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Ambiente

Clima, Wwf “I consumi dell’Ue minacciano ecosistemi cruciali”

ROMA (ITALPRESS) – Foreste e altri ecosistemi naturali, ovvero praterie, savane, zone umide e torbiere, specialmente nei paesi tropicali e subtropicali, vengono distrutti a una velocità impressionante, aggravando il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e di essenziali servizi ecosistemici che la natura fornisce e da cui dipendiamo. Una delle principali cause di questa distruzione è la produzione di materie prime e prodotti agricoli, zootecnici e forestali, con circa il 90% della deforestazione dovuta all’espansione dei terreni agricoli a discapito di altri usi del suolo (FAO). Mentre i governi dei paesi dell’UE e il Parlamento Europeo si avviano a discutere la proposta di legge della Commissione Europea contro la deforestazione, un nuovo report WWF sottolinea che la UE mancherà l’obiettivo di contrastare efficacemente la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico se non inserirà subito nella nuova legge gli ecosistemi non forestali.
L’indagine Oltre e foreste: ridurre l’impatto dell’UE su tutti i sistemi naturali condotta da 3keel per conto del WWF, fornisce una chiara evidenza dell’impatto dei consumi UE su nove ecoregioni del Pianeta.
Presentata lo scorso novembre, la proposta della Commissione Europea limita la portata della nuova legge alle sole foreste, con possibilità di ampliarla agli altri ecosistemi naturali a partire dalla prima revisione della legge. Ma la mancata inclusione degli ecosistemi non forestali nella proposta di legge, sottolinea il WWF, rischia di trasferire dalle foreste a savane, praterie e torbiere la pressione e la distruzione causate dalla produzione agricola e dalla zootecnica.
“L’approccio attendista della Commissione Europea è una risposta inadeguata all’elevata velocità con cui questi ecosistemi vengono distrutti – afferma Anke Schulmeister-Oldenhove, dell’European Policy Office del WWF -. Ciò è particolarmente allarmante data la loro elevata importanza, non solo per la biodiversità ma anche per il clima”.
“In tempi di emergenza climatica e perdita accelerata di specie, la UE non può ignorare la perdita di altri ecosistemi naturali provocata dalle stesse cause della deforestazione. Questa legge è un’opportunità unica per salvarli”, aggiunge.
Praterie e savane possono trattenere due volte la quantità di carbonio delle foreste tropicali, e la distruzione delle torbiere è responsabile del 5% delle emissioni di gas serra, ovvero il doppio di quelle del traffico aereo globale.
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Ambiente, Cattaneo “Entro il 2025 la Lombardia rispetterà limiti Ue”

MILANO (ITALPRESS) – “Le politiche che abbiamo messo in atto ci permetteranno di rispettare entro il 2025 tutti i limiti” imposti dall’Unione europea. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, a Palazzo Lombardia, nella conferenza stampa di presentazione dei dati annuali sulla qualità dell’aria. “Da quattro anni stiamo rispettando la media annua per le polveri sottili e per il biossido di azoto- ha spiegato Cattaneo – e se guardiamo il trend di miglioramento tutti i dati confermano che l’obiettivo politico che ci eravamo dati per la qualità dell’aria nel 2018, cioè di rientrare sotto tutti i limiti entro il 2025, è nel mirino”.
Nel 2021 (per il sesto anno dal 2014, con le eccezioni del 2015 e del 2017) in tutte le stazioni del territorio regionale è stato rispettato il valore limite sulla media annua di 40 µg/m³.
“Anche i dati che presentiamo oggi – ha affermato l’assessore Cattaneo – confermano come il traffico non sia nè l’unica nè la principale causa dell’inquinamento. Infatti, nel 2021, nonostante la riduzione delle restrizioni alla circolazione che erano presenti nel 2020, si è confermato un trend in miglioramento sia per il particolato, con il rispetto del valore limite di PM10 sulla media annua di 40 µg/m³ in tutte le stazioni di rilevamento regionale, sia per i livelli di NO2 (biossido di azoto), che risultano tra i più bassi di sempre”.
