MILANO (ITALPRESS) – La partnership stipulata nel marzo 2021 tra Parmigiano Reggiano e Identità Golose, piattaforma di comunicazione in ambito ristorazione ed alta cucina, si è concretizzata definitivamente con la partecipazione del brand caseario alla sedicesima edizione di “Identità Golose Milano”, l’evento che i due fondatori della piattaforma Claudio Ceroni e Paolo Marchi sono riusciti a portare finalmente alla sedicesima edizione, dopo diversi rinvii causa Covid. Sabato 25 settembre, al MiCo di Portello, Parmigiano Reggiano ha infatti figurato tra i “main sponsor” dell’evento, rappresentato dal Presidente del Consorzio Nicola Bertinelli e al fianco di altre pietre miliari del Made in Italy come San Pellegrino e Lavazza, veterani della collaborazione con l’hub di Identità Golose.
L’evento, supportato anche dal Comune e dalla Regione, è stato aperto da Claudio Ceroni e Paolo Marchi, e inaugurato ufficialmente dal Direttore Artistico e Curatore Davide Rampello. “Quest’anno i ringraziamenti non sono soltanto un rito senza significato, perchè dopo l’epidemia che ci ha colpiti tutti non era affatto scontato che le aziende potessero essere ancora qui a collaborare e a darci sostegno”, ha affermato Ceroni, per poi annunciare già a grande sorpresa le date della prossima edizione del congresso – dal 23 al 25 aprile 2022.
Il filo rosso degli interventi di questa giornata d’inaugurazione sembra essere infatti il ritorno al lavoro: a partire dal logo del congresso, che quest’anno non è un piatto d’alta cucina ma una rappresentazione di uomini al lavoro con del materiale commestibile, passando per il discorso di Rampello che riporta alla memoria l'”ora et labora” di Benedetto da Norcia e il grande boom di creatività ed imprenditorialità che ha caratterizzato la ricostruzione italiana nel secondo dopoguerra. Servono – e questo mette tutti d’accordo – imprenditori consapevoli, condizioni di lavoro eque e idee nuove. E proprio di un nuovo futuro, nato in risposta alla situazione drammatica dei lockdown, ha parlato Nicola Bertinelli di Parmigiano Reggiano insieme ad altri rappresentanti di spessore come Chiara Quaglia di Petra Molino Quaglia, Stefaan Anckaert di Birra del Borgo, Enrico Berto di Bertòs, Giuseppe Lavazza, Stefano Marini di San Pellegrino e Mario Moretti di Moretti Forni: con fantasia e impegno, tutti loro hanno cercato un modo per reinventarsi quando l’esperienza della ristorazione in sè per sè non era più possibile, mettendosi in contatto con la clientela e tornando ad analizzare i suoi bisogni.
Da qui nasce il sondaggio Ipsos realizzato da Parmigiano Reggiano: “Vedendo aumentare la consumazione di Parmigiano Reggiano durante il lockdown – quando si trattava soltanto di consumazione domestica – ci siamo chiesti quanto Parmigiano Reggiano ci fosse prima del lockdown nei ristoranti, e soprattutto quanto gli italiani fossero interessati alla sua presenza”, dice Bertinelli, “abbiamo così scoperto che c’è bisogno di un modo nuovo di portare il nostro prodotto nelle sale della ristorazione: il 90% di chi va normalmente al ristorante apprezzerebbe averlo in modo valorizzato, quindi ad esempio con una carta dei formaggi; l’80% vorrebbe addirittura un carrello del formaggio e quasi l’87% è interessato a saperne la provenienza, il produttore e la stagionatura, quindi beneficiare anche di una figura che sia in grado di spiegarglielo e raccontarglielo”. E’ così che nasce un nuovo modo di fare comunicazione dell’azienda, addirittura un film diretto da Paolo Genovese – “Gli Amigos”, con al centro la storia di cinque giovani aspiranti cuochi, che è uscito nelle sale italiane il 18 settembre – e un’accademia per formare i cosiddetti sommelier del Parmigiano Reggiano, i “Parmelier”.
Per premiare chi sta rispondendo in modo concreto e immediato a questo desiderio espresso dagli italiani, Parmigiano Reggiano ha istituito inoltre il premio “Carrello del Formaggio”, consegnato durante l’inaugurazione di Identità Golose al ristorante Seta dell’Hotel Mandarin Oriental di Milano: a ritirarlo in prima persona lo chef Antonio Guida e colui che si occupa proprio di portare i formaggi ai tavoli della clientela, il maìtre Manuel Tempesta.
