Costa di Bazzano s.a.c. (Neviano degli Arduini, PR) – vincitore Palio di Pellegrino Parmense – Parma; Latteria Sociale San Girolamo s.c.a. (Guastalla, RE) – vincitore Palio di San Lucio – Parma; Martinelli Romeo di Martinelli Gianpietro e Luca s.n.c. (Noceto, PR) – vincitore Palio di Montechiarugolo – Parma; Pieve Roffeno s.a.c. (Castel d’Aiano, BO) – vincitore Palio di San Petronio – Bologna; Soc. Agr. Mezzadri Renzo Roberto Massimo e Stefano s.s. (Busseto, PR) – vincitore Palio dell’Artigianato di Soragna – Parma; Società Agricola Dall’Aglio s.s. (Gattatico, RE) – vincitore Palio Bibbiano la Culla – Reggio Emilia.
Sono inoltre state attribuite due Menzioni speciali Parigi 2024: al caseificio Pieve Roffeno per il Parmigiano Reggiano con miglior struttura e alla Latteria Agricola Mogliese per il Parmigiano Reggiano con miglior profilo aromatico. A giudicare gli 11 campioni di Parmigiano Reggiano 24 mesi in una degustazione alla cieca è stata una giura internazionale d’eccezione, composta da Caroline Boquet (formatrice per i prodotti lattiero-caseari presso CFPL-l’Ecole française du Fromage), Alice Bosio (giornalista gastronomica del Figaro), Maddalena Fossati Dondero (direttore della Cucina Italiana e di Condè Nast Traveller Italia), Alessandra Pierini (autrice di libri, reportage, articoli di stampa, programmi radiofonici e conferenze sul tema della cucina italiana), Cornelia Poletto (chef e gestore del ristorante Cornelia Poletto, della scuola Cucina Cornelia Poletto e del bar gastronomia Paolas), Cathy Strange (ambasciatrice della cultura alimentare di Whole Foods Market) e Carlos Yescas (giudice, esperto, autore di libri sui formaggi e collaboratore dell’Oxford Companion to Cheese).
L’evento è stato uno dei momenti chiave dei festeggiamenti per il novantesimo compleanno del Consorzio, che si svolgeranno nell’arco di tutto il 2024 in concomitanza alle principali manifestazioni a cui parteciperà la Dop. L’ente di tutela che associa tutti i produttori di Parmigiano Reggiano venne infatti fondato il 27 luglio 1934, con la funzione di tutelare, difendere e promuovere un prodotto millenario le cui antiche e nobili origini risalgono addirittura al Medioevo, salvaguardandone la tipicità e pubblicizzandone la conoscenza nel mondo.
“Sono molto felice che il Consorzio del Parmigiano Reggiano abbia scelto proprio l’Ambasciata d’Italia a Parigi come cornice per questa importante ricorrenza – spiega Emanuela D’Alessandro, ambasciatrice d’Italia in Francia -: 90 anni infatti sono un compleanno di assoluta importanza per tutti! So che questa scelta non è stata casuale: la Francia, per il Parmigiano Reggiano Dop, costituisce storicamente infatti uno tra i principali mercati esteri. Un esempio molto concreto e tangibile del forte attaccamento e del profondo amore che il mercato francese ha verso i prodotti italiani di eccellenza e in modo ancora più deciso nel settore gastronomico”.
“Il 2024 è un anno molto speciale per la comunità del Parmigiano Reggiano”, ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. “Festeggiamo infatti i 90 anni del nostro Consorzio, il più antico d’Italia per quanto concerne i prodotti alimentari – ha aggiunto -. Inoltre, ieri sera abbiamo assegnato per la prima volta nella nostra storia il riconoscimento Casello d’Oro agli 11 caseifici che nel 2023 hanno vinto i Palii del Parmigiano Reggiano. Abbiamo scelto come sede dell’evento la splendida Ambasciata d’Italia a Parigi, la capitale del nostro primo mercato in Europa con ben 12.944 tonnellate esportate nel 2022, per celebrare il matrimonio tra il Parmigiano Reggiano e la Francia e iniziare a tracciare la strada per fare emergere le distintività della nostra Dop, sensibilizzando su questo tema non solo i consumatori ma anche i produttori”.
“Penso che il segreto del Parmigiano Reggiano siano i tempi lunghi, la qualità dell’alimentazione delle bovine, il sapere che si trasmette da generazioni e generazioni in millenni di storia, il riposo delle forme nei magazzini – ha sottolineato Massimo Bottura, chef dell’Osteria Francescana di Modena (tre stelle Michelin) -. Da lì nasce questo formaggio unico e irripetibile. Questa sera guardavo negli occhi queste persone che hanno lasciato il loro casello per venire a ricevere un premio come risultato del loro lavoro di 365 giorni all’anno. Ogni volta che racconto ciò che faccio in cucina, narro dell’eroismo di questi artigiani, contadini, allevatori e casari che fanno la grandezza dell’Italia e ci permettono di trasmettere emozioni attraverso il loro lavoro”.

– Foto ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano –

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Il futuro dell’industria agroalimentare passa da ricerca e tecnologie

