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ENOLITECH CRESCE E DIVENTA UNA RASSEGNA AUTONOMA

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Enolitech, il salone internazionale delle tecnologie innovative applicate alla filiera del vino e dell’olio, si separa da Vinitaly e diventa una rassegna autonoma con un proprio posizionamento già nel calendario 2019 (Veronafiere dal 30 gennaio al 1° febbraio) e un nuovo format altamente specializzato che ha nella internazionalità degli operatori, grazie anche alla rete estera di Veronafiere e Fiere di Parma, un punto di forza del nuovo progetto fieristico.

A fare da incubatore per lo sviluppo della 22ª edizione di Enolitech, sarà infatti Verona Parma Exhibition (VPE), la new.co di Veronafiere e Fiera di Parma per la promozione internazionale del sistema agroalimentare, che avrà il compito di mettere a sistema il know how specifico delle due società per azioni per potenziare ulteriormente la rassegna anche in chiave internazionale. 

Tradizionalmente organizzato nel corso di Vinitaly nella tendo struttura “F”, Enolitech dal 30 gennaio al 1° febbraio 2019 troverà collocazione all’interno dei padiglioni espositivi di Veronafiere, con un’offerta espositiva altamente specializzata sulle tecnologie innovative dei settori vinicolo, olivicolo e del beverage e con tutte le soluzioni per la coltivazione e la raccolta delle materie prime.  La parte merceologica connessa alle attività di ristorazione e sommelerie, rimane invece nell’ambito di Vinitaly con una nuova denominazione: “Vinitaly Design”. Nel 2020 Enolitech si svolgerà in contemporanea con la 114^ edizione di Fieragricola, che già prevede una verticalità dedicata al vigneto-frutteto.

«Con questa operazione abbiamo voluto incontrare le esigenze espresse dai nostri espositori e convogliarle nell’ampio progetto, condiviso con la Fiera di Parma, di promozione del sistema agroalimentare italiano che include il comparto del beverage, dalle tecnologie ai macchinari. Per questo – sottolinea Giovanni Mantovani, amministratore delegato di VPE – mettiamo a disposizione Enolitech, uno dei marchi storici di Veronafiere già fortemente internazionale, creando un evento verticale di filiera. L’obiettivo – conclude Mantovani – è creare una piattaforma unica annuale a forte vocazione internazionale, partendo già dagli ottimi risultati della rassegna ottenuti in ventuno edizioni, per la divulgazione e la promozione di applicazioni fortemente innovative in campo agricolo e industriale prodotte dalle imprese italiane».

 

DUE RICONOSCIMENTI PER BIRRA MORENA IN GERMANIA

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In Germania, a Neustadt, a sud di Francoforte, al Meininger’s International Craft Beer Award il made in Italy firmato da Birra Morena ha entusiasmato novanta giudici che gli hanno assegnato due medaglie d’oro alla Unica e alla IPA ALE. 

Con circa mille birre a concorso è considerata una delle più grandi e importanti competizioni e degustazioni internazionali di birre artigianali. La Unica è una birra speciale, doppio malto aromatica, dal colore rosso tendente all’ambrato. Questa particolare birra è prodotta con malti locali, farina di castagne ed è caratterizzata da numerose spezie che ne conferiscono un gusto vellutato, amabile, unico ed inconfondibile ed è proposta solo in bottiglia magnum da un litro e mezzo. E’ fermentata in cantina e rifermentata in bottiglia. La IPA, invece, è una birra particolarmente luppolata (dodici luppolature). Dal colore ambrato, amara ma gradevole, dal corpo morbido e fresco, con sentori agrumati, tropicali, floreali e speziati. Anche questa birra, speciale cruda non filtrata doppio malto, è fermentata in cantina e rifermentata in bottiglia. Entrambe sono prodotte a Balvano, in provincia di Potenza. 

“Siamo fortemente soddisfatti di questo ennesimo riconoscimento per le nostre craft beer – spiegano con soddisfazione i Tarricone titolari del birrificio Birra Morena – ancor più contenti perché, con questo ennesimo riconoscimento, ora tutte le nostre craft beer sono state premiate con il massimo riconoscimento nei più importanti concorsi al mondo. Gli organizzatori, durante la cerimonia di premiazione, hanno sottolineato che bisogna essere orgogliosi di aver conquistato una medaglia che si traduce in credenziali per l’azienda e per il consumatore”.

