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Gruppo Cap Carbon Neutral per il secondo anno consecutivo

MILANO (ITALPRESS) – Gruppo CAP è Carbon Neutral per il secondo anno consecutivo. Sono 20.579 le tonnellate di CO2e, pari al 100% delle emissioni prodotte dalla water utility, compensate grazie all’acquisto di crediti di carbonio che andranno a sostenere due progetti, sviluppati in India e in Madagascar. I progetti scelti da Gruppo CAP servono a supportare la crescita economica e sostenibile delle comunità locali dei due Paesi, attraverso lo sviluppo di infrastrutture green che consentano di ridurre l’inquinamento. Due attività ad alto impatto che contribuiscono in modo attivo al raggiungimento dei Sustainable Developments Goals indicati dall’ONU.
“Gli accordi finali dell’ultimo summit di Glasgow prevedono sia l’abbattimento globale del 45% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, sia uno sforzo maggiore nell’aiutare il percorso di transizione energetica dei Paesi in via di Sviluppo, per diffondere una cultura della sostenibilità come concetto condiviso da tutti i Paesi del Globo, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Lo sviluppo degli obiettivi di sostenibilità che ci siamo prefissati per il 2033, in particolare la riduzione del 40% della nostra impronta di carbonio, è possibile solo grazie alla consapevolezza che le politiche di sostenibilità si debbano estendere oltre i confini dell’UE”.
Il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano continua nell’impegno concreto per ridurre la propria carbon footprint con una strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici efficace e a lungo termine, compensando la totalità delle emissioni prodotte grazie a investimenti in progetti che garantiscono benefici sociali, economici e ambientali su scala globale.
Per perseguire i propri obiettivi Gruppo CAP si è avvalsa del supporto di Carbonsink, società di consulenza specializzata nell’identificare strategie e modelli di business che rispondano in modo efficace alle nuove sfide legate al cambiamento climatico. Con l’acquisto di crediti di carbonio certificati, volti a compensare le emissioni di gas effetto serra (GHG) secondo standard internazionalmente riconosciuti, saranno finanziati due progetti: Metro Delhi, India, il primo progetto al mondo per la realizzazione di un sistema di mobilità su treni e metropolitane registrato sotto il Clean Development Mechanism, il “meccanismo di sviluppo pulito” previsto dal protocollo di Kyoto, e Water Is Life – Phase II, Madagascar per la realizzazione e messa in sicurezza di una rete di pozzi per l’acqua potabile in Madagascar, già finanziato da CAP nel corso del 2021.
Metro Delhi, India.
Non si può parlare dell’India senza pensare alle immagini di grandi metropoli dove si concentrano i più alti tassi di inquinamento a livello planetario. Con il progetto “Metro Delhi, India” verranno costruite infrastrutture all’avanguardia per gli spostamenti urbani. Nello specifico, le attività di progetto prevedono la creazione e il successivo funzionamento di un moderno sistema di trasporto efficiente, sicuro, rapido, conveniente e confortevole, capace di movimentare circa 1.1 milioni di persone al giorno nella città di Delhi. Si stima una riduzione di oltre 520.000 tonnellate di CO2e
Water Is Life – Phase II, Madagascar
Il progetto prevede la costruzione e la messa in sicurezza di una rete di pozzi per aumentare l’accesso all’acqua potabile delle famiglie che vivono in tre villaggi alla periferia della città di Tulear, in Madagascar. In termini ambientali si parla di una riduzione pari a circa 10.000 tonnellate di CO2e ogni anno, con benefici concreti sulla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Grazie a questa iniziativa, fino a oggi sono già state oltre 50.000 le persone che hanno avuto accesso all’acqua potabile. Inoltre, al fine di garantire la qualità dell’acqua erogata, tre volte al mese vengono effettuate manutenzioni mirate e una pulizia accurata delle tecnologie. Una condizione di base quella della nascita di strutture per l’erogazione di acqua pulita e sicura che sta portando allo sviluppo della comunità locale contribuendo al rafforzamento del sistema scolastico, alla nascita di un nuovo orfanotrofio e di un progetto per realizzare nuove serre idroponiche sia all’interno delle strutture (come appunto l’orfanotrofio) sia nei villaggi rurali in cui sorgono le Water Tower.
