ROMA (ITALPRESS) – Si conferma buona la performance economica dell’agroalimentare anche nel I trimestre 2022, con un aumento del PIL sia nei confronti del trimestre precedente (+0,1%) sia rispetto al primo trimestre del 2021 (+6,2%), dovuto alla crescita del valore aggiunto di agricoltura (0,7%) e industria (4,8%). Si tratta di un quadro legato alla domanda interna con la diminuzione dei consumi nazionali (-0,6%) e l’aumento degli investimenti fissi lordi (+3,9%). È quanto emerge dalla fotografia scattata nel primo trimestre del 2022 da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia.
La spesa delle famiglie diminuisce rispetto al trimestre precedente dello 0,9% (+ 2,7% e del 2,4%, per beni durevoli e semidurevoli e contrazione consumi beni non durevoli e quelli connessi ai servizi). Buona la ripresa anche del comparto occupazionale rispetto al IV trimetre 2021, in particolare le ore lavorate (+1,5%) e le unità di lavoro (+1,7%)
Rispetto allo stesso periodo del 2021, fra gennaio e marzo 2022, si è verificato un aumento sia dell’indice della produzione che di quello del fatturato: per l’industria alimentare rispettivamente +2,2% (con picco a marzo) e +16% nel complesso (e +21% sui mercati esteri); per l’industria delle bevande rispettivamente +12% (con un picco di 19 % a febbraio) e +19% nel complesso (e +28% sui mercati esteri).
Le esportazioni agroalimentari nel I trimestre 2022 hanno superato i 13,8 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2021, crescono del +19%, confermando l’ottimo andamento rilevato nei trimestri precedenti, in particolare verso Regno Unito (+28%), Paesi Bassi, Polonia e Germania (+9%). In aumento anche le importazioni (+33,2% rispetto al medesimo trimestre 2021, che aveva registrato già un +24,5%), con il Brasile (+48%) come principale fornitore, seguito da Spagna e Paesi Passi (oltre il 30%) fino ad arrivare a Ungheria (+12%). I prodotti maggiormente esportati sono stati i vini (+18%), i derivati dei cereali, i prodotti lattiero-caseari, prodotti dolciari e oli e grassi. Sul fronte delle importazioni si segnala la crescita di oltre il 55% di cereali e del gruppo “cacao, caffè, tè e spezie”, del 27% di “oli e grassi” e di prodotti ittici, lattiero-caseari e carni.
Gli effetti della crisi russo-ucraina sono visibili già nel mese di marzo, con il calo dell’import agroalimentare dall’Ucraina (-13% rispetto a marzo 2021) e dell’export verso la Russia (-oltre il 30%).
Sentiment analysis 2022: i dati raccolti su twitter dal 22 marzo e il 12 giugno – periodo caratterizzato da una ripartenza economica e sociale molto significativa, essendo venute meno la maggior parte delle limitazioni imposte dalla pandemia – evidenziano un lieve aumento (+0,4%) del clima di fiducia nei confronti del settore, con una prevalenza dei giudizi positivi e molto positivi (66,2%) rispetto ai negativi e molto negativi (31,5%).
– foto agenziafotogramma.it –
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Nel primo trimestre balzo del 6,2% del Pil per l’agroalimentare
La tradizione gastronomica italiana al Global Youth Tourism Summit
SORRENTO (NAPOLI) (ITALPRESS) – Una full immersion nel mondo del turismo ma anche nel gusto e nella tradizione regionale italiana. Ai partecipanti al Global Youth Tourism Summit, una nuova piattaforma sviluppata dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) e che si svolge a Sorrento, Nutella ha offerto una colazione proponendo ogni giorno diverse tipologie di pani italiani selezionati dai docenti dell’Università di Pollenzo tra oltre 200 specialità. All’interno di un contenitore incentrato sul turismo sostenibile per il futuro come il GYTS – questa comunità di giovani ha potuto avere anche un’altra visione del settore, quella di un turismo gastronomico sostenibile, che miri a valorizzare le eccellenze presenti nel singolo Paese e a mantenere le tradizioni locali, pur con il passare degli anni e la globalizzazione.
