GENOVA (ITALPRESS) – Approvato in Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente Giacomo l’accordo tra Regione Liguria e Ministero della Transizione Ecologica per l’adozione coordinata di misure per il miglioramento della qualità dell’aria sul territorio regionale. L’obiettivo è quello di promuovere azioni per ridurre la concentrazione degli inquinanti. A tal fine Regione Liguria ha stipulato un accodo di programma con il Ministero della Transizione Ecologica nel quale sono previsti finanziamenti da parte del Mite per 29 milioni di euro. Tra le azioni previste la sostituzione degli autoveicoli privati con veicoli a basso impatto ambientale, la sostituzione di veicoli commerciali con automezzi a basso impatto ambientale, interventi di mobilità alternativa attraverso l’erogazione di contributi ai Comuni interessati da superamenti o da rischio di superamenti dei limiti di qualità dell’aria per la concessione di buoni di mobilità, per l’acquisto di servizi quali abbonamento integrato TPL e sosta, abbonamento al car sharing in sostituzione di un veicolo endotermico, per la gratuità di mezzi pubblici in determinate fasce orarie e per l’acquisto di biciclette a pedalata assistita.
“Siamo soddisfatti che il Ministero della Transizione Ecologica abbia riconosciuto il valore degli interventi proposti da Regione Liguria – dichiara l’assessore regionale all’Ambiente Giacomo Giampedrone – e abbia deciso di finanziarli, promuovendo azioni a carattere normativo in grado di facilitare le azioni di risanamento. Sulla base dell’accordo approvato oggi dalla Giunta regionale, il Ministero si impegna, entro sei mesi dalla sottoscrizione, a stanziare le risorse che dovranno essere utilizzate entro il 2028 e stabilire le modalità di trasferimento”.
Entro sei mesi dalla sottoscrizione dell’accordo, il ministero impegnerà le risorse e stabilirà le modalità di trasferimento alla Regione e ai Comuni.
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Qualità aria, firmato accordo tra Regione Liguria e Ministero
“Screen in Green”, la transizione ecologica nelle sceneggiature
ROMA (ITALPRESS) – E’ online sul sito del Mite il bando del concorso “Screen in Green”, un concorso per il cinema e l’audiovisivo nato su input del ministero della Transizione ecologica per promuovere i temi ambientali all’interno della scrittura per la televisione e il cinema ed è rivolto a tutti i giovani tra i 18 e i 30 anni. Cortometraggi, soggetto di serie o per un film lungometraggio: sono tre le categorie del concorso. L’obiettivo è innestare con contenuti green le produzioni televisive, e, per farlo, si parte dalla scrittura stimolando e promuovendo la scelta di temi di fiction che abbiano una forte connotazione ambientale.
A valutare le opere ci sarà una giuria di professionisti che indicherà vincitori per ogni categoria. Le sceneggiature di cortometraggi saranno poi proposte all’attenzione di produttori audiovisivi per la realizzazione. Il termine ultimo di partecipazione è il 28 febbraio.
Il concorso sarà realizzato dalla Fondazione Sardegna Film Commission con il supporto del Premio Solinas e sarà promosso con la collaborazione di Green Cross Italia. “Screen in green” va a collocarsi nell’ambito delle diverse iniziative di educazione e informazione sulla transizione ecologica.
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Scuola, 102 milioni per laboratori sulla transizione ecologica
ROMA (ITALPRESS) – Un totale di 102 milioni di euro per promuovere il tema della transizione ecologica e lo studio dell’educazione ambientale nelle scuole statali del primo e del secondo ciclo d’istruzione, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno. E’ lo stanziamento previsto dall’Avviso pubblicato sul sito del Ministero, in attuazione delle misure del React EU/PON “Per la Scuola” 2014-2020 sulla transizione green nelle istituzioni scolastiche, obiettivo fortemente sostenuto dalla Commissione europea e che si pone in sinergia con il piano #RiGenerazioneScuola del Ministero dell’Istruzione.
“La sostenibilità deve essere la spina dorsale dei percorsi di studio della nuova scuola che stiamo costruendo per le studentesse e gli studenti – afferma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi -. Questo ulteriore investimento in laboratori e strutture per l’educazione ambientale conferma il nostro impegno, che ho avuto modo di esporre anche alla COP26 di Glasgow, e ci consente di fare un altro passo concreto nella realizzazione degli obiettivi del Piano ‘RiGenerazione Scuolà, perchè la formazione sui temi della sostenibilità diventi sistemica e trasversale”.
