ROMA (ITALPRESS) – La Direzione Aziendale di Ferrero ha incontrato le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e il Coordinamento sindacale Ferrero delle RSU e delle Rappresentanze Sindacali della Rete Commerciale. L’incontro si è svolto in modalità videoconferenza e ha permesso la partecipazione da remoto dei delegati e dei responsabili sindacali territoriali e regionali delle sedi Ferrero interessate.
L’incontro, previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, ha consentito alle Parti di analizzare gli andamenti di mercato, le prospettive produttive aziendali, i programmi di investimento per gli stabilimenti e le unità aziendali italiane, le tendenze occupazionali nonchè le iniziative previste dal vigente Accordo Integrativo Aziendale. “In un anno caratterizzato ancora dagli effetti della pandemia Covid 19 – si legge in una nota -, l’attenta attuazione di tutte le misure di sicurezza previste dalla legislazione e dai protocolli nazionali, ha consentito a tutti i dipendenti di lavorare in piena sicurezza; L’Azienda e le Organizzazioni sindacali hanno espresso piena soddisfazione per tutte le attività fatte a garanzia della tutela e sicurezza dei lavoratori”.
Inoltre, sulla base di quanto convenuto nel vigente Accordo Integrativo Aziendale, nel corso dell’incontro si sono esaminati gli andamenti gestionali aziendali e si è determinata la cifra di PLO (premio legato ad obiettivi) per l’esercizio 2020/2021. L’importo massimo raggiungibile, per l’anno in corso, è di 2.320 euro lordi ed è determinato dall’andamento di due parametri: il risultato economico, unico per tutta l’azienda (che concorre a
determinare il 30% del premio), e il risultato gestionale (70% del premio) legato all’andamento specifico di ogni stabilimento/area.
(ITALPRESS).
Ferrero, siglato l’accordo per il premio obiettivi 2019/2020
Con Fieragricola di Verona un viaggio nel mondo dell’agro-voltaico
VERONA (ITALPRESS) – Con 1,1 miliardi di euro messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per sviluppare la produzione di energia rinnovabile attraverso l’agro-voltaico, si apre una nuova fase per la multifunzionalità in agricoltura, in grado di coniugare sostenibilità ambientale, produzione energetica e transizione ecologica.
Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura, in programma a Veronafiere dal 26 al 29 gennaio 2022, accende i riflettori sulle opportunità dell’abbinamento del fotovoltaico in agricoltura con un webinar previsto per giovedì 16 settembre (ore 17:15) dal titolo «L’agro-voltaico in Italia: cos’è e quali opportunità offre al settore agricolo».
Moderati da Leonardo Berlen, direttore di QualEnergia.it, interverranno Michela Demofonti, coordinatrice del Gruppo di Lavoro Agro-fotovoltaico Italia Solare; Alessandra Scognamiglio della Divisione Fotovoltaico e Smart Devices del Dipartimento Tecnologie energetiche rinnovabili e coordinatrice della task force Agrivoltaico sostenibile; Giovanni Simoni, fondatore di Kenergia spa.
L’appuntamento mira a introdurre il settore dell’agro-voltaico (o agrofotovoltaico), la sostenibilità ambientale ed economica delle iniziative, ad illustrare normativa, funzionamento, vantaggi, criticità e casi pratici per un agro – voltaico che sia un concreto contributo all’impresa agricola.
«L’agro-fotovoltaico è una grande opportunità per il Paese di coniugare le esigenze di decarbonizzazione e la salvaguardia o il ripristino dell’attività agricolo-pastorale – afferma Michela Demofonti, coordinatrice del Gruppo di Lavoro Agro-fotovoltaico Italia Solare -. Perchè si abbia lo sviluppo dell’agro-fotovoltaico è fondamentale l’interesse e l’accettazione dell’opinione pubblica, oltre alla definizione di un quadro normativo chiaro. In tal senso passi in avanti sono stati fatti con il Pnrr e il DL Semplificazioni, ma è necessario continuare verso azioni concrete di semplificazione degli iter autorizzativi e di rafforzamento dei meccanismi per agevolare la bancabilità dei progetti».
