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ITALIA COUNTRY PARTNER DEL WINTER FANCY FOOD SHOW

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L’Italia sarà Paese Partner del Winter Fancy Food Show, dal 19 al 21 gennaio 2020, al Moscone Center di San Francisco. Lo rendono noto la Specialty Food Association e la Universal Marketing. Il Fancy Food Winter Show, è il più grande evento commerciale dedicato alle specialità alimentari della West Coast. Un primato assoluto quello italiano, mai nessuno aveva ottenuto questo riconoscimento da parte della Specialty Food Association proprietaria e produttrice dello show. Sotto la bandiera “The Extraordinary Italian Taste”, oltre 75 aziende espositrici alimentari provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia presenteranno il meglio della pasta, dei formaggi, dell’olio d’oliva, dei salumi e di molto altro ancora, al mondo della grande distribuzione, ai grandi nomi nel commercio al dettaglio e al mondo della ristorazione. Sostenibilità, genuinità ed autenticità i temi al centro dei Fancy Food Shows 2020. Durante la fiera di San Francisco si svolgeranno degustazioni e show coking presso l’area “Taste It Live”, dove saranno allestite delle cucine e presso la Buyers Lounge level up, dove ci sarà un corner italiano con caffè e preparazioni gastronomiche offerte ai visitatori, il tutto coordinato da “star dei fornelli” come lo chef Fabrizio Facchini Executive Chef Cotto NYC & President Cooks Alliance Slow Food USA, lo chef Francesco Sodano, Executive chef – Il faro di Capo d’Orso Maiori Salerno, il Corporate Chef Michele Mazza, Brand Ambassador “Il Mulino” e President Association Italian Chefs NY, Roberto Caporuscio, Master Pizza Chef & owner of pizzerias Keste and Don Antonio in New York, e Francesca Romana Barberini presentrice TV e Italian food Ambassador.

“Abbiamo il privilegio di avere l’Italia come primo Paese a collaborare con noi per entrambi gli show, sia per quello invernale che per quello estivo nel 2020″, afferma Phil Kafarakis, presidente di SFA. “La popolarità della cucina italiana negli Stati Uniti è innegabile – aggiunge -. Storicamente, tra i tanti partecipanti internazionali ai Fancy Food Show, l’Italia ha sistematicamente ospitato il padiglione più grande. Al nostro Summer Show del 2019, il padiglione italiano ha coperto oltre 24.000 piedi quadrati! Gli americani adorano la cucina italiana e le specialita’ del cibo italiano, hanno svolto un ruolo storico importante nella diffusione del gusto per i sapori globali negli Stati Uniti. Oggi, in uno scenario di crescente mutamento delle abitudini alimentari dei consumatori, i prodotti italiani autentici e innovativi continuano ad essere influenti su tutti i canali di distribuzione. Siamo felici ed entusiasti di vedere cosa porteranno ai Fancy Food Show 2020”. “Al Winter Fancy Food Show 2020 l’Italia si presenterà con oltre 75 aziende espositrici – ancora una volta siamo il Paese più rappresentato – grazie alla consolidata alleanza fra Agenzia ICE, Specialty Food Association e Universal Marketing”, afferma Antonino Laspina, direttore dell’Agenzia ICE di New York e coordinatore della rete USA. “È peraltro un onore che per le edizioni 2020 l’Italia sia stata nominata dagli organizzatori Country Partner. Saranno in mostra i prodotti autentici italiani: dai formaggi alla pasta, dai prosciutti, all’olio di oliva e poi conserve, condimenti, dolci, acque minerali e molto molto altro. Non mancheranno le sorprese nell’intenso programma di show cooking presso la Lounge ICE che consentirà di apprezzare i prodotti italiani dal vivo”, conclude Laspina.

