Agroalimentare

Barilla compie 145 anni, 4 storie ne raccontano la storia e la visione

PARMA (ITALPRESS) – 145 anni in un giorno e in un luogo. Un viaggio attorno a una visione, quella di Pietro Barilla sr, che nel 1877 apriva a Parma una bottega di pane e pasta con il sogno di dare da mangiare alle persone quello che avrebbe dato ai suoi figli. Attorno a quel principio si è sviluppato un modello di fare impresa che oggi unisce 8.500 persone e una filiera che condivide i suoi valori e la passione per la qualità.
Il viaggio di Barilla, lungo quasi un secolo e mezzo, ha accompagnato i cambiamenti sociali ed economici italiani: ha attraversato guerre e dopoguerra, boom e recessione, glocalizzazione e pandemia, tra innovazioni tecnologiche (dall’invenzione del packaging per la pasta, a quella stampata in 3d o con farina di legumi), culturali (la nascita con Mulino Bianco della colazione all’italiana), fenomeni di costume con campagne di comunicazione che hanno fatto scuola, con storie e claim memorabili e l’incontro con icone dell’italianità come Mina a Fellini, Tornatore e Salvatores.
Ma la visione di Barilla è cresciuta con i suoi orizzonti, dalla conquista dei mercati internazionali (sono 100 i Paesi dove sono presenti i suoi brand) alle grandi tematiche mondiali dello sviluppo sostenibile e della nutrizione. Oggi la purpose del Gruppo è quella di migliorare costantemente l’offerta di prodotti (quasi 500 quelli riformulati e migliorati dal 2010), incoraggiare l’adozione di stili di vita sani, favorire l’accesso al cibo continuando a impegnarsi a ridurre e compensare le emissioni di CO2eq, promuovere filiere sostenibili e progettare gli imballi affinchè possano essere riciclati. Un’azienda che non si ferma ai suoi prodotti ma supporta nuove idee imprenditoriali e guarda alle nuove tendenze di consumo in un mondo che sta cambiando. E oggi, a Cibus, racconta il suo passato e il suo futuro con quattro “storie” esemplari.

RIAPRE A PARMA BOTTEGA BARILLA, IL PRIMISSIMO LUOGO DOVE E’ STATA CREATA LA PASTA BARILLA
E’ un cerchio che si chiude e unisce passato, presente e futuro di un’icona del Made in Italy. In occasione di Cibus riapre al pubblico Bottega Barilla a Parma, dove, nel 1877, è iniziata una delle più emozionanti storie imprenditoriali del Paese. Un luogo storico, simbolo “saper fare” che rinasce a nuova vita diventando simbolo della visione imprenditoriale. La Bottega dove il fondatore Pietro Barilla senior accoglieva i primi clienti diventa oggi uno spazio esperienziale aperto a tutti, per scoprire, tra cimeli del passato e immagini storiche, la nuova Al Bronzo – la pasta in cui tradizione e futuro s’incontrano, a cui è dedicato un vero e proprio percorso polisensoriale e immersivo. Al Bronzo si potrà non solo osservare in tanti formati, ma annusare per coglierne le note aromatiche, toccare per apprezzarne l’accentuata ruvidità grazie alle misurazioni del Rugosimetro, degustarla nell’antico laboratorio con le preparazioni degli chef Barilla.

BARILLA AL BRONZO, UNA NUOVA PASTA IN CUI RIVIVE LA TRADIZIONALE “LAVORAZIONE GREZZA”.
E’ già una notizia che il leader mondiale del settore decida di lanciare una nuova linea di pasta. A maggior ragione se la pasta in questione unisce innovazione e centenario saper fare. Con Al Bronzo, Barilla ricrea la lavorazione grezza, attingendo dal metodo tradizionale della trafilatura al bronzo: si parte da un impasto di grani pregiati (100% italiani e selezionati per la loro qualità un contenuto proteico superiore al 14%) che viene estruso attraverso trafile al bronzo con inserti arricchiti di filettature che aumentano la resistenza al passaggio dell’impasto, disegnando così sulla sua superficie una “rete di microincisioni”. Il risultato è una pasta dalla ruvidità intensa e dal colore giallo ambrato che trattiene al meglio i condimenti, creando un gusto incredibilmente piacevole e un’esperienza di gusto unica.
Per la gamma Al Bronzo, Barilla ha selezionato i 10 formati classici e più amati, inclusi Linguine, Spaghettoni, Fusilloni e Mezzi Rigatoni. E li ha avvolti in un packaging altrettanto unico: una confezione rossa, omaggio all’amore profondo di Barilla per la pasta…e per il Pianeta: la confezione in cartoncino è infatti 100% riciclabile, fatta di carta proveniente da foreste gestite responsabilmente.