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Rifiuti, nuovi standard di qualità tecnici e contrattuali omogenei

MILANO (ITALPRESS) – Un set di obblighi di servizio di qualità contrattuale e tecnica del servizio di gestione dei rifiuti urbani, minimi ed omogenei per tutte le gestioni del Paese, affiancati da indicatori e relativi standard generali, differenziati a seconda del livello qualitativo effettivo di partenza definito in base alle prestazioni previste nei Contratti di servizio e/o nelle Carte della qualità vigenti.
Sono questi gli obiettivi del “Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani” (TQRIF), approvato dall’ARERA con la delibera 15/2022/R/rif.
Nuovi standard minimi tecnici e contrattuali che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2023, ma per i quali la regolazione obbliga gli Enti territorialmente competenti a scegliere, entro il prossimo 31 marzo 2022, uno dei quattro schemi regolatori previsti, in base al livello di servizio effettivo di partenza, individuando i costi eventualmente connessi all’adeguamento agli obblighi all’interno del Piano Economico Finanziario (PEF) 2022-2025.
L’obiettivo di migliorare il servizio di gestione dei rifiuti e far convergere le diverse dimensioni territoriali verso standard comuni e omogenei a livello nazionale, deve infatti tenere conto delle diverse caratteristiche di partenza, applicando princìpi di gradualità, asimmetria e sostenibilità economica.
I principali obblighi legati alla qualità contrattuale riguarderanno la gestione delle richieste di attivazione, variazione e cessazione del servizio, dei reclami, delle richieste di informazioni e di rettifica degli importi addebitati. Le nuove regole riguarderanno anche le modalità e la periodicità di pagamento, la rateizzazione e il rimborso degli importi non dovuti, il ritiro dei rifiuti su chiamata o la riparazione delle attrezzature per la raccolta domiciliare. Per quanto riguarda, invece, la qualità tecnica, saranno previsti obblighi e standard relativi alla continuità, alla regolarità e alla sicurezza del servizio.
A titolo di esempio: secondo le regole di Qualità Contrattuale tutte le gestioni dovranno adottare una procedura puntuale per l’attivazione, la variazione o la cessazione del servizio rifiuti, specificando i tempi a disposizione degli utenti e le conseguenze in caso di decorrenza dei termini. Dovranno essere applicate le modalità di gestione dei reclami e assicurati i tempi di risposta previsti dall’Autorità.
Tutte le gestioni dovranno inoltre garantire specifiche modalità di rateizzazione le tenendo conto in particolare delle famiglie vulnerabili già beneficiarie del bonus sociale per disagio economico previsto per i settori elettrico e/o gas e/o per il settore idrico.
Rispetto alla Qualità Tecnica, assumeranno rilevanza la continuità e regolarità del servizio, per le quali tutte le gestioni dovranno realizzare una mappatura dei contenitori della raccolta stradale/di prossimità e predisporre un programma delle attività di raccolta e trasporto e spazzamento e lavaggio delle strade che prevede per ciascuna strada/via l’indicazione della data e fascia oraria di svolgimento del servizio. Gli standard, ad esempio la durata delle interruzioni, la puntualità del servizio di raccolta e trasporto e/o spazzamento e lavaggio delle strade, saranno variabili in base alle condizioni iniziali.
I dati di qualità, sia tecnica che contrattuale, dovranno essere pubblicati dai gestori nei propri siti internet e potranno essere oggetto di pubblicazione su web anche da parte di ARERA (in un’ottica di trasparenza, già applicata nei settori idrico ed energetico) per consentire ai cittadini la verifica delle prestazioni nei propri territori e la comparazione con altre realtà.
Si conferma, inoltre, l’adozione per ogni singola gestione di un’unica Carta della qualità del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani conforme alle disposizioni del Testo unico e – l’integrazione delTesto Integrato in tema di Trasparenza nel servizio di gestione dei rifiuti urbani favorendo la certezza e la facilità di accesso alle informazioni da parte degli utenti.
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Nuova vita alla plastica monouso, da Dpi ad “asfalto rinforzato”

BERGAMO (ITALPRESS) – Single Use PPE Reinforced Asphalt (SUPRA): è questo il nome dell’unico progetto finanziato perchè giudicato il miglior progetto sulla attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso nell’ambito del “bando per il finanziamento di attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso – Edizione 2021” promosso dal ministero della Transizione Ecologica.