Dopo l’approfondimento sulla riforma della Politica agricola comune 2021-2027, sulla quale è stato raggiunto un accordo a livello europeo e che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2023, Fieragricola di Verona prosegue con gli eventi dedicati alle imprese agricole e agli operatori professionali e, con il webinar di giovedì 16 settembre, mette al centro del dibattito un’altra sfida per il settore primario, chiamato a rispondere ai grandi cambiamenti in atto, dall’esigenza di una maggiore produzione alimentare e un aumento delle rese in campo alla riduzione delle emissioni e dell’impatto ambientale, passando per un contenimento dei costi di produzione e soluzioni in grado di contrastare i cambiamenti climatici in atto.
Le energie da fonti rinnovabili agricole rappresentano una strategia vincente per migliorare le performance aziendali, valorizzando soluzioni di economia circolare in grado di contenere le emissioni inquinanti in atmosfera e ridurre l’utilizzo di carburanti di origine fossile, assicurando allo stesso tempo una migliore competitività aziendale.
«L’impianto agrovoltaico non è un impianto fotovoltaico costruito su un terreno agricolo – mette in chiaro Giovanni Simoni, ceo del Gruppo Kenergia – ma un progetto integrato e innovativo progettato, realizzato e gestito attraverso un accordo paritetico tra un operatore agricolo e un operatore elettrico. E’ un progetto di corresponsabilizzazione dal quale devono trarre beneficio la produzione e la redditività dell’agricoltura e la produzione di energia rinnovabile nel quadro del PNIEC».
«La sfida – precisa Alessandra Scognamiglio della Divisione Fotovoltaico e Smart Devices del Dipartimento Tecnologie energetiche rinnovabili e coordinatrice della task force Agrivoltaico sostenibile – è trasformare una questione tecnica in una questione di cultura complessa, con un approccio transdisciplinare supportato dai risultati della ricerca sulle migliori combinazioni colture e di sistemi fotovoltaici».
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Il Parmigiano Reggiano diventa un film diretto da Paolo Genovese
MILANO (ITALPRESS) – Si chiama “Gli Amigos” il nuovo mediometraggio di Paolo Genovese che è stato presentato oggi al Notorius Cinema Gloria di Milano, alla presenza del regista, dell’attore Stefano Fresi e del Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli.
Il film (Italia, Akita Film, 2021) con Stefano Fresi, Niccolò Gentili, Barbara Venturato, Francesco Gaudiello, Elena Funari, Marianne Leoni è un viaggio nel territorio di origine e produzione del formaggio Parmigiano Reggiano.
Una scuola di cucina viene invitata a partecipare ad una gara per aggiudicarsi uno stage presso il ristorante dello chef pluristellato Massimo Bottura. La vera sfida è che tutti devono utilizzare lo stesso ingrediente in ogni ricetta: il Parmigiano Reggiano. Da qui inizia un viaggio alla scoperta dei valori e dei segreti di questo prodotto straordinario, delle relazioni e dei sogni della giovane squadra di chef che animano questa storia appassionante. Stefano Fresi, il maestro della scuola di cucina, farà loro da guida e da mentore in questo viaggio dalle molteplici scoperte. Tutto quello che mangiamo porta con sè un valore che va protetto, custodito, tramandato. E’ quel valore che anche un gruppo di ragazzi, di amici – perchè in viaggio i legami si solidificano, l’esperienza diviene un momento di condivisione – ha deciso di scoprire e di raccontare. “Il Parmigiano Reggiano ha così tante storie da raccontare che la comunicazione tradizionale (gli spot in tv, la radio, il web) non ci basta più. L’anno scorso abbiamo lanciato www.scaglie.it, un portale che racconta i valori e il territorio di produzione e quest’anno siamo andati oltre con un mediometraggio. Un film girato dal regista Paolo Genovese, e con la partecipazione di Stefano Fresi e dello chef Massimo Bottura. Il racconto di aspiranti chef che visitano il territorio scoprendo sè stessi e l’universo Parmigiano Reggiano che è fatto di 300 caseifici, 2600 allevamenti, 50 mila persone che ogni giorno lavorano per trasformare il latte nel formaggio più amato nel mondo. Un’operazione di produzione e pianificazione che nessuna marca ha provato fino ad ora” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
Il film sarà trasmesso sabato 18 settembre su Rai1, alle ore 12.00 e sarà pubblicato sul sito internet del Consorzio di tutela: www.parmigianoreggiano.it.
