VERONA (ITALPRESS) – Uno scenario attualmente incerto per l’aumento dei costi di produzione lungo la filiera lattiero casearia, per le incognite della guerra in Ucraina e per le conseguenze che un’economia non così brillante su scala mondiale potrebbero riverberare sui consumi alimentari, ma con l’ottimismo nei confronti di un comparto nel suo complesso vitale, nonostante la fase congiunturale “estremamente prudente”, ma che con il Covid ha capito qual è il ruolo degli alimenti lattiero caseari sul piano della nutrizione equilibrata. I mercati, trascinati da una domanda superiore all’offerta, dovrebbero mantenersi su valori sostenuti nei prossimi mesi, anche se l’incremento dei costi di produzione si fa sentire lungo la filiera, con imprenditori chiamati inevitabilmente ad essere prudenti sugli investimenti in questa fase. Lo spiega alla vigilia della Giornata Mondiale del Latte, che si celebra domani, 1° giugno, Piercristiano Brazzale, presidente della Federazione Mondiale del Latte, in un’intervista rilasciata all’ufficio stampa della Fieragricola di Verona, rassegna internazionale in programma a Veronafiere (30 gennaio-3 febbraio 2024).
Brazzale indica la strada agli allevatori (“sostenibilità, efficienza e benessere animale”, dice), sottolinea i progressi del sistema lattiero caseario in India, dove si terrà il prossimo World Dairy Summit, e mette in guardia dai rischi della comparsa sui mercati di nuovi prodotti, ottenuti con caseine e proteine di sintesi, nei confronti dei quali è necessaria una strategia di comunicazione chiara, a tutela dei consumatori. L’India, primo Paese produttore al mondo di latte, ha in programma un piano di investimenti e di sviluppo a sostegno del comparto lattiero caseario per raddoppiare le produzioni nel giro di un quinquennio, con l’obiettivo di esportare nel Sud Est Asiatico e nell’area mediorientale e, spinta dalla contingenza geopolitica, stringere rapporti commerciali con la Russia. Ma ciò che preoccupa maggiormente il presidente della Federazione Mondiale del Latte, Piercristiano Brazzale, più che i numeri potenziali del gigante asiatico, è il rischio di una “diffusione di prodotti sostitutivi dei derivati del latte ottenuti da fermentazione, come la caseina da fermentazione o il lattosio ottenuto dalla fermentazione”.
“Molte aziende – sottolinea Brazzale – stanno investendo in questo mercato, cercando di ottenere prodotti di sintesi, simili alla mozzarella o alla ricotta, ma che non sono riconducibili al sistema lattiero caseario vero e proprio e che, miscelando insieme ingredienti che non hanno origine animale, si dichiarano sostenibili”. Come dovrebbe reagire la filiera lattiero casearia? Secondo Brazzale sarà determinante “essere molto bravi e soprattutto veloci a spiegare qual è il valore socio economico e nutrizionale della filiera lattiero casearia e dei prodotti relativi, far vedere che questi prodotti alternativi non hanno lo stesso valore nutrizionale e che il loro impatto ambientale non è vero che siano così basso, se si considera tutto il loro ciclo di produzione”.
-Foto ufficio stampa Verona Fiere-
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Brazzale “Per filiera latte scenario incerto con guerra”
Pecorino Toscano Dop, cresce la domanda in Italia e all’estero
FIRENZE (ITALPRESS) – Il consumo del Pecorino Toscano DOP si consolida sui mercati italiani ed esteri: lo confermano i dati del 2021 a confronto con quelli del 2020 elaborati dal Consorzio di tutela.
Nel 2021 sono state vendute 2.536,46 tonnellate di Pecorino Toscano DOP (+8,43% rispetto al 2020) di cui quasi il 19% del fatturato deriva dalla vendita del Pecorino Toscano DOP all’estero.
Si tratta di dati estremamente positivi, specialmente se si tiene in considerazione il calo della produzione di latte dovuto a oltre 7 mesi di siccità registrati nel 2021.
Nel corso dell’anno, infatti, sono stati lavorati a Pecorino Toscano 18.952.705 litri di latte, -4,5% rispetto al 2020, con conseguente calo anche della produzione in egual percentuale. Una situazione negativa che però, a quanto pare, non ha affatto intaccato la domanda, al contrario, crescente, di Pecorino Toscano DOP.