I NUOVI PESTI BARILLA CON BASILICO DA AGRICOLTURA SOSTENIBILE
A Cibus, punto di riferimento per raccontare l’innovazione e le sfide dell’agroalimentare italiano, Barilla, leader mondiale del pesto, presenta un’altra novità che interpreta alla lettera il suo approccio etico al fare impresa: il Pesto Barilla con Basilico da agricoltura sostenibile. Attenta alla sostenibilità sociale e ambientale, la filiera del Basilico Barilla è italiana, certificata, di qualità e incontra le esigenze degli amanti del pesto di tutto il mondo, sempre più attenti all’impatto su territorio, pianeta e persone.
Barilla è il primo brand a portare il Basilico da agricoltura sostenibile a livello globale, adottando la certificazione ISCC PLUS (International Sustainability and Carbon Certification) che garantisce la protezione della biodiversità e dei suoli con un elevato stock di carbonio, il mantenimento di buone condizioni agronomiche e ambientali, il rispetto dei diritti umani e la limitazione delle emissioni di gas serra. Barilla ha inoltre sviluppato criteri e pratiche agricole sostenibili in collaborazione con l’Università di Bologna – in particolare il Dipartimento di Scienze Agrarie e Alimentari – e con il CeRSAA (Centro di Ricerca e Sperimentazione Agricola di Albenga, Liguria), uno dei principali centri italiani di competenza per la coltivazione del basilico.
Rotazione delle colture, coltivazione nei campi di basilico di piante e fiori per tutelare la biodiversità dell’agroecosistema, accordi di filiera con i basilicoltori per garantire qualità e sostenere territori e produzione locale sono le altre pietre angolari di questo progetto.
La rinnovata gamma “Pesto Barilla”, dal vasetto 100% riciclabile, nasce dalla passione per le ricette italiane più amate di sempre e per gli ingredienti distintivi del Bel Paese: il basilico con il suo profumo inconfondibile, la prelibatezza del Parmigiano Reggiano DOP, il sapore dei pomodori italiani e il gusto delle verdure mediterranee. I pesti Barilla sono l’ideale per portare ogni giorno sulla tavola il piacere di un piatto sfizioso. Li contraddistinguono la delicatezza e cremosità ottenute dal processo di preparazione Metodo Delicato, con miscelazione a freddo. E ora la linea si arricchisce anche di una intrigante novità, il Pesto Basilico e Pistacchio, dove l’equilibrio tra gli ingredienti dà vita a un gusto e a una texture più complessi, per la nota tostata predominante e la croccantezza della frutta secca (oltre ai pistacchi sono presenti mandorle e anacardi).

