Nasce a Reggio Emilia il primo corso per diventare casaro del Parmigiano Reggiano. Lo annuncia il Consorzio di tutela che, proprio in questi giorni, ha dato vita ad un percorso destinato a valorizzare un patrimonio fatto di antichi gesti che si tramandano di generazione in generazione. Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha voluto organizzare il corso a titolo gratuito “per ribadire l’impegno nella tutela delle tradizioni e per salvaguardare il mestiere del casaro che è di importanza cruciale per tutto il comparto”, si legge in una nota. Un comparto che raggruppa 330 caseifici, 2.600 allevamenti e che produce circa 10 mila forme ogni giorno, per un giro d’affari al consumo che supera i 2,4 miliardi di euro. Il corso – rivolto a giovani casari, aiuto casari, garzoni già? coinvolti nelle attività di caseificio – intende fornire le competenze di tecnologia casearia utili alla trasformazione del latte in Parmigiano Reggiano.
Il corso – della durata di quattro mesi, da febbraio a maggio – prevede dieci uscite presso altrettanti caseifici per permettere ai diciotto partecipanti di svolgere esercitazioni pratiche. A queste si sommano sessanta ore di lezioni teoriche serali volte ad approfondire la conoscenza in merito alla materia prima, alle lavorazioni in caseificio, al Disciplinare di Produzione, alle normative vigenti e ad altri aspetti gestionali e di valorizzazione del prodotto trasformato. Le lezioni e le esercitazioni pratiche saranno condotte principalmente da personale del Consorzio con la preziosa collaborazione di casari esperti e docenti esterni, cultori di tematiche specifiche. Si terra? a Reggio Emilia, presso la sede di Dinamica a Mancasale. Nei prossimi anni sarà riproposto, con le stesse modalità, anche nelle altre provincie di produzione della DOP (Parma, Modena, Bologna e Mantova) al fine di permettere un più ampio coinvolgimento dei caseifici.
“Il casaro, con le sue abili mani, riesce a mettere in pratica i segreti imparati e tramandati da generazioni. Si tratta di un lavoro duro, fatto di fatica e dedizione che è importante preservare e valorizzare. Siamo felici della buona risposta di adesione a questo primo corso a Reggio Emilia. Nei prossimi anni il Consorzio dedicherà attenzione e risorse specifiche per sostenere tali iniziative in maniera diffusa in tutta zona di origine della DOP. Assicurare la conservazione delle competenze necessarie ai caseifici è un pilastro imprescindibile per salvaguardare la qualità del formaggio DOP più importante al mondo”, commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio.
(ITALPRESS).
Dal consorzio Parmigiano Reggiano un corso per i casari
Pane e Nutella ora anche nei McDonald’s italiani
In occasione del World Nutella Day arriva una novita’: pane e Nutella, da sempre un classico nelle case italiane, ora si potrà gustare in tutti i McDonald’s d’Italia.
Ferrero Italia e la multinazionale americana hanno presentato McCrunchy Bread con Nutella, un nuovo panino che sigla la partnership tra le due aziende, accumunate da valori quali lo stare insieme, la condivisione e la semplicità.
E proprio all’insegna della semplicità è infatti il nuovo panino: solo pane e Nutella, preparato al momento e servito caldo e fragrante. Il pane utilizzato è speciale, particolarmente adatto per la tostatura che esalta al meglio sia la croccantezza che il gusto dei 18 grammi della famosa crema alle nocciole.
Oggi i consumatori hanno potuto assaggiarlo in anteprima mondiale nel McDonald’s di Piazza Duomo a Milano (ma anche a Roma, Napoli e Bari) per un totale di 2500 panini distribuiti in un’ora. Dal 12 febbraio McCrunchy Bread con Nutella sarà disponibile in tutti i McDonald’s d’Italia.