“È con grande soddisfazione – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – che accolgo questi ottimi risultati per un prodotto identitario della nostra regione come il Pecorino Toscano DOP. Sono il premio al forte impegno del Consorzio che, anche con il sostegno della Regione Toscana grazie ai fondi della sottomisura 3.2 del Psr e del bando uscito nel periodo emergenza Covid, ha saputo concertare strategie, obiettivi e azioni per far sì che questo prodotto avesse sempre maggiore successo sui mercati nazionali e soprattutto internazionali. Il lavoro del Consorzio, cui la Regione ha dato un sostegno grazie alla sottomisura 3.2 del PSR e una a mano nel periodo dell’emergenza Covid, se da un lato valorizza i suoi prodotti, dall’altro è una garanzia dello sviluppo equilibrato di una delle filiere, quella ovicaprina da latte, così strategica per la tenuta dei nostri territori rurali dal punto di vista sia dell’occupazione che della manutenzione. Il nostro lavoro non si ferma, possiamo fare ancora di più ma direi che siamo sulla buona strada”.
Per far capire meglio l’andamento del 2021 rispetto al 2020 basta dare i numeri del Pecorino Toscano e dire che nel 2021 il mercato nazionale è cresciuto del 7,85% arrivando ad oltre 21.000.00 all’origine di € mentre l’export è cresciuto del 27,52% arrivando a quasi 5.000.000 all’origine.
Di certo, un tale successo si deve in gran parte all’attenzione per la promozione avuta anche in un anno cruciale come il 2021. Dopo un anno particolare come il 2020, infatti, a giugno del 2021 il Pecorino Toscano DOP è entrato a gamba tesa nella stagione clou della distribuzione casearia dando il via (con il supporto della Regione Toscana) a una campagna di comunicazione integrata su TV, radio, quotidiani, riviste e social media. Uno spot pubblicitario in onda su SKY e sulle più importanti emittenti locali, uno spot radiofonico, una campagna stampa e una campagna social su Facebook e Instagram: con “La forma della bontà” – questo il titolo della campagna promozionale – il Pecorino Toscano DOP si è mostrato ai consumatori italiani giocando le sue carte vincenti.
Dall’online all’offline, il Pecorino Toscano DOP ha anche incontrato i consumatori a Cibus 2021: il salone internazionale dell’alimentazione di Parma (31 agosto – 3 settembre 2021). Come ha dichiarato Andrea Righini, Direttore del Consorzio: “Dopo quasi due anni, ricominciamo a incontrare le persone senza il filtro di uno schermo. E` veramente emozionante”.
Il Pecorino Toscano DOP ha confermato la sua importanza anche all’estero, grazie a progetti come “Born in Tuscany”, una serie di masterclass promosse dai Consorzi di Tutela di Olio Toscano IGP, Pecorino Toscano DOP e Prosciutto Toscano DOP, e strutturate sulla base di un format di interazione digitale ideato dalla Fondazione Qualivita, che hanno visto oltre 20 ospiti (tra buyer, ristoratori, titolari di enoteche e botteghe di qualità) e più di 70 operatori partecipanti, collegati anche da Germania e Polonia.
L’impegno nella promozione del Pecorino Toscano DOP all’estero continua nel 2022 con il progetto europeo triennale Cut & Share, iniziato nel 2020. A febbraio di quest’anno, infatti, Pecorino Toscano DOP e Prosciutto Toscano DOP sono volati prima a Miami e poi a Las Vegas: a Miami (Florida), le due eccellenze toscane sono state protagoniste di una masterclass dedicata alle eccellenze DOP e IGP made in Tuscany, coordinata dal giornalista Vincenzo D’Antonio, che ha visto tra i partecipanti giornalisti della stampa specializzata e food influencer. A Las Vegas (Nevada), Pecorino Toscano DOP e Prosciutto Toscano DOP hanno partecipato al Winter Fancy Food Show, manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 1.000 espositori e richiamato oltre 10.000 visitatori B2B. Si è trattato di un evento strategico, che ha offerto la possibilità di incontrare buyer e importatori della West Coast.
