Agroalimentare

Ferrero amplia la gamma dei gelati e sbarca nei chioschi e nei bar

ROMA (ITALPRESS) – I gelati in Italia rappresentano, per dimensione a valore, la terza categoria nel mercato del dolce
confezionato: nel solo canale della grande distribuzione valgono complessivamente 1,4 miliardi di euro e godono di una crescita continua. Si tratta di un mercato con un trend in forte crescita, considerando che nel 2019 valeva 1,1 miliardi di euro. L’ l’accelerazione più forte si è vista negli ultimi anni: la stagione 2022 è stata molto positiva (+16% a valore), complici anche l’innovazione e le alte temperature.
In vista della prossima estate Ferrero ha deciso di ampliare la gamma di stecchi con cinque novità: Ferrero Rocher White, Ferrero Rondnoir, Kinder Chocolate Ice Cream e le versioni Triple Experience di Ferrero Rocher e Raffaello, portando così a 13 le referenze della linea.
Tutte le novità (ad eccezione di Ferrero Rondnoir e Ferrero Rocher White presenti esclusivamente nella grande distribuzione), saranno disponibili a partire da quest’anno anche nei bar e nei chioschi delle spiagge insieme alle altre proposte che compongono la gamma di gelati Ferrero.

– foto ufficio stampa Ferrero –
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Da Enea kit per rintracciare sostanze tossiche nel latte

ROMA (ITALPRESS) – L’Enea ha messo a punto un kit diagnostico per aziende lattiero-casearie e laboratori di analisi, in grado di rilevare in modo rapido, efficace e a basso costo la presenza dell’aflatossina M1 nel latte crudo, una sostanza considerata cancerogena per l’uomo che proviene da animali nutriti con mangimi contaminati. La tecnica di analisi messa a punto dai ricercatori Enea prevede, per la prima volta, l’impiego di anticorpi monoclonali prodotti da una pianta dello stesso genere del tabacco (Nicotiana benthamiana), per intercettare le tossine presenti nel latte anche a concentrazioni molto basse – ben al di sotto dei limiti fissati per legge – come hanno dimostrato le sperimentazioni condotte su campioni di latte crudo contenenti diverse concentrazioni di aflatossina M1. “Si tratta della versione ‘green’ di ELISA, uno dei migliori e più diffusi metodi di screening rapido per il rilevamento delle tossine negli alimenti e nei mangimi animali, che permette l’analisi accurata, rapida e a basso costo di un numero elevato di campioni”, spiega Marcello Catellani del Laboratorio Enea di Bioprodotti e bioprocessi. Per la produzione degli anticorpi, i ricercatori si sono avvalsi di un sistema di produzione alternativo ed economico offerto dal Plant Molecular Farming (PMF), un sistema che usa le piante per produrre molecole complesse come gli anticorpi.
“Si tratta di un approccio biotecnologico che può ‘liberarè la produzione di anticorpi dai classici e più costosi sistemi basati su colture di cellule animali, che richiedono strutture e ambienti dedicati, reagenti e strumenti specifici per la loro crescita in condizioni di sterilità, come ad esempio bioreattori e incubatori”, aggiunge Catellani. Il PMF permette di operare in condizioni non sterili (serra, acqua, luce, suolo) con costi ridotti al minimo. Per questo lavoro è stata utilizzata la tecnica dell’agroinfiltrazione che comporta l’utilizzo di un particolare batterio chiamato Agrobacterium tumefaciens che veicola l’informazione genetica di interesse nei tessuti vegetali della pianta Nicotiana benthamiana.
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-foto ufficio stampa Enea-

Agritech, Intesa Sanpaolo lancia “Ideas2Grow”