Proposto dai ricercatori e professori del DEIM (Dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa) dell’Università della Tuscia, coordinati da Marco Marconi, prevede la collaborazione dei ricercatori Daniele Landi e Christian Spreafico del gruppo di ricerca Virtualization and Knowledge, Dipartimento di Ingegneria Gestionale dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli studi di Bergamo.
Il progetto si propone di definire, sperimentare e validare un nuovo scenario di economia circolare basato sul riuso di rifiuti plastici derivanti da Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) a fine vita, quali ad esempio mascherine e camici realizzati in tessuto-non-tessuto, per la preparazione di “asfalti rinforzati” con performance migliori in termini di resistenza alla frattura e vita utile in confronto ai tradizionali asfalti non rinforzati, e di pari o migliore livello in confronto ad asfalti rinforzati con altre tipologie di materiali comunemente impiegati in questo settore, quali ad esempio fibra di vetro o cellulosa.
“Di durata semestrale, il progetto è stato avviato a fine dicembre 2021 con un budget di 200 mila euro – spiega Caterina Rizzi, coordinatrice del gruppo di ricerca Virtualization and Knowledge -. I nostri ricercatori si occuperanno dello studio e della ricerca delle prestazioni dei DPI, e la valutazione ambientale, economica e sociale saranno svolte utilizzando metodologie standardizzate e riconosciute dalla comunità scientifica internazionale con l’obiettivo di sperimentare e validare un nuovo scenario di economia circolare basato sul riuso di rifiuti plastici derivanti da Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) a fine vita, quali ad esempio mascherine e camici realizzati in tessuto-non-tessuto”.
“Ogni anno – aggiungono Daniele Landi e Christian Spreafico – a livello globale, produciamo oltre due miliardi di tonnellate di rifiuti indifferenziati. Riuscire a trasformare un rifiuto in una risorsa non solo porta a vantaggi economici, ma permette di ottenere notevoli vantaggi sull’ambiente e sulle persone. L’obiettivo del progetto SUPRA è quello di eliminare i rifiuti prodotti dall’uso dei DPI e di ottenere un nuovo prodotto da utilizzare nell’ambito della costruzione delle strade. Possiamo trasformare la ‘spazzaturà in qualcosa di utile per l’ambiente e darle il corretto valore economico”.
I target stakeholders del progetto saranno tutte le imprese coinvolte nella filiera di smaltimento dei rifiuti e nella costruzione di infrastrutture stradali, quali aziende coinvolte nella gestione dei rifiuti che vedranno trasformare un flusso di rifiuto da smaltire in risorsa dal valore aggiunto, produttori di asfalti che potranno sostituire i rinforzi attualmente utilizzati con un altro a più basso costo e di medesime se non migliori performance, gestori di strade che, grazie alle incrementate performance dell’asfalto, potranno ridurre i costi di manutenzione delle pavimentazioni stradali e infine amministrazioni pubbliche, che potranno beneficiare sia direttamente (sulle strade direttamente gestite) che indirettamente (sulle strade affidate in gestione) dei ridotti costi di manutenzione.
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Con la campagna “Piccoli gesti, grandi crimini” -53% abbandono mozziconi

ROMA (ITALPRESS) – Ogni anno, solo in Italia, sono 14 miliardi i mozziconi di sigaretta che finiscono nell’ambiente, confermandosi il rifiuto più diffuso sulle nostre spiagge. Secondo l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), i mozziconi rappresentano il 40% dei rifiuti complessivi presenti nel Mediterraneo, davanti a bottiglie, sacchetti di plastica e lattine. Per contribuire a combattere il fenomeno del littering è nata ‘Piccoli gesti, grandi criminì, campagna realizzata da Marevivo, in collaborazione con BAT Italia e con il Patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), giunta a conclusione dopo aver coinvolto nel 2021 le città di Bari, Fermo, Catania e San Felice Circeo con attività di sensibilizzazione delle comunità locali, analisi quali-quantitative e condivisione di linee guida con le Istituzioni locali per la riduzione del fenomeno.
