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Rinnovabili, Sud può diventare protagonista della transizione ecologica

ROMA (ITALPRESS) – Lo sviluppo delle energie rinnovabili è una delle finalità primarie assunte anche dall’Italia per partecipare agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e 2050 posti dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea. In questo senso si orientano il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima approvato nel 2019, la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, non meno rilevante, la Proposta di piano per la transizione ecologica di luglio 2021 che proprio al PNRR è strettamente collegato.
Il Mezzogiorno può e deve diventare l’area del Paese in cui sviluppare maggiormente quella parte della transizione ecologica che riguarda lo sviluppo delle energie rinnovabili, e in particolare del fotovoltaico e dell’eolico. Lo sostiene un Report della SVIMEZ redatto con la collaborazione scientifica di REF Ricerche e che ha avuto come sponsor Enel Green Power “Le prospettive di sviluppo delle energie rinnovabili in Italia e nel Mezzogiorno. Stato dell’arte e valutazione di impatto degli investimenti nel settore eolico e fotovoltaico”.
Il report è stato presentato alla presenza di Alessia Rotta, presidente della Commissione Ambiente della Camera, Luca Bianchi direttore Svimez, Fabrizio Iaccarino responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali di Enel Italia, Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, Antonio Martini direttore generale Dip. Energia Regione siciliana, Roberta Lombardi assessore alla Transizione ecologica Regione Lazio, Eleonora Petrarca Responsabile Business Development Italia di Enel Green Power.
Il Rapporto evidenzia, infatti, che il Mezzogiorno può assumere un ruolo di guida, relativamente allo sviluppo del fotovoltaico e dell’eolico, ambiti nei quali si registra già un buon posizionamento dell’Italia in Europa e delle regioni meridionali rispetto al resto del Paese. Muovendo dall’analisi degli obiettivi indicati dal PNIEC e dagli altri più recenti documenti di programmazione, la SVIMEZ ha calcolato il costo necessario ad attivare i nuovi impianti eolici e fotovoltaici così da centrare gli obiettivi di decarbonizzazione e il conseguente volume di investimenti teoricamente necessario per la loro realizzazione.
Allo stesso tempo, è stata effettuata una valutazione dell’impatto macroeconomico, nazionale e a livello di singole regioni, di tali potenziali investimenti, con orizzonte temporale al 2030.
Nel complesso, sarebbero necessari investimenti per oltre 82 miliardi di euro a livello nazionale, la cui distribuzione privilegerebbe le regioni meridionali, verso le quali sarebbe necessario destinare circa 48 miliardi di investimenti, pari al 58,9% del totale. Questa mole di interventi genererebbe, su scala nazionale, un incremento nel valore della produzione al netto delle attività non market di 148 miliardi di euro; per ogni euro di investimento se ne creerebbero 1,8 nell’intero sistema economico. Il valore aggiunto addizionale sarebbe pari a 55 miliardi di euro.
L’impatto, in termini di incidenza del Valore aggiunto attivato sul Pil sarebbe pari al +3,1% sul 2019 a livello nazionale; anche in questo caso sarebbe maggiormente rilevante nelle regioni del Mezzogiorno (+5%) rispetto al CentroNord (+2%). L’incidenza sul Pil sarebbe particolarmente significativa in Basilicata (17,3%), Molise (10,3%), Puglia (8,0%) e Sardegna (5,8%).
Gli investimenti complessivamente ipotizzati sarebbero tali da attivare, nell’intero periodo, 373 mila occupati aggiuntivi, di cui 156 mila nelle regioni meridionali e la parte restante, pari a 164 mila, in quelle del Centro-Nord.