Si conferma un trend in generale diminuzione per il PM10, con valori che in diverse città risultano migliori o uguali al dato più basso mai registrato (Monza, Brescia, Cremona, Pavia, Lecco, Varese). Anche il numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero di PM10 (50 µg/m³), benchè in buona parte della regione ancora sopra al limite che la normativa fissa in 35 giorni, ha confermato il trend complessivamente in diminuzione registrato per la media annua, con un marcato miglioramento rispetto al 2020.
Analogamente al PM10, anche per il PM2.5 il dato 2021 conferma il trend in progressiva diminuzione nel corso degli anni, con valori in miglioramento rispetto al 2020 per quasi tutte le stazioni e, in qualche città (Monza, Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia, Mantova, Varese), inferiori o uguali al dato più basso mai registrato negli anni precedenti. Se si restringe l’analisi ai capoluoghi, nel 2021 – anno ancora in parte interessato da provvedimenti di limitazione delle attività causa pandemia – si sono registrati superamenti del valore limite sulla media annua (40 µg/m³) solo a Brescia e Milano, mentre nel 2020 ciò era accaduto anche a Monza.
Anche l’ozono ha visto un più limitato numero di sforamenti delle soglie di informazione e di allarme rispetto agli anni precedenti e, come ormai da anni, benzene, monossido di carbonio e biossido di zolfo si attestano ampiamente sotto i limiti.
Il parziale riavvio delle attività rispetto ai provvedimenti di lockdown che hanno caratterizzato il 2020 non ha influito sul trend di costante miglioramento della qualità dell’aria, nonostante nel 2021 anche le condizioni meteoclimatiche non siano state, in generale, particolarmente favorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Infatti, se nei mesi più freddi, sia all’inizio che alla fine dell’anno, la precipitazione cumulata è stata prossima alla media degli stessi mesi del periodo 2006-2020, dicembre è invece risultato piuttosto secco e a marzo le precipitazioni sono state tra le più basse mai registrate.
“Anche nel 2021, nonostante le molte difficoltà causate dalla pandemia, le attività di Arpa Lombardia non si sono fermate, in particolare quelle di monitoraggio della qualità dell’aria – tematica così rilevante per la nostra Regione – che sono proseguite senza sosta, sia attraverso le stazioni della rete di monitoraggio regionale, sia con l’integrazione dei dati rilevati mediante stazioni mobili utilizzate per campagne temporanee di approfondimento effettuate in 21 Comuni lombardi” ha detto il presidente di Arpa Lombardia, Stefano Cecchin, commentando i dati del primo bilancio sull’andamento degli inquinanti rilevati da Arpa Lombardia nel corso dell’anno appena terminato.
Nel 2021 Arpa Lombardia ha concluso la seconda fase del progetto Ammoniaca e, nell’ambito del progetto Supersiti, ha terminato le campagne di Milano viale Marche, Lodi e Moggio e avviato l’approfondimento a Cremona, cui seguirà Varese nel 2022. L’Agenzia, inoltre, è impegnata sia a livello nazionale, sia a livello europeo, in diversi progetti con partner d’eccellenza quali ENEA, ISPRA, ISS e CNR. Solo per citarne alcuni – conclude il presidente – Arpa riveste un ruolo attivo in particolare nei progetti Life Prepair e Pulvirus, Epicovair.
“Regione Lombardia – ha proseguito l’assessore Cattaneo – ha avviato nel 2021 misure di incentivazione che complessivamente ammontano a 456,9 milioni di euro. E interessano vari settori. A dimostrazione che c’è un’attenzione continua del governo regionale a politiche che guardano al miglioramento della qualità dell’aria”.
