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Intesa Sp, Wwf e Jovanotti insieme per l’ambiente con “Ri-Party-Amo”

TORINO (ITALPRESS) – Cinque milioni di euro. Questo l’obiettivo della raccolta fondi del progetto Ri-Party-Amo promosso da Intesa Sanpaolo e Wwf Italia con Jovanotti per richiamare l’attenzione sulla sostenibilità ambientale, ma che in questo momento è anche un messaggio di speranza per il mondo dello spettacolo fiaccato dalla pandemia. Cuore dell’iniziativa For Funding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo nella quale convergeranno le donazioni dirette o quelle che si potranno fare durante l’acquisto dei biglietti del Jova Beach Party 2 della prossima estate. Una tournee che avrà l’epilogo nell’autunno con due spettacoli esclusivi a Milano e Roma ai quali potranno partecipare 4mila fortunati donatori.
“Noi siamo attentissimi a essere una banca d’impatto, che quindi fa e restituisce al territorio e alle comunità – ha detto Andrea Lecce, direttore Sales & Marketing Retail di Intesa Sanpaolo -. Abbiamo quindi partecipato a questa bellissima idea di Jovanotti, con concerti, con una bellissima esperienza ma allo stesso tempo creando un’iniziativa”.
Tre le azioni che verranno finanziate dal progetto Ri-Party-Amo:
la pulizia di oltre 20 milioni di metri quadri di spiagge, litorali, laghi e fiumi, la cura del territorio con la realizzazione di infrastrutture in dodici aree a rischio e la formazione dei giovani. Sono previsti programmi di sensibilizzazione per oltre 100mila studenti e stage formativi presso Wwf Italia per acquisire esperienza sul campo.
“I giovani sono fondamentali in questo percorso perchè hanno l’energia, condividono i valori, sono stati promotori di tutte le iniziative green – ha aggiunto Lecce -. Per loro facciamo anche qualcosa in più, dedichiamo 10 borse di studio proprio per potersi informare, per poter crescere anche professionalmente nel mondo ecosostenibile. Non c’è solo un’azione verso l’ambiente e la collettività, ma anche un’azione perchè i giovani siano sempre più formati e promotori professionali di un modo diverso di vivere l’ambiente”.
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Promuovere corrette abitudini per l’ambiente, nasce “CambiaGesto Day”

ROMA (ITALPRESS) – Si celebra il 27 novembre il CambiaGesto Day, la giornata che vuole sostenere e rafforzare il senso di responsabilità individuale a favore dell’ambiente, stimolando i cittadini a cambiare le proprie abitudini e prendere consapevolezza dei propri comportamenti, partendo dall’impatto ambientale dei mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente.
Il CambiaGestoDay si ispira alla campagna di sensibilizzazione contro la dispersione dei mozziconi nell’ambiente, #CAMBIAGESTO. Nata nell’estate del 2019, la campagna ha toccato in questi anni tutto il territorio nazionale, facendo tappa in oltre 40 città italiane tra cui Roma, Bari, Bologna, Milano, Napoli, Palermo, Torino e Firenze. Grazie al supporto delle istituzioni locali, ai partner della campagna, alle 700 tabaccherie e agli oltre 3000 volontari in tutta italia, sono stati raccolti più di 160 kg di mozziconi dispersi nell’ambiente e distribuiti oltre 270.000 portamozziconi.
Nel 2021, grazie alla partnership con LifeGate, la campagna #CAMBIAGESTO ha previsto l’adesione al progetto LifeGate PlasticLess con l’attivazione di tre “Seabin” nelle città di Fiumicino, Venezia e Taranto, dispositivi in grado di filtrare fino a 25.000 litri d’acqua all’ora e catturare in un anno circa 1.500 kg di rifiuti galleggianti, tra cui plastiche e mozziconi. Un risultato possibile solo grazie alla collaborazione di tutti coloro che hanno partecipato alla challenge #CAMBIAGESTO.
