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A Bologna nasce l’archivio della moda green

BOLOGNA (ITALPRESS) – Un archivio con 1.500 pezzi di 100 aziende tessili nel segno della sostenibilità. E’ il Punto sostenibilità realizzato dalla Fondazione Fashion Research Italy di Bologna che oggi ha aperto i battenti nella sede di via del Fonditore, nella zona industriale della città. Un archivio innovativo perchè sia fisico che digitale di materiali tessili, accessori e soluzioni packaging con caratteristiche di sostenibilità, provenienti da aziende selezionate su tutto il territorio nazionale. Presto all’archivio si affiancheranno anche gli “ecoambassador”, come annuncia Alberto Masotti, presidente della Fondazione e già presidente dello storico marchio La Perla. “Prevediamo – spiega Masotti durante la presentazione del progetto – grandi investimenti nella direzione della sostenibilità e ciascuno di noi deve dare il massimo per ottenere risultati in questa direzione”.
“Il progetto – spiega Claudia D’Angelo, responsabile dell’archivio – è stato pensato in piena pandemia, poi a fine 2020 è iniziata la campagna di contatto delle principali aziende tessili per condividere prodotti con caratteristiche di sostenibilità. Quella che abbiamo ricevuto è stata una risposta calorosa”. L’accesso all’archivio, che ospita solo materiali e soluzioni già industrializzate e immediatamente disponibili per la produzione in piccola o larga scala, è gratuito, tanto per le aziende che desiderano proporre i propri prodotti, quanto per le manifatture che vorranno accedere alla selezione: attivando il proprio account sarà possibile consultare l’intero catalogo, ottenendo informazioni merceologiche e tecniche di tutte le risorse disponibili. Le aziende coinvolte ad oggi, provenienti per lo più dai grandi distretti tessili italiani, come Prato, Biella, Vicenza, Como, e dall’Emilia Romagna per quel che riguarda accessori e packaging, offrono uno spaccato interessante del settore. Infatti, secondo un’indagine realizzata dalla società Blumine Srl, partner scientifica di progetto, se la sicurezza chimica dei prodotti rappresenta ormai un dato di fatto, emerge anche una forte sensibilità delle aziende agli aspetti etici legati al lavoro e diritti umani. Inoltre, il tema dell’economia circolare emerge come trend che impegnerà le aziende nei prossimi anni. Accanto alla ormai tradizionale lana riciclata, nel Punto Sostenibilità trovano spazio prodotti più innovativi come la seta rigenerata – al tatto simile al cachemire – tessuti e passamanerie realizzati con filati di giacenza attraverso l’impiego di telai tradizionali, composizioni con fibre miste rigenerate e ancora jersey in poliestere biodegradabile, buste e sacchi biodegradabili e compostabili per il packaging di prodotto, bottoni e zip realizzati con alluminio riciclato, nastri e fettucce in poliestere riciclato e molto altro. Ciascuno dei campioni presenti – dai tessili ai bottoni, dalle cerniere alle confezioni – è descritto riportandone sia le specifiche tecniche che le certificazioni correlate. Alla presentazione hanno partecipato anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico e green economy Vincenzo Colla, Rosa Grimaldi, delegata alla Promozione economica e alle Industrie Culturali e Creative del Comune di Bologna, il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari e Alessandro Varisco, presidente filiera Moda e lusso di Confindustria Emilia Area Centro. Per Colla quello della moda è “un settore che ha una capacità artistica e culturale. C’è una intelligenza nelle mani di queste imprese che pochi hanno al mondo e non ci possiamo permettere di perdere questa filiera”.
Infatti, “Il comparto moda, con i suoi 87mila addetti, è la terza filiera più importante della Regione per quel che riguarda l’export. Un settore che, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria e prima ancora alla concorrenza asiatica, vive oggi una rinnovata stagione di fiducia nella transizione verso la sostenibilità, sia di prodotto che di processo”. “Abbiamo bisogno – aggiunge Colla – di centri di ricerca, della messa in sicurezza di un patrimonio di questa portata perchè la conoscenza farà la differenza”. “Uno degli obiettivi dell’attuale Giunta per i prossimi 5 anni – osserva Rosa Grimaldi – è quello di favorire una connessione tra i poli, tra i quali un ruolo di primo piano ha quello delle industrie creative e culturali di cui la moda fa parte, fare nascere una vera e propria “via della conoscenza” che connetta tra loro i saperi, perchè solo nella connessione e nello scambio è possibile attuare una vera crescita”. Per Grimaldi il Punto Sostenibilità e la Fondazione sono “un polo di attrattività per le piccole imprese”. Anche il rettore Molari condivide il progetto della “via della conoscenza” che sarà “una delle attività principali dei prossimi anni”. In occasione dell’inaugurazione di Punto Sostenibilità la Fondazione FRI ospita, da domani e fino al 31 gennaio 2022, la prima italiana de “La gentilezza della carta. La sostenibilità è bellezza”, mostra di 18 abiti-scultura realizzati in carta prodotta con il 100% di fibre riciclate dalla storica cartiera Cordenons da Caterina Crepax, per riflettere attraverso l’arte sul tema della sostenibilità.
