ROMA (ITALPRESS) – Il tema del prezzo di vendita del latte crudo “non è elemento che può sfuggire alle politiche del governo. Abbiamo convocato il 30 settembre un tavolo con tutta la filiera, un tavolo che sta dando risultati, un dialogo fitto. Chiediamo alla filiera un gesto di corresponsabilità per aumentare l’aumento del costo al litro alla stalla; riteniamo che ci sia lo spazio, almeno fino alla riduzione dei costi dei mangimi, per l’innalzamento di 3 centesimi del prezzo alla stalla”. Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, rispondendo alla Camera durante il question time a una interrogazione sulle iniziative a sostegno degli allevatori in relazione al prezzo di vendita del latte crudo.
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Latte, Patuanelli “C’è spazio per aumento di 3 centesimi alla stalla”
Nasce il portale unico del tartufo delle Marche
ROMA (ITALPRESS) – “Il vino è l’ambasciatore del Made in Italy nel mondo, il tartufo è il re dell’agroalimentare a livello internazionale. Sposiamo totalmente il progetto della Regione Marche e lo sosterremo in modo adeguato”. E’ quanto ha affermato Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole, intervenuto, a Roma, alla presentazione del portale unico sul tartufo delle Marche. Promosso dalla Regione, “Marcheterraditartufi.it” vuole diffondere e valorizzare un’eccellenza agroalimentare che ha saputo conquistare le tavole e i mercati di tutto il mondo. “E’ un progetto su cui abbiamo lavorato in questi mesi di pandemia per offrire opportunità di rilancio ai nostri produttori e proporre un percorso enogastronomico unitario – ha detto il vicepresidente Mirco Carloni – Attraverso il tartufo vogliamo veicolare l’entroterra delle Marche: un valore aggiunto, per tutta la regione, se riusciamo a dargli un forte contenuto emozionale ed esperienziale. Abbiamo un territorio adatto per rilanciare un turismo alla ricerca di valori intrinseci straordinari”.
E’ importante “che la gente vada sui territori perchè l’abbinamento agroalimentare e turismo sta facendo sempre più presa – ha rimarcato il sottosegretario Centinaio – Quest’anno, particolarmente condizionato dalla pandemia, s’è registrato un aumento del 30% di turisti che hanno indicato l’agroalimentare come primo motivo del loro spostamento. L’Italia esporta eccellenze nel mondo e le Marche hanno tutte le carte in regola per fare emozionare i consumatori con il tartufo”. Alla conferenza stampa romana ha partecipato il noto presentatore Rai, Giancarlo Magalli, mentre il commissario tecnico della Nazionale, testimonial della Regione, Roberto Mancini e il campione olimpico del salto in alto Gianmarco Tamberi, hanno rivolto un video saluto. “Sono volentieri qua – ha detto Magalli – Acqualagna è la città grazie a cui ho conosciuto il tartufo e grazie all’allora sindaco molti anni fa”. Da allora, come ha ricordato il presentatore, il tartufo di Acqualagna si è fatto conoscere e apprezzare nel mondo, dando origine a un’economia bella, viva e vivace. “Tra le varie eccellenze della mia regione – ha detto Mancini – il tartufo ha un ruolo di primo piano. Un prodotto pregiato che troneggia sovrano in tutte le cucine del mondo ed è considerato il vero re della tavola. Acquistare e gustare il nuovo prodotto nelle varie fiere in programma credo possa essere anche una buona occasione per vivere intensamente un’esperienza culinaria nelle Marche”. Quest’anno, ha ribadito Tamberi, “è stato speciale per me, perchè, dopo tante difficoltà e tanti sacrifici, sono riuscito a coronare il mio sogno e con me tanti altri sportivi marchigiani. L’abbiamo fatto per l’Italia, l’abbiamo fatto per il nostro territorio, le Marche, che sono un paradiso terrestre, pieno di eccellenze. Tra queste, ovviamente, il tartufo. E ottobre è il suo periodo; è una di quelle cose di cui, nei nostri piatti, non si può fare a meno. Noi lo conosciamo e lo adoriamo. Quindi, invito tutti a venirci a trovare nelle meravigliose Marche e in tutte le fiere internazionali del tartufo”.