APRE L’AGRIBOSCO BARILLA, DOVE L’AGRICOLTURA RINNOVA IL SUO DIALOGO CON LA NATURA
A proposito di agricoltura sostenibile, in occasione di Cibus 2022, Barilla apre le porte dell’agriBosco. Un luogo speciale che racconta come l’azienda intende il suo ruolo nel mondo, valorizzando ingredienti e materie prime di grande qualità e rispettosi dell’ambiente. Parliamo di un’area riqualificata e riportata alla natura di 23 ettari (più di 30 campi da calcio) adiacente al pastificio di Parma e sede centrale di Barilla. L’agriBosco sarà aperto e fruibile dalla comunità locale e dalle persone Barilla, che sono anche parte attiva del progetto per rendere questa area un luogo inclusivo e senza barriere.
Parliamo di un luogo che rappresenta e racconta la strategia di sostenibilità del Gruppo di Parma, tra piante, ingredienti e materie prime da cui nascono pasta, sughi e prodotti da forno apprezzati in tutto il mondo. E ci permette di scoprire cosa c’è dietro a un biscotto, una merendina, un pacco di pasta Barilla: nell’agriBosco stanno infatti crescendo campi di girasole e di grano coltivati in modo sostenibile, nel rispetto della biodiversità. Tra spazi verdi, fiori e casette per le api, anche un bosco di quasi 3mila alberi autoctoni piantati dove ieri c’era un terreno incolto. Saranno oltre 13mila i kg di CO2 assorbiti ogni anno da agriBosco, pari a quelli emessi da un’auto di media cilindrata per fare il giro dell’equatore oltre 100 volte. L’agriBosco, realizzato in collaborazione con Legambiente e AzzeroCO2, racconta in modo tangibile quello che per Barilla significa sostenibilità, in un luogo speciale dove agricoltura, animali e piante possono vivere nel dialogo e “fare mondo”.

– foto ufficio stampa Barilla –
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Battistoni “Cibus segno di ripartenza e risposta alla crisi”

PARMA (ITALPRESS) – “Essere a Cibus per celebrare il food e beverage Made in Italy è il segno tangibile di una ripartenza e, al tempo stesso, una risposta alla crisi. Credo che questa Fiera sia la risposta più importante proprio perchè viviamo in una fase storica così complessa e Cibus rappresenta un segno di ripartenza per tutti i comparti produttivi dell’agroalimentare”. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni in visita a Cibus.
“Mi sento di poter dire che l’industria alimentare ha avuto un ruolo esemplare. Durante la pandemia non ha avuto cedimenti non facendo mai mancare prodotti e generi alimentari sugli scaffali degli italiani e adesso, durante la guerra, sta nuovamente mostrando la forza dell’Italia. In mezzo alla pandemia e alla guerra – ha continuato – c’è la crisi energetica che da mesi contribuisce a rendere incerto il mercato produttivo e la capacità dei nostri agricoltori e allevatori di mantenere intatte le linee produttive che abbracciano tutti i segmenti della filiera”.
“Il Governo – ha proseguito – ha ben chiaro che il primo soccorso sui rincari energetici deve essere quello di sostenere e proteggere imprese e famiglie ma anche l’agroalimentare che, nel 2021, ha generato un fatturato di oltre 155 miliardi di euro”.
“Nell’ultimo DL, il cosiddetto “Decreto Aiuti”, infatti, per il settore sono stati stanziati 185 milioni di euro in favore delle PMI agricole e della pesca che nel 2022 abbiano registrato un incremento dei costi dell’energia e sono state liberalizzate le installazioni dei pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli. Due misure che, unite ai precedenti provvedimenti sia in ambito europeo sia nazionale, sono una ulteriore risposta alle necessità del momento”.
“Come Ministero – ha continuato – siamo impegnati tutti i giorni a sostenere il comparto, il Made in Italy e le nostre imprese. Non mi riferisco solo all’attivazione di misure economiche, ma anche alle iniziative politiche di tutela e di protezione come alla battaglia sul Nutriscore che, grazie al supporto anche da parte dell’industria alimentare, sta lasciando spazio al Nutriform Battery”.
“Come Italia – ha concluso Battistoni – siamo compatti nel sostenere le filiere agroalimentari e vedere da vicino la nostra industria, toccare con mano la loro capacità produttiva e qualitativa, è l’occasione per ringraziare tutti i protagonisti di questo settore che rendono grande il nostro Paese”.
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Agroalimentare, Clai punta all’autosufficienza energetica