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La mobilità urbana vista dai cittadini è integrata e sostenibile

MILANO (ITALPRESS) – Potenziare il trasporto pubblico in ottica green. Investire nella mobilità integrata: treno, bicicletta, auto, metropolitana, piedi. Promuovere sconti e tariffe agevolate per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Aumentare la sicurezza stradale per ciclisti e pedoni. Sono quattro le leve di sviluppo scelte dai cittadini delle metropoli di Milano, Roma e Napoli per aumentare il grado di benessere percepito e migliorare la mobilità nelle città di residenza, hinterland compresi. Lo dice il rapporto «La mobilità urbana vista dai cittadini» di Banca Ifis realizzato su un campione di abitanti delle tre città italiane selezionate per dimensione, sviluppo e geografia.
Ancora oggi ben il 39% degli spostamenti in città avviene in auto o scooter a motore termico: a Napoli e hinterland si arriva al 45%. I mezzi pubblici sono la seconda forma di trasporto più utilizzato, pari a circa il 23% degli spostamenti (29% a Milano). In ottica green qualcosa si muove anche sul fronte della mobilità dolce: lo studio di Banca Ifis fotografa l’avanzata dell’uso della bici, grazie anche al bonus mobilità 2020. Il 18% dei cittadini va su due ruote e il 50% ne ha incrementato l’uso rispetto a due anni fa: il 37% per fare attività fisica, il 27% per ragioni di distanziamento sociale, il 26% per ridurre l’impatto ambientale, il 22% grazie allo sviluppo delle piste ciclabili. Per il 91% degli utilizzatori, la bici ha ridotto l’uso di un altro mezzo, nel 54% dei casi si tratta dell’auto.
«Sostenere le imprese, soprattutto le PMI che investono nelle eccellenze del saper fare italiano, è la missione di Banca Ifis sin dalla sua nascita. Interpretiamo questo ruolo con una particolare attenzione allo sviluppo sociale e culturale dei territori in cui operiamo, convinti che la sostenibilità rappresenti una leva di creazione di valore per le persone e l’ambiente – spiega Ernesto Fùrstenberg Fassio, Vice Presidente Banca Ifis -. Con questo spirito abbiamo concepito la ricerca sulla mobilità urbana in Italia con l’obiettivo di fornire, attraverso un’indagine su tre città laboratorio quali Milano, Roma e Napoli, una fotografia del presente e individuare nuove soluzioni che mettessero i cittadini al centro, a partire dal ruolo della bicicletta nelle nostre città».
«Con un focus sull’ecosistema della bicicletta abbiamo voluto far luce su un prodotto dell’eccellenza italiana che porta con sè non solo innovazione e sostenibilità, ma anche opportunità di business – continua il Vice Presidente Fùrstenberg Fassio -. Porre pari attenzione allo sviluppo economico e alle sue influenze sull’ambiente, sugli stakeholder e sulle comunità, rappresenta oggi non solo un dovere ma anche un’opportunità per partecipare attivamente alla costruzione del nostro domani».
Il termometro del benessere nelle grandi città In una scala del benessere che va da un livello minimo di -100 a un massimo di +100, gli abitanti delle tre città metropolitane esprimono complessivamente una valutazione media di -63 sullo stato della mobilità e solo il 7% si reputa pienamente soddisfatto. Milano e il suo hinterland si aggiudicano il dato migliore, seppur in campo negativo, pari a -35 con un 11% di cittadini pienamente soddisfatti. Nella metropoli napoletana il giudizio complessivo si attesta su un -76 con 5% di soddisfazione. In coda Roma con, rispettivamente, un -80 e il 3%.
Gli abitanti della metropoli milanese si muovono prevalentemente in auto e scooter a benzina/gas/gpl (35% con un picco del 46% nell’hinterland); al secondo posto ci sono i mezzi pubblici (29%), solo il 13% degli spostamenti è a piedi. Il campione intervistato sceglie la bicicletta come mezzo per muoversi nel 10% dei casi, auto e scooter elettrici o ibridi sono usati nell’8%, mentre i monopattini elettrici solo nell’1%. Il bonus mobilità erogato nel 2020 ha accelerato la diffusione delle bici (tra gli utilizzatori il possesso passa da 53% a 67%) ma soprattutto dei monopattini (la cui diffusione va dal 24% all’84%). Il 27% degli abitanti di Milano e hinterland dichiara di utilizzare la bici, una percentuale doppia rispetto ai romani e ai napoletani, e il 38% pedala più di due anni fa. Per l’88% le due ruote hanno ridotto l’uso di un altro mezzo di trasporto. Per migliorare la mobilità cittadina, i milanesi vorrebbero più incentivi per i mezzi pubblici, come sconti o tariffe agevolate. Il capoluogo lombardo è la prima città in Italia per disponibilità di servizi in sharing e per l’estensione della ZTL. Nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile spiccano 186 km di nuove piste ciclabili, di cui 35 pop up realizzati nel 2020, e sono in fase di progettazione/realizzazione 30 progetti per la moderazione della velocità e la sicurezza stradale.