“Lavorare con un’azienda come Ferrero è stato per noi entusiasmante: rappresenta infatti la possibilità di offrire ai nostri consumatori, che da sempre ascoltiamo con attenzione, un nuovo prodotto iconico, perfetto per fare colazione e merenda nei nostri 600 ristoranti”, ha detto Mario Federico, amministratore delegato di McDonald’s Italia. L’aspettativa è di “venderne sei milioni nei prossimi dodici mesi, è un prodotto che resterà nella nostra gamma” ha poi precisato Federico.
“Pane e Nutella è uno degli abbinamenti più tipici delle colazioni e delle merende degli italiani. Qualcosa di semplice e per tutti. Qualcosa con cui siamo cresciuti e che ci ha accompagnato nella nostra vita”, ha detto Alessandro d’Este, amministratore delegato di Ferrero Commerciale Italia. “Qualcosa a cui sono legati momenti di gioia, famiglia e condivisione. Con McDonald’s abbiamo pensato a come rendere possibile a tutti coloro che amano questo semplice alimento di non dovervi rinunciare solo perché sono fuori casa. Un modo per rendere disponibile al maggior numero di persone la colazione e la merenda che preferiscono”, ha aggiunto.
Il prossimo appuntamento è per la festa di San Valentino: il 14 febbraio McCrunchy Bread con Nutella, per tutto il giorno, a un prezzo speciale, e dalle 15 alle 17 in omaggio a chi si presenta in coppia in tutti i McDonald’s italiani.
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Per l’Amarone l’export cresce del 4%
Vira in positivo il mercato 2019 dell’Amarone, segnalato in crescita sia sulla piazza nazionale che sull’estero, per un giro d’affari complessivo di circa 350 milioni. Lo rileva, in occasione di Anteprima Amarone 2016, l’indagine annuale realizzata da Nomisma Wine Monitor basata su interviste alle aziende (in rappresentanza del 65% del mercato). L’Amarone si conferma vero e proprio traino in un’annata non certo facile per il commercio internazionale di vino e performa a valore meglio del mercato tricolore, sia all’estero (+4% sul 2018) che in Italia, dove chiude con un lusinghiero +6,8% (+7,9% a volume). Proprio in virtù della maggior crescita della domanda del Belpaese, cala di poco l’incidenza export rispetto al fatturato (62,4%) per il Re della Valpolicella, mentre all’estero crescono significativamente sia le storiche destinazioni di sbocco sia alcune aree emergenti della domanda. È il caso della Danimarca (+20% a valore), che supera al sesto posto il pur positivo mercato del Canada (+5%), ma anche del Giappone (nono), che entra nella top 10 dei buyer grazie a un incremento del 15%, e della Cina (ottava), che fa segnare un +5%, dato in controtendenza rispetto al calo degli ordini di vino europeo da parte del Dragone. Tra le piazze di sbocco, la Svezia – al quarto posto a +18% – si avvicina alla Svizzera (-6%), che lascia il gradino più basso del podio alla Gran Bretagna, a +18% e una quota di mercato che sale al 12,5%. In vetta al secondo posto rimangono gli Stati Uniti, nonostante una contrazione del 2% e la Germania, che vale il 16,3% delle vendite complessive all’estero grazie anche a un incremento del 6% delle vendite sul 2018. “L’Amarone ha dimostrato di saper reagire bene in un anno difficile – ha detto il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Andrea Sartori -, in cui sulle piazze estere è aumentata la competizione al pari di congiunture negative e guerre commerciali. Serve ora lavorare sul prezzo medio, senz’altro un aspetto da migliorare in considerazione di un 2019 che ha visto prevalere la crescita dei volumi esportati (+7,2%) su quella del valore (+4%)”. Sono quasi 8.300 gli ettari vitati nei 19 comuni della Doc veronese Valpolicella. Nella provincia leader in Italia per export di vino, sono 2.273 i produttori di uve e 272 le aziende imbottigliatrici in una denominazione in cui il Consorzio vanta oltre l’80% della rappresentatività. Lo scorso anno si sono superati i 64 milioni di bottiglie prodotte.