Due le Azioni previste dal bando. Nell’ambito dell’Azione 1, alle scuole del primo ciclo vengono assegnati 45 mln di euro per l’educazione ambientale di alunne e alunni, tramite la realizzazione o la riqualificazione di orti e giardini a fini didattici, innovativi e sostenibili, come luoghi di apprendimento delle discipline curricolari, delle scienze, delle arti, dell’alimentazione, degli stili di vita salutari, della sostenibilità. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento pari a 25 mila euro.
Nell’ambito dell’Azione 2, per gli istituti del secondo ciclo delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia), con priorità per le scuole a indirizzo agrario, vengono stanziati 57 milioni di euro per la realizzazione di laboratori didattici di “agricoltura 4.0”, anche con l’utilizzo di tecnologie idroponiche, di sistemi digitali per il monitoraggio delle colture basati sull’IoT (Internet of Things), di strumenti digitali per la qualità, la sicurezza alimentare, la tracciabilità dei prodotti, di laboratori per l’alimentazione sostenibile, per l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’efficientamento energetico. Potranno essere finanziati anche laboratori per lo studio e la sperimentazione degli impatti delle attività economiche sull’ambiente, sulla produzione dei rifiuti, sulla qualità dell’aria, sui consumi di acqua, energia, suolo e altre risorse naturali e per il riciclaggio dei rifiuti. Ogni progetto potrà ricevere un finanziamento pari a 130 mila euro.
Le candidature potranno essere presentate esclusivamente online, sul portale del sito dedicato al PON “Per la Scuola” 2014-2020, (http://www.istruzione.it/pon/) dalle ore 12.00 del’11 gennaio 2022 alle ore 12.00 del 31 gennaio 2022.
Ogni scuola potrà presentare una sola candidatura, a eccezione degli istituti omnicomprensivi delle regioni del Mezzogiorno che potranno candidarsi per entrambe le Azioni.
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Sace si conferma sul podio della sostenibilità
ROMA (ITALPRESS) – SACE sale ancora una volta sul podio della sostenibilità nel settore della finanza, mantenendo il terzo posto nell’ESG Perception Index tra le realtà del mondo finance, e confermandosi nella top 20 delle oltre 300 aziende percepite come le più sostenibili dal web. L’ESG Perception Index, realizzato da Reputation Science, società leader in Italia nell’analisi e gestione della reputazione, ha nuovamente riconosciuto – e premiato – il racconto dell’evoluzione di SACE, che “nel Bilancio di sostenibilità, con i finanziamenti e le partnership siglate, conferma l’obiettivo di costruire un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo”.
L’Osservatorio permanente di Reputation Science ha preso in esame le maggiori aziende sul mercato italiano (capitalizzate a Piazza Affari, classifica Mediobanca, classifica Interbrand) in relazione ai 17 pillar della sostenibilità definiti dall’ONU, per produrre una classifica delle prime 200 società percepite come più sostenibili sul web. Il modello di analisi si basa su parametri quali-quantitativi e strutturali come, ad esempio, il volume dei contenuti sulla sostenibilità pubblicati sul sito e i canali social dell’azienda, l’impatto reputazionale sul brand e l’associazione dell’identità di marca alla sostenibilità sui motori di ricerca.
Come previsto dal Decreto Legge Semplificazioni di luglio 2020, l’azienda guidata da Pierfrancesco Latini riveste un ruolo di primo piano nella transizione ecologica italiana, come attuatore del Green New Deal, attraverso il rilascio di garanzie green su progetti domestici in grado di agevolare la transizione verso un’economia a minor impatto ambientale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili e promuovere iniziative volte a sviluppare una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti. Dall’entrata in vigore del Decreto è stato istituito un team di specialisti trasversale alle varie funzioni aziendali, che racchiude professionalità diverse e complementari, in grado di rispondere a 360° alle esigenze di questa nuova operatività. In un anno di attività, SACE ha deliberato 19 operazioni mobilitando risorse per oltre 1,5 miliardi e incontrato oltre 300 aziende potenziali beneficiarie dello strumento.
A questo impegno si aggiunge l’adozione della Climate Change Policy, una serie di misure ad hoc per migliorare il contributo delle attività di business alla riduzione delle emissioni climalteranti. La principale novità è l’introduzione del divieto al supporto di centrali a carbone e di progetti volti all’estrazione, produzione e trasporto di carbone termico, nonchè alle operazioni nel settore estrattivo che prevedano l’utilizzo del routine flaring e del fracking.
