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VINI, A VENEZIA LIBRO CELEBRATIVO 30 ANNI ORNELLAIA

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Martedì sera, al Bauer Hotel di Venezia, Ornellaia ha presentato il “Coffe Table Book” edito dalla casa editrice Assouline, che celebra i primi trent’anni della Tenuta di Bolgheri.
Ornellaia apre ai lettori uno scorcio dei suoi meravigliosi paesaggi e un allettante assaggio della tradizionale ospitalità toscana. Uno dei vini più famosi al mondo, Ornellaia è il punto d’arrivo della miglior vinificazione contemporanea, coltivata attraverso secoli di illustre eredità tutta italiana.
In soli trent’anni, Ornellaia ha conquistato reputazione e fama internazionale fra i maggiori esperti del settore. Incastonata a Bolgheri, dove il ceruleo Mar Tirreno incontra le ricche pianure dell’antica costa etrusca, Ornellaia gode di un terroir unico, attraversato dalle brezze marine e scaldato dal dorato sole italiano, stracolmo di viste mozzafiato di viali di cipressi, descritte dal Carducci, e di lussureggianti vigneti che ricoprono le dolci colline toscane. Tutto questo, e molto altro, è mostrato nel libro, già in vendita dal 1° Ottobre, affidato nelle sapienti mani di Assouline, già editrice di molte opere di lusso per altri grandi marchi.

Alla presentazione, che ha riunito il gotha della nobiltà veneziana, oltre a Giovanni Geddes da Filicaja (CEO Ornellaia) e al marchese Ferdinando Frescobaldi (Presidente Ornellaia), è intervenuto anche il noto scrittore Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona che, proprio con Assouline, ha edito due suoi eccellenti lavori come ”Be Extraordinary, The Spirit of Bentley” e “The Italian Dream”, legato proprio all’Italia del vino e alle sue cantine più famose. Erano inoltre presenti alcuni dei maggiori esponenti mondiali del vino, come Angelo Gaja, Serena Sutcliffe, George Tatge, Nicolò Incisa della Rocchetta, Rémi Krug, Jeannie Cho Lee ed altri, felici di celebrare Ornellaia e i suoi trent’anni.

 “Abbiamo deciso di presentare e lanciare il libro celebrativo dei nostri 30 anni qui a Venezia, in questa prestigiosa location, perché questa meravigliosa città è il simbolo della bellezza italiana nel mondo e ben rappresenta quella che è la nostra filosofia in Ornellaia”. Ha così commentato Giovanni Geddes da Filicaja, CEO di Ornellaia, al termine della serata di gala. Il libro per i 30 anni di Ornellaia è già acquistabile presso le librerie Assouline oppure sul sito dell’editore al link https://www.assouline.com/products/ornellaia.

FIASCONARO AL SIAL DI PARIGI, DEBUTTA NUOVO PANETTONE

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Tappa parigina per l’azienda dolciaria siciliana Fiasconaro per l’edizione 2018 del Sial (Salone internazionale dell’Alimentazione), in programma da domenica 21 a giovedì 25 presso il Quartiere Fieristico Paris Nord Villepinte.
“La Francia è un mercato di riferimento molto importante per la nostra azienda che punta all’estero con un passo sempre più deciso. Ma Sial non significa solo Francia: è un evento di portata globale che richiama, edizione dopo edizione, un numero crescente di produttori e operatori del settore, è un palcoscenico internazionale che svela le tendenze e anticipa le  innovazioni che caratterizzeranno l’industria agroalimentare di domani”, afferma il maestro pasticcere Nicola Fiasconaro. 
I numeri d’altra parte parlano chiaro. Anche quest’anno Sial significa oltre 7mila aziende espositrici provenienti da circa 110 Paesi e 160mila visitatori professionali. 

