Il Centro Studi ItalyPost ha realizzato una ricerca per l’Economia del Corriere della Sera, e analizzando i bilanci dal 2012 al 2018 di tutte le PMI ha individuato le trenta
migliori imprese fra le eccellenze del Made in Italy nei settori chiave dell’economia italiana: metalmeccanica, chimica farmaceutica, agroalimentare e lusso.
Lete Spa è stata premiata all’Università Bocconi di Milano tra le trenta migliori PMI italiane tra i 20 e i 500 milioni di euro di fatturato del settore alimentare e bevande.
L’azienda con sito produttivo a Pratella, nel territorio del Parco Regionale del Matese, presente sul mercato dal 1893, oggi conta undici linee produttive (nove per prodotto in PET, due per prodotto in vetro) e distribuisce su tutto il territorio nazionale le sue acque minerali: Lete, Sorgesana e Prata.
“Il consumatore, e l’attenzione ai suoi bisogni, sono il nostro obiettivo, il punto verso il quale fare sempre centro” dice il Presidente e Amministratore Delegato Nicola Arnone, presente alla cerimonia, che aggiunge: “La qualità del nostro prodotto, la responsabilità verso il territorio e l’ambiente come patrimonio e risorsa per il futuro, sono punti cardinali nel percorso della nostra azienda”.
Lete Spa e’ stata la prima azienda alimentare italiana ad utilizzare, in accordo prima con Enel e successivamente con Eon, solo Energia Verde al 100% per l’intero fabbisogno produttivo, e grazie a un progetto co-finanziato dal Ministero dell’Ambiente per l’analisi dell’impronta di carbonio nel ciclo di vita dei prodotti a largo consumo, è stata realizzata e certificata la dichiarazione ambientale di prodotto di Acqua Lete e Acqua Sorgesana.
(ITALPRESS).
LETE PREMIATA ALLA BOCCONI TRA LE IMPRESE ALIMENTARI TOP DEL 2019
IN UN DOCUFILM LE FILIERE AGROALIMENTARI ITALIANE
Un docufilm che racconti il nostro Paese da nord a sud attraverso le sue filiere agroalimentari. Un viaggio per immagini dal titolo “L’arcipelago del Made in Italy – Il grande viaggio Conad”, presentato allo Iulm alla presenza del rettore Gianni Canova, dell’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese, del professore Aldo Bonomi e del regista Giuseppe Carrieri. Sono infatti gli studenti dell’ateneo milanese a realizzare il lungometraggio, che sarà pronto la prossima primavera. “Un progetto – ha detto Canova – che rientra nella strategia di innovazione che Iulm sta sperimentando, cercando di coniugare sempre di più un’attività concreta sul territorio a un’attività didattica in aula”. Da Salerno a Forlì, da Taranto a Campobasso, passando per Prato, Agrigento, Modena e Reggio Emilia, gli studenti vengono calati in realtà “molto diverse da quella di Mlano”, ha spiegato Pugliese, per “incontrare tanti giovani, soprattutto in quelle parti del Paese che più ha bisogno di fiducia e di credere nel futuro. Un viaggio per insegnare ai nostri giovani ad affezionarsi a ciò che fanno e ad alimentare la cultura del cambiamento”.
Il progetto nasce dall’iniziativa “Il grande viaggio insieme”, una serie di incontri cominciati nel 2015 nelle realtà più variegate dell’Italia per confrontarsi con il territorio e con le sue esigenze. Ogni tappa del ‘Grande viaggio’ ha una durata di tre giorni e ogni volta vede coinvolti i coltivatori, i trasformatori industriali, i rappresentanti degli agricoltori e delle associazioni contro il caporalato, le istituzioni locali e chi si occupa delle reti logistiche. Un mosaico di tessere e tasselli che unendosi danno forma a un’immagine del nostro Paese “che è migliore di come viene raccontata”, sottolinea infine Pugliese.