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La zootecnia chiede innovazione e sviluppo green
BARI (ITALPRESS) – L’Organizzazione Interprofessionale Carne Bovina (OICB, in via di riconoscimento) prosegue il suo percorso di coinvolgimento degli allevatori e degli attori della filiera, con una serie di convegni sul territorio, sui temi della salvaguardia e dello sviluppo della zootecnia italiana. Dopo l’appuntamento di Padova a fine luglio, è giunto quello di Bari, che si è tenuto sia in presenza, sia online, coinvolgendo un’ampia platea di produttori sul tema “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: quali opportunità per il settore zootecnico”.
L’interprofessione – che è momento importante di raccordo di tutta la filiera della carne bovina (ha come soci fondatori Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, UNICEB, Assograssi, Fiesa-Confesercenti e Assalzoo) – con il convegno di Bari in particolare ha voluto far conoscere le opportunità che si profilano per le aziende zootecniche e, dunque, per quelle della filiera tutta grazie ai fondi del PNRR ma anche della PAC. Sono importanti, in particolare, le risorse complessive per il settore agricolo, previste dal PNRR (6,8 miliardi di euro); un’occasione che anche gli allevatori dovranno prontamente cogliere.
Nell’incontro i relatori hanno ricordato gli investimenti che potranno essere effettuati, tra l’altro, per interventi riguardanti il parco agrisolare, la logistica agroalimentare, l’innovazione della meccanizzazione, la robotica, i contratti di filiera e di distretto, il biometano, la banda larga ed il 5G.
Da tempo c’è un percorso di crescita del settore zootecnico ma che va ulteriormente consolidato. E a Bari si è rimarcato come siano abbondantemente noti i risultati già conseguiti nella direzione della maggiore innovazione e sostenibilità. La riduzione delle emissioni negli ultimi anni, il contributo alla produzione di energie rinnovabili con l’utilizzo delle deiezioni, l’ammodernamento tecnologico anche verso una maggiore tutela del benessere animale, nonchè qualità e sicurezza alimentare, secondo standard sempre più elevati stabiliti dalla normativa unionale, non hanno paragoni con i Paesi terzi.
Lo sviluppo dell’attività aziendale va effettuata dunque in un’ottica di gestione integrata e di innovazione applicata: il biogas ed il biometano, ma anche il fotovoltaico sono grandissime chance sia per il bilancio aziendale, sia per il Paese per il raggiungimento degli obiettivi di progresso green e sostenibile che l’UE si è data.
In via generale è stato evidenziato che una delle criticità del settore della carne bovina è la forte dipendenza dall’estero (circa il 50% del fabbisogno) e che il PNRR potrebbe rappresentare un’opportunità per colmare il più possibile tale gap, gettando le basi per uno sviluppo della produzione nazionale. D’altro canto, ciò evidenzia l’esistenza di una notevole potenzialità di crescita, fermo restando le unità produttive già presenti sul territorio, che tuttavia dovranno essere incentivate per consentire loro un incremento del livello di efficienza complessiva e di sostenibilità economico-ambientale-sociale. Infatti, se solo si investisse per riportare gli allevamenti meno produttivi alla media nazionale, ci sarebbe una crescita di circa 500 mila capi allevati, aumentando il valore dell’autoapprovvigionamento, oltre ad un’ottimizzazione del processo e ad una riduzione dei costi all’origine che, soprattutto oggi, stanno mettendo in forte difficoltà le aziende zootecniche e incidendo gravemente sulla redditività.
Nel dibattito è emersa quindi la necessità di instaurare un nuovo rapporto con i cittadini-consumatori, attraverso il pieno coinvolgimento della distribuzione, soprattutto quella al dettaglio, per maggiore trasparenza e tutela della qualità, fornendo una sempre più incisiva informazione ai consumatori su questioni come il benessere animale, i processi allevatoriali virtuosi, la logistica all’ingrosso improntata a criteri sostenibili e la creazione di valore dei sottoprodotti all’insegna dell’economia circolare.
