ROMA (ITALPRESS) – Nel 2021 aumentano gli iscritti (39.244) e note positive arrivano nell’accertamento e riscossione dei contributi e nella gestione finanziaria e immobiliare. E’ quanto emerge dalla Relazione Annuale ENPAIA 2021.
Il 2020 si è chiuso con la migliore performance degli ultimi anni: 38.698 lavoratori iscritti (+1% rispetto al 2019), impiegati presso 8.626 aziende (+1,6%). Il 53% sono di genere maschile, il 47% femminile, a dimostrazione del consolidamento della riduzione del gender gap, con le donne che rappresentano la maggioranza degli iscritti nelle classi di età fino a 50 anni. L’Emilia-Romagna, in particolare, si conferma la Regione con più adesioni attive, oltre 6.000, seguita da Veneto, Toscana e Lombardia.
Nel 2020 la Fondazione ha erogato prestazioni agli iscritti per 146.684.027 euro, in aumento del 4% rispetto al 2019. L’esercizio si è chiuso con un avanzo economico di oltre 17 milioni di euro (+18% rispetto al 2019), dovuto in prevalenza alla migliore performance della gestione finanziaria, che ha registrato un +3,7%, in progresso di un punto percentuale rispetto al 2019.
Nel complesso il patrimonio di ENPAIA, a valori di mercato, si è assestato a 2.268.381.698 euro; la redditività è stata pari a +2,8%, in crescita rispetto al 2019 quando era stata pari a 2,1%.
Il 2021 si sta rivelando un anno significativo per la Fondazione: aumentano gli iscritti (39.244, +0,2% rispetto al 2020) e note positive arrivano nell’accertamento e riscossione dei contributi e nella gestione finanziaria e immobiliare. In particolare, è stata perfezionata la negoziazione per l’acquisto della Torre PwC a Milano, con il conseguimento di un rendimento netto del 4,8%. La redditività attesa dalla gestione immobiliare per il 2021 è pari a 5,93%, in netto miglioramento rispetto all’1,65% del 2020.
La Fondazione si è impegnata, e continuerà a farlo in futuro, a supportare le aziende e gli iscritti nella gestione della crisi. Ha infatti sospeso il versamento dei contributi per il periodo dall’8 marzo al 30 settembre 2020, con la possibilità per le aziende di rateizzare i versamenti sospesi a partire da ottobre in 5 rate mensili. Anche l’investimento di parte degli attivi in attività mission related, deliberato nei mesi scorsi e in fase di attuazione, assume una nuova caratterizzazione alla luce della pandemia ed ENPAIA è comunque pronta a valutare l’adozione di ulteriori misure a sostegno del settore.
Dalla Relazione Annuale 2021 emerge ‘la necessità che le autorità politiche e di governo operino per incentivare ulteriormente la mobilitazione delle risorse dei soggetti privati per la ripresa economica – sottolinea ENPAIA -. Perdurano, infatti, le storture che appesantiscono il regime fiscale degli Enti di previdenza privati rispetto a quanto previsto per i Fondi pensione di cui al D. Lgs. 252/2005. Anche se in entrambi i casi si tratta di strumenti ideati per l’accumulazione previdenziale, la fiscalità di vantaggio applicata ai Fondi pensione è più favorevole rispetto a quella prevista per gli Enti di previdenza privatì.
La distorsione riguarda sia l’aliquota applicata per la tassazione dei rendimenti derivanti da investimenti diversi dai titoli di Stato (26% per le Casse di previdenza rispetto al 20% applicato agli schemi di secondo pilastro), sia le modalità d’imposizione fiscale delle prestazioni pensionistiche (al netto dei rendimenti conseguiti per i Fondi pensione, al lordo dei rendimenti per le Casse di previdenza). In questo modo, la redditività realizzata dagli Enti di previdenza privati è soggetta ad una duplice tassazione. Il legislatore dovrebbe farsi carico di questa ingiusta penalizzazione e rimuoverla quanto prima.