Un altro tassello è rappresentato dall’adesione ai Poseidon Principles, il primo accordo al mondo tra istituzioni finanziarie in materia di climate alignment, rivolto al comparto marittimo. Attraverso questo framework, SACE si impegna a monitorare le emissioni di gas serra del proprio portafoglio nel settore crocieristico e navale, primo settore per esposizione di SACE in ambito export credit, al fine di verificarne la rispondenza agli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’International Maritime Organization (IMO).
“L’impegno di SACE si concretizza verso il rispetto di tutti i criteri ESG – si legge in una nota -. Questo significa anche grande attenzione alle tematiche di Diversity&Inclusion, nell’ambito delle quali è stata varata una Policy specifica a ottobre 2020, che prevede un piano di interventi per valorizzare tutte le dimensioni della diversità, con un approccio sia specifico che intersezionale. Parità di genere, inclusione LGBT+, supporto alla genitorialità, incontro generazionale e interculturale, integrazione dei colleghi con disabilità: sono questi gli ambiti principali d’intervento. Alla policy si aggiungono molte altre iniziative: strumenti di welfare e work life balance, particolarmente attenti alle esigenze dei dipendenti genitori o care-giver, progetti di reverse-mentoring intergenerazionale, strumenti di supporto psicologico per tutta la popolazione aziendale, oltre a un fitto calendario di incontri di informazione e sensibilizzazione sui più vari aspetti della diversità. Inoltre, attraverso il progetto New Views of Working, SACE ha ridisegnato il nuovo modo di vivere il lavoro in azienda, tra innovazione digitale e quella degli spazi fisici con un focus sulla sostenibilità ambientale e umana”.
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Sardegna, Solinas “6 milioni ai comuni contro l’erosione costiera”
CAGLIARI (ITALPRESS) – “Con interventi strutturali, e non, di difesa del suolo in ambito litoraneo, con la messa in sicurezza, la mitigazione e la prevenzione del rischio idrogeologico e di erosione costiera, oltrechè la riqualificazione ambientale, vogliamo incidere sulla riduzione della popolazione esposta a rischio e, non secondariamente, preservare e riqualificare l’ambiente e le componenti del territorio come beni di fruizione in sicurezza da parte dei cittadini per il miglioramento delle condizioni e della qualità della vita”. Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo l’approvazione della delibera che stanzia 2 milioni di euro, per ciascuna annualità nel triennio 2021-2023, finalizzati ad interventi che riguardano opere di interesse regionale, interventi di riqualificazione ambientale a salvaguardia dell’erosione costiera.
“Con gli stanziamenti per il triennio – ha aggiunto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis – vogliamo agire con una maggiore sensibilità verso quei territori, anche contigui a quelli dove si è già intervenuto, nei quali sussistono le medesime situazioni di criticità, seppure non ricadenti pienamente o non ricompresi negli ambiti della pianificazione di bacino. Infatti, è ricorrente che gli ambiti limitrofi a quelli interessati da rilevanti opere di difesa idrogeologica e di contrasto all’erosione costiera, pur soggetti alle medesime criticità e dissesto, non sono stati interessati da opere di raccordo o completamento con il territorio contiguo, con conseguente degrado e incremento della pericolosità, che spesso hanno portato alla permanente interdizione del territorio alla fruizione pubblica”.
La prima parte del programma di spesa triennale, con 2 milioni di euro destinati ai Comuni, è stata così ripartita: Pula per la messa in sicurezza del litorale, del costone roccioso sottostante la torre di Sant’Efisio e dell’area archeologica di Nora 750mila euro; Badesi per la riqualificazione ambientale del litorale in località Li Junchi 600mila; Golfo Aranci per la messa in sicurezza del litorale di Cala Moresca 400mila; Santa Giusta per la salvaguardia dall’erosione costiera e la riqualificazione ambientale 250mila.
