Agroalimentare

Parmigiano Reggiano, etichetta digitale per garantire la tracciabilità

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consorzio del Parmigiano Reggiano in collaborazione con Kaasmerk Matec e p-Chip Corporation lancia un’innovativa etichetta digitale per rendere ancora più tracciabile e sicuro il Parmigiano Reggiano DOP. La nuova tecnologia digitale offrirà una garanzia in più sull’autenticità del formaggio nell’interesse dei produttori, di tutta la catena distributiva e del consumatore finale.
“Il Parmigiano Reggiano è uno dei formaggi più antichi e famosi al mondo, ed è un prodotto simbolo dell’agroalimentare italiano – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – Dalla costituzione del Consorzio nel 1934, siamo stati in prima linea per promuoverne e difenderne l’autenticità e comunicare in tutto il mondo le differenze con prodotti similari che non soddisfano i severi requisiti della DOP. Siamo fieri di essere il primo Consorzio di Tutela a introdurre queste etichette, digitali e sicure, per garantire un prodotto ancora più protetto e tracciato”. La tracciabilità del Parmigiano Reggiano è già garantita dalla placca di caseina, introdotta dal Consorzio nel 2002, che viene assegnata a ogni forma al momento della nascita. Sulla placca, realizzata con proteine del latte e quindi edibile e sicura, è presente un codice alfanumerico unico e progressivo e un QR code: costituiscono la carta d’identità del formaggio che, in ogni momento e in ogni luogo, rende possibile identificarne l’origine. Ora, questo sistema viene portato a un livello superiore grazie alle nuove etichette digitali sviluppate da p-Chip per l’industria alimentare e il Consorzio: un micro-transponder digitale innovativo e sicuro. Kaasmerk Matec e p-Chip Corporation hanno collaborato per completare questo programma di innovazione ottenendo un dispositivo p-Chip integrato nella placca di Caseina. L’innovazione consiste nella combinazione della placca di caseina con il micro-transponder p-Chip, una cripto-ancora blockchain che crea un “gemello” digitale per gli oggetti fisici. Questo nuovo tag, scannerizzabile, è più piccolo di un grano di sale, altamente resistente ed offre una tecnologia di tracciabilità di nuova generazione al Consorzio del Parmigiano Reggiano. “Siamo lieti di collaborare con un marchio leader a livello mondiale come Parmigiano Reggiano, per portare una tecnologia di tracciamento rivoluzionaria e di livello mondiale nell’industria alimentare”, ha dichiarato Joe Wagner, CEO di p-Chip Corporation. “Integrando i micro-transponder p-Chip nelle etichette in Caseina, il Consorzio del Parmigiano Reggiano può controllare meglio il proprio inventario, proteggere e differenziare i propri prodotti da marchi simili e avere accesso a una tecnologia track-and-trace impareggiabile per proteggersi in caso di richiami o altri problemi”. Per Winus Sloot, Ad di Kaasmerk Matec, “siamo lieti di collaborare con p-Chip per sviluppare questa smart label digitale che consentirà il tracciamento delle forme di formaggio del Consorzio del Parmigiano Reggiano dall’inizio alla fine, garantendo un’ulteriore protezione sia dei consumatori che del Consorzio del Parmigiano Reggiano, inquanto l’etichetta è altamente resistente alle manomissioni”.
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Vinitaly torna in presenza, dal 10 al 13 aprile la 54^ edizione

ROMA (ITALPRESS) – Un quartiere espositivo al completo, crocevia internazionale delle tendenze e del business per 4.400 aziende da 19 nazioni. Torna in presenza, dopo due anni di stop forzato, l’edizione più attesa di Vinitaly, a Veronafiere dal 10 al 13 aprile. E lo fa, per la rassegna numero 54 presentata oggi a Roma, incrementando ulteriormente il proprio posizionamento sui principali mercati della domanda di vino italiano, a partire da quelli più maturi fino agli emergenti. Infatti, i top buyer da 50 Paesi già accreditati a Vinitaly sfiorano quota 700, con in testa la delegazione dal Nord America. Una mappa, quella prevista dell’ingente piano di incoming realizzato dalla SpA veronese e da Ice Agenzia, che copre le aree più strategiche dall’Atlantico al Pacifico fino all’Europa e, da quest’anno, anche all’Africa; una campagna che nel corso dei mesi ha dovuto tener conto sia dell’evoluzione sanitaria che dell’inaspettato scenario geopolitico.
Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, “dopo due anni di assenza, Vinitaly ritorna alla sua collocazione originale, con un quadro espositivo che lo riporta idealmente alle edizioni pre-pandemia. Un risultato non scontato che, nel confermare la centralità della manifestazione, premia il piano di sviluppo di Vinitaly iniziato già nel 2018 e perfezionato proprio in questi ultimi due anni”. Infatti, ha proseguito Danese: “Potenziamento del business in fiera, selezione degli operatori e incremento della quota estera sono le direttrici di lavoro che impegneranno ulteriormente la fiera di Verona anche nel medio termine, ovviamente al netto di contesti emergenziali”.
Priorità, queste, confermate anche da Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: “In questi due anni, con le aziende, abbiamo definito l’outlook del Vinitaly del futuro. Un progetto strategico che ha avuto il suo banco di prova nell’edizione speciale dell’ottobre scorso e che funge da discriminante rispetto al passato”.
“In particolare – ha sottolineato – registriamo un’alleanza ancora più stringente con le aziende di Vinitaly, che già da quest’anno hanno aderito all’iniziativa di incoming di buyer tailor made, ossia selezionati direttamente dai produttori e invitati dalla fiera. Uno sforzo, anche in termini economici, che ci consente di centrare l’obiettivo e di ampliare ancora di più la platea professionale internazionale, che rappresenta uno dei punti di forza della manifestazione”.
Non solo internazionalità e mercato per il brand fieristico a livello globale. Le tendenze di consumo entrano a pieno titolo nell’agenda di Vinitaly. “In questo senso – ha concluso Mantovani -, a Verona sigleremo una partnership pluriennale con gli organizzatori dell’Orange Wine Festival di Izola, in Slovenia”.
Tra le start-up novità nei 17 padiglioni, fissi e temporanei, specificamente dedicati alla 54^ edizione di Vinitaly, oltre all’area del ‘quarto colore del vinò sugli Orange wine, quelle di “MicroMegaWines- Micro Size, Mega Quality”, la nuova sezione riservata alle produzioni di nicchia a tiratura limitata e di altissima qualità, di Organic Hall che implementa l’offerta di Vinitaly Bio e della Mixology, che dopo il numero zero di ottobre 2021, debutta ufficialmente con un proprio format.
Per quanto riguarda gli eventi, sono circa 30 i convegni in programma a Verona e 76 le super degustazioni che portano la firma anche di Vinitaly. In apertura di calendario (10 aprile), “Iconic Women in Italian Wine”, il tasting più inclusivo dell’anno guidato da una inedita coppia di giornaliste e critiche della stampa internazionale: Monica Larner e Alison Napjus, rispettivamente di Wine Advocate e Wine Spectator, per la prima volta insieme per raccontare la storia di 6 cantine italiane al femminile, oltre al walk around tasting dei Tre Bicchieri 2022 del Gambero Rosso.
“Rossi autoctoni italiani, la forza della leggerezza. Un’opportunità contemporanea per un rinnovato successo sui mercati internazionali” è, invece, il tema scelto dal primo Master of Wine italiano, Gabriele Gorelli (11 aprile) che condurrà in tandem con la spagnola Almudena Alberca, MW.
