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BIRRA, NEL PRIMO SEMESTRE VENDITE +2%

Il 2 agosto si è celebrata la Giornata Internazionale della Birra, una delle bevande piu’ antiche, diffuse e apprezzate in tutto il mondo. AssoBirra ha presentato per l’occasione l’andamento del primo semestre 2019. Secondo i dati dell’AssoBirra Monitor, il report delle vendite in Italia registrate dalle imprese aderenti all’associazione che rappresentano oltre il 71% del mercato italiano, le vendite indicano ancora una crescita del 2% rispetto a giugno 2018, gia’ anno record per la birra italiana, superando i 7 milioni di ettolitri.

La continua performance positiva evidenzia che la birra e’ sempre piu’ una bevanda amata dagli italiani non solo d’estate ma in ogni momento dell’anno, come dimostrano anche i numeri in crescita nei mesi di gennaio (4,63%), marzo (+5,18%) e aprile (+5,82%). Il trend positivo di produzione e consumi che si registra in Italia e’ la diretta conseguenza dell’aumento della domanda stimolata da una maggiore cultura birraria che si e’ diffusa trasversalmente nel Paese e nelle varie fasce di eta’, nonche’ da un rafforzamento degli investimenti dell’industria in continua ricerca e innovazione: oggi gli italiani non amano soltanto la birra, ma prediligono diversi tipi di birra, alla scoperta di nuovi gusti e sapori.

“Siamo soddisfatti che in questo primo semestre dell’anno l’andamento del consumo di birra segni ancora una volta un dato positivo che premia gli sforzi fatti dall’intero comparto della birra in Italia – spiega Michele Cason, presidente di AssoBirra -.

Nel 2018, per la prima volta nella storia, e’ stata varcata la soglia dei 20 milioni di ettolitri di consumo con un aumento del 3,2% in controtendenza rispetto ai consumi alimentari in Italia che sono invece in riduzione. Siamo orgogliosi di apprendere che piu’ di tre italiani su quattro, con valori omogenei nelle diverse aree del Paese, consuma la birra e lo fa prevalentemente a pasto.

Negli ultimi anni la produzione e quindi l’offerta di birre si sono notevolmente ampliate e sono cresciute anche grazie alla creativita’ dei mastri birrai italiani. Il settore della birra oggi riveste un ruolo di primo piano nell’economia e nell’export del Paese (+6,6% nel 2018). Grandi e piccoli produttori – prosegue Cason – risentono positivamente dell’abbassamento delle accise che ha sostenuto anche la crescita dei consumi. Il decremento della fiscalita’ ha dato una spinta al comparto generando un aumento della produzione, sostenuta da una filiera agricola efficiente e da materie prime locali di qualita’, e incoraggiando gli investimenti con effetti positivi anche per l’occupazione”.

L’ORZO PUÒ CRESCERE IN TUTTE AREE AGRICOLE DEL MONDO

E’ l’unica pianta tra le specie coltivate a crescere al tempo stesso in Islanda o in Lapponia, a nord del circolo polare artico, o in pieno campo in Tibet ad oltre 4.000 metri di quota, ma e’ anche l’ultima coltura prima del deserto nella regione del Medio Oriente, in aree con una piovosita’ inferiore a 250 mm anno. Per questo l’orzo e’ stato oggetto di numerosi studi e oggi il consorzio Europeo WHEALBI, di 25 ricercatori, con il contributo Italiano di CREA, Universita’ di Milano e PTP Science Park ha pubblicato sulla rivista scientifica The Plant Journal un lavoro che descrive e spiega la sua capacita’ di crescere ed essere coltivato in tutte le aree del globo. Integrando i dati di una rete internazionale di campi con quelli derivanti dalla sequenza parziale del genoma di circa 400 varieta’ provenienti da piu’ di 70 paesi, i ricercatori hanno identificato decine di geni, che controllano i meccanismi grazie ai quali la pianta dell’orzo “legge” le condizioni ambientali ed adatta il proprio ciclo vitale ai diversi ambienti.