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Parmigiano Reggiano, Bertinelli “Nuovo approccio alla ristorazione”
Agricoltura, Ue lancia la giornata annuale della produzione biologica
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione celebrano il lancio di una giornata annuale europea della produzione biologica. Le tre istituzioni hanno firmato una dichiarazione congiunta che designa d’ora in poi il 23 settembre come “Giornata europea della produzione biologica”. Questa iniziativa dà seguito al piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica, adottato dalla Commissione il 25 marzo 2021, che annunciava l’istituzione di tale giornata per migliorare la sensibilizzazione sulla produzione biologica.
In occasione della cerimonia per la firma e il lancio dell’iniziativa, Janusz Wojciechowski, Commissario per l’Agricoltura, ha affermato: “Celebriamo la produzione biologica, un tipo sostenibile di agricoltura in cui la produzione alimentare è realizzata in armonia con la natura, la biodiversità e il benessere degli animali. Il 23 settembre è anche l’equinozio d’autunno, in cui il giorno e la notte hanno uguale durata: un simbolo di equilibrio tra agricoltura e ambiente che ben si adatta alla produzione biologica. Sono lieto di poter lanciare, insieme al Parlamento europeo, al Consiglio e agli operatori chiave del settore, questa giornata annuale europea della produzione biologica. Si tratta di una grande opportunità per sensibilizzare in merito alla produzione biologica e promuovere il ruolo chiave che essa svolge nella transizione verso sistemi alimentari sostenibili”.
L’obiettivo generale del piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica è di stimolare in modo sostanziale la produzione e il consumo di prodotti biologici per contribuire al conseguimento degli obiettivi delle strategie “Dal produttore al consumatore” e “Biodiversità”, come la riduzione dell’uso di fertilizzanti, pesticidi e antimicrobici. Il settore biologico ha bisogno degli strumenti adeguati per crescere, come indicato nel piano d’azione. Al fine di garantire una crescita equilibrata del settore vengono proposte 23 azioni, strutturate attorno a 3 assi: dare impulso ai consumi, aumentare la produzione e migliorare ulteriormente la sostenibilità del settore.
Per dare impulso ai consumi, il piano d’azione include interventi quali l’informazione e la comunicazione sulla produzione biologica, la promozione del consumo di prodotti biologici e l’incentivazione a un maggiore utilizzo dei prodotti biologici nelle mense pubbliche mediante appalti pubblici. Inoltre, nell’ambito degli sforzi volti ad aumentare la produzione biologica, la politica agricola comune (PAC) rimarrà uno strumento fondamentale per sostenere la conversione all’agricoltura biologica.
Tale strumento sarà integrato, ad esempio, da eventi informativi e dalla creazione di reti per la condivisione delle migliori pratiche, nonchè dalla certificazione per gruppi di agricoltori piuttosto che per singoli individui. Infine, per migliorare la sostenibilità dell’agricoltura biologica, la Commissione destinerà almeno il 30 % del bilancio per le azioni di ricerca e innovazione nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura e delle zone rurali a tematiche specifiche o rilevanti per il settore biologico.
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Olio. Sud sale e Nord scende, la prossima campagna in lieve crescita
VERONA (ITALPRESS) – Il comparto olivicolo si prepara all’imminente campagna 2021 e, puntuali, escono i primi dati previsionali sulla produzione di olio di oliva. Secondo Teatronaturale.it, accanto alle luci non mancano le ombre, caldo e siccità hanno spento gli entusiasmi e spaccato a metà l’Italia dell’Olio: se il Sud, in particolare la sponda adriatica, festeggia, il Centro-Nord si lecca le ferite, con cali a doppia cifra ovunque. La produzione di olio di oliva nel 2021/22 dovrebbe attestarsi sulle 300 mila tonnellate, un dato in lieve crescita, ma inferiore alle attese che auspicavano un sostanzioso rilancio dopo il deludente 2020/21. Sarà la Puglia la regina dell’annata olivicola, con 140 mila tonnellate, quasi la metà della produzione nazionale; Calabria e Sicilia paiono appaiate a 30-35 mila tonnellate, stabili rispetto al 2020. Bene Basilicata, Molise e Abruzzo, con crescita a doppia cifra. Finiscono qui le buone notizie. Più a nord ci si spinge, più i cali sono consistenti: -20/25% in Campania e Lazio, -30/40% in Umbria e Toscana, -80% nel Garda e in Trentino, -40% in Liguria, si salva la Sardegna con un -10%. Il risultato finale dipenderà dalle desideratissime piogge che potrebbero alleggerire i danni della siccità, ma anche dai possibili attacchi tardivi di mosca che potrebbero pregiudicare qualità e quantità e dalle rese al frantoio.