BARI (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo lancia Ideas2Grow, l’iniziativa per incentivare l’occupazione attraverso l’autoimprenditorialità, realizzata in collaborazione con Talent Garden. Tecnologie digitali e sostenibilità sono le caratteristiche principali dell’iniziativa, che si rivolge a studenti e neolaureati di Puglia, Molise e Basilicata con l’obiettivo di valorizzare nuove idee imprenditoriali in un territorio a forte tradizione agricola e ad alto potenziale di innovazione.
Il progetto si articola in tre fasi. Fino al 23 aprile si può candidare la propria idea di business, partecipando alla Call 4 Ideas singolarmente o in team (in questo caso almeno un terzo dei componenti devono essere donne). L’11 e 12 maggio ottanta giovani parteciperanno ad un hackathon nell’Innovation Hub Talent Garden di Bari per sviluppare il progetto, con il supporto di esperti del settore. Cinquanta di loro saranno selezionati per partecipare gratuitamente al percorso di formazione agritech, per acquisire le competenze chiave per l’avvio della propria impresa.
Maggiori informazioni sul sito di Intesa Sanpaolo: https://group.intesasanpaolo.com/it/sezione-editoriale/eventi-progetti/tutti-i-progetti/sociale/2023/03/ideas2grow-talent-garden-a-bari-per-agritech
Ideas2Grow è realizzata da Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo in collaborazione con la Direzione Agribusiness e la Direzione Regionale Puglia Basilicata e Molise e ha il patrocinio di Regione Puglia, A.R.T.I. (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione della Regione Puglia), Comune di Bari, Politecnico di Bari, Università di Bari “Aldo Moro” e Università di Foggia. Sono partner dell’iniziativa anche Accenture, Microsoft, Linkedin, ISMEA, Coldiretti, Invitalia, Casillo Group, Frantoio Muraglia, G-Nous.
Ideas2Grow rientra nell’impegno ESG del gruppo bancario guidato da Carlo Messina a favore dei giovani, per incentivarne l’accesso al mondo del lavoro, in particolare nel Mezzogiorno.
“Con questo progetto in collaborazione con Talent Garden, Intesa Sanpaolo intende fornire a studenti e neolaureati con idee innovative e voglia di mettersi in gioco gli strumenti per avviare la propria impresa in ambito agritech – spiega Elisa Zambito Marsala (nella foto), responsabile Valorizzazioni del Sociale e Rapporti con le Università Intesa Sanpaolo -. Si tratta di un’iniziativa che, grazie alle sinergie con istituzioni, università e imprese, fa leva su riqualificazione e formazione del capitale umano in tre regioni del Mezzogiorno e contiamo di estenderla in futuro anche in altre aree del Paese favorendo un impatto positivo per l’occupabilità sul territorio nazionale”.
“Siamo molto felici di dare vita a questo progetto con Intesa Sanpaolo – dice Davide Dattoli, founder e presidente di Talent Garden – che mette al centro la sostenibilità e l’inclusione. L’agritech è un settore fondamentale per lo sviluppo, che sta ridisegnando il modo di fare agricoltura. Il nostro obiettivo è quello di aiutare i giovani a formarsi su competenze digitali ormai fondamentali per il mondo del lavoro e costruire valore con competenze innovative per rilanciare il territorio e l’economia, grazie all’esperienza della nostra community nei processi startup e alla conoscenza in ambito formativo agritech. In Puglia, regione che ha dimostrato di esprimere un ecosistema digitale tra i più interessanti, è nato anche il campus di Talent Garden a Bari, che ospiterà parte di questa esperienza e condurrà i partecipanti all’accelerazione delle idee più promettenti. Perchè chi si aggiorna non teme l’innovazione, ma la sfrutta a suo favore oggi per essere davvero competitivo domani”.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –

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Vinitaly 2023, oltre 4 mila aziende e record top buyer da 68 Paesi