Dal film saranno estratti sei spot che, da lunedì 20 settembre, saranno in programmazione sulle reti Rai, Mediaset e La7.
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Vino, in Gazzetta Ue domanda registrazione Prosek ma Italia protesta
ROMA (ITALPRESS) – La Commissione europea ha valutato la conformità ai requisiti di ammissibilità e validità della domanda di protezione della menzione tradizionale Prosek presentata dalla Croazia e procederà alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Lo ha annunciato il commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata da un gruppo di eurodeputati. La reazione italiana non si è fatta attendere.
“Nei confronti di uno dei prodotti simbolo del nostro Made in Italy da Bruxelles arriva una decisione gravissima e con cui di fatto l’Europa smentisce se stessa”, sottolinea il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio. “Solo pochi giorni fa la Corte di giustizia europea era stata molto chiara intervenendo sulla querelle fra Francia e Spagna sul caso Champanillo. Per i giudici, il regolamento Ue protegge le Dop da condotte relative sia a prodotti che a servizi e può sussistere evocazione di una Igp o di una Dop qualora, trattandosi di prodotti di apparenza analoga, vi sia un’affinità fonetica e visiva tra l’Igp o la Dop e il segno contestato. Ci sembra sia proprio il caso del Prosecco e del Proek”, osserva Centinaio. “La nostra denominazione è inoltre strettamente legata a un territorio ben definito. Un valore riconosciuto anche dall’Unesco che ha iscritto le colline del Prosecco nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. Vanno tutelati gli operatori agricoli e gli sforzi fatti per ottenere prodotti di qualità e impedire che terzi si possano avvantaggiare abusivamente della notorietà che deriva dalla qualità di tali prodotti. Ci opporremo in ogni sede e con tutti gli strumenti a disposizione contro una scelta irrazionale e lesiva di una nostra eccellenza apprezzata in tutto il mondo”, assicura il sottosegretario.
Anche il governatore veneto Luca Zaia esprime tutto i suo disappunto per questa decisione. “Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe conoscere la storia del prosecco. Dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali, dalle stesse strutture amministrative della Commissione Europea, anche rispetto alla riserva del suo nome, ma il prosecco ha, addirittura ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco.
Ciò che sta accadendo è vergognoso. Così non si difende l’agricoltura e così non difendono investimenti. Ma, soprattutto, così si mortifica la storia e l’identità di un territorio. Spero che ci siano gli strumenti per ricorrere. La Regione farà la sua parte”, assicura Zaia. Per Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, “la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE della domanda di registrazione del prodotto croato denominato Prosek, è sconcertante. L’impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano Valdobbiadene sono concretamente minacciati, così come lo è un prodotto simbolo del made in Italy”.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolinea come “è necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo. Si tratta di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio, dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi come in Argentina e Australia”.
Per l’assessore regionale veneto all’Agricoltura, Federico Caner,
si tratta di “un atteggiamento schizofrenico, incomprensibile, che mina la fiducia nelle istituzioni e mette a repentaglio le nostre produzioni. Contro questa decisione ricorreremo in tutte le sedi istituzionali competenti”.
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Tabacco, da BAT progetto pilota per una coltivazione più sostenibile
ROMA (ITALPRESS) – Sviluppare la digitalizzazione dei processi produttivi nel settore del tabacco, riducendo così l’impatto ambientale delle coltivazioni. E’ l’obiettivo di ‘A Greener Tomorrow Digital Project’, innovativo progetto pilota realizzato da British American Tobacco Italia in collaborazione con la startup campana JustOneEarth e l’organizzazione di produttori di tabacco Italtab, presentato nell’ambito dell’evento ‘A Greener Tomorrow: innovazione e sostenibilità per una tabacchicoltura più verdè, a Napoli.
Il progetto nasce per rispondere all’esigenza di integrare soluzioni digitali per favorire la transizione green della filiera del tabacco. Esigenza che risulta chiaramente dallo studio ‘La filiera tabacchicola di BAT Italia e la sfida di a greener tomorrow’ – il primo sul tema – realizzato dal think tank Competere.eu: sebbene le aziende si stiano evolvendo in termini di rispetto ambientale, sono ancora molto indietro dal punto di vista della digitalizzazione.