“Sarà un inizio importante per tutti noi, in una città come San Francisco, sempre più appassionata alla grande cultura e manifattura Made in Italy. Come Universal Marketing, siamo orgogliosi di quanto abbiamo ideato, programmato e realizzato – spiega Donato Cinelli, presidente di Universal Marketing, agente esclusivo per l’Italia della Specialty Food Association -. Abbiamo messo il nostro massimo impegno, realizzativo e di produzione, per il primo dei due appuntamenti del Fancy Food, in questo che è un anno molto speciale per noi. Da San Francisco partirà questo 2020 all’insegna di attività speciali lungo gli Stati Uniti d’America, eventi che ci accompagneranno fino all’edizione Summer di New York, dove le attività saranno ancora più numerose e particolari – continua Cinelli -. Essere gli organizzatori del padiglione del Paese Partner per entrambe le manifestazioni 2020 è un grande privilegio ma anche una ulteriore grande sfida. Quando 25 anni fa abbiamo accettato la sfida, ed abbiamo contribuito alla creazione del padiglione italia all’interno del Summer Fancy Food di New York – conclude – non abbiamo pensato neanche per un momento di poter arrivare a questi traguardi”.
(ITALPRESS).

IL PROSECCO BIO ANERI ALLA CONQUISTA DELL’INGHILTERRA

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Niente Brexit per il prosecco. L’Aneri Prosecco Biologico Leone Docg è il protagonista di uno sbarco in grande stile in Inghilterra, grazie a un accordo in esclusiva con la catena di ristoranti italiani che fa capo al Gruppo San Carlo di Carlo Distefano, ambasciatore con i suoi ristoranti di successo in tutta la Gran Bretagna e ora anche in espansione in Bahrain, Qatar, Thailandia e Riyadh. La produzione 2019 del Prosecco Bio Leone ha ancora numeri abbastanza elitari, 80 mila bottiglie. Di queste, 10 mila sono state destinate al mercato britannico e sono state acquistate in esclusiva dal Gruppo San Carlo. Nei ristoranti del Gruppo San Carlo verrà proposto nella fascia dello champagne, anche come prezzo, e con presentazione attraverso un flyer per dar modo alla clientela di gustarlo con piena conoscenza delle sue caratteristiche. “Questo accordo con un Gruppo così prestigioso e questa collocazione sono per noi motivo di orgoglio e premiano la nostra costante ricerca di qualità e innovazione”, ha commentato Giancarlo Aneri.
(ITALPRESS).

Nella foto: da sinistra Giancarlo Aneri, Presidente Aneri Vini, e Carlo Distefano, Presidente San Carlo Group.

COLDIRETTI “PARMA 2020 SINONIMO DEL CIBO DI QUALITÀ”

“L’anno di capitale della cultura deve essere anche l’occasione per tutelare l’identità ed il buon nome di una città che è sinonimo di qualità e buona alimentazione nel mondo dove purtroppo il termine Parma è il piu’ usurpato per indicare produzioni che nulla hanno a che fare con il territorio, con il Parmigiano Reggiano che è il prodotto agroalimentare più imitato e diventa Parmesan dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sudafrica fino alla Russia, Parmesano in Uruguay o Parmesao in Brasile senza dimenticare i formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa”. È quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’inaugurazione dell’anno di “Parma capitale della cultura” con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Una occasione straordinaria con la città di Parma – sottolinea la Coldiretti – che si trova nel cuore della food valley italiana dalla quale nasce circa 1/3 del cibo Made in Italy che è diventato la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare estesa, dai campi agli scaffali e alla ristorazione, che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil ed offre lavoro a 3,8 milioni di occupati”.
“Si tratta – precisa l’associazione di categoria – di una leva strategica per la crescita ma anche della più radicata espressione della cultura popolare e il simbolo più riconosciuto dell’Italia all’estero oltre ad essere di fondamentale importanza per l’ambiente e la salute. Occorre proteggere – continua la Coldiretti – il buon nome delle produzioni del territorio dalle imitazioni di bassa qualità che si moltiplicano a livello nazionale e all’estero dal Parma salami al Parma Ham fino al Parmesan la cui produzione nel mondo ha addirittura superato quella del prodotto originale anche grazie agli accordi di libero scambio come il Ceta che ha legittimato per la prima volta nella storia dell’Unione Europea le imitazioni del Made in Italy a partire dal Parmigiano Reggiano, che può essere liberamente prodotto e commercializzato dal Canada con la traduzione di Parmesan. Occorre lavorare per accordi che tutelino il Made in Italy dalla concorrenza sleale e garantiscano scelte consapevoli ai consumatori nel rispetto della sicurezza alimentare con parità delle condizioni, efficacia dei controlli e reciprocità delle norme”.
(ITALPRESS).