I trasporti con 289,5 milioni di euro per il settore dei trasporti, così composto: rinnovo del parco circolante del TPL, degli enti pubblici, dei cittadini (269,1 milioni di euro), infrastrutture di ricarica elettrica (15,9 milioni di euro) e sistemi di controllo dei veicoli inquinanti (4,5 milioni di euro). Il settore dell’energia, con 59,4 milioni di euro per la sostituzione di impianti di riscaldamento inquinanti (25 milioni di euro) e per impianti a fonti rinnovabili per le strutture pubbliche (34,4 milioni di euro).
L’agricoltura con 108 milioni di euro per interventi per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera e per la sostenibilità delle aziende agricole (95 milioni di euro) e per la piantumazione di aree urbane (13 milioni di euro).
“Regione Lombardia – ha ricordato l’assessore Cattaneo – come già annunciato a dicembre, a marzo aprirà un bando per la sostituzione degli impianti termici a biomassa. Abbiamo previsto 12 milioni di euro destinati in prevalenza ai cittadini oltre che a PMI e Onlus. Rifinanzieremo con 2 milioni di euro gli incentivi per la sostituzione veicoli inquinanti degli enti pubblici. Sono in apertura i bandi rivolti destinati al settore agricolo e volti alla riduzione delle emissioni di ammoniaca. Anche queste iniziative dimostrano l’attenzione della nostra regione per l’ambiente e per la qualità dell’aria. Stiamo infatti agendo in tutti i settori che producono più emissioni. La lotta all’inquinamento dell’aria è uno dei punti prioritari del nostro impegno e questo pacchetto di incentivi consentirà dunque di proseguire nel nostro lavoro”.
“A Milano in Area B – ha confermato l’assessore Cattaneo – ha preso il via l’utilizzo di Move-In. Ad oggi abbiamo registrato più di 600 adesioni e sono circa 200 le richieste di installazione”.
“I dati dimostrano – ha concluso l’assessore – che le misure poste in essere dalla Regione sono efficaci. Nel triennio 2018-20 la Lombardia ha conseguito un’importante riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e si conferma che siamo in linea con l’obiettivo del Piano Regionale Interventi (PRIA) per la qualità dell’Aria di rientrare in tutti i limiti nel 2025”.
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300 mila euro agli enti gestori del demanio forestale in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Aree di elevato valore ambientale, paesaggistico, turistico-ricreativo. Un patrimonio prezioso per le comunità locali e per tutta la regione, che va preservato attraverso un’attenta e continua attività di manutenzione.
Arrivano dalla Regione Emilia Romagna le risorse per la cura delle foreste: 300mila euro per il 2022 assegnati agli Enti che hanno in gestione i 36mila ettari del demanio forestale regionale: Unione dei Comuni Valli del Taro Ceno, Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano, Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia centrale, Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia orientale, Ente gestore del bosco Panfilia – Sant’Agostino, Unione della Romagna Faentina, Unione dei Comuni della Romagna Forlivese.
“Grazie a questi finanziamenti, vogliamo dare un ulteriore, concreto segnale del valore del patrimonio forestale regionale. Un patrimonio verde che come Emilia-Romagna abbiamo il dovere di tutelare e valorizzare. Grazie al contributo di Parchi e Unioni la gestione delle foreste si realizza e concorre ad un più ampio obiettivo ecosistemico e ambientale – ha detto l’assessora regionale a Montagna, parchi, forestazione, programmazione territoriale e paesaggistica Barbara Lori. – Oltre a fornire opportunità di lavoro che sono particolarmente importanti per chi vive nei territori appenninici”.
Prevenzione e ripristino delle superfici danneggiate da incendi e calamità naturali; manutenzione della viabilità e della rete di sentieri; lavori di difesa del suolo, sostegno dei versanti montani, regimazione delle acque; interventi di miglioramento selvicolturale e agropastorale; opere conservative su immobili ed altri manufatti.