ROMA (ITALPRESS) – In un’epoca caratterizzata da sfide globali senza precedenti, quali il cambiamento climatico, la crescita demografica e la necessità di una produzione alimentare sostenibile, il ruolo della ricerca e delle tecnologie alimentari risulta fondamentale per delineare il futuro della società e il benessere delle popolazioni. Il convegno “Ricerca e tecnologie per il futuro dell’industria agroalimentare” svolto al Senato e promosso dal Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari (OTAN) e da Federalimentare, ha voluto proprio sottolineare l’importanza delle tecnologie agroalimentari per il benessere collettivo e il ruolo che l’innovazione tecnologica, applicata all’industria alimentare, può garantire per favorire un accesso al cibo sicuro e di elevata qualità.
Secondo il Censis per gli italiani sono importanti i valori etici e sociali che li orientano nella scelta dei prodotti. Il 66,7% è pronto a rinunciare a prodotti che potrebbero essere dannosi per la salute, il 52,6% a quelli non in linea con criteri di sicurezza alimentare, il 43,3% a quelli la cui produzione e distribuzione non rispetta l’ambiente e il 35,6% a quelli per la cui produzione non sono tutelati i diritti dei lavoratori e dei fornitori. Accanto a questi numeri, emerge inoltre come l’industria alimentare abbia una elevata reputazione sociale verso la quale l’86,4% degli italiani dichiara di avere fiducia ed è una fiducia trasversale, che coinvolge il 93,8% degli anziani, l’84,2% degli adulti e l’81,6% dei più giovani. Tutto ciò certifica come, grazie alla ricerca, alla scienza e alla tecnologia gli alimenti e l’industria di trasformazione abbiano prodotto una rivoluzione positiva nelle abitudini e nelle scelte degli italiani che ricercano cibi sicuri e di qualità.
Nel corso dei secoli la capacità primaria dell’essere umano è sempre stata quella di procacciarsi cibo e di utilizzare tecniche sempre più avanzate per garantirne la conservazione. L’evoluzione storica e culturale di questa necessità, facilitata dalle scoperte delle scienze microbiologiche, chimiche, fisiche, ingegneristiche e meccaniche, ha portato alla nascita del Food Science ovvero la Scienza e Tecnologia degli Alimenti. Gli obiettivi principali di questa scienza applicata alla lavorazione tecnologica degli alimenti, sono stati quelli di rendere ottimali i processi produttivi; di garantire la salubrità degli alimenti; di garantire il massimo apporto nutrizionale; di migliorare la qualità sensoriale degli alimenti e di allungare la vita commerciale dei prodotti destinati ai consumatori. Questo progresso ha permesso, e permette, di fornire prodotti sicuri e nutrienti alla popolazione, adeguandosi nel tempo alle sempre nuove necessità dettate dall’evoluzione della società e dalle problematiche che si trova ad affrontare.
La ricerca nel settore delle tecnologie alimentari è in costante sviluppo. Uno sviluppo teso a soddisfare sia i bisogni relativi alla “food security” (accessibilità del cibo alla popolazione), sia ad assicurare il “food safety” (qualità e sicurezza). Questo sviluppo sta indirizzando gli studi scientifici verso nuovi campi di ricerca complementari come l’intelligenza artificiale, come lo sviluppo di tecnologie alimentari volte al riutilizzo di materie prime, fino alle ricerche sul packaging. Ricerca e innovazione, dunque, risultano decisive per affrontare le sfide globali legate alla produzione, alla distribuzione e al consumo di alimenti proprio per creare un futuro più sostenibile, sicuro ed equo del sistema alimentare globale coinvolgendo tutta la filiera agroalimentare.
La rintracciabilità della filiera alimentare può essere fortemente supportata dalla tecnologia della blockchain già a partire dalle attività in campo. Per questo si parla sempre più spesso di agricoltura di precisione o digitale proprio perchè le soluzioni innovative nel settore agricolo stanno trasformando il modo in cui vengono coltivati i prodotti agricoli e le modalità di gestione degli allevamenti. Avere a disposizione dati precisi e in tempo reale, permette di agire in modo tempestivo sui sistemi agricoli riducendo gli sprechi e prevenendo il diffondersi di fitopatie a carico dei campi coltivati. In questo sistema complesso, dunque, la sinergia tra i professionisti della produzione primaria e i professionisti della trasformazione costituisce un connubio imprescindibile per lo sviluppo del sistema agroalimentare e per la tutela degli stakeholder più importanti, ovvero l’ambiente ed i consumatori.
Per il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “grazie alla ricerca e alla tecnologia, negli ultimi anni la sicurezza alimentare è cresciuta e i costi di produzione sono diminuiti, portando sia a significative riduzioni dei prezzi che a una larga diffusione di un’alimentazione completa, varia ed equilibrata. Il cibo che oggi è sulle nostre tavole è il frutto di una continua innovazione che partendo dalle migliori tradizioni le arricchisce, affinchè arrivino a soddisfare sempre più le nostre esigenze. In questo frangente il Governo è consapevole che è richiesto uno sforzo in termini di investimenti per avviare nuovi modelli produttivi in grado di coniugare l’efficienza e la sostenibilità, assicurando il rispetto dell’ambiente senza rinunciare al profitto. In questo percorso il Piano 5.0, con i suoi 13 miliardi a disposizione delle imprese, contribuisce a sostenere la rivoluzione verde e digitale. Inoltre, insieme al MASAF abbiamo dedicato un tavolo al settore agroalimentare che, oltre a essere uno degli ambasciatori del Made in Italy, rappresenta una leva indispensabile all’autonomia strategica nazionale”.
“Attraverso la ricerca scientifica e tecnologica siamo sempre stati considerati i primi, quindi dobbiamo dettare la linea agli altri senza essere comunque troppo autoreferenziali – ha affermato Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato della Repubblica -. La filiera, dal mondo agricolo fino alla distribuzione, deve essere consapevole che insieme si deve andare nella giusta direzione. In Europa serve inoltre maggiore collaborazione tra politica e privato, ed è prioritario ascoltare chi è sul campo per portare le istanze all’attenzione delle istituzioni europee, senza voli pindarici e senza regole che creerebbero disagio sociale”.
