Agroalimentare

Agronetwork, promuovere la competitività delle imprese agroalimentari

ROMA (ITALPRESS) – Il dialogo tra agricoltura e industria, protagonisti nello scenario della sostenibilità ambientale, è fondamentale per l’evoluzione del sistema agroalimentare sempre più orientato verso i temi del cibo sano e sostenibile, della nutrizione, della longevità e della salute dei consumatori, con i quali è necessario confrontarsi attraverso un approccio scientifico. E’ proprio nelle difficoltà di questo particolare periodo storico che il ruolo di Agronetwork assume maggiore importanza. L’associazione di promozione dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università Luiss-Guido Carli, ha tenuto oggi il suo primo Comitato di Presidenza sotto la guida di Sara Farnetti, neoeletta presidente. Secondo Agronetwork occorre promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e, più in generale, del patrimonio agroalimentare italiano, come identitaria del Paese. “Possiamo riuscirci attraverso una strategia ancora rivolta al territorio, alle imprese agro-alimentari, maggiormente orientata al servizio, capace di cogliere i fabbisogni progettuali, di dialogo industria/agricoltura, di ricerca e innovazione”, ha detto Farnetti. “La nuova Presidenza, anche a seguito di una riflessione sui temi di maggiore attualità da parte del Comitato, vedrà tre grandi direttrici sulle quali si impegnerà in modo particolare: la sostenibilità, l’efficienza, la circolarità delle filiere agroalimentari e il recupero e la valorizzazione dei sottoprodotti in ciascuna fase produttiva e di servizio lungo la catena alimentare fino al consumatore finale. L’impegno funzionale e nutraceutico degli alimenti e delle ricette delle nostre tradizioni gastronomiche, con attenzione alla composizione delle diete e al loro bilanciamento in un’ottica di personalizzazione. L’urgente infrastrutturazione e modernizzazione del nostro Paese, soprattutto delle aree interne, grazie anche alle risorse comunitarie, dal digitale alla ricerca genomica, dall’agricoltura di precisione alla gestione dei big data, dalla logistica alla interportualità”, ha aggiunto.
“Queste progettualità vedranno una fortissima integrazione delle energie imprenditoriali agricole ed industriali, oltre che delle diverse competenze tecnologiche e discipline scientifiche presenti nel nostro Paese a livello di eccellenza”, ha osservato Farnetti, che ha inoltre sottolineato come essere sostenibili per l’ambiente di tutti “presuppone scelte sostenibili per la salute del singolo. Se adottiamo uno strumento di vita ed una dieta funzionale alla salire, siamo sostenibili anche per l’ambiente”. Il modello mediterraneo, personalizzato nelle quantità e nella combinazione degli alimenti, sposa perfettamente il concetto della sostenibilità ambientale e si contraddistingue per il suo equilibrio nutrizionale. E se i benefici per la salute di un’alimentazione basata sul modello mediterraneo risultano ormai noti, quelli legati all’ambiente rappresentano una sorpresa per i consumatori italiani, sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti che acquistano.
(ITALPRESS).