Accanto a manifestazioni di tale importanza, il Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP ha continuato a prendere parte a progetti dedicati alla qualità, come la competizione “Miglior Allievo della Toscana” (in collaborazione con l’Unione Regionale dei Cuochi Toscani) dedicata, appunto, alle scuole e agli Istituti alberghieri della Toscana.
Non è mancata l’attenzione alla sostenibilità. Ricordiamo, in particolare, il progetto finanziato dal Mipaaf le cui attività, svolte in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori, sono nate dalla crescente richiesta di qualità dei prodotti alimentari e finalizzate alla sostenibilità per rispondere agli shock climatici ed energetici e alle problematiche sociali e ambientali. Da questo progetto è nata la serie di video YouTube “I volti della sostenibilità”, che racconta la storia dello sviluppo sostenibile del Pecorino Toscano DOP, e la campagna stampa apparsa su importanti quotidiani e riviste. Non dimentichiamo nemmeno la prima confezione di Pecorino Toscano DOP a fette in materiale interamente riciclabile, prodotta da uno dei caseifici associati.
Si è consolidata anche la presenza del Consorzio del Pecorino Toscano DOP sui social media. Il prodotto, la sua qualità e il legame con il territorio di produzione vengono, infatti, valorizzati sulle pagine Facebook in italiano, inglese e tedesco, (Pecorino Toscano DOP, Pecorino Toscano ENG e Pecorino Toscano DE), sul profilo Instagram (@pecorinotoscano), su Twitter (@pecorinotoscano) e su YouTube (Pecorino Toscano).
– foto ufficio stampa Regione Toscana –
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Parmigiano Reggiano, Assemblea approva bilancio e ricorda il sisma 2012
MODENA (ITALPRESS) – L’Assemblea Generale dei Consorziati del Parmigiano Reggiano, che si è svolta al Forum Monzani di Modena, ha approvato a larga maggioranza (97,83% dei consensi) il bilancio consuntivo 2021 che si è chiuso con dati positivi per quanto riguarda vendite e prezzi. Il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 2,7 miliardi di euro contro i 2,35 miliardi del 2020; al massimo è giunto anche il valore generato alla produzione con 1,71 miliardi di euro contro gli 1,52 miliardi del 2020.
Complessivamente il 2021 è stato simbolo della rinascita e della ripresa post pandemica: il totale valore alla produzione è stato pari a 57.015.616 euro con una crescita del 22,5% rispetto all’anno precedente (il valore alla produzione nel 2020 era 46.540.680). L’utile dell’esercizio 2021 è stato pari a 76.252 euro.
“Volumi che orientano il Consorzio – ha sottolineato il presidente Nicola Bertinelli – a puntare sempre di più verso l’estero: mercati di grandi opportunità di sviluppo per una produzione in continua, ma programmata, espansione. Negli ultimi quattro anni, la produzione è aumentata da 3,7 a 4,09 milioni di forme, registrando una crescita pari al 10,6%”.
Il 2021 ha visto un incremento degli investimenti in marketing, comunicazione e sviluppo mercati che ha superato il tetto record di 31 milioni di euro. La comunicazione al consumatore rappresenta pertanto una delle leve fondamentali per sostenere l’incremento della produzione tramite lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero.
L’Assemblea ha inoltre affrontato il tema delle norme che regolano la produzione di formaggi similari/comparabili al Parmigiano Reggiano, approvando a larga maggioranza la proposta di introdurre il divieto di produrre, nei caseifici della filiera, altri formaggi comparabili/confondibili con la Dop. A tal fine, l’Assemblea ha dato mandato al Cda di definire una proposta di modifica dello Statuto da ratificare in Assemblea Straordinaria nei tempi più rapidi possibili. Tale intervento sarà sviluppato in un’ottica di esigenza di equilibrio tra domanda e offerta da consolidare nel mercato e di tutela ulteriore del prodotto.
Al Forum Monzani, il Consorzio ha voluto ricordare, a dieci anni dalla tragedia, il Terremoto del 2012 che ha colpito l’Emilia-Romagna e parte della Lombardia. Alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni, dei consiglieri in carica nel 2012, dei caseifici colpiti dal sisma e delle autorità legate al mondo del volontariato, è stato proiettato un video che ha raccontato, attraverso le immagini del terremoto, le sfide che la filiera ha dovuto affrontare, il coraggio e la resilienza con cui sono state superate le difficoltà strutturali, produttive ed economiche. Sono stati evidenziati gli interventi economici, strutturali e solidali portati avanti, sia dai cittadini che dalle amministrazioni, e la costanza e l’impegno con cui l’intera filiera non si è arresa, rendendola esempio di resistenza.