“L’Agricoltura riuscirà a essere più competitiva e a dare più redditività agli agricoltori nella misura in cui ci sarà un maggiore trasferimento di competenze che riguardano anche la tecnologia e l’innovazione – ha spiegato Mirco Carloni, Presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati -. Ogni sapienza, che può essere innovativa o tradizionale e che, in qualche modo, favorisce il miglioramento produttivo di un’azienda agricola, è da ritenersi importante. A tal proposito, la legge che ho presentato come primo firmatario sull’imprenditoria giovanile, approvata definitivamente, vede nella ricerca e nella formazione un elemento fondamentale della nuova competitività delle aziende agricole”.
Per Francesco Battistoni, Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, “il convegno odierno ha acceso un faro di conoscenza sul ruolo che i tecnologi alimentari svolgono lungo tutta la filiera alimentare per garantirci cibo sicuro e sostenibile. I progressi tecnologici, come l’agricoltura di precisione, le TEA e l’intelligenza artificiale, sono alcuni esempi virtuosi che ci dicono come la ricerca e la scienza, applicate in campo alimentare, possano contribuire a rendere l’industria alimentare sempre più un luogo sicuro per i cittadini che ne riconoscono affidabilità, qualità e fiducia”.
Sergio Marchi, Capo Segreteria Tecnica del Ministro dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, delegato dal Ministro Francesco Lollobrigida, ha affermato: “I tecnologi alimentari rappresentano una figura chiave per il sistema agroalimentare. Come Ministero siamo convinti che la salvaguardia del settore sia per questo motivo fondamentale per il Paese. L’agroalimentare, infatti, traina lo sviluppo dell’innovazione e dell’economia. Pensiamo quindi che il dialogo tra sicurezza alimentare e sostenibilità sia importante oggi. In questo senso, potenziare la ricerca e lo sviluppo delle aree rurali, è una priorità del MASAF. Molti fondi del Pnrr saranno dunque finalizzati a ottenere cibo buono e per tutti, un modello che caratterizza il sistema italiano”.
Per Laura Mongiello, Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari: “Questa iniziativa, la prima di una lunga serie che organizzeremo insieme a Federalimentare, ha come intento quello di costruire un percorso volto a contribuire alla gestione della complessità della filiera agroalimentare, nella consapevolezza che non esiste progresso senza scienza, e la scienza degli alimenti, svolge da sempre un ruolo cruciale sull’evolversi della società. Le sfide che ci attendono sono tante e importanti a cominciare dal dover garantire a tutti l’accesso al cibo sicuro da un punto di vista igienico-sanitario, nutriente e di elevata qualità, nel rispetto dell’ambiente e dei principi etici. In questo senso, la ricerca e le tecnologie agroalimentari diventano uno dei pilastri sui quali costruire risposte efficaci, e su questo percorso si muove l’Ordine dei tecnologi alimentari che vigila sul rispetto di un rigido codice deontologico, e quindi dei principi etici, dei suoi iscritti”.
Secondo Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare, “i tecnologi alimentari svolgono un ruolo poco conosciuto ma fondamentale, e questo convegno ha voluto porre l’attenzione proprio sulla loro importanza all’interno dei processi di produzione degli alimenti. La tecnologia applicata al settore alimentare ha consentito a tutti di poter accedere a cibi sicuri e certificati, ottenuti attraverso processi di trasformazione delle materie prime rispettosi delle loro qualità nutrizionali e organolettiche. Le tecnologie alimentari e la ricerca scientifica stanno favorendo la transizione verso una filiera agroalimentare di alta qualità che soddisfi i nuovi e sempre più articolati bisogni dei consumatori”.
Per Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, “il dato più interessante che emerge oggi è che cresce la fiducia degli italiani nell’industria alimentare nonostante i tanti momenti di crisi. La fiducia riguarda il progresso e l’avanzamento tecnologico dell’industria che si poggia su due basi: la capacità di seguire i cambiamenti degli stili di consumo e una tecnologia in evoluzione rispetto a una domanda sempre più articolata e sofisticata che richiede attenzione, sicurezza e informazione. Gli italiani ritengono che l’industria alimentare sia fonte del welfare privato, una sorta di ammortizzatore privato. C’è una consapevolezza diffusa di come l’industria alimentare, di fatto, sia una delle principali fonti del benessere individuale. L’industria alimentare deve avere la capacità di stare al passo con queste dinamiche oltre a garantire agli italiani sicurezza, informazione e una varietà di scelta alimentare”.
“Stiamo lavorando in campo accademico perchè la sostenibilità diventi sempre più centrale nel settore industriale e agroalimentare – ha spiegato Marco Dalla Rosa, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari, Università di Bologna -. Il lavoro dei tecnologi alimentari è quello di garantire prodotti sempre più sicuri che diano una maggiore componente salutare, un migliore apporto nutrizionale e sostenibile con il fine di raggiungere nuovi mercati e nuovi consumatori. Occorre quindi valorizzare i prodotti dell’industria alimentare che ha l’obiettivo di ridurre gli scarti e le inefficienze della filiera per conferire maggiore credibilità e solidità al settore. Grazie ai prodotti più sicuri e controllati anche la speranza di vita della popolazione si è allungata”.
Secondo Stefano Zardetto, Presidente dell’Ordine Tecnologi Alimentari Veneto e Trentino Alto Adige (OTAV): “Ogni giorno noi tecnologi alimentari dobbiamo garantire un’alimentazione sicura e sostenibile a tutti. Stiamo cambiando le nostre abitudini di vita, stiamo consumando oltre quella che è la capacità generativa del pianeta e questo perchè sta aumentando il numero della popolazione. In tal senso, abbiamo necessità di trovare altre fonti ed è fondamentale avere una visione sostenibile del settore. Ci sono ancora molti disequilibri nel mondo e il cammino che abbiamo da fare è lungo. La ricerca e l’innovazione tecnologica sono necessarie per trovare nuove soluzioni per migliorare la sostenibilità, ridurre lo spreco e garantire la sicurezza dei prodotti”.
Per Flavio Pezzoli, Presidente Ordine Agronomi e Forestali della Provincia di Roma (ODAF), “l’agricoltura è per sua origine innovazione e l’agricoltore è per sua natura innovatore. Le nuove tecnologie devono essere in grado di fronteggiare il cambiamento climatico, l’uso consapevole della chimica, il risparmio dell’acqua e l’impoverimento del suolo in sostanza organica. In tal senso, dobbiamo preservare la terra e il suo benessere attraverso l’uso consapevole delle nuove tecnologie che creano un link tra noi professionisti del mondo della produzione e i professionisti della processazione”.