Lo studio comprende una survey nella quale sono state coinvolte 115 imprese agricole aderenti ad Italtab, attraverso cui sono stati raccolti dati relativi ad una serie di indicatori ambientali: dalla gestione delle risorse idriche alla gestione sostenibile del suolo, dai consumi energetici ai rifiuti, dalle emissioni di gas serra alle emissioni di ammoniaca. Sebbene emerga uno standard soddisfacente rispetto ad alcune pratiche agronomiche, come la gestione del suolo (il 63,5% degli intervistati ha avviato azioni su questo fronte) e delle risorse idriche (98%), allo stesso tempo si registra la necessità di un cambio di passo rispetto alla voce ‘innovazione per la sostenibilità ambientalè.
Meno del 15% delle aziende agricole ha, infatti, avviato processi di meccanizzazione e automazione per le varie fasi produttive, solo il 4% dichiara di utilizzare robot e droni e solo il 7% ricorre a sistemi di monitoraggio e mappatura delle colture. Dati sostanzialmente in linea con quelli dell’agricoltura nel suo insieme, ma che confermano gli ampi margini di miglioramento del comparto.
‘Il nostro studio propone una nuova prospettiva sul tema dell’innovazione e della sostenibilità nella tabacchicoltura – dichiara Pietro Paganini, presidente di Competere.eu -. Per la prima volta in Italia, è stata condotta una ricerca ‘dal bassò sugli investimenti e le iniziative che le aziende tabacchicole hanno implementato negli ultimi anni per migliorare i propri parametri di impatto ambientale e sociale. Abbiamo registrato un buon livello di attenzione rispetto alle pratiche di sostenibilità, ma servono maggiori strumenti a sostegno della filiera per agevolare nuovi investimenti, così come la cooperazione nel trasferimento tecnologicò.
Da queste evidenze si muove quindi l’impegno di BAT Italia ad accompagnare gli agricoltori verso più elevati standard di innovazione tecnologica e rispetto dell’ambiente nella coltivazione del tabacco. Per farlo si è rivolta alla start up JustOnEarth, che mette a disposizione il suo sistema di intelligenza artificiale per la decodifica dei dati raccolti dai satelliti ‘Sentinel’ dell’Agenzia Spaziale Europea, e ad Italtab, l’organizzazione di produttori di tabacco che riunisce 400 imprese agricole e 10.000 addetti tra Campania, Toscana, Umbria e Veneto, che ha coinvolto per la fase sperimentale il 30% dei suoi terreni.
Prendendo nota, attraverso il monitoraggio satellitare, di numerosi elementi come variazioni climatiche, percentuale di umidità nell’aria e sul suolo, stato di salute, esposizione e localizzazione della pianta, JustOneEarth è in grado di suggerire in tempo reale procedure di innaffiatura e concimazione più eco-sostenibili, riducendo drasticamente l’utilizzo di acqua, nitrati di azoto e fitofarmaci. Tutto in linea con le più recenti strategie elaborate a livello comunitario, come il ‘Green Deal’ e la nuova PAC, fortemente incentrate sul tema della riduzione dell’impatto ambientale della produzione agricola al fine di raggiungere elevati standard di sostenibilità ambientale.
‘Consentendo ai coltivatori di avere dati, informazioni e raccomandazioni in tempo reale, si accelera la transizione verso un’agricoltura sostenibile sul piano ambientale, economico e sociale – dichiara Valentina Piccioli, CEO di JustOnEarth -. Siamo orgogliosi di mettere a disposizione di una larga popolazione di operatori agricoli dati che in passato erano appannaggio di pochi analistì.
Le informazioni, raccolte e rielaborate dall’algoritmo sviluppato dalla start up, saranno fruibili da tutti gli agricoltori associati ad Italtab attraverso una web app (unfuturomigliore.net), a cui potranno accedere per ridefinire in maniera più sostenibile le procedure di coltivazione. Gli agricoltori potranno, inoltre, fornire feedback personali, contribuendo così al miglioramento della metodologia di monitoraggio.
Dalla survey di Competere.ue emerge anche un altro aspetto: l’assenza di strumenti di sostegno alla tabacchicoltura per migliorare i propri standard ambientali. Gli associati Italtab considerano, infatti, insufficienti (61,7%) o appena sufficienti (38,3%) gli incentivi pubblici erogati dalle Istituzioni competenti, e il 96,5% degli intervistati sarebbe molto stimolato ad investire in sostenibilità in presenza di maggiori incentivi.
