Agroalimentare

Nestlè, innovazione “trasforzativa” per rafforzare processi aziendali

MILANO (ITALPRESS) – Nell’attuale mondo del lavoro, in continuo cambiamento, l’innovazione ha ormai ampliato il suo significato coniugando l’elemento trasformativo con quello rafforzativo, diventando dunque, per il Gruppo Nestlè in Italia, “trasforzativa”: ovvero un’innovazione che punta a influenzare i processi aziendali, stimolando le idee e valorizzando il talento delle nuove generazioni per far evolvere radicalmente il modo in cui l’azienda opera oggi e opererà domani. Il percorso di innovazione acquista così nuovo valore, integrandosi alle strategie di sostenibilità con l’obiettivo di trasformare e rafforzare tutti i processi aziendali. In questo contesto, le competenze “green” diventano sempre più rilevanti sia per le aziende che per le nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro. Queste, infatti, nella costruzione della loro carriera prediligono quelle realtà che integrano i bisogni sociali e ambientali nel loro modello di business.
Il Gruppo Nestlè in Italia, infatti, accoglie e supporta il talento e le idee delle nuove generazioni impegnate nel mondo agritech con la seconda edizione del Nestlè Startup Program, l’iniziativa promossa dall’azienda per favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile, entrata ormai nel vivo. Sono state infatti selezionate le tre startup finaliste, chiamate a implementare soluzioni innovative sul tema dell’agricoltura rigenerativa e dei modelli di produzione sostenibili per la filiera del pomodoro. Il programma vede il contributo del partner scientifico Future Food Institute e la collaborazione di Steriltom, storico fornitore italiano di polpa di pomodoro per il Gruppo Nestlè. Le tre startup sono giunte alla fase di prototipazione e validazione dei loro progetti al termine di uno sprint di sei settimane dove hanno lavorato insieme ai mentor di Nestlè e ai coach di Future Food Institute per migliorare l’efficacia delle proprie proposte. Lungo questo percorso, le startup hanno ideato soluzioni per sviluppare substrati consumabili eco-friendly al fine di migliorare la fertilità e la struttura del suolo; efficientare i processi agronomici (irrigazione, trattamenti fitosanitari, monitoraggio degli insetti); rilevare la qualità e la quantità della produzione tramite sensori IoT per lo studio dei suoni e delle vibrazioni emesse dagli insetti impollinatori. Il programma si concluderà a fine giugno con un bootcamp in cui verranno presentate le soluzioni e i risultati della fase di prototipazione. “Siamo particolarmente orgogliosi dell’entusiasmo, della straordinaria voglia di mettersi in gioco e di imparare dei giovani imprenditori che hanno partecipato al Nestlè Startup Program e dei tre team finalisti. In questa edizione abbiamo scelto di mettere al centro la terra, dove sono coltivate con cura e attenzione le nostre materie prime”, ha dichiarato Giacomo Piantoni, direttore Risorse Umane Gruppo Nestlè in Italia. “Come grande attore che opera a livello internazionale nel settore agroalimentare, in Nestlè siamo convinti che l’innovazione e le competenze in ambito green siano fattori imprescindibili per condividere idee e proporre soluzioni che possano dare nuova linfa al tessuto imprenditoriale agritech”, ha aggiunto.
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-foto ufficio stampa Nestlè-

Il Parmigiano Reggiano firma l’undicesima tappa del Giro d’Italia

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Parmigiano Reggiano il 18 maggio è protagonista del Giro d’Italia, firmando l’undicesima tappa della corsa rosa che si svolge nella zona di origine del formaggio DOP, quella di Sant’Arcangelo di Romagna che termina a Reggio Emilia, una delle cinque province nelle quali si produce il Parmigiano Reggiano.
Una tappa dedicata al cibo (Food Stage) e al prodotto che più di qualsiasi altro rappresenta l’eccellenza del Made in Italy nel mondo. Il binomio Parmigiano Reggiano-sport si conferma vincente, grazie alle qualità intrinseche del formaggio. “Il Giro d’Italia – si legge in una nota – ha scelto Parmigiano Reggiano perchè è un alimento estremamente contemporaneo, in linea con uno stile di vita sano e dinamico, un prezioso alleato dei ciclisti e degli sportivi in generale”.
Ad attendere il passaggio di una delle corse più importanti del calendario ciclistico, il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli che, presso la sede del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano ha ricevuto la maglia rosa dai vertici di RCS, organizzatori del Giro d’Italia. La giornata si concluderà in centro a Reggio Emilia, dove il presidente del Parmigiano Reggiano consegnerà al vincitore della tappa una forma di Parmigiano Reggiano.