Hanno preso parte all’iniziativa anche il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, e l’amministratore delegato di Enit, Roberta Garibaldi.
Accompagnare il consumatore alla riscoperta dello straordinario nell’ordinario, valorizzando il territorio italiano nella sua interezza, è la mission di Nutella iniziata due anni fa: un viaggio per promuovere il turismo in Italia lavorando fianco a fianco con Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo attraverso la creazione di due Special Edition dal nome evocativo quanto significativo “Ti amo Italia”.
Dopo aver valorizzato le bellezze italiane e incentivato un turismo “di casa”, ha deciso di mettere in luce una delle altre eccellenze che contraddistinguono il Bel Paese: il turismo gastronomico, grazie a un progetto che questa volta ha visto la collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Ferrero e l’Università di Scienze Gastronomiche condividono la ricerca costante, la spinta all’innovazione e l’esaltazione della diversità per una visione inclusiva del cibo e della gastronomia in cui ogni tipo di cucina, dalla più semplice e domestica alla più sperimentale, ha la propria importanza e autorevolezza e il progetto Pane & Nutella vuole inserirsi in questo percorso di scoperta.
Con Pane & Nutella, Ferrero ha deciso di offrire un viaggio nel gusto e nella tradizione regionale italiana, alla scoperta della ricchezza e della varietà dei pani regionali presenti nel nostro Paese, riscoprendone le origini, la storia e le caratteristiche. Una vera e propria lente di ingrandimento non solo su un prodotto che consumiamo tutti i giorni, ma anche su un vero e proprio mestiere, un’arte che porta alla luce una maestria antica, tante differenze regionali, ma un unico grande comun denominatore: l’amore per il proprio lavoro.
“Non possiamo che ringraziare il gruppo Ferrero che sta facendo una grandissima promozione dell’Italia nel mondo. La campagna fatta sui vasetti qualche anno fa è stata veramente bellissima e ha dato dei riscontri molto positivi. Si prosegue con questa operazione Pane & Nutella, che è perfetta perchè oltre a promuovere giustamente un prodotto fantastico come la Nutella si abbina ai diversi pani che abbiamo nelle regioni italiane. E’ fantastico”, ha commentato il ministro Garavaglia.
Per l’ad di Enit, Roberta Garibaldi, “l’enogastronomia è una delle ragioni che spinge i turisti a passare in Italia dei periodi di vacanza, e la colazione è uno dei punti principali considerati dai giovani per valutare un Paese, quindi è importante prepararla con i prodotti del territorio che si visita”.
Entusiasmo per l’iniziativa è stato espresso anche dai giovani che partecipano al Summit, e che in questi giorni stanno apprezzando i pani delle diverse regioni italiane abbinati alla Nutella. “Non sapevamo che in Italia ci fossero tanti tipi di pane”, ha detto una ragazza proveniente dall’Arabia Saudita.
Passando poi dall’attività di promozione della gastronomia e dei territori del Belpaese ai dati di oggi sull’andamento del turismo, il ministro Garavaglia ha sottolineato che “in tante realtà abbiamo già oggi raggiunto i numeri del 2019 che è stato l’anno boom del turismo in Italia. Per cui è credibile che a fine anno raggiungeremo i numeri del 2019, se non di più. Il nostro obiettivo – ha aggiunto il ministro – è stabilizzare questo risultato, anzi crescere ulteriormente nei prossimi anni, però per farlo ci dobbiamo organizzare e i suggerimenti che ci danno questi ragazzi che partecipano al Summit sono fondamentali”.