“Di fronte ai cambiamenti climatici in atto, comprendere la straordinaria capacita’ di adattamento dell’orzo e’ fondamentale per selezionare le piante da coltivare nei prossimi anni”, afferma Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica del CREA. “Il clima cambia e l’agricoltura globale deve rispondere alla sfida con piante che cambino di conseguenza, per garantire i fabbisogni di cibo e di altri prodotti di origine agricola”.

L’orzo e’ molto diffuso in Europa, in tutta l’area mediterranea ed in Italia, dove e’ utilizzato sia per l’alimentazione animale sia per la produzione della birra. “La collezione di varieta’ del progetto WHEALBI e i relativi dati genomici rappresentano una risorsa unica per future ricerche sulla risposta delle piante agli stress”, commenta la professoressa Laura Rossini del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Statale di Milano, che ha coordinato il lavoro di sequenziamento in collaborazione con il PTP. “La partecipazione al progetto WHEALBI – aggiunge Andrea Di Lemma, Ad PTP Science Park – ha permesso al PTP Science Park di lavorare al fianco di ricercatori di livello internazionale per poter sviluppare conoscenze che potranno essere valorizzate sia internamente che nell’implementazione di programmi di trasferimento tecnologico a favore del mondo produttivo”.

MUCCHE STRESSATE, -10% DI LATTE TRA MILANO E LODI

Oltre agli uomini a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle case e nelle fattorie, dove le mucche con le alte temperature stanno producendo fino al 10% di latte in meno rispetto ai periodi normali. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza sugli effetti dell’innalzamento della colonna di mercurio nell’ultima settimana. “Con il caldo torrido – spiega Gian Enrico Grugni, allevatore di Cervignano d’Adda, in provincia di Lodi – gli animali mangiano meno, bevono di piu’ e producono meno latte. Gia’ da un po’ abbiamo attivato i ventilatori e le doccette refrigeranti in stalla per aiutare le mucche a resistere all’afa, ma chi non ha questi sistemi e’ destinato a perdere ben piu’ del 10%”. 

Per le mucche – sottolinea la Coldiretti – il clima ideale e’ fra i 22 e i 24 gradi. Anche gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perche’ ogni singolo animale e’ arrivato a bere con le alte temperature fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi piu’ freschi. Al calo delle produzioni di latte – continua la Coldiretti interprovinciale – si aggiunge, dunque, un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.

SVIMEZ, MOZZARELLA DI BUFALA DOP SPINGE AGROALIMENTARE

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La mozzarella di bufala dop spinge il settore agroalimentare. Il fatturato delle imprese della filiera bufalina è stato nel 2017 pari a 577 milioni di euro, generando, direttamente e indirettamente, un volume di produzione stimabile attorno a 1 miliardo e 218 milioni di euro. In base alle analisi Svimez, per ogni euro di prodotto fatturato dal “Consorzio”, se ne creano poco piu’ di 2 nel sistema economico locale. Le unita’ di lavoro impiegate nella filiera sono 11.200: in percentuale rispetto all’occupazione totale delle province di Caserta e Salerno e’ l’1,5%. L’incidenza della filiera bufalina sul Pil totale delle due province e’ pari all’1,4%. Questi i principali dati emersi da uno studio dello Svimez sull’impatto economico della filiera bufalina, per conto del “Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala campana DOP”. In Italia sono 400.792 capi bufalini. A fine 2017, in Italia si contavano 400.792 capi bufalini: quasi i tre quarti dei capi bufalini sono allevati in Campania, circa il 18% nel Lazio e un ulteriore 2,6% nella Puglia.
Campania e Lazio, dunque, insieme coprono circa il 93% dei capi bufalini presenti in Italia. Nel 2017 nel nostro Paese la produzione di latte di bufala ha superato i due milioni di quintali. La quota percentuale della Campania e’ di poco inferiore all’85%, mentre il Lazio e’ attestato al 12,2%.

In rapporto al totale della produzione di latte di vacca e di bufala, quella di bufala e’ pari a circa il 48% in Campania e al 6,4% nel Lazio. I dati disaggregati a livello regionale indicano che in Campania, sempre nel 2017, sono stati prodotti 962 mila quintali di formaggi (che rappresentano il 7,6% della produzione nazionale), di cui ben 871 mila quintali sono a “pasta fresca” (pari al 16,3% del dato nazionale), mentre nel Lazio sono stati raggiunti livelli produttivi pari, rispettivamente, a 301 e 254 mila quintali. I formaggi “freschi” in Campania rappresentano oltre il 90% del totale dei formaggi prodotti nella regione, e nel Lazio circa l’85%, valori che si raffrontano con una media nazionale pari al 42,4%.