Altro tema da affrontare è quello della revisione dell’assetto di vigilanza a cui è sottoposta la Fondazione ENPAIA, al pari degli Enti di cui ai D. Lgs. 509/1994 e al D. Lgs 103/1996. I soggetti in questione soggiacciono ad un sistema di vigilanza complesso e articolato e una sua revisione legislativa potrebbe portare a una più efficace attività di controllo, tesa, in un’ottica risk based, alla prevenzione di scelte non coerenti con le finalità istituzionali degli Enti piuttosto che alle sanzioni ex post, che non riducono di fatto gli effetti negativi di tali scelte.
Nella Relazione Annuale 2021 si sottolinea il ruolo prezioso dei soggetti privati che, insieme allo Stato, hanno permesso un livello di welfare decisivo nella protezione dai rischi sociali dovuti all’emergenza sanitaria. Al riguardo, la seconda edizione dell’Osservatorio del mondo agricolo ENPAIA-Censis ha messo in risalto come gli italiani sono sempre più convinti che in futuro la copertura dei bisogni sociali sarà assicurata da un mix di soggetti, costituito da Stato, no profit e privato. Accanto all’operatore pubblico occorre coinvolgere altri due canali di finanziamento: il risparmio delle famiglie e le risorse degli investitori istituzionali, che, nel periodo pre-pandemico, tra Casse privatizzate, fondi pensione e della sanità integrativa nel 2019 disponevano di un patrimonio di 280 miliardi di euro, a cui aggiungere 66 miliardi relativi al welfare privato e 591 miliardi alle compagnie assicurative.
Investimenti, sostenibilità e welfare sono i tre pilastri ai quali è ancorata l’azione della Fondazione ENPAIA, orientata nella consapevolezza delle ricadute positive per i suoi stakeholders in termini di redditività degli investimenti e di uscita dalla recessione delle imprese del comparto agricolo, dei territori e delle comunità in cui sono inserite.
(ITALPRESS) – (SEGUE).
“Le Casse di previdenza rappresentano uno dei pilastri della società e del sistema economico italiani. Dalla Relazione emerge che la Fondazione ENPAIA è una ‘comunità’ virtuosa, che conferma anche nel 2021 una dinamica ascendente sia per quanto riguarda gli iscritti, sia per le prestazioni erogate. Anche per questa ragione gli Enti previdenziali possono contribuire alla ripartenza del nostro Paese con investimenti in economia reale, in una fase in cui è fondamentale mettere in movimento risorse per il futuro”, spiega Federico Freni, sottosegretario all’Economia e Finanze.
“La Fondazione ENPAIA è una realtà di mutualità sociale che nei periodi più duri della pandemia ha sostenuto i propri iscritti con provvedimenti di sostegno al reddito anteponendo al dato finanziario, quello sociale e solidale”, è quanto dichiara Francesco Battistoni, sottosegretario alle Politiche Agricole e Forestali.
“Dalla Relazione emerge come l’agricoltura e tutto l’indotto abbiano rappresentato e rappresentino un comparto strategico sul quale investire fortemente. In questi anni il settore ha mostrato il suo lato più resiliente e solidale sostenendo il Paese e i cittadini, e proprio per questo nella Legge di Bilancio come Mipaaf, abbiamo previsto di destinare 1 miliardo in più a tutta la filiera – prosegue -. Abbiamo pensato a misure innovative di sostegno come il Fondo di Mutualità Nazionale a copertura dei rischi catastrofali o le Assicurazioni agevolate. Misure di visione, che hanno la volontà di programmare e di sostenere l’agricoltura nei prossimi anni camminando nel solco dei presupposti del Green Deal, della strategia Farm to Fork e dell’Agenda 2030 dell’Onu”.
Secondo Tommaso Nannicini, presidente Commissione Parlamentare di Controllo sugli Enti di Previdenza, “la Relazione è indicatore della direzione che il nostro sistema economico e previdenziale ha intrapreso, anche a causa della pandemia. Emerge che dalla crescita del PIL dipende la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale obbligatorio e la possibilità degli occupati di accedere alla previdenza complementare e facoltativa che consente di integrare la pensione obbligatoria con versamenti volontari. La legge di bilancio è la prima risposta che la classe politica deve dare al Paese: la revisione dell’IRPEF, la riduzione del cuneo fiscale e le scelte in materia pensionistica sono il primo tassello di un percorso che deve avere come stella polare la crescita del PIL”.