Nelle località coinvolte è stata realizzata un’installazione di grande impatto: una ‘scena del criminè in cui, accanto alle sagome delle vittime, raffiguranti tartarughe, pesci o altri animali marini, è stata posta la riproduzione di un mozzicone gigante come simbolica ‘arma del delittò. Durante il periodo di campagna sono poi state realizzate attività come la consegna di 15.000 posacenere portatili da parte dei volontari di Marevivo, l’affissione di locandine informative per le vie delle città, e la collocazione sul manto stradale di sagome di animali marini con un QR Code attraverso il quale le persone hanno potuto interagire con il sistema di intelligenza artificiale ‘MARINA’. Inoltre, a livello nazionale, ogni cittadino ha avuto la possibilità di diventare ambassador della campagna sottoscrivendone il Manifesto e ricevendo un attestato per la comprovata adesione. Le sottoscrizioni registrate sono state circa 10.000. Infine, a tutti i Comuni italiani è stata data la possibilità di implementare la campagna sul proprio territorio grazie ad apposite Linee Guida e ad un Toolkit messo a disposizione da Marevivo e BAT Italia. Il progetto ha inoltre previsto una consistente fase di monitoraggio, sia qualitativo che quantitativo, per verificare l’efficacia della campagna e per la raccolta di dati oggettivi da mettere a disposizione delle Istituzioni allo scopo di identificare best practice utili a prevenire in modo più efficace questa grave minaccia per la salute dell’ecosistema marino e dell’ambiente. Queste attività sono state affidate alla startup italiana JustOnEarth, specializzata in analisi dei dati e sostenibilità ambientale, e a Utilitalia, la Federazione delle imprese operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas. Secondo l’indagine sui comportamenti dei fumatori condotta da JustOnEarth durante la campagna a Bari, Fermo, Catania e San Felice Circeo, più di metà delle sigarette sono fumate fuori casa. Post campagna, è stata registrata nelle 4 località una forte riduzione del fenomeno del littering per un valore medio complessivo di -53%: -86% a Fermo, -57% a Catania e -16% a Bari.
Tra le partnership della campagna 2021 anche quella con Utilitalia, la Federazione delle imprese operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas, che ha effettuato un’analisi, con il supporto delle aziende associate che operano nei Comuni di Bari, Genova, Pordenone e Terni, per definire standard per il calcolo dell’incidenza del rifiuto mozzicone sul totale del littering.
‘Se non smaltiti correttamente i mozziconi di sigaretta rappresentano un danno enorme per l’ambiente: sono i rifiuti più frequenti sulle spiagge, rilasciano sostanze nocive nel mare, il loro filtro non è biodegradabile, si sminuzza in microplastiche e rimane in mare per semprè ha dichiarato Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo. ‘Durante la campagna abbiamo registrato una significativa riduzione media dei mozziconi abbandonati nell’ambiente pari al 53%, dimostrando, così, quanto sia importante informare e sensibilizzare i cittadini per migliorare la consapevolezza sul problema, stimolando abitudini e comportamenti corretti. Alle amministrazioni chiediamo, infine, di essere al nostro fianco, aiutandoci a contrastare questa minaccia gravissima per l’ambiente e il mare. Una cosa è certa: ciascuno di noi può fare la differenza!’.
Roberta Palazzetti, Presidente e AD BAT Italia, Area Director Sud Europa ha commentato: ‘Piccoli gesti, grandi criminì è uno dei nostri progetti di punta per il raggiungimento di ‘A Better Tomorrow’, il proposito aziendale che in BAT seguiamo per ridurre l’impatto del nostro business sulla salute dei consumatori e sull’ambiente. Il progetto ha dimostrato che è possibile ridurre il fenomeno del littering, ma anche raccogliere informazioni scientifiche per consentire ad Istituzioni e stakeholders di attuare al meglio la nuova direttiva SUP-Single Use Plastics. Il gruppo BAT a livello globale è consapevole della necessità di percorrere nuove strade che consentano di prevenire efficacemente il problema dello smaltimento delle plastiche presenti nei filtri delle sigarette, e sta investendo in ricerca e sviluppo per implementare soluzioni sostenibili per l’eliminazione della plastica monouso dal filtro delle sigarette, interpretando alla lettera lo spirito della direttiva. E’ però importante costruire uno schema di responsabilità estesa bilanciato, basato sulla condivisione di dati e best practice, ispirato a criteri di efficienza economica e in grado di produrre concretamente effetti positivi per l’ambientè.