“Impensabile per noi non esserci e non contribuire, insieme a tante altre aziende italiane di eccellenza, nel tenere ben alto il blasone del food Made in Italy in questa che, ricordiamolo è la terra dove l’arte pasticcera si è formata e affinata”, aggiunge Fiasconaro. Presso lo stand parigino, domenica 21 nel pomeriggio il giovane pasticcere Mario Fiasconaro (che del pluripremiato padre Nicola sta seguendo le orme) si esibirà dal vivo in uno show cooking dall’alto tasso di golosità. Un tripudio di prelibatezze dolciarie aspetta tutti i visitatori: torroni, torroncini cubaite e, immancabili, i famosi panettoni che hanno reso famoso nel mondo intero il brand siciliano. Uno su tutti il nuovo panettone agli agrumi e allo zafferano di Sicilia nato per festeggiare il Natale 2018. È il debutto in terra di Francia nel suo packaging firmato Dolce&Gabbana.

 

44% ITALIANI CONSUMA PIÙ BIRRA DI 5 ANNI FA

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Il 44% degli italiani beve più birra di 5 anni fa e lo fa perché – chiara o scura che sia – si abbina perfettamente ai pasti. La fotografia scattata dall’istituto di ricerche AstraRicerche e tratta da “Gli Italiani e la Birra”, indagine commissionata da AssoBirra e presentata nel corso di AssoBirra Anniversary, evento celebrativo dei 111 anni dell’Associazione, restituisce l’immagine di una bevanda che vede rafforzare sia la propria reputazione che la propria natura di bevanda da pasto, caratteristica peculiare italiana.

Oggi più di tre italiani su quattro (77%), con valori omogenei nelle diverse aree del Paese, consuma birra. Il 55% lo fa almeno una volta a settimana con una prevalenza, nella fascia dei consumi più frequenti, di persone tra i 35 e i 55 anni. Il consumo è più diffuso tra gli uomini (85%) ma anche le donne mostrano un valore elevato (70%).

L’indagine rileva, inoltre, impatti economici positivi sia per il settore Ho.Re.Ca, sia per quello della distribuzione organizzata. L’86% dei nostri connazionali, infatti, dichiara di bere birra a casa, l’81% in locali (ristoranti, pizzerie, pub, bar, locali serali). Su dieci birre comprate, il 42% degli italiani ne beve circa la metà in locali, con valori simili in tutte le aree del Paese. La crescita dei consumi evidenziata dall’indagine AstraRicerche trova riscontro anche nei dati delle vendite al 30 settembre 2018 registrate dalle imprese birrarie associate ad AssoBirra, che si sono riunite ieri a Roma per celebrare i 111 anni dell’Associazione.

“La crescita del 4% nelle vendite dei primi 9 mesi dell’anno – commenta Michele Cason, presidente di AssoBirra – certifica il ritorno alla crescita del comparto birrario italiano, con livelli di consumo nel nostro Paese sostanzialmente in linea con gli anni pre-crisi”.

“Il recente apprezzamento per la birra ‘made in Italy’, all’estero e sul territorio nazionale, fa davvero ben sperare per il futuro del comparto birrario, ma per continuare a rappresentare un pezzo importante del cuore manifatturiero italiano dobbiamo proseguire sulla strada tracciata in questi 111 anni, fatta di qualità, innovazione e sostenibilità, guardando con fiducia al futuro grazie ad un tessuto imprenditoriale che vede sempre più giovani e donne protagoniste. Celebrando questo anniversario – conclude Cason – vogliamo rinnovare fortemente il nostro impegno al fianco delle imprese nei nuovi scenari che il mercato globale sta disegnando, favorendo, così, impatti economici positivi per tutta la filiera, dall’agricoltura alla distribuzione”.

 

DIACETTI DIRETTORE GENERALE FONDAZIONE ENPAIA

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Roberto Diacetti è il nuovo direttore generale della Fondazione Enpaia (Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura), nominato dal consiglio di amministrazione.