Roma totalizza, rispetto a Milano e Napoli, una delle percentuali più alte (14% degli spostamenti) relative all’uso di auto e scooter elettrici o ibridi ma anche di monopattini elettrici (3%). Tuttavia, in città i romani scelgono ancora mezzi a combustibile fossile (36% degli spostamenti) contro un 26% di trasporti pubblici. Il 60% degli abitanti della Capitale che utilizza la bici ne possiede una (di questi il 24% l’ha acquistata nel 2020 beneficiando del bonus mobilità), mentre ha un monopattino il 57% degli utilizzatori (17% lo ha acquistato con il bonus). La bici, nel 53% dei casi di chi ha incrementato l’uso della bici negli ultimi due anni, permette di ridurre l’utilizzo dell’automobile.
La misura più importante per migliorare la mobilità a Roma è, secondo gli intervistati, il potenziamento del trasporto pubblico in ottica green, a seguire gli incentivi all’uso dei mezzi pubblici, l’incremento di sistemi di mobilità integrata e più sicurezza stradale. Investimenti in questi ambiti consentirebbero di passare da un indicatore di benessere percepito di -80 a uno di +17.
In ambito di mobilità sostenibile la capitale prevede la realizzazione di nuovi percorsi ciclabili per 293 km, di cui 16 pop up già realizzati nel 2020. Roma ha approvato l’accesso agevolato delle bici sui mezzi pubblici, incentivi ai servizi di sharing mobility e definito il Piano Capitolino della Mobilità Elettrica per l’installazione di una rete di colonnine di ricarica.
A Napoli i residenti ricorrono agli spostamenti a piedi in misura maggiore rispetto ai milanesi e ai romani. La passeggiata conquista infatti il 20% tra le preferenze di spostamento, subito dopo l”auto e lo scooter a benzina/gas/GPL, che è utilizzato per il 45% degli spostamenti con punte del 54% nell’hinterland. Seguono i mezzi pubblici (16%), le auto e gli scooter elettrici e ibridi (9%), il treno (5%, il dato più elevato tra le tre città) e i monopattini elettrici (2%). La bici è usata come mezzo prevalente solo nel 2% degli spostamenti. Il potenziamento del traporto pubblico e gli incentivi a utilizzarlo sono le aree di intervento prioritarie per migliorare la mobilità e il benessere percepito che potrebbe raggiungere un valore da -76 a +17. Napoli si distingue per il focus sulla mobilità lenta con una serie di iniziative a favore della bicicletta, come la realizzazione di piste di emergenza che connetteranno stazioni ferroviarie, fermate metro e punti di accesso della città, e accordi con le autorimesse cittadine per il parcheggio custodito delle biciclette a un prezzo contenuto.
Il PUMS prevede la realizzazione di 163 km di piste ciclabili di cui 8 pop up già attivi dal 2020.
L’indagine di Banca Ifis individua nelle città di Parigi, Bruxelles e Copenaghen tre esempi da cui trarre ispirazione. A Parigi sono in fase di costruzione 650 chilometri di piste ciclabili che si aggiungeranno agli attuali mille chilometri ed è al vaglio una proposta per rendere ogni strada della città ciclabile. La capitale francese dispone di uno dei più evoluti sistemi di bike sharing e gli studenti minorenni possono usare i mezzi pubblici gratuitamente.
A Bruxelles sono stati stanziati nel biennio 2020-2021 ben 2,6 miliardi di euro per migliorare la rete stradale e potenziare il servizio pubblico. All’interno del centro città i veicoli possono viaggiare a un massimo di 20 km orari.
A Copenaghen, infine, l’attenzione per le due ruote è massima, con la creazione di sistemi di “onda verde” e di sicurezza altamente tecnologici pensati appositamente per i ciclisti, fissando l’obiettivo di diventare una città a impatto zero per le emissioni di CO2 entro il 2025.
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Rifiuti da imballaggio, in Puglia intesa Regione-Conai-Ager-Anci

BARI (ITALPRESS) – Un’intesa per regolamentare la gestione e potenziare la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio. E’ questo l’obiettivo dell’accordo di programma firmato questa mattina dalla Regione Puglia con il Conai, consorzio nazionale imballaggi, l’Ager (Agenzia territoriale della regione Puglia) e l’Anci Puglia. Una tappa importante per incentivare lo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio provenienti dalla superficie pubblica e dalle aziende, finalizzata all’effettivo avvio a riciclo e recupero degli stessi. Gli enti firmatari costituiranno un tavolo tecnico che organizzerà attività di supporto per i comuni per l’applicazione della regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani adottati dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente).
