Agroalimentare

Vino, i giovani cercano sempre di più la qualità e non gli eccessi

VERONA (ITALPRESS) – Il vino si conferma come un prodotto strategico per l’economia italiana, con un sensibile incremento dei suoi consumatori tra i giovani, che scelgono comunque di bere in maniera responsabile e vedono nell’italianità il principale criterio di scelta, perchè percepito come garanzia di qualità. E’ quanto emerge dal Rapporto Enpaia-Censis sul mondo agricolo “Responsabile e di qualità: il rapporto dei giovani col vino”, presentato al Centro Congressi del Vinitaly a Verona.
Nel lungo periodo esiste una relativa stabilità della quota di italiani che beve vino: erano il 58% nel 1993, sono il 55,5% nel 2020. Nello stesso arco di tempo la quota di giovani che beve vino è salita dal 48,7% al 53,2%, mentre quella che beve più di mezzo litro al giorno è scesa in picchiata dal 3,9% a meno dell’1%. Tra i giovani che consumano vino, il 70,9% lo fa raramente, il 10,4% uno o due bicchieri al giorno e il 17,3% solo stagionalmente. I numeri dicono che il consumo di vino è un invariante delle abitudini, componente significativo della buona dieta guidato dalla ricerca della qualità e dal suo ruolo di moltiplicatore della buona relazionalità. La risultante di tutto ciò è un rapporto responsabile e maturo.
Il 79,9% dei giovani con età compresa tra 18 e 34 anni afferma che nel rapporto con il vino vale la logica: meglio meno, ma di qualità. Non solo: il 70,4% di giovani dichiara: “Mi piace bere vino, ma senza eccessi”, che richiama l’idea di un alimento che dà piacere e contribuisce in diverso modo al benessere soggettivo, non di un catalizzatore sempre e solo di pulsioni di sregolatezza.
L’italianità come criterio di scelta è richiamata dal 79,3% dei giovani, perchè è percepita come garanzia di qualità. Il riferimento alle certificazioni Dop (85,9%) o Igp (85,2%) mostra come i giovani siano molto attenti al nesso tra vini e territori, cosa che segnala la riscoperta nelle culture del consumo giovanili della tipicità localistica, che sembrava destinata a sparire.
La tipicità locale di saperi e sapori, proiezione anche della biodiversità del nostro territorio, è una bussola importante nelle scelte dei consumatori giovani: il 94,9% di essi dichiara di acquistare spesso prodotti tipici dei territori del nostro Paese. Il marchio del prodotto, invece, conta per il 36,1% dei giovani. Alta è la valutazione che viene data della tracciabilità dei prodotti, vino incluso: il 92% dei giovani è pronto a pagare qualche euro in più sul prezzo base per i prodotti di cui riescono a conoscere biografia e connotati. Il 56,8% dei giovani, poi, è ben orientato verso vini biologici e apprezza aziende agricole attente alla sostenibilità ambientale.
Per il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, “gli esiti del Rapporto Enpaia-Censis sono particolarmente interessanti, soprattutto con riferimento al tema della socialità e i giovani, i quali vivono il rapporto con il vino come uno strumento per stare insieme. Il buon vivere che c’è in Italia è proprio uno degli aspetti che gli stranieri invidiano al nostro Paese. E’ fondamentale, dunque, favorire il marketing territoriale per promuovere l’enoturismo, tenuto conto che i giovani saranno i consumatori del futuro. La sfida è quella di tutelare la qualità e, al contempo, incentivare tutti i servizi aggiuntivi legati al mondo del vino. L’enogastronomia è una delle componenti essenziali di tutto il percorso turistico, pertanto occorre migliorare l’organizzazione perchè l’eccellenza da sola non basta più”.