Dal Crea biocontrollo dei patogeni delle insalatine

ROMA (ITALPRESS) – Rucola, lattughino e spinacino saranno sempre più sani e sicuri e avranno rese più alte grazie ai sensori ottici a supporto del biocontrollo dei patogeni con gli antagonisti naturali messi a punto dal CREA. Un risultato importante per gli ortaggi da foglia della tipologia baby-leaf per la IV gamma, particolarmente esposti per il loro ambiente di coltivazione a patogeni (specie quelli che vivono nel suolo) che possono ridurne qualità e produttività. Per limitare questo rischio in maniera sostenibile, un team di ricercatori del CREA Orticoltura e Florovivaismo ha sviluppato nell’ambito del progetto AgriDigit-Agrofiliere, protocolli di gestione fitopatologica finalizzati al controllo biologico mediante l’impiego di microrganismi, nemici naturali dei patogeni, evitando di utilizzare fungicidi di sintesi, dannosi per l’ambiente. E’ stata allestita una prova sperimentale su un totale di 2.700 piante, per saggiare la capacità di funghi antagonisti, appartenenti al genere Trichoderma, di limitare lo sviluppo di tre patologie telluriche (malattie delle piante causate da funghi patogeni che vivono nel suolo) su rucola e lattughino.
Attraverso l’impiego di un sensore ottico iperspettrale (occhio elettronico che cattura l’informazione luminosa in un ampio range dello spettro elettromagnetico) sono stati acquisiti sotto forma di immagine, i dati riferiti alla riflettanza, la parte di luce restituita dalla chioma delle piante, nella regione spettrale visibile-infrarosso. La variabilità osservata nell’attività di biocontrollo degli antagonisti microbici è stata messa in correlazione con le differenze rilevate dall’occhio elettronico nelle risposte spettrali, evidenziate con l’ausilio di formule matematiche per il calcolo di indici vegetazionali e algoritmi di machine learning. “Lo studio mostra la possibilità di tracciare con sensori ottici iperspettrali – afferma Catello Pane, ricercatore del CREA Orticoltura e Florovivaismo e Responsabile del Task 4.1 del Progetto – in tempo reale e su vasta scala, l’attività di biocontrollo degli antagonisti microbici per la protezione degli ortaggi baby-leaf, fornendo informazioni utili a ottimizzare gli interventi nel tempo e nello spazio, in modo da realizzare un vero e proprio controllo biologico di precisione”. L’impiego mirato di agenti di biocontrollo altamente performanti nei confronti delle principali patologie bersaglio di rucola e lattughino baby-leaf, con il supporto delle tecnologie digitali, può consentire di aumentare la qualità delle produzioni riducendo la dipendenza dai fungicidi di sintesi e può consentire una protezione capillare e continuativa dei prodotti di IV gamma.
(ITALPRESS).