‘Questo progetto conferma l’attenzione di BAT Italia per la tabacchicoltura italiana – dichiara Vincenzo Argo, presidente di Italtab -. L’implementazione di questa soluzione tecnologica nei campi consente alle nostre imprese di fare un passo in avanti importante in termini di digitalizzazione dei processi produttivi e di attenzione alla sostenibilità ambientale. Rinnoviamo l’appello a tutte le Istituzioni per un concreto supporto al settore tabacchicolo, per esempio creando condizioni più favorevoli ad acquisti pluriennali da parte delle multinazionali che, come dimostrato dallo studio, darebbero stabilità al comparto e dunque maggiore propensione ad investire in sostenibilità ambientalè.
‘L’investimento di BAT Italia per una maggiore sostenibilità ambientale nella coltivazione del tabacco va nella giusta direzione, che è quella di non lasciare soli gli agricoltori nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di sostenibilità che pone il Green Deal – spiega Dino Scanavino, Presidente di CIA -. Questo vale ancora di più per gli addetti del settore tabacchicolo, che negli ultimi anni si sono dovuti misurare con la contrazione dei volumi di produzione e con l’incertezza dei programmi di acquisto. Gli investimenti degli attori economici della filiera non sono sufficienti. La politica di concerto con gli operatori del settore può trovare soluzioni appropriate per un comparto che da reddito e lavoro a decine di migliaia di operatorì.
‘Accogliamo con entusiasmo il progetto di BAT Italia e Italtab, che consentirà, ad una filiera già molto attenta alla sostenibilità, di ridurre ulteriormente la pressione sulle risorse naturali – commenta Rosario Rago, Componente giunta esecutiva Confagricoltura -. Questa iniziativa, che va anche incontro alle esigenze della produzione, affiancherà le imprese agricole nel rispondere alle nuove sfide, in primis quelle che riguardano la transizione ecologica e digitale. La tabacchicoltura nazionale è essenziale per la vitalità sociale ed economica di molte aree del Paese, in particolare per quelle interessate dall’iniziativa di oggi. Una politica più attenta per il comparto abbinata ad una fiscalità equa è necessaria per garantire la continuità dell’attività agricola e l’occupazione in questo comparto, strategico per i territori vocatì.
Nello studio sono infine presenti anche diverse proposte di policy. Tra queste, l’istituzione di un tavolo di lavoro al MIPAAF sulla transizione ecologica dell’agricoltura italiana, l’elaborazione di politiche di sostegno diretto alle imprese della filiera tabacchicola, a partire da strumenti come il PNRR e la PAC, e l’intervento su condizioni di contesto, come la frammentazione fiscale nel settore del tabacco, che darebbero stabilità pluriennale al comparto, aumentando la propensione degli imprenditori agricoli agli investimenti in sostenibilità ambientale.
Il progetto pilota e l’indagine conoscitiva si inseriscono all’interno della strategia globale di BAT orientata alla creazione di ‘A Better Tomorrow’, per i consumatori, i dipendenti, e le comunità in cui opera.
‘Per BAT il ‘futuro migliorè è più verde, più consapevole, più equo e innovativo – dichiara Roberta Palazzetti, Presidente e AD BAT Italia e Area Director per il Sud Europa -. In questa strategia si inserisce il nostro impegno per un’agricoltura più sostenibile, basata su occupazione di qualità, tutela dell’ambiente e innovazione. Con questo progetto, che interessa una filiera numericamente consistente e geograficamente distribuita su più territori, diamo il nostro contributo alla transizione ecologica dell’agricoltura italiana, portando nei processi di coltivazione dei nostri agricoltori uno strumento tecnologico all’avanguardia e di immediato impatto positivo da un punto di vista ambientalè.
‘Ringraziamo BAT Italia per aver scelto e premiato nuovamente l’agricoltura campana – afferma Nicola Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania -. Un’iniziativa con cui la tabacchicoltura campana si candida ad essere un modello di riferimento per tutta l’agricoltura italiana. Ho intenzione di operare in stretta sinergia con tutti gli attori di questa filiera, con l’obiettivo di dare un contributo verso la transizione ecologica e con l’impegno a sfruttare al meglio le opportunità offerte a livello comunitariò.