L’OLIO DI PUGLIA DIVENTA IGP

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L’olio di Puglia IGP è la trecentesima denominazione italiana registrata in ambito comunitario. “Un risultato importantissimo”, commenta la ministra delle Politiche Agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, che testimonia l’impegno dei produttori pugliesi nella ricerca della qualità e nella attenzione particolare alla cura degli oliveti, nonostante le numerose criticità che hanno dovuto affrontare nel corso dell’ultima annata. La situazione, infatti, continua ad essere critica sia per il continuo calo del prezzo dell’olio, dovuto, tra l’altro, alla concorrenza del prodotto estero, che per il forte calo della produzione, dovuto al venir meno di moltissime piante causa la presenza della xylella. Proprio per questo, l’iscrizione da parte di Bruxelles della IGP “Olio di Puglia” rappresenta un grande passo in avanti verso la valorizzazione di un territorio ricco di risorse ed un viatico, oltre ché un rilevante riconoscimento, per l’agricoltura dell’intera regione. L’Olio di Puglia IGP si contraddistingue per la grande varietà di caratteristiche sensoriali che traggono origine dal genotipo delle sue numerose cultivar autoctone dalle particolarità dell’ambiente geografico e pedo-climatico e dalle tecniche colturali ed estrattive tipiche del territorio di origine. Si tratta di un olio extravergine di oliva di alta qualità, con elevato tenore di polifenoli e di certa provenienza regionale. L’IGP si caratterizza all’olfatto per un netto fruttato di oliva di intensità variabile con evidenti note vegetali di erba appena sfalciata e/o foglia, mandorla fresca e/o carciofo. Al gusto si esprime con sentori vegetali, note di amaro e piccante di intensità variabile a cui possono associarsi note di mandorla verde e/o cardo, con un retrogusto di erba, carciofo, altri ortaggi e leggeri sentori di mandorla fresca. Tutto il disciplinare è volto ad una produzione di alta qualità: la coltivazione degli oliveti, la molitura, la conservazione e l’imbottigliamento, e quindi tutta la filiera è impegnata e coinvolta in questa produzione olearia. La zona di produzione della IGP comprende l’intero territorio regionale pugliese. Diverse le imprese che hanno aderito al sistema di controllo dell’IGP nell’anno 2019. Al momento risultano 348 produttori, 54 frantoi e 44 tra confezionatori e intermediari. In via approssimativa si può stimare per la campagna in corso una potenzialità di 324.000 circa tonnellate di olive, 5.200 circa tonnellate di “Olio di Puglia” IGP. Il Regolamento di esecuzione (UE) 2019/2202 della Commissione del 16 dicembre 2019 recante iscrizione della IGP nel registro europeo delle denominazioni di origine protetta e delle indicazioni geografiche protette è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea – Serie L 332 del 23 dicembre 2019. (ITALPRESS).

ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE “VINI E VULCANI”

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“Il comparto vitivinicolo è tra i più vivaci del made in Italy e dell’agricoltura italiana, e mette al centro la qualità delle produzioni e soprattutto il legame con i territori di origine. Da questo punto di vista, i vini della Campania, in particolare, stanno vivendo una crescita qualitativa importante. Si tratta di un successo ormai consolidato e sempre più forte per i vini vulcanici che trovano origine nelle aree del Vesuvio, dei Campi Flegrei, di Roccamonfina e sull’isola di Ischia. L’evento che abbiamo organizzato alle Scuderie del Quirinale, nell’ambito della stupenda mostra ‘Pompei e Santorini. L’eternità in un giorno’, vuole legare, nel nome del gusto e del bello, la cultura del vino all’archeologia e alla storia”. Lo afferma Alfonso Pecoraro Scanio all’indomani dell’incontro dal titolo “Vini e vulcani: l’energia del territorio”, promosso dal Presidente della Fondazione UniVerde e dal presidente delle Scuderie del Quirinale, Mario De Simoni.
Geologia e vino hanno evidenti punti di contatto. La natura del terreno sul quale è impiantato il vitigno assume infatti un’importanza fondamentale, dato che il suolo è in grado di influenzare la qualità e lo sviluppo della coltura, in virtù della sua specifica composizione fisica, chimica e mineralogica. In particolare, nel corso dell’incontro è stato illustrato il tema dei vini vulcanici in Campania, provenienti da colture ubicate su suoli di origine lavica e del loro particolare rapporto con il terroir di origine.
Tra questi, il vino ‘Villa dei Misteri’, prodotto dalla Cantina Mastroberardino nei vigneti storici siti nelle mura dell’antica Pompei, e portato in degustazione dall’imprenditore ed enologo Piero Mastroberardino, che oggi rappresenta la decima generazione dalla prima vite di famiglia. Il percorso sensoriale alla scoperta del vino è stato accompagnato da una selezione di formaggi a cura di Esposizioni, lo spazio dedicato alla ristorazione presente presso la Serra del Palazzo delle Esposizioni, e presentati dallo chef Alessandro Circiello.
(ITALPRESS).