Nasce la collezione di gioielli Pan di Stelle ideata da Trollbeads

ROMA (ITALPRESS) – Gioielli e biscotti. Sembra un binomio impossibile e invece la nuova collezione ideata da Trollbeads e Pan di Stelle si ispira proprio alle icone da sogno del “brand cult” del Gruppo Barilla, ideatore del celebre biscotto a 11 stelle.
Un progetto immaginato anche in concomitanza con il Natale per offrire gioielli unici da portare sempre con sè per raccontare i sogni e la magia della vita. Creazioni artigianali di altissima qualità, in argento e vetro finemente lavorato a mano. Una partnership da sogno che si basa sui valori comuni distintivi dei due brand: attenzione alla qualità, design raffinato, creatività e personalizzazione.
La linea Pan di Stelle by Trollbeads sarà disponibile dal 30 novembre, in distribuzione esclusiva per il mercato italiano e venduta attraverso le piattaforme di e-commerce www.dedicatoate.pandistelle.it, trollbeads.com e presso le gioiellerie Trollbeads aderenti.
Da circa un anno, Pan di Stelle e Mulino Bianco hanno dato vita all’innovativo progetto di e-commerce Dedicato a Te: una piattaforma che consente di personalizzare i packaging dei prodotti più amati di Mulino Bianco e Pan di Stelle con nomi, foto, dediche speciali.
Per la collezione Pan di Stelle by Trollbeads è possibile comporre il proprio bracciale unico, scegliendo la base e aggiungendo diversi ed esclusivi beads.
Recentemente la piattaforma dedicatoate.it ha riproposto, in limited edition, la merenda simbolo degli anni 80, l’inimitabile Soldino. Mentre l’ultima idea sono le Biscolettere, un nuovo frollino che raffigura diverse lettere dell’alfabeto e che può essere usato per comporre gustose e simpatiche dediche.
“L’idea di creare una collezione Trollbeads ispirata al mondo Pan di Stelle nasce nella cornice dell’innovativo progetto Dedicato a te con l’obiettivo di presentare ai nostri clienti prodotti sempre unici ed esclusivi – afferma Laura Pezzotta, Head of Personalization Unit Barilla Group -. Dedicato a te mette da sempre al centro le persone e consente loro di personalizzare regali gustosi ed originali. Pan di Stelle e Trollbeads condividono i valori del sogno e della magia e rappresentano un binomio speciale proprio in occasione dell’atmosfera magica del Natale”
“Il mondo Pan di Stelle ci fa immergere in un sogno fatto di bontà, dolcezza e tradizioni e il progetto Dedicato a te entra nei cuori delle persone con giocosa facilità e personalizzazione. Trollbeads invece realizza da sempre con cura, dedizione e infinita creatività piccole opere d’arte, che prima diventano minuziosi gioielli e poi storie, tante quanti sono i nostri beads. Siamo felici di questa collaborazione in cui questi due universi si incontrano e mai avremmo immaginato di avere dei gioielli che faranno letteralmente ingolosire. Ma solo dove nasce la magia, questo può accadere”, dice Mihaela Zabrautanu, Marketing Manager di Perlunica srl, azienda distributrice del brand Trollbeads in Italia.
La nuova collezione di gioielli trova espressione nelle mani sapienti di artigiani e designer danesi, guidati da Lise Aagaard, Art Director e fondatrice di Trollbeads. I gioielli Pan di Stelle by Trollbeads, oltre che per il design, si caratterizzano anche per la qualità dei materiali utilizzati e per essere sapientemente lavorati a mano. I beads, in argento 925, sono creati artigianalmente utilizzando l’antica tecnica orafa della cera persa. Parte tutto da un disegno che si trasforma poi in un piccolo modellino in cera. Da quel prototipo prenderà forma un gioiello unico e ricco di significato. Ogni beads in vetro viene lavorato a partire da bacchette di vetro di Murano che, sciolte nella fiamma e lavorate con la tecnica dell’avvolgimento, si trasformano in gioielli. Questa lavorazione dà vita ad imprevedibili creazioni e rende ogni beads unico, perchè diverso per forma e sfumature di colore.
Per custodire i sentimenti e le emozioni di chi indosserà la magia di un gioiello Pan di Stelle by Trollbeads, la capsule è costituita da tre beads realizzati in argento e vetro, un bracciale speciale che interpreta le icone Pan di Stelle, una chiusura in argento “Polvere di Stelle” e il beads in argento “Renna Cometa”. Tutti simboli augurali, con l’idea di non smettere mai di sognare.
Per i più golosi, sarà possibile assaporare la magia nei riflessi del beads in vetro Diamante al Cacao, una distesa di cacao ricoperta da stelle di zucchero. A completare la collezione, il Bracciale Pan di Stelle, un gioiello unico composto da un bracciale in argento, un’esclusiva chiusura e un beads in vetro costellati di stelle, a cui si aggiunge il Pendente Biscotto Pan di Stelle, icona del brand riprodotta fedelmente con le sue 11 stelle. Il bracciale, che sarà venduto in set al prezzo speciale di 99,00 euro, rappresenta l’idea regalo perfetta per celebrare la magia del Natale e raccontare i momenti speciali della vita.
E’ il 1983 quando Mulino Bianco lancia sul mercato il suo primo biscotto da colazione al cacao Pan di Stelle, destinato ad entrare nell’immaginario collettivo delle famiglie italiane, associandosi fin da subito ai valori del sogno e della magia. Nel 2007 Pan di Stelle diventa un brand autonomo, dando vita a prodotti innovativi (merende, torte, cereali), che entrano subito in feeling con il gusto degli Italiani. I prodotti Pan di Stelle, adatti a diverse occasioni di consumo, sono tutti realizzati con latte 100% italiano e cacao proveniente da filiere responsabili e senza olio di palma.
La storia di Trollbeads inizia in Danimarca nel 1976, da un’azienda a conduzione familiare. E’ il brand che ha creato per primo il concept di bracciale componibile, consentendo a donne e uomini di personalizzare i loro gioielli per adattarli al loro gusto, personalità, storie, emozioni e ricordi.
Ogni gioiello è in grado di raccontare la storia delle persone che lo indossano e può essere arricchito nel tempo attraverso l’aggiunta di elementi, chiamati beads, ognuno con un nome e una storia che li caratterizza. Questa è la ragione che li rende così preziosi, la capacità di poter raccontare le esperienze personali e il proprio vissuto.
(ITALPRESS).

