Agroalimentare

Fieragricola chiude con quasi 100mila visitatori

VERONA (ITALPRESS) – La 116^ Fieragricola di Verona chiude oggi dopo quattro giornate di manifestazione registrando quasi 100mila visitatori. Un risultato in aumento del 45% rispetto alla precedente edizione che consolida il ruolo dell’evento quale salone internazionale di riferimento in Italia per il settore agricolo. Merito del format trasversale che abbraccia tutti i settori dell’agribusiness: meccanizzazione agricola, zootecnia, energie rinnovabili, servizi, tecnologie per smart irrigation, digitalizzazione e biosolution per la difesa del suolo.
In fiera, dal 31 gennaio al 3 febbraio, 820 aziende da 20 paesi hanno incontrato negli 11 padiglioni buyer da 28 nazioni, oltre all’Italia: Albania, Algeria, Armenia, Azerbaijan, Cile, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Egitto, Etiopia, Georgia, Ghana, Guatemala, Kazakhstan, Kenya, Macedonia del Nord, Mozambico, Pakistan, Polonia, Repubblica Ceca, Senegal, Serbia, Slovacchia, Spagna, Tunisia, Turchia, Ungheria e Uzbekistan.
Gli operatori stranieri sono selezionati sulla base delle richieste degli espositori con la collaborazione dell’Agenzia ICE del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Veronafiere, infatti, su tutti i suoi prodotti più importanti sta spingendo per accelerare il processo di internazionalizzazione e Fieragricola può giocare un ruolo primario, in uno scenario internazionale che riconosce all’Italia alcune eccellenze, a partire dalle tecnologie innovative della meccanica agricola.
Oltre al business, successo per sezione convegnistica di Fieragricola con oltre 140 appuntamenti dedicati all’aggiornamento e alla formazione professionale degli imprenditori agricoli, con un focus particolare sui cambiamenti climatici.
«Questa edizione di Fieragricola ha ribadito il valore dell’evento, considerato ormai la casa di tutti gli imprenditori agricoli – ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo -. Innovare in agricoltura è fondamentale per il futuro di tutti noi e questa fiera rappresenta lo strumento migliore per scoprire le ultime novità del settore e fare il punto sull’evoluzione sostenibile di tutta la filiera, insieme a aziende, buyer, mondo della ricerca e istituzioni. Ringraziamo in particolare il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida per aver sottolineato durante il taglio del nastro la valenza di Fieragricola, definendola gioiello organizzativo e modello per aiutare a far evolvere il sistema di qualità agroalimentare italiano». «Per organizzare questa edizione di Fieragricola – ha spiegato l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese -, ci siamo confrontati con la rapida evoluzione degli scenari di mercato all’interno delle filiere agricole, zootecniche, agroenergetiche, insieme alle criticità legate al climate change. Abbiamo quindi reso la manifestazione ancora più rispondente alle esigenze di aziende e visitatori, incrementando il numero di espositori e top player per ogni settore merceologico, aumentando anche gli operatori nazionali, soprattutto dal centro-sud Italia e quelli esteri, dai paesi dell’Est Europa, dell’Africa e del Medio Oriente. Ha inoltre ripagato la scelta di potenziare il livello di specializzazione delle aree tematiche e puntare sull’Agricoltura 4.0, con un’offerta di tecnologie digitali, robotica, e intelligenza artificiale».
-foto ufficio stampa Veronafiere-
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Parmigiano Reggiano torna a Taste con un focus sulle lunghe stagionature

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Parmigiano Reggiano torna sul palco di TASTE per tornare a parlare di lunghe stagionature: in mostra il 40 mesi. La manifestazione fiorentina è la cornice scelta per lanciare i festeggiamenti per il novantesimo compleanno del Consorzio, che si svolgeranno nell’arco di tutto il 2024 in concomitanza alle principali manifestazioni a cui parteciperà la Dop. L’ente di tutela che associa tutti i produttori di Parmigiano Reggiano viene infatti fondato il 27 luglio 1934. Da allora, la produzione è più che quadruplicata: da 37mila a 160mila tonnellate pari a oltre 4 milioni di forme che viaggiano in tutto il mondo, con una quota export che supera il 47%.