BARILLA PUNTA ANCORA DI PIÙ SUL GRANO DURO ITALIANO

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Centoventimila tonnellate in più di di grano 100% italiano saranno utilizzate nel 2020 per la pasta Barilla. Questo è l’impegno contenuto nel protocollo d’intesa firmato dal vicepresidente del Gruppo Barilla, Paolo Barilla, e dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, per il sostegno al grano duro italiano. Il protocollo, che avrà durata tre anni, dal 2019 al 2021, prevede l’impegno del ministero a sostenere la sottoscrizione di contratti di filiera nel settore grano/pasta, attraverso un aiuto ad ettaro per gli agricoltori per un volume di contributi pubblici di 40 milioni di euro nel quadriennio 2019-2022, l’avvio di un piano strategico per la filiera grano/pasta che punti a dare forza e accrescere la competitività di un settore strategico per il Made in Italy, a valorizzare il miglioramento qualitativo delle produzioni, garantire trasparenza nei rapporti di filiera, nella formazione del prezzo e nelle informazioni al consumatore.

Sono previste anche iniziative per la comunicazione istituzionale della pasta, ricerca, aumento della qualità, sostenibilità e innovazione da diffondere nella filiera. Per la Barilla questo protocollo prevede un impegno per aumentare le quantità acquistate di grado duro italiano rispetto al 2019 prodotto secondo il Manifesto del Grano Duro, fino a 120mila tonnellate in più, pari al 20% in più. Su questo Barilla si impegnerà a firmare contratti di filiera annuali o pluriennali per almeno il 70% delle proprie forniture annuali di grano nel 2020. Prevista anche una premialità adeguata rispetto al prezzo di mercato in relazione al raggiungimento di parametri definiti all’interno dei contratti di filiera. “Con la firma di oggi raccogliamo oggi un lavoro che sintetizza un percorso a vantaggio del sistema agroalimentare italiano – ha detto il ministro Bellanova -. 120mila tonnellate in più di grano italiano nella pasta Barilla è una notizia perché significa un 20% in più di grano e rafforza l’intera filiera, soprattuto nel rapporto tra industria e nostri agricoltori. Oggi facciamo un significativo passo in avanti e noi vogliamo continuare a fare crescere la filiera puntando su innovazione e ricerca”. “Se oggi le navi partono per esportare la pasta lo dobbiamo a chi ha investito in questi anni in questo settore – ha proseguito la Bellanova -. Il protocollo triennale è un obiettivo concreto dell’intera filiera. Le priorità punteranno sui contratti di filiera, investimenti sui siti di stoccaggio, trasparenza sul prezzo e sull’origine del grano, che giustifica anche un costo superiore del Made in Italy fatto di gusto e rispetto della salute. Siamo anche impegnati a sostenere una campagna di comunicazione della pasta all’estero. Vogliamo lavorare per valorizzare ancora di più la pasta come un simbolo del Made in Italy nel mondo. Possiamo scrivere una nuova pagina, con un protocollo impegnativo e vincolante per le azioni del futuro”.