Laureato in giurisprudenza alla Luiss – Guido Carli,  vanta un’importante carriera manageriale a livello nazionale. Già Ad di Risorse per Roma Spa e di Atac, è stato fino a qualche giorno fa presidente di Eur Spa. Tutt’ora è presidente di Roma Convention Group e vice presidente del WFP Italia.
Nell’ambito dei suoi incarichi ha maturato una significativa esperienza nella gestione dei patrimoni mobiliari e immobiliari. La Fondazione Enpaia è l’Ente dedicato alla previdenza per il comparto agricolo. Tra le sue competenze, gestisce la previdenza obbligatoria di secondo pilastro per gli impiegati e i dirigenti agricoli e, in convenzione, il fondo di accantonamento del trattamento di quiescenza dei dipendenti dei consorzi di bonifica.

 

VERSO DAZI UE PER IL RISO DI CAMBOGIA E MYANMAR

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In arrivo i dazi europei per il riso proveniente dalla Cambogia e dal Myanmar. La Commissione Ue ha reso note le conclusioni dell’inchiesta sulle importazioni della varietà “indica” avviata lo scorso 16 febbraio a seguito di una istanza presentata dal ministero dello Sviluppo Economico e sostenuta anche dal ministero delle Politiche Agricole. Le conclusioni propongono l’applicazione di una clausola di salvaguardia a tutela dei risicoltori e delle industrie italiane ed europee, che prevede la reintroduzione di dazi sulle importazioni dalla Cambogia e Myanmar per un periodo di tre anni. Attualmente le importazioni sono a dazio zero trattandosi di due Paesi meno avanzati. La Commissione propone di applicare sulle importazioni di riso “indica” il dazio della normale tariffa doganale, pari a 175 euro/ton, per il primo anno e in misura ridotta per il secondo (150 euro/ton) e terzo anno (125 euro/ton).

La Commissione europea porterà la sua proposta al parere degli Stati membri nell’ambito del Comitato del Sistema delle Preferenze Generalizzate, che è stato convocato a Bruxelles il prossimo dicembre. Se la proposta otterrà una maggioranza favorevole, la clausola di salvaguardia potrebbe diventare operativa già nei primi mesi del 2019.

Centinaio: “Tutelati i nostri prodotti di qualità”
“È un risultato importante che riconosce al nostro Paese il danno economico causato dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania e anche il grande lavoro che stiamo portando avanti a sostegno di un settore che per troppo tempo è stato penalizzato. Abbiamo perso oltre il 50% della superficie investita per la coltivazione – commenta il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio -. Non possiamo più permettercelo. Adesso basta. Siamo in campo per tutelare i nostri risicoltori che sono controllati e lavorano con tante regole per avere prodotti di altissima qualità”.

“Non ci fermiamo. Nei prossimi giorni lavoreremo per avere la conferma definitiva del ripristino per tre anni dei dazi e il perfezionamento del provvedimento. Non si fanno sconti – aggiunge -. Il dazio applicato deve essere lo stesso per tutti e tre gli anni, non esistendo ragioni giuridiche e tecniche che possano giustificare una riduzione progressiva. Allo stesso tempo proseguiamo i controlli serrati nei confronti delle navi di riso asiatico che arrivano in Italia. Blocchiamo e rispediamo indietro chi non rispetta i nostri standard sanitari e di sicurezza”.

PRANDINI NUOVO PRESIDENTE COLDIRETTI

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Ettore Prandini, 46 anni, lombardo, è il nuovo presidente nazionale di Coldiretti. E’ stato eletto all’unanimità dall’Assemblea dei delegati di tutte le regioni riunita presso Palazzo Rospigliosi a Roma, sede della maggiore organizzazione di imprese agricole d’Italia con 1,6 milioni di associati. 

Laureato in giurisprudenza, Prandini guida un’azienda zootecnica di bovini da latte e gestisce un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. Dal 2006 è alla guida della Coldiretti Brescia mentre dal 2012 è al vertice della Coldiretti Lombardia. Dal 2013 è inoltre vice presidente dell’Associazione Italiana Allevatori e presidente dell’Istituto Sperimentale Italiano “L. Spallanzani”. E’ stato eletto presidente nazionale di Coldiretti dopo aver ricoperto per quattro anni la carica di vice Presidente nazionale.