«Il 27 luglio 1934 nasceva il Consorzio del Parmigiano Reggiano: stiamo per spegnere 90 candeline, ma ci sentiamo più energici e proiettati al futuro che mai», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. «Solo negli ultimi tre anni, dal 2020 a oggi, abbiamo affrontato enormi sfide, reagendo alla pandemia e alle incognite legate alle incertezze macroeconomiche causate dal conflitto in Ucraina, quali il caro energia, l’incremento del costo delle materie prime e un’inflazione crescente che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. Al contempo, sono stati tre anni in cui il giro d’affari al consumo della Dop ha toccato i 2,9 miliardi di euro, ben 156.620 tonnellate, e la quota export è salita al 47%. Questi risultati sono merito sia del grande impegno che tutta la filiera sta portando avanti, sia della fedeltà che i consumatori continuano a dimostrare ai valori della nostra Dop: dalla lavorazione del tutto naturale alla cura artigianale, dal rispetto della tradizione al legame indissolubile con il territorio. Stiamo attraversando un momento di forte cambiamento, in cui si profilano con chiarezza le inevitabili rivoluzioni del futuro: il tema della sostenibilità; la gestione dei costi di produzione in uno scenario di incertezze mondiali; la tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio; le nuove sensibilità dei consumatori. Questi aspetti, centrali per il futuro della Dop e delle imprese della filiera, si manifesteranno in ambiti che dovranno essere governati o presidiati dal Consorzio, fondato proprio sul principio della potenza dell’azione collettiva rispetto a quella dei singoli».
Fonte foto: Consorzio Parmigiano Reggiano
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Confagricoltura, Pac e Green Deal strumenti inadeguati per competitività

ROMA (ITALPRESS) – Prosegue la mobilitazione degli agricoltori europei. L’ultimo annuncio è arrivato dalla Spagna dove le organizzazioni in modo unitario hanno deciso un programma di manifestazioni nelle Comunità autonome. Sono diverse le difficoltà del settore agricolo negli Stati membri. In Francia, ad esempio, da tempo si registra una perdita di competitività delle produzioni. Lo scorso anno le importazioni di carne di pollo hanno coperto oltre la metà del fabbisogno interno e per ridurre le giacenze di vini, si è resa necessaria una distillazione di crisi con uno stanziamento pubblico di 200 milioni di euro. In Spagna, primo produttore ed esportatore al mondo, la produzione di olio d’oliva è crollata della metà, rispetto alla media, a causa della siccità. Inoltre, continuano ad aumentare le importazioni di prodotti ortofrutticoli dai paesi terzi; un quinto in più nel primo semestre dello scorso anno sullo stesso periodo del 2022. Dovunque, però, sono sotto accusa la PAC e le proposte della Commissione europea per l’applicazione del “Green Deal” al settore agricolo. Questioni di assoluto rilievo che meritano un approfondimento. Secondo Confagricoltura “l’accordo sull’ultima riforma della PAC, raggiunto nel giugno 2021, suscitò commenti generalmente positivi da parte degli addetti ai lavori. Solo Confagricoltura sollevò nell’occasione una serie di riserve. “Le imprese agricole sono chiamate ad aumentare gli impegni in materia di sostenibilità ambientale, ma a fronte di minori risorse finanziarie”, dichiarò nell’occasione il presidente Giansanti. E ancora: “Non è stato assolutamente centrato l’obiettivo della semplificazione amministrativa da tutti auspicato”. Pagamenti insufficienti, ulteriormente ridotti in valore reale dall’eccezionale aumento dell’inflazione, e sovraccarico burocratico sono le criticità evidenziate dagli agricoltori durante le manifestazioni in atto”. Per quanto riguarda il “Green Deal”, secondo Confagricoltura “La Commissione europea in carica ha sempre manifestato un atteggiamento ideologico negativo nei confronti dell’impatto ambientale dell’agricoltura e, in particolare, della zootecnia. Al riguardo, basti ricordare che nel 2022, per far fronte all’instabilità dei mercati dovuta al conflitto in Ucraina, la Commissione decise una deroga agli obblighi della PAC in materia di destinazione non produttiva dei terreni e rotazione obbligatoria annuale dei seminativi. Dai provvedimenti furono esclusi mais e soia perchè – è scritto in una nota ufficiale della Commissione – “si tratta di produzioni tipicamente utilizzate per l’alimentazione del bestiame”. Nel tempo che resta a disposizione prima della conclusione della legislatura europea, occorre puntare a bloccare l’entrata in vigore delle intese raggiunte sul ripristino della natura e sulla revisione della direttiva relativa alle emissioni industriali. Poi, dopo le elezioni di giugno al Parlamento europeo e l’insediamento della nuova Commissione, i testi potranno essere rivisti e aggiornati per far coesistere, grazie alle innovazioni tecnologiche, la sostenibilità ambientale con quella economica. La sicurezza alimentare dell’Unione dipende dai livelli di efficienza e competitività delle imprese. E dal reddito che gli agricoltori riescono ad ottenere dal proprio lavoro” conclude nella sua nota settimanale Confagricoltura.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Sanremo, l’omaggio di Barilla nell’Archivio storico del gruppo

PARMA (ITALPRESS) – A pochi giorni dall’apertura della 74^ edizione del Festival di Sanremo, Barilla omaggia la musica italiana riportando alla luce le collaborazioni realizzate con due grandi artisti: Mina e Massimo Ranieri. Non solo, l’Archivio Storico del Gruppo conserva numerosi caroselli, spot e materiali di backstage legati alla cultura pop italiana e realizzati dai maestri Dario Fo ed Ennio Morricone, nonchè campagne di comunicazione come “Sanremo nel cuore” la raccolta punti lanciata nel 1987 dedicata alle più belle voci che, sino a quel momento, avevano calcato il palco dell’Ariston.
Una “Pasta diva”. A questo pensava Pietro Barilla quando, nel 1965, aveva incontrato a Roma Mina, che i sondaggi dell’epoca davano come la più amata dagli italiani. Una diva per rivoluzionare l’immagine della pasta e farla diventare un piatto di tendenza. Lei disse di sì, lasciandoci piccoli grandi capolavori fuori dal tempo, eccezionale interprete dei caroselli Barilla dal 1965 al 1970 che ebbero come obiettivo di togliere la pasta dall’ordinario per renderla una scelta di stile. In 5 anni Mina, diretta da registi del calibro di Valerio Zurlini, Piero Gherardi, Antonello Falqui ed Enrico Sannia registra più di 60 cortometraggi oggi conservati presso l’Archivio Storico Barilla nelle pellicole 35mm, dando voce alla qualità della pasta Barilla. Lo dirà lei stessa alla fine di ogni spot del 1965 “B come Buona cucina, un tocco di alta cucina nei piatti semplici di ogni giorno”. Un claim preceduto dalla sua musica, visto che in ogni carosello Mina intonava i classici del suo repertorio dell’epoca: “Brava”, “Vorrei che fosse amore”, “Niente di niente”, “La canzone di Marinella” a “Sacumdì sacumdà”, “L’ultima occasione”, “Un anno d’amore”, “Città vuota” “Un bacio è troppo poco”, “Soli” e “Quand’ero piccola”.
L’Italia più genuina e familiare fatta di musica, cibo e qualità vive nei caroselli con Massimo Ranieri che nel 1972 racconta per Barilla le “prove del fuoco” che hanno segnato la sua carriera, legando ad ogni ricordo una canzone: “Io e te”, “Rose Rosse”, “‘O sole mio”, “Pietà per chi ti ama”, “Guapparia”, “Adagio veneziano”, “Cronaca di un amore”, “‘O surdato ‘nnammurato”, “Jesus”, “Via del Conservatorio”.
In uno dei più iconici caroselli, Ranieri, dopo aver intonato “Rose Rosse”, apre la porta di casa ed entrando in cucina trova la mamma davanti ad un piatto fumante di pasta Barilla, che commenta “A casa nostra i tortiglioni si fanno così: olio, pomodoro, mozzarella, basilico e soprattutto tortiglioni Barilla”, l’unica che sopporta la “prova del fuoco” e cioè la doppia cottura in acqua e in padella, sul fuoco vivo.
Alle campagne di Barilla hanno partecipato anche altri protagonisti della storia del Festival. Come Dario Fo che nel 1959 realizza 10 short e giocosi sul tema del “ballista e gli amici del bar” e, 10 anni dopo, nel 1969, anima il Controfestival, con la contestazione e la parodia del mondo sanremese. O il maestro Ennio Morricone, che oltre a realizzare colonne sonore per il cinema è stato anche arrangiatore di grandi hit degli anni Sessanta, come “Se telefonando”, “Abbronzatissima” o “Sapore di Sale”. E che per Mulino Bianco ha firmato con le sue inconfondibili note anche il famoso spot sulla Famiglia del Mulino Bianco, unendo toni semplici e raffinati per riprodurre, si legge nei documenti dell’Archivio Storico Barilla, una “comune aria di famiglia”.