PARMA (ITALPRESS) – Puntare sull’italianità e l’expertise produttiva per conquistare nuovi mercati. Questa la ricetta della cooperativa alimentare Clai che ha da poco festeggiato i suoi primi 60 anni e che a Cibus, la Fiera internazionale dell’agroalimentare che si tiene a Parma, ha tracciato il bilancio della propria esperienza. “Noi siamo nati nel 1962, il primo dipendente nel 1964 – ha ricordato a margine di un convegno il direttore generale di Clai Pietro D’Angeli -. Oggi tra dipendenti, soci siamo oltre 1000 persone. Questo dimostra la crescita, le idee, il sacrificio della nostra cooperativa”.
Un periodo complesso quello internazionale anche per il settore alimentare, tra aumento del costo delle materie prime e dell’energia, che spinge le aziende verso la ricerca di autosufficienza. “Questa fase la viviamo giorno dopo giorno. E’ impossibile oggi prevedere a poche settimane in realtà – ha ammesso D’Angeli -. Però la guardiamo con fiducia, con attenzione. Ad esempio abbiamo deciso di ampliare l’impianto di biomasse e quindi di essere completamente indipendenti”.
La sfida per la cooperativa imolese è quella di coinvolgere i soci allevatori secondo un modello di gestione partecipata al fine di valorizzare il territorio. “Amare il territorio, portare dentro l’azienda giovani risorse, l’università. Costruire insieme porta a valorizzare il territorio”, questa la ricetta secondo il direttore generale.
Il mercato è in costante mutamento e il Made in Italy deve continuare a rispondere investendo su prodotti di qualità. “Qui al Cibus presentiamo il salame senza conservanti che nasce grazie a una filiera Clai dai campi fino alla produzione finale”, ha spiegato D’Angeli. “Credo che con la qualità il made in Italy abbia tantissime possibilità”.
Fondamentale all’interno del processo produttivo, la “componente umana”, ha aggiunto. Tra le componenti umane indispensabili, secondo D’Angeli, ci sono l’attenzione e la flessibilità. Soltanto in questo modo è possibile adeguarsi tempestivamente alle nuove esigenze del mercato e assecondarne l’andamento con proposte ad hoc. “I nostri maestri salumieri – ha detto il direttore generale – hanno ormai raggiunto un livello di expertise che si tramanda e si arricchisce di generazione in generazione”.

– foto ufficio stampa Clai –

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Arriva Elodì, la nuova fragola premium dell’Emilia-Romagna