“In un momento così importante con sfide e cambiamenti per il nostro Paese, l’agroalimentare Made in Italy rappresenta una certezza da cui partire per far crescere economia ed occupazione ma anche per tutelare l’ambiente, il territorio e la sicurezza dei cittadini”, spiega Prandini. 

“Gli agricoltori stanno facendo la loro parte ma possiamo e dobbiamo dare di più creando le condizioni per garantire reddito alle imprese, rilanciando un sistema in grado di offrire prezzi più giusti alla produzione, meno burocrazia e maggiore competitività, a partire da una politica di accordi di libero scambio che non penalizzino i nostri prodotti a livello internazionale fino a una legge comunitaria per l’etichettatura d’origine che garantisca vera trasparenza e libertà di scelta ai consumatori”.

Prandini sarà affiancato dalla nuova giunta confederale composta dai tre vice presidenti Nicola Bertinelli (Emilia Romagna) e David Granieri (Lazio) e Gennaro Masiello (Campania) oltre che da Maria Letizia Gardoni (Marche), Francesco Ferreri (Sicilia), Daniele Salvagno (Veneto), Savino Muraglia (Puglia) e Roberto Moncalvo (Piemonte). Si tratta della giunta più giovane di sempre con un’età media di 41 anni e 9 mesi, poco superiore a quella media dei presidenti delle Federazioni Coldiretti sul territorio che è di 43 anni e 10 mesi, anch’essa la più bassa della storia.

 

BANDIERE VERDI, VINCE L’AGRICOLTURA “MULTITASKING”

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Mantenere pulito e curato un bosco di bambù in Versilia, preservare le sue grandi capacità di contrasto dell’inquinamento, imprigionando fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno, e riutilizzare il legno di canna lavorato per creare oggetti di design, pergolati e gazebo, installazioni artistiche. E poi riscoprire l’antica coltivazione del baco da seta in provincia di Catanzaro, seguendo l’intero processo di produzione dalla terra al tessuto pregiato e mettendo in mostra, in un Museo dedicato, la tradizione tessile calabrese recuperata, dai telai storici ai costumi d’epoca. Ma anche decidere di restare sui Monti Sibillini, all’indomani del sisma del Centro Italia, e sfruttare tutte le nuove tecnologie digitali (e-commerce, blog, newsletter) per continuare a vendere i propri prodotti tipici e mantenere alta l’attenzione dei consumatori sulle zone terremotate. Sono questi alcuni esempi delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2018, il Premio promosso da Cia-Agricoltori Italiani, giunto alla XVI edizione, che a Roma nella Protomoteca del Campidoglio è stato consegnato a 16 campioni della nuova agricoltura italiana, scelti in base a specifiche categorie. Assegnati anche 3 riconoscimenti a Comuni rurali virtuosi e 2 Premi speciali.

“Il segreto del successo delle imprese agricole premiate sta nella diversificazione di qualità. È l’impresa multitasking, multifunzionale nel linguaggio agricolo, che non solo produce dai campi, ma preserva ambiente e territorio e li qualifica con l’attività turistica, di trasformazione, di vendita, sociale. D’altra parte – spiega la Cia – oggi il contributo della multifunzionalità al reddito agricolo vale un quarto delle entrate complessive e può arrivare fino al 50% nelle aziende a ciclo chiuso, che dal campo arrivano fino a tavola”.

E spesso la multifunzionalità è legata all’innovazione. Come l’allevamento di bovini torinese premiato per aver robotizzato completamente il ciclo di mungitura, tra i primi 20 in Italia, con vantaggi non solo in termini di quantità e qualità del latte ma anche dal punto di vista del benessere animale. O come l’azienda vitivinicola di Cesena che ha innovato in chiave green con progetti per la qualità di aria e acqua e la minore emissione di gas serra: serbatoi di acciaio inox in cantina per non sprecare l’oro blu, un impianto fotovoltaico per l’autosufficienza energetica e uno per la generazione dell’azoto.