Le condizioni affinchè ciò avvenga presuppongono lo sviluppo di una nuova capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili, andando a rimuovere tutti gli ostacoli e le barriere che in qualche misura frenano tale processo. In particolare: 1) Bisogna ridurre e rendere certi i tempi degli iter autorizzativi. 2) Debbono essere individuate le aree che risultano idonee ad ospitare impianti per le rinnovabili coniugando esigenze produttive con la tutela dell’ambiente; il Report evidenzia come l’impatto sul consumo di suolo funzionale ad accrescere gli impianti sarebbe comunque estremamente contenuto. 3) E’ necessario che gli interventi assunti dal decisore pubblico siano affiancati da quelli dei principali operatori del mercato; 4) E’ indispensabile agevolare un’ampia accettazione politica e sociale degli impianti rinnovabili come fattore abilitante alla transizione energetica, favorendo il dialogo tra cittadini, Istituzioni e gli stakeholder interessati.
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Come riciclare i pacchi di Natale, parte campagna con Giovanni e Giacomo

ROMA (ITALPRESS) – Natale, tempo di regali. E’ stato stimato che ogni famiglia quest’anno spenderà in media 119 euro per l’acquisto dei doni da mettere sotto l’albero. Che siano libri, capi d’abbigliamento o prodotti tecnologici, indipendentemente dai gusti o dai desideri, il medesimo comun denominatore sarà la scatola che li contiene: ogni regalo infatti arriverà nelle mani di ciascuno opportunamente confezionato in un packaging, nella gran parte dei casi in carta e cartone. Insomma, una montagna di pacchi e pacchetti da riciclare al termine delle feste, una vera e propria ricchezza per l’ambiente. Conoscere le regole per fare una raccolta differenziata di qualità è dunque fondamentale e per ricordarle a tutti in vista di Natale, Capodanno ed Epifania è in arrivo la campagna di Comieco “Ridere fa bene. Riciclare carta e cartone pure”. Testimonial d’eccezione, Giovanni Storti e Giacomo Poretti che, con l’ironia consueta, saranno protagonisti di gag divertenti e brevi sketch, finalizzati a mettere in evidenza piccole attenzioni che danno al riciclo la giusta qualità.
La campagna – realizzata dall’agenzia Different – è on-air dal 19 dicembre e si sviluppa su più canali: web, quotidiani, radio e tv.
In concomitanza con la partenza della campagna, Comieco mette a disposizione dei cittadini sul proprio sito “Che riciclatore sei?”, un divertente quiz che rivelerà ad ogni utente quale profilo di riciclatore gli si addica di più, dal precisino al disattento, in base alle quotidiane abitudini sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone. Un’occasione per confrontarsi con amici e familiari in una sfida all’ultimo conferimento per allenare la propria conoscenza e perchè no, mettersi alla prova.
Prima di tutto, però, è importante rinfrescare le regole della raccolta differenziata di carta e cartone, perchè riciclare fa bene a tutti: all’ambiente, alla città, all’intero Paese e anche allo Spirito…natalizio!
Ecco le regole principali.
All’interno del regalo c’è uno scontrino? Presta attenzione, se stampato su carta termica non va conferito con la carta, può generare problemi nelle fasi del riciclo.
Prima di conferire l’imballaggio in carta, ricordati di togliere nastri adesivi, graffette e altri punti metallici: materiali non cellulosici di questo tipo vanno separati dalla carta.
Appiattisci e comprimi gli imballaggi in carta e cartone per ridurne il volume, prima di conferirli nell’apposito contenitore;
E durante pranzi o cene? I tovaglioli di carta sporchi di cibo non vanno con la carta ma devono essere conferiti nell’umido. E la carta per alimenti? Non va nel contenitore di carta e cartone, a meno che non sia indicato sulla confezione.
Attenzione alla carta che avvolge il regalo, non è tutta uguale! Se si tratta di un giornale o carta da pacchi va nella carta, se invece è carta argentata o dorata no. Controlla bene, prima di avviarla a riciclo. In caso di ulteriori dubbi? Verifica le disposizioni del tuo comune di residenza.