FORLI’ (ITALPRESS) – E’ buona, molto dolce, aromatica, ricca di vitamina C e ha un profumo che ricorda i frutti del sottobosco, ma è anche resistente alle manipolazioni. Questa la carta d’identità di Elodì, la nuova fragola ottenuta dalla Sede di Forlì del Centro di Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura del Crea in collaborazione col consorzio New Plant e sviluppata nell’ambito del progetto PSR Emilia-Romagna “Supporti organizzativi e servizi di filiera per nuove tipologie frutticole – sister” di cui New Plant è capofila, il Crea di Forlì è responsabile scientifico, nella persona diGiuseppina Caracciolo e Ri.Nova è il coordinatore nella persona di Daniele Missere. L’innovativa varietà sarà presentata ufficialmente al pubblico giovedì 5 maggio a Macfrut 2022, nel corso del convegno “Fragola: prospettiva 2022”.
Elodì è stata ottenuta da un programma di miglioramento genetico-varietale svolto dal Crea di Forlì in collaborazione con New Plant: l’obiettivo era quello di sviluppare nuove varietà che fossero caratterizzate da elevati standard qualitativi, tali da farle spiccare sul mercato e posizionarle nella fascia premium di prodotto. Il risultato di questo lungo percorso di selezione e miglioramento è Elodì: una fragola con un’ottima consistenza e un alto grado zuccherino con un profumo intenso e deciso che richiama quello delle fragoline di bosco.
Varietà medio-precoce, l’epoca di maturazione è di poco successiva a quella di Brilla (fine aprile nella coltura protetta romagnola); in base agli studi effettuati Elodì si mostra adatta, per quanto riguarda il territorio emiliano-romagnolo, sia alla coltivazione protetta che in pieno campo. Pronta a fare bella mostra di sè a scaffale, Elodì si presenta con frutti di buona pezzatura, forma conica e colore rosso molto brillante. E’ soprattutto profumata, ricca di vitamina C e molto resistente alla manipolazione, caratteristica che garantisce l’arrivo nel punto vendita di frutti in condizioni ottimali.
“Le nuove varietà come Elodì – spiega Daniele Missere – hanno caratteristiche agronomiche e sensoriali, sia estetiche che gustative, innovative e uniche nel loro genere.
Il progetto SISTER è nato con l’obiettivo di verificare l’idoneità di nuove varietà di fragola, actinidia e pero, alla coltivazione, sia con tecniche di produzione integrata che biologica, ma anche di sondare la propensione all’acquisto da parte del consumatore e supportare i produttori lungo tutta la filiera dall’acquisizione dei diritti di coltivazione e sfruttamento commerciale delle nuove varietà, alla preparazione e distribuzione delle piante da coltivare, fino alla commercializzazione del prodotto. Oggi possiamo dire che Elodì rappresenta un pieno successo”.
“Il Crea coordina lo storico programma di miglioramento genetico condotto in Romagna e cofinanziato da New Plant da cui deriva Elodi – spiega Gianluca Baruzzi, ricercatore del CREA -.
Attraverso una serie di incroci mirati si è riusciti nell’intento di introdurre nelle varietà moderne il sapore e i profumi di alcune ‘vecchie varietà’. Lo straordinario risultato è quello di avere ottenuto una nuova fragola con elevato standard commerciale (consistenza, resistenza, shelf-life) e caratterizzata da dolcezza e spiccato aroma. L’alta gamma a cui si rivolge consentirà al produttore di raggiungere interessanti risultati economici”.
– foto ufficio stampa Crea –
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Consorzio Parmigiano Reggiano, nel primo trimestre vendite a +3,6%

PARMA (ITALPRESS) – Il Consorzio Parmigiano Reggiano ha presentato in occasione della Fiera Cibus i dati economici del primo trimestre 2022. Dopo aver chiuso un 2021 da record, con un giro d’affari al consumo pari a 2,7 miliardi di euro, nel primo trimestre 2022, il Consorzio ha registrato – rispetto al primo trimestre 2021 – un incremento delle vendite totali pari al 3,6% (33.341 tonnellate vs 32.195 tonnellate), trascinato dai mercati internazionali che crescono del 6,9% (14.546 tonnellate vs 13.611). Stabili le vendite nel mercato italiano (14.071 tonnellate vs 14.085), grazie alla crescita del canale della ristorazione, che compensa il lieve calo dei consumi domestici.
Si vanno quindi consolidando le stime effettuate alla fine del 2021, con alcune incognite legate alle incertezze della crisi geopolitica accesasi con l’invasione russa del 24 febbraio, e le conseguenze sulla inflazione e la riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati. Questo dato deve considerare la necessità di collocare nei mercati mondiali i volumi produttivi record registrati nel 2020 e 2021, prospettiva compatibile alla stabilizzazione della quotazione registratasi negli ultimi venti mesi.
Primo nello sviluppo, il mercato americano (+21,1% con 3.469 tonnellate vs 2.865 tonnellate del primo trimestre 2021), che sarà strategico per il conseguimento degli obiettivi di crescita della domanda di Parmigiano Reggiano, bene anche Regno Unito (+7,3% con 1.697 tonnellate vs 1.582) e Francia (+11,2% con 2.850 tonnellate vs 2.563). In sofferenza la Germania (-16,3% con 2.230 tonnellate vs 2664), da sempre mercato più sensibile ai prezzi.
Quanto si sta verificando nel mercato mondiale del latte potrebbe portare ulteriori effetti esogeni nella componente di offerta del secondo semestre, compensando la debolezza della domanda prevista in alcuni mercati. Un anno straordinario per i differenti fattori di crisi che intervengono simultaneamente nei mercati mondiali e che devono trovare nella filiera del Parmigiano Reggiano la costante ricerca della stabilizzazione delle quotazioni, rendendo possibili corrette pianificazioni degli investimenti a tutti gli attori che in essa operano.
“In un contesto mondiale così complesso, il valore riconosciuto al nostro prodotto è già uno dei fattori di successo delle vendite di questo primo periodo dell’anno e ritengo contribuirà in maniera significativa al conseguimento dell’obiettivo di stabilità del mercato e delle quotazioni ” commenta il Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli. “La responsabilità che ci siamo assunti è di coprire un ruolo di cabina di regia per l’intera filiera, valorizzando il nostro prodotto e rendendo a tutti gli operatori della filiera un servizio di supporto affinchè ognuno di loro possa contribuire alla corretta distribuzione del valore creato. Il trasferimento dei costi effettivi di produzione potrà e dovrà essere effettuato con piena maturità e senza condizionamenti di natura speculativa che potrebbero compromettere quanto di buono si sta costruendo per il futuro della filiera e del nostro Parmigiano Reggiano” conclude Bertinelli.
– foto ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano –
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Consegnato all’Efsa l’appello per la sicurezza alimentare