“Nonostante le difficoltà sanitarie, sociali ed economiche dovute alla pandemia, la Fondazione è riuscita a perseguire la sua missione istituzionale. A dicembre 2020 – spiega Giorgio Piazza, presidente di ENPAIA – risultavano iscritti alla Fondazione 38.698 lavoratori (+1% rispetto al 2019) impiegati presso 8.626 aziende (+1,6%). Nel corso del 2020 la Fondazione ha erogato prestazioni agli iscritti per 146.684.027 euro, in aumento del 4% rispetto al 2019. L’esercizio si è chiuso con un avanzo economico di oltre 17 milioni di euro (+18% rispetto al 2019)”. Per quanto riguarda la gestione finanziaria, sono stati prodotti risultati rimarchevoli: “il rendimento della gestione mobiliare è stato pari a +3,7%, migliore rispetto al 2019 quando la redditività si fermò a +2,7%”.
Per Roberto Diacetti, direttore generale di ENPAIA, “la Fondazione ENPAIA presenta risultati che evidenziano stabilità economica e trend in crescita. Aumentano le aziende e gli iscritti attivi. La gestione finanziaria, che ha segnato nel 2020 un rendimento del 3,6 %, si attesterà nel 2021 al 4,3%, dato che colloca ENPAIA tra le Casse Previdenziali con le migliori performance. La gestione immobiliare è al centro di un complesso programma di turnaround caratterizzato da dismissioni di asset non strategici e acquisizione di immobili di prestigio: si pensi al nostro recente acquisto del 50% della Torre PWC a Milano Citylife”.
Per Alberto Oliveti, Presidente di ADEPP, ‘il mondo che rappresentiamo è complesso considerate le prestazioni erogate pari a 10 miliardi nel 2020 con un portafoglio pari a 100 miliardi derivanti dai contributi degli iscritti. Le casse stanno rispondendo alla sfida della ripresa all’insegna della sostenibilità, tuttavia si pone il problema della eccessiva fiscalità sui rendimenti, la più condizionante ed eccessiva del panorama europeo. Il sistema ha tenuto nonostante la crisi ma occorrono investimenti in ricerca e competenza. Crediamo che per attrarre i giovani serva una visione transnazionale e olistica con un approccio alle diverse peculiarità delle professionì.
Secondo Davide Granieri, vice presidente nazionale Coldiretti, ‘la Fondazione ENPAIA ha mostrato grande capacità e flessibilità riuscendo a compiere scelte che hanno portato a risultati positivi rispetto al momento altamente difficile. Il grande lavoro di sintesi e condivisione ha fatto sì che la Fondazione possa essere strumento utile alla crescita del settore. In tal senso il ruolo svolto da ENPAIA è difficile ma al tempo stesso insostituibilè.
‘Siamo molto soddisfatti dei numeri presentati nel loro complesso. E’ significativo il fatto che il bilancio di ENPAIA del 2020 sia il migliore di sempre nonostante la pandemia – afferma Stefano Mantegazza, segretario generale UILA -. In tal senso, ENPAIA rappresenta la resilienza del settore agricolo che in questi momenti difficili ha continuato a fornire prodotti di qualità. Considero il 2022 un anno straordinario dato che il nostro Paese e l’Europa hanno di fronte sfide importanti. Pertanto, occorre rafforzare e valorizzare il ruolo delle Casse, posto che hanno le capacità e potenzialità per rivolgersi a tutto il settore agricolò.
‘Il dato che emerge dalla Relazione ENPAIA 2021 relativo agli iscritti in crescita è particolarmente significativo. Sarebbe necessaria una modifica del quadro normativo che consenta a ENPAIA di garantire prestazioni previdenziali integrative per tutti i lavoratori agricolì, spiega Sandro Gambuzza, vice presidente Confagricoltura.
(ITALPRESS).