Il sodalizio tra Barilla e il mondo della musica non finisce con i caroselli. Prosegue nel 1987 coniugando nostalgia, passione per il collezionismo e Walkman&cuffiette tipici degli anni Ottanta. Con la campagna “Sanremo nel cuore”, una innovativa raccolta punti Barilla metteva in palio un’audiocassetta con una compilation di 12 canzoni in versione originale che ancora oggi raccontano la storia della kermesse. Tra queste, “Nel blu dipinto di blu”, “Non ho l’età”. Un regalo esclusivo dedicato, come recitava lo spot, a chi a chi vive Sanremo come un grande momento di tradizione italiana.
-foto ufficio stampa Barilla-
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Pasta Barilla ancora sul podio della classifica de Il Salvagente

PARMA (ITALPRESS) – Quest’anno la classifica de Il Salvagente, l’associazione leader nei test di laboratorio a tutela dei consumatori, è stata dedicata al formato di pasta mezze maniche. E così per il secondo anno consecutivo la linea Barilla Al Bronzo mette a segno un oro. I Mezzi Rigatoni Barilla Al Bronzo si sono, infatti, aggiudicati il primo posto nella classifica de Il Salvagente. I Mezzi Rigatoni Barilla Al Bronzo conquistano dunque la valutazione di “Eccellente” con un voto di 9.5 superando il confronto con 13 altri marchi dello stesso formato che sono stati analizzati dall’associazione. Il test de Il Salvagente è stato condotto analizzando gli agenti inquinanti e l’eventuale presenza di sostanze tossiche. Il giudizio finale è stato completato dalla prova organolettica del prodotto con una valutazione all’assaggio per verificare la tenuta in cottura, la durezza, la stabilità e la collosità della pasta. Barilla Al Bronzo conquista il primo posto per il secondo anno consecutivo dopo che nel 2023 gli Spaghetti si erano aggiudicati il gradino più alto del podio, a conferma dell’eccellenza tutta italiana della linea, data dalla lavorazione grezza e dalla ruvidità intensa.
Ma la linea Barilla Al Bronzo non è l’unica in casa Barilla ad avere raggiunto valutazioni importanti. Anche le Mezze Maniche Rigate della linea I Classici Barilla, nell’inconfondibile e iconica Blue Box, hanno ottenuto un giudizio alla prova di assaggio di “Ottima/Eccellente”. Nata dalla selezione dei migliori grani duri 100% italiani, frutto di una filiera corta, controllata e tutta italiana, la pasta I Classici Barilla si aggiudica un punteggio molto alto pari a 9.
Francesco Del Porto, president di Barilla Italia, dichiara: “Siamo molto orgogliosi di questi riconoscimenti, che sono frutto della combinazione tra la passione e le competenze che ogni giorno guidano il nostro lavoro. Un impegno – aggiunge – che riguarda sia la nostra gamma di punta Barilla ‘Al Bronzò sia la linea dei ‘Classici Barillà, nell’iconico pacco Blu, e che si concretizza in una pasta sempre di alta qualità, tenace, dal gusto ottimo, in grado di catturare qualsiasi sugo, che garantisce quindi una esperienza di grande piacere a tavola”.
I successi nel gruppo Barilla, però, non finiscono qui. La classifica riporta anche i risultati eccellenti ottenuti da La Mezza Manica Rigata di Voiello, che nei test de Il Salvagente ha ottenuto lo stesso punteggio delle Mezze Maniche Rigate Barilla di 9. Realizzata con Grano Aureo 100% italiano, la varietà prodotta esclusivamente per Voiello da agricoltori selezionati del Sud Italia, La Mezza Manica Rigata Voiello ha ricevuto una valutazione alla prova organolettica di “Ottima/Eccellente”.