“L’obiettivo è perseguire la realizzazione di nuove opere o per completamenti funzionali di opere programmate con fondi comunitari e statali, operando azioni di difesa sul territorio per preservare e salvaguardare il bene costiero e quindi permettere, in questi ambiti vulnerabili di pregio ambientale e territoriale, il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, che riguardano, tra gli altri, la lotta ai cambiamenti climatici, in coerenza con l’agenda globale per lo sviluppo sostenibile 2030”, ha concluso l’esponente della Giunta Solinas. Con precedenti programmi in difesa della fascia costiera dai fenomeni di erosione e dal dissesto geomorfologico sono stati già finanziati 31 interventi urgenti, con una spesa complessiva di 38.050.000 euro, per la prevenzione e la messa in sicurezza degli ambiti costieri più a rischio, salvaguardando alcuni contesti di maggior pregio naturalistico in condizioni di grave degrado strutturale nei territori di 23 Comuni: Castelsardo, Valledoria, Pula, Dorgali, Bosa, Porto Torres, Alghero, San Vero Milis, Villanova Monteleone, Arbus, Tresnuraghes, Magomadas, Cabras, Capoterra, Sorso, Cagliari, Sinnai, Budoni, Badesi, San Teodoro, Calasetta, Posada e Sarroch.
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Pac, ambientalisti chiedono piano strategico più sostenibile
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ha incontrato questa mattina le associazioni ambientaliste e animaliste Animal Equality, ENPA, Greenpeace, Legambiente, Lipu, WWF, insieme all’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), dichiarando la sua disponibilità ad esaminare con la necessaria attenzione le loro richieste e proposte per arrivare alla definizione di un Piano Strategico Nazionale della PAC (PSN) condiviso da tutti gli attori sociali ed economici, più sostenibile per l’ambiente, la Natura e il Paesaggio.
Per le associazioni AIAPP, Animal Equality, ENPA, Greenpeace, Legambiente, Lipu, WWF, si tratta di un importante segnale di apertura da parte del Ministro per una auspicata modifica dell’ultima bozza della strategia nazionale della nuova PAC 2023-2027, che sarà discussa domani con tutti gli attori istituzionali, economici e sociali, nella riunione del Tavolo di partenariato convocato nel pomeriggio.
Le associazioni presenti all’incontro hanno segnalato al ministro “le maggiori criticità che permangono nell’ultima bozza del PSN, ad iniziare dalla cancellazione dell’eco-schema sulle aree naturali e le infrastrutture verdi per la biodiversità e il paesaggio rurale, ma anche le lacune ancora presenti in alcuni degli eco-schemi proposti. In particolare l’eco-schema sulla zootecnia, che a fronte di un 41% delle risorse, lascia pressochè inalterato l’attuale sistema zootecnico e i suoi impatti, con target troppo poco ambiziosi nella riduzione dell’uso degli antibiotici – che andrebbe invece adeguata almeno ai livelli medi europei – l’assenza di un obiettivo di riduzione della densità degli animali negli allevamenti, dei Piani per il pascolamento che fissino limiti di carico del bestiame, gestione delle rotazioni dei pascoli ed un minimo di giorni del pascolamento; nell’eco-schema sull’inerbimento delle colture arboree permanenti è scomparso il divieto del diserbo chimico ed è assente una regolamentazione dei periodi di sfalcio; nell’eco-schema per gli impollinatori non è previsto il vincolo della semina solo di fiori nettariferi e polliniferi autoctoni, non si prevedono aree incolte non lavorate per favorire la riproduzione di impollinatori selvatici e degli uccelli degli ambienti agricoli ed è assente una fascia di rispetto per i trattamenti fitosanitari nelle particelle coltivate confinanti. A fronte di queste lacune le Associazioni riconoscono l’impegno personale del Ministro Patuanelli per lo sviluppo dell’agricoltura biologica con il trasferimento dal primo al secondo pilastro di 1 miliardo di euro nei cinque anni della programmazione 2023-2027 per finanziare la conversione e il mantenimento delle superfici agricole certificate in biologico”.
Il ministro ha risposto alle osservazioni critiche delle associazioni e si è impegnato ad esaminare con gli uffici del Ministero le proposte per migliorare il testo del PSN prima dell’invio alla Commissione Europea entro i primi mesi del prossimo anno, sfruttando la flessibilità della scadenza del 31 dicembre proprio per verificare la possibilità di migliorare ulteriormente la proposta del Piano nazionale per l’attuazione della nuova PAC.