Enpaia, aumentano gli iscritti e le prestazioni erogate
Agroalimentare, da Giorgetti investimenti per 85 mln in Campania
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro Giancarlo Giorgetti ha autorizzato nuovi accordi di sviluppo industriale nel settore agroalimentare in Campania per oltre 85 milioni di euro, che puntano a favorire la competitività sui mercati, nazionale e internazionale, delle imprese ‘La Regina di San Marzanò, la ‘San Giorgiò, la ‘Sorrento Saporì e ‘Tradizionì.
Gli accordi puntano a sostenere l’incremento della produttività e dell’occupazione degli stabilimenti presenti sul territorio della provincia di Salerno, attraverso investimenti in tecnologie innovative e ambientalmente sostenibili per realizzare prodotti di alta qualità: dalle conserve di pomodoro ai prodotti da forno sia dolce che salato.
Il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione agevolazioni pari a 36 milioni di euro per la realizzazione di questi progetti industriali. Gli investimenti consentiranno alle imprese di assumere complessivamente 85 nuovi lavoratori.
“Quello che ha reso unica in tutto il mondo la qualità dei prodotti della filiera alimentare made in Italy è il legame tra l’innovazione, il rispetto delle tradizioni e l’utilizzo di materie prime d’eccellenza che sono il frutto del lavoro svolto con passione e competenza sul territorio da tanti imprenditori e lavoratori”, dichiara il ministro Giorgetti. “Il Mise – aggiunge – sostiene l’industria agroalimentare italiana, agevolando gli investimenti in macchinari innovativi perchè, nonostante sia stato il settore che maggiormente ha resisto durante la pandemia, sta attraversando importanti cambiamenti nei processi tecnologici e di sostenibilità ambientale”.
In particolare, i due accordi di sviluppo autorizzati da Giorgetti riguardano: L’azienda ‘La Regina di San Marzanò che punta ad aumentare la competitività nel settore della lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi, in particolare nella produzione di conserve di pomodoro. L’obiettivo è di rafforzare la sua attività di distribuzione sui mercati del Nord America, anche attraverso un ampliamento e diversificazione di prodotti. Gli investimenti ammontano a circa 24 milioni di euro, a sostegno dei quali il Mise mette a disposizione circa 12 milioni di euro. E’ previsto un incremento occupazionale per l’azienda di 40 lavoratori; La rete d’imprese ‘San Giorgiò, ‘Sorrento Saporì e ‘Tradizionì, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, promuove il progetto “Dolce&Salato” che ha l’obiettivo di portare sul mercato un prodotto gastronomico di qualità nell’ambito del segmento da forno. Un prodotto che punta a un’alimentazione nutrizionale corretta, combinando la tradizione e la cultura gastronomica partenopea e mediterranea in chiave innovativa attraverso l’attività di ricerca. Gli investimenti programmati ammontano a 61,4 milioni di euro, a sostegno dei quali il Mise mette a disposizione 23,6 milioni di euro. E’ previsto un incremento occupazionale per le tre aziende di 45 lavoratori.
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Confagricoltura “Prorogare il Dl Liquidità a tutto il 2022”
ROMA (ITALPRESS) – L’aumento dei prezzi delle materie prime e del costo delle bollette energetiche si sta abbattendo sulla capacità produttiva delle imprese agricole italiane. Ad aggravare la situazione si aggiunge la scadenza, fissata al 31 dicembre, delle moratorie di legge per le aziende messe in crisi dall’emergenza sanitaria. Le risorse previste dal Pnrr alimentano l’ottimismo per il 2022, ma Confagricoltura ricorda l’importanza di assicurare la continuità delle misure già in corso.
“In questi giorni di discussione sulle modifiche alla legge di Bilancio si fa ancora più impellente la necessità di estendere la proroga del decreto Liquidità, attualmente fissata a giugno 2022, a tutto il prossimo anno. Inoltre, è necessario che lo Stato faccia da garante nella rinegoziazione dei debiti delle imprese – sottolinea Confagricoltura -. La rinegoziazione deve avere come obiettivo l’allungamento dei finanziamenti per consentire alle imprese agricole il tempo necessario per far fronte ai propri impegni. Solo in questo modo sarà possibile sostenere il processo di riequilibrio finanziario in corso nel settore e la predisposizione agli investimenti. Si tratta di interventi necessari per un comparto in cui sono presenti molte aziende ancora poco strutturate nella gestione finanziaria e con conseguenti difficoltà di accesso al credito”.
