ASSAGO (MILANO) (ITALPRESS) – Nestlè in Italia sceglie il Future Food Institute come partner scientifico del progetto Nestlè Startup Program e insieme lanciano una Call For Startup per favorire lo sviluppo di progetti di innovazione e imprenditoria sul tema dell’agricoltura rigenerativa nella filiera del pomodoro, grazie anche alla collaborazione di Steriltom, storico fornitore italiano di polpa di pomodoro del Gruppo Nestlè.
L’iniziativa è parte del programma Nestlè Needs YOUth, progetto di educazione e formazione promosso dall’azienda a livello globale con l’obiettivo di dare accesso a opportunità economiche a 10 milioni di giovani in tutto il mondo entro il 2030.
In questa seconda edizione del Nestlè Startup Program, Nestlè è alla ricerca di giovani imprenditori che possano contribuire a implementare soluzioni tecnologiche all’avanguardia per supportare la sostenibilità delle coltivazioni e un approvvigionamento responsabile lungo la filiera agricola, in particolare nella coltivazione del pomodoro utilizzato per tutte le pizze a marchio Buitoni prodotte nello stabilimento di Benevento. La chiamata è rivolta alle nuove generazioni che vogliono confrontarsi con una sfida decisamente ambiziosa, in un contesto, come quello agricolo, in cui la necessità di coniugare tradizione e innovazione è centrale per operare in maniera sempre più responsabile e virtuosa.
La Call è rivolta a startup, gruppi di ricerca o team composti principalmente da individui sotto i 30 anni che abbiano una soluzione in linea con gli obiettivi del progetto. Per partecipare al Nestlè Startup Program le candidature dei team dovranno essere presentate entro e non oltre il giorno 13 febbraio 2022, esclusivamente compilando l’apposito form online pubblicato sul sito https://nestlestartupprogram.futurefood.community.
I progetti verranno visionati da un’apposita Commissione di Valutazione composta dai rappresentanti del Future Food Institute, di Nestlè e da altri esperti dell’ambito agrifood-tech. I 15 team selezionati avranno la possibilità di partecipare a un programma di formazione di 4 settimane su System-thinking, metodologia lean e prosperity Thinking condotto da Future Food e composto sia da lezioni frontali che da laboratori e analisi di case study.
All’esito di questa prima fase, la Commissione di Valutazione selezionerà tre progetti che accederanno alla fase di prototipazione e validazione del progetto. I tre team saranno guidati attraverso uno sprint di sei settimane lavorando insieme ai mentor di Nestlè e all’innovation coach di Future Food. Nello specifico, avranno la possibilità di testare sul campo la propria soluzione e confrontarsi direttamente con gli agricoltori per approfondire e risolvere le sfide reali vissute quotidianamente lungo la filiera.
Il progetto si concluderà con un Bootcamp di 4 giorni in cui verranno presentate le soluzioni e i risultati della fase di prototipazione in campo, che Nestlè potrà poi implementare.
“Le idee, l’entusiasmo e il talento dei giovani rappresentano un patrimonio per crescere come imprese e come Paese. Questa convinzione da tempo ci ha spinti a scommettere sulle giovani generazioni, offrendo, attraverso Nestlè Needs YOUth, opportunità concrete di inserimento professionale e di formazione per acquisire le competenze necessarie per affrontare il mondo del lavoro, di oggi e del domani – afferma Giacomo Piantoni, Direttore Risorse Umane del Gruppo Nestlè in Italia -. In questa edizione del Nestlè Startup Program abbiamo voluto concentrarci su soluzioni innovative per favorire pratiche agricole sostenibili e rigenerative nella nostra filiera, un ambito importante su cui continuiamo a investire e lavorare al fianco dei nostri fornitori, agricoltori e stakeholder. Coinvolgendo i giovani in questo progetto, gettiamo dunque le basi per un cambio di passo nel settore agroalimentare che possa contribuire a generare benefici per la comunità e il pianeta”.