Il cambio generazionale è invece il focus del grand tasting “Di padre in figlio: il futuro del vino italiano”, la degustazione di Riccardo Cotarella e Luciano Ferraro che porta nei calici la storia di alcune tra le aziende più rappresentative del Belpaese in cui è in corso il passaggio del testimone e di “Young to Young”, le tre sessioni di degustazione organizzate da Paolo Massobrio e Marco Gatti. Confermato anche Vinitaly Tasting – The DoctorWine Selection (Daniele Cernilli – 10,11 e 12 aprile). Il giro del mondo nei calici prosegue con Tasting Ex…Press, gli appuntamenti con la stampa estera in collaborazione con Vinitaly. Tra questi la degustazione delle varietà di Champagne a cura della rivista francese Gilbert&Gaillaird mentre le grandi annate delle bollicine d’oltralpe sono interpretate da Sarah Heller, la più giovane Master of Wine asiatica, nel tasting di International Wine & Spirits Competition (programma e informazioni sulle degustazioni su www.vinitaly.com).
A Vinitaly spazio anche agli espositori esteri nell’International Wine Hall, il padiglione riservato alle produzioni internazionali. Presenti quest’anno Francia, Brasile, Slovenia, Argentina, Spagna, Serbia, Macedonia, Libano e Sud Africa.
A queste si aggiungono le degustazioni nei 4.400 stand delle imprese che, ad oggi, hanno iscritto complessivamente oltre 17mila etichette su VinitalyPlus, la piattaforma business di Veronafiere aperta tutto l’anno.
Di scena il 9 aprile anche OperaWine, l’evento di Vinitaly alle Gallerie Mercatali organizzato con Wine Spectator. Sono 130 i top produttori italiani in rappresentanza da tutte le regioni, selezionati dalla rivista americana per l’11^ tradizionale preview che annuncia il Salone internazionale dei vini e distillati.
In contemporanea a Vinitaly (inaugurazione domenica 10 aprile alle ore 10.30, con focus dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly “Il vino italiano è pronto per le sfide del mercato americano?”) anche Sol&Agrifood, Enolitech e Vinitaly Design, mentre i wine lover sono attesi al fuorisalone Vinitaly and the city, in programma dall’8 all’11 aprile con un palinsesto di eventi e degustazioni nelle vie del centro e nei set più esclusivi di Verona.
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Da Fiasconaro una colomba da record per dire no alla guerra in Ucraina

PALERMO (ITALPRESS) – Una colomba da record con i suoi 50 chili di bontà per dire no alla guerra in Ucraina. “In questo particolare momento storico abbiamo voluto lanciare un segnale di pace e un messaggio di positività al mondo intero, con una Colomba dalla forte valenza simbolica che vuole essere un augurio per tutti”, spiega il Maestro Nicola Fiasconaro, alla regia della creazione dolciaria da 50 chili realizzata per accogliere i delegati degli Aeroporti Europei al Palazzo Sant’Elia di Palermo. Canditi di arancia di Sicilia e zafferano di Castelbuono hanno inebriato il dolce da record, decorato a mano con due colombi in cioccolato come simbolo della pace. Un benvenuto davvero speciale, che il Maestro ha riservato agli oltre 200 delegati di 70 Aeroporti Europei, compreso il direttore generale dello scalo ucraino di Odessa Vyacheslav Cheglatonyev, riuniti per la 13esima edizione di Aci Race, organizzata da Aci Europe e Gesap, la società di gestione dell’Aeroporto di Palermo Falcone Borsellino di Palermo. Il taglio della Colomba da Guinness è avvenuto alla presenza del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, del direttore generale di Gesap Natale Chieppa, del presidente dell’Aeroporto di Cracovia Radoslaw Wloszek.
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Ucraina, Patuanelli “Rinviare di un anno l’entrata in vigore della Pac”

ROMA (ITALPRESS) – Un cambio di paradigma nel settore agroalimentare europeo è inevitabile alla luce della guerra in Ucraina anche se i contorni della nuova PAC sono già delineati: questo il messaggio lanciato dai massimi esponenti delle Istituzioni italiane ed europee al Convegno organizzato a Roma da EuNews e patrocinato da Bayer che si è aperto con l’intervento del ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli. “Nessuno stato membro della UE può essere autosufficiente dal punto di vista alimentare – ha detto Patuanelli -. L’errore è stato delocalizzare la produzione di materie primarie. Oggi questo è un tema che ci si pone davanti come criticità. Per il futuro bisogna capire quali sono le sfide da affrontare e sicuramente la prima – anche per l’approvvigionamento alimentare – è quella energetica: il tema del costo della produzione è centrale”.