“Grazie alla collaborazione di aziende, tabaccherie, istituzioni, terzo settore e migliaia di volontari, la campagna Cambiagesto ha contribuito in questi anni a contrastare il fenomeno del littering da mozziconi in tutta Italia – ha commentato Michele Samoggia, responsabile Comunicazione e Sostenibilità di Philip Morris Italia -. Con il CambiaGesto Day vogliamo fissare una giornata simbolica per prendere coscienza della differenza enorme che ciascuno di noi può fare, attraverso una serie di piccoli gesti quotidiani, per salvaguardare il nostro Pianeta”.
L’utilizzo responsabile dell’acqua, l’attenzione al consumo di energia elettrica o la riduzione nel consumo di plastiche sono solo alcuni dei comportamenti quotidiani che hanno ispirato “Il Manuale delle Buone Abitudini”.
Pubblicato per la prima volta in occasione del CambiaGesto Day, il Manuale raccoglie 21 buone pratiche per consigliare, informare e sostenere i cittadini verso comportamenti più virtuosi nei confronti dell’ambiente.
Il tour di #CAMBIAGESTO continua nelle città di Fiumicino, Venezia e Taranto con azioni di sensibilizzazione svolte dalle associazioni partner Retake, movimento no-profit attivo nell’ambito della tutela dell’ambiente, e Plastic Free, che da anni si impegna per coinvolgere la cittadinanza sui temi dell’inquinamento della plastica.
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Combustibili innovativi carbon neutral prodotti con idrogeno verde e CO2

BOLOGNA (ITALPRESS) – Produrre combustibili innovativi a zero emissioni nel ciclo, utilizzando anidride carbonica e idrogeno verde, con possibili impieghi nell’industria, nei trasporti e nel residenziale. E’ l’obiettivo del progetto di ricerca E-CO2, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sviluppo e Coesione e coordinato dal Laboratorio Enea Cross-Tec di Bologna in partnership con le università di Bologna e Parma, il Laboratorio Energia Ambiente di Piacenza, Romagna Tech e le aziende Gruppo Hera, Siram Veolia, Ecospray Technologies, Tper, Idro Meccanica e Buzzi Unicem. “Oltre a produrre combustibili carbon neutral come il metano sintetico e il dimetiletere, la CO2 sequestrata dall’immissione in atmosfera consentirebbe anche di efficientare il ciclo energetico-ambientale di industrie caratterizzate da elevate emissioni di gas serra”, spiega il coordinatore del progetto E-CO2 Giuseppe Nigliaccio, ricercatore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA.
“Il metano sintetico prodotto da CO2 e idrogeno verde potrebbe essere immesso nella rete gas naturale e trovare così impiego nei settori della mobilità, dell’industria e del residenziale. Proprio la possibilità di utilizzare la vasta rete gas presente nel nostro Paese, con funzione di accumulo energetico, costituisce il grande potenziale di impiego di questa tecnologia. Al contempo, si favorisce una maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili elettriche, attraverso l’interazione della rete elettrica con quella del gas, il cosiddetto sector coupling”, aggiunge Nigliaccio.
Oltre ai combustibili gassosi come il metano, il progetto analizza anche la produzione di alcuni combustibili prodotti dalla liquefazione del metano sintetico e del biometano o prodotti direttamente in forma liquida da idrogeno e CO2, come il dimetiletere (DME). Questi combustibili risultano molto interessanti per alcuni impieghi, ad esempio nei trasporti marittimi o di lunga percorrenza su gomma (truck), dove la necessità di grandi quantitativi di energia stoccata a bordo, unita alle caratteristiche di rapidità di rifornimento, potrebbero renderli complementari allo sviluppo dell’elettrico.