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Latte, avviate le trattative per il nuovo accordo sul prezzo
ROMA (ITALPRESS) – Siccità, rincari e diminuzione della produzione mettono a dura prova gli allevatori, che ormai da troppo tempo subiscono gli effetti della congiuntura economica, aggravata dalle condizioni meteorologiche. “Il costo del latte alla stalla è fortemente aumentato – afferma Francesco Martinoni, presidente della FNP lattiero-casearia di Confagricoltura -. Vista la complessità del momento, abbiamo sollecitato un incontro con la parte industriale per porre le basi per la definizione di un prezzo agli allevatori”. L’incontro ha visto la partecipazione di Confagricoltura, Cia e Coldiretti, AOP Latte Italia, con il gruppo Italatte (Lactalis). “L’attuale accordo – sottolinea Martinoni – è scaduto ieri, 30 giugno. Occorre arrivare a un’intesa per il prossimo trimestre”. Attualmente il prezzo riconosciuto dai maggiori player industriali del settore si aggira sui 0,48 euro al litro. Una cifra che oggi, alla luce del quadro economico generale, non è più sufficiente a coprire i costi delle stalle. Le parti – conclude Confagricoltura – hanno deciso di incontrarsi nuovamente entro la fine di luglio.
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Siccità, Patuanelli “Necessari ristori per gli agricoltori”
ROMA (ITALPRESS) – “La Protezione Civile sta lavorando con le Regioni per delineare il quadro di emergenza e per capire quali sono gli strumenti che può mettere in campo per accompagnare questa fase. E’ in corso un tavolo di coordinamento perchè le competenze del settore idrico sono molto diversificate”. Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ad Agorà su Rai3.
Quanto ai ristori per il settore agricolo, secondo Patuanelli “sono assolutamente necessari. L’unico modo che abbiamo per accompagnare gli agricoltori è ristorarli del danno subito, bisogna individuare il range di danno e reperire le risorse per risarcire la perdita di raccolti e la minor resa”, ha spiegato.
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Agronetwork, fattore prezzo limita la diffusione di prodotti sostenibili
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta questa mattina a Roma l’Assemblea Annuale di Agronetwork (l’associazione per l’agroindustria che si propone di promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e del patrimonio agroalimentare italiano) dal titolo “Sostenibilità, Innovazione e Sicurezza Alimentare”.
Agronetwork ha presentato in apertura i dati emersi dal rapporto di ricerca “Il consumatore tra nuove esigenze e disponibilità a pagare” illustrato da Pierluigi Ascani, presidente di “Format Research”. Dall’indagine risulta che appena il 17% degli italiani dichiara di tenere ‘moltò in considerazione gli aspetti di sostenibilità nella scelta dei prodotti alimentari mentre il 53,3% sostiene di preoccuparsene abbastanza. Poco interessati invece si dicono il 20,6% e per nulla interessati il 6,9%.
Nonostante si registri una crescente attenzione per la sostenibilità, rimane il “fattore-prezzo” il maggiore limite alla diffusione dei prodotti sostenibili sul mercato italiano. Solo un terzo degli intervistati (33,7%) dichiara infatti che sarebbe “certamente” disposto a spendere il 5% in più per l’acquisto di prodotti sostenibili. Percentuale che quasi si dimezza (18,5 %) qualora i costi dovessero aumentare del 10% in più rispetto ai prodotti tradizionali.
Per fronteggiare eventuali rincari sulla base della rilevanza assegnata alla sostenibilità in fase di acquisto (in futuro è probabile che alcuni prodotti alimentari saranno realizzati con criteri rigorosi di sostenibilità, di conseguenza, con costi di produzione maggiori rispetto a quelli attuali) gli italiani si dicono intenzionati a continuare a spendere la stessa cifra riducendo le quantità di alimenti (28,6%) e scegliendo di volta in volta se acquistare o meno prodotti sostenibili (27%). Solo il 31,5% si dichiara disposto a spendere di più per avere prodotti sostenibili e mantenere invariate le quantità di cibo che acquista ora.