ROMA (ITALPRESS) – Business, internazionalizzazione e posizionamento. Sono le tre direttrici del 55° Vinitaly pronto a diventare, dal 2 al 5 aprile a Verona, la più grande “ambasciata” del vino, con oltre 4 mila aziende da tutta Italia e da più di 30 nazioni, e un contingente record che supera i 1.000 top buyer (+43% sul 2022) da 68 Paesi selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia.
L’edizione 2023 del salone internazionale dei vini e dei distillati organizzato da Veronafiere è stata presentata a Roma da Federico Bricolo, presidente di Veronafiere SpA, e Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere SpA. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Matteo Zoppas, presidente di ICE-Agenzia, Giuseppe Schirone, economista e manager di Prometeia, e Carlo Flamini, wine observatory manager di Unione Italiana Vini.
“Sarà un Vinitaly di servizio e sempre più funzionale alle esigenze delle aziende che operano sui mercati – spiega il presidente di Veronafiere SpA, Federico Bricolo -. Una evoluzione prevista dal piano industriale con l’obiettivo di potenziare ulteriormente l’identità e la centralità della manifestazione, oggi riconosciuta quale brand in grado di trainare la promozione del vino italiano a livello internazionale. Il risultato della campagna straordinaria di incoming realizzata quest’anno ci proietta verso il Vinitaly del futuro, leva per la competitività e la crescita di questo settore strategico del made in Italy”.
Tra le 68 rotte di destinazione del vino italiano che convergeranno a Verona emergono, oltre alle consolidate piazze di Usa e Canada (complessivamente oltre 200 top client della domanda), i 17 Paesi dell’Asia, guidati da Cina (130 top buyer), Giappone, Corea del Sud ma anche Hong Kong e Singapore, i 12 dal Centro e Sud America, con Brasile e Argentina in testa, nove stati africani e una mappa europea a quota 26.
“Abbiamo attuato un programma di investimenti eccezionali unitamente a importanti economie di scala per potenziare, già da questa edizione di Vinitaly, il panel di top buyer a Verona – commenta l’amministratore delegato della SpA fieristica, Maurizio Danese -. Garantire business e nuove opportunità commerciali per le aziende espositrici è la nostra priorità di azione. Stiamo lavorando per avviare nuovi modelli di sviluppo per un Vinitaly più sempre più orientato sulla domanda internazionale e dal format efficientato”.
In contemporanea, sugli oltre 100 mila mq netti di superficie espositiva tra padiglioni fissi e tensostrutture al completo, anche gli altri due saloni professionali – Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open e Xcellent Beers – che portano il totale espositivo in quartiere a più di 4.400 aziende.
A fare da prologo al 55° Salone internazionale del vino e dei distillati, Vinitaly OperaWine, la super degustazione con i 130 produttori portabandiera selezionati da Wine Spectator in calendario sabato 1° aprile alle Ex Gallerie Mercatali, di fronte al quartiere fieristico.
Confermate anche le principali aree tematiche: Vinitaly Bio; International wine hall; Vinitaly Mixology; Micro Mega Wines a cura del wine writer Ian D’agata con focus sulle produzioni di nicchia e a tiratura limitata; Taste and Buy, il matching con operatori selezionati dalla rete fieristica in collaborazione con i Consorzi di tutela; Tasting Express con le più importanti riviste internazionali di settore.
Oltre 80 le degustazioni previste ad oggi dal calendario ufficiale della manifestazione (in aggiornamento su vinitaly.com), a partire dai Grand Tasting di Vinitaly nelle quattro giornate di manifestazione fino al walk around tasting dei Tre Bicchieri 2023 del Gambero Rosso (domenica 2 aprile) e dell’Orange Wine Festival (3 aprile) che vede la presenza di aziende top da 10 paesi, oltre al Vinitaly Tasting – The DoctorWine Selection a cura di Daniele Cernilli (2-5 aprile), ideato per i buyer e gli operatori dell’horeca e ai focus di Young to Young, ossia le tre sessioni di degustazione con dieci giovani produttori firmate da Paolo Massobrio e Marco Gatti.
Spazio anche ai Concorsi. Infatti è in corso a Verona l’International packaging competition – Vinitaly Design, il concorso che premia il miglior packaging per trend, design e innovazione di vini, distillati, liquori, birra e olio extra vergine di oliva. Mentre dal 28 al 30 marzo sarà la volta del 5 StarsWines The Book e Wine without walls, i riconoscimenti per le aziende che investono nel miglioramento qualitativo dei propri prodotti.
Prosegue, inoltre, la distinzione tra operatori in fiera e winelover in città. A questi ultimi è dedicato Vinitaly and the city, il fuori salone tra mostre, eventi, degustazioni e wine talk nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco: Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale. In programma dal 31 marzo al 3 aprile, Vinitaly and the city è organizzato da Veronafiere in collaborazione di Comune di Verona, Provincia di Verona e Fondazione Cariverona.
Il vino italiano rivede e aggiorna i suoi numeri e si scopre sempre più decisivo in chiave made in Italy. Lo dice l’analisi presentata dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia in occasione della conferenza stampa della rassegna veronese. L’industry vinicola del Belpaese vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530 mila aziende con circa 870 mila addetti, ed è in cima alla speciale classifica relativa alla bilancia commerciale del made in Italy “tradizionale”, quello delle 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione) che vale ogni anno circa 200 miliardi di euro. il contributo del vino – cita l’analisi presentata da Carlo Flamini di Unione italiana vini e Giuseppe Schirone di Prometeia – non si limita infatti alla filiera agroalimentare, ma si allarga al made in Italy nel suo insieme: dall’analisi di oltre 40 settori rappresentativi delle cosiddette 4A, il vino, con 7,4 miliardi di euro di esportazioni nette, si colloca – nel 2022 – al primo posto per livello del saldo commerciale, lasciandosi alle spalle altri campioni del Made in Italy nel mondo, sia del sistema moda che della meccanica strumentale. Una scalata, quella del prodotto agricolo italiano più richiesto nel mondo, partita dal 4° posto del 2011 sino alla performance di oggi, con il sorpasso su altri comparti icona del lifestyle italiano come la gioielleria/bigiotteria (+6,8 miliardi di euro), la pelletteria (+6,7 miliardi di euro) e l’abbigliamento (+6,4 miliardi di euro).
Secondo l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese: “Troppo spesso il vino non è considerato dalla comunità economica per la sua reale dimensione. Il settore, con le sue imprese, è cresciuto ed ha affinato la propria managerialità fino a diventare un capitale strategico del prodotto Italia. Per questo Vinitaly – anche alla luce delle polemiche di alcune lobby che ne vorrebbero ridimensionare la portata economico-sociale – ha voluto quest’anno concentrarsi su un’analisi in grado di definire il reale valore del comparto. Siamo convinti che il vino sia una ricchezza straordinaria per l’Italia e che, come testimoniano i numeri presentati nel rapporto, la strada per l’ulteriore crescita debba necessariamente passare dall’export.
E’ questo anche il traguardo di un Vinitaly che ha destinato gran parte delle proprie risorse in funzione di un allargamento globale della platea business e per il radicamento all’estero sui mercati mergenti e maturi”.