‘Questo progetto esprime una sinergia virtuosa tra pubblico e privato che ha il merito di affrontare in maniera pragmatica ed efficace un fenomeno che comporta un grave pregiudizio per l’ambiente, e dimostra che le imprese responsabili possono rappresentare un alleato prezioso per le Istituzioni rispetto alle sfide del nostro tempo. Mi impegnerò con tutte le Istituzioni per favorire l’attuazione della direttiva SUP in modo sostenibile, attento alle esigenze del mondo produttivo e realmente efficace per l’ambientè, ha commentato Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro dello Sviluppo Economico.
‘L’iniziativa ‘Piccoli gesti, grandi criminì ha il merito di lavorare in due direzioni, entrambe molto importanti: la sensibilizzazione dei cittadini e la raccolta di dati utili a costruire nuove policy multilivello per la prevenzione del fenomeno, dimostrando quanto sia fondamentale una collaborazione attiva tra Istituzioni, terzo settore, industria, stakeholders e soprattutto cittadini, ha dichiarato Laura D’aprile, Capo Dipartimento per la Transizione Ecologica e gli Investimenti Verdi – DiTEI. ‘C’è ancora tanta strada da fare ma occorre specificare che un importante passo è stato compiuto con l’introduzione dell’etichettatura dei prodotti del tabacco prevista dalla direttiva Plastiche monouso, volta a richiamare i produttori alla responsabilità sui propri prodotti e aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica sulla necessità che questi siano gestiti correttamente una volta divenuti rifiuti. Lo sforzo sinergico a cui tutti gli attori sono chiamati è la chiave per il successo e noi, come Ministero della Transizione Ecologica, continueremo a promuovere e coordinare interventi congiunti di prevenzione del fenomeno del littering’.
‘Il progetto ha confermato anche nel 2021 un successo che non si limita alla sola sensibilizzazione dei consumatori, coinvolgendo anche partner tecnici. A dimostrarlo sono in primis i risultati emersi dalle analisi condotte. Bene i dati relativi all’impatto derivante dalla più efficiente localizzazione dei cestini e dal ricorso a posacenere tascabili, a conferma del fatto che ridurre o addirittura eliminare il fenomeno del littering, vero e proprio reato ritenuto socialmente accettabile, è possibile. E’ fondamentale che la politica dia un contributo concreto alla causa. L’ordinamento italiano si è dotato di una normativa severa rispetto all’inquinamento ambientale da littering, con sanzioni amministrative per chiunque disperda rifiuti di piccole dimensioni, in particolare mozziconi. Non sono ancora sufficienti però, i dati relativi all’attuazione della norma e dunque all’elevazione di sanzioni nei confronti di chi le viola. Ecco perchè il mondo politico deve impegnarsi, a tutti i livelli, affinchè questo ‘piccolò gesto diventi un enorme crimine agli occhi di tuttì, ha dichiarato Alessandra Gallone, Segretario Commissione Ambiente Senato.
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Gruppo Cap si conferma per il quarto anno Top Employers Italia

MILANO (ITALPRESS) – Attenzione continua alla formazione e allo sviluppo delle competenze, attività di engagement per costruire esperienze per rafforzare il senso di appartenenza e identità, azioni di people empowerment per accrescere la cultura della sostenibilità, valorizzazione dei talenti e welfare aziendale per disegnare un’organizzazione del lavoro sempre più flessibile, ma anche spazio al volontariato aziendale. Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, si riconferma per il quarto anno consecutivo Top Employers Italia.
L’utility pubblica è tra le 1.700 realtà a livello mondiale in cui si lavora meglio secondo Top Employers Institute, l’ente indipendente che certifica in tutto il mondo le imprese eccellenti nell’ambito delle risorse umane, attraverso un questionario denominato HR Best Practice Survey. Si tratta di un processo di analisi i cui risultati vengono sottoposti a uno scrupoloso audit al fine di garantire l’effettivo raggiungimento degli elevati standard richiesti.
“Anche il 2021 è stato un anno complesso, ma grazie a tutte le persone di Gruppo CAP, con la loro forza e la loro resilienza, abbiamo continuato a svolgere un lavoro eccellente che abbiamo costantemente adattato a nuovi spazi e modalità: dal co-working al desk sharing. E proprio con l’apertura della nuova sede prevediamo un’ulteriore evoluzione del nostro modo di lavorare e interagire – commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP – La nostra ARCA, edificio concepito secondo i più evoluti codici di sostenibilità, ospiterà persone formate e proiettate sul futuro green del nostro territorio grazie a progetti di empowerment e di volontariato disegnati per accrescere la consapevolezza di una cultura e uno stile di vita attento alla sostenibilità”.
