Agroalimentare

Vinitaly torna a Veronafiere con 4.000 aziende da 30 nazioni

VERONA (ITALPRESS) – Dal 2 al 5 aprile torna a Veronafiere Vinitaly, il più importante salone dedicato al vino e ai distillati. Oltre 4.000 le aziende espositrici da più di 30 nazioni, 100mila metri quadrati espositivi netti, con 17 padiglioni occupati. Sono i numeri della 55^ edizione della manifestazione che ribadisce il proprio ruolo di principale piattaforma b2b internazionale del prodotto vitivinicolo.
Il numero di operatori attesi soltanto dall’estero conta di superare le 25mile presenze, da oltre 130 paesi (dato 2022).
Intanto, è già record con 1.000 top buyer da 68 nazioni in arrivo a Verona: un contingente di super-acquirenti selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con ICE Agenzia, cresciuto del 43% rispetto all’anno precedente.
Un’edizione di Vinitaly, quindi, a tutto business, con oltre 10mila appuntamenti d’affari già fissati prima dell’inizio della rassegna tra aziende e professionisti del comparto, grazie al sistema di matching online.
In contemporanea a Vinitaly sono in programma gli altri due saloni professionali Enolitech e Sol&Agrifood, che portano il totale espositivo in quartiere a più di 4.400 aziende.
Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia il vino italiano rappresenta il campione dell’export made in Italy, delle 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), con una bilancia commerciale in attivo di 7,4 miliardi di euro. L’industria vitivinicola nazionale vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530mila aziende con circa 870mila addetti.
Una filiera a tutti gli effetti strategica per l’economia del Paese, come conferma l’attenzione delle Istituzioni, presenti da domani a Vinitaly.
L’inaugurazione del 55° Vinitaly è in programma alle ore 11, nell’auditorium Verdi (piano -1, Palaexpo di Veronafiere) con i saluti di: Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati; Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Luca Zaia, presidente delle Regione del Veneto; Damiano Tommasi, sindaco di Verona; Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona; Federico Bricolo, presidente di Veronafiere.
Al termine, consegna dei riconoscimenti del Premio Vinitaly International, con la presenza di Pasquale Salzane, presidente di Simest; Matteo Zoppas, presidente di ICE Agenzia; Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere.
Alle ore 12, inaugurazione anche per lo stand della Regione del Veneto (padiglione 4, posizione D4/E5), con il governatore Luca Zaia.
A seguire, alle ore 12.30, nell’area Masaf (piano terra Palaexpo) c’è il taglio del nastro di “Italia Spazio Espositivo”, con lo svelamento dei quadri della Galleria degli Uffizi “Bacco Fanciullo” di Guido Reni e “Bacco” di Caravaggio, per la mostra “Bacco Divino”. Intervengono Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura; Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi. L’ingresso a questo evento è riservato a giornalisti e operatori accreditati dal Ministero dell’Agricoltura (mail [email protected]; mob. 344.020.0031). Viene trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook del Masaf e proiettato su videowall all’esterno dell’area del Ministero.
Alle ore 14 (ingresso dal palazzo Uffici di Veronafiere) arriva la delegazione internazionale dai Balcani con Aleksandar Vucic, presidente della Repubblica di Serbia, Edi Rama, primo ministro dell’Albania, e Dimitar Kovachevski, primo ministro della Macedonia del Nord. Ad accoglierli, Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri; Matteo Zoppas, presidente di Ice Agenzia; Luca Zaia, presidente della Regione Veneto; Federico Bricolo, presidente di Veronafiere.
Alle ore 15.30, nella sala Respighi (primo piano Palaexpo), si tiene l’incontro organizzato dal Masaf “Vino: fare sistema”, con la partecipazione di Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri; Patrizio La Pietra, sottosegretario Masaf; Matteo Zoppas, presidente ICE Agenzia; Ettore Prandini, presidente di Coldiretti; Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura; Cristiano Fini, presidente di CIA; Tommaso Battista, presidente di Copagri; Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi; Luca Rigotti, coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative; Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini; Micaela Pallini, presidente di Federvini; Giangiacomo Gallarati, di presidente Federdoc.
Nel corso della mattinata, è prevista anche la visita a Vinitaly in forma privata di Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e di Orazio Schillaci, ministro della Salute.
Alle ore 18, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, visita il fuori salone Vinitaly and the City, in piazza dei Signori, nel centro storico di Verona, insieme a Matteo Gelmetti, vicepresidente di Veronafiere.
-foto ufficio stampa Veronafiere-
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Pecoraro Scanio “Attacchi sgangherati a cucina italiana e alla pizza”