– foto ufficio stampa Veronafiere –

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Parmigiano Reggiano, nel 2022 crescono vendite ed esportazioni

MILANO (ITALPRESS) – Nel corso della conferenza stampa a Palazzo Giureconsulti a Milano, il Consorzio Parmigiano Reggiano ha presentato i dati economici del 2022. In un anno in cui in Italia i consumi alimentari hanno segnato un calo del -4,2% e quelli di formaggi del -3% a volumi, la Dop ha chiuso il 2022 con dati positivi per quanto riguarda vendite e prezzi: il giro d’affari al consumo tocca il massimo storico di 2,9 miliardi di euro contro i 2,7 miliardi del 2021, con un aumento del +6,9% (156.620 tonnellate vs 152.690 tonnellate nel 2021, +2,6%). Al massimo anche i volumi nei mercati internazionali, che crescono del +3% (64.202 tonnellate vs 62.351) e il valore generato alla produzione con 1,8 miliardi di euro contro gli 1,71 miliardi del 2021. Le aziende del Consorzio hanno quindi reagito bene alla pandemia, alle incognite legate alle incertezze della crisi geopolitica accesasi con l’invasione russa del 24 febbraio 2022, al caro energia e alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati.
Come distribuzione dei consumi, il mercato del Parmigiano Reggiano sta diventando sempre più internazionale: la quota export aumenta di due punti percentuali, salendo al 47%. Prima nello sviluppo, la Spagna (+11,3% con 1.602 tonnellate vs 1.439 nel 2021); bene anche Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop (+8,7% con 13.981 tonnellate vs 12.867), e Francia (+7,2% con 12.944 tonnellate vs 12.077 tonnellate). Buoni i risultati anche in Giappone, che cresce del +38,8% (1.010 tonnellate vs 728), Australia, che segna un +22,7% (713 tonnellate vs 581) e Canada, con un +6,3% (3.556 tonnellate vs 3.345).
La quota Italia si attesta al 53%. Per quanto riguarda i canali distributivi, la GDA rimane il primo (62,3%), seguita dall’industria (17,5%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti, e dalle vendite dirette dei caseifici, che registrano un forte aumento (+5,3%). Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi enorme potenziale di sviluppo, attestandosi al 9,2% del totale. Il restante 11% è distribuito negli altri canali di vendita.
Nei mercati, la quotazione del Parmigiano Reggiano ha registrato nel 2022 una media annua di 10,65 euro al chilo (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), in aumento rispetto al 2021, quando si era attestata a 10,34 euro al chilo. La produzione è in lieve calo rispetto al 2021, anno nella storia in cui si sono prodotte più forme in assoluto: 4,002 milioni di forme vs 4,091 milioni (-2,2%). Tra le province della zona di origine, prima per produzione è Parma (1.357.224 forme vs 1.419.179, -4,37%), seguita da Reggio Emilia (1.245.159 forme vs 1.302.555, -4,41%), Modena (849.145 forme vs 824.551, +2,98), Mantova (455.439 forme vs 442.659, +2,89) e Bologna (95.303 forme vs 102.200, -6,75%).
Con un investimento totale di 18,6 milioni di euro stanziato per lo sviluppo dei mercati nel 2023, Parmigiano Reggiano si avvia a diventare sempre più un vero brand globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto. Proprio per questo, il Consorzio sta lavorando assiduamente per valorizzare la distintività della Dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche: la stagionatura, la provenienza, il processo produttivo e il gusto, tutti particolari che offrono l’opportunità di differenziarsi dai concorrenti. Un caso esemplare è quello del Regno Unito, il quarto mercato export con 6.570 tonnellate, caratterizzato da forti contraddizioni originate dalla Brexit, con un calo del -1% sul 2021. In quest’ottica, si collocano sia il bando di gara per attività di promozione lanciato nel gennaio 2022, con l’obiettivo di posizionare il Parmigiano Reggiano come prodotto testimonial della qualità e del valore di tutta la produzione agricola europea (valore totale stimato del progetto: oltre 3 milioni di euro in tre anni), sia la prima campagna pubblicitaria televisiva in UK, con uno spot il cui protagonista è Gennaro Contaldo, chef italiano amatissimo dal pubblico inglese e maestro di Jamie Oliver, nonchè brand ambassador del Consorzio, andato in onda sui canali ITV, Channel 4 e Sky.