Agroalimentare, Saint Andrew’s Day, selezione migliori birre artigianali

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il 30 novembre è la data in cui i beer lovers italiani possono riscoprire l’affascinante e variegato mondo delle birre artigianali scozzesi. In questa data infatti viene commemorato il Saint Andrew’s Day, il giorno dedicato a Sant’Andrea apostolo patrono di Scozia, una festività molto sentita dagli scozzesi, che la celebrano con canti e balli tradizionali accompagnati da abbondanti piatti tipici (quali l’haggis e il cullen skink, una densa zuppa a base di eglefino affumicato, patate e cipolle) e da fiumi di birre artigianali locali. La Scozia vanta una tradizione di produzione artigianale di birre che prosegue ininterrotta da ben cinque millenni, arrivando fino alle oltre 90 birrifici artigianali presenti oggigiorno nel Paese. Il mondo delle birre artigianali scozzesi, dunque, è inscindibilmente legato alla tradizione locale, di cui è parte la leggenda di come Sant’Andrea divenne il patrono del Paese. Scozia, tardo VIII secolo: a pochi chilometri dalla odierna Edimburgo, il re O’engus II dei Pitti si prepara con i suoi soldati all’ennesima, dura battaglia contro gli angli, le cui truppe sono numericamente superiori. Il re si inchina a pregare Sant’Andrea, molto venerato nel Paese, promettendogli che, se avesse vinto per sua grazia lo scontro, lo avrebbe eletto come loro santo patrono. All’improvviso, in cielo appare un segno: una nuvola incrociata a X, come la croce su cui otto secoli prima fu martirizzato Sant’Andrea.
Indicando l’apparizione divina, O’engus II incoraggia dunque le truppe, affermando che, grazie alla protezione del Santo, la vittoria sarebbe stata loro. Così fu, e da allora Sant’Andrea divenne patrono di Scozia, la sua croce (bianca su sfondo azzurro, come la nuvola apparsa quel giorno in cielo) fu posta come simbolo della bandiera nazionale e a tutt’oggi appare sui tetti di molte abitazioni storiche, nella convinzione che impedisca alle streghe di passare dal camino. Quando si parla di birra non bisogna dimenticare un ingrediente fondamentale: l’acqua, che in Scozia ha caratteristiche organolettiche uniche al mondo, che influenzano tanto le birre quanto gli Scotch whisky e il gin. Inoltre, diversi birrifici stanno riproponendo antichissime ricette, spesso risalenti ai tempi dei Celti, che prevedevano l’utilizzo di erbe amaricanti ed essenze vegetali o floreali di vario genere al posto del luppolo (visto l’alto costo dell’importazione e la scarsa reperibilità): ad oggi è possibile assaporare birre realizzate con aghi di abete, pigne, fiori di erica, bacche di sambuco, alghe marine e uva spina. Tradizione e originalità sono quindi le due direttive solo apparentemente contraddittorie che innervano la realtà delle birre artigianali scozzesi. Una realtà che è possibile scoprire grazie all’iniziativa di Scottish Development International (SDI), l’agenzia ufficiale del governo scozzese che promuove i rapporti commerciali tra la Scozia e i mercati esteri. Scotch Ale o Lager, maltate o luppolate, torbate o aromatiche: per conoscerle meglio, in occasione della festa di Sant’Andrea, si può fare riferimento a Cantina della Birra (cantinadellabirra.it), la più grande vetrina per le birre artigianali in Italia.
(ITALPRESS).

Zootecnia, Crea “Dalla ricerca nuovi sistemi di alimentazione”