NAPOLI (ITALPRESS) – “Il pomodoro lungo usato sulla pizza è arrivato a Napoli nel 1770 e è documentato sulla pizza da inizio ‘800 eppure si diffondono bufale sgangherate che vorrebbe la pizza al pomodoro inventata nel’900 in USA. Sono attacchi patetici alle tradizioni della cucina italiana che vanno contrastati in modo netto”. Ecco la denuncia in un video di Alfonso Pecoraro Scanio presidente della fondazione Univerde , già ministro dell’agricoltura e promotore di z#pizzaUnesco e #noFakefood che aggiunge “questo attacco alla dieta mediterranea e alle nostre tradizioni coincidono con lo sfrenato tentativo di imporre cibi sintetici ,ogm e una specie di dieta unica mondiale di cibi anonimi standard in mano a poche multinazionali. L’Italia è un baluardo contro questo attacco ed ecco perchè vogliono demolire la reputazione di prodotti simbolo come pizza, parmigiano o pasta. Occorre accelerare con legge contro cibi sintetici e azioni in Ue contro cibi anonimi come hanno chiesto 1 milione di cittadini in 10 paesi in una Ice lanciata da Coldiretti, Campagna Amica, Fondazione Univerde, slow food e altri”.

– foto: ufficio stampa Univerde
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Bloccata registrazione marchio “Alpina Parmesano Snack” in Colombia

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Grazie all’opposizione formale del Consorzio Parmigiano Reggiano, incaricato della tutela della Dop in tutto il mondo, è stato fermato il sesto tentativo del gruppo Alpina di registrare il marchio “Parmesano” in Colombia.
La Sovrintendenza all’Industria e al Commercio ha emesso un importante provvedimento per la tutela delle Indicazioni Geografiche nel paese latino-americano, negando la registrazione del marchio misto “Alpina Parmesano Snack” sulla base della Dop. La Sovrintendenza, confermando così la decisione emessa in prima istanza, ha ritenuto che la protezione delle denominazioni d’origine sia sufficientemente ampia da far sì che l’impedimento alla registrazione non si limiti alla semplice riproduzione letterale del loro nome, ma anche a qualsiasi tipo di imitazione, anche solo evocativa. Pertanto, ha stabilito che il marchio richiesto, rivendicato per latte, prodotti lattiero caseari e specialmente snack a base di formaggio, includendo la parola “Parmesano”, fosse evocativo della Dop Parmigiano Reggiano e quindi non registrabile. In risposta alle argomentazioni di Alpina, la Sovrintendenza ha sottolineato che il termine “Parmesano” non può essere considerato di uso comune nel commercio per identificare qualsiasi tipo di formaggio, poichè l’articolo 220 della Decisione Andina 486 del 2000, ovvero la normativa applicabile in Colombia e nella Comunità Andina in materia di proprietà intellettuale, stabilisce che le denominazioni d’origine non sono considerate comuni o generiche finchè la loro protezione sussiste nel Paese d’origine. Inoltre, la Sovrintendenza ha ritenuto che il marchio richiesto fosse potenzialmente ingannevole poichè, a causa del prestigio e della fama del Parmigiano Reggiano nel mercato alimentare, l’inserimento della parola “Parmesano” potrebbe indurre in errore i consumatori sull’origine e sulle caratteristiche del prodotto di Alpina. “Dopo la vittoria ottenuta a marzo 2022 in Ecuador, prosegue la lotta globale del Consorzio contro l’uso illegittimo del termine Parmesan”, ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. “La nostra è un’azione portata avanti non solo nell’interesse di tutta la filiera del Parmigiano Reggiano, ma anche dei consumatori colombiani, che non correranno più il rischio di essere ingannati al momento dell’acquisto. La decisione della Sovrintendenza all’Industria e al Commercio rappresenta una vittoria importante per il sistema delle Indicazioni Geografiche nel continente americano, poichè viene ribadita l’importanza fondamentale del legame tra prodotto, territorio e Denominazione di Origine. Questa decisione – ha concluso – è un’ulteriore pietra miliare su cui costruire una strategia più ampia a livello globale, che andrà a beneficio non solo della Dop Parmigiano Reggiano, ma di tutte le Indicazioni Geografiche”.
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-foto ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano-