“Essere scelti da Nestlè come partner scientifico della call per innovatori è il segno che, in quest’ultimo decennio, abbiamo seminato bene nella direzione della rigenerazione dei sistemi agroalimentari attraverso un certo tipo di innovazione vocata alla sostenibilità. Future Food Institute affronta questa nuova sfida con la consapevolezza che, per generare un impatto positivo sul Pianeta e progredire sull’agenda 2030, sia indispensabile saper costruire partnership inclusive, e mettere insieme i grandi player del sistema, con gli agricoltori, gli innovativi, le startup, i giovani, e tutti gli attori della filiera. E’ questo, per noi, il valore più importante della call per innovatori. Applicarne i risultati ad un prodotto iconico della dieta mediterranea rafforza ulteriormente il significato di questo sforzo collettivo, cruciale per l’Italia intera”, sottolinea Sara Roversi, presidente del Future Food Institute.
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Nestlè con Future Food Institute per un’agricoltura rigenerativa
Torna “Sempre aperti a donare”, pasti caldi a chi è in difficoltà
MILANO (ITALPRESS) – La vicinanza alle comunità è parte integrante della mission di McDonald’s e di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Perciò, anche quest’anno, torna “Sempre aperti a donare”, l’iniziativa di donazione di pasti caldi a sostegno dei più fragili, che riparte a dicembre e durerà fino a fine marzo 2022.
L’iniziativa si rinnova e rilancia l’obiettivo che quest’anno punta a raggiungere i 150mila pasti donati, in 150 comuni italiani. Un traguardo possibile grazie alla collaborazione con Banco Alimentare, partner operativo prezioso anche per l’individuazione delle associazioni locali a cui destinare le donazioni, con Comunità di Sant’Egidio, a cui McDonald’s e Fondazione si affiancano per il sostegno ai senza dimora, e con altri enti e associazioni caritative locali distribuiti sul territorio nazionale. Un gesto concreto che coinvolge in prima persona i team dei ristoranti che si occuperanno della preparazione dei pasti distribuiti agli enti benefici locali e a chi si trova in difficoltà e che ribadisce l’impegno continuativo di McDonald’s e di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald a supporto delle persone e dei territori in cui opera.
L’attività, proposta per la prima volta lo scorso anno, è nata infatti con l’obiettivo di dare conforto ai più bisognosi e sostenere le comunità locali in un momento di emergenza, come quello affrontato durante il lockdown a causa della pandemia. Grazie alla collaborazione con i franchisee McDonald’s e i team dei ristoranti, nel 2021 sono stati coinvolti 185 ristoranti in 120 diverse città italiane, per un totale di oltre 140mila pasti donati a più di 200 associazioni ed enti benefici locali.
“Siamo felici di rinnovare il nostro impegno nel progetto ‘Sempre aperti a donarè, l’iniziativa solidale che lo scorso anno ci ha permesso di aiutare migliaia di persone – dice Dario Baroni, amministratore delegato di McDonald’s Italia -. Un progetto nato per rispondere alle gravi difficoltà causate dalla pandemia e che oggi vogliamo continuare a portare avanti, consapevoli del fatto che certe emergenze non cessano mai di esistere e che tutti noi possiamo fare la differenza anche con piccoli gesti”.
“Da sempre l’obiettivo di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald è dare conforto e sostegno alle famiglie e alle persone che attraversano momenti difficili. Siamo per questo lieti di riproporre l’iniziativa Sempre aperti a donare, insieme a McDonald’s – sottolinea Nicola Antonacci, presidente di Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald -. Un’attività che lo scorso anno è stata in grado di generare una solida e fitta rete di solidarietà che ha visto coinvolti ristoranti, associazioni ed enti locali, tutti uniti con un unico scopo: aiutare chi è più fragile”.
“Ringraziamo McDonald’s per aver rinnovato questa importante iniziativa, – dichiara Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus -. Si tratta di una partnership molto preziosa che già l’anno scorso ci aveva permesso di distribuire, attraverso le strutture caritative convenzionate, pasti caldi per le persone in difficoltà. Siamo felici di poterla replicare quest’anno perchè il progetto Sempre aperti a donare è anche una bella dimostrazione di collaborazione tra vari attori della filiera alimentare, uniti da un comune intento solidale”.