Confagricoltura giudica negativamente la previsione in Bilancio del pagamento, a partire dal 1° aprile, di una commissione per il rilascio delle garanzie pubbliche sui prestiti: “è importante assicurarne la gratuità, anche in vista della scadenza delle moratorie. Positivo è il rifinanziamento delle risorse all’agricoltura gestite da Ismea, e del Fondo Pmi, affidato a Mediocredito Centrale: è una decisione utile per la liquidità e per lo sviluppo di iniziative imprenditoriali, anche femminili. Confagricoltura auspica che si proceda con una maggiore dotazione anche per le altre misure di agevolazione dell’accesso al credito”.
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Firmato un accordo tra Regione Marche e Unione Cuochi
ANCONA (ITALPRESS) – Un patto tra la Regione Marche e l’Unione Regionale Cuochi di reciproca collaborazione per diffondere la tradizione enogastronomica regionale, valorizzando, in particolare, le tipicità alimentari locali e promuovendo il binomio prodotto/territorio attraverso la partecipazione ad eventi e manifestazioni in Italia e all’estero. Ieri pomeriggio nella sede di Palazzo Raffaello ad Ancona il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il presidente dell’Unione Cuochi Regionali Luca Santini hanno firmato al tal proposito un Protocollo d’Intesa. Presente anche l’assessore alla Salute Filippo Saltamartini.
“La vostra passione – ha detto Acquaroli rivolgendosi ai cuochi presenti in platea – rappresenta una eccellenza del nostro territorio e di questo vi ringraziamo. Non è una frase fatta, ma un dato oggettivo dimostrato dalle iniziative che portate avanti. Si incontrano due intenzioni comuni. Le Marche unica regione al plurale, possiedono tante belle diversità che si ritrovano anche nella gastronomia. Queste differenze sono indice anche di una qualità assoluta che può portarci a primeggiare insieme come un territorio unico fatto di borghi, valli, paesaggi, storia e cultura. La capacità di lavorare uniti è una ricetta straordinaria per promuovere quello che siamo. Il fattore di rilancio più importante è la valorizzazione dei territori cogliendo tutte le peculiarità, dalle bellezze alle manifatture, senza dimenticare che nell’arco di una giornata ci sono due esigenze fondamentali per tutti: mangiare e bere. Anche in questi due settori possiamo fare la differenza: è di pochi giorni fa per esempio il riconoscimento al Verdicchio come vino bianco migliore del mondo da parte di una rivista americana per non parlare dei nostri cuochi pluripremiati nel mondo. Abbiamo una grande tradizione che, lavorando in squadra, dobbiamo cercare di coniugare, esaltare e vendere al meglio per quello che valiamo veramente”.
“L’auspicio di questo gruppo di più di 500 amici, oltre che colleghi – ha sottolineato Santini – è quello di fare insieme un percorso che ci porti a promuovere le nostre straordinarie eccellenze. Abbiamo tanti progetti in cantiere che vorremmo condividere e altri da ideare in base alle nostre rispettive competenze e vocazioni”.
Con la firma del Protocollo per 5 anni le parti si impegnano a:
sviluppare attività inerenti la valorizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari marchigiani e la diffusione delle conoscenze sulle caratteristiche dei prodotti della filiera identitaria del territorio attraverso la promozione di tutte le iniziative che contribuiscano alla loro conoscenza e alla loro diffusione; all’interno delle scuole di tutta la regione, promuovere la cultura di una corretta alimentazione attraverso la valorizzazione dei prodotti del nostro territorio; sviluppare iniziative che promuovano le esperienze maturate nelle Marche nella valorizzazione e nell’uso delle produzioni agricole locali attraverso l’esaltazione delle loro caratteristiche mediante eventi di carattere gastronomico; approfondire le conoscenze tecniche nell’uso dei prodotti agricoli, ittici e agroalimentari tipici, tradizionali e di qualità marchigiani, attraverso, ricerche, studi, pubblicazioni, dibattiti e convegni su temi di generale interesse del settore, coinvolgendo a tal fine l’attenzione degli organi di formazione, informazione e cultura;
collaborare nei tavoli di lavoro di programmazione per le attività di cui al presente protocollo.