Consorzio Grana Padano “Bando al cibo sintetico scelta lungimirante”

DESENZANO DEL GARDA (ITALPRESS) – Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano saluta “con grande soddisfazione” la decisione del Governo di bandire il cibo sintetico. “La lungimirante e coraggiosa scelta della presidente Meloni e del ministro Lollobrigida rappresentano una convinta tutela per i consumatori e per i produttori italiani – si legge in una nota -. La storica decisione arriva in un momento in cui i tentativi di attacco al cibo italiano e alla sua candidatura a Patrimonio Immateriale dell’Umanità si moltiplicano”.
“Il Financial Times, attingendo a notizie parziali e a boutade provocatorie, tese solo ad alimentare uno stupore atto a generare notorietà a buon mercato, diventa uno strumento dei detrattori che, sperando di distruggere una certezza mondiale, quali sono il pregiato cibo italiano e la benefica cucina mediterranea, auspicano di trovare nuovi spazi nella new economy dei tempi attuali – si evidenzia nel comunicato -. Cioè quella del cibo che attrae interessi e investimenti dalla non più espansiva vecchia new economia della Silicon Valley e dintorni che continua a “liberare” mano d’opera e capitali attratti dagli oltre venti miliardi di pasti giornalieri che si realizzeranno via via progressivamente nel 2050″.
Per il Consorzio di tutela “la storia dell’economia mondiale e, conseguentemente, la geopolitica, sono piene di provocazioni, strumentalizzazioni, artifici e fake news finalizzate ai new business che nascono per sostituirsi a tradizioni consolidate ed economie radicate nei territori, alimentate dalla realtà.
Solo un esecutivo solido, lungimirante e coraggioso poteva legiferare contro le prime emersioni dell’inganno del secolo teso a produrre nuovi profitti a danno dei cittadini consumatori e dei produttori”. “Un applauso convinto a chi ha voluto e saputo operare questa scelta da parte della più grossa e diffusa DOP europea, quella del Grana Padano ormai consumato per quasi il 50% fuori dall’Italia e volgarmente copiato in ogni dove”, conclude la nota.

– foto ufficio stampa Consorzio Tutela Grana Padano –
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Cucina italiana candidata Unesco, consegnato il dossier a Parigi