A questo proposito, “i piani strategici della PAC non si possono cambiare ma forse è giusto valutare una messa in campo della riforma della PAC con una tempistica diversa, ad esempio una sospensione temporanea per alcuni aspetti o valutare un’entrata in vigore posticipata di un anno dell’intera riforma”, ha ipotizzato il ministro.
Sul tema delle sanzioni imposte sull’onda dell’invasione dell’Ucraina, Patuanelli ha aggiunto: “Il nostro Paese può reggere alle sanzioni imposte alla Russia, ma l’agricoltore italiano non può sopportare da solo un aumento dei costi produttivi così alto, ci vuole supporto alle filiere e all’intero settore agroalimentare”.
“Nessuno in Europa chiede un rinvio della PAC sulla base della guerra in Ucraina – ha replicato invece Paolo De Castro, Eurodeputato, membro delle Commissioni AGR, INTA e BUDG – semmai l’impatto negativo può riferirsi alle nostre imprese in Italia per effetto della redistribuzione delle risorse destinate all’origine come del resto hanno già fatto tutti i Paesi europei”.
Dello stesso avviso il direttore generale della DG AGRI della Commissione Europea, Wolfgang Burtscher, secondo il quale “il problema dell’industria europea è che siamo troppo dipendenti dall’importazione di alcune materie prime, dobbiamo lavorare su questo nella logica della tutela della sicurezza alimentare dei cittadini”.
Mentre il presidente di Federchimica Agrofarma, Alberto Ancora, ha detto: “Condividiamo il percorso di sostenibilità intrapreso dall’Europa, ma non gli obiettivi qualitativi che sono stati posti. Rinunciare ai fitofarmaci e quindi all’innovazione non aiuta l’agricoltura in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo”. E ha concluso: “Al contrario questa dovrebbe essere la risposta”.
Per Roberto Pretolani, professore di economia agraria dell’Università degli studi di Milano, “la garanzia degli approvvigionamenti è un tema fondamentale: in Europa le importazioni di prodotti agricoli superano le esportazioni. Un esempio ne sono le filiere del mais, dell’olio di semi e di girasole su cui gravano problemi di approvvigionamento sia nel breve che nel medio termine”. “L’art. 33 del Trattato costitutivo dell’Unione Europea – spiega Pretolani – sottolinea l’importanza dell’incremento della produttività agricola e dell’innovazione come fattore determinante. Oggi abbiamo a disposizione una serie di possibilità: dagli strumenti genetici all’agricoltura di precisione. La strada da seguire è quella già intrapresa e che ci ha permesso di diventare protagonisti a livello internazionale. Per farlo però occorre rimuovere gli ostacoli allo sviluppo della ricerca, fondamentale anche poi per il trasferimento di tecnologie. La sostenibilità non può essere solo ambientale, sociale ed economica, ma anche produttiva”. “L’Italia – conclude – oggi più che mai deve mantenere una capacità produttiva strategica”.
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Patuanelli “Nessun allarme alimentare per l’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – “Gli agricoltori pagano due volte la crisi: in maniera diretta, con la bolletta energetica, e in maniera indiretta, per gli aumenti dei prezzi dei semilavorati e delle materie prime, colpiti, a loro volta, dalla crescita dei costi di produzione e di approvvigionamento”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, nel corso dell’informativa urgente alla Camera sulle iniziative a sostegno della filiera agricola, in relazione all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. “Senza gli adeguati strumenti normativi di sostegno e senza un indirizzo strategico preciso sarà difficile recuperare le fasce di mercato perduto – ha aggiunto -. Serve una risposta comune a livello europeo”. Il ministro ha poi rassicurato: “Ad oggi non esistono allarmi alimentari per il nostro Paese”.