A fare gli onori di casa il Presidente di Agronetwork Sara Farnetti che ha ribadito come attraverso le nostre scelte “siamo responsabili per l’uso che facciamo del cibo per noi e per l’ambiente. Ogni giorno possiamo scegliere infatti di essere sostenibili per la nostra salute e al tempo stesso per l’ambiente in cui viviamo, il nostro unico habitat possibile. E’ necessario quindi sostenere la formazione di una coscienza alimentare. Non sono i tipi di alimenti a fare la differenza, piuttosto come si associano in un programma nutrizionale”.
Nel corso della Assemblea sono poi intervenuti Giuseppe De Rita (Presidente Censis) ed Emanuele di Faustino (Senior Project Manager di Nomisma). Quest’ultimo ha sottolineato come i consumatori siano sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti alimentari confermando tuttavia (indagine di Nomisma per Federvini) che rimane il rapporto prezzo/qualità ad orientare maggiormente le scelte. La sostenibilità, infatti, rappresenta solo il quarto fattore di scelta (ai primi 3 posti: presenza di promozioni, origine italiana e prezzo basso dei prodotti).
Non potevano mancare poi le testimonianze dirette degli imprenditori. Il confronto “esperienze concrete nell’agroindustria” ha coinvolto, tra i numerosi soci di Agronetwork, tre aziende di rilievo nazionale e internazionale come Coca Cola Italia, Heineken Italia e Bat (British American Tobacco).
Ogni azienda agricola ed industriale affronta le grandi sfide ambientali facendo propri gli obiettivi di sostenibilità. Obiettivi che hanno un costo rilevante: secondo le stime OECD, infatti, i costi totali sostenuti dal settore negli ultimi dieci anni oscillano fra un minimo del 6% ed un massimo del 21% in funzione dei diversi prodotti agroalimentari e dei diversi canali distributivi.
“Sui temi di sostenibilità quello che ieri era eccezionale, oggi è normale e domani sarà insufficiente” afferma Alfredo Pratolongo (Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Heineken Italia). “Siamo partiti oltre 10 anni fa con il lancio di Brewing a Better World, un piano che ha dimezzato le emissioni di CO2 e i consumi di acqua. Il piano 2030 e 2040” prosegue il Presidente di Assobirra “sono necessariamente più ambiziosi e mirano rispettivamente ad azzerare la emissioni di CO2 in produzione entro 8 anni e raggiungere la carbon neutrality nell’intera catena del valore entro il 2040”.
Altro esempio virtuoso in materia è quello di Coca Cola Italia. Come testimoniano le parole di Cristina Camilli, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali della azienda: “Il tema della sostenibilità ambientale rappresenta una sfida fondamentale e le imprese sono chiamate a svolgere la propria parte: da anni noi di Coca-Cola ci impegniamo nel migliorare la sostenibilità degli imballaggi e continuiamo a investire in innovazioni di formati e materiali per consentire alle persone di gustare le nostre bevande, in modo sostenibile per loro e per il pianeta. Il nostro ultimo passo in questa direzione sono i tappi uniti alla bottiglia, un’innovazione importante che ha l’obiettivo di ridurre la dispersione e l’impatto della plastica sull’ambiente”.
Infine, al tavolo di confronto, l’esperienza di BAT Italia, azienda che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti su scala globale, tra cui il titolo di “Sustainaibility Leader” da parte del Dow Jones Sustainaibility World Index e quello di “Climate leader” da parte del Financial Times. “Riconoscimenti che sono la conseguenza di molteplici azioni che puntano a raggiungere obiettivi straordinariamente ambiziosi,” come afferma Massimiliano Colognesi, Head of external affairs Italy per la azienda leader del settore, “dalla lotta al cambiamento climatico (con il raggiungimento della carbon neutrality per uffici e stabilimenti produttivi entro il 2030 e per la filiera entro il 2050) all’eliminazione della plastica mono-uso dal packaging (entro il 2025), passando per il contributo a sfide epocali come quella della transizione energetica e della riduzione nell’uso dell’acqua”.