ROMA (ITALPRESS) – A Parigi l’ambasciatore italiano presso l’UNESCO Liborio Stellino ha consegnato a Tim Curtis, responsabile UNESCO per la Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità, il dossier di candidatura della cucina italiana.
La candidatura è stata lanciata nei giorni scorsi dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, rappresentato da Francesco Lollobrigida, e dal ministero della cultura, rappresentato da Gennaro Sangiuliano.
“La cucina italiana non è solo cibo o un semplice ricettario ma un insieme di pratiche sociali, abitudini e gestualità che portano a considerare la preparazione e il consumo del pasto come momento di condivisione e incontro. E’ il rito collettivo di un popolo che concepisce il cibo come elemento culturale identitario – spiegano i due ministeri -. In Italia cucinare è un modo di prendersi cura della famiglia e degli amici (quando lo si fa in casa) o degli avventori (quando lo si fa al ristorante). E’ un mosaico di tanti saperi locali, un’espressione di creatività e conoscenza che si fa tradizione e si trasmette tra generazioni. E’ anche una forma di tutela della biodiversità, basata sul non sprecare nulla, sul riutilizzo del cibo avanzato e sui prodotti stagionali dei vari territori”.
“La cucina italiana fa parte della nostra storia ed è un patrimonio per 60 milioni di italiani che vivono nel Paese, per 80 milioni di italiani e loro discendenti che vivono al di fuori del Paese e per tanti stranieri che amano e si ispirano allo stile di vita italiano – sottolineano Masaf e Mic -. A promuovere la candidatura “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, supportata dal Comitato scientifico preseduto dal professor Massimo Montanari e approvata dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco, sono tre comunità: l’Accademia italiana della Cucina, Istituzione culturale della Repubblica, fondata nel 1953 da Orio Vergani, che vanta oltre 80 sedi all’estero, 220 in Italia e più di 7.500 accademici associati; la Fondazione Casa Artusi, fondata nel 2007 con il fine di promuovere “la cucina di casa italiana” come declinata da Pellegrino Artusi sin dalla seconda metà dell’Ottocento;
La Cucina Italiana, fondata nel 1929, la più antica rivista gastronomica al mondo ancora in edicola”.
Tra le varie comunità sostenitrici della candidatura, Slow Food, ALMA (Scuola Internazionale di Cucina Italiana), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d’Italia).

– foto ufficio stampa Ministero della Cultura –

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Il Governo vieta il cibo sintetico

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che vieta il cibo sintetico.
“Abbiamo ragionato affrontando il tema della qualità, prodotti da laboratorio non la garantiscono, così come non garantiscono benessere e tutela della nostra cultura e tradizione. La produzione all’interno di bioreattori produrrebbe maggiore disoccupazione, e comporterebbe rischi per la biodiversità. Inoltre, vediamo un rischio di ingiustizia sociale”, ha spiegato il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.
“Abbiamo una norma che prevede 6 articoli, sancisce il divieto di vendita, produzione, importazione e ci sono sanzioni anche molto rigide per chi dovesse violare queste norme. Non c’è un atteggiamento di tipo persecutorio ma di forte volontà di tutela del cittadino”, ha aggiunto.

Il decreto sancisce il divieto di impiegare, nella preparazione di alimenti o bevande,  endere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o comunque distribuire per il consumo alimentare, cibi o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati.
In caso di violazione il prodotto sarà confiscato e l’operatore è soggetto a una multa che va da 10mila fino ad un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione.
Il monitoraggio sarà effettuato nell’ambito delle attività di competenza del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Ministero della Salute.

– foto Agenziafotogramma.it –

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La Uila dice no al cibo sintetico, “Tutelare la filiera”

ROMA (ITALPRESS) – “Apprezziamo la decisione di presentare una proposta di legge per vietare la produzione e il commercio in Italia di cibo e mangimi sintetici. E’ un altro passo avanti a difesa dei consumatori e del Made in Italy che si aggiunge alla decisione di pochi giorni fa, che ci vede altrettanto concordi, dell’obbligo di etichettatura per le farine che hanno origine da insetti”. Così il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, in merito al disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici” all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. “E’ del tutto evidente che l’agroalimentare europeo e, quello italiano in particolare, siano sotto attacco da parte di un ambientalismo che, ogni giorno di più, prescinde nelle sue scelte della tutela dei consumatori, del lavoro e delle imprese” prosegue Mantegazza. “Come Uila esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per decisioni che, giorno dopo giorno, mettono da un lato in discussione la straordinaria ricchezza del nostro patrimonio enogastronomico e dall’altro a rischio il futuro lavorativo di un milione e mezzo di persone. Crediamo sia venuto il momento di mettere in fila tutti gli attacchi che la filiera nel suo complesso sta subendo per una iniziativa che veda insieme governo sindacati e imprese a difesa di produzioni che tutto il mondo apprezza e del lavoro che le produce” conclude il segretario generale.
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-foto ufficio stampa Uila-