L’Unione Regionale Cuochi delle Marche (parte integrante della Federazione Italiana Cuochi) ha riconoscimento giuridico dal 2001 ed è unica rappresentante per l’Italia nella WACS Società mondiale dei cuochi. La Federazione Italiana Cuochi comprende 20 unioni regionali, 96 Associazioni provinciali e 14 Delegazioni estere.
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Sorgesana acqua ufficiale della maratona Sorrento-Positano 2021
PRATELLA (CASERTA) (ITALPRESS) – Acqua Sorgesana, brand del Gruppo SGAM, è l’acqua ufficiale della Maratona Sorrento-Positano che si svolgerà il 4 e 5 Dicembre.
“La presenza di Sorgesana vuole essere un segnale forte e preciso di quanto il Gruppo SGAM tenga al territorio e in particolar modo allo sport e alle manifestazioni sportive che, come questa, coniugano perfettamente la tradizione culturale di uno sport dalla storia millenaria con l’amore per la natura: uno scenario stupendo per due meravigliose gare”, si legge in una nota.
Saranno disponibili due percorsi per permettere ad agonisti e appassionati di vivere un’esperienza unica in uno dei panorami più suggestivi al mondo. Sorrento, Sant’Agnello, Massa Lubrense, Sant’Agata sui due Golfi e Positano faranno da
sfondo alla gara podistica e ci si immergerà in un’atmosfera unica. La Maratona si snoderà, infatti, su un percorso che attraversa le bellezze e i luoghi incantevoli della costiera sorrentina, coinvolgendo circa 2.000 partecipanti.
Acqua Sorgesana sarà presente in tutti i punti ristoro del tracciato, dalla partenza all’arrivo, per idratare tutti i partecipanti.
Sorgesana è un’acqua oligominerale naturale che, grazie alla sua leggerezza, è particolarmente indicata per chi pratica attività sportive e per il consumo quotidiano.
“Da sempre vicini allo sport abbiamo deciso di sostenere la maratona Sorrento-Positano” afferma Gabriella Cuzzone, direttore Marketing del Gruppo SGAM, non solo perchè consapevoli della valenza sociale dello sport in generale e in particolare delle maratone, che ancora oggi sono in grado di attirare migliaia di
appassionati, ma anche per essere vicini ad una manifestazione che attraverso il gesto atletico, riesce a valorizzare la splendida cornice della Sorrento-Positano, con le sue straordinarie bellezze naturali, scenario unico per questo tipo di competizione”.
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Food&beverage, il business del futuro è snello e agile
MILANO (ITALPRESS) – Università della Birra, l’innovativo hub di formazione professionale promosso da Heineken Italia, e LIUC Business School attiva presso la Liuc – Università Cattaneo, hanno voluto dedicare un approfondimento nell’incontro “Snelli e agili: le due vie per rilanciare il business”, quarto appuntamento con “Evoluzione del Food & Beverage in Italia”, il ciclo di workshop formativi per discutere, condividere le best practice e interrogarsi sul futuro del settore. L’incontro si è focalizzato sul lean management, l’approccio che prevede una sistematica revisione dei processi basata su un’attenzione minuziosa agli sprechi e agli elementi di variabilità che causano instabilità e incertezza nello svolgimento delle attività. L’individuazione e l’eliminazione di tali inefficienze, infatti, consente alle aziende di ottenere notevoli benefici sulle prestazioni operative, con ricadute positive sulla competitività e sul livello di soddisfazione dei clienti. In questo senso, un fattore cruciale è rappresentato dal capitale umano. Il processo di trasformazione verso l’eccellenza non può infatti prescindere dal contributo delle persone, a qualsiasi livello dell’organizzazione siano coinvolte, perchè per dare vita a business “snelli e agili”, si deve pensare e quindi agire in modo snello e agile. Un grande impulso al rilancio della propria attività può arrivare poi dalle nuove tecnologie. Automazione e digitalizzazione possono infatti contribuire notevolmente a ridurre complicazioni, rallentamenti e confusione. Ma solo a condizione che gli elementi di inefficienza siano già stati individuati ed eliminati. “Liberarsi delle inefficienze è il primo passo verso la creazione di un business solido, capace di affrontare le criticità e i cambiamenti del mercato e di cogliere le opportunità di crescita – ha commentato Massimo Furlan, direttore dell’Università della Birra. E l’obiettivo di questo ciclo di incontri è proprio quello di fornire ai professionisti del fuoricasa tutti gli strumenti che facilitino il loro lavoro, aiutandoli a riconoscere le problematiche, individuare i margini di miglioramento e trovare possibili soluzioni da adottare. Ancora una volta ringrazio LIUC Business School per il suo prezioso contributo, ma soprattutto per aver voluto condividere la mission di Università della Birra di generare cultura, valore e opportunità di business per tutta la filiera attraverso la condivisione di saperi e contenuti e il confronto diretto con i professionisti del settore”.