Nel 2012 sono stati lesionati e distrutti 37 caseifici con la caduta di 600 mila forme di Parmigiano Reggiano, ma, nonostante tutte le difficoltà, la macchina produttiva non si è mai fermata, nessun caseificio è stato costretto a chiudere i battenti. Inoltre, nei caseifici colpiti dal sisma, negli ultimi 10 anni, si è registrato un aumento di produzione pari al 48%.
All’Assemblea ha partecipato anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. “Il coraggio e la forza di reazione al dramma dimostrati dai caseifici colpiti dal terremoto sono un’ulteriore prova della straordinaria capacità di questa terra di non lamentarsi e trasformare anche una tragedia come quella del sisma del 2012 in un’opportunità di rilancio e riscatto. Vi ringrazio per quanto avete fatto – ha dichiarato -. In questi giorni, in occasione del decennale, sto incontrando le comunità colpite dal terremoto e ovunque vedo l’orgoglio per una ricostruzione che ha pochi eguali nel Paese, in un territorio che è oggi più ricco, più produttivo, con infrastrutture più moderne e sicure. D’altronde, una delle priorità delle istituzioni è stata quella di salvaguardare le straordinarie filiere produttive, come è la vostra, per evitare una desertificazione economica e industriale. Oggi possiamo dire di aver centrato l’obiettivo, un risultato il cui merito va condiviso tra tutti: amministratori, imprenditori, tecnici, operatori, volontari e semplici cittadini. Nessuno ha fatto mancare il proprio contributo”.
“Dieci anni dal terremoto che ha sconvolto le zone di produzione del Parmigiano Reggiano, anche in Lombardia. Il ricordo è ancora vivo. I siti di produzione dopo quella tragedia hanno saputo rinnovarsi e rilanciarsi. Questa è la storia delle nostre filiere agroalimentari, che trovano sempre il modo per rialzarsi anche dopo grandi momenti di difficoltà. I dati economici lo dimostrano, ma a lasciare il segno è stato il grande senso di comunità che ha contraddistinto le nostre imprese e i nostri territori. Una storia che merita di essere raccontata e per questo non posso far altro che ringraziare il vostro consorzio”, ha affermato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, che ha voluto esprimere la sua vicinanza alla filiera del Parmigiano Reggiano attraverso un video che è stato proiettato in Assemblea.
“Il terremoto ha rappresentato una grande prova per le aziende della nostra filiera. Ci ha insegnato che, rimboccandoci le maniche, ci si può rimettere in piedi e diventare ancora più forti. Ciò deve ispirare la nostra condotta per il futuro, in un periodo di gravi incertezze e di equilibri precari”, ha commentato Nicola Bertinelli.
L’Assemblea si è svolta in presenza – per la seconda volta consecutiva dopo la pandemia – nel rispetto delle norme anti-contagio. La partecipazione è stata alta da tutte le province del comprensorio: 110 produttori che rappresentano circa al 35% del totale dei caseifici del Parmigiano Reggiano.