In Spagna il raccolto che sarà stabile o in leggera flessione rispetto allo scorso anno; nel principale Paese produttore mondiale, la produzione dovrebbe attestarsi da 1,25 a 1,35 milioni di tonnellate. Le piogge delle ultime settimane a Jaen e Siviglia hanno salvato la stagione. In Grecia si prospetta una delle campagne più brutte dal dopoguerra, con la produzione che dovrebbe sfiorare le 200 mila tonnellate. Soprattutto a Creta, tradizionalmente il bacino produttivo di olio di qualità greco, la produzione sarà molto modesta, più stabile nel Peloponneso. Festeggia il Portogallo con una produzione da 140 mila tonnellate (+25%). Caldo e siccità porteranno a un lieve calo in Turchia, (200 mila tonnellate circa), mentre andrà bene in Marocco (+20%), per circa 130 mila tonnellate. In Tunisia campagna normale, da 250 mila tonnellate. In questi Paesi, a salvare la produzione ha contribuito soprattutto l’adozione di nuovi impianti irrigui.
Dati che rendono ancora più necessario ed utile il confronto alla prossima edizione di Sol&Agrifood Special Edition (Verona, dal 17 al 19 ottobre, ndr). Appuntamento altamente professionale, a numero chiuso e ingresso riservato su invito solo agli operatori del settore italiani ed esteri. Nuovi spazi espositivi e aree specifiche dedicate al biologico, saranno alcune delle novità di questa edizione smart della rassegna dell’agroalimentare di qualità, che si terrà in concomitanza con Vinitaly Special Edition. Sol&Agrifood torna al suo format in presenza, confermandosi come evento di riferimento per Olio evo, Cibo e Birra artigianale di qualità e grazie al Progetto europeo BIOLS.EU, con un focus e un’area dedicata al prodotto biologico certificato. Centrale sarà l’area gratuita di speed tasting nella quale tutti gli espositori potranno presentare il proprio prodotto di punta a buyers e food blogger.
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Biologico, a Verona il 9 e 10 novembre torna B/Open
VERONA (ITALPRESS) – In occasione del lancio dell’appuntamento annuale “EU Organic Day” dove il CESE (Comitato economico e sociale europeo) sottolinea l’importanza di sistemi alimentari più sostenibili, equi e inclusivi, Veronafiere conferma, il 9 e il 10 novembre prossimi B/Open, la manifestazione esclusivamente b2b dedicata al food biologico certificato. La seconda edizione sarà in presenza nella prestigiosa sede delle Gallerie Mercatali di Verona, patrimonio storico di architettura industriale, adiacente Veronafiere. Confermata anche la modalità digitale utilizzata per la passata edizione.
Gli ultimi 18 mesi hanno accelerato alcune dinamiche già in atto, come l’e-commerce e la crescita delle vendite di prodotti “organic” nella GDO, e ha confermato la crescita del settore, con consumi che tengono e si sviluppano e produzioni in aumento, anche se con ritmi inferiori rispetto al passato.
Grazie alla formula rivolta agli operatori professionali, agli stakeholder, alle istituzioni e alla partnership con AIAB, Assocertbio, Bioagricert, Bios, CCPB, ICEA, Suolo e Salute, Valoritalia, B/Open sta ottenendo risposte positive dalle aziende, con la partecipazione – fra le altre – di Agricola Grains, Lattebusche, Sonnentor Kraeuterhandels, Naturalebio, Antico Molino Rosso, Redoro Frantoi Veneti, Terre e Tradizioni, La Selva Società Bioagricola, Biosùdtirol, Regione del Veneto e Demeter Associazione Italia, entrambe con una collettiva di aziende.
Molto apprezzata la formula espositiva smart con l’opportunità di valorizzare al massimo le certificazioni richieste come condizione di partecipazione.