“Il 2022 è stato un anno senza precedenti per il Parmigiano Reggiano: tanto per i risultati conseguiti, con un +2,6% di vendite e un +3% di esportazioni, quanto per le sfide che ha posto per il nostro futuro – ha detto Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio -. Siamo riusciti ad affrontarlo grazie alla nostra capacità di essere una squadra, e così dobbiamo continuare a fare nel 2023. I dati di inizio anno sono estremamente incoraggianti: nei due mesi di gennaio-febbraio, le vendite nel canale GDA in Italia hanno segnato un +15,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il Consorzio deve dunque assumersi sempre più la responsabilità di diventare la cabina di regia dell’intera filiera, lavorando con gli operatori e le catene distributive per sostenere i consumi nel corso di un anno in cui viene commercializzato il picco di produzione più alto nella storia della Dop, quello del 2021, con un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo domanda sia in Italia, sia soprattutto sui mercati esteri”.
“Dobbiamo continuare a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, e a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione – ha aggiunto Bertinelli -. Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del ‘noì del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop”.

– foto ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano –
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Mulino Bianco e Banco Alimentare donano cibo a famiglie in difficoltà

PARMA (ITALPRESS) – In Italia sono quasi due milioni le famiglie in povertà assoluta, il 7,5% del totale e il doppio rispetto a 16 anni fa, secondo l’ultimo rapporto Oxfam “Diseguitalia”.
Mulino Bianco insieme a Banco Alimentare, di cui il Gruppo Barilla è il primo contributore in Italia, hanno scelto la Giornata Internazionale della Felicità come data simbolica per regalare la gioia del cibo a chi ne ha più bisogno. L’iniziativa di volontariato d’impresa ha coinvolto circa 160 persone Barilla, in Italia, nella preparazione dei pacchi alimentari destinati alle famiglie più bisognose, per un totale di circa 16 tonnellate di prodotti donati. I volontari operano presso le sedi del Banco Alimentare e i pacchi saranno poi distribuiti a diversi centri di solidarietà. Sono 10 le regioni italiane coinvolte in questa giornata speciale. I volontari di Mulino Bianco operano nelle sedi Banco Alimentare di Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. Mentre in Emilia-Romagna, a Parma, le attività dureranno 7 giorni, dal 15 al 30 di marzo. “Come azienda alimentare è nel nostro Dna la responsabilità di portare la gioia del cibo alle persone. Veniamo da anni difficili che, per alcune famiglie, sono stati ancora più complicati. Con questa operazione assieme a Banco Alimentare, uno dei nostri partner storici, abbiamo dato il nostro contributo per garantire l’accesso al cibo a più persone possibili, donando loro, attraverso i nostri prodotti, un piccolo momento di felicità quotidiana – ha dichiarato Ruggero Rabaglia, direttore Risorse Umane della Regione Italia di Barilla – Anche la risposta dei nostri volontari è stata significativa: abbiamo raccolto più adesioni dei posti disponibili, a dimostrazione che i valori e i principi della nostra azienda fanno parte anche delle persone che lavorano con noi”. Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare, sottolinea come “nel corso del 2022 abbiamo registrato un incremento delle richieste di aiuto e il nostro impegno è proporzionalmente aumentato, grazie anche alla sensibilità di aziende e dei partner che ogni giorno sostengono il nostro operato”. Barilla è il primo donatore delle eccedenze di cibo in termini quantitativi, supportando e aiutando le comunità e i territori in cui è presente. E lo fa con azioni concrete che nel 2021 hanno visto 12 milioni di euro e circa 2.700 tonnellate di prodotti donati nei Paesi in cui il Gruppo opera.
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-foto ufficio stampa Barilla-