ROMA (ITALPRESS) – Il professore Giorgio Calabrese e il presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, primi firmatari insieme alla senatrice Loredana De Petris dell’appello a Ue e Efsa (Authority europea sulla sicurezza alimentare) hanno consegnato, presso la sede del ministero della Salute, a Alberto Spagnolli, Senior Policy Coordinator- Executive Director Office dell’Efsa, l’appello perchè la sicurezza alimentare includa tracciabilità della qualità e della sostenibilità delle produzioni agroalimentari.
“Apprezziamo il lavoro dell’Efsa e proprio per questo auspichiamo che la sicurezza alimentare ci garantisca non solo cibo che non arrechi danno ma anche prodotti genuini ,tracciabili per qualità e sostenibilità delle produzioni – affermano Calabrese, presidente del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare e Pecoraro Scanio, che da ministro dell’Agricoltura propose la costituzione dell’Autorità europea dopo la crisi della mucca pazza.
Alla consegna erano presenti Barbara Gallani, capo del dipartimento Communication and partnership di EFSA e molti componenti del comitato nazionale.
“Proprio la crisi bellica rischia di favorire le lobby che vogliono ridurre i controlli e le regole della Ue a tutela della salute dei consumatori. Un motivo in più per rafforzare il ruolo dell’Efsa e insistere sulle strategie europee del from Farm to Fork e del Green new Deal e Next Generation”, concludono Pecoraro Scanio e Calabrese.
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Qualità del cibo, da politica e associazioni appello per più garanzie Ue