AL VIA “OFF”, PRIMA WEBSERIE SULL’AGRITURISMO ITALIANO

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Si chiama “Off” ma sembra fatta apposta per accendere l’interesse del pubblico dei più giovani sul mondo degli agriturismi italiani. È il primo prodotto di questo genere, la webserie che racconta il viaggio di Serena, una vera youtuber da 100.000 iscritti molto nota al pubblico dei più giovani, fra Toscana, Sicilia e Friuli Venezia Giulia, e il suo incontro con altri ragazzi come lei, in splendidi agriturismi circondati da paesaggi unici.
Serena è abituata al ritmo frenetico dei suoi video e delle sue stories, fra avventure metropolitane e sfide Ianciate ai suoi followers su Instagram, e non può immaginare cosa la aspetta in questo viaggio. In agriturismo imparerà a “disconnettersi” (da qui il nome “Off”) facendosi man mano coinvolgere da compagni di viaggio ed entusiasmare da borghi e paesaggi che riempiono gli occhi di colore, dai profumi della terra e del bosco, dai piatti tradizionali pieni di sapore; ma soprattutto riscoprendo il piacere di ritrovarsi tutti attorno al fuoco, senza smartphone, a raccontarsi appassionanti storie. È l’Italia “untaggable” quella degli agriturismi, non bastano cioè gli aggettivi per descriverla, bisogna viverla, perché è un’emozione unica.
Le puntate sono state girate nelle aree rurali di Barga (Lucca), Piazza Armerina (Enna) e Duino Aurisina (Trieste). Gli episodi saranno visibili dal 1° luglio sul sito agriturismoitalia.gov.it e sul canale Youtube Ismea. In contemporanea con l’uscita di ciascun episodio Serena interagirà con i suoi followers, e sugli account Facebook e Instagram collegati al progetto verranno pubblicati numerosi contenuti extra.
“Off” è stata realizzata nell’ambito della Rete Rurale Nazionale 2014-2020 e il progetto si colloca tra le azioni di promozione volte a informare e sensibilizzare sulla tematica dell’agriturismo e della multifunzionalità agricola e contribuire alla conoscenza e alla diffusione del marchio “Agriturismo Italia” e del sistema di classificazione omogenea nazionale a esso associato.

COLDIRETTI, PREZZO DEL LATTE SPOT +12%

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Balzo del 12% del prezzo del latte spot alla stalla in Italia nell’ultimo mese e mezzo con sette rialzi consecutivi nell’ultimo mese e mezzo trainati da una domanda in crescita per forniture fuori dai contratti annuali. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulle quotazioni della Borsa di Lodi, mercato di riferimento per il latte spot in Italia che ha raggiunto il picco massimo del 44,33 centesimi al litro con valori da record che non si vedevano da oltre due anni. Una situazione – sottolinea Coldiretti – che conferma la vitalità del mercato che ogni anno vede passare di mano circa 12 milioni di tonnellate di latte, di cui oltre il 40% destinato ai grandi formaggi Dop come ad esempio il Grana Padano che proprio in questi giorni, per le forme con 10 mesi di stagionatura, sta viaggiando alla Borsa di Mantova su quotazioni superiori del 28% rispetto al giugno dello scorso anno, con una crescita più che doppia rispetto a quella registrata dal latte spot. 

 

“Appaiono quindi ingiustificati – evidenzia Coldiretti – i tentativi di alcuni caseifici del Grana Padano di non adeguare il prezzo alla stalla rispetto a quello del Grana Padano anche nell’ottica del piano produttivo concordato con gli allevatori con il quale si è stabilita la regola di un’equa distribuzione del valore lungo la filiera. Una situazione per la quale è stato chiesto l’intervento dello stesso Consorzio del Grana Padano e del Ministero delle Politiche Agricole”.