“Siamo riusciti a far passare in Europa il messaggio per cui il consumo moderato di vino non crea problemi ed è già nel nostro Dna, pertanto non è necessario apporre etichette. Rapporti come questo sono estremamente importanti, considerato che il problema dell’etichettatura andrà affrontato nei prossimi mesi – spiega il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio -. In tal senso, possiamo permetterci di dire che in questo momento c’è bisogno più che mai di promuovere la produzione di vino italiano nel mondo. E’ essenziale considerare che quando parliamo di vino intendiamo qualità, identità e tutela del made in Italy”.
Secondo Giorgio Piazza, presidente della Fondazione Enpaia, “il vino si conferma un driver importante per l’economia del nostro Paese, dove sono presenti circa 600 vitigni e oltre 1500 tipologie di vino. La biodiversità, inoltre, rappresenta un elemento di grande rilievo. Quello vitivinicolo è un settore di assoluto prestigio, molto valorizzato soprattutto dai giovani, che nelle loro scelte di consumo mostrano particolare considerazione verso il vino biologico e di qualità. I giovani bevono vino in maniera moderata e responsabile, aprendosi così alla convivialità e alla socialità”.
“Il rapporto col vino della grande maggioranza dei giovani è marcato dalla logica della qualità e non da quella della quantità – afferma Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis -. Il vino poi è al centro di momenti significativi di convivialità nei luoghi ed esercizi pubblici, di cui gli italiani hanno avuto nostalgia nell’emergenza sanitaria. Un rapporto maturo e responsabile col vino, quindi, è parte integrante del nostro stile di vita, tanto apprezzato nel mondo”.
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Vinitaly, a Veronafiere 4.400 aziende da 19 paesi e buyer da 50 stati

VERONA (ITALPRESS) – Torna in presenza, dopo due anni di stop, l’appuntamento più atteso per il business e la promozione del settore vitivinicolo: Vinitaly è di nuovo a Veronafiere, dal 10 al 13 aprile. La 54^ edizione del salone internazionale dei vini e dei distillati si presenta con un quartiere espositivo sold out con 4.400 aziende provenienti da 19 nazioni, oltre 30 convegni e 76 super-degustazioni in programma. Un sistema integrato con la piattaforma b2b online di VinitalyPlus, con oltre 17mila etichette caricate in formato digitale dai produttori.
Sono 700 i top buyer esteri di vino italiano accreditati a Vinitaly da 50 Paesi: 650 sono arrivati grazie alla campagna promossa da Veronafiere insieme a ICE-Agenzia; a questi si aggiungono i 50 operatori profilati della domanda al loro debutto a Verona, parte di un nuovo progetto di incoming ‘tailor madè, frutto della collaborazione diretta della fiera con 30 aziende espositrici di Vinitaly.
Tra le novità all’interno dei 17 padiglioni, oltre all’area del ‘quarto colore del vinò sugli Orange wine, “MicroMegaWines – Micro Size, Mega Quality”, la nuova sezione riservata alle produzioni di nicchia a tiratura limitata e di altissima qualità, Organic Hall che implementa l’offerta di Vinitaly Bio e la sezione Mixology che debutta ufficialmente con un proprio format.
A Vinitaly spazio anche agli espositori esteri nell’International Wine Hall, il padiglione riservato alle produzioni internazionali di Francia, Brasile, Slovenia, Argentina, Spagna, Serbia, Macedonia, Libano e Sud Africa.
In contemporanea a Vinitaly si svolgono anche Sol&Agrifood, il salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, Enolitech, il salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra, e Vinitaly Design, l’area dedicata all’oggettistica per la degustazione e il servizio, agli arredi per cantine, enoteche e ristoranti e al packaging personalizzato e da regalo.
I wine lover, invece, possono partecipare al fuori-salone Vinitaly and the City, in calendario fino all’11 aprile con un palinsesto di eventi, spettacoli e degustazioni nelle vie e nelle piazze del centro storico di Verona.
Al convegno inaugurale della mattina dal titolo “Vinitaly Restart” hanno preso parte il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, il sindaco di Verona Federico Sboarina, il presidente di ICE Carlo Ferro, il presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto e il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Nel corso dell’evento sono stati presentati da Carlo Flamini, responsabile dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly, i risultati della ricerca “The way to North America”, dedicata a presente e futuro del mercato del vino italiano negli Stati Uniti e in Canada.