Tra le iniziative che hanno contribuito a ottenere la certificazione Top Employers Italia c’è Missione 2033, l’iniziativa aperta a tutte le 887 persone che lavorano in CAP, che ha previsto lo scorso anno l’ideazione di laboratori di co-progettazione, dedicati a 3 linee guida: “Planet, People e Partnership”, al fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi del Piano di Sostenibilità secondo tre principi cardine “resilienti, sensibili e innovatori”. Il progetto suddiviso in 12 gruppi di lavoro, 4 gruppi per ogni mission, ha spinto ogni gruppo a sviluppare e presentare attività legate agli obiettivi di sostenibilità dell’utility. Incentrato sull’esigenza di acquisire competenze digitali indispensabili per affrontare i grandi cambiamenti in atto in tema di innovazione e trasformazione digitale, CAP ha avviato nel 2020 il percorso “CAP ID – Digitali. Aperti. Umani.”, che affronta i temi della digitalizzazione partendo da un nuovo approccio culturale: con la trasformazione digitale, infatti, non cambiano solo i dispositivi e le tecnologie, ma anche il modo di lavorare e le competenze necessarie.
Per questo motivo le politiche HR in CAP poggiano su strategie all’avanguardia che spaziano dall’attività di formazione continua, che nel 2020 ha totalizzato un pacchetto di oltre 19.000 ore, a un percorso mirato su diversity & inclusion management, passando per le attività volte a introdurre temi centrali quali le differenze di genere, legalità, etica e trasparenza, gli approfondimenti sull’economia circolare.
“Le competenze necessarie per il mondo del lavoro evolvono così rapidamente da richiedere un approccio dinamico e continuo alla formazione che deve includere attività incentrate sull’esperienza e sull’identità di gruppo in cui poter consolidare i valori che caratterizzano un’azienda, aggiunge Maria Rosaria Brunetti, Direttrice Risorse umane, Organizzazione e People Development. Ecco perchè abbiamo dedicato due momenti importanti al processo di digitalizzazione e di sostenibilità, parole chiave per il futuro del nostro settore su cui da anni costruiamo percorsi rivolti al nostro capitale umano, dal personale operativo alle figure apicali”.
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Imprese, Lombardia prima in Italia per eco-investimenti e green jobs

MILANO (ITALPRESS) – Con 89.784 imprese, la Lombardia è al primo posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto di aziende che hanno investito, o investiranno entro l’anno, in tecnologie green. E’ quanto rivelato dal dodicesimo rapporto Greenitaly realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica. A livello provinciale, Milano con le sue 35.352 imprese green è la provincia più virtuosa della Lombardia. Seconda Varese con 11.712 imprese, terza Monza con 9.480, Como con 7.868, Bergamo 6.598, Brescia 5.911. Poi Pavia con 2801; Mantova con 2691; Lecco con 2403; Cremona con 1921; Sondrio con 1383 e infine Lodi con 1244. L’ottimo risultato della provincia di Milano è confermato anche su scala nazionale: Milano è al primo posto in Italia nella graduatoria provinciale per numero di imprese green. Inoltre, con 116.418 contratti stipulati a green jobs dalle imprese per il 2020, la Lombardia è al vertice anche della graduatoria regionale per numero di contratti stipulati o programmati entro l’anno.
“La transizione verso un’economia che sia realmente sostenibile nel lungo periodo per la vita dell’ambiente e della società è un’urgenza non più rimandabile” ha detto il presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti. “Occorre leggere tutte le opportunità che l’economia green ci può offrire – ha continuato – insieme alla consapevolezza delle possibili difficoltà: percorrere questa strada genera infatti valore e crescita, ma allo stesso tempo la sfida al cambiamento non ha su tutti lo stesso impatto. Il nostro territorio ha sviluppato una grande attenzione condivisa sul tema dell’economia circolare, favorendo la creazione di importanti alleanze tra imprese, istituzioni e reti di comunità su azioni di riduzione dello spreco e valorizzazione delle risorse, che possono diventare strumenti di inclusione e contrasto alla disuguaglianza. Per proseguire con equilibrio nella transizione verde è oggi cruciale abilitare nelle persone le competenze richieste in ambito green jobs, investendo sulla formazione e sulla valorizzazione del capitale umano a partire dai più giovani” ha concluso.