– Foto Ital Communications –

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Parmigiano Reggiano celebra 90 anni e “sposa” il whisky

MILANO (ITALPRESS) – Per la quarta edizione consecutiva, il Consorzio Parmigiano Reggiano è tornato a Identità Golose come main sponsor. La collaborazione, nata nel 2020, si rinnova con l’appuntamento di quest’anno che ha come filo conduttore il tema “Non esiste innovazione senza disobbedienza: la rivoluzione oggi”. La manifestazione si tiene fino a lunedì 11 marzo all’Allianz Mico di Milano. La Dop è presente alla tre giorni con lo stand nella “piazza principale” dell’esposizione, in cui verranno allestiti i pranzi che hanno al centro il Parmigiano Reggiano e il racconto di un piatto tradizionale del territorio d’origine.
Parmigiano Reggiano è anche scoperta di abbinamenti inediti, come quelli con distillati d’eccellenza: da una selezione di prestigiosi scotch whisky, in collaborazione con Scottish Development International (l’agenzia ufficiale del Governo scozzese che promuove i rapporti commerciali tra la Scozia e i mercati esteri), alle creazioni “sartoriali” della distilleria Cillario&Marazzi.
Previste degustazioni guidate di varie stagionature e biodiversità, dai 12 agli 80 mesi, dalla vacca rossa alla bruna. Il Parmigiano Reggiano torna inoltre a essere protagonista di Identità di Formaggio, sei lezioni tenute da personaggi di punta della ristorazione italiana.
Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, assegnerà invece il premio “Miglior selezione di formaggi” al ristorante che si è distinto per il carrello dei formaggi.
In linea con il tema della diciannovesima edizione della manifestazione, la Dop verrà messa in luce nelle sue caratteristiche di prodotto rivoluzionario.
“Il 2024 segna i 90 anni di Consorzio Parmigiano Reggiano, un formaggio che ha oltre 1000 anni di storia. In questo anno celebreremo la Dop in diversi contesti guardando ai prossimi 90 anni”, ha dichiarato Bertinelli. La partecipazione a Identità Golose “è un momento importante perchè l’alta ristorazione è uno dei luoghi dove si può celebrare il Parmigiano Reggiano con la sua biodiversità e la sua versatilità. Non è solo un ingrediente, ma deve essere il re della tavola ed è questa la vera grande sfida: far comprendere che il Parmigiano Reggiano è molto più di un pezzo di formaggio”.
Abbinare il formaggio a whisky scozzese? Per Bertinelli “un Parmigiano Reggiano con 80 mesi di stagionatura abbinato con un grande whisky scozzese è un’esperienza sensoriale davvero unica che esemplifica come il Parmigiano Reggiano possa essere utilizzato come prodotto pioniere”.
Un formaggio quindi dalle radici antichissime, ma dalle sfaccettature fortemente moderne, quali la naturalità (solo tre ingredienti – latte, sale e caglio, cura artigianale, assenza di additivi e conservanti, naturalmente privo di lattosio), la biodiversità delle sue diverse stagionature e dei prodotti certificati (dal prodotto di Montagna, al Kosher, l’Halal e il Biologico) e l’estrema versatilità, che gli consentono non solo di conferire carattere ai grandi piatti, ma anche di abbinarsi con disinvoltura ai grandi vini, ai distillati, ai prodotti ittici e persino ai dessert.
In occasione della giornata di apertura è stata offerta una degustazione molto particolare: Parmigiano Reggiano stagionato 18, 24, 48 e 90 mesi abbinato a Single Malt Scotch Whisky invecchiato 5, 12, 13 e 14 anni. La strategia scelta è il contrasto, accostando il formaggio più giovane al whisky più invecchiato e viceversa.
“Oggi grazie a Parmigiano Reggiano e allo Scottish Development International abbiamo la possibilità di abbinare eccellenti parmigiani reggiani di diversa stagionature con whisky declinati per diversi invecchiamenti. Un connubio non comune, ma decisamente ricercato”, ha dichiarato Fabio Ermoli, Lost Dram Selection, che ha guidato la degustazione.
Identità Golose 2024 sarà anche l’occasione per riprendere il dialogo con i più influenti protagonisti del mondo della ristorazione. Nel 2022 il canale della ristorazione ha rappresentato appena il 9,2% delle vendite della Dop, mostrando quindi un ampio potenziale di crescita. Per il Parmigiano Reggiano è fondamentale dialogare con il mondo del fine dining che porta in tavola l’eccellenza utilizzando il Parmigiano Reggiano per esaltare le proprie ricette, veicolando così in modo adeguato le distintività e i valori della Dop. Per il Consorzio sarà inoltre una cornice in cui proseguire i festeggiamenti per il novantesimo compleanno del Consorzio, che si svolgeranno nell’arco di tutto il 2024 in concomitanza alle principali manifestazioni a cui parteciperà.

Fonte foto: xh7/Italpress
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Findus, Roca “Approccio integrato per la responsabilità ambientale”