L’Ager e i comuni riceveranno risorse sui propri capitoli di bilancio da destinare agli investimenti per lo sviluppo della raccolta differenziata, contestualmente saranno organizzate giornate formative sulla normativa di settore vigente dedicate ai tecnici degli enti pubblici. Il Conai potrà controllare, attraverso informazioni provenienti dai comuni e dalla Regione, i flussi agli impianti dei rifiuti di imballaggio provenienti dalla raccolta differenziata.
Tra le novità più importanti è presente lo sviluppo del sistema “SIR” (sistema sulla tracciabilità dei rifiuti), che Conai metterà a disposizione della Regione e dell’Ager a titolo gratuito e che coinvolgerà i comuni, gli osservatori provinciali e l’osservatorio regionale rifiuti. Il SIR è in grado di tracciare ogni rifiuto conferito in modo differenziato dalla raccolta fino al luogo in cui viene trattato per essere avviato a riciclo o a recupero. Un sistema che raggiunge livelli di precisione a oggi unici in Italia.
Le parti costituiranno un gruppo di lavoro permanente con l’obiettivo di redigere e proporre proposte progettuali da candidare al finanziamento a valere sulle misure previste dal PNRR a favore del territorio pugliese. La Regione potrà così dotarsi di nuovi impianti e infrastrutture per la raccolta dei rifiuti.
“Questo è un accordo importante che interviene su più profili e costituirà un apporto importante per raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissi sul miglioramento della qualità della raccolta differenziata e della tracciabilità dei rifiuti da imballaggio – ha dichiarato Anna Grazia Maraschio, assessore regionale all’Ambiente -. Conai offrirà supporto tecnico agli enti locali che potrebbero essere in difficoltà sulle progettazioni per utilizzare al meglio i fondi del PNRR. La filiera dei rifiuti in Puglia è abbastanza corretta – ha concluso – ma questo accordo migliorerà il nostro sistema. La tracciabilità dei rifiuti consentirà di evitare fenomeni anomali”.
“L’accordo ha lo scopo di mettere a disposizione della Regione Puglia e di AGER le competente che CONAI ha sviluppato negli ultimi anni per incrementare la raccolta differenziata e l’avvio a riciclo degli imballaggi, e avvicinarsi più velocemente ai risultarti di molte Regioni del Settentrione – conclude il presidente Conai Luca Ruini. – Ma vuole anche aiutare la Puglia a formulare proposte progettuali per migliorare le infrastrutture di raccolta, finanziabili con i fondi del PNRR. Sono certo che questo nuovo Accordo contribuirà a un grande miglioramento: una chiara volontà politica e l’impegno dei cittadini, del resto, possono produrre risultati importanti anche in poco tempo”.
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Clima, università e aziende insieme per la ricerca sull’idrogeno

MILANO (ITALPRESS) – Una piattaforma di ricerca congiunta tra università e aziende per studiare lo sviluppo del vettore energetico che potrà dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi climatici globali: l’idrogeno.
Nasce Hydrogen Joint Research Platform (Hydrogen JRP) creato dalla Fondazione Politecnico di Milano, insieme al Politecnico di Milano e a tre aziende fondatrici Edison, Eni e Snam.
Hydrogen JRP ha l’obiettivo di promuovere studi e ricerche innovative su: produzione dell’idrogeno pulito, che comprende l’idrogeno verde e “low carbon”; soluzioni per il suo trasporto e relativi sistemi di accumulo avanzati; impieghi innovativi di tipo elettrochimico e termico in applicazioni residenziali, industriali e di trasporto; sviluppo di best practice per la progettazione e realizzazione delle infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno.
L’intento è dare impulso alla creazione di una filiera idrogeno in Italia, per favorire la competitività delle aziende e la crescita di imprese high tech; Hydrogen JRP è aperto a tutte le imprese che vogliono sperimentare, con il supporto della prima università tecnica italiana e dei suoi laboratori, la ricerca e lo sviluppo di prodotti e servizi sull’idrogeno.
Per aumentarne l’impatto la piattaforma si avvarrà di un advisory board, organo di consulto strategico, che coinvolgerà i principali stakeholder istituzionali anche internazionali, per creare interesse e attrarre investimenti. Hydrogen JRP vuole cogliere la sfida della ricerca sull’idrogeno per costruire un ecosistema dell’innovazione. Saranno confermate nei prossimi mesi le adesioni al JRP di altre aziende interessate allo sviluppo della filiera dell’idrogeno. La struttura della piattaforma prevede che i soci stessi, a seconda del loro livello di adesione, propongano temi di ricerca verticali che favoriscano la creazione di know-how per l’industria italiana del settore.