La Lombardia può essere “alla guida di un’Italia che fa della transizione verde la chiave per costruire un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo più forti e capaci di affrontare il futuro” ha detto Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. “E’ questa la direzione indicata dall’Europa con il Next Generation EU, alla base degli ingenti finanziamenti del PNRR – ha spiegato – per affrontare la pandemia e la crisi climatica. Un’economia che, come dice il Manifesto di Assisi, non lascia indietro nessuno, non lascia solo nessuno per costruire un mondo più sicuro, civile e gentile. Nel Rapporto Greenitaly si confermauna accelerazione verso la greeneconomy del sistema imprenditoriale italiano. Un’Italia che fa l’Italia che sperimenta in campo aperto un paradigma produttivo fatto di sostenibilità, innovazione, bellezza, cura e valorizzazione dell’ambiente, dei territori, delle comunità”.
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Cnr-Cai, nasce la rete dei rifugi sentinelle del clima

ROMA (ITALPRESS) – Con l’individuazione di diciannove siti osservativi, quindici Rifugi CAI e quattro Osservatori CNR, nasce una rete che sarà dedicata al monitoraggio meteo-climatico lungo tutta la penisola, dalle Alpi al centro del Bacino del Mediterraneo, al fine di ottenere un quadro reale sullo stato del clima e dell’ambiente sulle nostre montagne e sul nostro territorio. Questa rete nasce a seguito dell’Accordo firmato dai Presidenti CNR e CAI l’11 dicembre 2019 Giornata internazionale della montagna, e grazie all’attività del Comitato di indirizzo CNR-CAI.
La messa a sistema di una simile rete che percorre tutta la penisola, vede l’apertura dei Rifugi CAI al monitoraggio dei principali parametri meteorologici ed all’attività scientifica, unitamente a quella già in essere negli Osservatori climatici CNR. Questo permetterà innanzitutto di ottimizzare risorse ed infrastrutture in aree particolarmente significative e sensibili per lo studio del clima, permettendo di ampliare la base osservativa volta a studi che il CNR già esegue nei quattro Osservatori montani presenti sul nostro territorio, rafforzando la possibilità di una migliore sorveglianza dell’ambiente d’alta quota e delle aree interne del Paese.
Dove possibile si avvieranno studi a scala locale su aspetti correlati non solo alla meteorologia, ma anche al clima, alla composizione dell’atmosfera, alle analisi ambientali, geologiche e geomorfologiche e, nei siti idonei, alle aree glaciali e periglaciali.
Ciò permetterà di proporre i Rifugi montani, allargando la Rete di queste prime “Sentinelle” anche ad altri Rifugi, come luoghi di diffusione della cultura scientifica, anche progettando interventi divulgativi che coinvolgano gli enti di governo locali e i turisti della montagna.
Il bacino del Mediterraneo e le regioni montane di alta quota sono definiti “hot-spot climatici”, ovvero siti dove il clima sta mutando più velocemente che nelle altre aree. Questo programma si focalizza sugli ambienti di alta quota della nostra penisola, promuovendo osservazioni meteorologiche perchè i dati che saranno raccolti, insieme alle proiezioni elaborate dai modelli climatici, possano offrire negli anni la possibilità di tracciare lo stato presente e di produrre attendibili scenari evolutivi sul futuro delle montagne del nostro Paese.
Nel primo Report pubblicato sul sito https://rifugisentinella.cnr.it/ di cui una sintesi è presentata nel numero di gennaio della rivista CAI Montagne360, si riporta che “Le osservazioni di temperatura del Pianeta riferiscono che gli ultimi due decenni sono stati i più caldi dal 1850. Secondo Copernicus Climate Change Service – C3S (programma coordinato e gestito dalla Commissione europea) il 2020 a livello mondiale è stato circa 1,25 °C al di sopra del periodo preindustriale 1850-1900, alla pari del 2016, l’anno più caldo mai registrato. Anche per l’Europa il 2020 si è rivelato l’anno più caldo fin qui registrato, mentre in Italia, a partire dal 1800, è stato secondo solo al 2018, come rilevato dal CNR- ISAC. Questo innalzamento delle temperature si manifesta anche in alta quota, come rileva il Comitato Glaciologico Italiano. Si stima infatti che la superficie dei ghiacciai delle Alpi si sia ridotta mediamente negli ultimi 150 anni del 60%, con casi estremi, come la Marmolada, che ha perso in cent’anni un volume di circa il 90%”. “Il riscaldamento globale, ma anche la deposizione di particolato assorbente di origine antropica e naturale, sono tra i principali responsabili di quello che già oggi si configura come un disastro ambientale. A partire da questo scenario, se le tendenze climatiche rimangono invariate, si stima che nel 2050 gran parte dei ghiacciai sotto i 3000 m di quota saranno estinti. Nel 2100, sulle Alpi italiane, le aree glaciali saranno presenti solo alle quote più elevate dei massicci più imponenti. Gli ambienti proglaciali si espanderanno a scapito di quelli glaciali. L’ulteriore aumento delle temperature, previsto, se non si adotteranno apposite politiche di contenimento delle emissioni climalteranti, farà si che i processi di instabilità naturale aumenteranno ancora di più rispetto ad oggi, in frequenza e magnitudo, a causa della fusione delle masse glaciali e della degradazione del permafrost”, si legge ancora.