ROMA (ITALPRESS) – “Chiediamo di estendere l’attenzione di Efsa alla qualità in un’accezione più ampia che comprenda anche il valore nutrizionale del cibo e la garanzia che sia stato minimizzato l’impatto ambientale della produzione del cibo lungo tutta la filiera”. E’ questo l’appello lanciato alla conferenza stampa “Cibo, ambiente e salute. Sicurezza alimentare è anche qualità e sostenibilità” promosso su iniziativa della senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerde, Gusto H24, Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus e che si è svolto questa mattina presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama.
In linea con le raccomandazioni del Parlamento europeo sulla strategia From Farm to Fork (dal produttore al consumatore), e dopo che il Consiglio UE si è già espresso sulla proposta della Commissione che, nell’ambito del Green Deal, mira a rendere più sostenibile l’intera filiera agroalimentare, “riteniamo indispensabile l’impegno dell’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare per realizzare un Centro di conoscenza scientifica sui temi della qualità alimentare come delineati dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”, si legge nell’appello indirizzato al Direttore Esecutivo di Efsa, Bernhard Url.
“La sicurezza alimentare deve includere anche la qualità e la sostenibilità. Questo è il senso dell’appello lanciato insieme al Prof. Calabrese, all’On.le Pecoraro Scanio e a tante altre autorevoli personalità impegnate da anni nella battaglia per la tutela della qualità agroalimentare. L’UE deve riuscire ad essere sempre più un punto di riferimento per lo sviluppo di un modello che includa i pilastri della sicurezza alimentare, ovvero qualità e sostenibilità”, sottolinea Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato.
“Nel 2000, dopo il dramma della Bse-mucca pazza, l’Italia fu uno dei Paesi più impegnati ad ottenere l’Efsa a Parma. Oggi è importante che questa authority interpreti sempre più la sicurezza alimentare anche come garanzia della sostenibilità del cibo e della qualità delle produzioni – spiega Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde -. Questo vale soprattutto adesso, in una situazione in cui risultano palesi i tentativi di utilizzare la crisi geopolitica per abbassare drasticamente gli standard di qualità dell’importazione dei prodotti agricoli che l’Europa ha ottenuto in tanti anni di impegno. Non è accettabile che le lobby del glifosato, dell’eccesso di chimica nei campi e degli ogm cerchino di far leva sull’emergenza per scardinare le tutele a proteggere consumatori e produttori”.
“Con il Piano che si è creato a livello di Efsa si è percepito che c’è una evoluzione che passa dalla security alla quality e quindi da una condizione di controllo nei confronti del cibo sicuro e di qualità – dice Giorgio Calabrese, presidente del Comitato Nazionale per Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute -. Un cibo che permette alla nostra salute di stare meglio per lungo tempo insegnando ai cugini europei come in Italia si arriva alla longevità massima nel mondo, insieme ai giapponesi, grazie alla qualità del cibo oltre che alla sicurezza. Proponiamo quindi di gestire questa evoluzione intellettuale concependola non come variazione ma come enunciazione diversa e futura, che porterà sempre di più l’Efsa ad essere non solo un authority ma l’unica fonte importante in materia scientifica per l’Italia, l’Europa e il mondo”.
Secondo Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, “oggi più che mai vanno rafforzati tutti gli impegni per l’autosufficienza alimentare europea, attraverso una rinnovata strategia produttiva che parta dalla tutela del reddito degli agricoltori europei. Sono necessari interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo e capace di imporre nel mondo i propri standard produttivi, affermando sempre il principio di reciprocità delle regole produttive e che sappiano riconoscere lo sforzo degli agricoltori europei per la sostenibilità, nella lotta cambiamento climatico e nel mantenimento degli standard di sicurezza più elevati al mondo. Dobbiamo agire a livello UE, con l’aiuto di tutte le istituzioni per aumentare il livello di sicurezza alimentare, ma sempre nel rispetto del cittadino consumatore e della salubrità dei prodotti”.
Donato Troiano, direttore di Gustoh24 e del Consiglio nazionale dell’associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società, sottolinea: “Un cibo sostenibile e di qualità per noi rappresenta una carta valida per salvaguardare il nostro futuro e un sistema alimentare ecologico ed economico. Ampliare le competenze dell’Efsa in linea con le politiche dell’Unione Europea sulla sostenibilità dei cibi, delle coltivazioni e relative pratiche agronomiche e del benessere animale è una azione non più rinviabile. Allargare le competenze di Efsa è una scelta giusta per confermare Parma Capitale europea del Food con le sue eccellenze Dop, Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano”.
L’emergenza mucca pazza è stata uno spartiacque tra un modello di sviluppo dell’agroalimentare rivolto solo al contenimento dei costi ed uno attento alla qualità e alla sicurezza alimentare e alla trasparenza dell’informazione ai consumatori, alla tracciabilità, al benessere animale e al rispetto dell’ambiente. L’Efsa si è concentrata sulla “safety” del cibo per evitare rischi sanitari ma sempre più opinione pubblica, realtà dell’agroalimentare ed esperti raccomandano di estendere l’attenzione, ecco perchè “chiediamo al board dell’Autorità di allargare il proprio impegno anche alla qualità e alla sostenibilità del cibo per una corretta e sana alimentazione”, si dichiara nell’appello.
Il “Centro di conoscenza scientifica”, così come il documento condiviso chiede di istituire all’interno dell’Efsa, dovrebbe lavorare in particolare per: ridurre del 50% l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030; ridurre le perdite di nutrienti di almeno il 50%, garantendo nel contempo che non si verifichi un deterioramento della fertilità del suolo; in tal modo l’uso dei fertilizzanti sarà ridotto di almeno il 20% entro il 2030; ridurre del 50% le vendite di antimicrobici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura entro il 2030; destinare almeno il 25% della superficie agricola all’agricoltura biologica entro il 2030.
Verso la realizzazione di un sistema alimentare che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico è poi urgente “puntare l’attenzione anche su altre tematiche: la tracciabilità, gli aspetti nutrizionali, salutistici e sensoriali che sono tutti fattori che concorrono a determinare la qualità totale dei prodotti. Dopo circa vent’anni anni occorre una positiva evoluzione delle attività dell’Autorità allargando il proprio impegno ai tanti aspetti della qualità, della provenienza e della certificazione per garantire tutti gli ambiti della sicurezza alimentare”, conclude l’appello.
I promotori e primi firmatari della lettera/appello, sono: Giorgio Calabrese, Presidente Comitato nazionale per la Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute; Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente di UniVerde, già Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura; Loredana De Petris, Capogruppo del Gruppo misto del Senato della Repubblica; Gianni Mattioli, già Ministro delle politiche Comunitarie; Enrico Derflingher, Presidente internazionale di Euro-Toques; Nelson Marmiroli, Professore Emerito Biotecnologie ambientali dell’Università di Parma, Direttore del Consorzio InterUniversitario Scienze Ambientali (CINSA); Guido Pollice, Presidente onorario di Verdi Ambiente & Società; Rocco Pozzullo, Presidente nazionale FIC – Federcuochi; Claudia Sorlini, già Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano; Donato Troiano, Direttore di Gustoh24 e del Consiglio nazionale dell’associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società; Stefano Zuppello, Presidente nazionale di Verdi Ambiente e Società.