Come emerge chiaramente dalle testimonianze, dunque, Ricerca e Innovazione sono indispensabili per accrescere la sostenibilità.
Proprio Innovazione, Sostenibilità e Sicurezza alimentare sono state al centro dell’intervento di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: “In questa fase economica e politica, in cui si è riscoperta l’importanza dell’agricoltura – ha detto – è prioritario puntare su innovazione e sostenibilità, da sempre le nostre linee guida. I cambiamenti climatici, in particolare la siccità che imperversa, la necessità di produrre cibo sano, sicuro, naturale, di qualità e a prezzi abbordabili, così come la crisi energetica impongono scelte precise, importanti e in prospettiva al governo e all’Unione Europea” E ha aggiunto: “Dal canto nostro siamo convinti che solo attraverso la ricerca si potrà raggiungere l’obiettivo di una sostenibilità a tutto tondo in agricoltura. Penso, ad esempio, alle sementi resistenti, all’innovazione tecnologica e quella digitale, ma anche all’interazione tra produzione di cibo e agro energie”.
La sostenibilità rappresenta dunque la sfida sulla quale si giocherà la competitività del futuro e “Agronetwork” come ricorda il suo Segretario Generale Daniele Rossi, “è nata proprio per dare maggiore impulso al dialogo ed alla collaborazione fra agricoltura e industria alimentare, facilitando i processi di Innovazione e trasferimento tecnologico nonchè favorendo l’adozione di soluzioni pratiche da parte dei nostri imprenditori, volte a dare maggiore circolarità e sostenibilità all’economia delle filiere italiane”.
– foto ufficio stampa Confagricoltura –
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Agrifood, Veronafiere con Wine to Asia per roadshow su eccellenza Italia
VERONA (ITALPRESS) – E’ in corso nel sud della Cina, e durerà fino al 2 luglio, Food & Wine Journey – Introducing italian culinary excellencies, il primo roadshow dedicato all’eccellenza agroalimentare italiana organizzato da ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), da Camera di commercio italiana in Cina e dalle sedi di Veronafiere (Shenzhen e Shanghai) nel paese asiatico che, con la rassegna di proprietà Wine to Asia, ne curano la segreteria operativa.
L’evento, iniziato a Guangzhou lo scorso 24 giugno e andato in scena ieri a Dongguan con la partecipazione di 150 operatori tra cui i leader delle associazioni catering, wine and spirits e ristoratori, coinvolge le regioni del Guangdong, Fujian e Hunan e farà tappa a Changhsha il 30 giugno, a Xiamen il 2 luglio e a Shenzhen sempre in luglio. Agli appuntamenti intervengono oltre 50 cantine, 20 importatori di vino e 10 eccellenze alimentari del Belpaese, presentate da chef italiani e cinesi a distributori, buyers, operatori horeca e media.
Le aziende presenti al roadshow hanno aderito a Vinitaly Chengdu e parteciperanno anche a Wine to Asia, la manifestazione dedicata ai professionisti del settore vinicolo di Asia e Pacifico, dal 26 al 28 agosto 2022.
Gli uffici di Veronafiere a Shanghai e Shenzhen ricoprono il ruolo di segreteria operativa di Food & Wine Journey – Introducing italian culinary excellencies, andando a consolidare la propria presenza nell’area cinese della Great Bay, in un mercato in lenta ripresa che interessa un bacino di 200 milioni di abitanti.
– foto ufficio stampa Veronafiere –
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Banca Generali e Guindani insieme per l’SDG numero 2 “Fame zero”
MILANO (ITALPRESS) – A inizio Novecento, Albert Einstein pronunciò una frase che, ai più, sembrò inutilmente apocalittica: “Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Oggi, però, questa citazione del geniale fisico tedesco suona come un ultimatum non più ignorabile. Le api stanno scomparendo e con loro a serio rischio c’è anche il futuro degli esseri umani.