114^ EDIZIONE FIERAGRICOLA 29 GENNAIO-1 FEBBRAIO 2020

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La 114ma edizione di Fieragricola si terrà a Verona dal 29 gennaio all’1 febbraio 2020. Sono queste le nuove date scelte da Veronafiere, che potenzierà ulteriormente il format trasversale della storica rassegna internazionale dell’agricoltura. “Confermiamo la formula dal mercoledì a sabato, ormai consolidata e particolarmente gradita dagli espositori e dagli operatori professionali – dichiara il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese -, anticipando l’inizio della manifestazione all’ultima settimana di gennaio, come già avvenuto quest’anno”. L’edizione 2018 di Fieragricola, preceduta da roadshow tematici in Italia, dedicati alle fonti rinnovabili e alla zootecnia, “si è conclusa con oltre 130mila visitatori, con delegazioni internazionali provenienti da 33 paesi e una grande attenzione da parte degli operatori professionali all’agricoltura di precisione, al futuro della zootecnia da latte e da carne, alla zootecnia 4.0, alle colture specializzate come vigneto e frutteto”, ricorda il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. I visitatori, in particolare, hanno apprezzato la crescita della manifestazione in direzione della sostenibilità economica, ambientale e sociale, driver ormai indiscussi per le imprese agricole, le imprese agromeccaniche e tutti gli anelli della filiera alimentare.

Per il 2020 Fieragricola potenzierà le aree della zootecnia (accanto all’Open Holstein Dairy Show e al concorso europeo della Limousine ci sarà il confronto europeo per Nazioni della razza Bruna, a conferma del prestigio acquisito da Verona) e della meccanizzazione agricola, grazie all’ampliamento delle aree espositive, in parte già opzionate da alcune case costruttrici, ma anche delle energie rinnovabili, della multifunzione e dell’economia circolare, dei servizi e del Dynamic Show. L’obiettivo è quello di avere una Fieragricola ancora più forte nelle aree “live”.

 

TASCA D’ALMERITA NELLA SHORT LIST DEL PREMIO GAVI

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L’azienda vinicola Tasca d’Almerita è stata inserita, unica Siciliana, nella short list dei 20 progetti finalisti del Premio Gavi “La Buona Italia”, giunto alla sua quarta edizione. Il Premio quest’anno apre una finestra inedita sul rapporto tra vino e responsabilità sociale, offrendo una nuova prospettiva al concetto di ‘Buona Italia’ e alle attuali consuete declinazioni del concetto di sostenibilità. La short list del Premio quest’anno è stata ricavata dall’osservazione nella Rete delle realtà e delle filiere del mondo vitivinicolo italiane che si sono distinte per l’applicazione di alcuni dei 12 parametri di responsabilità sociale individuati da un autorevole Comitato di indirizzo, tra cui: codice etico e di comportamento, certificazioni, bilancio di sostenibilità, produzione bio, utilizzazione di energia da fonti rinnovabili, eco packaging, welfare aziendale, politiche di sostegno all’occupazione giovanile, attività di valorizzazione del paesaggio, progetti culturali e sociali a favore del territorio, enoturismo e accoglienza integrati con il territorio, valorizzazione della CSR nella comunicazione. Con questa nuova edizione il Consorzio Tutela del Gavi vuole proporre un’osservazione alternativa del rapporto tra filiera vitivinicola, territorio e mercato oltre la logica dell’interesse economico, pur fondamentale, all’interno di una denominazione. La premiazione avverrà a Gavi, Tenuta la Centuriona, il 25 maggio, nel contesto della manifestazione “Gavi for Arts”: prevista l’assegnazione di un unico Premio e di due Menzioni speciali. Verranno tracciate anche le linee guida di una Carta del Vino Responsabile 2018.