Questi i principali interventi finanziati dalla Regione. Le risorse sono state ripartite tra i diversi enti sulla base della superficie forestale assegnata in gestione.
Nel dettaglio: Unione dei Comuni Valli del Taro e Ceno: 10.460 euro; Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano: 34.103 euro; Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia centrale: 31.586; Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia orientale: 24.847; Ente gestore del bosco Panfilia – Sant’Agostino: 7.557 euro; Unione della Romagna Faentina: 19.273 euro; Unione dei Comuni della Romagna Forlivese: 172.171 euro.
Entro il 15 marzo 2022 gli Enti dovranno inviare alla Regione le schede degli interventi ed i relativi cronoprogrammi. I lavori che saranno ammessi a finanziamento dovranno essere ultimati entro il 31 dicembre 2022.
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Un nuovo software per calcolare le emissioni di ammoniaca in agricoltura

ROMA (ITALPRESS) – Si chiama SCENA ed è il nuovo software per calcolare le emissioni di ammoniaca in agricoltura e negli allevamenti, sviluppato da ENEA nell’ambito del progetto ES-PA.
“La principale fonte di ammoniaca in Italia è rappresentata dalle emissioni che derivano dalla zootecnia e dalla fertilizzazione dei terreni agricoli. Con questo software intendiamo offrire alle amministrazioni pubbliche regionali e provinciali uno strumento di facile utilizzo, grazie al quale saranno in grado di pianificare azioni mirate di riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera”, spiega Ilaria D’Elia, ricercatrice ENEA del Laboratorio di Inquinamento Atmosferico.
In dettaglio, il software SCENA (Strumento di Calcolo delle Emissioni di ammoNiaca nel settore Agricolo) elabora stime sulle emissioni di ammoniaca per le diverse categorie di animali allevati e per l’uso agricolo di fertilizzanti ad elevato contenuto di azoto.
Nell’elaborazione vengono utilizzati dati che comprendono: il numero di animali e la quantità di fertilizzante; i fattori di emissione per numero di capi delle principali categorie del settore zootecnico nelle diverse fasi (pascolo, ricovero, stoccaggio e spandimento), allineati con l’inventario nazionale elaborato da ISPRA e con i metodi di riduzione delle emissioni presenti nel Codice di Buone Pratiche Agricole allegato al Piano Nazionale di Controllo dell’Inquinamento Atmosferico; la quantità di azoto emessa per i diversi fertilizzanti azotati; le tecniche di abbattimento definite come percentuale di applicazione per ciascuna categoria animale e fase per il settore zootecnico e per tipo di tecnica di distribuzione e per tipo di terreno per il settore agricolo.
Come evidenziato dagli inventari nazionali delle emissioni in atmosfera prodotti annualmente da Ispra, in Italia, solo nel 2019 (IIR, 2021), il 94,3% delle emissioni di ammoniaca deriva dalle attività del settore zootecnico e dall’uso dei fertilizzanti azotati, con un contributo, in termini percentuali, dei due settori rimasto sostanzialmente stabile dagli anni ’90 ad oggi.
“Al 2030, secondo quanto fissato dalla direttiva europea NEC, l’Italia dovrà ridurre le emissioni di ammoniaca del 16% rispetto ai valori del 2005. Notevole attenzione è posta sull’ammoniaca in quanto precursore del particolato fine, nocivo per la salute umana. Con il software SCENA, vogliamo offrire uno strumento innovativo che permetta di valutare l’efficacia dei programmi attivati o da attivare allo scopo di rispettare l’obiettivo di riduzione nazionale”, conclude Chiara Nobili, ricercatrice ENEA del Laboratorio Sostenibilità, Qualità e Sicurezza delle produzioni agroalimentari di ENEA, responsabile della linea di attività in ES-PA.