Parte da qui il racconto del settimo capitolo di BG4SDGs – Time to Change, il progetto di Stefano Guindani con Banca Generali per approfondire lo stato dell’arte del processo di raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030. In questa occasione, l’obiettivo di Stefano Guindani si è soffermato ad indagare la situazione relativa al Sustainable Development Goal (SDG) numero 2: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile”.
E per farlo, il fotografo è andato in Israele, nei pressi di Tel Aviv, per scoprire un innovativo lavoro finalizzato a preservare le colonie di api e consentir loro di dare il proprio fondamentale contributo per migliorare la capacità nutritiva del nostro Pianeta.
Qui infatti Saar Safra ha inventato BeeHome, un innovativo progetto pensato per aiutare gli apicoltori e, soprattutto, le popolazioni di api. Safra ha infatti sviluppato un vero e proprio alveare robotico che si prende cura del ciclo di vita delle api. Alimentato a energia solare, BeeHome è a impatto zero e non si limita a proteggere le api da intemperie o agenti esterni. Grazie ad un evoluto sistema computerizzato, il robot alveare dà all’apicoltore un accesso in tempo reale ai dati relativi alle api che lo popolano, consentendogli di adattare i parametri da remoto attraverso una piattaforma tecnologica dedicata.
“E’ straordinario vedere come con le conoscenze tecnologiche e l’intelletto, oggi stiamo cercando di porre rimedio ai danni che involontariamente abbiamo portato all’ecosistema delle api.Gli alveari robot, migliorano la qualità della vita e la rispettiva attesa di vita e permettono alle api di sviluppare nuove coltivazioni, grazie all’impollinazione di cui tutti gli esseri umani trarranno vantaggio. E’ solo grazie alla conoscenza e alla ricerca scientifica che miglioreremmo le condizioni di vita sul pianeta di tutti i suoi abitanti”, ha commentato Stefano Guindani.
La diffusione su larga scala di progetti come BeeHome potrebbe rivelarsi determinante per centrare uno degli obiettivi più sfidanti dell’agenda Onu – quello relativo alla fame nel mondo – risolvendo un problema tanto grave quanto sottovalutato, quale è quello del rischio estinzione delle api. Oggi infatti ben il 30% della catena globale del cibo dipende dalle api e dalla loro impollinazione. Secondo alcuni studi, inoltre, il 90% delle colture agricole sono visitate da api che risultano quindi fondamentali per preservare la biodiversità del nostro Pianeta. Eppure queste sono costantemente minacciate dalla mano dell’uomo che si manifesta attraverso pesticidi e cementificazione. Per capire la portata del problema, basta pensare che solo in Europa, negli ultimi trent’anni, il numero di api si è ridotto del 70% e la durata media della loro vita è notevolmente diminuita: da cinque a tre anni per le api regine e da trenta a quindici giorni per quelle operaie.
Progetti come quello di Saar Safra, quindi, rappresentano un modo innovativo per rimediare ai tanti danni che l’azione umana sta portando al nostro paese. Risolvere il grave problema della fame e dell’alimentazione attraverso un approccio a impatto zero che preserva la vita animale va proprio nella direzione indicata dall’Onu nella Agenda 2030. Ecco perchè oggi servono più esempi di progetti di questa natura.
Presentato lo scorso 15 settembre 2021 a Milano, BG4SDGs – Time to Change proseguirà ora per altri 11 mesi al fine di approfondire tutti i 17 SDGs dell’Agenda ONU 2030. Per ciascuno di essi, la chiave adottata dal fotografo sarà duplice: da un lato si punta ad evidenziare l’azione negativa dell’uomo sull’ambiente e sulla comunità, dall’altro come lo stesso genere umano abbia invece una straordinaria capacità di recupero attraverso soluzioni innovative e sostenibili. Nella sua ricerca, Guindani spazierà oltre i confini italiani ricercando casi critici e situazioni di eccellenza anche all’estero: Brasile, Norvegia e Australia, ma anche Stati Uniti, Turchia e Sudafrica. Ad affiancarlo c’è un accompagnatore d’eccezione come Alberto Salza, antropologo tra i più apprezzati a livello internazionale, che curerà i testi del progetto e suggerirà alcuni dei progetti da monitorare.