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Cresce la domanda mondiale di latte
Sta crescendo la domanda mondiale di latte, con importazioni globali fra gennaio e dicembre 2019 nell’ordine del 3,7% su base tendenziale, trainate dall’Asia e dal Sud Est Asiatico (+6,7% rispetto ai 12 mesi precedenti) e con l’Africa, continente al centro della 114ª edizione di Fieragricola, in corso a Veronafiere fino a sabato 1 febbraio, che mostra una domanda in crescita del 4,7 per cento. I dati, affermano gli analisti di Clal.it, portale di riferimento per il settore lattiero caseario, è una premessa positiva per una sostanziale stabilità dei prezzi, almeno per il primo semestre del 2020. Uno scenario che dovrebbe rassicurare i produttori di latte e spingerli a investire non tanto in una maggiore produzione lattiera, quanto a migliorare gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, puntando anche sul benessere animale e sulla riduzione dei costi di produzione, senza intaccare la qualità. Elementi che incideranno sempre più spesso sia nell’approccio ai consumi che, di rimbalzo, nei prezzi riconosciuti agli allevatori. Il futuro, secondo il professor Giuseppe Pulina, professore ordinario di Zootecnica special all’Università di Sassari e relatore al convegno organizzato da Assalzoo con la rivista Allevatori Top, in programma a Fieragricola il 31 gennaio (ore 11, Sala A, Galleria 11/12), va verso la direzione di una più elevata produttività per capo.
«Una vacca che produce molti litri di latte è più sostenibile rispetto a una vacca che produce poco – spiega Pulina -. Se portassimo la produzione per singolo capo a 20mila litri all’anno, obiettivo alla portata, oggi saremmo al 25% di emissioni rispetto alle emissioni globali per i gas climalteranti rilevati nel 1990, saremmo a poco meno della metà per il fosforo e meno della metà per l’azoto». Le strategie per incrementare la resa delle bovine devono, per il professore, «essere inevitabilmente congiunte e passare da un approccio sistemico, prevedendo allo stesso tempo un miglioramento genetico, l’adozione di strumenti di agricoltura e zootecnia di precisione, aumentando il benessere animale e gli spazi in stalla». Si concretizza nel settore del latte la teoria dell’«effetto farfalla», secondo la quale il più piccolo movimento di una farfalla può scatenare un uragano dall’altra parte del mondo. Per il Team di Clal.it la prova sta nei numeri delle produzioni e dell’export in equivalente latte (ME, formula che comprende il latte liquido e condensato, le polveri di latte, il formaggio, lo yogurt). L’Oceania – spiegano a Fieragricola – produce appena il 5% dell’intera produzione mondiale in milk equivalent, eppure le sue esportazioni rappresentano il 31% di tutto il commercio internazionale di latte e derivati.
Ciò significa che l’andamento del mercato in Australia e Nuova Zelanda, alle prese con cali di produzione come conseguenza di calamità o cambiamenti climatici, incendi e siccità, esercita una certa influenza sul mercato globale. Così, se per la Nuova Zelanda la flessione produttiva è stata dello 0,43% fra giugno e dicembre 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’Australia sta facendo i conti con una fase di tensione, con una perdita stimata di almeno 70.000 bovine da latte e una domanda di foraggi di giorno in giorno sempre più assillante, dopo la profonda devastazione del fuoco. I prezzi del latte su scala mondiale, dunque, dovrebbero mantenersi sostenuti (o comunque in equilibrio, ma su un piano soddisfacente per gli allevatori), visto che su scala planetaria mancherebbero all’appello oltre 6 milioni di tonnellate di equivalente latte. Accelerare sulle produzioni significherebbe alterare una situazione positiva per i listini, con una domanda più elevata rispetto alla disponibilità di prodotti. La Cina è il primo Paese importatore di latte e derivati al mondo, con volumi ritirati in costante crescita. La Cina, principale Paese importatore nel settore lattiero caseario a livello planetario, anche nel mese di novembre ha segnato un’accelerazione dell’import di burro (+108% su base tendenziale), latte confezionato (+7%), polvere di latte intero (+55,8%), formaggio (+20 per cento).