Patuanelli ha manifestato “la volontà politica di trovare soluzioni alle criticità evidenziate dalle Associazioni presenti”, dichiarando che non esiste una sua opposizione pregiudiziale, “ma esiste un limite oggettivo determinato dalle esigenze finanziarie per poter riconoscere agli agricoltori un giusto compenso per gli impegni ambientali richiesti, che restano comunque volontari”. Un principio condivisibile secondo le associazioni che per questo chiedono “una più equa distribuzione delle risorse assegnate ai diversi eco-schemi, che non siano una mera compensazione dei tagli determinati dalla riforma dei titoli storici e dalla convergenza interna”.
La riunione si è conclusa con la richiesta alle associazioni di inviare puntuali proposte tecniche per migliorare la bozza del Piano, con una manifestazione d’interesse da parte del ministro ad accogliere quanto fattibile. Un segnale di apertura e di attenzione apprezzato dalle associazioni che confidano adesso “di trovare un riscontro concreto nel testo finale del PSN, prima del suo invio alla Commissione Europea”.
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Il “rumore” della Terra per vedere sotto la calotta glaciale
ROMA (ITALPRESS) – Avvalersi del “rumore” generato dalle tempeste oceaniche per creare un modello dettagliato delle condizioni geologiche sottostanti la calotta glaciale della Groenlandia. E’ l’obiettivo che si è posto un team internazionale di ricercatori della Swansea University e University College London in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), nello studio “Uppermost crustal structure regulates the flow of the Greenland Ice Sheet” pubblicato sulla rivista Nature Communications.
“La calotta glaciale della Groenlandia”, spiega Andrea Morelli, ricercatore dell’INGV e coautore dello studio, “è il secondo più grande serbatoio di acqua dolce sulla Terra. Tuttavia, il tasso di perdita di massa di ghiaccio è aumentato di sei volte dal 1991, il che rappresenta circa il 10% del recente aumento del livello globale del mare”.
Le condizioni geologiche del terreno sotto una calotta glaciale o un ghiacciaio giocano un ruolo chiave nel determinare i movimenti dei ghiacci e identificare quali aree sono le più suscettibili.
“I principali fattori da considerare”, prosegue Morelli, “includono la composizione geologica degli strati di roccia, la temperatura della crosta terrestre sottostante e la quantità di acqua presente in forma liquida tra roccia e ghiaccio, giacchè essa funge da lubrificante accelerando il flusso verso l’oceano con il conseguente innalzamento del livello del mare”.
Il problema, tuttavia, è come valutare ciò che sta accadendo in profondità nel sottosuolo, in quanto la roccia è ricoperta da uno strato di ghiaccio spesso circa 2,5 chilometri.
“Misurando la forma e la velocità delle onde sismiche – chiamate ‘di Rayleigh’ – estratte dal rumore terrestre”, aggiunge il ricercatore, “siamo stati in grado di mappare ciò che sta accadendo fino a 5 chilometri al di sotto della calotta glaciale della Groenlandia. Queste onde, viaggiano lungo la superficie terrestre e sono sensibili alle variazioni delle proprietà della Terra”.
I ricercatori, quindi, analizzando le onde sismiche sono riusciti ad elaborare immagini ad alta risoluzione che, nelle parole di Andrea Morelli, “hanno mostrato che le basse velocità nella crosta superiore tendono ad essere associate ai principali ghiacciai di sbocco lungo il margine della calotta glaciale e all’elevato flusso di calore geotermico prodotto, nel corso della storia geologica, dalla stessa struttura profonda ora responsabile del vulcanismo in Islanda. I ghiacciai meno spessi sono particolarmente suscettibili allo scorrimento sui sedimenti subglaciali deformabili, mentre il riscaldamento geotermico e il conseguente ammorbidimento del ghiaccio basale possono influenzare l’aumento di velocità del flusso di ghiaccio al ghiacciaio Petermann e nella corrente di ghiaccio della Groenlandia nordorientale”.
“La ricerca”, conclude Andrea Morelli, “evidenzia l’importanza dell’interazione tra la terra solida e la dinamica della calotta glaciale. Queste interazioni ne controllano le dinamiche di scorrimento passate, presenti e future e devono essere adeguatamente esplorate e implementate nei modelli della calotta glaciale”.
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Sogin, 7,2% avanzamento decommissioning nel 2021, 35,5% dal 1999
ROMA (ITALPRESS) – L’amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani, ha illustrato al Consiglio di Amministrazione, presieduto da Luigi Perri, i risultati di avanzamento dei lavori di decommissioning previsti al 31/12/2021. I dati sono stati pubblicati su una pagina apposita del sito sogin.it.