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Agricoltura, giovani in prima linea per la sostenibilità
ROMA (ITALPRESS) – “Spesso è difficile trovare occasioni di confronto con giovani della mia età su temi come quello dell’agricoltura. Per questo ho deciso di candidarmi allo Youth Ag Summit. Sono stata selezionata e ne sono estremamente felice perchè ho trovato quello che cercavo: un’occasione di confronto con giovani di tutto il mondo sui temi di mio interesse, ovvero l’agricoltura e la sostenibilità nel settore. E’ una ricchezza inestimabile”. Lo ha detto all’Italpress Anita Giabardo, delegata italiana alla quinta edizione dello Youth Ag Summit (YAS), conferenza globale organizzata da Bayer, nell’ambito della quale giovani leader creano una collaborazione finalizzata allo sviluppo di soluzioni sostenibili per la sicurezza alimentare e l’agricoltura globale.
“Abbiamo un’occasione senza precedenti: poter condividere le nostre idee in tempo reale con un numero indefinito di persone, poter interagire in mille modi diversi e attraverso piattaforme diverse. Le opportunità per fare qualcosa di incisivo si moltiplicano e lo Yas è un esempio di questo”, ha aggiunto. Al Summit di quest’anno il direttore generale della Fao ha chiesto ai giovani massimo impegno. “Il direttore generale della Fao – ha ricordato la delegata italiana – ha detto che ha fiducia in noi e questa è davvero una grande iniezione di fiducia”.
“Lo Yas – ha spiegato Giabardo – non si ferma dopo le due giornate di conferenze ma va avanti attraverso i meeting settimanali e la Yas University. Quest’anno, a causa dell’impossibilità di incontrarsi fisicamente, si è voluto sfruttare la possibilità offerta dai mezzi di comunicazione digitali e prolungare questa esperienza, rendendola anche più arricchente ed efficace”.
Il tema del summit è “Feeding a hungry planet”. Ai cento delegati selezionati e provenienti da tutto il mondo è stato chiesto di proporre soluzioni basandosi sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. “Durante la mia laurea triennale – ha evidenziato – ho studiato viticoltura ed enologia. La mia passione è stata la protezione delle colture e mi sono appassionata a un approccio che tiene in considerazione tutti gli aspetti della sostenibilità, da quella economica a quella ambientale. Partendo da questa mia passione – ha continuato presentando il suo progetto – ho pensato che ci fosse la necessità di creare un momento di incontro tra studenti e operatori del mondo del lavoro”. L’obiettivo è offrire agli studenti “un’occasione per mettere in pratica quanto studiato” e ai professionisti la possibilità di “attingere direttamente dalla ricerca le strategie più efficaci ed efficienti per proteggere le colture”. “Questo momento d’incontro – ha aggiunto – è ancora in fase di elaborazione”.
Il percorso non è ancora terminato ma ci sono già importanti aspetti di questa esperienza da portare a casa, come i “contatti di giovani come me provenienti da ogni parte del mondo” ma anche altri “contatti professionali”, ha spiegato.