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Nestlè investe in Eureka!, 5 mln per la sostenibilità del packaging

ASSAGO (MILANO) (ITALPRESS) – Il Gruppo Nestlè porta avanti i suoi impegni per la sostenibilità degli imballaggi in Italia con un investimento di 5 milioni di euro nel fondo italiano di venture capital Eureka! Fund, gestito da Eureka! Venture SGR. Questo investimento intende accelerare la ricerca per facilitare l’introduzione di soluzioni di imballaggio innovative; migliorare la qualità dei processi di raccolta e riciclo; aumentare l’adozione di plastica riciclata ad uso alimentare. La cifra investita è parte del fondo da 250 milioni di franchi svizzeri stanziato nel 2020 a livello globale dal Gruppo Nestlè per dare un impulso alla sostenibilità degli imballaggi e migliorare i sistemi di riciclo.
“Eureka! Fund I – Technology Transfer” è un fondo specializzato nel trasferimento tecnologico che si focalizza su investimenti in Advanced Materials e più in generale in applicazioni e tecnologie riconducibili alla Scienza ed Ingegneria dei Materiali. Il Fondo investe prevalentemente nelle prime fasi di sviluppo di iniziative basate su tecnologie con alta potenzialità di mercato proposte da team di eccellenza o da startup collegate con le principali Università e Centri di Ricerca Scientifica del Paese.
Questo investimento intende supportare gli sforzi di Nestlè per rendere il 100% dei propri imballaggi riciclabili o riutilizzabili entro il 2025 e per ridurre di 1/3 l’uso di plastica vergine nello stesso periodo di tempo. In Italia sono stati già ottenuti risultati significativi, con il 97% di tutti gli imballaggi prodotti da Nestlè in Italia che è riciclabile. L’azienda continuerà il suo percorso verso un futuro senza sprechi, sfruttando la sua esperienza guidata dal Nestlè Institute of Packaging Sciences di Losanna, Svizzera, in collaborazione con gli stakeholder in Italia.
La collaborazione tra Nestlè e il fondo Eureka! si concentrerà sulla ricerca di tecnologie e soluzioni in alcune aree cruciali della strategia di sostenibilità del Gruppo, come l’innovazione di packaging, l’incremento nell’adozione di plastica riciclata ad uso alimentare e lo sviluppo di tecnologie che possano rendere più efficace lo smistamento e la raccolta dei materiali, impattando positivamente su qualità e quantità dei processi di riciclo.
“Siamo orgogliosi di essere entrati a far parte del fondo Eureka!, che si distingue per la serietà dei progetti e la solidità dei suoi anchor investor. Sono certo che la collaborazione porterà a importanti risultati – ha commentato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato Gruppo Nestlè Italia e Malta -. Il nostro ingresso nel fondo Eureka! ci consentirà di lavorare insieme per trovare nuove soluzioni di packaging innovative, finalizzate a favorire anche in Italia l’introduzione di plastica riciclata ad uso alimentare e per migliorare la qualità dei processi di raccolta e riciclo”.
“Una sfida che abbiamo cercato ed accettato fin da subito, certi del grande valore ed interesse reciproco nel siglare questa partnership. Un incredibile lavoro di squadra da entrambe le parti con un unico fine, quello di creare le condizioni per accelerare i processi di trasferimento tecnologico e riuscire a portare sul mercato soluzioni capaci di rispondere alle grandi sfide mondiali – aggiunge Anna Amati, Co-founder & General partner di EUREKA! Venture SGR -. Siamo onorati di aver ottenuto la fiducia di Nestlè quale primo Fondo di technology transfer su cui investire in Italia e sentiamo forte la responsabilità verso il Gruppo e verso il nostro Paese. Questa partnership rafforza il nostro impegno nel trovare le migliori tecnologie e soluzioni all’interno dei laboratori degli Atenei e dei centri di ricerca italiani”.