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Agroalimentare, nel 2021 export +9,2% a oltre 22 miliardi

MILANO (ITALPRESS) – Nel 2021 le esportazioni a prezzi correnti dei distretti agro-alimentari italiani si chiudono con un bilancio positivo, superando la cifra di 22 miliardi di euro e realizzando un aumento del 9,2% rispetto all’anno precedente. Il trend di crescita prosegue ininterrotto dal 2010 e non si è arrestato neanche durante la pandemia; al contrario gli altri distretti manifatturieri italiani hanno realizzato un rimbalzo maggiore (+20,3%) dopo la forte battuta d’arresto del 2020. E’ quanto emerge dal Monitor dei distretti agro-alimentari italiani a fine 2021, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
La dinamica è in linea con l’evoluzione delle esportazioni italiane di cibi e bevande, che hanno superato nel 2021 il traguardo dei 50 miliardi di euro. Sul risultato influisce anche una dinamica di rialzo dei prezzi alla produzione: l’indice dei prezzi alla produzione sul mercato estero per le industrie alimentari ha infatti registrato una crescita del 2,6% nel 2021 rispetto all’anno precedente, con un’accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno in particolare per alcuni comparti. Il comparto più interessato è quello dell’olio (+10,3%), seguito a distanza dal lattiero-caseario (+3,3%); tutti gli altri comparti registrano aumenti contenuti e inferiori alla media di settore, con le bevande che hanno invece sperimentato un lieve calo.
Quasi tutte le filiere si posizionano su livelli di esportazioni superiori al pre-pandemia. La filiera del vino, prima per valori esportati nel 2021, supera per la prima volta la soglia dei 6 miliardi di euro, con una crescita del 12,5% rispetto all’anno precedente (+10,6% rispetto al 2019).
Maggior contributo da parte del distretto dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato (+15,3% nel 2021), ma registrano una performance molto positiva anche i Vini dei colli fiorentini e senesi (+20,7%), il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+15,5%), i Vini e distillati del Friuli (+20,5%) e i Vini e liquori della Sicilia occidentale (+15,7%).
Anche la filiera dei prodotti agricoli prosegue sul trend del 2020 e registra una crescita del 9,4%. Tutti i distretti si posizionano ampiamente al di sopra dei livelli del 2019; spicca in particolare il Florovivaistico di Pistoia (+30,6% rispetto al 2020; +40,6% rispetto al 2019).
Nella filiera della pasta e dolci (+7,4%) emergono il distretto dei Dolci di Alba e Cuneo (+15,1%) e dei Dolci e pasta veronesi (+13,2%). In contrazione, ma ampiamente al di sopra dei livelli di export del 2019, i comparti pasta dell’Alimentare di Avellino (-3,6% nel 2021) e dell’Alimentare napoletano (-14,2%).
Nella filiera delle carni e salumi (+16,2%) spiccano in maniera particolare i Salumi del Modenese (+22,4% nel 2021) e il Prosciutto San Daniele (+34,2%). L’unico distretto ad arretrare parzialmente nel 2021 è quello dei Salumi dell’Alto Adige (-1,9%; ma +3,2% rispetto al pre-pandemia).
Anche la filiera del lattiero-caseario registra un deciso progresso nel 2021 (+15,5%). In lieve ritardo solo il Lattiero-caseario di Reggio Emilia (-3%; -1,1% rispetto al 2019).
Positiva anche la dinamica della filiera del caffè (+14,1% tendenziale), con tutti e tre i distretti in forte crescita, in particolare il Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+15,1%;
+ 32,8% rispetto al 2019).