Il deficit di carne suina provocato dall’impatto della peste suina africana, con la stima di non ritornare ai livelli produttivi pre-crisi prima del 2025, impone alla Cina di cercare altre fonti proteiche di origine animale. L’import nel settore lattiero caseario, pertanto, dovrebbe mantenersi su livelli sostenuti e crescenti, tenuto conto che il tasso di autoapprovvigionamento ha segnato una curva discendente fra il 2015 e il 2017 (ultimi dati disponibili). Resta da vedere che impatto avrà sulle rotte commerciali la questione sanitaria, ad oggi argomento caldo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. I produttori di latte lombardi sono in attesa di rinnovo del contratto che, per l’importanza, di fatto rappresenta un punto di riferimento su base nazionale. La Lombardia, infatti, è la prima regione lattiera d’Italia con una produzione di 4.862.436 tonnellate (dato gennaio-novembre 2019, fonte: Clal.it) pari al 44% del totale nazionale. L’accordo che si raggiungerà nelle prossime settimane sarà influenzato anche dai trend mondiali. Anche in questo caso, le premesse fanno ipotizzare a una sostanziale tranquillità per i produttori, anche alla luce di produzioni ribassiste non soltanto in Italia (-0,3% fra gennaio e novembre 2019). Nell’Area Forum del padiglione 9 (ore 14:30), riflettori accesi sul 2° Milk Day, evento dedicato alla multifunzionalità nell’azienda agricola a indirizzo lattiero. Il focus, organizzato da Edagricole – Gruppo Tecniche Nuove, è incentrato sulla «Opportunità del caseificio aziendale: strutture, attrezzature, igiene, normative, possibili produzioni e mercato». Sabato 1 febbraio, alle ore 9:30 al Bovine Forum nel padiglione 9: B/Open Labs, organizzato da Ruminantia: «La carta dei valori dei produttori di latte europei tra sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale». A seguire (ore 11:30) la Premiazione del 10° Concorso Agri Yogurt, organizzato dall’Accademia Italiana del Latte in collaborazione con FD Store e Bevilatte. Una soluzione multifunzionale di valorizzazione della materia prima che risulta premiante in chiave di redditività e di tradizione artigianale.
(ITALPRESS).
FIERAGRICOLA CHIUDE CON 132 MILA VISITATORI
Oltre 132 mila visitatori, dei quali il 15% esteri, 900 aziende da 20 nazioni su 67 mila metri quadrati espositivi netti, delegazioni commerciali da 30 Paesi, 800 capi di bestiame e 130 convegni tecnici in calendario. Sono i numeri con cui ha chiuso oggi la 114^ Fieragricola di Verona: il salone dedicato al settore agricolo, punto di riferimento nazionale ed europeo. Protagonista nelle quattro giornate di rassegna l’intera filiera legata all’agricoltura che ha richiamato visitatori da tutta Italia, con un sensibile aumento dal sud e dal nord ovest del Paese.
Dieci i padiglioni occupati, suddivisi tra meccanizzazione, zootecnia, mangimistica, colture specializzate, energie rinnovabili, agrofarmaci, fertilizzanti e sementi, con il potenziamento delle aree per avicoltura, allevamento dei suini e zootecnia da latte.
“L’edizione di quest’anno ha ribadito la validità del format traversale – dichiara Maurizio Danese, presidente di Veronafiere -. Merito anche dell’offerta sempre più completa, grazie a nuove importanti partnership di sistema con le associazioni di filiera, come quella avicola. Inoltre, Fieragricola si è confermata luogo di discussione internazionale dove affrontare le sfide che riguardano il futuro dell’agricoltura in Europa, sul fronte di innovazione, sostenibilità ed economia circolare”.