Secondo Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, “dopo la pandemia, il vino italiano è nel pieno del vortice di aumenti che rischiano di impattare per 1,3 miliardi di euro di costi aggiuntivi, facendo perdere quote di mercato a favore di Paesi produttori del nuovo mondo ed europei, meno esposti alla crisi energetica. Un tema, questo, particolarmente delicato e strategico, che sarà al centro delle giornate di Vinitaly e che, conseguentemente, imporrà anche nuovi criteri di selezione di mercati e di buyer ad alto potenziale. Il ritorno a pieno regime delle rassegne fieristiche in presenza si traduce in occasione di rilancio dell’export per le piccole medie imprese anche nel comparto vino. Settore che vede l’Italia maggior produttore al mondo con una quota del 18,5%, grazie a 130 mila imprese agricole, oltre 45.600 aziende vinificatrici e 1,3 milioni di addetti. Ed è in questo contesto che Vinitaly torna a giocare un ruolo centrale, di vero protagonista nella promozione e nell’internazionalizzazione”.
Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: “Vinitaly è il brand ombrello del vino italiano più conosciuto al mondo. Questo è un dato di base oggettivo su cui costruire le trame comunicative e di marketing in favore del made in Italy. In questa edizione abbiamo lavorato moltissimo per garantire il record di buyer provenienti da Stati Uniti e Canada. Un record non solo numerico ma anche qualitativo, frutto di una selezione importante realizzata con Ice del peso dei singoli operatori che sono oggi a Verona. Riguardo al mercato Nordamericano, il settore dovrà rinnovarsi in termini di posizionamento, marketing, comunicazione ma anche di prodotto. E’ una sfida, una delle tante, che il vino italiano saprà gestire nel migliore dei modi”.
Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali: “Incontri come quello di Vinitaly, dopo 2 anni di interruzione, rappresentano per le filiere produttive italiane occasioni di scambio di informazioni tra i diversi attori del mercato, capaci di rafforzare rapporti commerciali a livello nazionale e internazionale. Straordinario ritrovarci e straordinari i numeri che emergono: record di esportazioni nel 2021 di vino pari a 7,1 miliardi di euro, con una crescita del 12,4% dati che non contengono tutto il potenziale che ancora possiamo offrire e su cui dobbiamo investire. Ciò ci fan ben sperare per il futuro, anche se Istituzioni, aziende e associazioni si debbono impegnare per fronteggiare al meglio le non poche sfide che troviamo difronte in questo particolare momento. Questi numeri però sono freddi. Non contengono tutto il portato di valori, di cultura, di storia, di sapiente mix di innovazione e tradizione che è parte essenziale del mondo del vino. Quelle sensazioni e significati che acquistano valore solo con le nostre eccellenze. Noi non produciamo solo eccellenze. Noi produciamo distintività, territorialità, gusto. La stessa differenza che c’è tra il freddo know-how e quanto stiamo esprimendo in termini di innovazione pur mantenendo e valorizzando le nostre specificità territoriali, culturali e strategiche”.
Secondo Carlo Ferro, presidente di ICE, “Vinitaly è l’occasione per ribadire una volta di più la centralità delle fiere nazionali. Per ICE lo stanziamento di 30 milioni di euro a supporto degli eventi in Italia va proprio nella direzione di collaborare con le nostre fiere verso l’internazionalizzazione stessa dell’industria fieristica. Le rassegne, infatti, sono strumenti fondamentali per il supporto all’export. Da questo punto di vista mi fa molto piacere che la partnership con Vinitaly vada in questa direzione: penso alle tappe a New York, Londra, Hong Kong, e alle altre iniziative di promozione del vino nel mondo. Riguardo all’impatto della guerra, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri, abbiamo annunciato uno stanziamento di 15 milioni di euro destinati a facilitare una diversificazione sui mercati per le imprese che esportano verso Russia, Bielorussia e Ucraina”.