Grazie all’appeal del biologico e all’attenzione da parte dei consumatori a livello internazionale, B/Open organizzerà la presenza di delegazioni e buyer esteri, selezionati in collaborazione con la rete delegati di Veronafiere, tenendo presente le potenzialità di crescita dei vari mercati. I Paesi di provenienza degli operatori sono Germania, Danimarca, Francia, Spagna, Belgio, Svizzera, Austria, Balcani, Turchia, Emirati Arabi, Russia, Israele.
Convegni, workshop e approfondimenti. B/Open sarà l’occasione per incrociare le opportunità di business con convegni, workshop, dibattiti sui temi del biologico e della sostenibilità.
Tanti gli argomenti discussi nelle due giornate di manifestazione, tra cui, le opportunità di business nei mercati esteri per il settore dei prodotti biologici in ambito normativo e contrattuale, la politica nazionale ed europea in tema di biologico, la sostenibilità ambientale e sociale dell’intera filiera del bio, i nuovi materiali per un packaging ecosostenibile, la filiera Made in Italy del biologico, i numeri del biologico in Italia, il mondo del biodinamico, la filiera cerealicola e quella lattiero-casearia.
In collaborazione con Bio&Consumi (Tespi MediaGroup), ritorna l’appuntamento con gli Eco Packaging Awards, dove verranno appunto premiate le aziende che hanno coniugato alla produzione bio una sostenibilità anche nell’involucro, materiali e design, realizzando un’azione green ed ecosostenibile a tutto tondo.
L’area “Taste&Bio”. A B/Open si potranno degustare i prodotti delle aziende presenti in un’area appositamente realizzata “Taste&Bio”, in collaborazione con Ciberie, progetto innovativo di Piccola distribuzione evoluta (Pde), che consiste in uno spazio dedicato e pensato per far “incontrare” il prodotto biologico con i buyer presenti all’evento.
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Per l’olio un’annata ancora al di sotto delle potenzialità
ROMA (ITALPRESS) – La campagna olearia 2021/22, mediamente, si annuncia in leggera ripresa rispetto a quella dello scorso anno, seppur con forti differenze tra il Nord e le aree del Centro e del Sud. Confagricoltura presenta le stime del comparto mentre si svolgono le prime operazioni di raccolta delle olive in Sicilia. La qualità è buona, e in generale gli operatori sono soddisfatti per lo stato fitosanitario delle drupe – spiegano i tecnici dell’Organizzazione – L’umidità controllata ha infatti contribuito a contenere gli attacchi di mosca, ma la mancanza d’acqua, dovuta a un’estate particolarmente asciutta, limiterà la resa in molte province olivicole. La produzione di olio extravergine d’oliva, in particolare in Veneto e Lombardia, è stata praticamente azzerata a causa delle condizioni climatiche avverse: prima le gelate, che hanno ritardato le fioriture, poi le grandinate estive che hanno dato il colpo di grazia, con perdite anche del 90%. In Liguria la riduzione arriverà al 50% per fitopatologie che a luglio hanno provocato cascola di frutti sani. Dimezzata la produzione in Emilia-Romagna.
La situazione al Centro e al Sud si presenta estremamente variegata e altalenante a causa del clima e della disponibilità idrica. In Toscana, sulla costa, si avrà circa il 50% della produzione potenziale; nelle zone interne si andrà al 30%, ma lo stato fitosanitario è sotto controllo. In Abruzzo, rispetto allo scorso anno, la produzione registrerà un aumento del 10% con performance migliori nel Chietino e nel Pescarese. In Umbria si avrà un calo importante, anche se la qualità è ottima. Per Marche e Sardegna si prevede una contrazione, mentre nel Lazio l’andamento produttivo si mostrerà a macchia di leopardo, con le province di Latina e Frosinone che lasciano presagire una buona raccolta, mentre Rieti, Viterbo e Roma avranno volumi più bassi. In generale ci si aspetta una riduzione del 25% rispetto allo scorso anno. Tiene l’olio extravergine nelle regioni meridionali, ad eccezione della Campania, dove si prevede un calo del 30%. In Molise, nonostante la siccità, si prevede un aumento del 10% e un prodotto di discreta qualità. In Puglia si annuncia un’annata di carica, ma con i volumi in parte condizionati dalla siccità.