– foto ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano –

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Valorizzare il made in Italy contrastando l’italian sounding

MILANO (ITALPRESS) – Promuovere e valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano, garantito e certificato, partendo dalla salubrità e dalla sostenibilità delle filiere agroalimentari italiane che danno vita alle produzioni tra le più sostenibili d’Europa. Il tutto contrastando i fenomeni dell’italian sounding e dell’agropirateria internazionale, che ha raggiunto la cifra di 100 miliardi di falso made in Italy. Servono quindi impegni concreti per facilitare la presenza di prodotti originali italiani sulla rete distributiva mondiale, fare la giusta informazione verso il consumatore estero sulla qualità del vero prodotto italiano, promuovere le produzioni dei territori e combattere il fake food, offrire tramite nuove tecnologie la possibilità di leggere in modo immediato il tracciamento del prodotto a scaffale e le attività ristorative certificate 100% Italian Taste. Sono questi i temi trattati nel corso di un evento promosso da ITA0039 by Asacert in collaborazione con la Fondazione UniVerde e con il supporto di Euro-Toques Italia, Coldiretti Milano, Lodi, Monza e Brianza in partnership con Fooditbetter. Per Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, “l’enogastronomia è un filone che intercetta l’offerta turistica in tutte le sue tipologie. La prima azione da fare è promuovere il sistema Italia in modo coordinato tra le regioni.
L’italian sounding ci mostra che dobbiamo recuperare miliardi di mercato potenziale. Per fare questo è fondamentale dare valore alla rete dei ristoranti italiani all’estero, quelli che utilizzano veri prodotti dei nostri territori, regole e norme nei protocolli. Dobbiamo fare in modo di mobilitare questa rete di ambasciatori del gusto, promuovere la nostra cultura del cibo per apprezzare la vera qualità dei ristoranti italiani nel mondo”.
Fabrizio Capaccioli, Ad Asacert e ideatore del Protocollo ITA0039, ha osservato come “con il protocollo promuoviamo la difesa del patrimonio agroalimentare italiano e lo certifichiamo in tutto il mondo. Lo faremo anche attraverso un osservatorio sul fake food che, anche grazie alle segnalazioni raccolte nell’app ITA0039, ci consentirà di monitorare lo stato di salute del made in Italy nel mondo”. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e promotore della campagna #NoFakeFood, ha sottolineato che “l’agroalimentare è una grande realtà economica del Paese ed è importante che l’Efsa interpreti sempre più la sicurezza alimentare anche come tracciabilità e sostenibilità”.
“Questo per noi è essenziale contro agropirateria e italian sounding. Proprio la legge di orientamento che ho varato – ha aggiunto – ha rappresentato una svolta storica per l’agricoltura italiana ed è stata un grande passo in avanti sulla via della modernizzazione del mondo agricolo e della valorizzazione delle forme di turismo sostenibile. Non possiamo quindi sottovalutare le potenzialità del settore, il Governo deve sostenere l’agroalimentare italiano destinando importanti risorse del Pnrr per la tutela delle produzioni del Belpaese e rispondere all’emergenza del cibo falso. Solo così si potrà difendere l’origine, l’autenticità, la qualità e la sicurezza dei veri prodotti italiani”. In linea con le raccomandazioni del Parlamento europeo sulla strategia From Farm to Fork (dal produttore al consumatore), è stato rilanciato l’appello affinchè l’Efsa estenda l’attenzione alla qualità in un’accezione più ampia che comprenda anche il valore nutrizionale alimentare e la garanzia che venga minimizzato l’impatto ambientale della produzione del cibo lungo tutta la filiera.
Per Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale sicurezza alimentare al ministero della Salute, “occorre far evolvere il concetto di safety, dalla sicurezza alla qualità, alla salute e al salutismo. Abbiamo cioè bisogno di maggiore chiarezza sui criteri di coltivazione dei prodotti agroalimentari e su quelli di utilizzazione, a tutela dei consumatori che devono poter contare sulle necessarie garanzie”.
Alessandro Rota, presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza e Brianza, ha evidenziato come “anche a fronte di ciò che sta accadendo a seguito della guerra in Ucraina, l’agricoltura italiana deve essere messa nelle condizioni di assicurare l’autoapprovvigionamento alimentare del Paese nel rispetto degli alti standard qualitativi e di sicurezza che abbiamo sempre saputo garantire”. Jimmy Ghione, inviato di Striscia la Notizia e testimonial della campagna #NoFakeFood, si è detto “felice di sostenere questa iniziativa contro il falso made in Italy e la qualità del cibo, che significa dare la giusta attenzione alle imprese oneste. Occorre intervenire con decisione per difendere chi produce alimenti in modo giusto, pulito e sano”.
Infine, Enrico Derflingher, presidente Euro-Toques Italia e International, ha sottolineato come sia “fondamentale guardare al futuro cercando strade e iniziative che siano a supporto dei piccoli produttori sui territori, che fanno dell’eccellenza il loro marchio di distinzione, la cui difesa è da sempre il fiore all’occhiello di Euro-Toques”.
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-foto ufficio stampa UniVerde-