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Sibeg Coca-Cola, 3 mln da Banco Bpm per una crescita sostenibile

CATANIA (ITALPRESS) – Banco BPM ha perfezionato un finanziamento di 3 milioni di euro a favore di Sibeg Coca-Cola (Gruppo ACIES di Bologna), società con sede a Catania che dal 1960 produce, imbottiglia e sviluppa tutti i prodotti a marchio The Coca-Cola Company in Sicilia. Il finanziamento è finalizzato all’installazione del nuovo impianto fotovoltaico presso la sede produttiva della società, situata nel cuore della zona industriale del capoluogo etneo, all’interno dello stabilimento che ospita sia la zona dedicata alla produzione, sia quella degli uffici amministrativi, commerciali e di direzione. Grazie all’investimento effettuato, l’energia prodotta dal nuovo impianto fotovoltaico da 2,2 MWp passerà dagli attuali 250.000 kwh/annui ai circa 3.000.000 KWh/annui, incrementando la percentuale di energia da fonti rinnovabili.
“Siamo sempre alla ricerca di nuove strade che possano condurre alla riduzione dell’impatto sul territorio – sottolinea l’amministratore delegato di Sibeg Coca-Cola Luca Busi – quest’operazione è l’ulteriore conferma che il nostro impegno si rinnova ogni anno con importanti traguardi da raggiungere. La nuova linea di credito servirà a potenziare l’attuale portafoglio fotovoltaico, innalzando le nostre performance ambientali: l’impianto, che si estenderà su una superficie di 10.053 mq, ricoprirà infatti la totalità dello stabilimento. Dal 2016 utilizziamo energia 100% proveniente solo da fonti rinnovabili: dal 2020, grazie all’installazione dell’impianto di trigenerazione, l’azienda eI’ in grado di produrre in maniera autonoma il 50% di energia elettrica, vapore ed acqua refrigerata, con la conseguente riduzione di 290 tonnellate di anidride carbonica. L’approvvigionamento della restante quota di energia viene acquistata da fonti rinnovabili presso Enel. Con questa operazione, la percentuale di energia autoprodotta rispetto al fabbisogno dello stabilimento salirà al 74-78%, di cui il 27% proveniente proprio dall’impianto FV da 2,2 MWp”.
“L’intervento a sostegno di Sibeg e del gruppo ACIES conferma la forte volontà di Banco BPM di porsi a fianco delle imprese virtuose che attuano i loro piani di crescita in una logica attenta alla sostenibilità, all’ambiente e all’innovazione tecnologica e che rappresentano un importante volano di sviluppo per il territorio – commenta Marco Notari, responsabile del Mercato Corporate Centro – Nord di Banco BPM che ha seguito l’operazione – Per Banco BPM l’attenzione a questi temi è fondamentale e per questo abbiamo avviato per le imprese un plafond da 5 miliardi destinato ai finanziamenti sostenibili, un ulteriore sostegno in questo delicato momento di ripartenza”.
Infine Sibeg Coca-Cola, che nel 2021 ha presentato il suo primo Bilancio Sostenibile redatto da KPMG, nei prossimi anni punterà ad obiettivi sempre più ambiziosi: “Vogliamo diventare azienda a zero emissioni entro il 2026, con utilizzo sempre crescente di bottiglie in 100% plastica riciclata – continua Busi – affinchè il nostro modello possa fare da apripista, coinvolgendo e trainando le molteplici realtà imprenditoriali virtuose che operano sul territorio siciliano”.
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Operazione trasparenza di Sogin, verso la conclusione l’indagine interna

ROMA (ITALPRESS) – Sogin ha reso noto di aver svolto di sua iniziativa un’indagine interna, avviata alla fine del 2020, per ragioni di natura economica e di bilancio, finalizzata a verificare la regolarità delle fasi di acquisizione e gestione di contratti riguardanti il periodo 2010-2020. L’Ad Emanuele Fontani, alla guida della società dal 12 dicembre 2019, ha regolarmente aggiornato il Cda sull’avanzamento dell’indagine, ha adottato misure di self cleaning, rafforzando nel contempo le misure interne a presidio della legalità. Al riguardo, sono state consegnate otto lettere di contestazione ad altrettanti dipendenti, sette dei quali dirigenti, ai quali è stato chiesto di produrre gli elementi informativi necessari per chiarire la loro posizione. Nell’attesa di ricevere tale materiale, in via cautelativa, è stata disposta contestualmente la sospensione dal servizio per tre di loro.
