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COLLABORAZIONE NAZIONALE CUOCHI E BIRRA MORENA

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Negli ultimi tempi il consumo delle craft beer in Italia ha raggiunto livelli inimmaginabili sino a qualche tempo fa. Inevitabile che la cucina italiana e anche l’alta ristorazione, ne abbia preso atto per una rinnovata cultura del mangiare e del bere, proponendo nuovi abbinamenti che ben si sposano a tavola con le tradizioni della nostra cucina o di quella mediterranea in generale. Al passo con i tempi e gli stili di consumo, la nazionale italiana cuochi ha “avviato una collaborazione” con Birra Morena.

“La buona birra – spiega Gaetano Ragunì general manager della Nazionale italiana Cuochi – ha le credenziali per fondersi nei sapori e nelle consistenze del cibo. Non è difficile trovare il giusto equilibrio quando usi birre di eccellenza. Non vanno trascurati anche i valori nutrizionali che la birra conferisce, non secondario al piacere che la stessa riesce a dare. La birra in cucina non è una novità per le nostre tavole. Tante sono le nostre pietanze, rimandate di generazione in generazione, dove la birra la fa da padrona. Perché allora non tenerne conto? Proporremo la giusta birra al piatto corretto”.

I titolari del birrificio Birra Morena, la famiglia Tarricone, si dicono “lusingati che la Nazionale Italiana Cuochi abbia deciso di essere nostra ambasciatrice nel mondo. La nostra collaborazione è atta a diffondere il corretto abbinamento delle birre che produciamo con le varietà proposte dalla cucina italiana e, quindi, concretizzare un accoppiamento perfetto che ne valorizzi l’abbinamento. Con le nostre craft beer stiamo conquistando mercati internazionali sempre più specialistici che apprezzano le eccellenze italiane”.
Di questi giorni la notizia che il più diffuso marchio di qualità europeo Veganok, consigliato dall’Associazione Vegani Italiani Onlus, ha certificato Morena Lucana Bio quale birra anche idonea per la cucina vegana.

VINITALY, ORNELLAIA ROSSO PIÙ AMATO DA DONNE

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Ornellaia è il vino rosso preferito dalle donne, mentre Ferrari è il brand più amato in assoluto. Lo rivela una ricerca condotta dal portale di marketing e advertising Spot and Web, realizzata in occasione della 53^ edizione del Vinitaly. Ormai le donne hanno conquistato il mondo del vino. Le troviamo tra i sommelier, si affermano come winemaker ma si distinguono anche tra produttrici, enotecarie, ristoratrici, agronome, responsabili della qualità delle uve, viticoltrici, brand ambassador, guide enoturistiche, cantiniere e responsabili d’accoglienza nelle grandi cantine. Il mondo del vino sta quindi diventando sempre più “rosa”, considerando che ad oggi, secondo l’associazione ‘Donne del Vino’, più di un quarto delle 73.700 imprese italiane vinicole è guidato da donne (oltre 19.500).
In occasione del Vinitaly 2018, Spot and Web ha interrogato 500 donne sul consumo del vino e, alla domanda “Come dev’essere il vino ideale di una donna?”, si scopre un trend che è andato affermandosi negli ultimi anni: c’è un sostanziale equilibrio tra bianchi (33%) e rossi (31%), non disdegnando naturalmente gli spumanti (26%), i passiti (18%) e nuove correnti come i biologici (12%) e gli “orange” (7%). Tutto ciò conferma dunque quanto sia cresciuta la competenza enologica delle donne nonché la loro voglia di sperimentare e scoprire nuovi vitigni, così come la loro passione per il bere bene.

Quando lo consumano? Il momento più “in” è per una cena al lume di candela, quindi con un’occasione speciale a cui brindare, meglio se con un calice di buon vino rosso (37%); quasi sempre durante i pasti, un bicchiere di vino ci vuole (35%); per un aperitivo, magari alla luce del tramonto, è scelto dal 31% delle intervistate mentre nei momenti d’intimità col partner il 28% trova molto “gustoso” anticipare momenti di passione con del buon vino. Il 25% non può rinunciarvi durante un cocktail o una cena con le migliori amiche, mentre il 22% preferisce gustarselo (soprattutto il rosso…) davanti al camino nelle fredde serate d’inverno. In vacanza, sulla spiaggia, è un’ottima occasione per il 20% ma c’è anche chi ama sorseggiare il nettare di Bacco mentre legge un romanzo (17%) oppure durante la visione di un bel film (15%). Il vino è buon compagno anche quando si sta davanti al pc per controllare mail o navigare su internet (13%).

FERRERO LANCIA “PROGETTO NOCCIOLA ITALIA”

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Progetto Nocciola Italia, promosso dalla Ferrero Halzelnut Company, la divisione interna del Gruppo Ferrero interamente dedicata alla nocciola, mira a sviluppare una produzione corilicola 100% italiana, attraverso la creazione di un sistema di sviluppo territoriale, condiviso con gli attori della filiera, attraverso un sostegno agli imprenditori agricoli italiani. L’Italia rappresenta oggi il secondo player a livello mondiale con una quota di mercato di circa il 12% della produzione globale di nocciola e segue a distanza la Turchia che rappresenta il 70% del mercato complessivo. L’Italia però ha un grande potenziale di sviluppo grazie ad un territorio che, da Nord a Sud, è particolarmente vocato alla coltivazione di eccellenti varietà di nocciola.

A oggi in Italia vengono dedicati oltre 70.0000 ettari di terreno alla coltura della nocciola, con una produzione media di nocciola in guscio di circa 110.000 tonnellate/anno (dato medio/anno ultimi 10 anni). L’obiettivo auspicato dal Piano Nocciola Italia è quello che, entro il 2025, 20.000 ettari di nuove piantagioni di noccioleto (+30% circa dell’attuale superficie) possano essere sviluppate.  Sebbene la Ferrero Hazelnut Company soddisfi i propri bisogni di nocciole fornendosi da aree produttive localizzate in varie parti del mondo, mediante il Progetto Nocciola Italia una specifica attenzione sarà rivolta alla produzione italiana.

Attraverso il modello di crescita del Progetto Nocciola Italia, si intendono creare le condizioni per una concreta opportunità di riconversione e valorizzazione di ampie superfici del nostro territorio. 

Il progetto si articola su alcuni princìpi cardine: Valorizzazione vivaistica, fondamentale per costituire nuovi frutteti con le opportune garanzie fitosanitarie e di futura redditività; Qualificazione terreni, per produrre mappe di vocazionalità in accordo con le Regioni proprietarie dei dati di base ed individuare così i migliori areali da destinare a questa nuova filiera; Tracciabilità e sostenibilità, caratteristiche fondamentali per la valorizzazione delle produzioni di una agricoltura che guarda al futuro; Accordo di filiera, per sostenere il progetto mediante un impegno all’acquisto delle produzioni nel lungo periodo. Ferrero Hazelnut Company mette quindi a disposizione di tutta la filiera il proprio Know How, basato su una lunga tradizione e conoscenza del settore corilicolo.

Ferrero Hazelnut Company si rivolge a tutte le associazioni di categoria del comparto agricolo per il lancio del “Progetto Nocciola Italiana”, sull’intero territorio nazionale. Verrà a questo proposito lanciato un programma di incontri ed eventi sul territorio, che prevede incontri con i principali stakeholder dell’intero settore agricolo Italiano (Istituzioni, Associazioni di categoria, aggregazioni di produttori) per far conoscere e promuovere i princìpi ispiratori e il valore sociale ed economico, racchiusi nel Progetto Nocciola Italia.