“La pandemia ha acuito un disagio cronico e ampliato la forbice delle disuguaglianze. Questa stagione di emergenza non si è ancora conclusa ed è necessario affrontarla insieme. C’è bisogno di una grande mobilitazione, di azioni sinergiche di cittadini, aziende e istituzioni in favore di chi ha subito maggiormente le conseguenze economiche e sociali del Covid-19. Ringraziamo McDonald’s per il rinnovo di questa collaborazione che continuerà a sostenere chi è più in difficoltà”, commenta il portavoce della Comunità di Sant’Egidio Roberto Zuccolini.
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Agroalimentare, anche in pandemia settore chiave per economia
ROMA (ITALPRESS) – Il sistema agroalimentare si conferma, anche nell’anno della pandemia, settore chiave della nostra economia. La contrazione del valore della produzione della branca agricoltura, silvicoltura e pesca, pari al -2,5%, si è collocata ben al di sotto di quella dell’intero Pil, che ha vissuto la caduta più rilevante a partire dalla Seconda guerra mondiale (-8,9%). Il crollo della ristorazione fuori casa, solo in parte compensata dalla crescita del commercio (dettaglio e ingrosso) e dall’impennata delle vendite alimentari on line, si sono tradotti in una contrazione del fatturato (-4,8%), il cui valore ammonta ad oltre 512 miliardi di euro, con un peso sull’intero sistema economico pari al 17% del totale. E’ quanto emerge dai dati dell’Annuario dell’agricoltura italiana 2020 del Crea.
“L’Annuario fornisce una visione di insieme sulle caratteristiche e le dinamiche attuali del sistema agroalimentare nazionale, evidenziandone le linee evolutive. Si tratta di una serie storica unica, di un consistente patrimonio di conoscenze, di uno strumento prezioso e apprezzato, indispensabile per tutti coloro che sono interessati a saperne di più del nostro settore primario”, sottolinea il presidente del Crea Carlo Gaudio.
A trainare il settore ha contribuito anche il fatturato degli scambi con l’estero: nel 2020, infatti, si registra l’inversione di segno della bilancia commerciale agro-alimentare, il cui saldo, dopo il pareggio dell’anno precedente, per la prima volta presenta un valore positivo, pari a 2,6 miliardi, legato alla buona performance del Made in Italy (+2% di export). Indiscusso il contributo alla bioeconomia da parte dell’agricoltura e dell’industria alimentare, con un peso di oltre il 63% sul fatturato totale, stimato dal Crea in poco meno di 317 miliardi, che colloca l’Italia, insieme a Germania e Francia, in una posizione di leadership a livello europeo. Da segnalare, inoltre, l’incremento del suo peso sul totale dell’economia, salito al 10,2%, proprio grazie alla migliore tenuta mostrata dal primario e dall’industria alimentare, rispetto agli altri settori.
Sul fronte della produzione agricola, pari ad oltre 55,7 miliardi, si è registrata una diminuzione del suo valore (-2,4%) sebbene si presentino dinamiche diversificate. Le coltivazioni si rafforzano ulteriormente come la componente principale rappresentando il 53% del totale, mentre il comparto zootecnico si attesta al 29% del totale della produzione agricola nazionale, per la flessione dei prezzi delle carni, a seguito della diminuzione dei consumi. L’Italia continua a detenere all’interno dell’UE il primato dei prodotti di qualità certificata DOP/IGP (prodotti vitivinicoli, vegetali freschi e trasformati, formaggi e oli di oliva) cui si aggiungono i 5.333 prodotti agro-alimentari tradizionali, quei prodotti ottenuti con metodo tradizionale, dall’elevato valore gastronomico e culturale riconosciuti in ambito nazionale. Negativa, invece, la performance delle attività di diversificazione dell’agricoltura, componente assolutamente caratterizzante l’agricoltura italiana, con il loro peso complessivo sul valore della produzione che resta comunque elevato: pari al 20% del totale. In particolare, le attività secondarie registrano un calo del -21% circa, a causa della caduta verticale dei servizi legati alle attività agrituristiche, dovuta al lockdown. In calo anche il settore ittico nazionale con una contrazione sia delle attività di cattura (-26% dei quantitativi sbarcati e – 28% del loro valore), sia delle attività di allevamento (-9% della produzione della piscicoltura). Mentre si presenta in controtendenza il settore forestale (+1% della produzione) con l’aumento della superficie boscata (oltre il 36% del territorio nazionale, più di 11 milioni di ettari, di cui ben 3,5 milioni in aree protette) e l’elevata eterogeneità, che rendono l’Italia il primo Paese dell’UE in termini di diversità a livello di specie e di ecosistemi forestali. Si conferma rilevante la spesa pubblica per il settore agricolo: circa 11 miliardi nel 2020. Dall’UE proviene ben il 64% di questo sostegno, mentre, i fondi nazionali coprono appena il 16% e quelli regionali il restante 20%.