MILANO (ITALPRESS) – “Noi ci proponiamo di avere un approccio integrato che ci consenta di essere un esempio positivo, abbinando il concetto di leadership e successo commerciale alla responsabilità ambientale”. Così Renato Roca, country manager di Findus Italia, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy. “Le nostre categorie principali sono il pesce e i vegetali. Per il pesce abbiamo lanciato nel 2021 un programma che si chiama ‘Fish for good’ che mette insieme tre capitoli: affidarsi a una pesca responsabile e trasparente, avere delle azioni che vadano concretamente a salvaguardare gli oceani e i mari e l’attenzione all’ambiente. L’emblema principale di questo tipo di approccio è affidarsi al 100%, come obiettivo nei prossimi anni, a una pesca che sia completamente certificata come sostenibile attraverso le certificazioni più importanti in materia. Allo stesso modo – prosegue – per la filiera del vegetale nel 2023 abbiamo lanciato un programma che si chiama ‘Green for lovè che lavora su tre aspetti: per la terra, per l’ambiente e per te. Per la terra significa avere una filiera di coltivazione e lavorazione dei vegetali che sia fatta con una verifica indipendente di sostenibilità, in questo caso FSA, già il 90% dei nostri vegetali è verificato secondo questo standard e l’obiettivo è arrivare al 100% entro il 2025. Per l’ambiente significa mettere in piedi delle specifiche azioni di riduzione dell’impatto ambientale, ad esempio nel nostro stabilimento di Cisterna abbiamo installato questo impianto di energia solare che ci consente di produrre 2.400 MWh di energia totalmente dedicati all’autoconsumo in fabbrica, questo ci consente di avere più efficienza energetica e di ridurre l’impatto ambientale. Per te perchè abbiamo una serie di iniziative educative sui temi della sostenibilità sui nostri consumatori. La qualità è un aspetto centrale – sottolinea -, noi la interpretiamo con un approccio olistico che va declinato in tutte le sue varianti, è un concetto che si adegua e si evolve con i tempi. Inizia dalla selezione dei nostri fornitori che sono tutti sottoposti a dei criteri di qualità molto stringenti, attraversa tutta la filiera fino al momento della lavorazione in fabbrica, poi ci siamo affidati a queste certificazioni esterne per avere una garanzia anche per noi stessi oltre che per i consumatori”. Tra le sfide per l’azienda una è andare incontro al tema del potere d’acquisto dei consumatori. “Abbiamo preso il nostro prodotto simbolo per eccellenza, i bastoncini Findus, riducendo del 20% il nostro prezzo di cessione a distributori ed esercenti auspicando che questo taglio sia riversato sui consumatori, e questo sta avvenendo, crediamo che un prodotto simbolo possa rientrare in un ambito di alleggerimento di quella pressione sui consumatori e gli investimenti sui temi ambientali sono tra le possibilità che ci hanno consentito di fare un intervento del genere”. Parlando di una ricerca, Roca racconta come “l’80% delle famiglie italiane consuma con frequenza varia i bastoncini, e l’80% a sua volta associa il prodotto a Findus. Si tratta di un prodotto che attraversa tutte le generazioni ed è legato a un’altra leggenda: capitan Findus che è con noi da 50 anni ci è piaciuto lavorare su questo immaginario”. Infine, la parità di genere. “Abbiamo creato un comitato per la parità di genere che cerca di misurare e incrementare la presenza di donne all’interno dei ruoli dirigenziali e lavora per l’eliminazione totale del gender pay gap, questo si sposa con una serie di iniziative per promuovere una cultura inclusiva a tutti i livelli all’interno dell’azienda con una serie di iniziative che vanno a promuovere anche il benessere psicologico per i dipendenti con uno sportello psicologico”, conclude.

– Foto Italpress –

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Da Confagricoltura, Assoverde e Kepos Libro Bianco del verde

ROMA (ITALPRESS) – Un utilizzo efficiente e specialistico del verde urbano ed extra urbano può contribuire a una gestione idrica proficua, mitigando gli effetti del cambiamento climatico. Se n’è parlato oggi a Palazzo della Valle, all’incontro dal titolo “L’acqua una risorsa indispensabile per la salute del pianeta”, organizzato da Kèpos, Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il Crea e gli Ordini professionali, per presentare la terza edizione del Libro Bianco del verde.
L’iniziativa punta a evidenziare quanto sia importante preservare il suolo per salvaguardare l’acqua, attraverso gli interventi di cinquanta esperti tra esponenti istituzionali, docenti e studiosi di università ed enti di ricerca, tecnici e imprenditori, raccolti nel volume. L’obiettivo è dare risposte capaci di arginare i fenomeni climatici estremi, sottolineando la necessità di ripensare complessivamente la pianificazione e la governance delle città e delle aree rurali.
“E’ solo una molecola di ossigeno imprigionata in due di idrogeno, però è fondamentale su questa Terra. L’acqua prende tutte le forme: è mare, fiume, lago, ma anche foglia, fiore, frutto, animale, è tutto ed è la nostra vita. Da imprenditrice, sono consapevole del ruolo che questa indispensabile risorsa riveste per il nostro lavoro e del contributo che, come categoria, possiamo dare per utilizzarla meno e meglio: chi ama il verde, tutela l’acqua e non la spreca”, dichiara Paolo Iacheri, vicepresidente di Assoverde.
“L’acqua è la linfa vitale dell’agricoltura e dell’intero Paese, oltre ad essere un tema al centro dei piani d’azione a livello globale. E’ necessario sviluppare dei modelli efficienti per la realizzazione di infrastrutture verdi e blu, finalizzate alla ricostruzione degli equilibri ecosistemici anche nelle città. Alberi, aree green e foreste possono dare un contributo strategico per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire alla fitodepurazione e alla ricarica naturale delle falde acquifere”, afferma Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura.
“Arrivati alla terza edizione del Libro Bianco del Verde è bello vedere come questo percorso stia cambiando la grammatica del sentire della filiera del verde italiana e in tanti cominciano ad usare la parola “Cura” al posto di “Manutenzione” pensando agli alberi e al verde delle nostre città. Finalmente è sulla bocca di tutti il Binomio Salute e Verde, Benessere ed Ambiente. La nostra sfida continua con questo nuovo tema, l’acqua. Per un vero neorinascimento del nostro sentire e vivere il verde, le parole, i concetti e la cultura possono, soprattutto oggi, fare la differenza”, come sottolinea Francesco Maria Maccazzola, presidente Kèpos Libro Bianco del Verde.
“Grazie ai nostri provvedimenti, come il Decreto siccità della scorsa estate e il Decreto innovazione, che mette a disposizione degli agricoltori, tramite il Pnrr, 400 milioni per modernizzare le aziende, abbiamo dato un segnale concreto perchè la nostra agricoltura, e con questa l’intero settore del verde e del florovivaismo, acceleri la propria evoluzione verso modelli sostenibili, focalizzati, in primo luogo, sulla gestione consapevole e ottimizzata della indispensabile risorsa acqua”, sottolinea il presidente della commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, concludendo la presentazione del Terzo volume del Libro Bianco del Verde.
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– Foto: ufficio stampa Confagricoltura –