L’idrogeno può diventare un protagonista centrale per fare fronte alle esigenze di progressiva decarbonizzazione in vari settori. Al fine di perseguire questa opportunità e promuovere la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno, il nostro Paese ha tra i suoi obiettivi quello di supportarne la ricerca e lo sviluppo e completare tutte le riforme e regolamenti necessari a consentirne l’utilizzo, il trasporto e la distribuzione. La Strategia europea prevede, inoltre, un incremento nell’uso di idrogeno verde nel mix energetico che può arrivare fino ad oltre il 20 per cento entro il 2050. “La transizione energetica è tra le più grandi sfide dei nostri tempi – ha detto Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano -. Sono due i concetti chiave sui quali dobbiamo insistere: il rafforzamento di un percorso politico, di allineamento con le direttrici europee, che si basa su una fase di accompagnamento del sistema industriale; lo sviluppo di ricerca e formazione per posizionarci come punto di riferimento in termini tecnologici all’interno panorama internazionale. Perchè questo accada abbiamo bisogno di tracciare un progetto comune che vede l’università al fianco delle imprese. Ecco perchè Hydrogen Joint Research Platform, che oggi avviamo grazie alla partecipazione, alla capacità di ascolto e di innovazione di tre grandi imprese del settore, deve poter estendersi il più possibile al tessuto produttivo”.
Andrea Sianesi, presidente Fondazione Politecnico di Milano, ha spiegato che “nella rivoluzione green europea l’idrogeno giocherà un ruolo importante, si tratta di un vettore energetico flessibile e potenzialmente ad impatto ambientale zero. Il governo italiano, inoltre, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha riservato un ruolo rilevante proprio all’idrogeno per fare fronte alle esigenze di progressiva decarbonizzazione in vari settori. Come Fondazione Politecnico e in linea con la nostra missione di fare da ponte tra Accademia e tessuto produttivo, abbiamo ritenuto fosse strategico creare un centro di ricerca congiunto per favorire la costituzione di una filiera industriale associata allo sviluppo dell’idrogeno, che potesse contare sulla prima università tecnica italiana e su alcune delle più importanti imprese nel campo dell’energia per favorire l’innovazione, ma anche puntare su una ricerca d’eccellenza e su un trasferimento tecnologico efficace e di impatto per lo sviluppo del sistema paese”.
Secondo Giovanni Brianza, Executive Vice President Energy & Environmental Services Market di Edison, “l’idrogeno è un vettore energetico fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore dei trasporti e dell’industria hard to abate. La grande sfida oggi è accelerarne lo sviluppo per renderlo economicamente sostenibile e per dare vita a una nuova filiera industriale che agisca da volano per l’economia italiana e affermi il valore delle nostre competenze a livello internazionale. Con la piattaforma di ricerca Hydrogen JRP con Politecnico di Milano, Eni e Snam, poniamo le basi per un importante lavoro comune e confermiamo il ruolo fondamentale che Edison ha nel settore dell’idrogeno e il suo impegno nel supportarne la ricerca e sviluppo”.
“La ricerca e sviluppo è uno dei pilastri su cui poggia la strategia di Eni volta al completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonchè la chiave per una transizione energetica equa e di successo – ha sottolineato
Francesca Zarri, direttore Technology, R&D e Digital di Eni -. Questo progetto si inserisce nella rete di collaborazioni con i migliori Atenei e Centri di ricerca nazionali e internazionali che Eni sta sviluppando con l’obiettivo di accelerare l’industrializzazione di tecnologie innovative in ambito decarbonizzazione e rinnovabili”.
Cosma Panzacchi, Executive Vice President Hydrogen di Snam, ha evidenziato che “con l’adesione a Hydrogen JRP, Snam mira a contribuire alla crescita del sistema di ricerca e sviluppo per potenziare la filiera italiana dell’idrogeno con l’obiettivo di accelerarne la diffusione, anche grazie alle infrastrutture esistenti, e dare impulso alla transizione energetica. Questa iniziativa è in linea con l’impegno di Snam a supportare le tecnologie più promettenti dell’ecosistema idrogeno, attraverso progetti quali l’Hydrogen Innovation Center avviato in collaborazione con alcuni dei più importanti atenei italiani, come il Politecnico di Milano, e HyAccelerator, primo programma di accelerazione per startup dell’idrogeno gestito da un’azienda a livello globale”.
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Draghi “L’Europa non può affrontare da sola la transizione verde”

ROMA (ITALPRESS) – “L’Europa vuole guidare la transizione verde ma non può affrontarla da sola. Il continente produce l’8% delle emissioni globali, la metà degli Stati Uniti e un quarto della Cina, la velocità con cui i paesi arriveranno alla neutralità climatica non sarà uguale per tutti ma è importante che il punto di partenza sia lo stesso, cioè oggi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo all’evento “Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile” organizzato da Confindustria Energia.