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Agricoltura, per la Uila grandi opportunità da cogliere
ROMA (ITALPRESS) – “Il gioco di squadra messo in campo, tra De Castro a Bruxelles e il ministro Patuanelli a Roma, consente all’agricoltura italiana di presentarsi alla vigilia del 2022 con grandi opportunità da cogliere. Apprezziamo quindi, senza riserve, il lavoro svolto che ha prodotto risultati straordinari per tutte le nostre aziende e per tutte le lavoratrici e i lavoratori della filiera: la condizionalità sociale introdotta nella Pac è una conquista che inseguivamo da 20 anni e che finalmente si è realizzata, mentre la normativa contro le pratiche commerciali sleali, in vigore dal 15 dicembre, consentirà alle aziende agricole di riequilibrare il proprio potere negoziale nei confronti dell’intera filiera”. Così il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza, a margine della presentazione del report 2021 della Commissione agricoltura del Parlamento europeo. “Sul fronte interno – aggiunge -, il bonus ai braccianti nei mesi difficili della pandemia ha permesso a molti lavoratori di recuperare il reddito perso mentre alcuni provvedimenti previsti nella Legge di stabilità, in approvazione, rispondono positivamente alle richieste che il sindacato chiedeva da anni, in particolare l’estensione della Cisoa agricola alla pesca e il riconoscimento della Naspi anche ai lavoratori di cooperative in legge 240. Rimane il rammarico dell’esclusione dei lavoratori dalla riforma del sistema di calamità naturali, tema sul quale continueremo a insistere”, conclude Mantegazza.
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Confagricoltura presenta HubFarm, piattaforma tecnologica e digitale
ROMA (ITALPRESS) – Confagricoltura, in occasione dell’assemblea generale, ha presentato “HubFarm” l’importante e ambizioso progetto che avrà l’obiettivo di accompagnare le imprese agricole nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica.
“L’agricoltura deve superare i gap che ancora fermano la crescita e la competitività – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Il nostro obiettivo è riposizionare le imprese agricole al centro del contesto economico nazionale, aggregandole in un’unica piattaforma con gli sviluppatori e con gli incubatori tecnologici, oltre che con il mondo della ricerca, con l’agroindustria più avanzata, con partner tecnologici, con player di altissimo livello”. Si pensa a Internet of Things (IoT), big data, innovazioni con una serie di elaborazioni e con servizi digitali ad alto valore aggiunto per le imprese agricole che ne usufruiranno ma, allo stesso tempo, che l’alimenteranno con i propri dati aziendali e territoriali. Ruolo fondamentale svolgeranno le strutture territoriali di Confagricoltura, garantendo il contatto diretto con le imprese agricole e fornendo il supporto necessario per l’accompagnamento e il trasferimento tecnologico e digitale. Il progetto sarà utile per semplificare i processi amministrativi, burocratici e di certificazione.
Le innovazioni e i dati informativi non saranno legati solamente alla produzione di beni alimentari, ma concorreranno ad innalzare il valore aggiunto, ad incentivare le filiere no-food ed in particolar modo quelle energetiche. Ciò permetterà, insieme alla transizione tecnologica e digitale, di avere anche una transizione ecologica reale. L’agricoltura dovrà fornire un supporto concreto nella produzione di energie sostenibili.
“Finora abbiamo parlato di ‘agricoltura 4.0’. Con orgoglio posso dire – ha osservato Giansanti – che stiamo lavorando per l’agricoltura 5.0, che supera i gap, che si proietta con determinazione nel futuro che va delineando la Commissione europea di una sostenibilità economica che dovrà coniugarsi a quella ambientale, per vincere la sfida di produrre di più a minor impatto ambientale. Il progetto – ha concluso – rappresenta una grande opportunità per il settore agricolo, una nuova alba che permetterà all’agricoltura italiana di collocarsi su livelli produttivi e tecnologici, ma anche ecologici, concorrenziali rispetto agli altri Paesi europei e non, rispondenti alle esigenze dell’Europa e dei cittadini”.