Ricavi in crescita e nuovi prodotti in arrivo per Caffè Borbone

NAPOLI (ITALPRESS) – Caffè Borbone ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 262,7 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto all’esercizio precedente, che era stato influenzato dall’aumento del consumo domestico di caffè dovuto alla pandemia.
Caffè Borbone, nato a Napoli nel 1997, dal 2018 fa parte del gruppo Italmobiliare, che detiene il 60% del capitale. Sul fronte dei canali distributivi, l’esercizio 2022 sconta gli impatti di breve periodo legati alla strategia di servire in diretta i negozi specializzati diminuendo il ricorso al canale wholesale, cresce invece a tassi superiori alla media il canale GDO (Grande Distribuzione Organizzata). Incoraggianti i segnali dall’estero, che registra una crescita del 22%.
Il monoporzionato rimane il prodotto principale e si registra una ripresa delle vendite di caffè in grani (+17% rispetto al 2021, che aveva risentito del rallentamento del canale Ho.Re.Ca. a causa dell’emergenza sanitaria).
Il margine operativo lordo si attesta a 65,8 milioni di euro, con una marginalità sul fatturato di poco superiore al 25% e costi non ricorrenti pari a 2,7 milioni di euro. Al netto di questi costi, il margine operativo è pari a 68,5 milioni di euro. La contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è legata principalmente all’incremento del costo delle materie prime, l’aumento dei costi di trasporto e del costo dell’energia elettrica.
Al netto di ammortamenti in lieve crescita, il risultato operativo è pari a 54,8 milioni di euro e l’utile netto dell’esercizio 2022 è pari a 38,8 milioni di euro.
La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2022 è negativa per 20,6 milioni di euro, già al netto della distribuzione di dividendi per 50 milioni di euro (di cui 20 milioni di euro nell’ultimo trimestre). La generazione di cassa al lordo dei dividendi è positiva per 22 milioni di euro, nonostante la crescita di 10,5 milioni di euro del capitale circolante.
“Nonostante le difficoltà date dal contesto economico internazionale, siamo riusciti a consolidare la nostra posizione di leadership nel monoporzionato, comparto per cui in Italia risultiamo essere la prima azienda per contribuzione alla crescita della categoria. Gli investimenti in ricerca e sviluppo ci permettono di ampliare, differenziare e innovare costantemente la nostra offerta. ll nostro obiettivo è quello di continuare a espanderci in più canali di vendita con nuovi formati e miscele ad hoc e di spingere l’export con ulteriore crescita nei mercati esteri”, afferma Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone.
In questi primi mesi del 2023, Caffè Borbone ha lanciato due novità. La prima è Miscela Light, con il 50% in meno di caffeina, frutto della combinazione tra Miscela Blu e Miscela Dek decaffeinata. “Lanciare una miscela con il 50% di caffeina in meno è sicuramente una scelta coraggiosa che sappiamo sarà apprezzata da chi non vuole rinunciare al gusto ma preferisce poter scegliere – afferma Schiavon -. E’ proprio questa la sfida che abbiamo voluto intraprendere, offrire alle persone una scelta alternativa superando il preconcetto che il caffè decaffeinato non sia vero caffè. Miscela Light dimostra proprio il contrario”.

– foto ufficio stampa Caffè Borbone –

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