ROMA (ITALPRESS) – Adottare sistemi robotizzati e automatici di nutrizione degli animali in allevamento per abbattere le emissioni inquinanti e migliorare la qualità e quantità delle produzioni, rendendo meno gravoso il lavoro umano. Questo l’obiettivo principale del progetto Autofeed, coordinato dal CREA Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari di Treviglio (BG), in collaborazione con la Fondazione CRPA di Reggio Emilia, l’Università di Milano, Zootecnica Lombarda srl, Panoramic e cinque aziende zootecniche lombarde.
Il progetto prevede di analizzare la capacità di sistemi automatici di gestire le razioni unifeed a diversi livelli e la possibilità di introdurli all’interno degli edifici zootecnici, sia in caso di ristrutturazione sia in caso di nuovi progetti. I sistemi automatici analizzati sono classificabili in tre livelli. Nel livello 1 vi sono sensori ottici che automatizzano l’analisi dei singoli alimenti e il successivo processo di trinciatura e miscelazione, in modo da ridurre l’errore umano e favorire l’efficienza del razionamento. Al livello 2 invece robot che riavvicinano la razione distribuita in mangiatoia e gradualmente allontanata dagli animali nella loro azione di ingestione e selezione degli alimenti, che possono essere impostati su frequenze di lavoro impensabili se eseguite manualmente, con ripercussioni positive su alimentazione, riduzione degli sprechi e comportamento degli animali. Infine, il livello 3, prevede robot che automatizzano tutto il processo di preparazione e distribuzione delle razioni.
I risultati finora ottenuti sono stati presentati al Convegno intermedio presso la Fiera di Cremona. Si tratta di un’indagine nazionale sulla diffusione dei sistemi robotizzati per l’unifeed, sull’interesse riscontrato da parte degli allevatori e sugli aspetti edilizi derivanti dall’introduzione di diverse tipologie di robot in azienda. Inoltre, vengono evidenziati gli output dell’analisi energetica, svolta in diverse condizioni operative, per mettere in risalto l’eventuale maggiore efficienza dei sistemi automatici e saranno illustrate le esperienze biennali di cinque aziende nell’utilizzo di sistemi robotizzati o di sensori per migliorare l’efficienza alimentare delle mandrie.
Adottando sistemi automatizzati si avrà maggiore flessibilità del tempo di lavoro in quanto meno vincolato dagli orari fissi e stringenti del razionamento, riducendo il carico del lavoro fisico ed eliminando problemi di reperimento della manodopera. Inoltre, i sistemi automatici possono attrarre i giovani che potrebbero essere motivati a continuare l’attività produttiva con modalità e tecnologie innovative.
Durante le sperimentazioni sono stati registrati minori consumi energetici con un conseguente minore utilizzo di fonti fossili non rinnovabili e più basse emissioni in atmosfera. L’energia elettrica, infatti, può essere autoprodotta dagli stessi allevamenti (con impianti a biogas, eolici, solari, idraulici), determinando anche una circolarità sempre più capillare per i produttori europei. Si è registrato un minore spreco di alimenti e un loro miglior utilizzo, riducendo le emissioni in atmosfera e in falda di elementi azotati indesiderati.
La progettazione integrale olistica delle nuove stalle è una sfida già avviata in cui l’edificio non è solo il contenitore di più elementi tecnologici assemblati e un riparo per gli animali, ma diventa un progetto complesso al cui interno sono previste non solo le tecnologie necessarie per la mungitura, l’alimentazione, la climatizzazione, la pulizia, l’illuminazione, ma anche tutte le possibili interazioni con il bestiame, potenziando l’efficienza del sistema e migliorando il benessere degli animali, che rappresenta la condizione base per incrementare la qualità e la quantità delle produzioni.
Il CREA Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari ha effettuato un’indagine presso i costruttori dei sistemi in questione e ha compiuto delle valutazioni operative nei cinque allevamenti partner del progetto.
La Fondazione CRPA ha analizzato gli aspetti edilizi e di comportamento degli animali al fine di evidenziare le ricadute che caratterizzano l’introduzione di un robot in azienda, non solo dal punto di vista economico, ma anche delle ripercussioni sul benessere degli animali e sull’efficiente utilizzo degli spazi.
L’Università di Milano ha studiato i risparmi energetici ottenibili con i robot per l’alimentazione, soprattutto in caso di autoproduzione dell’energia elettrica necessaria, verificando come preparare gli stessi quantitativi di alimenti con apporti energetici significativamente minori.
La società Zootecnica Lombarda di Piubega (MN) ha fornito un supporto tecnico sulla possibilità di ottenere e gestire i “big data” generati dai sistemi robotizzati al fine di individuare i punti critici e di miglioramento della gestione aziendale.
Infine, la ditta Panoramic di Milano ha curato la comunicazione attraverso canali social e mediante un sito internet appositamente progettato e gestito, amplificando la divulgazione dei risultati specifici attraverso modalità tecnologiche sempre più richieste anche al mondo della ricerca.
(ITALPRESS).

Nutriscore, Patuanelli “La Francia potrebbe fare un passo indietro”

CREMONA (ITALPRESS) – “Ci stiamo battendo con un pericolo enorme per tutta la nostra produzione agroalimentare che è il nutri-score, nell’interlocuzione avuta ieri tra il presidente Draghi e il presidente Macron, il tema è stato affrontato e approfondiremo nei prossimi giorni questo elemento, ma sembra abbastanza evidente che anche la Francia stia retrocedendo da quell’idea malsana di dare un colore al cibo e di etichettarlo per buono o cattivo senza un metodo scientifico reale. Ne parlavo poco fa al telefono con il presidente Draghi. Credo che questo sia veramente importante, forse oggi non apprezziamo ancora al 100% l’importanza di scongiurare il rischio che il nutri-score diventi un sistema di etichettatura perchè è un sistema che non informa ma condiziona”. Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli all’inaugurazione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.
(ITALPRESS).