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Arbolia e WindTre realizzano un bosco urbano da 1.000 alberi a Taranto

TARANTO (ITALPRESS) – Arbolia, società benefit di Snam e Fondazione CDP attiva nella forestazione urbana, e WindTre hanno avviato una collaborazione per la realizzazione di un bosco urbano da oltre 1.000 alberi nella città di Taranto. La nuova cintura verde si trova all’interno del Parco archeologico delle Mura Magno Greche, un’area di grande interesse storico nei pressi del centro cittadino. L’intervento, reso possibile a seguito di un accordo con il Comune di Taranto, prevede la messa a dimora complessiva di 1.061 piante di differenti specie arboree alte circa 2-2,5 metri, tra cui leccio, bagolaro, pino domestico, platano, albero di giuda, e arbustive alte circa 1-1,25 metri, tra cui corbezzolo, lentisco, scotano alloro, ilastro comune, agnocastro. L’iniziativa prevede anche la manutenzione del nuovo bosco urbano per i primi due anni.
L’area verde, a regime, permetterà di assorbire fino a 258 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 2.506 Kg di PM10 l’anno.
In considerazione del valore archeologico dell’area, i lavori sono eseguiti in stretto contatto con la sovrintendenza e alla presenza di un team di archeologi. Il progetto sarà da subito un patrimonio per la comunità locale ed è essenziale che tutti ne abbiano cura.
WindTre donerà simbolicamente questo bosco alle proprie persone in occasione delle festività natalizie.
Per Rossella Gangi, direttrice Human Resources di WindTre, “la collaborazione con Arbolia testimonia l’ulteriore crescita del nostro focus sui temi sociali e ambientali e sulla lotta al cambiamento climatico, un orientamento che è trasversale a tutta l’azienda. Per questo, abbiamo deciso di regalare simbolicamente gli oltre 1.000 alberi che verranno piantati nel Parco delle Mura Magno Greche di Taranto proprio alle persone di WindTre, per ringraziarle del loro costante impegno nel contribuire a realizzare un futuro sempre più sostenibile”.
“Siamo molto felici di poter realizzare questo intervento in un luogo molto caro ai cittadini di Taranto e di dare un contributo al miglioramento della qualità dell’aria in questa meravigliosa città – ha sottolineato Salvatore Ricco, amministratore delegato di Arbolia -. Si tratta del primo di due progetti di Arbolia a Taranto e del terzo nella Regione Puglia, dove contiamo di realizzare altre iniziative nel corso dei prossimi mesi. La nostra missione è creare nuove aree verdi nelle città italiane grazie al supporto di aziende sensibili alla sostenibilità ambientale come WindTre, che ha creduto fin da subito al nostro progetto”.
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Da Gbc Italia 7 criteri chiave per le città sostenibili

ROMA (ITALPRESS) – Presentato a Roma il primo position paper sulla “Sostenibilità urbana” di Green Building Council Italia, che mira a delineare lo stato dell’arte delle città sostenibili, dei suoi punti di forza e degli strumenti idonei per misurare qualità ambientale e benessere sociale.
Nel 2050 gli abitanti del pianeta che vivranno in aree urbane raggiungeranno – secondo le proiezioni dell’Onu – i 6,7 miliardi e rappresenteranno il 68% della popolazione mondiale (che dovrebbe arrivare a circa 10 miliardi di persone). Sebbene le città occupino solo il 2% della massa continentale del pianeta, consumano oltre il 65% dell’energia mondiale e rappresentano oltre il 70% delle emissioni globali di CO2 prodotte dall’uomo.
Una definizione universale e operativamente applicabile di “città sostenibile” è in continua evoluzione. Tuttavia, GBC Italia fissa nel suo position paper un insieme di “attributi” dai quali partire per costruire politiche e strategie per una decisa transizione ecologica in grado di aumentare concretamente le capacità di resilienza, sostenibilità e salubrità dell’ambiente costruito.