Laddove è stata possibile l’irrigazione di soccorso – evidenzia Confagricoltura – si è riusciti a tamponare a scapito di costi di produzione più elevati. Nel Salento c’è grande attesa per i primi impianti di Favolosa (varietà al batterio della Xylella Fastidiosa) che entrano in produzione quest’anno e che lasciano intravedere una luce in un territorio flagellato dalla malattia. In Sicilia c’è soddisfazione per lo stato fitosanitario; la quantità invece è variabile. Si sta già iniziando a raccogliere nella zona orientale per le produzioni di alta qualità, con rese in olio limitate fra il 6% il 10%. In Calabria la campagna presenta una situazione decisamente diversificata, con le aree costiere di Cosenza e Crotone in carica e una buona produzione anche nelle zone interne. Valida la performance anche nel Catanzarese, mentre nelle province di Vibo e Reggio le produzioni si preannunciano meno positive dal punto di vista dei volumi.
“Il settore olivicolo-oleario è fortemente influenzato dai cambiamenti climatici estremi – afferma Walter Placida, presidente Federazione (FNP) Olio di Confagricoltura -Abbiamo avuto una stagione segnata da una diffusa siccità, in particolare nelle regioni meridionali, che ha favorito il contenimento delle problematiche fitosanitarie, ma che ha influenzato i volumi produttivi. Soltanto le prossime settimane, con il clima che ci sarà all’inizio dell’autunno, potranno chiarire l’andamento anche in termini di resa in olio”. Il presidente di Unapol (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli) Tommaso Loiodice, aggiunge: “Mi auguro che si possano trovare le risorse finanziare da mettere a disposizione del comparto, per ampliare i sistemi di irrigazione in modo da affrontare meglio periodi di siccità che hanno caratterizzato la campagna attuale”.
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Ferrero Rocher entra nel mercato delle tavolette
MILANO (ITALPRESS) – Dopo l’ingresso nel mondo dei gelati confezionati, il Gruppo Ferrero lancia un nuovo prodotto a firma Ferrero Rocher entrando nel mercato delle tavolette di cioccolato che complessivamente – considerando GDO, discount e canale tradizionale – vale circa 578 milioni. Un segmento in continua crescita che, solo in GDO, vale 439 milioni con un presidio di oltre il 45% di soli due player e che nel 2020 ha visto la presenza di 103 referenze totali. Il Gruppo, trasformando l’iconica specialità sferica in una tavoletta, ha reso così Ferrero Rocher un vero e proprio power brand mondiale consolidando ancora di più la sua fama internazionale.
Il lancio delle nuove tavolette, infatti, coinvolgerà – oltre l’Italia – anche Germania, Regno Unito, Russia, Austria, Francia, Polonia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo per approdare poi, nel 2022, in Spagna, Portogallo e Usa. Le nuove 3 referenze in Italia saranno al gusto di cioccolato al latte, cioccolato fondente e cioccolato bianco seguendo perfettamente i trend di consumo del 2020 che vedono il cioccolato fondente come prima scelta dei consumatori con una quota sul mercato del 37%, seguito dal cioccolato al latte (24%), e infine dal cioccolato bianco (4%). Disponibili in tutti i canali della GDO a partire da inizio ottobre, le tre varianti presentano una delicata cupola sopra il quadrotto che richiama la forma sferica delle specialità originali invitando a scoprire i diversi strati al suo interno: una raffinata conchiglia di cioccolato che racchiude un ripieno cremoso con granella di nocciole, ingrediente presente non solo al centro, ma anche nei due strati. Una vera e propria innovazione di prodotto studiata per diversi anni con il coinvolgimento di una squadra di 50 persone che ha realizzato tantissime “prove” prima di arrivare alla ricetta finale.
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Prosek, Patuanelli “Ci opporremo a errata e assurda decisione”
ROMA (ITALPRESS) – “Non ci sono le condizioni giuridiche perchè il prosek venga registrato. Non esiste in Croazia una zona che si chiama ‘prosek’, mentre esiste in Italia la zona del prosecco. Ci opporremo con tutte le forze possibili alle pretese della Croazia e a una scelta che la Commissione europea dovrà fare e che dovrà tenere conto delle nostre controdeduzioni. Faremo tutto il possibile per spiegare alla Commissione la situazione reale”. Ci batteremo per correggere questa errata e assurda decisione che penalizza produttori e consumatori e mette a rischio i nostri territori. E’ necessariamente una battaglia di tutto il Paese a tutela di una delle nostre eccellenze”. Lo ha detto Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole, durante un’informativa sulla tutela della denominazione di origine controllata del “Prosecco” al Senato. “Stiamo lavorando con il sottosegretario Centinaio e con gli Uffici – ha spiegato – per approntare nel modo migliore possibile le nostre opposizioni. L’Italia è attrezzata”.