Silvia Candiani, Ad di Microsoft Italia, ha commentato: “Siamo orgogliosi di aver messo a disposizione del progetto HubFarm la nostra piattaforma cloud e le nostre competenze, facendo ecosistema con Confagricoltura e Reale Mutua, con l’obiettivo di innovare il settore agricolo italiano, renderlo competitivo sugli scenari globali e continuare sulla strada dell’eccellenza del nostro Made in Italy, in vista dei progetti di ammodernamento del settore previsti dal Pnrr”. Pr Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua, “l’innovazione e la digitalizzazione sono elementi fondamentali per Reale Mutua, che da 194 anni affonda profondamente le sue radici nel mondo agricolo. Abbiamo recentemente scelto di essere una società benefit con un forte modello di sostenibilità che ci guida, e per questo motivo, insieme a Confagricoltura e Microsoft, vogliamo comprendere ancora meglio l’ambito dei bisogni delle imprese agricole, motore dello sviluppo del nostro Paese, per accompagnarle nella transizione digitale e sostenibile, attraverso una piattaforma innovativa in grado di contribuire a migliorare la loro efficienza e garantire il rispetto per l’ambiente che coltiviamo”.
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Piemonte e Lombardia chiedono al governo interventi sul riso
TORINO (ITALPRESS) – “Il taglio previsto nella futura Pac, Politica agricola comune, di circa il 47% di contributi alla risicoltura va a penalizzare fortemente il comparto risicolo a livello nazionale e regionale. Il nostro comparto viene così fortemente colpito. L’Italia produce metà del riso europeo e il Piemonte produce oltre il 50% del riso italiano, collocandosi al primo posto tra le regioni. Subiamo inoltre la concorrenza del riso asiatico che arriva sui nostri scaffali senza sottostare alle clausole di salvaguardia e per questo come Piemonte chiederemo nuovamente di rinnovare i dazi a livello comunitario”. Così l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa in una nota. “Pertanto all’incontro con il ministro, il Piemonte insieme alla Lombardia ha proposto un ecoschema legato al riso, sostenuto anche dall’Ente Risi e ha chiesto un aumento dell’accoppiato riso. La proposta del ministro potrebbe quindi prevedere un aumento dello stanziamento sul sostegno accoppiato del riso che risponde in parte alle nostre richieste per recuperare le risorse perse” prosegue Protopapa.
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Agricoltura, da Edison e Cesab studio per sostenibilità e innovazione
ROMA (ITALPRESS) – La piana di Fondi, una delle aree d’Italia più a vocazione agricola, diventa un laboratorio sperimentale di sostenibilità. Il Cesab, centro di ricerche interuniversitario di scienze ambientali, e Edison hanno siglato un accordo per sviluppare nell’area in Provincia di Latina un percorso di studio sulla partecipazione delle imprese agricole alla riduzione delle emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra. L’obiettivo è creare sul territorio un “Modello Fondi” da replicare a livello nazionale per la realizzazione di un sistema virtuoso di valorizzazione delle risorse e di condivisione energetica al quale riconoscere apposita certificazione ambientale.
“Collaborare con il mondo della ricerca è di importanza strategica per lo sviluppo sostenibile del territorio – dichiara Marco Peruzzi, Executive Vice President Institutional Affairs, Regulation & Climate Change di Edison -. Per questo siamo molto lieti di lavorare insieme al Cesab, mettendo a disposizione del settore agricolo le nostre competenze nell’uso efficiente delle risorse. Significa confrontarsi con un tessuto imprenditoriale estremamente variegato, difficilmente riconducibile a schemi di efficientamento energetico già impostati. Una sfida resa possibile solo grazie alla collaborazione tra aziende e mondo della ricerca all’insegna dell’innovazione”.
“Agricoltura e allevamento emettono in atmosfera quasi il 30% dei gas a effetto serra a livello globale – spiega Massimo Quaglini, Amministratore Delegato di Edison Energia -. Ciò deriva soprattutto dalle emissioni dei combustibili per il riscaldamento delle stalle e delle serre. Una maggiore diffusione tra le aziende agricole di sistemi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con la sostituzione degli impianti termici a gasolio con pompe di calore alimentate da pannelli fotovoltaici comporterebbe un risparmio in termini di emissioni di CO2 pari almeno al 70%”.