“E’ importante che tutti paesi prestino fede agli impegni presi, serve il contributo di tutti”, ha aggiunto. “La transizione ecologica ha una importanza esistenziale come individui e come Italia. E’ bellissimo che di fronte a sfide fondamentali tutti trovino il modo di andare d’accordo”, ha proseguito Draghi.
“Il Pnrr assegna quasi il 40% dei fondi a riforme e investimenti per favorire la transizione ecologica – ha spiegato il presidente del Consiglio -. Questo piano vincola gli stanziamenti al raggiungimento di precisi risultati con scadenze definite per i prossimi 5 anni. Nel frattempo, per limitare i rincari nel breve periodo e per aiutare in particolare le famiglie più vulnerabili e più povere, abbiamo stanziato 1,2 miliardi di euro a giugno e oltre 3 miliardi a settembre. Siamo pronti a intervenire di nuovo e di nuovo con particolare attenzione alle fasce più deboli”.
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A Napoli la prima Aula Natura in Campania grazie a Wwf e P&G

NAPOLI (ITALPRESS) – E’ stata inaugurata alla Scuola secondaria Michelangelo Augusto, la prima Aula Natura di Napoli, nata dalla collaborazione tra Wwf Italia e Procter & Gamble che, nell’ambito del suo programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, sta realizzando progetti di sostenibilità ambientale e sociale in tutto il Paese.
Si tratta di un’area verde di 160 metri quadri, incuneata tra i palazzi di Bagnoli – il quartiere di Napoli che a inizio Novecento fu scelto come sede dello stabilimento Ilva -, in cui i 900 studenti dell’Istituto comprensivo statale “Michelangelo – Augusto” potranno conoscere la natura ed imparare a rispettarla. Con un laghetto, un piccolo orto didattico, un’area a macchia mediterranea e un gazebo, l’Aula Natura di Napoli sarà infatti uno strumento importante per la didattica all’esterno degli alunni e ospiterà diverse attività, organizzate anche con la collaborazione con la vicina Riserva Naturale Oasi Wwd Cratere degli Astroni.
Il progetto è stato presentato da Raffaele Lauria, delegato Wwf Campania, Gaetano Benedetto, Presidente Centro Studi Wwf Italia, e Riccardo Calvi, direttore Comunicazione di P&G Italia. All’inaugurazione hanno partecipato anche il Vicesindaco di Napoli con delega all’Istruzione Mia Filippone, il Comandante della Regione Carabinieri Forestale Campania Ciro Lungo, la dirigente scolastica Chiara Esposito, la presidente Wwf Napoli Ornella Capezzuto e la referente scuole Wwf Italia Pasqualina Morzillo.
Dall’inizio dell’anno scolastico 2021/22, grazie al supporto di Procter & Gamble, sono oltre 2.000 i metri quadri di spazi verdi realizzati e messi a disposizione di oltre 5.000 alunni delle scuole Primarie e degli Istituti Comprensivi delle città di Udine, Venezia, Codogno (LO), Novara, Genova, La Spezia, Città Sant’Angelo (PE), Roma, Napoli, Taranto e Catania. E a queste città se ne aggiungeranno presto tante altre (la prossima a Torino a dicembre): Wwf e P&G prevedono infatti l’apertura di almeno 50 Aule Natura in tutta Italia entro il 2024. Nuove scuole interessate al progetto potranno candidarsi grazie al bando che permetterà di selezionarne altre 20 da realizzare nell’anno scolastico 2021-22.
“Con il programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, stiamo realizzando progetti concreti di sostenibilità ambientale e sociale in tutto il Paese. E le Aule Natura, nate grazie alla collaborazione con il Wwf, che è la più importante partnership mai realizzata da P&G in Italia a tema ambientale, ne sono un bellissimo esempio – ha spiegato Calvi, direttore Comunicazione di P&G Italia -. Siamo orgogliosi e felici di donare agli alunni di Napoli, e in particolare ai giovani dei quartieri Bagnoli e Fuorigrotta, tuttora segnati da una mancata bonifica, un’Aula Natura, un prezioso spazio verde che coinvolge le nuove generazioni su un tema fondamentale quale l’insegnamento della natura e l’educazione al suo rispetto, che riteniamo cruciale per un reale sviluppo sostenibile”.
“Credo in questo progetto perchè riesce ad offrire il contatto con la natura ai più giovani, riqualificando i giardini delle scuole e proponendo il loro utilizzo educativo per mettere le basi di una vera transizione ecologica e culturale. Questa è un’azione prioritaria per il Wwf, come anche dimostrare alle istituzioni comunali e provinciali che si può operare in questo senso – ha detto Benedetto, presidente Centro Studi Wwf Italia -. Essere oggi in un luogo emblematico come Bagnoli per l’inaugurazione della prima Aula Natura in Campania riveste un significato profondo”.