Per garantire la funzionalità degli Uffici collegati al personale interessato dalle indagini interne la società ha provveduto a trasferire provvisoriamente le responsabilità che, comunque, non sono direttamente collegate alle attività di decommissioning.
Nell’ottica della totale trasparenza, il vertice Sogin garantisce la piena collaborazione alle Autorità competenti e agli organi di controllo interno e nel contempo confida che i dipendenti possano chiarire rapidamente la loro posizione. Qualora fossero accertati comportamenti e responsabilità individuali in danno alla società, saranno avviate le necessarie, ulteriori, azioni a tutela della reputazione e dell’onorabilità della società che lavora per garantire ogni giorno la sicurezza per i cittadini e l’ambiente.
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Mineracqua, al via la nuova campagna di comunicazione

ROMA (ITALPRESS) – Mineracqua presenta la nuova campagna di comunicazione “Davanti a me ho un grande futuro” on air sulla principale stampa quotidiana da lunedì 17 gennaio.
Attraverso questa iniziativa la Federazione che – nel sistema di Confindustria – associa le imprese delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente, vuole fare corretta informazione in merito alle bottiglie in PET (polietilene tereftalato) spesso vittime di falsi miti. L’obiettivo è porre l’accento sulle proprietà chimico-fisiche e di sostenibilità di una risorsa riciclabile al 100% e dal basso impatto ambientale.
Il pay off “In una bottiglia di oggi, c’è già la bottiglia di domani” – rispecchia a pieno la mission che Mineracqua sostiene nella sensibilizzazione dell’uso del PET, materiale particolarmente idoneo a contenere liquidi alimentari e bevande.
Fino a pochi anni fa, una volta esaurito il suo compito, una bottiglia di PET veniva considerata un rifiuto ma oggi, grazie allo sviluppo e al perfezionamento delle tecniche di riciclo, da una bottiglia esaurita ne nasce una nuova garantendo così la purezza originaria dell’acqua minerale. Il sistema bottle to bottle consente, cioè, di partire da una bottiglia post-consumo per realizzarne un’altra nello stesso materiale riciclato: perfetto esempio di economia circolare.
“Siamo convinti che solo da un’informazione trasparente possano nascere scelte libere – dichiara Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua -. Con questa nuova campagna vogliamo rispondere alle tante fake news che ruotano attorno ad una materia nobile come il PET e ci poniamo l’obiettivo di sensibilizzare il consumatore sull’importanza del riciclo delle bottiglie. Oggi è possibile impiegare il 100% di PET riciclato nella fabbricazione di nuove bottiglie ed è solo attraverso il contributo di ognuno di noi nel non disperderle che si dà la possibilità alle aziende del settore di realizzare perfettamente il principio dell’economia circolare”.
“In questo modo, si riduce l’utilizzo di plastica vergine e si riducono le emissioni di CO2 equivalente, parametro chiave per misurare la sostenibilità”, aggiunge.
“L’industria dal canto suo ha già dato un importante contributo in termini di sostenibilità, riducendo il peso delle bottiglie garantendone la sicurezza – continua Fortuna -. Grazie ad investimenti significativi nello sviluppo di sistemi innovativi di Eco Design ed Eco Efficienza, le imprese delle acque minerali sono riuscite a ridurre il peso medio delle bottiglie e immettono oggi sul mercato la stessa quantità complessiva di PET che immettevano dieci anni fa, ma a fronte di un aumento delle vendite del 30%”.
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