Nutriscore, Centinaio “Basta attacchi al Made in Italy”

ROMA (ITALPRESS) – “Continuano in Europa le pressioni per imporre il Nutriscore. Ma noi faremo valere ancora le ragioni della politica e del buon senso: le etichette devono tener conto della qualità e della quantità di ciò che si mangia e beve. Nessuno pensi di colpire il Made in Italy a sproposito”. Lo scrive su Twitter il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio (Lega).

– foto Agenziafotogramma.it –

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McDonald’s, ogni anno 370 mln di investimenti nelle filiere italiane

MILANO (ITALPRESS) – McDonald’s presenta I’m lovin’ it Italy, la nuova piattaforma di comunicazione che celebra 37 anni di impegno e investimenti in Italia. Un percorso di valorizzazione del Made in Italy che parte da lontano e si concretizza grazie a investimenti crescenti e un consolidato legame con il comparto agroalimentare italiano.
Oggi l’azienda, i cui fornitori sono per l’85% aziende italiane, acquista ogni anno 140 mila tonnellate di prodotti provenienti da tutta la penisola, per un investimento pari a oltre 370 milioni di euro. Tra questi ci sono anche 18 ingredienti DOP e IGP, entrati in assortimento per la prima volta nel 2008 e di cui in 15 anni sono state acquistate 4.600 tonnellate.
La stretta relazione con il Paese è dimostrata anche dal percorso di sostenibilità che McDonald’s ha intrapreso ormai da anni all’interno del proprio sistema, coinvolgendo quindi la propria rete di ristoranti e i propri fornitori, un esempio ne è la totale eliminazione della plastica monouso dal packaging – ogni anno il risparmio è di 1.000 tonnellate – in favore di materiali più sostenibili, come la carta. Le analisi condotte da Comieco hanno dimostrato la piena riciclabilità dei rifiuti di McDonald’s in carta: circa il 90% del packaging realizzato in carta è 100% certificata e riciclabile.
“Il nostro è un percorso che viene da lontano, iniziato 37 anni fa quando McDonald’s ha fatto il suo ingresso nel mercato italiano, e che ci vede sempre più impegnati e protagonisti nella valorizzazione della filiera agroalimentare e nello sviluppo del sistema-Paese, grazie ai nostri partner, alla nostra rete sul territorio, al milione e 200mila clienti che ci scelgono ogni giorno. Crediamo e vogliamo che il nostro impatto positivo sia sempre più rilevante. Ecco perchè confermiamo il nostro impegno nell’investire sull’agroalimentare Made in Italy, certi che qualità e italianità siano da un lato la chiave giusta per rispondere alle richieste dei nostri clienti, e dall’altro una via solida attraverso cui contribuire alla crescita del Paese”, ha commentato Dario Baroni, Amministratore Delegato McDonald’s Italia.
La piattaforma I’m lovin’ it Italy è stata annunciata in occasione dell’evento “Dare valore all’Italia: i protagonisti del Made in Italy a confronto sul valore delle filiere e dei territori” – in collaborazione con Qualivita e Origin Italia – che si è tenuto ieri a Roma, presso l’Ara Pacis.
Dopo un saluto del Senatore Luca De Carlo, Presidente Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, a dare un contributo sui temi della filiera agroalimentare sono intervenuti, insieme a Dario Baroni, Amministratore Delegato McDonald’s Italia: Marialuisa Pezzali, Giornalista Radio24; Vincenzo Cremonini, Amministratore Delegato Gruppo Cremonini; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti e Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia.