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GUIDA MICHELIN, BARTOLINI NUOVO CHEF 3 STELLE
“È un po’ come vincere l’oro alle Olimpiadi”. Con queste parole Enrico Bartolini ha commentato sul palco del Teatro Municipale di Piacenza l’assegnazione delle tre stelle Michelin 2020. Il suo “Enrico Bartolini al Mudec” a Milano entra così nell’empireo degli chef più stellati d’Italia ed è anche l’unico tre stelle nel capoluogo lombardo. Tra novità e conferme nel Teatro Municipale di Piacenza, che per la prima volta ha ospitato la prestigiosa cerimonia, sono stati svelati i nomi degli chef dei migliori ristoranti d’Italia per la guida Rossa che dal 1900 accompagna i viaggiatori di tutto il mondo. Tutti riconfermati i dieci tre stelle assegnati nel 2019: Le Calandre a Rubano (Padova); Osteria Francescana a Modena; Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo); Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio/Runate; Piazza Duomo a Alba (Cuneo); Enoteca Pinchiorri a Firenze; La Pergola a Roma; St.Hubertus a San Cassiano (Bolzano); Reale a Castel di Sangro, e Uliassi a Senigallia. In Italia sono 374 i ristoranti stellati, 328 quelli con una stella, 35 quelli con due e 11 quelli con tre.
La Campania fa il pieno delle nuove stelle Michelin con ben sei ristoranti su trenta. Le nuove stelle sono: Da Gorini di Gianluca Gorini di Bagno di Romagna, Agostino Iacobucci di Castel Maggiore a Bologna; Apostelstube di Mathias Bachmann a Bressanone; L’asinello di Senio Venturi a Castelnuovo Berardenga (Siena); Santa Elisabetta di Rocco De Santis a Firenze; Ana Karime Lopez Kondo di Gucci Osteria da Massimo Bottura a Firenze; Antonello Sardi di Virtuoso – Tenuta Le tre virtù a Scarperia/Lucignano (Firenze); Lunasia di Luca Landi a Viareggio; Petit Royal di Paolo Griffa a Courmayeur; Glicine di Giuseppe Stanzione ad Amalfi; Monzù di Luigi Lionetti a Capri; La Tuga di Adriano Dentoni Litta a Ischia; George Restaurant di Domenico Candela a Napoli; Il flauto di Pan di Lorenzo Montoro a Ravello; Jose Restautant di Domenico Iavarone a Torre del Greco; Idylio By Apreda di Francesco Apreda a Roma; Atelier di Giorgio Bartolucci a Domodossola; Fre di Bruno Melatti a Monforte d’Alba
Condividere di Federico Zanasi a Torino; Casamatta di Pietro Penna a Manduria; Memorie di Felix Lo Basso di Felice Lo Basso a Trani; Otto Geleng di Roberto Toro a Taormina; Zash di Giuseppe Raciti a Riposto Catania; Impronte di Cristian Fagone a Bergamo; L’aria di Vincenzo Guarini a Blevio Como; Villa Nanni di Alessandro proietti Refrigeri a Stradella; L’Alchimia di Davide Puleio Milano; It Milano di Aldo Ritrovato a Milano; Storie d’amore di Davide Filippetto a Borgoricco Padova. Assegnata una stella anche al ristorante Il Parco di Villa Grei di Forte dei Marmi, chiuso però per lavori a novembre. I nuovi due stelle sono: Glam Enrico Bartolini di Donato Ascani a Venezia; La Madernassa di Michelangelo Mammoliti a Guarene (Cuneo). Confermano una delle due stelle: Al sorriso a Soriso (No), Locanda Don Serafino a Ragusa, Vissani a Baschi (Tr), Locanda Margon a Ravina (Tn).
Come ogni anno tanta curiosità attorno ai nomi che da oggi potranno fregiarsi del riconoscimento. Ad assegnare le stelle gli ispettori Michelin che rispettano una serie di criteri. Come ha sottolineato Marco Do, direttore comunicazione Michelin Italia, si tratta di “qualità delle materie prime, padronanza della cottura, personalità dello chef che emerge dalla carta, costanza delle prestazioni nel tempo, buon rapporto qualità prezzo, armonia dei sapori”. Sono stati assegnati anche i premi speciali Michelin 2020: Passion for Wine offerto dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino è stato assegnato a Rino Billia de Le Petite Restaurant di Cogne; Servizio di Sala offerto da Coppini Arte Olearia a Sara Orlando, Locanda di Orta a Orta San Giulio; Chef Mentor offerto da Eberhard & Co. a Gennaro Esposito di Torre del Saracino a Vico Equense; Giovane Chef offerto da Lavazza Davide Puleio del ristorante L’Alchimia di Milano. Il premio Chef donna offerto da Veuve Cliquot nel 2019 è stato assegnato a Martina Caruso. La prossima edizione è attesa per la primavera 2020.