Anita Giabardo è nata nel 1997 ed è originaria di Pravisdomini, in provincia di Pordenone. Laureata in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche all’Università di Padova, ora si trova ad Athens, in Georgia (Stati Uniti), in quanto specializzanda in Crop and Soil Sciences alla University of Georgia. Resta, però, il legame con il territorio d’origine e anche l’idea di dare un contributo al suo sviluppo. “Sono sempre stata molto coinvolta a livello associativo in realtà che si occupano di valorizzazione del territorio. Coltivo ancora questo legame”, ha spiegato. Di fronte alle possibilità che si aprono anche all’estero, però, occorre “capire bene” cosa fare in futuro. In ogni caso, “credo che sia importante dare qualcosa indietro – ha affermato – perchè sento di aver ricevuto tantissimo dall’area da cui provengo”.
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Per export distretti italiani crescita sostenuta
MILANO (ITALPRESS) – Le esportazioni dei distretti agro-alimentari italiani procedono a un ritmo di crescita sostenuto e sfiorano i 5,6 miliardi nel secondo trimestre del 2021, con una crescita tendenziale del 20,9% rispetto al secondo trimestre del 2020 (+20,4% rispetto al secondo trimestre del 2019). E’ quanto emerge dal monitor sui distretti agro-alimentari a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Al traino della crescita globale, nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni dei distretti agro-alimentari superano il traguardo dei 10,8 miliardi, realizzando il miglior risultato semestrale di sempre (+10,9% tendenziale, +14,9% rispetto al periodo gennaio-giugno del 2019). La filiera dei distretti del vino, prima per valori esportati, dopo un 2020 chiuso in lieve regresso (-2,1%) registra una notevole accelerazione nel primo semestre del 2021 con un +15,5% rispetto al primo semestre del 2020 (+10,8% rispetto allo stesso periodo del 2019) grazie alla progressiva riapertura del canale Ho.re.ca e alla diversificazione dei canali distributivi. Prosegue sul sentiero di crescita del 2020 la filiera della pasta e dolci che, con quasi 1,6 miliardi di esportazioni nel primo semestre del 2021, segna un progresso del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2020 (+19,7% rispetto ai primi sei mesi del 2019). Rallenta invece nel primo semestre del 2021 la filiera delle conserve (-5,8% tendenziale) a causa del confronto con un 2020 da record (+10,1%): i flussi di esportazioni si posizionano comunque ben al sopra dei livelli pre-pandemia (+5,4% rispetto al primo semestre del 2019). Buona ripartenza per la filiera delle carni e salumi (+16,9% tendenziale) dopo un 2020 chiuso in sostanziale parità (-0,3%). La filiera del lattiero-caseario si lascia alle spalle la dinamica negativa del 2020: il risultato nel primo semestre del 2021 è +18,8% tendenziale, in recupero rispetto al -2,2% registrato nel 2020. Ottima performance per la filiera del caffè: +12,1% nel primo semestre del 2021, che si traduce in un +19,5% rispetto al primo semestre del 2019. Buoni risultati anche per i distretti della filiera dell’olio: +2% tendenziale nel primo semestre del 2021 e +10,6% rispetto allo stesso periodo del 2019.
La filiera del riso registra un parziale arretramento nella prima metà del 2021 (-10,3%) dopo il risultato positivo del 2020 (+12,3%) e si posiziona comunque su livelli superiori rispetto al pre-pandemia (+3,2% nel confronto con i primi sei mesi del 2019). Unico comparto che non recupera i livelli pre-crisi è quello dell’ittico: nonostante il progresso del 20,7% nel primo semestre del 2021, registra una contrazione del 9% rispetto ai livelli del primo semestre del 2019. Infine, per quanto riguarda i paesi di destinazione dell’export dei distretti agro- alimentari italiani, nel primo semestre 2021 si registrano risultati positivi verso tutti i principali partner commerciali: in primis Germania (+7,6%), Stati Uniti (+17,2%) e Francia (+11%). In calo i flussi verso il Regno Unito (-11,7%), che dal primo gennaio 2021 non è più parte del territorio doganale e fiscale dell’Unione Europea.
(ITALPRESS).