Agricoltura, Italia e Israele tracciano la rotta del futuro

NAPOLI (ITALPRESS) – Oltre 400 partecipanti, 26 aziende e startup innovative israeliane, 80 imprese agricole più avanzate d’Italia, più di 300 B2B e incontri B2G. E’ il bilancio di successo della conferenza “Techagriculture Meeting Italia-Israele: l’agricoltura incontra l’innovazione”, organizzata dall’ambasciata d’Israele in Italia e Confagricoltura, in collaborazione con il Comune di Napoli e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, presso il complesso universitario di San Giovanni a Teduccio dell’Università federiciana. In mattinata, una cerimonia d’apertura con le autorità ha introdotto tre panel dedicati al contributo delle soluzioni ag-tech alle sfide poste da scarsità delle risorse e cambiamento climatico.
“Una grandissima occasione per l’Italia e per Israele. Israele è una potenza mondiale della tecnologia avanzata in agricoltura, l’Italia ha investito in un nuovo Centro Nazionale di Tecnologie per l’agricoltura, che si costituirà qui a Napoli”, ha esordito il rettore dell’Ateneo federiciano, Matteo Lorito. “Napoli e Israele sono, quindi, al centro dell’avanzamento tecnologico in un campo fondamentale. L’Università può fornire le intelligenze e le tecnologie. Può avvicinare ancora di più i Paesi. Noi come Federico II ci avviamo a svolgere questo ruolo importantissimo”, ha sottolineato. “Siamo nel mezzo di una crisi alimentare scatenata dal conflitto. Servono interventi mirati per mitigare il problema. L’innovazione tecnologica è la soluzione”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, rimarcando l’importanza della sicurezza nel settore alimentare, anche sotto il profilo geopolitico, il ruolo fondamentale di Israele come Start-Up Nation e la volontà di approfondire la cooperazione bilaterale tra Roma e Gerusalemme in questo settore così rilevante. Il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha evidenziato l’importanza di potenziare la ricerca in ambito tecnologico per poter contrastare le gravi conseguenze dovute ai cambiamenti climatici e la carenza delle risorse. “Queste sfide – ha detto – si possono e si devono vincere anche grazie alla cooperazione internazionale, come quella tra Italia e Israele. Produrre cibo di qualità, renderlo disponibile per tutti, e ottenerlo con il minore impatto ambientale, deve essere uno dei nostri principali obiettivi”.
“L’incontro di oggi è la naturale prosecuzione dell’evento ‘Verso Sud’, intercorso nei giorni precedenti a Sorrento”, ha sottolineato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, evidenziando come “il rafforzamento della cooperazione tra Italia e Israele, permette di confrontare due realtà che possono scambiarsi reciprocamente sinergie e valori. L’agricoltura è oggi al centro delle grandi tensioni del nostro tempo e Israele rappresenta per l’Italia un Paese mediterraneo amico, leader nella tecnologia biotech. La sinergia tra i due Stati può produrre buoni frutti. Insieme i due Paesi mediterranei possono davvero assumere e consolidare una leadership mondiale nell’agrifoodtech”. Per il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, “la scelta di ospitare a Napoli il meeting Italia-Israele su TechAgriculture è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Il Polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio era la sede di una grande fabbrica agroalimentare: dopo 40 anni proprio qui rilanciamo agricoltura e tecnologia. Si tratta di un passaggio di testimone tra passato e futuro, nel nome dell’alleanza tra tecnologia e agricoltura che servirà a vincere una grande sfida: garantire cibo sufficiente per tutto il mondo”.
“Spero che questa conferenza, negli anni, possa aprirsi a tutti i Paesi del Mediterraneo, e non solo, per il bene dell’umanità. Perchè le interazioni qui stabilite hanno una dimensione non solo commerciale, ma anche universale: le crisi climatica, energetica e alimentare richiedono sforzi congiunti globali. Israele ha molte innovazioni da offrire, dal campo alla tavola, fino alla gestione dei rifiuti”, ha detto l’ambasciatore Dror Eydar.
“Italia e Israele concretizzano un sogno nato prima della pandemia e che oggi può dare un reale contributo di crescita, solidarietà e resilienza in tutta l’area Mediterranea – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Questa giornata traccia una linea che Confagricoltura vuole dare con Israele portando avanti negli anni questo momento di incontro, affinchè possa diventare il punto di riferimento di una riflessione sempre più approfondita. Ci aspettano mesi intensi di lavoro per poter dare risposte adeguate. Confagricoltura e Israele mettono in campo le loro competenze e chiamano la politica a inserire la questione in un’agenda più ampia: una policy a livello globale – ha concluso – non è più evitabile”.
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-foto ufficio stampa Confagricoltura-