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Aceto Balsamico di Modena IGP, produzione in crescita del 15%
Nella foto: il maestro pasticciere Sal de Riso (in centro); Mariangela Grosoli, presidente Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena; Enrico Corsini, presidente Consorzio Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
MILANO (ITALPRESS) – I Consorzi di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP insieme, a Milano, per sottolineare successi e novità del mondo dell’Oro Nero, eccellenze del territorio di Modena e Reggio Emilia.
L’Aceto Balsamico di Modena IGP nel 2020 ha raggiunto il miliardo di euro di fatturato al consumo, superando i 90 milioni di litri prodotti. Il 2021 fa ben sperare, con la produzione che da gennaio a fine agosto 2021 è risultata in crescita del 15% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Con 64 produttori e un export che rappresenta il 92% della produzione, in ben 120 paesi del mondo, è uno dei principali prodotti agroalimentari italiani nel mondo. L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, invece, è di limitatissima e costosa produzione e da secoli è ottenuto dal solo mosto cotto delle uve tipiche con tempi pressochè infiniti di invecchiamento; testimonia la passione innata nel territorio per il gusto “agro dolce”.
Due prodotti con caratteristiche uniche, dalla grande versatilità in cucina, come dimostrato anche nello show cooking tenuto dal maestro pasticcere Salvatore de Riso, della pasticceria Sal De Riso di Minori (SA) in Terrazza Martini. Il maestro ha realizzato due differenti dessert abbinando ingredienti tipici del suo territorio con le due tipologie di Balsamico. Il primo, Dolce Passione Cilentana, a base di pan di Spagna alle nocciole, crema leggera di ricotta di bufala e pere caramellate all’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP; il secondo, Ispirazione di fragole e limone, un dolce al bicchiere a base di Dolce d’Amalfi, crema leggera al limone e gelatina di fragole all’Aceto Balsamico di Modena IGP Invecchiato.
La serata è stata l’occasione per annunciare il Consortium Profile, il nuovo sistema di classificazione sviluppato dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena con l’obiettivo di fornire al consumatore uno strumento efficace per individuare le principali caratteristiche organolettiche del prodotto sullo scaffale: un logo che attraverso elementi grafici e descrittivi sarà in grado di fornire un profilo sensoriale semplice e immediato.
Tra i produttori sono presenti ancora oggi dei marchi storici che hanno contribuito, fin da inizio 900, ad affermare la fama dell’Aceto Balsamico di Modena IGP sui mercati nazionali ed internazionali e a ottenere nel 1933 il primo riconoscimento legislativo della produzione da parte del Ministero Italiano dell’Agricoltura.
L’evento in Terrazza Martini precede di qualche giorno l’ormai ricorrente festa di “Acetaie Aperte”, da sempre organizzata congiuntamente dai due Consorzi di Tutela, che, per il 2021, si terrà domenica 26 settembre.
“Acetaie Aperte 2021” coinvolgerà, nel rispetto delle normative anti Covid, 33 acetaie della provincia di Modena. Attraverso le visite guidate nei luoghi di produzione sarà possibile percorrere l’intera filiera produttiva, a partire dalle materie prime, con la cottura del mosto d’uva, fino ad arrivare alle sale di invecchiamento, scoprendo le differenze tra l’Aceto Balsamico di Modena IGP e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, e apprezzandone le caratteristiche e peculiarità. Tra le varie iniziative, percorsi culturali nelle acetaie comunali e la visita al museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale con i Maestri Assaggiatori della Consorteria di Spilamberto. Sarà possibile assaggiare aceti in purezza di varie tipologie e invecchiamento, così come provare abbinamenti fra l’Aceto Balsamico di Modena IGP e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP con le numerose specialità enogastronomiche del territorio. Saranno disponibili visite in vigna, a fattorie didattiche e per i più piccoli, dimostrazioni di vendemmia. Tutte le Acetaie aderenti e i programmi sono disponibili sul sito www.acetaieaperte.com .
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