“Per migliorare la qualità non basta solo selezionare, ma se si lavora intensamente con il proprio territorio si ottengono risultati migliori – ha ricordato Paolo Barilla -. Oggi quando parliamo di qualità parliamo di gusto, impatto ambientale e sicurezza alimentare. Così si creano delle alleanze con il proprio territorio per mettere a punto tecniche per avere un risultato continuamente migliorativo. La qualità non è una cosa statica ma che si evolve. L’esperienza del passato ha dimostrato che possiamo oggi garantire e coprire quasi l’intero fabbisogno della nostra produzione. Un passaggio importante per le prospettive future. La pasta è un prodotto ben voluto, tutti vogliono la pasta italiana e oggi siamo in una fase molto promettente. Avere l’appoggio delle istituzioni e siglare questo accordo ci dà la soddisfazione di percorrere la strada giusta”. Con il protocollo ci sarà l’impegno per promuovere pratiche di agricoltura sostenibile, grazie al supporto di nuove tecnologie, sviluppare nuove varietà di grano secondo il territorio e il clima, favorire il dialogo all’interno della filiera.
(ITALPRESS).

LA TRANSUMANZA DIVENTA PATRIMONIO DELL’UMANITÀ

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Il comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco, che si è riunito a Bogotà, ha proclamato la transumanza patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
La transumanza è un’antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame nel Mediterraneo e nelle Alpi. Una tradizione che affonda le sue radici sin dalla preistoria e si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei “tratturi” che testimoniano, oggi come ieri, un rapporto equilibrato tra uomo e natura e un uso sostenibile delle risorse naturali.
“Sono particolarmente contento di questo risultato che riconosce e premia il lavoro svolto dal mio capo di gabinetto, il professor Pier Luigi Petrillo, autore del dossier, e dall’ambasciatore d’Italia all’Unesco Massimo Riccardo, che ringrazio per l’impegno profuso nel negoziato internazionale fino alla fine”, afferma il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.
Anche Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, e promotore della vittoriosa candidatura dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano, saluta con soddisfazione la vittoria ottenuta a Bogotà. “Ricordo la grande soddisfazione del 7 dicembre 2017 quando ottenemmo in Corea del Sud il riconoscimento per l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano. Mi complimento per l’ottimo lavoro svolto dal professore Luigi Petrillo, curatore di questo come di quel dossier di candidatura – spiega Pecoraro Scanio -. Le vie della transumanza sono un elemento della tradizione e del paesaggio italiano che coinvolge molte regioni e i pastori sono un presidio sul territorio che contribuisce anche ad arginare quella grande emergenza che è il dissesto idrogeologico”.
(ITALPRESS).

BELLANOVA “PIÙ CULTURA DELL’OLIO NELLA RISTORAZIONE”

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“La sfida più grande che abbiamo davanti è quella del valore. Abbiamo convinto i consumatori a spendere 10 euro e più per una bottiglia di vino che dura un pasto, non riusciamo a convincerli a spenderne 8 per una bottiglia di olio che dura 3 o 4 settimane. Abbiamo più di 500 cultivar, un patrimonio di biodiversità che non ha eguali: se non viene valorizzato adeguatamente rischia di essere un problema”. Lo ha affermato la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova nel corso del Tavolo Olio al Mipaaf convocato per un confronto sulla situazione attuale e sulle prospettive di settore. “È sul valore che prima di tutto dobbiamo lavorare”, ha proseguito la ministra, “e in questo. L’alleanza con il consumatore è strategica. Lo abbiamo abituato a vedere sempre l’olio in offerta. Svilendo spesso il prodotto. Non dico che il prezzo deve essere inaccessibile ma così la filiera non regge. Su questo chiediamo a GDO e ristoratori di darci una mano, di fare da tramite con i cittadini per un patto dell’olio. E anche nella ristorazione serve più cultura dell’olio, dall’offerta al cliente al suo utilizzo in cucina. I ristoranti possono diventare i primi avamposti del cambiamento culturale, perché se valorizziamo lì il prodotto i benefici andranno a ricadere su ogni segmento. L’olio va considerato come un alimento e non solo come un semplice condimento”.

Infine, il ruolo strategico della comunicazione. “Con Ismea”, ha concluso la Ministra, “abbiamo lanciato una campagna di comunicazione dal titolo “Olio su Tavola – I Capolavori dell’extravergine” che lega il tema dell’arte all’olio, a confermare che Italia è sinonimo di cultura e di olio d’oliva. Un’azione di comunicazione che andrà avanti per tutto il 2020 e che chiedo a tutti voi di condividere il più possibile”.

(ITALPRESS).