L’accordo ha per oggetto la promozione di impianti di efficientamento energetico, in particolare la realizzazione e la certificazione di impianti fotovoltaici da installare sulle coperture dei manufatti agricoli, annessi alla produzione del consorzio agricolo di Fondi (magazzini, stalle, rimesse ecc.). L’area agricola di riferimento comprende una superficie complessiva di 500 ettari, con la presenza di circa 200 imprese raggruppate in tre Organizzazioni di Produttori.
Il progetto parte dal lavoro di studio che Cesab ha avviato tre anni fa con l’ambito di ricerca Bioagropro, che ha coinvolto la OP Cristoforo Colombo nel Comune di Monte San Biagio. Quell’esperienza, che ha visto avviare sul campo alcune iniziative innovative in ambito agricolo, ora cresce.
“L’ambito di ricerca Bioagropro era partito con un corso formativo sull’Agricoltura 4.0 e con la partecipazione di agronomi e agrotecnici di tutta Italia – ha spiegato Ercole Amato, Presidente del Cesab -. A Fondi avevamo applicato le sperimentazioni di sistemi innovativi che permettono di avere coltivazioni più sostenibili, grazie a sistemi integrati rispettosi dell’ambiente. Il mondo agricolo della piana di Fondi ha contribuito non poco a questa nostra attività di studio, e ha dato a noi l’opportunità di sviluppare modelli in grado di rendere più green il mondo agricolo grazie all’uso delle nuove tecnologie. I risultati di tali ricerche sono contenuti nel rapporto Agrireport 2020 pubblicato dal Cesab a maggio 2021. Oggi a Fondi si apre un laboratorio di sostenibilità per tutti coloro i quali operano in una zona dall’habitat unico e che la rende una delle realtà italiane più interessanti da un punto di vista dello sviluppo rurale”.
Grazie all’intesa tra Cesab ed Edison il percorso di ricerca, iniziato in campo per migliorare le coltivazioni, passerà attraverso il mondo dell’energia, con uno studio in grado di tradursi in soluzioni per una concreta transizione ecologica. Contestualmente a questo, partirà un percorso di formazione gratuito per il settore agronomico dedicato all’innovazione, al mondo energetico e alla certificazione delle imprese di qualità. “La piattaforma formativa sarà online e gratuita – prosegue Amato – porteremo l’esperienza fatta a Fondi al centro delle buone pratiche nazionali”.
Secondo uno studio realizzato dall’Università dell’Oregon e pubblicato sulla rivista scientifica Sustainability, lo sviluppo combinato di terreni sia per l’energia solare fotovoltaica sia per l’agricoltura, potrebbe fornire il 20% della produzione totale di elettricità. La stima dell’ateneo è stata fatta sulla base di una proiezione sul mercato statunitense. Ebbene, l’installazione su larga scala di sistemi agrivoltaici potrebbe portare a una riduzione annua di 330.000 tonnellate di emissioni di CO2 negli Usa, l’equivalente dei consumi annuali di 75.000 auto fuoristrada, e alla creazione di più di 100mila posti di lavoro nelle comunità rurali. “Queste proiezioni sono particolarmente rilevanti se declinate su un caso come quello italiano”, continua Ercole Amato.
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Agricoltura, Patuanelli “1,2 mld per i contratti di filiera”
ROMA (ITALPRESS) – “Per quanto riguarda i contratti di filiera abbiamo 1 miliardo e 200 milioni e venerdì abbiamo inviato in Conferenza Stato Regioni il regolamento per il quinto bando. Le sostanziali modifiche riguardano le eliminazioni del click day, ma soprattutto la dinamica di assegnazione delle risorse che prevede la nomina di una commissione ad hoc di valutazione dei progetti rispetto agli obiettivi che ci prefissiamo. Ci sono molte risorse per i prossimi anni”. Così il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli in audizione alle Commissioni riunite Agricoltura della Camera e Territorio del Senato in merito al percorso di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e alla definizione del Piano strategico nazionale (Psn) nell’ambito della nuova Politica agricola comune (Pac).
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