Nella guida 2020 ci sono anche i Bib Gourmand, ovvero i ristoranti dal buon rapporto qualità-prezzo. Sono 266 di cui 25 novità. L’Emilia-Romagna ne ha 33, confermandosi la regione con più Bib Gourmand con 33, alle sue spalle il Piemonte con 32.
La guida 2020 sarà disponibile in libreria dal 7 novembre, mentre già dal pomeriggio di oggi la app sarà pronta per essere scaricata. ”Piacenza – ha commentato la sindaca Patrizia Barbieri, aprendo la cerimonia – è una città di eccellenze enogastronomiche e questa è un’opportunità per la città costruita con un lavoro di squadra con Michelin. Se Michelin è esplorare il mondo, per noi oggi è avere il mondo a Piacenza. E’ un orgoglio e un grande piacere“. La città emiliana succede a Reggio Emilia e Parma, capitale italiana della cultura 2020, nella presentazione della prestigiosa guida nel segno di quella food valley divenuta un marchio di attrazione turistica.
“Nel 2015 – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini – abbiamo lanciato la via Emilia Experience come prodotto turistico. In cinque anni le presenze turistiche sono cresciute fino a 60 milioni. La guida Michelin fa bene, dà prestigio, ma porta turisti e indotto economico”. Intanto l’Emilia-Romagna si prepara ad un altro evento internazionale targato Michelin nella primavera 2020 a Parma con la presentazione della Guida Main Cities of Europe.
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ITALIA COUNTRY PARTNER DEL FANCY FOOD SHOW
La Specialty Food Association, il più grande network del cibo negli Stati Uniti, ha reso noto che l’Italia sarà il country partner per entrambe le edizioni del Fancy Food Show: Winter Fancy Food Show, dal 19 al 21 gennaio 2020, al Moscone Center di San Francisco; Summer Fancy Food Show dal 28 al 30 giugno 2020 al Jacob Javits Convention Center di New York. Un primato assoluto quello italiano, mai nessuno aveva ottenuto questo riconoscimento da parte della Specialty Food Association proprietaria e produttrice dello show. Il Fancy Food Show è il più grande evento commerciale dedicato alle specialità alimentari del North America e molti addetti ai lavori ritengono la sua edizione estiva di New York al vertice dei saloni del food a livello mondiale. L’italia era gia’ stata paese partner nel 2015 ma per la sola edizione Summer, e nel 2016 per la sola edizione Winter, adesso lo sara’ per tutto il 2020. Sotto la bandiera “The Extraordinary Italian Taste”, aziende alimentari provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia presenteranno l’eccellenza dell’Authentic Italian Food al mondo della ristorazione, del retails a stampa e stakeholders. “Abbiamo il privilegio di avere l’Italia come primo Paese a collaborare con noi per entrambi gli show, sia per quello invernale che per quello estivo nel 2020”, ha dichiarato Phil Kafarakis, presidente di SFA. “La popolarità della cucina italiana negli Stati Uniti è innegabile. Gli americani adorano la cucina italiana e le specialita’ del cibo italiano, hanno svolto un ruolo storico importante nella diffusione del gusto per i sapori globali negli Stati Uniti. Oggi, in uno scenario di crescente mutamento delle abitudini alimentari dei consumatori, i prodotti italiani autentici e innovativi continuano ad essere influenti su tutti i canali di distribuzione. Siamo felici ed entusiasti di vedere cosa porteranno ai Fancy Food Show 2020”, conclude Kafarakis. “Il cibo Italiano rappresenta uno standard d’eccellenza negli Stati Uniti – dichiara Donato Cinelli, presidente di Universal Marketing, agente esclusivo per l’Italia della Specialty Food Association -. Quando 25 anni fa abbiamo accettato la sfida, ed abbiamo contribuito alla creazione del padiglione italia all’interno del Summer Fancy Food di New York, – continua Cinelli – non abbiamo pensato neanche per un momento di poter arrivare a questi traguardi. Annunciare oggi, da New York, che l’Italia sara’ paese partner per tutto il 2020 del fancy food e’ oltre ad ogni nostra piu’ rosea aspettativa. Siamo molto orgogliosi di tutto questo, abbiamo visto crescere passo passo gli imprenditori i distretti e consorzi italiani, che nel tempo hanno compreso dell’importanza della narrazione del proprio prodotto, oggi l’america e’ affascinata dalle storie di successo e qualita’ made in italy. Un grazie va innanzitutto ai nostri partners come Specialty Food Association, ICE, Federalimentare, Cibus, TuttoFood, Vinitaly con i quali in questi anni abbiamo creato una squadra vincente”, conclude. “Al Winter Fancy Food Show 2020 l’Italia si presenterà con oltre 60 aziende espositrici – ancora una volta siamo il Paese più rappresentato – grazie alla consolidata alleanza fra Agenzia Ice, Specialty Food Association e Universal Marketing”, dichiara Maurizio Forte, direttore dell’Agenzia Ice di New York e coordinatore della rete Usa. “Sarà in mostra l’intero paniere di prodotti autentici italiani: formaggi, pasta, prosciutti, olio di oliva, conserve, condimenti, dolci, acque minerali e molto altro. Intenso il programma di show cooking presso la Lounge Ice che consentirà di apprezzare i prodotti italiani dal vivo, ponendo sempre l’accento sulla forte capacità di innovazione delle nostre aziende. È peraltro un onore che per le edizioni 2020 l’Italia sia stata nominata dagli organizzatori country partner. Un riconoscimento per il primato nel numero di espositori e per l’eccellenza della nostra offerta”, conclude.