Nel 2021 l’adozione di un nuovo modello di rendicontazione dei costi, che prevede l’introduzione del loro riconoscimento a fronte di un effettivo avanzamento fisico delle attività e non solo di un impegno di spesa, ha semplificato anche le voci dei costi gestionali che passano da 5 a 3 (costi di struttura, costi di avanzamento e costi ad utilità pluriennale).
“Si registra, nonostante le difficoltà collegate alla pandemia, un costo di avanzamento del decommissioning per circa 120 milioni di euro (comprensivi di almeno 85 milioni conteggiati con il precedente sistema regolatorio), il miglior risultato da quando la Società è stata costituita – sottolinea Sogin in una nota -. L’avanzamento fisico della commessa nucleare è del 7,2%, oltre mezzo punto superiore alle previsioni che erano del 6,6%, con un cumulato complessivo dal 1999 ad oggi pari al 35,5% (28,3% al 31.12.2020)”.
Questi risultati confermano le previsioni del piano industriale 2020-2025 “e l’impegno della società nell’accelerare le attività di decommissioning, ottimizzare i costi e mantenere in sicurezza gli impianti, nel rispetto dei territori, dei lavoratori e dell’ambiente, grazie ad una pianificazione dei controlli efficiente e rigorosa”.
Nel 2021 queste le principali attività svolte nelle centrali nucleari. A Latina è entrato in esercizio l’impianto Leco per estrarre e condizionare i fanghi radioattivi; nella centrale di Trino è stata completata la rimozione dalla piscina dei purificatori dei componenti “attivati”; nella centrale di Caorso sono terminate la ricostruzione del deposito temporaneo Ersba2 e la realizzazione della waste route, mentre è prevista per l’inizio del 2022 la conclusione delle spedizioni delle resine; nella centrale del Garigliano è terminata la realizzazione del nuovo radwaste e la bonifica dell’ultima delle tre trincee.
Per quanto riguarda gli impianti nucleari, le principali attività hanno riguardato: nell’impianto Ipu di Casaccia la conclusione dello smantellamento delle apparecchiature di ricerca e fabbricazione di elementi di combustibile ad ossidi misti uranio-plutonio, che erano contenute all’interno di scatole a guanti; nel sito di Bosco Marengo sono state portate a termine tutte le attività di decommissioning previste dalla Fase1; nel sito Eurex di Saluggia, dopo aver aggiudicato la gara alla fine del 2020, sono stati riavviati i lavori di realizzazione del Complesso Cemex che permetterà di solidificare i rifiuti radioattivi liquidi presenti; nel sito Itrec di Rotondella stanno terminando le opere civili del deposito temporaneo annesso all’Impianto Cementazione Prodotto Finito, per il quale è stata lanciata la gara che sarà assegnata nei primi mesi del 2022.
Il 2021 è stato anche l’anno dell’avvio dell’iter di consultazione pubblica per la localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, che coinvolge sette Regioni, la prima nel suo genere in Italia.
Dal 7 settembre al 24 novembre, si è svolto il Seminario Nazionale, che ha visto un’ampia adesione con oltre 160 partecipanti e gli interventi dei rappresentanti qualificati di Istituzioni, Enti locali, associazioni, comitati, organizzazioni datoriali e sindacali dei territori e di singoli cittadini.
Il 15 dicembre la pubblicazione degli atti del Seminario Nazionale ha aperto la seconda fase della consultazione che porterà alla predisposizione della CNAI, la Carta Nazionale Aree Idonee.
Nel corso dell’anno sono state avviate, con il supporto operativo della controllata Nucleco, le attività di bonifica previste dall’accordo con il Commissario Unico per la bonifica delle Discariche. Sono iniziate anche le attività di ricerca indicate nell’Accordo con l’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole per sviluppare soluzioni innovative che garantiscano la tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari in base alla presenza di isotopi naturali al loro interno.
Inoltre, è stato rinnovato il Protocollo d’intesa con il Comando Tutela Ambientale e Transizione Ecologica dell’Arma dei Carabinieri, che amplia la collaborazione, ormai decennale, nelle operazioni di contrasto, recupero e messa in sicurezza di sorgenti radioattive orfane.
Nel corso dell’anno la società è stata impegnata in un’azione di rafforzamento dei presidi di legalità interni, tuttora in corso, per verificare anche eventuali criticità gestionali collegate al passato.
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