L’SDG numero 2 “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” è il sesto obiettivo presentato in questa serie. Tutte le foto del progetto BG4SDGs sono consultabili anche sul sito internet https://www.bancagenerali.com/ e sui profili ufficiali di Banca Generali su Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn e YouTube.
– foto ufficio stampa Banca Generali –
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Activia e Marco Bianchi insieme contro lo spreco alimentare
MILANO (ITALPRESS) – Ogni anno in Italia si spreca cibo per un valore di 10 miliardi, spreco che si sviluppa lungo tutta la filiera alimentare e non arriva sulle tavole dei consumatori. Partendo da questo problema non più eticamente accettabile e sostenibile, Activia ha voluto promuovere una campagna di sensibilizzazione dei consumatori sulla necessità di impegnarsi con piccoli gesti nella vita quotidiana a fare ognuno la propria parte per limitarne lo spreco e per scoprire in che modo, anche ciò che a torto è considerato uno scarto o prossimo alla scadenza, può “tornare a nuova vita” attraverso nuove ricette e tanta creatività.
Alleato di questo percorso è Marco Bianchi, food mentor e divulgatore scientifico fortemente impegnato a raccontare stili di vita più sani e sostenibili a partire da ciò che cuciniamo e mettiamo nel piatto. Insieme presentano la campagna “La lotta allo spreco è già sulla bocca di tutti”, che vivrà sulle principali piattaforme social (Facebook e Instagram) di Marco Bianchi e di Activia, nei punti vendita e che rappresenta una vera e propria chiamata all’azione per tutti i consumatori.
Questa campagna rientra all’interno del più ampio impegno di Danone verso la sostenibilità che trova applicazione nel progetto Zero3, ovvero zero emissioni, zero plastica in natura e, appunto, zero sprechi alimentari.
“Activia è il nostro brand di riferimento nella lotta allo spreco e attraverso questa campagna vogliamo valorizzare un ulteriore passo del nostro percorso verso la sostenibilità: abbiamo introdotto sulle etichette delle nostre confezioni, nella data di scadenza l’avverbio “preferibilmente”, un termine semplice ma che può fare la differenza. Vogliamo invitare i consumatori ad utilizzare i propri sensi, ovvero vista, olfatto e gusto, prima di gettare un prodotto anche dopo la data indicata e svolgere così un ruolo importante nella lotta allo spreco. Insieme a Marco Bianchi vogliamo che questo messaggio possa arrivare a quante più persone possibili”, afferma Jordi Guitart, Direttore Marketing di Danone Italia.
“Sono felice di poter essere in prima linea con Activia per la lotta allo spreco alimentare, che è qualcosa che non tollero assolutamente. Con questa campagna vogliamo spiegare come tutti possono contribuire a evitarlo imparando a cucinare come prima cosa e comprendendo che tutto può avere una seconda vita. Bastano piccoli accorgimenti, dall’acquistare le giuste quantità di alimenti all’essere consapevoli che i prodotti dopo la scadenza possono ancora essere buoni e sicuri”, afferma Marco Bianchi.
Nello specifico, la campagna vedrà Activia e Marco Bianchi mettere a punto, nei mesi di giugno, luglio e settembre, contenuti educational realizzati in formati differenti, a seconda delle piattaforme, pensati sia per regalare piccoli trucchi su come ridurre lo spreco alimentare in cucina (attraverso ricette creative e alla portata di tutti) che fare divulgazione attraverso l’intrattenimento su un problema per il quale occorre il supporto e l’ingaggio di tutti.
– foto Italpress –
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