NEL 2017 PRODUZIONE PARMIGIANO REGGIANO +5,2%

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Il 2017 è stato un anno record per la produzione del parmigiano Reggiano, che cresce complessivamente del 5,2% rispetto all’anno precedente. Le oltre 3,65 milioni di forme (circa 147 mila tonnellate) prodotte nel 2017 rappresentano il livello più elevato nella storia millenaria del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo pari a 2,2 miliardi per la Dop che si proietta sempre più verso l’estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato. Negli ultimi tre anni, la produzione è infatti aumentata da 3,3 milioni di forme a 3,65 milioni di forme, registrando una crescita pari al 10%. Il Parmigiano Reggiano sta vivendo un momento felice anche per quanto riguarda le quotazioni. Se nel 2016 il costo al kg era pari a 8,60 euro, nel 2017 la quotazione media si è attestata a 9,81 euro con un incremento del 14%. L’Italia rappresenta il 62% del mercato, contro una quota export del 38% (+3,9% rispetto all’anno precedente). La Francia è il primo mercato (9.800 tonnellate), seguita da Germania (9.460 tonnellate), Stati Uniti (9.075 tonnellate), Regno Unito (6.163 tonnellate) e Canada (2.380 tonnellate). Se Francia, Germania, Canada e Regno Unito corrono (rispettivamente +11,3% , + 3,2% , +8,1%, +6,6%), gli Stati Uniti frenano (-9,3%) a causa del rapporto euro/dollaro e della concorrenza dei prodotti similari. Al contrario, cresce il Canada che, grazie agli accordi CETA, conferma le previste opportunità di sviluppo. 

La sfida futura è quella di collocare il prodotto sul mercato a un prezzo remunerativo: nel 2018 si prevede infatti un ulteriore incremento della produzione che porterà il numero delle forme a superare quota 3,7 milioni. Per sviluppare la domanda in Italia e all’estero, il bilancio preventivo del Consorzio ha previsto un investimento in comunicazione pari a 20 milioni (12 in Italia e 8 all’estero): 7 milioni in più rispetto all’anno precedente. La strategia del Consorzio si basa su quattro pilastri: distintività di prodotto, incremento dell’export, lotta alla contraffazione e sviluppo delle vendite dirette dei caseifici. Il primo, e il più importante, riguarda la distintività di prodotto: “Ci sono 3,5 milioni di famiglie fedelissime al Parmigiano Reggiano, 3,9 milioni al Grana Padano e 14 milioni di famiglie che comprano indistintamente uno o l’altro. Per aumentare le vendite, abbiamo messo in campo azioni di riposizionamento della marca, rafforzando la comunicazione con l’obiettivo di far percepire al consumatore i plus che rendono il Parmigiano Reggiano DOP un formaggio unico al mondo. Un prodotto che si distingue dai competitor per la selezione degli ingredienti migliori e naturali, la completa assenza di conservanti e additivi, il rispetto della stessa ricetta da mille anni”, afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

VINITALY INCOMING, NUOVI BUYER A “TASTE&BUY”

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Si chiama Taste&Buy il servizio di matching b2b che Vinitaly offre agli espositori di Vinitaly e che propone incontri con buyer ogni anno nuovi, qualificati, selezionati e invitati da Veronafiere attraverso la sua rete di delegati in tutto il mondo e in collaborazione con Ice Agenzia nell’ambito del Piano di promozione straordinaria del made in Italy del Mise. Prevista anche quest’anno un’attività di incoming  per VinitalyBio, realizzata in collaborazione con Federbio.   

Circa 1.000 quest’anno i nuovi professionisti da una sessantina di Paesi, che si aggiungono agli operatori in visita (in totale 128.000 nel 2017 dei quali 48.000 da 142 Paesi). Oltre agli incontri b2b con le aziende parteciperanno ai walk around tasting  dei consorzi e nei grand tasting di Vinitaly. Nel 2017 i matching organizzati all’interno dell’iniziativa Taste&Buy e dei walk around tasting sono stati ben 1.300 in quattro giorni di fiera.  

Nella classifica dei mercati di maggiore interesse per gli espositori ci sono sempre il Nord America, con Stati Uniti e Canada, Russia e Cina.  