‘Il progetto presentato oggi è un esempio concreto di come le nuove tecnologie e la digitalizzazione possano giocare un ruolo chiave per favorire la transizione green di questa così come di altre filiere del settore primario – evidenzia il Sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio – L’obiettivo è garantire una sostenibilità che non sia solo ambientale, ma anche economica e sociale. Il nostro impegno va nella direzione di sostenere la filiera tabacchicola e di tutelare qualità e occupazione che sono punti di forza del Made in Italy, in un’ottica sempre più verdè.
‘Il comparto dell’agricoltura di qualità deve poter garantire cibo e materie prime a sufficienza per una popolazione in continua crescita e deve farlo impiegando in maniera intelligente le materie prime e assicurando prodotti salubri. L’innovazione e la sostenibilità sono gli strumenti per lavorare su questi obiettivi, portando a soluzioni che permettano di consumare meno acqua e suolo, ma anche diminuire l’impiego di fertilizzanti, pesticidi e fitofarmacì, ha spiegato Chiara Braga, deputata Commissione Ambiente della Camera e Responsabile della Transizione Ecologica del PD.
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Triarico “L’agricoltura biodinamica è una chance per l’economia”
BOLOGNA (ITALPRESS) – “L’agricoltura biodinamica si dimostra una grande chance dal punto di vista economico, ma il sistema Paese deve supportarla”. Lo dice all’Italpress Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, a margine del Sanatech alla Fiera di Bologna.
“Stiamo registrando, e questa fiera lo sta dimostrando – osserva Triarico – una crescita continua. Da diversi anni il trend si conferma del prodotto agricolo biodinamico in Italia e all’estero. C’è stata una crescita che ha superato l’8% soltanto nell’ultimo anno, che pure è stato un anno difficile, e allo stesso tempo c’è una richiesta di formazione da parte degli agricoltori e una richiesta da parte dei trasformatori che hanno sempre più da rispondere a un mercato che cambia”. Per Triarico, dunque, c’è “bisogno di ricerca, di formazione perchè la risposta che possiamo dare al consumatore in questo momento è quella di avere del prodotto e di aiutare in questo modo l’economia nazionale”.
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Da Enea laser fotoacustico contro le sofisticazioni alimentari
ROMA (ITALPRESS) – Si chiama “SafeFood”, lo ha realizzato Enea ed è il primo sistema laser fotoacustico contro le sofisticazioni alimentari a disposizione di industrie alimentari e grandi catene di distribuzione. Il prototipo è in grado di rintracciare, in tempo reale, contaminanti su campioni non trattati con il prelievo di piccole quantità di prodotto. La tecnica laser fotoacustica, oltre che per la rapidità, si distingue per la precisione e l’affidabilità nella rilevazione di alcune importanti frodi alimentari, come quelle che riguardano pesce, riso, succhi di frutta, olio, latte e spezie, in particolare origano e zafferano. I ricercatori Enea stanno già lavorando a un secondo prototipo da utilizzare direttamente nei punti vendita, dagli scaffali dei negozi ai banchi del mercato. Il primo banco di prova per il prototipo è stata la rivelazione rapida di zafferano adulterato. Lo zafferano autentico, ottenuto da un fiore con tre stimmi che vengono raccolti ed essiccati, ha un alto costo e per questo si rischia che venga tagliato con un colorante, la tartrazina, o con spezie gialle come la curcuma. Partendo dallo zafferano puro, sono stati preparati vari campioni contaminati, per arrivare a concentrazioni di tartrazina e curcuma del 2%, in modo da testare la capacità del sistema di rivelarne quantità particolarmente basse. Alla base di ‘SafeFood’ c’è la spettroscopia laser fotoacustica, una tecnica già usata in diagnostica medica, rivelazione di esplosivi e monitoraggio dell’inquinamento, che dopo i lavori pionieristici con i laser a CO2, oggi si avvale delle prestazioni e delle dimensioni ridotte dei laser a cascata quantica. Il sistema utilizza luce e suono per funzionare: gran parte della luce prodotta dal fascio laser è modulata a una frequenza acustica e inviata nella cella fotoacustica, dove interagisce con il campione generando un’onda sonora che viene captata da un microfono, il cui segnale viene successivamente amplificato.