Queste le sette green rules. Carbon neutral: Efficienza energetica, Fonti rinnovabili, Mobilità sostenibile, Low carbon material. Basso consumo di risorse: Rifiuti zero, Economia circolare, Consumo di suolo. Resiliente: Drenaggio urbano / invarianza idraulica, Verde urbano, Assorbimento CO2 / termoregolazione, Equilibrio fra suolo urbanizzato (consumato) e naturale (permeabile), adeguata capacità sismica. Verde: Verde urbano diffuso e accessibile, Cinture verdi periurbane, parchi agricoli, rete ecologica, Parchi urbani e verde di quartiere, Pareti e tetti verdi. Salubre: Aria, Acqua, Rumore, Comfort climatico e luminoso. Accessibile: Trasporti pubblici, Mobilità dolce e a zero emissioni, Servizi distribuiti / decentrati, Mixitè. Inclusiva: Servizi sociali, educativi, sanitari, Spazi pubblici e di aggregazione, Opportunità di lavoro, Reti di solidarietà e volontariato, Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e all’amministrazione.
La complessità dell’ambiente urbano richiede una valutazione “sistemica” della sostenibilità declinata in un set di criteri misurabili, verificabili e certificabili e per questo trasparenti. Il comparto dell’edilizia e del Real Estate, sostenuto dal Next Generation EU, è chiamato ad una trasformazione culturale epocale delle nostre città per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.
“Con questo evento abbiamo voluto indicare la strada di un processo di rinnovamento green e dare forma, attraverso il coinvolgimento di 21 relatori di alto livello, a possibili mappe di riferimento per interpretare la complessità del presente e costruire già oggi le città del domani”, ha commentato il presidente di GBC Italia Marco Mari. “L’Italia è uno dei paesi leader nella diffusione dei green building certificati, accettando di misurarci con protocolli internazionali emerge tutta la qualità progettuale e costruttiva delle nostre filiere. Prendendo come riferimento il più diffuso protocollo di certificazione energetico-ambientale nel mondo, il rating LEED, ci si accorge di come l’Italia negli ultimi anni sia rapidamente diventata leader in Europa per i progetti registrati e certificati. Dall’inizio del 2020 l’Italia è in cima alla classifica con 281 nuovi edifici registrati per ottenere la certificazione, a seguire Spagna con 219 e Germania con 79 In Italia il numero complessivo di progetti sostenibili della famiglia LEED-GBC è di oltre 1144 di cui oltre 412 già arrivati a certificazione”, aggiunge.
Anche Roma concorre a fare la sua parte. L’evento è stato infatti l’occasione per presentare la seconda Green Building Map degli edifici verdi della capitale, uno strumento utile per monitorare le politiche di trasformazione in atto del settore edilizio. A Roma sono 160 gli edifici che hanno adottato protocolli di certificazione energetico-ambientale rating system, tra questi Palazzo Silvestri Rivaldi, l’Acquedotto romano e la Chiesa San Giuseppe Falegnami.
“Bisogna proseguire il lavoro sull’edilizia a impatto zero, che in pochi anni ha già mostrato enormi potenzialità ma anche limiti da superare e che rappresenta una delle chiavi di volta della transizione ambientale”, afferma il vicepresidente di GBC Italia, Fabrizio Capaccioli, che aggiunge: “Esperienze come quella di GBC, la maggior associazione al mondo in fatto di edilizia sostenibile, sono a disposizione per affiancare le istituzioni e i governi delle città, grandi e piccole, nella rigenerazione del costruito esistente, del patrimonio storico-testimoniale e dei nuovi insediamenti. Occorre una visione d’insieme nei progetti urbanistici di recupero ambientale, che puntino al benessere del cittadino, garantito da univoci processi di validazione e certificazione delle opere. Occorrono risultati garantiti e conformi alle aspettative di amministratori e cittadini a tutela dell’ambiente e trasparenti e certificati a garanzia dì investimenti pubblici e privati”.