USA E CANADA. Nel 2017 sono stati 7.800 gli operatori commerciali registrati a Vinitaly provenienti dal Norda America. Quest’anno, l’incoming dagli Usa, primo mercato per l’export enologico italiano con un valore di 1,6 miliardi di euro, vede sempre più presenti importatori e distributori oltre che dalla East e West Coast anche dagli Stati interni, come Colorado, Kansas, Missouri e Illinois. Un’opportunità per entrare in contatto con i mercati meno esplorati degli Usa, per il quale l’analisi “Il futuro dei mercati, i mercati del futuro” di Nomisma Wine Monitor per Vinitaly 2018  prevede una crescita del 22,5% entro il 2022. Buone prospettive anche per il Canada, quinto mercato per l’export italiano di vino (poco meno di 80.000 hl nel 2017), con un trend in costante crescita (+9% in quantità, +8% in valore sul 2016).

 

Per questo l’attività di incoming di buyer dal Paese nordamericano è stata ulteriormente potenziata rispetto agli scorsi anni, anche in collaborazione con Ice Canada, grazie alla quale quest’anno sono in fiera anche nuovi monopoli: SAQ (Quebec), ANBL (New Brunswick), NSLC (Nuova Scozia), che si aggiungono a quelli già tradizionalmente presenti: LCBO (Ontario), BCLDB (British Columbia), MBLL (Manitoba). Per presentare le nuove occasioni per il vino italiano, Ice Canada in collaborazione con Vinitaly organizza lunedì 16 aprile dalle ore 9,30 nello spazio wine2digital (primo piano Palaexpo) un incontro dal titolo “Destinazione Canada”, con i rappresentanti dei monopoli LCBO, SAQ, BCLDB, ANBL, NSLC, MBLL, per una presentazione dei singoli mercati.  

RUSSIA. Il Paese torna a essere strategico per il vino italiano. Attualmente l’import dall’Italia ammonta a circa 255 milioni di euro e le previsioni Vinitaly/Wine Monitor stimano nei prossimi cinque anni un incremento delle importazioni del 27,5%.  Per sostenere questo trend, la selezione per l’incoming quest’anno ha fatto leva su due tipologie di buyer: aziende top – grossi importatori da anni espositori a Vinitaly Russia con fatturati alti – interessati ad espandere il proprio portfolio; aziende di dimensione più piccola ma molto incentivate a trovare nuovi fornitori dall’Italia e creare da zero un portfolio di vini italiani.

 

CINA. Del 38,5% le previsioni di incremento per il vino italiano in Cina entro il 2022, dove attualmente l’Italia esporta vini per 143 milioni di euro ed è al sesto posto tra i Paesi importatori. Nella selezione degli operatori provenienti dalla Cina molto importante è stata quest’anno la valutazione geografica, per mantenere il presidio nelle città di prima fascia come Pechino, Shanghai, Hangzhou (il centro dell’ecommerce in Cina e sede di Alibaba) e Chengdu, che ha visto nel corso degli anni l’organizzazione di molte fiere dedicate al settore (tra cui Vinitaly Chengdu, parte del fuori salone del “China Food and Drinks Fair for Wine and Spirits”, uno degli eventi b2b più importanti del comparto vitivinicolo cinese, arrivato alla sua 98ª edizione), ma al tempo stesso addentrarsi all’interno del Paese, coinvolgendo aziende provenienti da città di seconda o addirittura di terza fascia: Beihai e Changchung (seconda fascia); Yantai (città di terza fascia), una delle  maggiori aree della Cina per produzione ed importazione di vini e Foshan (terza fascia).

DANESE: “RAFFORZARE MADE IN ITALY SUI MERCATI”

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“Il vino è il frutto della terra e del lavoro dell’uomo: per produrlo ci vuole amore, impegno, passione. Da oltre mezzo secolo, Vinitaly racconta questa passione e oggi, insieme ai padri fondatori del vino italiano e di Vinitaly, ci sono le generazioni che scriveranno la storia dei prossimi 50 anni. Quest’anno la Fiera di Verona festeggia i 120 anni di attività. Un anniversario a cui arriviamo dopo la trasformazione in società per azioni, accompagnata da un piano industriale che prevede investimenti rilevanti. Innovazione digitale, infrastrutture, analisi dei mercati e sviluppo internazionale: sono alcune delle linee di sviluppo che abbiamo individuato per il nostro futuro”. Lo ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, all’inaugurazione della 52^ edizione del Vinitaly.