 

ISMEA, DOMANDE PER 338 MILIONI INVESTIMENTI

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L’ISMEA ha pubblicato i risultati del bando per il sostegno agli investimenti delle imprese agricole ed agroalimentari attraverso interventi di finanza agevolata.Sono state in tutto 48 le domande presentate, per un totale di 338 milioni di euro di finanziamenti richiesti, oltre tre volte la dotazione finanziaria messa a disposizione dell’Istituto (100 milioni di euro).

La gran parte delle domande prevede investimenti per la modernizzazione delle imprese e lo sviluppo di tecnologie innovative, ma anche la ristrutturazione aziendale e la creazione di nuove strutture produttive, l’internazionalizzazione e la crescita dimensionale.

A livello geografico è stata riscontrata una partecipazione diffusa in quasi tutta la Penisola, con una maggiore incidenza dalla Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia, mentre a livello settoriale i comparti produttivi più coinvolti sono quello zootecnico, ortofrutticolo e vitivinicolo.

 

Le domande giudicate ammissibili proseguiranno l’iter istruttorio per la valutazione economica e finanziari dei piani di investimento.

“Si tratta – ha sottolineato il direttore generale dell’ISMEA, Raffaele Borriello – di un importante risultato, e il forte interesse manifestato dell’intera filiera agroalimentare conferma la necessità di rafforzare l’intervento pubblico per rilanciare gli investimenti in un settore vitale e sempre più centrale per l’economia del Paese”.

 

WINE2WINE RINNOVA FORMAT E CONTENUTI

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Compie 5 anni e si affina ancora il wine2wine (www.wine2wine.com) di Veronafiere-Vinitaly, la piattaforma business di aggiornamento e formazione professionale nel mondo del vino in programma quest’anno il 26 e 27 novembre. Diverse le novità del format pensato per i circa 1.500 professionisti della filiera attesi all’auditorium della fiera scaligera: dai seminari-sprint (30 minuti) a cui si aggiungono 15 minuti di domande e risposte, ai laboratori pratici ‘wine2winelab’, agli speed dating per incontri b2b e alle pause networking’ (di altri 15 minuti) tra le diverse sessioni.

Circa 60 gli incontri previsti e oltre 100 gli esperti nazionali e internazionali che interverranno al forum per dare un contributo di idee e conoscenze a un settore del made in Italy in attivo sulla bilancia commerciale di circa 5,5 miliardi di euro l’anno.

Tra questi, oltre ai contributi già confermati dei principali imprenditori italiani del settore (come Carlo Franchetti, Tim Banks, direttore vendite e marketing di Ornellaia, Valentina Argiolas, Matteo Lunelli, Piero Mastroberardino, Ettore Nicoletto, Josè Rallo, Andrea Sartori, Alberto Tasca d’Almerita), anche quelle di personalità a vario titolo centrali nell’emisfero vino: la Ceo di Krug Champagne e presidente degli Lvmh Estates & Wines, Margareth Henriquez; la top influencer cinese, Shenghan Whang (in arte Lady Penguin); la super-consulente globale e Master of Wine Lynne Sherriff; l’esperto di tecnologie applicate in ambito media e comunicazione, oltre che già country manager di Yahoo, Lorenzo Montagna e Marino Braccu general manager a Otto e Mezzo-Bombana di Hong Kong. Attesa inoltre anche la wine writer di Wine Spectator, Allison Napius, per svelare ai produttori i criteri di selezione dei vini della principale guida enologica al mondo.

Comunicazione, innovazione, marketing, promozione e analisi dei mercati buyer sono i focus principali dei seminari previsti da Vinitaly International per un wine2wine rinnovato, che si propone sempre più come appuntamento professionalizzante per la filiera e la sua cultura d’impresa. Primo piano in particolare su Cina, Stati Uniti, Canada Russia e Regno Unito, con focus dedicati alle tendenze dei consumi fino alle buone pratiche legate a comunicazione e promozione on e off line, agli stakeholder e alle community digitali. Sotto la lente anche i temi legati a vino e finanza e all’e-commerce e agli ultimi accordi bilaterali, così come gli inediti approfondimenti dedicati ai mercati del futuro, come i Paesi considerati emergenti in Africa, Est Europa, Sud America e i nuovi asiatici, che sull’onda del Dragone si stanno avvicinando con sempre maggior decisione al vino.