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Acea Sustainability Day, sfide e opportunità della transizione ecologica

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolta presso la “Lanterna” di Roma, la terza edizione del Sustainability Day Acea, un’iniziativa che nasce dalla volontà del Gruppo di proporre un momento di confronto sui temi della sostenibilità. Al centro dell’edizione 2021, l’importanza di avere una transizione ecologica equa che possa contemplare, oltre agli aspetti ambientali, anche quelli economici e sociali e che metta al centro la persona, come attore della transizione e beneficiario dei suoi effetti. Sullo sfondo, gli scenari di un futuro prossimo in cui istituzioni e mercati, imprese e società civile sono chiamati a ripensare i modelli di produzione per coniugare crescita economica e sviluppo sostenibile nel perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e del Green Deal UE.
Ad aprire l’evento, articolato in tre tavole rotonde moderate dalla caporedattrice del Corriere della Sera Antonella Baccaro, è stata Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità e la famiglia, intervistata dalla vicedirettrice del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini. Al primo panel, “Transizione giusta: ecologica, sociale, economica”, hanno partecipato Stefano Pareglio, presidente della Fondazione Utilitatis, Mario Calderini, professore ordinario della School of Management del Politecnico di Milano, e Alberta Pelino, presidente Young Ambassadors Society, Chair Y20 Italy. L’Ad di ACEA Giuseppe Gola e il responsabile Investor Relations & Sustainability ACEA Stefano Songini hanno presentato lo studio realizzato da The European House – Ambrosetti sul contributo di ACEA in termini di capitale economico, ambientale, sociale e cognitivo per la creazione di valore e lo sviluppo sostenibile del Paese.
A chiudere, la sessione dedicata alle “Dimensioni attuative della transizione” in cui sono intervenuti l’Ad di ACEA, Francesca Isgrò, presidente Enav, Clara Poletti, componente Arera e presidente Acer e Patrizia Celia, Head of Large Caps, Investment Vehicles & Market Intelligence di Borsa Italiana.
“Le sfide poste dalla transizione ecologica – ha affermato Gola – richiedono una risposta comune per mettere in campo iniziative ispirate ai più moderni paradigmi dello sviluppo sostenibile, attente non solo all’ambiente ma anche all’impatto sociale. La politica industriale dell’azienda orientata ai criteri della green e circular economy, secondo il report di The European House – Ambrosetti, ha avuto nel 2020 un impatto positivo diretto e indiretto sul Pil, per un totale stimato di 3,1 miliardi di Euro di valore aggiunto; ogni Euro di valore aggiunto generato da ACEA ne attiva ulteriori 1,22 Euro nell’intero ciclo economico. Inoltre, con investimenti pari a 907 milioni, ACEA si posiziona tra le prime 15 aziende del comparto industriale italiano, con un valore in forte crescita nell’ultimo quinquennio, pari a +14,4% medio annuo”.
Il report di Ambrosetti ha analizzato l’attività del Gruppo nel 2020. Tra le attività del Gruppo che hanno avuto un maggiore impatto sull’ambiente e sulla lotta al cambiamento climatico, troviamo le politiche energetiche che, grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili, hanno consentito di evitare nel 2020 l’emissione di 210.000 tonnellate di CO2, pari alla quantità assorbita in un anno da 10,5 milioni di alberi, tre volte quelli attualmente presenti in tutti i capoluoghi italiani. Il 68% dell’energia elettrica prodotta dal Gruppo, infatti, è generata da fonti rinnovabili. Nel settore idrico, la società, primo player nazionale per numero di abitanti serviti (9 milioni dislocati in 5 regioni), per investimenti (1,7 miliardi di Euro negli ultimi 5 anni) e per chilometri di rete di distribuzione (oltre 53 mila km, quattro volte la distanza andata e ritorno tra Roma e New York), è impegnata in una gestione sostenibile dell’acqua attraverso la tutela della risorsa idrica, l’efficientamento delle reti e il contenimento dei volumi delle perdite. Sul fronte del trattamento dei rifiuti, nel 2020, ACEA ha lavorato circa 1,45 milioni di tonnellate di rifiuti, posizionandosi quale operatore di riferimento per l’Italia Centrale.
Per quanto riguarda l’ambito sociale, la forza lavoro di Acea, composta da oltre 7.500 persone, registra la terza performance per crescita occupazionale tra le aziende industriali italiane nell’ultimo quinquennio. Considerando anche gli impatti indiretti e indotti, il contributo occupazionale totale raggiunge i 27.000 posti di lavoro equivalenti: per ogni occupato diretto di Acea si attivano, infatti, 2,5 ulteriori posti di lavoro.