“Vogliamo favorire in ogni modo la presenza in forma aggregata del made in Italy sui mercati mondiali. Per il vino italiano, in particolare, ci sono molte opportunità inesplorate, sia in aree che vengono considerate mature, come gli Stati Uniti, sia in quelle con un forte potenziale come la Cina. E vi è un’intera fascia nel Centro Sud del mondo, totalmente da scoprire per il nostro export. Cina, Russia, Stati Uniti, e prossimamente Sud America, sono aree che presidiamo costantemente, anche attraverso le attività di Vinitaly International e della Vinitaly International Academy – ha proseguito Danese -. Se vogliamo cogliere queste occasioni e diversificare realmente i mercati, è necessario però essere presenti come sistema e non come individualità. Per questo lavoriamo e lavoreremo sempre di più in stretta collaborazione con ICE, non solo nell’ambito del Piano di promozione straordinaria del made in Italy”.

“Il nostro ragionamento non si discosta da questa logica di aggregazione anche quando parliamo di sistema fiere. Con le Fiere di Parma abbiamo costituito la società VPE (Verona Parma Exhibition) per organizzare iniziative congiunte per la promozione nel settore wine&food, acquisendo a tale scopo anche il 50% delle quote di Bellavita Expo, società inglese specializzata nel trade show per il settore agroalimentare made in Italy – ha aggiunto il presidente di Veronafiere -. Martedì, poi, presenteremo la start up Wine South America promossa attraverso la nostra società controllata Veronafiere do Brasil, in programma a settembre nello stato di Rio Grande do Sul. Anche sul fronte della digital trasformation e del Vinitaly 4.0, stiamo portando avanti numerosi progetti, per aiutare i nostri espositori a capitalizzare sempre di più il loro investimento, distinguendo gli operatori professionali dai wine lover. In quest’ottica, abbiamo potenziato Vinitaly and the City, coinvolgendo in modo più ampio la Città e la provincia. Questo ci ha consentito di coinvolgere 35mila appassionati nelle iniziative fuori dal quartiere e di controllare le presenze dei visitatori nei padiglioni espositivi, selezionandoli da 150mila nel 2015 a 128mila nel 2017. Un altro strumento tecnologico innovativo è la Vinitaly Directory in tre lingue, tra cui il cinese che mette in contatto l’espositore con i buyer internazionali, permettendo una ricerca profilata di informazioni e favorendo l’attività commerciale tutto l’anno”.

“Ultimo ma non meno importante è il forte impegno, di risorse e progetti, che stiamo mettendo nel miglioramento delle infrastrutture. Tra gli interventi più importanti in fase di realizzazione ci sono il raddoppio dei posti auto nei parcheggi in viale dell’Industria, per un intervento complessivo di oltre 16 milioni di euro e la ristrutturazione conservativa delle Gallerie Mercatali, che abbiamo utilizzato per la serata di Gala di Vinitaly e di cui ora completeremo il restauro – ha concluso Danese -. Il nostro intento è quello di essere uno strumento di sviluppo economico e sociale. Uno dei nostri vantaggi competitivi è quello di essere inseriti in un territorio produttivo molto dinamico, in una città tra le più belle d’Italia, ricca di storia e cultura. E il vino, per il nostro Paese, è diventato l’ambasciatore di questi valori positivi che ci vengono riconosciuti e ci fanno apprezzare nel mondo. Perché, come ricordava Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, paese a cui è dedicata l’edizione 2018 di Vinitaly: ‘non ci può essere un buon modo di vivere, dove non c’è un buon modo di bere’”.

 

AL VIA 52^ EDIZIONE VINITALY

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Con 4.380 espositori (130 in più rispetto al 2017), 36 paesi esteri rappresentati nell’International Wine_Hall (erano 29 la scorsa edizione), si è aperta domenica 15 aprile la 52^ edizione di Vinitaly, in programma a Verona fino a mercoledì 18. Nel quartiere fieristico, in contemporanea a Vinitaly, si svolgono Sol&Agrifood, salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie.

Questa mattina, nell’Auditorium di Veronafiere, l’inaugurazione alla presenza del presidente del Senato, Maria Elisabetti Alberti Casellati, del presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, del viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, del governatore del Veneto, Luca Zaia, del sindaco di Verona Federico Sboarina, e del presidente della Provincia di Verona, Antonio Pastorello.