Nella filiera dell’olio, il distretto dell’Olio toscano (che pesa per il 70% sul totale) si posiziona su livelli invariati rispetto al 2020 (-0,2%), mentre crescono sia l’Olio umbro (+8,4%) che il comparto olio dell’Olio e pasta del barese (+5%).
Luci e ombre invece per la filiera delle conserve (-3,7% nel 2021): i progressi registrati dalla metà dei distretti, Marmellate e succhi di frutta del Trentino-Alto Adige (+7,7%) e i comparti conserve dell’Alimentare di Parma e dell’Alimentare di Avellino (entrambi +8,1%), non riescono a compensare l’arretramento delle Conserve di Nocera (-3,7%) e dei comparti conserve dell’Alimentare napoletano (-0,3%) e dell’Ortofrutta e conserve del foggiano (-46,1%). La filiera, che si confronta con un 2020 di forte crescita sui mercati esteri, è nel complesso oltre i livelli del 2019.
Stessa dinamica per la filiera del riso (-4,2%; +9,3% rispetto al 2019).
Infine, risultato positivo anche per il distretto dell’ittico, che con una crescita del 20,3% rispetto al 2020 recupera quasi completamente i livelli pre-crisi (-1,3%).
Nel complesso, sono in crescita le esportazioni dei distretti agro-alimentari verso tutti i principali mercati di destinazione, in particolare Germania (+4,5%), Stati Uniti (+13,9%) e Francia (+10%); in calo le vendite sul mercato britannico (-9,6%) a causa anche delle difficoltà logistiche e amministrative post Brexit.
Continuano a crescere le economie emergenti, +17,1% nel 2021 verso un +7,3% delle economie avanzate, che raggiungono nel complesso un peso del 20% sul totale delle esportazioni dei distretti agro-alimentari.
Resta bassa l’esposizione verso il mercato russo ed ucraino, nel complesso solo l’1,6% delle esportazioni dei distretti agro-alimentari sono destinate a questi due Paesi, per un totale di 366 milioni. La filiera che esporta maggiormente verso queste due destinazioni è quella dei vini, con circa 145 milioni di euro (97 verso Russia e 46 verso Ucraina), che rappresentano il 2,4% del totale delle vendite all’estero dei distretti vitivinicoli. Maggiore l’incidenza dei due mercati per la filiera del caffè (6,7%) per un totale esportato di 75 milioni (63 verso Russia e 12 verso Ucraina), e per la filiera dell’olio, con 33 milioni che corrispondono al 3,6% del totale filiera.
Più concentrate le importazioni da Russia e Ucraina, per un valore complessivo di 242 milioni, ossia il 2,6% del totale importazioni dei distretti agro-alimentari, con una richiesta soprattutto da parte della filiera dei prodotti agricoli (187 milioni di euro) e dell’olio (circa 50 milioni di euro).
“Nel contesto attuale con l’obiettivo di supportare le imprese nei fabbisogni di liquidità per i pagamenti e di garantirne la continuità produttiva, Intesa Sanpaolo interviene con finanziamenti a 18 mesi con 6 di pre-ammortamento destinati a coprire il costo delle bollette passate e future. E’ una iniziativa che in un contesto di aumento dei costi consente alle imprese di mantenere liquidità rateizzando i pagamenti. E al fine di limitare gli impatti a conto economico derivanti dall’aumento dei prezzi delle commodity offriamo consulenza sulla copertura di tali rischi, per mitigarne la volatilità – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo -. Per le imprese esportatrici verso la Russia e l’Ucraina abbiamo previsto, in aggiunta ai prestiti per liquidità, la sospensione delle rate per i finanziamenti in essere a 24 mesi, o 36 mesi per le imprese cerealicole. Oggi come ieri, siamo a fianco delle imprese per sostenerne le transizioni green e digitale, in coerenza con le iniziative del PNRR”.