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DA FERRERO NASCONO I NUTELLA BISCUITS
A 55 anni dalla nascita della Nutella, Ferrero lancia i suoi primi biscotti croccanti, ripieni della “crema di nocciola” più famosa e amata al mondo. I Nutella Biscuits, questo il nome del nuovo prodotto dell’azienda piemontese, coniugano la friabilità e la croccantezza tipiche di un vero frollino, alla bontà e alla consistenza inconfondibili della Nutella (che rappresenta il 40% del prodotto), esaltando tutte le qualità di entrambi senza le minime alterazioni di gusto.
L’utilizzo di ingredienti selezionati quali la farina di frumento e lo zucchero di canna per l’impasto, rendono il biscotto ancora piu` irresistibile. Per lanciare i nuovi biscotti, fino al prossimo 31 ottobre in Piazza Gae Aulenti a Milano, il pubblico potrà visitare la nuovissima Casa Nutella e assaggiare in anteprima la nuova delizia e vivere un’experience tecnologica e coinvolgente.
Le emozioni suscitate dall’assaggio saranno infatti rilevate e contribuiranno ad alimentare un counter che ha la forma del cuore di Nutella Biscuits. Il counter sara` alimentato anche grazie alla partecipazione degli utenti online attraverso le interazioni social, le visite al sito Nutella, le Search su Google inerenti Nutella Biscuits. In pratica, Nutella Biscuits sarà il primo biscotto lanciato insieme alle persone: tutti gli utenti potranno partecipare attivamente e diventare ambassador di Ferrero per supportare l’arrivo di Nutella Biscuits in Italia.
Al termine dell’evento di Milano sarà possibile leggere sul counter quanto grande sara` stato il coinvolgimento delle persone, sia a Casa Nutella che online, nei giorni che precedono l’arrivo di Nutella Biscuits sugli scaffali in tutta Italia. Infine, il 4 e 5 novembre, circa mille dipendenti Ferrero raggiungeranno oltre 4.000 punti vendita in tutta Italia, per presentare e far assaggiare a migliaia di famiglie la novità, condividendo con loro l’entusiasmo e l’orgoglio di presentarla in prima persona.
I Nutella Biscuits sono prodotti in Italia, nello stabilimento di Balvano, piccolo centro lucano in provincia di Potenza, lo stabilimento Ferrero più a sud del Paese, che da più di 30 anni si dedica alla produzione dei prodotti da forno.
“Il Gruppo ha investito costruendo da zero una linea produttiva interamente dedicata alla produzione di Nutella Biscuits, un investimento della portata di oltre 120 milioni di Euro – ha spiegato l’ad di Ferrero Alessandro d’Este -. Questo testimonia la nostra volontà non solo di creare ottimi prodotti, sempre più innovativi, ma anche quello di creare valore nel nostro paese, per l’indotto, per il territorio e per le persone”.
“Abbiamo realizzato una linea altamente tecnologica e all’avanguardia, caratterizzata da un elevato livello di complessità e da un futuristico sistema di intelligenza artificiale, che comprende ad esempio 18 sistemi di visione installati, che garantiscono un sistema capillare di controllo della qualità di prodotto. Insomma, Nutella Biscuit è un prodotto che racchiude in sé alcuni dei punti cardini del Gruppo Ferrero rappresenta il perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione” ha aggiunto d’Este. Ad oggi, quella di Balvano rappresenta la linea produttiva più innovativa e complessa che il Gruppo Ferrero abbia mai realizzato. Le numerose parti che compongono la nuova linea produttiva rappresentano un record mondiale per dimensione e la capacita’ di maneggiare i biscotti singolarmente, uno ad uno, è un unicum nel panorama delle aziende italiane per il livello di sofisticazione tecnologica. I tecnologi e gli ingegneri hanno sapientemente unito tecnologie note e disponibili sul mercato con impianti concepiti e sviluppati da Ferrero, quindi unici. L’assemblaggio del biscotto e’ garantito da un processo di sincronizzazione al millimetro, che minimizza gli errori.