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– Foto: ufficio stampa Barilla –

Confagricoltura a Fieragricola tra innovazione e nuove sfide

VERONA (ITALPRESS) – Agritech, nuove tecniche genomiche e carbon farming, sostenibilità e cambiamenti climatici, PNRR e macchine agricole. Sono questi alcuni temi che Confagricoltura affronta a Fieragricola, la rassegna internazionale dell’agricoltura, di scena a Veronafiere fino al 3 febbraio. Attraverso seminari, workshop e dibattiti, gli esperti di Confagricoltura e degli enti collegati, si confrontano con i rappresentanti delle imprese, dei centri studi e delle Università, per guardare alle sfide che riguardano gli imprenditori agricoli e lo sviluppo del settore primario. Un settore dal quale in questi giorni si sta levando alta la protesta, sintomo di un malessere diffuso. I trattori sono arrivati anche davanti alla Fiera, una piccola rappresentanza che ha incontrato il ministro per l’agricoltura e la Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. E proprio al ministro il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha consegnato un documento nel quale si ribadisce che “la protesta che si sta svolgendo in questi giorni va ricondotta a un dibattito istituzionale che, come Organizzazione, ci vede impegnati ogni giorno ad ogni livello, in Italia e in Europa. Le Istituzioni, soprattutto europee, – ha spiegato il presidente Giansanti – conoscono perfettamente la nostra posizione che non abbiamo esitato a rimarcare in ogni occasione pubblica, presentando proposte di miglioramento alle attuali norme. Abbiamo la certezza che il dibattito nelle sedi opportune, e in questo caso Ue, ci aiuti a ottenere risultati concreti”.
Il tema della PAC, su tutti, è centrale: “La nostra posizione, a tal proposito, è stata di natura strategica: abbiamo fin da subito dichiarato che gli accordi raggiunti hanno portato a una riforma non solo estremamente complessa, ma soprattutto inadeguata alle reali esigenze di produttività e competitività delle imprese agricole”. Sulla proposta licenziata dalla Commissione per derogare all’obbligo previsto dalla PAC di destinare una parte dei terreni a finalità non produttive, Giansanti ha ribadito che si tratta di “Una proposta con un sovraccarico di condizioni tale da limitare in modo significativo l’efficacia della misura. Il testo va modificato per aumentare effettivamente le produzioni di cereali e semi oleosi. Siamo già in contatto con il nostro ministero e con le principali organizzazioni agricole degli Stati membri per ottenere le indispensabili e profonde modifiche”, conclude il presidente della Confagricoltura. Venerdì prossimo è convocato al Masaf un tavolo tecnico per definire una proposta unitaria da sostenere in Europa.
Tutte le iniziative in programma anche nei padiglioni di Fieragricola approfondiranno queste tematiche che culmineranno il 26 febbraio con l’assemblea straordinaria di Confagricoltura a Bruxelles.
Temi complessi, come le motorizzazioni dei macchinari per l’agricoltura interessati dalle politiche green dell’Unione. Ma anche il carbon farming, l’agrivoltaico, biometano e biogas, l’irrigazione di precisione legata cambiamenti climatici.
Con Hubfarm, una piattaforma innovativa per la gestione dei dati, Confagricoltura ha indagato le opportunità legate alla digitalizzazione delle imprese, fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale.
Riguardo all’innovazione, sono molti i progetti presentati da Confagricoltura, come un progetto con la rete Innosap e la partecipazione delle Università di Verona e Padova finalizzato a consolidare la produttività delle colture e migliorare le proprietà funzionali degli alimenti. Spazio anche alla tecnologia, con il primo prototipo di robot pensato per raccogliere la frutta, oltre a ulteriori due soluzioni tech per l’agricoltura: un drone attrezzato per i trattamenti degli ulivi e un robot che entra nelle serre di orticole e distribuisce fertilizzanti e fitofarmaci in quantità perfetta, in base alle esigenze delle piante.
-foto ufficio stampa Confagricoltura-
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Al via Fieragricola fra innovazione e tecnologie green

VERONA (ITALPRESS) – Sono innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione le parole chiave della 116^ edizione di Fieragricola, che da oggi a sabato 3 febbraio animerà il quartiere fieristico di Veronafiere, con 820 espositori da 20 Paesi, 11 padiglioni occupati, 52.000 metri quadrati, delegazioni e buyer provenienti da 28 Paesi grazie all’attività di incoming dei delegati esteri di Veronafiere e di ICE Agenzia.