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Parmigiano Reggiano a Sol & Agrifood si sposa con i migliori vini

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consorzio Parmigiano Reggiano partecipa a Sol&Agrifood (stand C26), il Salone internazionale dell’Agroalimentare di Qualità in programma a Verona Fiere dal 10 al 13 aprile, in concomitanza con Vinitaly 2022.
Il Consorzio presenterà in Fiera diverse stagionature e biodiversità di Parmigiano Reggiano che saranno proposte in abbinamento ai grandi vini italiani e a liquori internazionali. Le degustazioni si svolgeranno sia nello stand del Consorzio a Sol&Agrifood, sia all’interno degli stand di alcuni tra i più noti produttori vinicoli del panorama nazionale presenti a Vinitaly.
L’obiettivo è sottolineare la versatilità del Parmigiano Reggiano, un formaggio che per la sua complessità di aromi e struttura è il partner ideale sia per un calice da aperitivo sia per abbinamenti più arditi.
Se un Parmigiano Reggiano “giovane e delicato”, stagionato 12-18 mesi, è perfetto come aperitivo in abbinamento a vini bianchi e frizzanti, un 48 mesi si presenta complesso e un sapore intenso con note di spezie, frutta secca e brodo di carne: un gradito compagno da gustare con vini strutturati e da meditazione, e perchè no, addirittura con un Marsala Doc o un gin scozzese.
Particolarmente importanti nei giorni della manifestazione saranno le collaborazioni instaurate con eccellenze del panorama vinicolo e brassicolo.
Il Parmigiano Reggiano si sposerà con il Lambrusco domenica 10 aprile alle ore 11.00 (padiglione 1, area masterclass – in replica anche lunedì 11, martedì 12 e mercoledì 13 aprile), alle ore 14.30 incontrerà il Marsala DOC di Intorcia (padiglione 2 stand C31-33 – in replica anche lunedì 11 aprile), alle 16.30 sarà invece la volta della Birra con una degustazione guidata alla scoperta dei fermenti (in replica lunedì 11 e martedì 12 aprile).
Alle ore 12.00 di domenica 10 aprile, in un incontro riservato alla stampa organizzato in collaborazione con Scottish Development International, il “Parmigiano Reggiano incontra la Scozia” con una degustazione di diverse stagionature in abbinamento ai migliori gin scozzesi miscelati da Mirko Turconi, tra le figure più importanti al mondo nell’arte della mixology.
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Ferrero sospende le attività produttive ad Arlon in Belgio

ALBA (CUNEO) (ITALPRESS) – Nell’ambito dell’indagine in corso relativa alla contaminazione da salmonella, in collaborazione con le autorità per la sicurezza alimentare, Ferrero ha deciso di sospendere le attività produttive presso il proprio stabilimento di Arlon, in Belgio.
Ferrero ha anche deciso, con effetto immediato, di estendere il richiamo in Italia alle referenze Kinder Sorpresa T6 “Pulcini”, Kinder Sorpresa Maxi 100g “Puffi” e “Miraculous” – e Kinder Schoko-Bons prodotti ad Arlon.
Ferrero in una nota rassicura che le uova di Pasqua Kinder GranSorpresa sul mercato italiano, in tutti i formati e caratterizzazioni, non sono coinvolte dal richiamo, perchè prodotte in Italia ad Alba (CN).
“Ferrero riconosce che ci siano state inefficienze interne che hanno creato ritardi nei richiami e nella condivisione delle informazioni. Questo ha impattato sulla rapidità e efficacia delle indagini. Lo stabilimento riaprirà una volta che verrà certificato dalle autorità – si legge nella nota -. Solo i prodotti Kinder realizzati ad Arlon, in Belgio, sono interessati da questo richiamo. Sono in corso le attività di assistenza ai consumatori relative a questo richiamo. Attualmente in Italia non vi è nessun collegamento tra il consumo di prodotti Kinder e casi di salmonella accertati”.