LATTE, RALLENTA LA PRODUZIONE MONDIALE
Ci sono aspettative positive per l’andamento dei mercati del latte su scala mondiale, bilanciati da una produzione in rallentamento (-0,4% nel periodo gennaio-settembre su base tendenziale i volumi dei principali paesi esportatori: Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Ucraina, Ue-28, Usa, Uruguay) e da una domanda che a livello internazionale è sostenuta da un deficit di materia prima in equivalente latte (dicitura che comprende polvere di latte intero, latte, polvere di latte scremato, burro, formaggi, late condensato e yogurt) superiore a 5 milioni di tonnellate. Lo rileva – sulla base dei dati Clal, portale di riferimento del settore lattiero caseario, seguito in oltre 200 Paesi – Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura, in programma a Verona dal 29 gennaio all’1 febbraio 2020. Etica, benessere animale, economia circolare e cambiamenti climatici. Sono quattro, per gli analisti di Clal, le variabili che sempre più determineranno lo sviluppo delle filiere lattiero casearie. «La zootecnia sarà sempre di più chiamata a svilupparsi in un’ottica green – commenta il team di Clal -L’etica, il benessere animale, la riduzione dell’utilizzo dei farmaci sono sempre più elementi portanti sui quali costruire l’allevamento del futuro». L’altra variabile, secondo il team di Clal, è costituita dai cambiamenti climatici: «Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a forti interazioni del clima sulle produzioni di latte, che hanno compromesso i raccolti dei foraggi e limitato le produzioni lattiere».
La paura dei dazi trascina l’export comunitario. Entrati in vigore il 18 ottobre, i super-dazi del 25% che Washington ha applicato all’agroalimentare europeo erano attesi da mesi. Questo in parte spiega l’accelerazione dell’export dei prodotti lattiero caseari dell’Unione europea (+9,2% in quantità e +11,5% in valore), con un ritmo più marcato in agosto, che su base tendenziale evidenzia una crescita dell’11,9% in quantità e del 13,5% in valore. In agosto, in particolare, le esportazioni sorridono per quasi tutte le voci produttive. In particolare, avanza l’export di latte e panna (+30,7% in quantità e +27,1% in valore), con la Cina che raddoppia le importazioni (+99,7%). Trend positivi anche per la polvere di latte scremato (+37,3% in quantità e +57,3% in valore), la polvere di latte intero (+8,4% in quantità e +6,4% in valore), la polvere di latte con aggiunta di grassi (+3,7% in quantità e +8,8% in valore). Corre anche l’export comunitario di formaggi, che accelera sia in quantità (+11,8%) che in valore (+15,5%). Gli Stati Uniti sono il primo paese di destinazione, con un import a +40,5% in agosto. Allargando il focus sui primi otto mesi del 2019, latte e panna sono le prime voci doganali per volumi esportati, superiori a 758.000 tonnellate fra gennaio e agosto 2019: +17,9% rispetto allo stesso periodo del 2018 e +14,1% in valore. Grazie alla domanda internazionale sostenuta, il mercato della polvere di latte scremato (SMP) cresce del 28,8% in quantità e addirittura del 44,2% in valore. Bene anche le esportazioni di burro (+22,1% in quantità e +20,3% in valore) e di FFMP, la polvere di latte con l’aggiunta di grassi, che conquista nuovi spazi in Africa e nei paesi del Golfo. Positivo anche l’export dei formaggi, che cresce del 3,3% in quantità e dell’8% in valore, grazie l’aumento del prezzo unitario, che sale del 4,6% e tocca e 4,92 €/kg di media. Per l’Italia i formaggi fanno la differenza. L’Italia, che fra gennaio e luglio 2019 diminuisce le esportazioni lattiero casearie in quantità (-4,3%), ma non in valore (+12,9%), si rafforza nei segmenti che rappresentano l’eccellenza del made in Italy: i formaggi, che segnano un avanzamento dell’esportazione dell’8% in quantità e del 13,3% in valore, con un prezzo medio unitario di 6,86 €/kg, a conferma di una maggiore distintività dei prodotti Dop. Francia, Germania e Regno Unito sono i primi tre mercati di destinazione dei formaggi italiani, seguiti dagli Stati Uniti con un +27,9% di quantità importate fra gennaio e luglio 2019 e un +70% in luglio, che complessivamente segna un incremento dell’export del 15,8% su base tendenziale in quantità e del 22,2% in valore.