Hanno discusso del valore culturale del cibo: Massimo Bray, Direttore Generale Treccani; Joe Bastianich, da anni accanto a McDonald’s nella selezione degli hamburger premium My Selection; Mauro Rosati, Direttore di Fondazione Qualivita; Lino Stoppani, Presidente FIPE-Confcommercio e Cesare Baldrighi, Presidente di Origin Italia.
Infine, si sono confrontati sulle vie della sostenibilità ambientale: Carlo Alberto Pratesi, Professore di Marketing Innovazione e Sostenibilità Università Roma Tre e Presidente EIIS – European Institute of Innovation for Sustainability; Silvia Fregolent, Senatrice Commissione Ambiente, Transizione ecologica, Energia, Lavori pubblici, Comunicazioni, Innovazione tecnologica del Senato; Giulio Lo Iacono, Segretario Generale ASviS; Alberto Pirrone, Direttore Generale Altroconsumo e Antonio D’Amato, Amministratore Delegato di SEDA International Packaging Group e Presidente di EPPA European Paper Packaging Alliance.
McDonald’s ha inoltre raccolto l’invito a coinvolgere il Consorzio del Pomodoro di Pachino IGP e a inserirlo nei propri menu, come annunciato da Giovanni Luca Cannata, Vicepresidente Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera, che ha sottolineato l’importanza di un interlocutore capace di rispondere tempestivamente alle esigenze dei territori.
Il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida ha chiuso l’incontro con un suo intervento, sottolineando che “l’attenzione del Governo per il cibo, il nostro cibo, non è una mera battaglia ideologica. Proprio in questo senso, la Sovranità alimentare passa anche dall’impegno a introdurre prodotti DOP e IGP, come il pomodoro pachino, nei menù di grandi catene commerciali. E’ un risultato molto positivo. Investire sulla produzione nazionale e valorizzare le filiere più deboli è fondamentale. Oggi il valore aggiunto è dato dalla qualità”.
“La collaborazione con McDonald’s rappresenta una grande opportunità per valorizzare le eccellenze agroalimentari nazionali garantendo ai consumatori l’italianità delle produzioni e dando un giusto reddito economico al lavoro dei nostri imprenditori agricoli”, ha sottolineato Ettore Prandini, Presidente Coldiretti.
“La collaborazione tra McDonald’s e la filiera agroalimentare italiana ha rappresentato, anche attraverso l’adesione a Filiera Italia, un modello unico e lungimirante. Di chi, come azienda leader nella ristorazione a livello globale, comprende come oggi la vera forza sia consolidare le proprie filiere agricole e produttive, investire insieme per renderle sempre più distintive e competitive. Di come il ruolo di chi unisce migliaia di agricoltori e fornitori a milioni di consumatori sia un ruolo di responsabilità di chi contrasta l’omologazione lavorando, da un lato, per una equa ripartizione del valore aggiunto generato a tutta la filiera e, dall’altro, per rendere accessibile a tutti i consumatori la qualità, sicurezza e distintività dei nostri prodotti e la nostra cultura distintiva”, ha commentato Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia.
“In questi anni il “Sistema Italia” ha dato vita ad uno dei più importanti processi di patrimonializzazione del cibo attraverso il lavoro svolto dai Consorzi di Tutela; con il loro impegno, infatti, sono stati salvaguardati oltre 800 cibi e vini italiani tipici per mezzo dei riconoscimenti europei DOP IGP, andando a valorizzare nel contempo paesaggi, tecniche di conservazione e trasformazione, varietà animali e vegetali, beni territoriali. Grazie al lavoro di McDonald’s, con la collaborazione di Fondazione Qualivita e Origin Italia, una parte di questo valore è stata fatta conoscere ad un ampio pubblico”, ha aggiunto Mauro Rosati, Direttore Fondazione Qualivita.

– foto ufficio stampa McDonald’s Italia –

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