L’azienda ritiene che “questa sia l’unica e corretta decisione da prendere al fine di garantire il massimo livello di sicurezza alimentare ed eliminare rischi ulteriori”.
Ferrero è “profondamente rammaricata per quanto accaduto” e intende scusarsi sinceramente con tutti i propri consumatori e partner commerciali e ringraziare le autorità per la sicurezza alimentare per le preziose raccomandazioni ricevute.
“La sicurezza alimentare, la qualità e l’attenzione verso i consumatori restano da sempre al centro dei valori Ferrero. Questo evento tocca il cuore dei principi nei quali crediamo e metteremo in essere ogni azione necessaria al fine di preservare la piena fiducia dei nostri consumatori”, conclude la nota.
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“Sicilia en Primeur”, i vini di qualità a Erice dal 27 aprile all’1 maggio

PALERMO (ITALPRESS) – Sicilia en Primeur torna in presenza e lo fa in grande stile. L’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia si terrà quest’anno a Erice, dal 27 aprile all’1 maggio, dopo un’edizione virtuale e una annullata per gli effetti della pandemia. L’edizione del 2022 è stata presentata a Palermo nell’ambito di un evento promosso da Unicredit e sono stati svelati i dettagli e le novità di uno degli appuntamenti più significativi a livello regionale e non solo del settore. Il tema scelto per questo ritorno è “Back to the roots”, una Sicilia che vive il futuro e che catalizzerà al centro Majorana della cittadina in provincia di Trapani l’attenzione di esperti di vino, Master of Wine, influencer e associazioni vinicole, con la presenza di 55 giornalisti italiani e stranieri.
“Finalmente ci vediamo in presenza, questo ci voleva – ha commentato Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – Sicilia en Primeur ritorna, lo fa con un tema che mi piace molto, ‘Back to the roots’, ritorniamo a scoprire cosa è essenziale per poter guardare al futuro. E’ la Sicilia che vive il futuro, con grande attenzione a tradizione e ambiente. E quale posto migliore per parlare di storia e innovazione quale Erice, al centro Majorana. Il tema – ha aggiunto – è capire come la Sicilia può affrontare i cambiamenti climatici e quali sono le sfide nella sostenibilità, la città medievale diventa città del futuro, sostenitrice di valori in linea con rispetto dell’ambiente, innovazione scientifica e low impact”.
La kermesse, che dal 2004 rende protagonista la produzione vinicola siciliana, arriva pochi giorni dopo rispetto al Vinitaly di Verona e si conferma come l’appuntamento più importante per il vino siciliano, la cui produzione ed esportazione, stando agli ultimi dati, è aumentata sensibilmente, collocando la regione ai primi posti delle classifiche su scala nazionale.
“Abbiamo ben iniziato il 2022, la Sicilia sta andando bene sui mercati. C’è ora un clima di totale incertezza a causa della guerra, ma lo affrontiamo da una posizione di forza – ha spiegato Antonio Rallo, presidente del Consorzio Vini DOC Sicilia, che compie dieci anni dalla fondazione – Il nostro obiettivo è quello di incrementare il numero delle bottiglie, a lungo termine di dare l’opportunità ai nostri viticoltori di apportare migliorie a livello qualitativo”. Al fianco di Assovini per l’organizzazione di Sicilia en Primeur ancora una volta c’è Unicredit, partner della kermesse dal 2017: “L’iniziativa di oggi rientra nel più ampio impegno di Unicredit per il mondo del vino italiano – ha dichiarato il responsabile regionale di Unicredit, Salvatore Malandrino – La banca ha infatti avviato un progetto che si concretizzerà in un evento finale il prossimo 10 aprile al Vinitaly, manifestazione a cui Unicredit ha confermato il proprio sostegno”.