“Condivido il circuito virtuoso che questo incontro evoca – sottolinea il viceministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Teresa Bellanova -. In questo quadro si inserisce il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare con 2 miliardi e 800 milioni di euro, capace di guardare alle politiche della casa pubblica e sociale per un più ampio disegno strategico e ridurre il disagio abitativo soprattutto nelle periferie, innescare processi di rigenerazione del tessuto socio-economico, aumentare accessibilità e sicurezza delle aree urbane, contenere e ridurre il consumo di suolo”.
Per Alfonso Pecoraro Scanio, presidente di Fondazione UniVerde, “è importante misurare e certificare l’impatto dell’ecobonus. Le performance di efficientamento energetico degli edifici vanno valutate in tempo reale secondo un sistema puntuale”.
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La natura di “Obiettivo Terra” come augurio per il 2022 e per l’Italia

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato presentato a Roma, presso Palazzo Esposizioni, il Calendario 2022 “Un anno insieme alla natura con il concorso fotografico Obiettivo Terra”, realizzato dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana, in collaborazione con SOS Terra Onlus e con la Main Partnership di Cobat. Un omaggio ai 30 anni dalla promulgazione della legge 394/91, “Legge quadro sulle aree protette”.
L’evento di presentazione del nuovo Calendario 2022 si è svolto in occasione della riunione del Comitato scientifico della Fondazione UniVerde con il tradizionale brindisi di fine anno. Sono intervenuti: il Presidente e il Vicepresidente del Comitato scientifico, il prof. Domenico De Masi e l’ex magistrato ambientalista Gianfranco Amendola; il Presidente di Cobat, Giancarlo Morandi; la Presidente di Marevivo, Rosalba Giugni; il Prorettore per la Sostenibilità alla Sapienza Università di Roma, Livio de Santoli; il Direttore della Scuola di Rigenerazione Urbana e Ambientale, Alessandro Bianchi; il fisico del CNR, Valerio Rossi Albertini; e in collegamento video, la Coordinatrice del Forum per la democrazia ecologica del Tribunale internazionale dell’Ambiente, Pinuccia Montanari, e il Procuratore Generale Emerito della Corte Conti, Claudio De Rose.
Ai festeggiamenti hanno inoltre preso parte, tra gli altri: Virginia Raggi, il Generale di Corpo D’Armata Antonio Pietro Marzo, Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, e il Generale di Brigata Mariano La Malfa, Sottocapo di Stato Maggiore del Comando Generale della Guardia di Finanza, il Presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Antonio Palma, e il Presidente di Eur Spa, Alberto Sasso.
Dalle località di montagna a quelle costiere e subacquee, passando per le aree agricole e gli specchi d’acqua: le immagini che caratterizzano il Calendario 2022 di “Obiettivo Terra” (con le foto vincitrici dell’edizione 2021) sono parti del ricco mosaico che riflette l’atmosfera, i colori, la varietà, i sentimenti e la pura meraviglia che i paesaggi italiani evocano, contribuendo a rendere ineguagliabili i luoghi del Belpaese.
Il concorso “Obiettivo Terra”, giunto quest’anno alla 13a edizione e che rappresenta il consueto appuntamento per la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile), intende sollecitare fotografi e fotoamatori a catturare con uno scatto il patrimonio ambientale, il paesaggio, i borghi, le peculiarità e le tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali racchiusi nelle Aree protette d’Italia.
La partecipazione al contest è gratuita, basta registrarsi sul portale https://www.obiettivoterra.eu e caricare una fotografia a colori, secondo le caratteristiche tecniche previste dal regolamento.
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Caffè Borbone lancia una capsula amica della natura

NAPOLI (ITALPRESS) – La torrefazione napoletana Caffè Borbone lancia la capsula compostabile in biopolimero, realizzata attraverso processi biologici che conferiscono al prodotto finale un’elevata biodegradabilità. A caratterizzarla, anche un top in carta filtro, che consente un’estrazione naturale del caffè, garantendo un espresso “green”, a prova di bar.