Gambero Rosso, l’agroalimentare tra crescita e nuove sfide

ROMA (ITALPRESS) – Anche per il settore agroalimentare oggi nel mondo si vive una fase difficile a causa delle complesse sfide legate alla crisi, alla pandemia e alla situazione geopolitica. Ne ha parlato in un’intervista all’Italpress Paolo Cuccia, vicepresidente esecutivo della Fondazione Gambero Rosso.
“Stiamo vivendo una fase geopolitica estremamente difficile, dopo due anni di pandemia e dopo dodici anni di recessione”, ha spiegato Cuccia, aggiungendo che comunque “le complessità che attengono al mondo dell’agrifood toccano tanti altri settori”. In particolare, però, “il settore agroalimentare in questi anni è cresciuto molto ed è cresciuto anche l’export”, ha evidenziato. Però “il paese della biodiversità e della cucina più amata nel mondo – ha sottolineato – ancora non ha pianificato bene le sue fonti e in questa fase ne soffriamo particolarmente”.
La sostenibilità può essere d’aiuto anche in questo settore. Per tale motivo, a questo aspetto viene dedicato ampio spazio anche nella formazione. “Gambero Rosso – ha spiegato Cuccia – è un soggetto editoriale che cura con massima attenzione le proprie radici ma fondamentalmente utilizza questi contenuti per dare servizi. La formazione è uno di questi e nel nostro paese – ha continuato – è un altro aspetto che dovrebbe essere di maggiore attenzione anche all’interno del Pnrr, lo abbiamo più volte segnalato al governo. Il nostro è il paese – ha proseguito – con il più basso numero di laureati d’Europa, non solo nel nostro settore. E’ un paese in cui la dimensione aziendale ridotta porta a non avere formazione permanente, oggi indispensabile nel momento in cui i mutamenti della globalizzazione e i temi di sostenibilità e digitalizzazione richiedono una costante aggiornamento. In questo senso – ha aggiunto – Gambero Rosso è un soggetto molto avanzato, sia con le scuole professionali che nelle attività universitarie”.
Particolare attenzione è dedicata anche al mondo del vino. “Sette anni fa, nella nostra attività di accompagnamento delle aziende italiane nel mondo – ha spiegato -, avevamo già intercettato che in alcuni paesi, specie quelli che hanno sistemi di acquisto centralizzati, c’era già grande attenzione e c’erano messaggi che dicevano che progressivamente i loro bandi di acquisto del vino avrebbero privilegiato coloro i quali sono sostenibili”, fino a escludere oggi “coloro che non lo sono”. “Con Unione Italiana Vini e Federdoc – ha affermato – abbiamo creato una società di scopo che ha realizzato un disciplinare di certificazione che ha portato, qualche mese fa, al recepimento da parte del Ministero delle Politiche agricole. Il bollino della società che si chiama Equalitas – ha aggiunto – è un passaporto abilitante verso questi mercati”. Poi il vicepresidente esecutivo della Fondazione Gambero Rosso ha ricordato che in Italia “abbiamo quasi 600 vitigni autoctoni”. “Già oggi – ha evidenziato – il 17% della produzione vitivinicola italiana è certificato o certificando. Questo ci pone all’avanguardia mondiale sia per numero che per profondità della certificazione”. Nel settore agroalimentare, quindi, “le aziende italiane sono molto avanzate nella qualità del prodotto e nel processo di produzione ma – ha concluso – sono ancora arretrate, e speriamo possano recuperare, dal punto di vista degli aspetti sociali, di governance, della parità di genere”.