L’iniziativa si inserisce nel solco delle attività promosse dal Governo regionale nei confronti dell’agroalimentare e in particolare del settore vinicolo, come ha sottolineato l’assessore all’agricoltura, Toni Scilla, presente alla conferenza stampa: “E’ una bellissima iniziativa, la Sicilia deve recitare un ruolo di primo piano e lo sta facendo. Ci sono tutte le condizioni per poter essere leader nel settore e bisogna attivare le iniziative per supportare le imprese. Al Vinitaly la Sicilia ci sarà – ha ricordato Scilla – è la vetrina più importante e ribadiremo l’unità di intenti che esiste tra chi produce il vino e chi governa il territorio”.
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Evo, food e birre artigianali protagonisti a Sol&AgriFood

VERONA (ITALPRESS) – L’olio extravergine di oliva, le birre artigianali e le produzioni di qualità con materie prime ed eccellenza territoriali tornano protagonisti alla 26ma edizione di Sol&AgriFood, il salone internazionale dell’agroalimentare di qualità in programma a Veronafiere dal 10 al 13 aprile, in contemporanea con la 54ma edizione di Vinitaly. Sol&AgriFood è il luogo di incontro tra offerta e domanda dove gli espositori raccontano i propri prodotti ai buyer e operatori horeca attraverso masterclass, degustazioni, educational.
Le produzioni brassicole artigianali nazionali e internazionali confermano il loro ruolo da protagonista. Un format innovativo basato sulla degustazione e sulla formazione oltre che su momenti b2b per conoscere un prodotto che sta riscuotendo sempre più successo sui mercati di tutto il mondo grazie al valore di prodotti che hanno una storia da raccontare fatta di materie prime, innovazione della tradizione, ricette e abbinamenti. Di rilievo anche le tavole rotonde dedicate al mondo della birra.
Sol&Agrifood ospita la cerimonia di premiazione della XX^ edizione di Sol d’Oro, concorso internazionale riservato all’olio Evoo. Molta attenzione sarà riservata alle produzioni biologiche cui è dedicata l’area It’s Organic. Marino Giorgetti e Giulio Scatolini cureranno le degustazioni degli oli in abbinamento con altri prodotti da agricoltura biologica. Le centinaia di specialità agroalimentari, dalla pasta ai formaggi, dai salumi ai prodotti da forno, dagli aceti alle marmellate, proposte dagli espositori trovano nello Speedy Tasting lo spazio della narrazione, fatta dall’espositore, che diventa marketing grazie al supporto di un giornalista di settore. A Sol&Agrifood la ristorazione esalta la qualità della materia prima: protagonisti gli chef della Federazione Italiana Cuochi (Fic) che propongono nelle quattro giornate l’Italian style in cucina dal nord al sud dello stivale, all’insegna della qualità e tipicità dei prodotti.
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Procida Capitale della Cultura, si accendono le luci della luminaria Voiello

NAPOLI (ITALPRESS) – Da sabato 9 aprile in occasione dell’evento inaugurale di Procida Capitale della Cultura 2022 – che attraversa le strade, le piazze, i porti, il mare stesso, chiamando a sè una comunità che non solo assiste, ma partecipa attivamente e che abita, in maniera straordinaria, luoghi di vita quotidiana – si accenderanno le luci della Luminaria di Voiello rivelando l’opera realizzata dal brand per l’isola: un grande progetto luminoso realizzato dall’artista Domenico Pellegrino, che della luce ha fatto il leit motive delle sue opere. Il visual, ideato da Claudia Bartoli, illustratrice e docente di illustrazioni presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Roma (NABA), raffigura Procida, la Nutrice di Enea e mitologica incarnazione dell’isola. Il volto della donna, elemento centrale del rosone, è circondato da quattro icone: i carciofi, i limoni, le alici e la penna, il formato di pasta per eccellenza che diventa simbolo di abbondanza insieme ai tre prodotti gastronomici tipici dell’isola.
L’imponente arco luminoso verrà collocato all’ingresso di Via Vittorio Emanuele, l’arteria pulsante che dal porto principale di Marina di Procida conduce al cuore dell’isola e agli eventi che qui si svolgeranno.