Il nuovo Green Deal europeo con le sue ricadute sul mondo agricolo e sulla Pac è stato infatti il tema portante di Fieragricola 2020, insieme ad un approfondimento sulle opportunità di sviluppo dell’agribusiness in Africa. Su questi argomenti si sono confrontati imprese, sindacati agricoli, associazioni e istituzioni. Un dibattito che ha visto la partecipazione della ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova e la ministra dell’Agricoltura della Croazia Marija Vuckovic che presiede il Consiglio dei ministri agricoli dell’Unione europea nel primo semestre 2020. Proprio la Croazia è stata il paese ospite di questa 114^ Fieragricola, che ha puntato sull’aumento dell’internazionalità.
“Quest’anno, Veronafiere ha investito molto sulle attività di incoming di buyer internazionali in collaborazione con Ice-Agenzia e Federunacoma, focalizzandosi sulla regione dell’Alpe-Adria, sui Balcani e su 17 stati africani – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -. Accanto al ruolo più tradizionale di fiera dell’offerta, vogliamo infatti che Fieragricola si sviluppi sempre più come piattaforma per la domanda, rappresentata da operatori stranieri attentamente selezionati dai mercati target. Allo stesso tempo ci impegniamo per accompagnare all’estero le imprese italiane e infatti siamo già al lavoro su Fieragricola Marocco, in programma ad aprile al Siam di Meknés, dove debutterà anche la formazione per i professionisti locali con i corsi della Fieragricola Academy”.
A Fieragricola 2020, infine, l’internazionalità è andata in scena anche con gli eventi e i premi zootecnici, grazie al ritorno del Confronto europeo della razza Bruna e al 19^ Dairy Open Holstein Show. Fieragricola dà appuntamento alla prossima edizione nel 2022.
(ITALPRESS).
PER L’AGRICOLTURA SFIDA SU INNOVAZIONE E NUOVA PAC
L’agricoltura cresce per valore e posti di lavoro, ma deve affrontare le sfide dell’innovazione e della stesura del nuovo Pac. Lo ha detto, nel corso della terza giornata di Fieragricola, il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate.
“Il Governo non poteva mancare a una fiera importante come questa. Fieragricola è stata capace di internazionalizzarsi ed è un grande momento di confronto per tutti gli operatori del settore per portare avanti la nostra agricoltura e farla crescere sempre di più. Dobbiamo superare molte criticità che attanagliano il primo settore ed essere bravi tutti, come sistema Paese, per redigere un progetto serio per rilanciare la nostra agricoltura. Il settore biologico è in crescita e ci crediamo perché può creare molto valore aggiunto. Abbiamo stanziato un fondo di 5 milioni in legge di bilancio e c’è un altro progetto di legge in corso di approvazione al Senato; per i giovani c’è il bando Ismea per il primo insediamento e il subentro in azienda”.
Il 2020 è l’anno internazionale dedicato alla salute delle piante e una folta partecipazione l’ha registrata il convegno sulla peronospora della vite, contro la quale si usano modelli previsionali matematici, tenendo conto che la rottura delle gemme negli ultimi 30 anni è arrivata già a metà marzo.
Le modifiche del clima, però, non sono seguite dalla medesima diffusione della malattia. Di produzione di latte a basso impatto ambientale si è parlato nell’incontro sulla vacca da 200 quintali di latte, circa il doppio del normale, come ha spiegato il professor Giuseppe Pulina, docente ordinario di zootecnia all’Università di Sassari: “Esistono anche allevamenti che arrivano a 15 mila litri; in questi ultimi anni abbiamo avuto importanti aumenti produttivi nella Frisona italiana e la qualità è inalterata, tanto che le due grandi Dop dei formaggi italiani sono prodotte con questo latte. L’impatto ambientale di questo tipo di animale è inferiore del 75% rispetto alle emissioni di gas alteranti registrate nel 1990. Gli allevatori italiani sono molto bravi, dato che queste vacche sono già presenti, ma hanno bisogno anche loro di studiare”.