“Aumenterà la frequenza e l’entità dei problemi di approvvigionamento idrico e le sole acque meteoriche (pioggia e neve fusa) potrebbero non bastare a soddisfare i fabbisogni essenziali, quali la ricarica delle falde acquifere, dei laghi naturali e degli invasi artificiali, e il deflusso minimo vitale dei fiumi. Già oggi – conclude il report – alcuni Rifugi in alta quota hanno dovuto ridurre il periodo di apertura estiva per mancanza di acqua approvvigionata dai vicini nevai. Se non si adotteranno specifiche misure di salvaguardia per il clima e l’ambiente, già presentate nell’accordo di Parigi e nei recenti report dell’IPCC, queste problematiche rischiano di manifestarsi anche in tutti i settori produttivi che risentiranno di periodi siccitosi, mentre anche lo stato di salute di molte popolazioni sarà a rischio, come già avvenuto in questi ultimi anni per le ondate di calore, mai riscontrate in precedenza”.
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E-mobility, accordo Enel-A2A per interoperabilità delle reti di ricarica

MILANO (ITALPRESS) – Enel, attraverso la nuova global business line globale dedicata alla mobilità elettrica, e A2A, hanno siglato un accordo che permetterà ai propri clienti dei servizi di e-mobility di accedere alla rete di circa 15mila punti di ricarica delle due aziende su tutto il territorio nazionale.
“L’accordo con A2A dimostra come grazie alla collaborazione tra i vari operatori sia possibile ampliare la disponibilità di infrastrutture di ricarica per auto elettriche”, dichiara Elisabetta Ripa, Responsabile della Global Business Line di Enel dedicata alla mobilità elettrica.
“La capillarità delle colonnine, la semplificazione e la velocità delle operazioni di ricarica sono i driver principali del processo di diffusione della mobilità elettrica che vogliamo continuare a guidare in Italia e nel Mondo sviluppando le migliori soluzioni per fare il pieno di energia ai veicoli elettrici in ambito pubblico e nel privato”, prosegue.
“Sostenere l’elettrificazione dei consumi, rendendo disponibili infrastrutture e servizi al cliente, è uno dei punti cardine della strategia di A2A, in linea con il piano industriale al 2030 – commenta Fabio Pressi, Amministratore Delegato di A2A E-Mobility – Il contributo che può dare lo sviluppo della mobilità elettrica alla sfida della decarbonizzazione è di grande importanza e l’accordo siglato con Enel va in questa direzione. L’interoperabilità delle reti di ricarica è infatti un fattore chiave per supportare concretamente la diffusione dell’e-mobility, in questo modo il sistema garantisce maggiore flessibilità e copertura sul territorio, rendendo fruibili le nostre colonnine a un maggior numero di utenti e potenziando i servizi offerti”.
La partnership permetterà agli utenti che utilizzano le app E-moving di A2A e JuicePass di Enel, di fare il pieno di energia alla propria auto elettrica indistintamente presso le infrastrutture di ricarica pubbliche delle due aziende. “Si tratta delle migliori tecnologie di ricarica presenti sul mercato – si legge in una nota -: caricatori Quick da 22 kW, Fast fino a 50 kW e gli High Power Charger che grazie a una potenza che arriva a 350kW consentono di ricaricare l’80% del veicolo elettrico in circa 20 minuti”.
(ITALPRESS).