– Foto Fondazione UniVerde –

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Il parmigiano reggiano a New York con Teatro Regio e Massimo Bottura

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Cultura ed enogastronomia: sono questi i due punti di forza con cui il brand Parma si presenta a New York, a un gruppo selezionato di 150 personalità della finanza, dell’editoria e dell’imprenditoria statunitense.
L’occasione è rappresentata dallo Spring Gala in programma il 28 aprile al Metropolitan Club di New York: durante la serata, organizzata in collaborazione con l’associazione non profit International Friends of Festival Verdi, il Teatro Regio di Parma presenterà l’edizione 2022 del Festival Verdi, in programma tra Parma e Busseto dal 22 settembre al 16 ottobre. Nella cornice del progetto Parma Food Valley, tra gli attori che voleranno Oltreoceano per promuovere Parma c’è anche il Consorzio Parmigiano Reggiano, al fianco del Comune di Parma, della Fondazione Parma UNESCO City of Gastronomy e di Parma Alimentare. In particolare, il Parmigiano Reggiano DOP sarà una delle eccellenze protagoniste del cocktail pre-dinner e della cena di gala, firmata da chef Massimo Bottura. Lo chef tre stelle Michelin modenese proporrà il Parmigiano Reggiano DOP sia nell’entrèe “It’s Spring in Emilia” che nel primo piatto, “The Crunchy Part of The Lasagna”. Per il comparto del Parmigiano Reggiano, il mercato americano ha un’importanza strategica: gli Stati Uniti sono infatti il primo Paese di destinazione della DOP. Nel 2021 sono state esportate verso gli Usa 12.867 tonnellate di prodotto: un dato in crescita del 10,4% rispetto al 2020. “La promozione dell’eccellenza italiana passa attraverso la capacità di fare sistema – afferma Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano DOP – Giuseppe Verdi e il Teatro Regio di Parma sono due icone di italianità. Di qui la decisione di supportare lo Spring Gala, con la presentazione del Festival Verdi 2022. Identità gastronomica e cultura sono due asset fondamentali per il brand Italia e si devono sostenere a vicenda”.

– foto Ufficio Stampa Consorzio Parmigiano Reggiano  –
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