– foto ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano –
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Agricoltura100, pubblicato il questionario per la terza edizione
ROMA (ITALPRESS) – Agricoltura100 arriva alla terza edizione. L’iniziativa di Confagricoltura e Reale Mutua Assicurazioni premierà le aziende agricole più innovative e svolgerà la sua ricerca sulla diffusione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nel settore primario italiano. Come nelle precedenti edizioni, anche l’indagine di quest’anno seguirà rigidi criteri di misurazione per la classificazione sia dell’interesse verso i principi Esgd, sia degli investimenti concretamente avviati. I dati raccolti confluiranno in un report, che verrà presentato nel corso di un evento pubblico per la premiazione dei migliori punteggi. Il lavoro di raccolta e analisi dati sarà curato, in modo indipendente e riservato, da Innovation Team (Gruppo Cerved) che, a conclusione dell’indagine, fornirà sempre gratuitamente e riservatamente un servizio personalizzato di misurazione del livello della propria sostenibilità. Le aziende potranno decidere se condividere i risultati di questa consulenza per ottenere un certificato che attesterà l’impegno sul fronte Esg. Dopo le domande di carattere generale (relative alle attività svolte, al fatturato e ai mercati di riferimento), il questionario entra nel vivo del tema con domande sulla presenza in organico di minoranze di genere, su investimenti in sostenibilità avviati negli ultimi due anni e sui risultati raggiunti. Rispetto all’anno scorso, il nuovo questionario aggiunge domande specifiche sulla gestione e monitoraggio di energia e materie prime per indagare su come le aziende stiano affrontando il forte incremento dei prezzi. Altro capitolo toccato è la governance, ossia le logiche di gestione interna dell’attività: dalla sicurezza sul lavoro, alle assicurazioni sugli infortuni fino a percorsi di aggiornamento. I partecipanti all’indagine indicheranno anche eventuali iniziative di prevenzione del dissesto idrogeologico, di riduzione delle emissioni di gas e ammoniaca, e la presenza di impianti per la produzione di energia rinnovabile. Il questionario indaga anche sull’uso di prodotti chimici e su eventuali linee di produzione biologica.
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Crea, ai “Mercoledì del gusto” protagonista il peperoncino
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto oggi, a Roma, presso la Biblioteca storica del Crea il primo appuntamento con “I mercoledì del Gusto e dei Territori” dedicato al peperoncino, una delle eccellenze del made in Italy. Per Carlo Gaudio, presidente del Crea, “l’obiettivo di questo primo appuntamento è quello di difendere e promuovere i prodotti tipici della nostra alimentazione. I nostri territori hanno un patrimonio immenso costituito da eccellenze che dobbiamo proteggere. Una delle funzioni del Crea è proprio quella di fare ricerca e di promuovere i benefici nutrizionali e salutari delle nostre sementi. Con l’evento di oggi accendiamo un focus di analisi sul peperoncino che rappresenta un’eccellenza fra le sementi italiane”. Per Francesco Battistoni, sottosegretario al Mipaaf, “l’evento di oggi permette di aumentare la conoscenza sulle ricchezze organolettiche presenti nei nostri territori e sul ruolo fondamentale che alcune sementi, come il peperoncino, svolgono nello sviluppo della nostra filiera agroalimentare”. “Ciò significa – ha proseguito – raccontare l’Italia che produce, l’Italia agricola, l’Italia delle eccellenze e delle sue tipicità territoriali e regionali che la rendono unica e che ci permettono di crescere nella sostenibilità e nel greening, offrendo sempre prodotti di qualità apprezzati e ricercati nel mondo”.
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Vino, le “Ri-Generazioni” di Caviro nel segno della sostenibilità
ROMA (ITALPRESS) – “RI-GENERAZIONI. Uniti dal fil vert della sostenibilità” è il titolo dell’evento del Gruppo CAVIRO, tenutosi alla Fabbrica del Vapore di Milano, per la presentazione della Terza Edizione del Bilancio di Sostenibilità del Gruppo. L’evento, moderato da Federico Taddia, ha visto la partecipazione di più voci, esperienze, e generazioni: tra gli ospiti, l’Europarlamentare Elisabetta Gualmini, il Professor Attilio Scienza, il direttore scientifico di LifeGate Simone Molteni, il fondatore di ZeroCO2 Andrea Pesce, e la direttrice editoriale di Innesti, Martina Liverani.
Un dialogo aperto su come diverse realtà operano e comunicano per lasciare alle generazioni a venire un pianeta migliore e su come la responsabilità, soprattutto per le aziende, debba essere la guida principale nelle azioni quotidianamente intraprese.
“Sostenibilità è responsabilità. E’ occuparsi di lasciare le cose in ordine per chi viene dopo. Vogliamo comunicare in trasparenza il nostro modo di essere cooperativa e condividere con le persone, gli enti e le istituzioni che vengono in contatto con noi la volontà di creare Valore dove sembra non esserci”, ha detto il presidente del Gruppo CAVIRO, Carlo Dalmonte, che aprendo l’iniziativa ha sottolineato l’importanza di cooperare per un obiettivo comune.