OICB ha quindi sottolineato come il settore zootecnico sia fondamentale per l’agroalimentare italiano. Il solo comparto della carne (bovina, suina e avicola) genera un giro d’affari di circa 30 miliardi di euro (10 miliardi alla produzione e 20 nell’industria di trasformazione), che arriva a 40 miliardi includendo latte e uova. In particolare, la carne bovina costituisce in valore il 44% e in volume il 33% dell’intero comparto.
Altro compito importante che l’interprofessione si è dato è quello di consolidare la filiera della carne bovina. C’è una volontà comune di tutte le componenti di OICB di lavorare per un obiettivo univoco: valorizzare il settore e renderlo sempre più moderno, competitivo e virtuoso.
All’evento sono intervenuti: Elio Catania, consigliere del MIPAAF; Francesco Saverio Abate, capo dipartimento DIOPAI del MIPAAF; Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia; Matteo Boso, presidente di OICB; Secondo Scanavino, presidente di CIA; Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura; Franco Verrascina, presidente di COPAGRI; Carlo Siciliani presidente di UNICEB; Gian Paolo Angelotti presidente di FIESA-Confesercenti.
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Agronetwork, Sara Farnetti nuova presidente
ROMA (ITALPRESS) – Sara Farnetti, specialista in Medicina Interna, Phd in Fisiopatologia del Metabolismo e della Nutrizione, esperta in Nutrizione Funzionale Medica, è la nuova presidente di Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e università Luiss. L’ha eletta l’assemblea dei soci riunita oggi per il rinnovo delle cariche. Succede a Luisa Todini, che ha guidato l’associazione dalla sua nascita nel 2017. “Una scelta – ha commentato la presidente uscente – innovativa, ma anche nel segno della continuità, legata all’evoluzione del sistema agroalimentare, sempre più orientato verso i temi del food, della nutrizione, del benessere e della salute dei consumatori, con i quali è necessario confrontarsi con un approccio scientifico”.
Un sentito ringraziamento per il lavoro svolto è giunto alla presidente uscente da tutti i partecipanti all’assemblea, a cominciare dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che ha ricordato l’importante lavoro svolto dall’associazione. “Ora ci attendono nuove sfide – ha detto Giansanti – prima fra tutte quella di produrre di più, preservando le risorse naturali. Il sistema agroalimentare deve quindi ripensarsi ed è fondamentale il ruolo di una guida come Agronetwork, capace di accompagnare le imprese verso modelli di produzione sostenibili, con il contributo della scienza e della ricerca applicata”. L’assemblea ha quindi provveduto ad eleggere i vicepresidenti: confermati Matteo Caroli (Luiss), Alfredo Pratolongo (Heineken), Annibale Pancrazio (Federalimentare), Guido Folonari (Confagricoltura); nuovo eletto Emanuele Di Faustino (Nomisma), che prende il posto di Denis Pantini. Confermati anche il presidente del comitato tecnico scientifico Remigio Berruto dell’Università di Torino, il segretario generale Daniele Rossi e il revisore unico Gaetano De Gregorio. La delega per lo sviluppo delle filiere sul territorio a Massimiliano Colognese (BAT Italia).
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Veneto, Caner “Tutelare il Prosecco, prodotto di punta italiano”
VENEZIA (ITALPRESS) – Federico Caner, assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto ha partecipato oggi in videoconferenza, assieme ai colleghi assessori del Friuli Venezia Giulia e del Piemonte, all’audizione in Senato, nella Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare, per affrontare la questione legata al riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Proek. “Il nostro vuole essere un grido di allarme affinchè, in futuro, non si presentino dei casi simili – fa sapere l’assessore del Veneto -. Dobbiamo reagire in maniera corale, creando un gruppo di lavoro che sostenga, soprattutto nelle sedi europee, un’azione collettiva contro questa richiesta che è evidente che creerà dei precedenti”.
“A preoccuparci non è la concorrenza, ma il principio che sta dietro alla menzione – continua l’Assessore all’Agricoltura -. I numeri testimoniano che siamo una realtà solida: sono oltre 24mila le aziende produttrici di Prosecco tra Veneto e Friuli, 9 le province interessate, di cui 5 venete e 4 friulane per una produzione complessiva di oltre 600 milioni di bottiglie vendute all’anno (500 milioni Doc, 92 milioni Conegliano e Valdobbiadene Docg, 18,7 milioni Asolo Docg). Il prosecco è un prodotto di punta italiano e come tale va difeso”.