La novità riguarderà le capsule Don Carlo “Miscela Oro” e “Miscela Rossa” – compatibili con macchine a marchio Lavazza, A Modo Mio – della linea professional in vendita nei negozi specializzati.
Le capsule potranno essere gettate direttamente nel contenitore dei rifiuti organici, senza eliminare il caffè contenuto al loro interno, e ricavare un compost per fertilizzare terreni. La novità si deve al reparto Ricerca&Sviluppo di Caffè Borbone, che ha creato pack sostenibili che possono fregiarsi, tra l’altro, del marchio FSC, relativo a una gestione forestale responsabile, che certifica il packaging esterno, mentre il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) garantisce la compostabilità del contenitore.
“La realizzazione della capsula compostabile – spiega Massimo Renda, fondatore nonchè attuale Presidente esecutivo di Caffè Borbone – è stata una sfida non facile.
Lavoravamo da tempo a questo progetto, per proporre un prodotto capace di combinare qualità, rispetto dell’ambiente e valore sociale. Il caffè è un alimento difficile da conservare -continua- sensibile a molti fattori, come temperatura e umidità. Come Caffè Borbone ci siamo orientati verso la compostabilità, la riciclabilità e tutto ciò che è virtuoso, valorizzando i profumi, gli aromi e sapori veri, che, alla fine, sono quelli determinanti per il successo dell’azienda e del prodotto”.
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Enea con Asi e G&A Engineering per coltivare orti lunari

ROMA (ITALPRESS) – Sviluppare sistemi di illuminazione Led ad alta tecnologia da utilizzare in “orti spaziali” per coltivare micro-ortaggi in grado di integrare la dieta degli astronauti con sostanze ad elevato potere nutrizionale. E’ l’obiettivo del progetto SOLE (Sistema ottico di illuminamento Led e controllo iperspettrale per la coltivazione di piante finalizzato ad applicazioni spaziali), che riunisce Enea, Agenzia Spaziale Italiana e l’azienda G&A Engineering, finanziato dalla Regione Lazio nell’ambito del bando ‘LAerospaZIO’ per la promozione del trasferimento tecnologico nel settore aerospaziale.
L’aspetto innovativo del progetto consiste nella ricerca e messa a punto delle migliori “ricette di luce”, cioè le combinazioni di Led a diverse lunghezze d’onda più efficaci nell’indurre la pianta a produrre sostanze bioattive in un sistema automatizzato e controllato. L’obiettivo è ridurre i tempi di intervento umano, evitare eventuali contaminazioni da manipolazione e consentire di monitorare lo stato della crescita delle piante, anche da remoto.
Oltre a definire i parametri di illuminazione Led per una produzione ottimale da un punto di vista quantitativo e qualitativo, il Laboratorio Biotecnologie del Centro Ricerche Enea Casaccia si occuperà della risposta delle piante alle condizioni ambientali artificiali e della selezione delle specie vegetali, in relazione al fabbisogno nutrizionale degli astronauti e alla capacità di adattamento alle condizioni idroponiche. Da parte sua Asi definirà i requisiti di progettazione dell’impianto dimostratore, inquadrandoli negli ambiti applicativi di maggiore interesse per i prossimi programmi di esplorazione umana dello spazio, mentre G&A Engineering sarà impegnata nella progettazione ingegneristica e nello sviluppo dell’impianto di coltivazione in ambiente controllato.
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A Genova la prima di una serie di aree verdi Save the Planet e JTI

GENOVA (ITALPRESS) – Il centro storico di Genova protagonista del progetto Sustainable Cities, l’iniziativa di Save The Planet e JTI Italia lanciata lo scorso anno con uno studio sulla sostenibilità delle 14 città metropolitane italiane e ora entrata nella sua fase operativa. Le due realtà hanno inaugurato alla presenza delle istituzioni cittadine la nuova zona verde di Piazza Piccapietra, dando il via a una serie di interventi concreti che porteranno nei primi mesi del 2022 alla piantumazione di oltre 100 alberi in varie aree del capoluogo ligure, per poi coinvolgere anche altri centri urbani italiani.