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Enea contro effetti climatici su colture chiave del made in Italy

ROMA (ITALPRESS) – Olio d’oliva, vino e pasta, elementi chiave della dieta mediterranea tutelata dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, potranno contare sui servizi climatici messi a punto da MED-GOLD, il principale progetto di ricerca UE su clima e agricoltura che ha coinvolto 16 partner in 6 Paesi diversi, tra cui in Italia Enea per il coordinamento globale e Barilla per la pasta. I servizi climatici offerti permettono di trasformare dati climatici e altre informazioni in trend, analisi economiche, proiezioni e tendenze su scale temporali diverse, dalle poche settimane fino ai decenni, e forniscono supporto alle decisioni strategiche nonchè all’adozione di buone pratiche nel settore agricolo. Grazie ai servizi MED-GOLD è possibile prevedere l’effetto dei cambiamenti climatici su tre colture chiave del Mediterraneo: l’olivo, la vite e il grano duro.
Ad esempio, grazie a un database consultabile attraverso un “cruscotto” interattivo di facile accesso, la cosiddetta dashboard MED-GOLD, un olivicoltore può conoscere quali trattamenti saranno necessari contro i parassiti dell’olivo, quanto olio sarà possibile produrre durante la prossima campagna o in che periodo iniziare l’irrigazione. Allo stesso modo, sono disponibili proiezioni di breve, medio e lungo termine dei principali fattori climatici in grado di fornire informazioni utili al viticoltore che voglia sapere quale varietà di vite sia più adatta per il clima nei prossimi 30 anni o al produttore di grano che si interroghi sull’impatto dell’azione erosiva delle acque sui terreni o sulle aree più idonee alla produzione futura. “In 4 anni MED-GOLD ha costruito una solida alleanza fra scienziati e grandi imprese per preservare dall’impatto del cambiamento climatico globale le eccellenze alimentari delle nostre tavole, coinvolgendo grandi realtà mondiali come la spagnola DCoop per l’olio d’oliva e la portoghese Sogrape Vinhos per il vino, oltre alla Barilla”, sottolineano i due coordinatori Enea del progetto, Alessandro Dell’Aquila del Laboratorio Modellistica climatica e impatti e Luigi Ponti del Laboratorio Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari. “I servizi che proponiamo – aggiungono – forniscono informazioni affidabili, aggiornate e su misura per sostenere il processo decisionale nel settore agroalimentare, rendendolo più resiliente ai cambiamenti”.
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Indagine sul rapporto qualità-prezzo, i consumatori premiano Ferrero

MILANO (ITALPRESS) – La Ferrero premiata dai consumatori per il rapporto qualità-prezzo. È quanto emerge dall’indagine svolta dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza su aziende e brand, i cui risultati sono stati pubblicati da La Repubblica-Affari & Finanza.
Il gruppo di Alba occupa i primi tre posti, nell’ordine con i marchi Nutella, Kinder e Ferrero Rocher. Giù dal podio Amazon, al quarto posto, e Netflix, al quinto.
Lo studio è giunto alla seconda edizione ed è stato realizzato a febbraio grazie a un sondaggio online (con la metodologia Cawi), con un campione rappresentativo della popolazione italiana per area, genere ed età.
Ai consumatori consultati è stato chiesto di esprimere il proprio giudizio su una serie di prodotti e brand. Sono stati raccolti 700 mila giudizi su circa 1.300 aziende/brand in cento settori dell’economia italiana.
Il punteggio finale è il Customer convenience index (Cci), cioé il valore medio non ponderato dei voti espressi, su una scala da 1 a 5. Più basso è il valore Cci, migliore è la valutazione della convenienza. Nutella sale sul gradino più alto del podio con un Cci di 2,16, seguita da Kinder con 2,17 e Ferrero Rocher con 2,19.
“Nonostante la convenienza sia percepita in modo soggettivo, intervistando un numero così ampio di persone è possibile cogliere in modo oggettivo come i consumatori italiani giudichino il rapporto qualità-prezzo delle più importanti aziende e dei loro brand. L’indagine che abbiamo condotto è la più ampia che sia mai stata condotta in questo campo”, spiega Christian Bieker, direttore dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza.
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