Il racconto è proseguito sul Bilancio di Sostenibilità del Gruppo, giunto alla sua terza edizione e quest’anno certificato, che racchiude in sè tutto l’impegno e i risultati raggiunti da CAVIRO, che è ormai una Best Practice per il settore, in Italia e all’estero.
Con 12.000 soci, 27 cantine in 7 regioni d’Italia – dal Veneto alla Sicilia -, 35.200 ettari vitati e ben 660 mila tonnellate di uva prodotta (quasi il 10% di quella dell’intero territorio nazionale), il Gruppo CAVIRO rappresenta la più grande cantina vitivinicola d’Italia.
I 390 milioni di ricavi nel 2021 e un approccio che unisce visione strategica, innovazione e vicinanza al territorio, sono le basi che permettono al Gruppo di operare delle scelte, e seguire il fil vert della sostenibilità perseguendo strade, spesso pionieristiche, che pongono al centro il rispetto per le persone e per l’ambiente.
Un impegno che ha portato a diversi riconoscimenti nazionali e internazionali come il Premio Impresa Ambiente, il più alto riconoscimento italiano destinato alle imprese che nella gestione della propria attività danno un contributo innovativo in termini di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, la menzione di Index Future tra le 44 imprese italiane che meglio illustrano la propria governance o il recente European Award for Cooperative Innovation per la categoria “Bioeconomia e Circolarità”, che riconosce a CAVIRO lo status di cooperativa tra le più innovative a livello europeo.
L’adozione di modelli di produzione sostenibili e circolari, l’attenzione per gli stakeholders, la promozione della sicurezza e del benessere di dipendenti e consumatori, il supporto al territorio anche dal punto di vista economico con un’attenzione particolare alle realtà locali: tutti temi fondamentali per il Gruppo faentino che, in linea con gli obiettivi delineati dall’Onu nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile del pianeta, attraverso iniziative e progetti tangibili e di ampio respiro esercita un’azione concreta su 7 Sustainable Development Goals (SDGs).
“In CAVIRO la sostenibilità si esprime in ogni passaggio della filiera: dal vigneto all’imbottigliamento, dagli scarti alla loro trasformazione in prodotti nobili, perchè “dell’uva non si butta via niente” – commenta SimonPietro Felice, Direttore Generale del Gruppo CAVIRO -. Abbiamo strutturato un modello di economia circolare che oggi è tra le più importanti case history a livello europeo. Decine di milioni di euro sono stati investiti, altri sono in budget per azioni atte a preservare il valore delle risorse naturali, operare il riciclo e la rigenerazione dei prodotti e dei materiali, che ci permettono di ridurre alla fonte l’impiego di materie prime ed energia”.
Le sustainability manager del Gruppo CAVIRO – un team di sole donne già alla guida di altri settori di CAVIRO, costituito da Sara Pascucci, Head of Communication Gruppo CAVIRO, Silvia Buzzi, Health Safety and Environment Manager CAVIRO Extra ed Elisa Massimiani, Financial Planning & Analysis Manager Gruppo CAVIRO – hanno raccontato i diversi aspetti in cui il Gruppo opera la sostenibilità.
Sostenibilità dal punto di vista sociale, con 27 certificazioni ottenute (tra cui SA8000, Standard Equalitas, Sostenibilità biometano e bioetanolo), e la creazione di una cultura della sostenibilità diffusa tra tutti gli stakeholder con diversi progetti: dalle etichette ai canali di comunicazione (sito, social network, e-magazine Innesti).
Sostenibilità sociale anche per l’attenzione verso i soci, con la garanzia di condizioni migliori di quelle sul libero mercato, e verso i dipendenti, con ad esempio le oltre 17.000 ore di formazione erogate nel 2021.
Sostenibilità dal punto di vista ambientale, con l’impegno nell’attività di recupero e valorizzazione pressochè totale degli scarti di filiera per la produzione di energia elettrica, termica, di biocarburanti e di fertilizzanti naturali.
Sostenibilità anche dal punto di vista economico. L’Italia costituisce il principale mercato di riferimento (70% della composizione dei ricavi per l’anno fiscale 2020/21) e il Gruppo è primo nel settore vino a livello nazionale per quota di mercato a volume e valore. Nel fiscal chiuso al 31 agosto 2021, il valore economico generato dal Gruppo è stato di 396 milioni di euro, con un incremento di 28,8 milioni di euro (pari al+8%) rispetto all’esercizio precedente.