Brevettato il glutine “detossificato” per celiaci e intolleranti

ROMA (ITALPRESS) – Un processo per produrre glutine “detossificato” adatto ad alimenti per celiaci e intolleranti al glutine con proprietà nutrizionali e organolettiche superiori a quelle dei prodotti gluten free attualmente sul mercato. Lo ha brevettato un team di ricercatori del Laboratorio Biotecnologie dell’ENEA grazie al fondo Proof of Concept (PoC) e all’integrazione di competenze che vanno dall’immunologia all’ingegneria proteica e dalle biotecnologie alla biochimica.
La proteina “detossificata” viene prodotta utilizzando cellule batteriche o vegetali che, adeguatamente istruite con i metodi della biologia molecolare, diventano delle vere e proprie “biofabbriche”.
“Pur restando strutturalmente molto simile a quella ‘naturalè, per poterne mantenere le caratteristiche più interessanti durante la panificazione o la produzione di altri prodotti da forno, questa nuova proteina non viene riconosciuta da parte degli anticorpi presenti nel siero dei pazienti celiaci”, spiega Selene Baschieri, ricercatrice e inventrice del brevetto insieme ai colleghi Marcello Donini, Chiara Lico, Carla Marusic e Silvia Massa.
“La nostra invenzione permetterà di realizzare alimenti di nuova generazione definibili come gluten safe che andrebbero ad interessare tutti i soggetti affetti da celiachia, una malattia immuno-mediata che colpisce in Europa circa l’1% della popolazione”, prosegue Baschieri.
Se non curata, la celiachia contribuisce ad aumentare la probabilità di contrarre altre patologie; l’unico trattamento attualmente disponibile per ottenere la remissione dei sintomi e la prevenzione delle complicanze consiste nella completa e permanente eliminazione del glutine dalla dieta. Ad oggi la maggior parte degli alimenti per celiaci vengono formulati utilizzando la farina di cereali che non contengono le proteine del glutine, a cui è però necessario aggiungere additivi per migliorare la consistenza e l’appetibilità del prodotto finito (ad esempio la gomma di guar). Altre metodologie prevedono la rimozione/scomposizione del glutine con metodi chimico-fisici, con risultati che però non garantiscono l’ottenimento di un prodotto del tutto innocuo.
(ITALPRESS).

Riso, Confagricoltura “Prorogare l’obbligo di etichettatura”

ROMA (ITALPRESS) – “Il nostro riso è una delle eccellenze del made in Italy agroalimentare, siamo i primi produttori europei di riso di qualità. Occorre prorogare l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto, intervenire mantenendo la clausola di salvaguardia della UE per le importazioni da Paesi come la Cambogia o il Myanmar. E’ necessario inoltre garantire la sostenibilità economica ed ambientale, attraverso l’innovazione e la ricerca varietale per aumentarne la resistenza ai patogeni e ai mutamenti climatici. E’ una produzione che merita di essere tutelata, la riduzione del 50% degli aiuti diretti della prossima Pac potrebbe mettere in forte crisi il settore”. Queste le dichiarazioni di Filippo Schiavone, componente della Giunta nazionale di Confagricoltura intervenuto al convegno interdisciplinare dal titolo “Il mondo in chicco di riso: Storia, scienza, nutrizione ed economia del secondo cereale più consumato”, nella giornata conclusiva della XI edizione del Festival Cerealia, che si è svolta nella sede nazionale di Confagricoltura, a Palazzo Della Valle.
Al centro del progetto, nato undici anni fa su iniziativa della Rete Cerealia Festival in collaborazione con numerosi partner istituzionali e privati, ci sono i temi dell’alimentazione, dell’ambiente e del territorio in un’ottica di sviluppo sostenibile e di economia circolare.
Al convegno hanno preso parte il sottosegretario al MiPAAF Gian Marco Centinaio, e il presidente del CREA, Carlo Gaudio.
(ITALPRESS).