– foto Italpress –

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Parmigiano Reggiano, nuovo shop online per i titolari di partita Iva

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Dopo il successo riscosso dallo shop virtuale rivolto ai consumatori – lanciato nel mese di luglio 2020 – il Parmigiano Reggiano cavalca l’onda del trend di crescita delle transazioni online lanciando un nuovo canale di vendita riservato alle aziende titolari di partita IVA.
“I Caseifici devono avere sempre più accesso al mercato senza mediazioni, non solo attraverso gli spacci aziendali, ma anche con le vendite online. L’obiettivo è quello di aumentare la quota di vendita diretta che è ora pari al 12%, fino a raggiungere e superare il 15% della produzione complessiva, vale a dire oltre 600.000 forme del nostro Parmigiano Reggiano”, ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
Parte quindi il progetto Shop B2B Parmigiano Reggiano (https://shopb2b.parmigianoreggiano.com/it/customer/account/login/), che vede al momento la partecipazione di 10 caseifici attivi e molti altri potenzialmente interessati a entrare nella piattaforma.
All’interno dello shop virtuale sarà possibile acquistare tutta la biodiversità che caratterizza Parmigiano Reggiano con diverse pezzature e stagionature. Il portale sarà riservato ai possessori di Partita Iva con licenza di somministrazione e rivendita, oltre che alle aziende per la regalistica aziendale. L’interfaccia tecnologicamente avanzata presta inoltre la massima cura alla customer experience, offrendo all’utente una navigazione gradevole e funzionale grazie alla presenza di contenuti di approfondimento dedicati al prodotto. Oltre alla possibilità di acquistare direttamente, conoscere i caseifici e poter trasmettere l’origine della materia prima nel menù per i propri consumatori, il portale riporterà spunti per la presentazione del Parmigiano Reggiano raccontando le diverse stagionature e tipologie.
Il nuovo progetto s’inserisce all’interno della serie più ampia di iniziative volte alla promozione delle vendite dirette e dello sviluppo commerciale dei caseifici, al fine di venire incontro all’esigenza crescente del consumatore di avere un canale online diretto, all’interno del quale acquistare in tutta sicurezza il Parmigiano Reggiano. Il Consorzio si pone inoltre come obiettivo la valorizzazione del prodotto e dei caseifici produttori tutelandone l’unicità.
Lo Shop B2B si affianca al progetto di e-commerce dedicato ai consumatori che dal 2019 ad oggi è cresciuto anche grazie a politiche di engagement e fidelizzazione del cliente. Nel 2021 il portale dedicato al consumatore ha raccolto tre milioni di visualizzazioni, generando oltre 30mila ordini per un fatturato complessivo di oltre 2 milioni di euro.