L’obiettivo dell’attività è quello di rivalorizzare il paesaggio e la sostenibilità delle città, attraverso azioni che possano far ritrovare alla natura la sua giusta importanza anche all’interno delle metropoli. Avvalendosi, per la messa a sistema dei progetti locali, della collaborazione di specifiche realtà impegnate sui territori. Come, nel caso di Genova, della cooperativa sociale Il Rastrello, attiva sin dal 1986 nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Presenti all’evento di Piazza Piccapietra Lorenzo Fronteddu, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia, Elena Stoppioni, Presidente di Save The Planet Onlus e Simonetta Cenci, Assessore all’Urbanistica e Progetti di Riqualificazione del Comune di Genova.
“Per JTI Italia il tema della sostenibilità è centrale – ha commentato Lorenzo Fronteddu, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia -, per questo siamo così felici di poter contribuire, con la realizzazione della nuova area verde a Genova, non soltanto alla valorizzazione del paesaggio urbano ma anche a un ulteriore passo avanti della città verso l’obiettivo della sostenibilità ambientale. Un traguardo oggi più che mai raggiungibile, ma che necessita della collaborazione costante di tutti gli attori in gioco sui territori, dalle aziende alle amministrazioni locali, fino a, soprattutto, i cittadini. La sostenibilità, poi, è una sfida che si declina anche in senso sociale oltre che ambientale. Ed è a questo proposito che siamo molto orgogliosi di aver coinvolto, nella messa a sistema del progetto, la cooperativa sociale Il Rastrello, realtà d’eccellenza nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”.
“La sostenibilità ambientale è un aspetto fondamentale per la crescita di una città – gli ha fatto eco Marco Bucci, sindaco di Genova – Da oggi i genovesi avranno a disposizione un nuovo spazio verde in pieno centro che permetterà di valorizzare l’intera area di piazza Piccapietra. Siamo felici di essere la prima tappa di questo progetto. Un’iniziativa che in futuro potrà essere replicata anche in altre parti della città per rendere Genova sempre più meravigliosa”.
L’iniziativa Sustainable Cities ha preso avvio dallo studio “Quanto sono sostenibili le nostre città?”, realizzato da Save The Planet Onlus con la collaborazione di JTI Italia.
Il report analizza le principali metropoli italiane secondo gli indicatori della normativa ISO 37120:2018, attuale standard di riferimento in materia, e mette in evidenza alcuni degli elementi chiave nel percorso verso la sostenibilità dei centri urbani, tra cui quello delle aree verdi.
“Valorizzare e rigenerare la città è il nostro obiettivo primario – ha dichiarato Simonetta Cenci, Assessore all’Urbanistica e Progetti di Riqualificazione del Comune di Genova – ma lo è anche sviluppare nuove zone verdi rivalorizzando e riappropriandosi di quelle esistenti. I progetti piloti che sono in corso saranno il volano per ridare grande valore ad un’area molto più vasta, inducendo percorsi di rigenerazione anche nelle aree adiacenti e nei quartieri limitrofi”.
“Abbiamo accolto con grande entusiasmo la proposta di collaborazione della città di Genova – ha infine aggiunto Elena Stoppioni, presidente di Save the Planet – Si tratta di un primo passo importante per la riqualificazione urbana della città. Come Save the Planet ci battiamo quotidianamente per diffondere, tra le altre cose, il messaggio di quanto sia importante sviluppare progetti urbani di questo tipo. L’iniziativa va ad inserirsi in un contesto non solo di natura ambientale ma anche di inclusione sociale, perchè la persona è parte imprescindibile della sostenibilità. Ed è per questo che, quando incontriamo amministrazioni lungimiranti che sposano le nostre idee, non possiamo che cooperare con soddisfazione”.
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