Il 93,5% è stato distribuito agli stakeholders, principalmente soci (22%), altri fornitori di beni e servizi e lavoratori (a cui è andato un 7,4%), mentre il 6,5% dell’importo è stato reinvestito internamente.
– foto ufficio stampa Caviro –
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Cristiano Fini nuovo presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani
ROMA (ITALPRESS) – Cristiano Fini è il nuovo presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditore modenese, di Castelfranco Emilia, 50 anni, è stato nominato dall’ottava Assemblea elettiva, riunita a Roma presso il Teatro Eliseo e composta da 399 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti in tutt’Italia. Fini, agrotecnico, è il titolare di un’azienda agricola e vitivinicola con 13 ettari investiti a vigneto biologico, già presidente di Cia Emilia-Romagna dal 2018 e, precedentemente, di Cia Modena. Succede a Dino Scanavino, al vertice di Cia negli ultimi 8 anni.
“Stiamo attraversando una fase davvero complicata: la pandemia, la guerra, i rincari eccezionali delle materie prime, il rischio di una crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici. Eppure – ha spiegato Fini – il nostro settore, con tutte le difficoltà resta uno dei cardini dell’economia nazionale. Il valore aggiunto dell’agricoltura italiana, pari a 33 miliardi circa, resta il più elevato dell’Ue. Il sistema agroalimentare, nel suo insieme fa il 15% del Pil. Ecco perchè possiamo e dobbiamo lottare, rimettendo al centro le nostre priorità, le nostre battaglie”.
“Servono azioni precise e puntuali su larga scala, come una politica energetica nazionale ed europea che cerchi di calmierare i costi e le speculazioni, oltre a misure a sostegno delle filiere produttive, messe in ginocchio dagli incredibili rincari produttivi e dall’instabilità dei mercati. Ma soprattutto – ha continuato il presidente di Cia – c’è bisogno finalmente di una redistribuzione del valore lungo la filiera. Dobbiamo gridare la necessità di un reddito equo per gli agricoltori, facendo squadra su questo obiettivo comune, come su investimenti importanti nella ricerca per dotare il settore primario di strumenti innovativi contro il climate change. E poi: spinta alle nuove tecnologie digitali e apertura chiara alle tecniche di miglioramento genetico in ottica sostenibile; invasi per l’accumulo di acqua utile nei periodi più siccitosi, ma anche assicurazioni e fondo mutualistico nazionale per affrontare le calamità”.
“Alla vigilia delle grandi campagne – ha sottolineato Fini – resta urgente anche il problema della manodopera nei campi, dal punto di vista sia dei costi che della reperibilità. Così non siamo più competitivi. Occorre più flessibilità, come sperimentato con i voucher. Cambiamo la parola se non ci piace, ma è lo strumento che serve. E ancora: accesso alla terra e al credito per il ricambio generazionale; valorizzazione delle donne del settore che sono ormai il 30%; pensioni giuste per chi ha passato tutta la vita nei campi e ora prende poco più di 500 euro”.
“Queste sono le nostre priorità – ha evidenziato il nuovo presidente di Cia – insieme al rilancio delle aree interne. Zone svantaggiate che hanno un’importanza strategica per tutto il sistema Paese, ma vengono lasciate sempre sole. Per le zone rurali servono politiche e strategie: defiscalizzazione, connessione, sbloccare lo spopolamento e riportare persone e ricchezza. Sono le nostre rivendicazioni, come quella sulla fauna selvatica, con la riforma della legge 157 per tutelare l’agricoltura, mettere al sicuro strade e cittadini, salvare gli allevamenti suinicoli dal rischio PSA. Tutte sfide che dobbiamo portare avanti tenendo sempre insieme proteste e proposte”.
“Ci attende una nuova stagione, più inclusiva e innovativa – ha aggiunto Fini – dentro l’organizzazione e nei rapporti con la società civile e con le istituzioni, con tutte le altre rappresentanze agricole, agroalimentari ed economiche del Paese”.