Nella mattinata si è tenuto anche il talk show «Il futuro dei mercati, i mercati del futuro: Italy first in America?» al quale hanno partecipato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, il vicepresidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, Paolo De Castro, il direttore ICE New York e coordinatore degli Uffici ICE Rete Usa, Maurizio Forte, e Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor.

“Vinitaly è un’eccellenza assoluta e un vero fiore all’occhiello per Verona, il Veneto e per l’intero Paese. Qui c’è l’Italia migliore, che lavora, che innova, che riesce a coniugare il lavoro nei campi con l’innovazione tecnologica e le nuove frontiere del commercio digitale”, ha detto Alberti Casellati.

“Desidero rivolgere un apprezzamento sincero alla straordinaria organizzazione fieristica veronese, per la dimostrazione di reggere la competizione globale e per l’esemplare capacità di trovare un contesto ideale e continuo fra il quartiere e la città, unica per l’inimitabile bellezza e il patrimonio artistico e architettonico”, ha proseguito.

“Da oltre mezzo secolo, Vinitaly racconta la passione per il mondo del vino. Innovazione digitale, infrastrutture, analisi dei mercati e sviluppo internazionale sono alcune delle linee di sviluppo che abbiamo individuato per il futuro della manifestazione, con cui favorire la presenza in forma aggregata del made in Italy sui mercati mondiali – ha sottolineato Danese -. Ci sono molte opportunità inesplorate per il vino italiano, sia in aree che vengono considerate mature, come gli Stati Uniti, sia in quelle con un forte potenziale come la Cina. E c’è un’intera fascia nel Centro-Sud del mondo, totalmente da scoprire per il nostro export”.

Per il sindaco Sboarina “Vinitaly è l’appuntamento mondiale per eccellenza dedicato al vino e il sistema vitivinicolo è uno dei settori chiave dell’economia della città. La collaborazione tra il management di Veronafiere e il Comune di Verona ha portato ad avere 600 nuovi posti auto e bus navetta gratuiti. Vinitaly è un’eccellenza della nostra città e solo con servizi eccellenti crescerà ancora. In questa logica si inserisce la riapertura delle Gallerie Mercatali, che hanno ospitato la cena di gala di Vinitaly e che sono oggetto di un progetto ambizioso di recupero urbanistico del quartiere. L’impegno dell’amministrazione comunale ci sarà, affinché questa fiera cresca, rimanga a Verona e sia motore della nostra economia”.

“Vinitaly mette in evidenza le nostre aziende, che non significa soltanto vino, ma anche i macchinari e le tecnologie. Il vino sta vivendo una fase positiva e le aziende si muovono lungo un’autostrada; ogni tanto, però, incappano nei caselli, stop forzati a causa della burocrazia. Chiedo al governo di mettere mano alle norme superate e di fare in modo che gli enti locali siano effettivamente al servizio delle nostre imprese nel mondo”, ha sottolineato Pastorello, mentre Olivero ha definito Vinitaly “la grande festa del vino italiano e un momento di riflessione per capire quanto è stato fatto e quali sono i passi per crescere ulteriormente. Il vino è diventato icona del made in Italy e il legame con il turismo è forte ed è in grado di rappresentare l’Italia. Questa città può confermarlo più di ogni altra che è possibile una liaison tra produzione e bellezza. Serve sempre di più aprirsi al turismo, perché i dati ci dicono che un turista su tre cerca food & wine”.

“La settimana scorda ero a Parigi all’Unesco e vi posso annunciare che stiamo costruendo l’ipotesi di candidatura per il Valpolicella. Nel mondo del vino abbiamo molto da comunicare, dobbiamo parlare di Wine Pride, dell’orgoglio del vino italiano, perché il vino deve essere il biglietto da visita dell’Italia nel mondo – ha detto Zaia -. Oggi saluterei in particolare i tanti ragazzi che lavorano giorno e notte in questi i giorni di Vinitaly, che è la più grande fiera e la più bella fiera del vino. E non è un caso che nasca in Veneto, perché l’Italia è il primo produttore mondiale di vino e il Veneto è la prima regione in Italia. Abbiamo una cinquantina di denominazioni e produciamo 8,5 milioni di ettolitri, esportiamo mezzo miliardo di euro di bollicine e dei quasi sei miliardi di export due miliardi li fa il Veneto”.