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CAVIRO, COSÌ IL VINO DIVENTA GREEN
MILANO (ITALPRESS) – Il Gruppo Caviro, cooperativa con 12.500 soci e 35 mila ettari di vigne, che produce il 5% del vino italiano (2 milioni di ettolitri), ha presentato a Milano il suo primo bilancio di sostenibilità ambientale. La cantina più grande d’Italia, titolo del quale si può fregiare il gruppo nato in Romagna ma oggi presente in sei regioni, da più di 50 anni investe 8 milioni all’anno per il recupero dei cosiddetti scarti.
Il bilancio di sostenibilità ambientale presentato oggi, come ha spiegato il direttore generale del Gruppo, SimonPietro Felice, “rappresenta ciò che l’azienda fa già da più di 50 anni e che crede possa essere d’esempio per tante altre aziende vitivinicole che non hanno ancora iniziato questo procedimento virtuoso”.
L’esempio di economia circolare proposto da Caviro, parte dalla valorizzazione degli scarti della filiera vitivinicola, soprattutto dalle vinacce feccia (ciò che rimane una volta prodotto il vino dalle uve), che si trasforma in nuovi prodotti, come polifenoli e acido tartarico. Un circolo virtuoso che, nella sua ultima fase di lavorazione, si trasforma in bioenergia, prodotta dalla valorizzazione di questi prodotti esausti, che diventa elettricità, gas e biometano.
Per Carlo Dalmonte, presidente del Gruppo Caviro, “sostenibilità è una parola, un concetto fortunatamente molto di moda che fa rima con responsabilità, perché vuol dire farsi delle domande su sé stessi, sia come cittadini che come imprese, che non sono corpi estranei ma ben presenti all’interno della società, dell’ambiente e dell’economia”.
(ITALPRESS).
NAZIONALE DEL PARMIGIANO REGGIANO AI WORLD CHEESE AWARDS
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano sarà tra i protagonisti della quarta edizione di Forme, manifestazione dedicata all’arte casearia italiana d’eccellenza che torna a Bergamo da oggi (17 ottobre) al 20 ottobre. Fiore all’occhiello dell’edizione 2019 saranno i World Cheese Awards, gli Oscar dei Formaggi che arriveranno per la prima volta in Italia: 3.804 formaggi provenienti da 42 paesi, una giuria internazionale di 260 esperti, e migliaia di visitatori, tra specialisti, opinion leader e appassionati da tutto il mondo.
La Nazionale del Parmigiano Reggiano parteciperà ai World Cheese Awards 2019 di Bergamo con il più grande team al mondo che abbia mai partecipato a un concorso internazionale: 86 caseifici provenienti da tutte le province dell’area di origine – Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po – per un totale di 200 campioni di formaggio iscritti. La 31° edizione del WCA vedrà per la prima volta al via una nuova categoria creata ad hoc per il “Parmigiano Reggiano oltre 40 mesi”, una stagionatura record tra le oltre 150 classi del concorso.
“All’edizione 2018 dei WCA la Nazionale del Parmigiano Reggiano ha vinto ben 38 medaglie – ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – Il nostro è un formaggio naturale e realizzato senza additivi e senza conservanti: punta tutto sulla qualità del latte e la maestria dei casari. È una scelta vincente: a Bergamo con la Nazionale del Parmigiano Reggiano saremo presenti in tutte le categorie (18, 24, 30 e oltre 40 mesi) forti del fatto che siamo storicamente il formaggio Dop più premiato al mondo”.
“In un contesto difficile – ha affermato Gabriele Arlotti, ideatore della Nazionale – e segnato da tensioni internazionali, dimostrare che il Parmigiano Reggiano sa contraddistinguersi per qualità e premi è un indubbio valore. Il fatto che per la prima volta, dopo 31 edizioni, i World Cheese Awards sia in Italia, a Bergamo, è motivo di orgoglio ma di un consapevole maggior impegno per la Nazionale”.