– foto Consorzio Parmigiano Reggiano –

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Caffè Borbone partecipa a Venditalia 2022

NAPOLI (ITALPRESS) – Caffè Borbone partecipa a Venditalia, la fiera del vending, un canale sempre più strategico per l’azienda e che rappresenta una parte importante del fatturato. Non a caso, le miscele del vending che preservano le proprietà organolettiche fino al momento dell’erogazione, sono adatte anche all’uso domestico. Caffè Borbone arricchisce l’offerta del caffè porzionato e presenta a Venditalia le nuove capsule in alluminio declinate in tre diverse miscele, ispirate ad alcune delle città emblematiche del caffè: Venezia, Napoli, Palermo. I diversi blend di Arabica e Robusta esaltano la natura delle più pregiate varietà di caffè di origine selezionata e le abitudini di consumo legate al territorio, fortemente radicate alle esperienze storiche e culturali di un determinato luogo, e per questo differenti da nord a sud.
Ciao Venezia: la città che per prima ha accolto la cultura del caffè in Italia, è una miscela in prevalenza Arabica, generosa nei profumi e negli aromi, mentre Mia Napoli è l’omaggio a una città eclettica e creativa, dove ha preso forma un modo unico di intendere l’espresso.
Tostato scuro, con corpo e gusto netti, ma stemperati dalla sapiente aggiunta di Arabica. Magica Palermo: crocevia di popoli e culture, è una miscela dal carattere forte e deciso, con corpo, gusto e persistenza pronunciata, un sapiente incrocio di raffinati Robusta. Le nuove miscele sono disponibili in capsula in alluminio compatibile con macchine ad uso domestico Nespresso.
Sempre a Venditalia anche la capsula compostabile in biopolimero Don Carlo (Miscela Oro e Miscela Rossa) realizzata attraverso processi biologici che conferiscono al prodotto finale un’elevata biodegradabilità, il top in carta filtro inoltre un’estrazione naturale del caffè. Sempre in fiera presenti anche “Nuove Emozioni di Gusto” la gamma di bevande aromatizzate, disponibili nei sistemi “capsula” compatibili con le macchine: Nespresso, A Modo Mio e Dolce Gusto.
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McDonald’s con My Selection rafforza investimenti su filiere DOP-IGP