Una manifestazione, secondo il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto questa mattina all’inaugurazione che rappresenta «un gioiello organizzativo e un modello per aiutare a far evolvere il sistema di qualità agroalimentare italiano che sta affrontando la sfida di coniugare la transizione ecologica con la produttività».
Il comparto agricolo italiano, con oltre 1,1 milioni di aziende agricole, una superficie agricola utile di circa 12,5 milioni di ettari, è alle prese con la sfida dei cambiamenti climatici, uno dei temi portanti di Fieragricola 2024.
«L’agricoltura italiana vuole crescere, sempre pronta a ripartire e trova a Veronafiere la propria casa – ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo -. Dopo la crisi del Covid i numeri di questa edizione della manifestazione non erano scontati e confermano Fieragricola come rassegna leader a livello internazionale, una vetrina per le imprese a vantaggio di un settore che vale in Italia oltre 600 miliardi di euro e supera i 60 miliardi di export».
Al taglio del nastro presenti anche l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, il presidente di ICE-Agenzia, Matteo Zoppas, il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, e il presidente della Provincia di Verona, Flavio Massimo Pasini.
Fieragricola è una manifestazione trasversale con un format espositivo che abbraccia tutti i principali settori dell’agricoltura rappresentati: meccanica agricola; zootecnia; colture specializzate come vigneto, frutteto, olivo; energie rinnovabili; chimica verde; servizi; multifunzionalità delle imprese agricole; tecnologie hi-tech per la crescita dell’agricoltura sostenibile. Nei quattro giorni di manifestazione sono in programma 140 convegni per rispondere alle esigenze di formazione del settore, chiamato a innovare per migliorare competitività, resilienza e redditività.
Per il presidente di ICE-Agenzia, Matteo Zoppas, «le fiere permettono all’Italia di fare sistema e aiutano le imprese che puntano ai mercati esteri. La potenzialità dell’agricoltura italiana è elevata e può aiutare a sostenere le esportazioni, in particolare verso l’Africa, oggetto del Piano Mattei illustrato due giorni fa dal Governo, e verso i Balcani, un’altra area dinamica e che ha bisogno delle nostre tecnologie”.
E anche la 116^ edizione di Fieragricola, a pochi giorni il vertice Italia-Africa di Roma, getta un ponte verso il continente africano, con la presenza in fiera di delegazioni commerciali da Algeria, Egitto, Etiopia, Ghana, Kenya, Mozambico, Senegal, Tunisia.
“E’ un orgoglio ospitare questo evento internazionale che ha in programma un’agenda fitta di temi importanti come l’innovazione, la sostenibilità, e non da ultimo l’inclusione dei giovani e delle donne nell’attività produttiva nazionale – ha detto il sindaco di Verona, Damiano Tommasi -. Verona, dunque, rappresenta sempre di più un luogo di riflessione, ricerca, studio e scambio di buone pratiche. Veronafiere ha dimostrato che il successo è dovuto all’impegno di tutti gli attori coinvolti: non solo singole persone e istituzioni, ma espositori, visitatori, aziende che supportano il progetto di Fieragricola e che ne sono l’anima”.
-foto ufficio stampa Veronafiere-
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Mantegazza “Tavolo comune per soluzioni condivise per l’agricoltura”

ROMA (ITALPRESS) – “Condividiamo la necessità, espressa dal ministro Lollobrigida, di dare risposte concrete ai problemi che frenano le potenzialità e l’ulteriore sviluppo dell’agricoltura italiana e alla richiesta di semplificazione di tante norme che ostacolano l’attività delle imprese agricole. Condividiamo anche la proposta del ministro di istituire un Tavolo politico e un gruppo tecnico che consentano di individuare soluzioni più efficaci ai problemi sollevati”. Così il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza, in merito a una lettera inviata nei giorni scorsi alle organizzazioni agricole.
“La risoluzione di questi problemi riguarda, insieme alle imprese, un milione di lavoratori, in larga maggioranza stagionali, il cui reddito e la cui occupazione sono indissolubilmente legati all’andamento delle imprese. Chiediamo, quindi, che il confronto che sta per avviarsi ci veda pienamente coinvolti per poter contribuire a individuare soluzioni e definire misure che siano condivise da tutte le rappresentanze del mondo agricolo e che, proprio perchè condivise, rafforzino le posizioni italiane sui tavoli europei”, conclude.
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– Foto: ufficio stampa Uila-Uil –