“C’è bisogno di un patto con tutte le componenti del sistema, a cominciare dai consumatori – ha ribadito il presidente di Cia – e il miglior veicolo per spiegare quello che facciamo sono gli agriturismi, la vendita diretta, l’agricoltura sociale, le fattorie didattiche. Dobbiamo far capire a tutti che l’agricoltura non è quella che inquina, che tratta male gli animali e sfrutta i lavoratori, ma il settore che custodisce il territorio, che difende l’ambiente e le persone, che fa crescere l’economia e la società. Anche in Europa dobbiamo contare di più, avendo in mente che dove andiamo uniti come sistema Paese, portiamo a casa il risultato”.
Appena proclamato, Fini ha voluto ringraziare per il lavoro fatto il presidente uscente Dino Scanavino e il suo antagonista in campagna elettore Luca Brunelli.
– foto ufficio stampa Cia-Agricoltori Italiani –
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McDonald’s, con “Sempre aperti a donare” distribuiti oltre 170mila pasti
MILANO (ITALPRESS) – La seconda edizione di “Sempre aperti a Donare”, lanciata a dicembre 2021, ha consolidato il proprio successo. L’iniziativa solidale che ha coinvolto McDonald’s, i suoi franchisee, Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, Banco Alimentare e Comunità di Sant’Egidio, ha infatti ampiamente superato l’obiettivo di donare 150mila pasti caldi alle persone più bisognose. Quest’anno, l’impegno di collaborazione sincera volto al supporto di chi è più in difficoltà ha raggiunto gli oltre 170mila pasti totali distribuiti in tutta Italia. Sono stati in totale 245 i ristoranti McDonald’s che hanno aderito all’iniziativa, oltre 200 associazioni caritatevoli beneficiarie in 195 città lungo tutta la Penisola.
“Ancora una volta questo progetto ci ha resi orgogliosi del contributo che siamo riusciti a dare alle comunità che ci accolgono, supportando migliaia di persone in difficoltà – dice Dario Baroni, amministratore delegato di McDonald’s Italia -. Grazie alla preziosa collaborazione dei nostri franchisee, Banco Alimentare, Comunità di Sant’Egidio e tanti enti benefici territoriali abbiamo potuto continuare una catena di solidarietà che offre un aiuto concreto al Paese, ovunque fosse più necessario. Un impegno tangibile che siamo decisi a portare avanti nel tempo”.
Oltre a consolidare il prezioso rapporto con le organizzazioni benefiche coinvolte, il successo della nuova edizione di “Sempre aperti a donare” conferma ancora una volta l’impegno e la vicinanza di McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald nei confronti delle comunità in cui operano.
“La mission di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald è di supportare le famiglie fragili e in un momento di difficoltà della loro vita. Siamo per questo orgogliosi di collaborare nuovamente con McDonald’s alla seconda edizione di Sempre aperti a donare. Superare ancora una volta l’obiettivo comune che ci eravamo posti, conferma la concretezza ed efficacia che ha unito ristoranti, enti benefici e istituzioni, con l’unico grande obbiettivo di essere al fianco delle nostre comunità”, dichiara Nicola Antonacci, presidente di Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald.
“Sono 5,6 milioni le persone in stato di povertà assoluta nel nostro Paese – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus – e purtroppo questo numero, raggiunto con la crisi del 2020, non è calato nel 2021 con la ripresa post pandemia. Secondo l’Istat l’aumento dei prezzi al consumo ha infatti impedito a circa 350.000 persone di uscire dalla soglia di povertà. Iniziative come Sempre aperti a donare sono quindi fondamentali per poter dare sostegno a tante famiglie in difficoltà. Siamo felici che il progetto sia stato rinnovato e che abbia raggiunto risultati così importanti”.
“La pandemia ha acuito un disagio cronico e ampliato la forbice delle disuguaglianze – commenta il portavoce della Comunità di Sant’Egidio Roberto Zuccolini -. Continua a esserci bisogno di concrete azioni sinergiche di cittadini, aziende e istituzioni per non lasciare nessun indietro. Ringraziamo McDonald’s per aver rinnovato questa iniziativa di solidarietà che ha permesso di sostenere chi è più in difficoltà”.
– foto ufficio stampa Omnicom –
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