Tutti esempi che collocano di diritto queste aziende sotto il cappello del Premio Bandiera Verde, perché le sperimentazioni in agricoltura sono l’asset su cui puntare per superare lo stallo negli investimenti in innovazione che, in Italia, sono ancora fermi ad appena lo 0,02% del PIL.

Spazio, ogni anno, anche all’agricoltura del Mediterraneo con la Bandiera Verde 2018 a tre associazioni femminili (Rural Women Development Association; Henna Association for Support Women and Childhood; Gharibet Shams Sunset) che, in Siria, dove la guerra ha provocato una profonda crisi umanitaria e molte famiglie vivono in situazioni di povertà e di insicurezza alimentare, portano avanti progetti di cooperazione per la produzione e trasformazione di prodotti agricoli locali.

Infine, tra i Premi speciali assegnati da Cia, Bandiera Verde all’attore Neri Marcorè per la creazione del Festival di solidarietà RisorgiMarche, un’iniziativa determinante per tenere accesi i riflettori sui territori del cratere colpiti dagli eventi sismici del 2016 e favorire il processo di rinascita delle comunità coinvolte. E, per la sezione Agri-cinema, Premio al film “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher per il suo racconto personale dell’agricoltura e di un’Italia alle prese con una nuova mezzadria tra passato e presente.

“Le nostre Bandiere Verdi – spiega il presidente nazionale Cia Dino Scanavino – sono la testimonianza concreta delle evoluzioni dell’agricoltura italiana, che cresce e si rinnova tra due pilastri fondamentali: la difesa di ambiente e paesaggio e la custodia di biodiversità e tradizioni rurali”.

 

FIASCONARO ALLA FIERA DEL PANETTONE E PANDORO

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Prima a Roma (17-18 novembre) e poi a Firenze (24-25). Anche quest’anno i maestri pasticceri siciliani Fiasconaro si presentano in forza al doppio appuntamento con la Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro, la grande kermesse dolciaria promossa da Emanuele Giordano e interamente dedicata ai due profumatissimi prodotti da forno eletti a simbolo delle festività natalizie. Panettone e Pandoro sono due simboli del Natale ma anche due straordinarie icone della grande scuola dolciaria italiana. Nati storicamente nelle regioni settentrionali, oggi vengono sfornati in tutte le Regioni del Paese.

“Non potevamo certo mancare all’appuntamento con questa Fiera di cui da sempre siamo testimonial. Per noi rappresenta non solo un’importante vetrina ma anche una bella occasione per rapportarci in maniera diretta con il grande pubblico. Stringiamo mani, scambiamo due chiacchiere amichevolmente, proponiamo piccole degustazioni a chi ancora non ci conosce o a chi, anno dopo anno, torna a trovarci”, sottolinea il pluripremiato maestro pasticcere Nicola Fiasconaro che a Castelbuono, antico borgo nel verde del Parco delle Madonie, produce panettoni conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Il Natale è davvero alle porte. Nel cuore pulsante della Capitale, un nobile e storico Palazzo apre i propri battenti per accogliere la prima tappa dell’edizione 2018 della Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro. Da dietro il bancone del proprio stand Fiasconaro e il giovane figlio Mario presentano un ‘super-panettone’ di 10 kg preparato appositamente e decorato in diretta.
Spazio anche per un riconoscimento ufficiale: sabato 17 novembre (ore 11), il patron della manifestazione Emanuele Giordano consegna a Fiasconaro la pergamena commemorativa che suggella i 10 anni di sodalizio fra l’azienda dolciaria e la manifestazione. E dopo Roma la Fiera arriva a Firenze, in una location profondamente radicata nel conteso culturale della città e (ri)sorta grazie al restauro di una nota sala cinematografica.