Dall’azienda alla filiera, Barilla promuove l’inclusività di genere

PARMA (ITALPRESS) – Promuovere l’inclusione e la parità di genere anche al di fuori della propria organizzazione: nasce così la partnership strategica tra il Gruppo Barilla e LEAD Network (Leading Executives Advancing Diversity), organizzazione no profit che sostiene l’avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa. Formazione, mentoring sulla parità di genere, progetti condivisi e attivazione di capitoli locali: in questo modo l’alleanza con LEAD Network, annunciata in occasione della Giornata Internazionale della Donna, punta a promuovere un ambiente di lavoro inclusivo in tutti gli ambiti di attività del Gruppo Barilla.
“Ci è venuto naturale unire le forze con LEAD Network, organizzazione di punta nella promozione della diversità, che, come noi, considera la parità di genere un pilastro strategico – ha dichiarato Gianluca Di Tondo, Amministratore Delegato del Gruppo Barilla. L’impegno di LEAD Network per l’eccellenza si allinea perfettamente con i nostri valori. Sono convinto che, insieme, riusciremo a dare ancora più valore alle nostre attività e ai nostri mercati”.
“Il percorso di Barilla per promuovere la diversità e la parità di genere si arricchisce di un’altra tappa fondamentale – afferma Floriana Notarangelo, Chief Diversity & Inclusion Officer del Gruppo Barilla. Questa nuova alleanza si propone di alzare l’asticella per la promozione di diversità e inclusione nel nostro settore”.
La partnership con LEAD Network è solo l’ultimo passo di un percorso pluriennale intrapreso dal Gruppo Barilla per garantire la parità di genere e valorizzare il talento femminile. Pochi mesi fa l’annuncio di una nuova global policy per il congedo di paternità e maternità, che valorizza la genitorialità e riduce il gender gap sul luogo di lavoro, garantendo a tutti i genitori del Gruppo un minimo di 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale.
Nel 2020, il raggiungimento della parità retributiva di genere per tutti i dipendenti elimina ogni divario retributivo ingiustificato. Inoltre, il 38% degli executive e manager in Barilla nel mondo sono donne e il 47% delle dipendenti lavora a diretto riporto del Global Leadership Team. Per esempio, in Italia, un team di donne guida tre degli stabilimenti produttivi più strategici del gruppo, a Castiglione delle Stiviere (VR), Novara e Melfi (PZ).
Il percorso DE&I è valso a Barilla importanti riconoscimenti: Solo per citarne alcuni, nel 2021 è stata la prima azienda italiana ad aggiudicarsi il Catalyst Award per le iniziative che hanno accelerato il progresso del ruolo delle donne sul posto di lavoro e aumentato l’inclusione di tutti i suoi dipendenti. Nel 2022 si è classificata al terzo posto tra le aziende alimentari agli European Diversity Leaders promossi dal Financial Times. E il 2024 segna anche il decimo anno consecutivo in cui Barilla in America ottiene un punteggio di 100/100 nel Corporate Equality Index di Human Right Campaign, che classifica le principali aziende in base a come supportano i dipendenti LGBTQ+.
L’impegno di Barilla per l’inclusività si sviluppa in tutte le geografie, con l’obiettivo di estendersi anche alla sua catena di approvvigionamento, nella ferma convinzione che la parità di genere sia un imperativo sociale e un dovere etico. Va in questa direzione il lancio, nel 2018, del Global Supplier Diversity Program, nella convinzione che i fornitori che abbracciano la diversità e offrono pari opportunità, non solo rispecchiano i valori di Barilla, ma contribuiscono a creare un ambiente di lavoro più inclusivo per le donne anche in altri settori. E arrivano da due filiere strategiche del Gruppo in Italia, quella dei cereali e della nocciola, due storie di successo che Barilla vuole raccontare in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
La prima storia si svolge nel cremonese, ed è quella di Alessandra Lameri, AD di Lameri SpA, società che opera nella trasformazione e nel commercio di cereali che da quasi quarant’anni rifornisce Barilla di ingredienti chiave per le fette biscottate Mulino Bianco, i biscotti e le barrette Gran Cereale. Il suo ingresso nella società di famiglia, fondata dal padre Mario Lameri nel 1968, è stato graduale. “Avevo 26 anni, ho iniziato in laboratorio qualità, poi alle vendite. Ma già prima del diploma ero spronata dalla famiglia per gli stage estivi in azienda”. Da diversi anni promuove lo sviluppo della Lameri SpA, accompagnandone la crescita insieme al padre. “Venti anni fa avevamo un solo stabilimento dedicato alla trasformazione dei cereali, oggi contiamo sei stabilimenti, tra i quali due aziende dolciarie in un’ottica di diversificazione del mercato. Nel tempo abbiamo investito molto nella professionalità dei nostri collaboratori, in qualità, innovazione e nuove tecnologie per soddisfare le sempre più crescenti richieste dei nostri clienti e di aziende come Barilla che vogliono caratterizzare i loro prodotti in termini di flavour, struttura e croccantezza. La tecnologia viaggia di pari passo con la sostenibilità nel 2022 nasce il progetto Agri Cultura Lameri, società agricola che si occupa della coltivazione di cereali quali avena, orzo, mais e frumento oltre ad avere a disposizione un impianto fotovoltaico e un impianto di biogas. A proposito di inclusione e parità di genere, “Barilla è stata tra i nostri clienti la prima a sensibilizzare su inclusione sociale e valorizzazione della diversità e del talento femminile. E anche noi negli ultimi anni abbiamo aumentato del 15% l’occupazione femminile, cosa non scontata in un settore tradizionalmente a predominanza maschile. Negli anni abbiamo cercato di riversare sul territorio i benefici aziendali, per esempio con una donazione che ha contribuito a rinnovare l’Area Donna dell’ospedale di Cremona, dedicata alle malattie oncologiche. Siamo fiduciosi che il nostro percorso di crescita continuerà in futuro con la passione e la determinazione che ci ha contraddistinto sino ad ora”.
La seconda storia della filiera Barilla ci porta in Piemonte, e ha il volto e il cuore di Margherita Caffa e Giovanna Galletti, CEO di LINO Srl. La società è nata a fine anni Ottanta, ma porta in dote 150 anni di esperienza nella lavorazione della Nocciola che oggi ritroviamo nei biscotti Pan di Stelle e nei Baiocchi Mulino Bianco. Nel 2012, a seguito della scomparsa improvvisa del fondatore Carlo Caffa, Rosalba, Federica e Margherita ne raccolgono l’eredità, con la figlia Margherita alla guida dell’azienda e con Giovanna Galletti come General Manager. E’ l’inizio di una storia di resilienza e cambiamento che ha assicurato la continuità aziendale con una guida interamente al femminile. “Le donne oggi sono la maggioranza in tutti i ruoli aziendali, dal Cda allo stabilimento produttivo. Entro in azienda a 23 anni e a 27 divento mamma, non è oggi semplice conciliare la volontà di essere una madre presente con le attese sul ruolo di imprenditrice, ma la passione e la voglia di fare crescere l’azienda sono state l’occasione per contrattare continuamente la realtà” ricorda Margherita Caffa. Aggiunge Giovanna Galletti: “Per una donna vita e lavoro non sono mai davvero separate. Tutti i nostri sforzi compiuti in questi anni sono stati rivolti a mantenere un elevato standard qualitativo, nella piena consapevolezza che scelte di questo tipo generano un impatto non solo all’interno dell’azienda ma sulla comunità intera. Noi lavoriamo nel settore alimentare, la nostra azienda produce semilavorati di nocciola, dalla pasta alla granella, e quello che produciamo ogni giorno è immesso in un circuito che ha la forza di contribuire al benessere, salute e sostenibilità del futuro e così continueremo sempre”.