ROMA (ITALPRESS) – Valorizzare il territorio e la filiera agroalimentare del nostro Paese. E’ l’obiettivo di My Selection, giunta alla quarta edizione, la linea premium di McDonald’s ideata in collaborazione con Joe Bastianich, i Consorzi di tutela, OrigIn Italia e Qualivita. Sono 78 milioni di panini venduti dalla prima edizione, di cui 13 milioni solo nei primi quattro mesi di quest’anno.
Per parlare proprio dell’italianità e della qualità presenti nei prodotti McDonald’s, si è tenuta a Roma una tavola rotonda che ha coinvolto Dario Baroni, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia, Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Mauro Rosati, Direttore di Qualivita, Cesare Baldrighi, Presidente di OrigIn Italia e Joe Bastianich, imprenditore e testimonial della linea My Selection.
Presenti anche i cinque Consorzi di Tutela i cui ingredienti sono protagonisti della linea di burger lanciata nel 2022, i cui rappresentanti hanno illustrato caratteristiche e qualità del proprio ingrediente insieme a Joe Bastianich e Mauro Rosati: Novella Bagna, docente di analisi sensoriale e membro degli Assaggiatori Italiani Balsamico per l’Aceto Balsamico di Modena IGP; Filippo Saporito, Presidente JRE – Jeunes Restaurateurs d’Europe, per l’Asiago DOP; Natale Santacroce, Presidente Giovani Imprenditori Vibonesi e brand ambassador per la Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP; Paolo Tezzele, ambasciatore del gusto per i prodotti altoatesini, per la Mela Alto Adige IGP e Walter Filiputti, autore di opere sulla cucina e sul vino e docente universitario presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, per il Montasio DOP.
Per l’edizione My Selection di quest’anno sono state acquistate circa 580 tonnellate di prodotti certificati: 111 tonnellate di Asiago DOP, 42 di Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP, 14 di Aceto Balsamico di Modena IGP, 400 di Montasio DOP e 14 di purea di Mele Alto Adige IGP. Numeri che sanciscono la volontà dell’azienda di continuare ad investire sul territorio. Ogni anno McDonald’s acquista oltre 100 mila tonnellate di prodotti provenienti dalla penisola, con un investimento diretto di quasi 240 milioni di euro; una crescita che, rispetto al 2020, si traduce in +20% di investimenti nell’agroalimentare del nostro Paese.
“Questo incontro mette allo stesso tavolo i rappresentanti delle istituzioni, nazionali e locali, che ogni giorno lavorano per la conoscenza e la diffusione delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese – dichiara Dario Baroni, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia -. In questo contesto, crediamo e vogliamo che il nostro ruolo sia sempre più rilevante. Ecco perchè confermiamo il nostro impegno e interesse nell’investire sull’agroalimentare Made in Italy, certi che qualità e italianità siano da un lato la chiave giusta per rispondere alle richieste dei nostri clienti, e dall’altro una via solida attraverso cui contribuire alla crescita della filiera”.
“La valorizzazione dei prodotti DOP e IGP, la promozione delle filiere in chiave sostenibile, la necessità di far conoscere a un pubblico sempre più ampio le qualità delle eccellenze italiane è da tempo all’attenzione del Governo, che ha posto questi temi tra le proprie priorità”, commenta Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. “Progetti come quello di oggi rappresentano un traino importante per sostenere il comparto alimentare, affermare il made in Italy sui mercati globali e coinvolgere i consumatori, anche i più giovani, sempre più attenti alla qualità e alla territorialità dei prodotti. Ritengo che le azioni di informazione e promozione, su cui il MiPAAF è da sempre impegnato per aumentare la conoscenza e sostenere il consumo dei prodotti DOP e IGP, siano strumenti indispensabili per consentire al consumatore di compiere le proprie scelte di acquisto in maniera consapevole, tutelare i produttori agricoli e garantire ricadute positive sull’economia del territorio”, aggiunge.
“My Selection rappresenta un modo molto efficace per apprezzare e diffondere le eccellenze italiane. E oggi i dati di questa esperienza – afferma Mauro Rosati, direttore Fondazione Qualivita – sono la dimostrazione che l’idea di inserire prodotti DOP IGP nei menu McDonald’s – che 14 anni fa in molti considerarono follia – ha preso forza e nei giovani, adesso, c’è voglia di prodotti di qualità, garanzia di origine geografica e sostenibilità. La presenza qui del Ministro Patuanelli sottolinea l’importanza di progetti come questo, che integrano la filiera agricola, la trasformazione e la distribuzione con i consumatori, attraverso un processo di comunicazione e valorizzazione del Made in Italy”.
“I Consorzi di tutela delle DOP IGP italiane – commenta Cesare Baldrighi, presidente OrigIn Italia – hanno un ruolo strategico nella formazione e operazioni come quella con McDonald’s servono ad avvicinare le persone alla conoscenza del nostro patrimonio di origine protetta che è l’espressione più autentica di un territorio. La collaborazione fra imprese di produzione e distribuzione è importante e funziona bene se sostenuta da attività di co-marketing, dove il Consorzio di Tutela ha un ruolo di controllo e di indirizzo nella comunicazione, con la possibilità di mettere a disposizione delle imprese il know-how relativo ai temi delle indicazioni geografiche”.

– foto ufficio stampa McDonald’s –

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