Sabato 9 aprile Voiello si farà anche promotore della tradizione e dell’eccellenza culinaria campana attraverso l’incontro con uno dei suoi simboli, la frittatina di pasta, regina dello street food napoletano, scelta da Voiello in quanto emblema del gusto, della creatività e dell’arte tutta partenopea di godersi la vita. Istituzioni, ospiti, visitatori e procidani saranno deliziati lungo le stradine isolane con una speciale versione della frittatina di pasta, preparata per l’occasione con Lo Spaghetto Voiello, fatto come sempre solo con Grano Aureo 100% italiano. Il tutto sarà servito all’insegna dell’informalità e spontaneità, in un carrettino Voiello che percorrerà le stradine dell’isola.
Questa è solo una delle iniziative che Voiello ha deciso di dare vita, in sinergia con Procida 2022, e che saranno svelate nei prossimi mesi. Un’isola che si contraddistingue come unica, un luogo carico di significato che Procida Capitale della Cultura contribuirà a condurre al di fuori dei suoi confini e Voiello, in qualità di Main Sponsor, continuerà lungo tutto l’anno a dare vita ad eventi e attività per contribuire a valorizzare questo territorio, già di per sè speciale.
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Le aziende di Confagricoltura protagoniste a Fruit Logistica

ROMA (ITALPRESS) – Confagricoltura è presente alla kermesse berlinese “Fruit Logistica” in forze, con uno stand istituzionale e numerose aziende ortofrutticole associate partecipanti, a testimoniare l’importanza del mercato tedesco, che assorbe circa il 30% in valore del nostro prodotto fresco e quasi il 20% del trasformato. Nel 2021 abbiamo segnato un +10% per gli ortaggi, il +2,7% per la frutta. Bene anche il trasformato (+5,8%).
In occasione dell’inaugurazione della Fiera, ospitati dall’Ambasciatore, Armando Varricchio nella sede dell’ambasciata italiana, alla presenza del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, si è discusso dell’incerto quadro internazionale economico e di mercato in cui i nostri imprenditori si trovano ad operare. Nella tavola rotonda, organizzata da Confagricoltura insieme ai partner Fruitimprese, ICE Agenzia e la rappresentanza italiana di Messe Berlin/Fiera di Berlino, si è discusso della difficile fase congiunturale, in vista di una revisione della recente Riforma dalla Politica agricola comunitaria.
“La nostra ortofrutta – ha rimarcato Giansanti – si distingue per l’elevata qualità e la sicurezza superiore alla media della UE. Ha una performance positiva in valore nelle esportazioni, che si riflette in un aumento del saldo della bilancia commerciale. Preoccupa anche la diminuzione delle esportazioni polacche e greche in Ucraina, dal momento che i volumi invenduti rischiano di sovrapporsi con le produzioni nazionali”.
“Il settore ortofrutticolo – ha aggiunto – vale 14 miliardi e rappresenta il 27% del totale della produzione agricola nazionale. Il nostro obiettivo è, nonostante le oggettive difficoltà politico sanitarie dopo oltre due anni di pandemia e collegate all’attuale conflitto russo ucraino, di promuovere queste eccellenze per creare ulteriori opportunità, salvaguardare la competitività delle imprese nella difficile fase congiunturale, superare le criticità “storiche”, affrontando i punti di debolezza del comparto, come i costi di produzione più alti dei competitor e la logistica non adeguata alla estrema rapidità degli scambi”.
E proprio sulla logistica, nel convegno organizzato da Confagricoltura Salerno, si è affrontato il tema dell’hub del freddo. L’Italia ha pesanti gap che ostacolano l’export: il 90% della merce viene trasportata su gomma e circa la metà delle esportazioni italiane destinate al mercato europeo viaggia lungo l’asse scandinavo/mediterraneo. Per l’ortofrutta è più conveniente partire dal Marocco e arrivare ad Amsterdam, che andare dalla Sicilia a Berlino. Per non parlare della conservazione della merce in occasione dei periodi di picchi produttivi.
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