– foto ufficio stampa INC per Barilla –

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Agroalimentare, dal 7 al 10 maggio a Parma la 22^ edizione di Cibus

PARMA (ITALPRESS) – Un’edizione da record. Tutto esaurito a Cibus 2024 (Parma, 7-10 maggio), la manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare Made in Italy, frutto della consolidata collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare. Una 22esima edizione che quest’anno supererà ogni altra per numero di espositori (oltre 3.000 brand e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale – ad oggi più di 1.000 già registrati – provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone.
Un salone sempre più simbolo dell’agroalimentare italiano, che si dimostra attivo anche sullo scenario mondiale, con una strategia che punta a creare quella che Antonio Cellie, Amministratore delegato di Fiere di Parma, definisce “un sistema di alleanze nazionali e internazionali che consolidi l’agroalimentare italiano ed europeo come riferimento per un consumo consapevole e sostenibile a livello globale. I nostri eventi garantiscono un percorso non solo fieristico ma esperienziale pensato per accompagnare i mercati, anche lontani, verso il nostro modello alimentare. La finalizzazione della partnership con Koelnmesse rientra in questa strategia”.
Un accordo, quello recentemente siglato con Koelnmesse, in virtù del quale il gruppo tedesco, uno dei principali attori del mercato fieristico nel mondo, si occuperà dello sviluppo internazionale sia di Cibus sia di Tuttofood, la cui gestione è passata in capo a Parma alla luce dell’accordo stretto nel 2023 con Fiera Milano.
In particolare l’accordo con Colonia porterà visitatori internazionali a Cibus ed espositori dall’estero per Tuttofood. “Con il supporto di Koelnmesse, le due manifestazioni potranno contare su più visitatori ed espositori internazionali, anche grazie ad una riprogrammazione dei calendari che armonizzerà Cibus, Tuttofood e Anuga, la fiera del food and beverage di Koelnmesse. Cibus potrà così consolidare il suo ruolo di facilitatore dello sviluppo dell’export dell’agroalimentare italiano, mentre Tuttofood nel giro di due edizioni vedrà crescere gli espositori esteri dall’attuale 10% ad almeno il 50%”, commenta Cellie.
“Il Salone Internazionale dell’Alimentazione Cibus, organizzato da Federalimentare e Fiere di Parma, è la manifestazione di riferimento per l’agroalimentare italiano. Come ogni anno, a Cibus sono protagoniste le eccellenze del nostro settore agroalimentare, un tessuto imprenditoriale dinamico, capace di unire tradizione e innovazione e che riesce a intercettare i gusti dei consumatori italiani e internazionali, costituendo così una vetrina per il nostro Made in Italy. La fiera rappresenta altresì un’occasione di riflessione sull’industria alimentare e su tutta la sua filiera che hanno dimostrato, anche in momenti particolarmente critici come la pandemia e l’attuale crisi internazionale dovuta ai conflitti, una grande solidità nel saper garantire cibo sicuro e di qualità a tutti”, dichiara Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare.
Cibus – 120mila mq di superficie espositiva distribuita su 8 padiglioni – offrirà uno spaccato completo del settore alimentare italiano, presentando in fiera tutto il meglio dei principali settori dell’Agroalimentare Made in Italy: prodotti freschi, carni, salumi, dairy, piatti pronti e surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, conserve e condimenti, pilastro del nostro export agroalimentare.
A Parma, grazie alla collaborazione con Agenzia ICE, saranno infatti presenti buyer, category manager e responsabili acquisti delle più importanti catene di supermercati. Saranno altresì presenti le realtà di riferimento a livello internazionale per l’horeca, così come gli importatori e i distributori chiave per il Made in Italy nel mondo.
Una nutrita presenza internazionale, risultato del roadshow che Cibus ha sviluppato nell’ultimo anno nei principali mercati insieme ad Agenzia ICE. Un tour globale che ha già toccato Colonia, Shanghai, Las Vegas e che vedrà tra le prossime tappe Dubai e Tokyo, per concludersi tra giugno e ottobre a New York (USA) e Parigi.
Tantissimi i Top Buyer che potranno vivere l’esperienza immersiva dei Cibus Destination, un programma di retail e technical tour altamente coinvolgenti, organizzati nel territorio e all’interno delle aziende della Food Valley.
Previsti anche tour on site, tra gli stand di Cibus, con visite e degustazioni dedicate alle richieste ed esigenze specifiche dei top buyer italiani ed esteri.
Prodotti regionali, fuori casa, innovazione, prodotti di nicchia e per il segmento fine dining: sono solo alcuni percorsi di scoperta che guideranno i visitatori professionali tra gli stand della fiera.
Novità di questa edizione sarà l’area “Cibus delle idee”, che valorizzerà la spinta innovativa delle aziende espositrici della manifestazione.
Lo spazio, collocato strategicamente all’ingresso del padiglione 7 (ingresso Ovest), ospiterà alcune aree di successo di Cibus, come l’Innovation Corner – la vetrina espositiva delle novità di prodotto presentate in fiera dagli espositori – e la Startup Area nata in collaborazione con Le Village di Crèdit Agricole.