A poche ore dalla Brexit, il ministro per i rapporti con il Parlamento e le Riforme, Federico d’Incà, lascia una porta aperta: “E’ una scelta della Gran Bretagna che personalmente non condivido, ma mi auguro che sia un arrivederci, un confronto da riaprire in futuro con le prossime generazioni, perché i problemi si affrontano in sede europea”. Sui temi in discussione a Fieragricola aggiunge: “I giovani che si avvicinano all’agricoltura vanno aiutati, perché al centro del Green Deal europeo da 50 miliardi c’è proprio la bioeconomia circolare”.
(ITALPRESS).
Kinder, festa al Carnevale di Viareggio
Kinder animerà il Carnevale di Viareggio, proponendo durante tutte le giornate dei festeggiamenti un gioco della tradizione: la Pentolaccia. All’interno del corner che si trova lungo il percorso della sfilata, bambini e adulti potranno cimentarsi nel gioco e rompendo la pentolaccia scoprire al suo interno un assortimento di bontà della marca. A intrattenere le famiglie ci sarà la mascotte: Kinderino.
Per tutti gli amanti del fai-da-te saranno disponibili sul sito e sulle pagine social Kinder, oltre che sul canale youtube del brand, foto di ogni tappa di Carnevale, giochi e pratici video-tutorial e utili consigli per organizzare la festa di carnevale perfetta: dagli addobbi fino alle maschere e ai travestimenti.
I partecipanti potranno pubblicare sui loro profili le foto in maschera, con l’hashtag #CarnevaleKinder, e avere così l’opportunità di assistere alla sfilata del Grande Corso Mascherato direttamente dalla tribuna d’onore.
La Pentolaccia potrà essere acquistata in numerosi punti vendita di tutta Italia per festeggiare il carnevale anche a casa.
(ITALPRESS).
ORIGIN ITALIA, “PREOCCUPA POLITICA DEI DAZI”
Grande interesse da parte del pubblico per il Fancy Food Show di San Francisco. Il padiglione Italiano ha ospitato oltre 60 aziende che rappresentano l’intera gamma del Made in Italy agroalimentare. sotto l’ombrello del segno distintivo The Extraordinary Italian Taste, che contraddistingue le attività di promozione dei prodotti autentici italiani nel mondo di cui è stata protagonista anche OriGin Italia. In attesa della decisione Usa per la revisione semestrale dei dazi all’import di prodotti Ue, prevista per metà febbraio, proprio durante il Fancy Food Show molti sono stati i confronti con gli operatori e importatori e desta preoccupazione il fatto che i dazi possono essere imposti anche sul 100% del valore del prodotto. “Se da una parte è stato accolto in modo favorevole l’accordo sottoscritto con la Cina – dichiara Cesare Baldrighi, presidente di OriGin Italia -, che apre nuove frontiere e nuove possibilità commerciali che non potranno che avere un riflesso positivo anche per la nostra agricoltura, d’altro canto vi è però molta preoccupazione riguardo la politica dei dazi. Fin dall’inizio del contenzioso – aggiunge – abbiamo sollecitato i nostri rappresentanti italiani e della Ue ad agire per allentare le tensioni che possono avere pesanti ricadute negative anche sui consumatori Usa. Inoltre, un atteggiamento di paventata minaccia di ulteriore aggravio del dazio del 25% già imposto ad ottobre, accresce le tensioni e non aiuta a trovare una soluzione condivisa. Le ritorsioni tariffarie – conclude – sono il peggior modo per affrontare il problema, mentre un tavolo negoziale tra Unione Europea e Stati Uniti darebbe frutti certamente migliori al quale la nostra organizzazione non si sottrae ed è pronta a dare un contributo di chiarezza al fine di disegnare un perimetro normativo certo”. (ITALPRESS).