“Stiamo giocando una partita che vede già schierato un fronte di consorzi di produttori contro il Proek croato, che intende fare squadra anche con tutti gli attori della politica nazionale e internazionali – continua l’Assessore -. Sappiamo bene che il Proek è un prodotto diverso, ma dobbiamo combattere il principio dell’Italian sounding all’estero. Del resto, proprio il nome Proek richiama alla mente le bollicine del nostro Paese. Se c’è una norma europea non comprendo perchè si debba aprire la porta a questi riconoscimenti creando confusione nel consumatore. Detto questo, abbiamo predisposto un documento, approvato dalla conferenza delle Regioni e portato avanti dalla Commissione Politiche Agricole, che abbiamo trasmesso al Ministro competente in materia. In modo unanime chiediamo che siano attivate tutte le iniziative per fare opposizione alla richiesta della Croazia. Ora la partita deve essere chiusa a Bruxelles”.
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Agroalimentare, UniCredit e SACE lanciano il “Bond Food Mezzogiorno”
ROMA (ITALPRESS) – Prende il via ‘Bond Food Mezzogiorno”, il primo programma di emissione di minibond lanciato da UniCredit e SACE per finanziare i piani di sviluppo di medio-lungo termine legati alla crescita sostenibile e internazionale delle imprese del Sud appartenenti al settore agroalimentare.
A inaugurare l’iniziativa sono otto imprese del Mezzogiorno che hanno emesso minibond a tasso variabile e di durata pari a 7 anni, sottoscritti da UniCredit: Caffè Moak, Cantine Ermes, Gustibus Alimentari e Pastificio Di Martino le quali hanno beneficiato della garanzia SACE, a cui si aggiungono Caseificio Palazzo e Gruppo Leone (Mangimi Leone, Almeda e Leone Group). In tutto le risorse complessive raccolte sono state pari a oltre 27 milioni di euro.
Per quanto riguarda il miglioramento degli impatti ambientali e sociali, alle società emittenti che hanno scelto Nativa, Regenerative Design Company e prima Società Benefit e B Corp in Europa, in qualità di Sustainability Advisor per l’identificazione, l’implementazione e la misurazione degli obiettivi ESG, viene riconosciuta una premialità nella forma di una riduzione del tasso cedolare al raggiungimento degli obiettivi fissati al momento dell’emissione del minibond. UniCredit, in linea con il paradigma ESG, prevede tre categorie di obiettivi in tema di miglioramento della sostenibilità del business: tutela dell’ambiente, miglioramento degli aspetti sociali della collettività e conduzione etica dell’impresa.
“Con il programma Bond Food Mezzogiorno – ha spiegato Andrea Casini, Responsabile Imprese di UniCredit Italia – in quanto banca leader in Italia nel favorire l’accesso delle PMI al mercato dei capitali ci poniamo un obiettivo ambizioso: mettere a disposizione delle aziende del settore Agroalimentare del Mezzogiorno, eccellenza del Made in Italy, un’offerta distintiva che associa la consulenza specialistica per la definizione e l’implementazione delle strategie di sostenibilità a uno strumento finanziario evoluto come il minibond, con la possibilità anche di beneficiare della garanzia SACE. Con Bond Food Mezzogiorno abbiamo realizzato un’operazione di sistema per mobilitare nuovo credito, incentivare forme alternative di finanziamento degli investimenti e promuovere l’internazionalizzazione e la cultura della sostenibilità”.
“La sostenibilità – sottolinea la Chief MID Market Officer di SACE, Simonetta Acri – è ormai un driver irrinunciabile per la crescita delle aziende italiane e per la loro competitività nel mondo. E SACE, in questo ambito, è in prima linea non solo nel sostegno all’export e all’internazionalizzazione dei propri clienti ma anche come leva per gli investimenti del PNRR. Attraverso questa partnership con UniCredit, infatti, rafforziamo il nostro impegno per le eccellenze del Mezzogiorno che operano in un settore così rappresentativo del Made in Italy come l’agroalimentare, rivolgendoci alle PMI e delle Mid Cap, che sono il cuore del nostro tessuto imprenditoriale”.