Grazie alle politiche di sostenibilità messe in campo, l’azienda si è posizionata al terzo posto del segmento MID CAP di Borsa Italiana nell’Indice di Eccellenza della Governance di The European House – Ambrosetti, che valuta cinque aree: tra queste è l’azienda numero uno nel sotto-segmento della governance della sostenibilità”.
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Bottle Story, i segreti del riciclo del vetro raccontati dagli studenti

MILANO (ITALPRESS) – Non sarà il solito contest tra scuole, ma un vero e proprio esperimento di scrittura condivisa, con l’obiettivo di diffondere le buone pratiche in materia di raccolta differenziata del vetro e di riciclo degli imballaggi, in particolare tra i più giovani. In due parole, “Bottle Story”, racconti in bottiglia, il nuovo progetto di educazione alla sostenibilità ideato da CoReVe, il Consorzio per il Recupero del Vetro, e destinato ai ragazzi delle classi quarta e quinta delle scuole primarie e a tutti gli alunni delle scuole secondarie di primo grado.
Il sito del progetto è online da questa mattina – https://www.bottlestory.it – ed è pronto a raccogliere le candidature di ogni classe che vorrà cimentarsi nella scrittura di uno dei 5 capitoli del libro. Nessuna regola e nessuna limitazione, solo tanta fantasia e soprattutto originalità.
A guidare i ragazzi in questo viaggio a cavallo tra scrittura e sostenibilità, sarà Simone Tempia, autore di best sellers come Vita con Lloyd e Storie per genitori appena nati, che ha già scritto l’incipit del libro e valuterà, insieme a una giuria di qualità, ciascun contributo che arriverà dai partecipanti al progetto.
“Bottle Story – spiega Gianni Scotti, presidente di CoReVe – è pensato come un Premio Letterario: un esercizio di scrittura condivisa che ha come obiettivo principale quello di insegnare ai ragazzi le corrette modalità di riciclo e di farlo in modo divertente, curioso e coinvolgente. Invece di mettere i ragazzi solo in competizione, abbiamo scelto di farli collaborare tra loro per dare vita a un racconto lungo che sia il prodotto del lavoro di ciascuno dei partecipanti. In questo modo vogliamo anche far passare il messaggio che la sfida alla sostenibilità e allo sviluppo di un’autentica economia circolare si vince soltanto attraverso la collaborazione tra tutti”.
“C’è poi un secondo aspetto – aggiunge Scotti -: gli ultimi dati in nostro possesso ci dicono che sono proprio i più giovani a commettere il maggior numero di errori nel momento in cui differenziano i rifiuti. Secondo uno studio condotto da AstraRicerche, il 58,6% dei ragazzi tra i 14 e i 24 anni non conferisce gli imballaggi in modo corretto. Ecco perchè è indispensabile agire sulle future generazioni. Non possiamo permetterci passi indietro sulla gestione dei rifiuti”. 
“Il vetro è un materiale che racconta naturalmente storie: nasce dalla sabbia del mare, passa attraverso il calore delle fucine, viene plasmato dalla maestria delle mani dell’uomo fino a raggiungere forme sempre inedite e nuove. Un contenitore, un gioiello, un soprammobile o un bicchiere: il vetro tutto è e tutto può. Un pò come le parole – afferma Simone Tempia, autore dell’inicipit che da il la ai ragazzi -. E’ un onore poter dare il via a questo viaggio che porterà la fantasia dei ragazzi da una bottiglia a…chissà. Non vedo l’ora di sorprendermi alla ricerca di questo tesoro”.
Sul sito www.bottlestory.it è stato pubblicato l’incipit del libro, scritto da Tempia. A partire da queste righe iniziali, alle classi sarà lasciata carta bianca per sviluppare una storia coerente, che tocchi i punti chiave sostenibilità, innovazione, biodiversità, ecologia.
Il concorso sarà suddiviso in due categorie: una dedicata alle classi quarte e quinte della scuola primaria, l’altra dedicata al Triennio della scuola secondaria di primo grado.
Ciascuna scuola avrà la possibilità di scrivere uno dei cinque capitoli che comporranno ciascun libro e potrà inoltre presentare una proposta di illustrazione per la copertina.
Ogni contributo, scritto o illustrato, verrà pubblicato sul sito e valutato da una giuria di professionisti appositamente selezionata. Non solo. La condivisione sui canali social del progetto permetterà a ciascuna scuola di sottoporre il proprio elaborato al “voto popolare”.
Le classi che realizzeranno i capitoli e le copertine migliori, beneficeranno di un buono da 1.500 euro per l’acquisto di materiale didattico.
Il progetto si concluderà a maggio, con la pubblicazione di “Bottle Story” sia online che in copia cartacea, che verrà consegnata oltre ai premi alle classi vincitrici.
(ITALPRESS).