– foto ufficio stampa Ital Communications –
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Agricoltura, Meloni “Chi va in piazza difende buonsenso, non privilegi”

ROMA (ITALPRESS) – “Voglio salutare e ringraziare il Presidente Giansanti e tutta la Confagricoltura per l’invito a questa Assemblea, che cade in una giornata particolarmente importante per il settore agricolo e agroalimentare. Oggi a Bruxelles si riunisce, infatti, il Consiglio Agricoltura e Pesca e si riunisce per discutere delle risposte più efficaci alla crisi che tocca il comparto. L’Italia sarà rappresentata dal Ministro Lollobrigida, che è lì con voi e che saluto, e si presenterà al tavolo con un documento molto concreto, che punta a ribadire alcuni concetti fondamentali”. Lo dice il premier Giorgia Meloni in un videomessaggio all’Assemblea di Confagricoltura in corso a Bruxelles.
“Il primo di questi concetti è che l’agricoltura non è nemica dell’ambiente e della transizione ecologica, anzi, è l’esatto contrario. Se c’è qualcuno che ama il territorio, che vuole custodirlo e che lavora ogni giorno per preservarlo, tutelando anche identità e tradizioni, quel qualcuno è proprio l’agricoltore – sottolinea Meloni -. Per questo, il Governo si è battuto in Europa fin dal suo insediamento contro tutti quei diktat ideologici che avrebbero colpito la produzione agricola europea e avrebbero messo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile”.
“Abbiamo fatto sentire la voce italiana su tanti dossier e l’orientamento è progressivamente cambiato. Penso alle norme sulle emissioni, sugli imballaggi, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria dei terreni. Certo, non tutte le questioni sono risolte, ma io credo davvero che il cammino di marcia sia evidente. E che il buon senso stia iniziando a prevalere”, sottolinea il presidente del Consiglio.
“L’altra priorità che siamo chiamati ad affrontare è la revisione della Politica agricola comune. La PAC con la quale ci confrontiamo è stata immaginata prima della pandemia e prima del conflitto in Ucraina, in un mondo completamente diverso da quello attuale – aggiunge -. E allora serve una riforma profonda dell’assetto che abbiamo ereditato, perchè la Pac torni a perseguire quegli obiettivi strategici di natura economica e sociale che erano previsti dai trattati europei: da un lato garantire sicurezza agli approvvigionamenti di cibo di qualità ai nostri cittadini, dall’altro assicurare un adeguato tenore di vita a chi quel cibo lo produce. Obiettivi che possono essere raggiunti solamente sostenendo il reddito degli agricoltori”.
“E questo passa per forza di cose da un’altra battaglia decisiva, che è quella contro la concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da Nazioni terze che non rispettano le stesse regole sanitarie, ambientali e sociali che i nostri agricoltori e pescatori sono vincolati a rispettare. Per questo, l’Italia si farà portavoce delle richieste degli agricoltori, chiederà alla Commissione europea di negoziare con maggiore incisività e determinazione gli accordi con i Paesi extra-Ue, e stabilire norme più stringenti e anche precisi standard di reciprocità – dice ancora il premier -. In questo quadro è fondamentale il capitolo dei controlli, e a livello nazionale noi siamo dall’inizio in prima linea. Abbiamo istituito una cabina di regia interforze, definito un Piano straordinario di controlli per il 2024. Questo ci permetterà di allargare lo spettro delle filiere sottoposte a verifica e così aumentare il numero degli agenti impiegati nei punti sensibili, come i porti di arrivo delle merci. Senza agricoltori non c’è cibo. Senza cibo non c’è futuro. Parole che in queste settimane abbiamo sentito dire spesso e molte volte letto anche su cartelli e su striscioni”.
“C’è chi ha detto e scritto che gli agricoltori sono scesi in piazza per difendere i loro privilegi. Io credo, invece, che gli agricoltori abbiano tutto il diritto di far sentire la loro voce e chiedere quel che qualunque lavoratore chiede: il riconoscimento del giusto prezzo per il lavoro che svolge e un sistema di regole che difenda e sostenga quel lavoro. Questo sarebbe un privilegio? Io credo che non sia un privilegio, è una battaglia di buon senso, concreta e reale”, prosegue Meloni.
“L’agricoltura è un settore strategico e noi riteniamo che debba essere al centro non solo delle politiche nazionali – i tanti provvedimenti che abbiamo adottato in questi sedici mesi dimostrano la nostra visione su questo, il nostro impegno – ma anche europee”, aggiunge.
“Per questo, abbiamo chiesto e ottenuto che l’agricoltura fosse uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo di marzo. E in quella sede continueremo a sostenere la centralità di un comparto fondamentale – sottolinea Meloni -, non solamente per la nostra economia, ma anche per la nostra identità e il nostro futuro”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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