Questo sistema laser ha già fatto il grande ‘saltò dal laboratorio all’industria. “Abbiamo un accordo con un’azienda dell’apicoltura per il controllo della filiera del miele, a partire dalla rilevazione della presenza di pesticidi in polline e api. Inoltre, abbiamo stipulato un contratto con l’azienda Chelab della multinazionale Mèrieux NutriSciences Corporation, presente in 24 paesi, con 100 laboratori e 7 mila dipendenti, che mira a proteggere la salute dei consumatori in tutto il mondo e offre una vasta gamma di servizi analitici e di consulenza per prodotti alimentari, ambientali, agrochimici, di consumo, cosmetici e farmaceutici”, sottolinea Luca Fiorani, ricercatore Enea del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del Centro Ricerche di Frascati. I ricercatori Enea stanno collaborando anche con altre due aziende in materia di antisofisticazione: Orsell, un’azienda di distribuzione di prodotti per l’alimentazione zootecnica, e Tecnoalimenti, un consorzio di ricerca tecnico-scientifica e per l’innovazione nell’industria agroalimentare, costituito da 31 imprese, che rappresentano circa il 12% delle vendite del settore in Italia, con la partecipazione del Fondo Ricerca Applicata del Miur.
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Agricoltura, nel 2020 prezzo terreni stazionario e compravendite -8,4%
ROMA (ITALPRESS) – L’esplosione della pandemia nel 2020 ha lasciato il segno anche sul mercato fondiario, con una significativa contrazione dell’attività di compravendita, ma senza rilevanti conseguenze sulle quotazioni dei terreni.
Questi, in estrema sintesi, i risultati dell’indagine curata dai ricercatori delle sedi regionali del CREA Politiche e Bioeconomia, con il supporto del CONAF (Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali). Nel complesso, gli effetti del Covid sono stati meno gravi del previsto, grazie alla ripresa delle attività di compravendita nella seconda metà dell’anno, che è riuscita a compensare, seppure non pienamente, la flessione del primo semestre. Nel 2020 il prezzo dei terreni agricoli è rimasto stazionario (-0,1% sul 2019) con flessioni generalizzate soltanto nelle regioni del Nord-Est. Oltre a Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Liguria, che presentano le riduzioni più vistose, si sono riscontrate contrazioni anche in Toscana, Molise e Campania). Il numero di atti di compravendita di terreni agricoli, conclusi nel 2020, è diminuito dell’8,4% rispetto al 2019, invertendo una tendenza positiva che durava dal 2014. Il credito per l’acquisto di immobili in agricoltura, secondo Banca d’Italia, ha subìto una brusca battuta di arresto dopo il recupero iniziato nel 2012, riportando in primo piano il tema della difficoltà di accesso al credito, più volte denunciato dagli operatori del settore. Nonostante l’incertezza della situazione economica generale, per gli operatori del settore i segnali di ripresa potrebbero ripercuotersi anche sul mercato fondiario. Il PNRR potrebbe essere di aiuto, mentre permangono le perplessità legate alla riforma della PAC. Anche per il mercato degli affitti l’emergenza sanitaria non ha inciso in maniera sostanziale, con effetti limitati ad alcuni comparti che hanno registrato un’attività in flessione, come floricoltura, viticoltura e agriturismo. L’incertezza legata alla pandemia ha indotto molti operatori a preferire l’affitto piuttosto che optare per l’acquisto di nuovi terreni. Nel complesso, pertanto, l’istituto dell’affitto continua a rappresentare il principale strumento a disposizione degli imprenditori per ampliare le proprie superfici aziendali. Si è rilevata una maggiore propensione al rinnovo dei contratti in affitto piuttosto che alla stipula di nuove contrattazioni, quasi sempre senza modificare l’importo del canone, per via della proroga concessa ai Programmi di Sviluppo Rurale. La scadenza dei contratti di affitto rimane di fatto tradizionalmente collegata alle politiche comunitarie. In generale, la domanda tende a prevalere sull’offerta nelle regioni settentrionali, in quelle centrali la crisi generata dalla pandemia ha reso sostanzialmente immobile il mercato degli affitti e, anche nel Meridione, la situazione rimane abbastanza stazionaria.
(ITALPRESS).