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Al Vinitaly Special Edition debutta l’arte della mixology
VERONA (ITALPRESS) – L’arte del piacere in bicchiere e la ricerca dell’equilibrio. E’ la ricetta che sigilla il debutto della Mixology a Vinitaly Special Edition (Veronafiere, 17-19 ottobre), un cocktail tra sperimentazione, qualità del prodotto e savoir-faire che vedrà i bartender più talentuosi e di tendenza cimentarsi in fiera in masterclass, approfondimenti e laboratori, alla ricerca di nuovi drink a base di vini, liquori e distillati.
Realizzata in partnership con Bartenders Group Italia, la nuova area tematica offre al pubblico di professionisti della Special Edition non solo uno spazio per scoprire e testare i trend del momento, ma anche una finestra su un mercato sempre più dinamico e vivace che vede nell’horeca un canale privilegiato e che, trainato dalla passione per l’alchimia in bicchiere, non rinuncia alla cultura del “bere bene” trovando nel vino uno strategico alleato. E saranno proprio i prodotti delle aziende partecipanti alla manifestazione i protagonisti dello spazio dimostrativo e del “Banco Bar”, dove sarà possibile degustare i cocktail appositamente creati. Sul fronte della formazione, il palinsesto delle masterclass prevede momenti dedicati all’aperitivo italiano, ai bourbon, alla soda e al food pairing, tenuti da professionisti e comunicatori conosciuti a livello internazionale. Vinitaly Special Edition è una iniziativa esclusivamente dedicata al business con percorsi ed eventi per operatori della ristorazione, dell’ospitalità, dell’intrattenimento, delle enoteche e della grande distribuzione. Nata per dare la possibilità alle aziende, ai consorzi e alle associazioni interessate di riprendere il contatto con il mercato Italia e internazionale, la manifestazione punta a rafforzare i contatti tra domanda e offerta del mondo del vino in attesa della 54ma edizione, in programma a Veronafiere dal 10 al 13 aprile 2022.
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Confagricoltura, entro 15/10 candidature Premio per l’Innovazione
ROMA (ITALPRESS) – Ancora pochi giorni a disposizione per la presentazione delle domande di partecipazione all’edizione 2021 del Premio nazionale per l’innovazione in agricoltura, organizzato da Confagricoltura. Il termine ultimo per le imprese interessate è fissato al prossimo 15 ottobre. Le candidature saranno valutate e selezionate da una giuria composta da rappresentanti del mondo imprenditoriale, istituzionale ed accademico. La premiazione avrà luogo durante uno specifico evento. Il Premio nazionale per l’innovazione in agricoltura compie tre anni e prosegue lungo la strada intrapresa di valorizzazione delle aziende del settore primario che hanno saputo distinguersi per innovazioni organizzative, di prodotto e di marketing. L’edizione di quest’anno è dedicata ai temi caldi per il settore agricolo e agroalimentare di oggi: transizione ecologica (lotta ai cambiamenti climatici, bioeconomia circolare, gestione del suolo e della sostanza organica, carbon farming), energetica (efficientamento dei processi produttivi, energie rinnovabili), digitale e la valorizzazione delle aree rurali collinari e montane.
L’iniziativa nasce tre anni fa, proprio per valorizzare la varietà e ricchezza di soluzioni tecnologiche e organizzative delle imprese del settore primario, con l’obiettivo di enfatizzare il ruolo centrale degli imprenditori agricoli come promotori dello sviluppo socio-economico, non solo aziendale, ma anche territoriale. Ruolo la pandemia ha fatto emergere con ancora maggiore evidenza. Le buone pratiche che il riconoscimento punta a raccontare possono riguardare sia la filiera di riferimento che la connessione con la dimensione urbana, culturale, artistica e sociale. L’innovazione digitale e tecnologica sono state protagoniste anche dell’edizione 2020, che si è conclusa con la premiazione di nove realtà imprenditoriali, che con il loro lavoro hanno dimostrato come i nuovi strumenti possano migliorare sia la produttività che il contesto in cui si opera.
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