Il progetto prevede diversi obiettivi intermedi come la stima della produzione di anidride carbonica su scala regionale (Emilia-Romagna); l’analisi della CO2 catturata dal processo produttivo; la realizzazione, con diverse tecnologie, di impianti sperimentali per la produzione di combustibili da CO2 e idrogeno verde (quest’ultimo prodotto con l’elettrolisi dell’acqua attraverso l’impiego di energia elettrica da fonte rinnovabile); l’analisi della potenziale filiera per l’utilizzo dei combustibili carbon neutral nei trasporti e nell’industria caratterizzata da importanti emissioni di CO2 da ciclo produttivo, come ad esempio i cementifici.
“La possibile sinergia tra tecnologie innovative sostenibili e filiere già presenti costituisce un elemento di assoluto interesse, poichè può generare applicazioni in grado di velocizzare la penetrazione nel mercato delle soluzioni tecnologiche proposte dal nostro progetto”, sottolinea Nigliaccio.
In Emilia-Romagna le emissioni di CO2 nei settori della produzione di energia e dell’industria sono prodotte in pochi impianti, di media o grande taglia, e rappresentano circa il 35% del totale. Le tecnologie di cattura della CO2 appaiono come una soluzione promettente per ridurre significativamente le emissioni del settore industriale e degli impianti di produzione elettrica a ciclo combinato, questi ultimi molto diffusi in Italia, e in grado di svolgere un ruolo chiave nella transizione a un mix di produzione elettrica sempre più orientato alle fonti rinnovabili. “La possibilità di implementare soluzioni tecnologiche come queste, all’interno di un tessuto industriale regionale caratterizzato da importanti emissioni di CO2, rappresenterebbe un’opportunità per la decarbonizzazione energetica e il miglioramento della competitività economica”, conclude Nigliaccio.
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Per gli italiani solare ed eolico per vincere la sfida della transizione

ROMA (ITALPRESS) – Pensando al futuro, l’81% degli italiani ritiene che il Paese dovrebbe puntare sul solare e il 59% sull’eolico. Emerge la necessità che i grandi impianti siano dislocati sulla copertura di grandi edifici come centri commerciali e stazioni ferroviarie (83%), oppure a terra ma solo in aree agricole e senza valori naturalistici (63%). Il 78% ritiene importante per l’Italia incentivare l’eolico offshore e il 52% lo giudica positivo a patto che si rispetti la fauna marina, che si salvaguardino le rotte degli uccelli migratori e che si sostenga l’economia locale. E’ questa la fotografia che emerge dal 19° Rapporto “Gli italiani, il solare e la green economy” con focus su “Rinnovabili e paesaggio” realizzato dall’Osservatorio sul solare della Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati nel corso del convegno phygital “Nuove Energie per l’Innovazione. La rivoluzione ecologica: il tempo è adesso, il futuro è adesso”.
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana, nell’ambito degli eventi inseriti nel Programma Nazionale ufficiale per la Settimana di Educazione alla Sostenibilità del CNESA 2030 della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, e con la Main Partnership di Renexia. Media Partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Canale Energia, Opera2030, SOS Terra Onlus.
“Dal punto di vista del geografo – afferma Claudio Cerreti, presidente della Società Geografica Italiana – è del tutto evidente che la ‘produzionè di territorio è un processo continuo, permanente, che non può essere arrestato, imbalsamando un tratto di spazio terrestre. Nemmeno per rispondere a esigenze condivise e importantissime, come la salvaguardia del paesaggio o dell’ecosistema. Semplicemente non è possibile. Ma questa stessa consapevolezza della vitalità del territorio non può che orientare verso la reale e necessaria sostenibilità di qualsiasi intervento, proprio per garantirne la capacità di rinnovarsi. In definitiva, quello che occorre è un’opera di governo, consapevole e saggia, nè avventurista nè oscurantista, nè azzardata nè attardata”.
Secondo Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, “i cittadini vogliono rinnovabili sostenibili e questo emerge con chiarezza dal 19° Rapporto. Si rafforza ancora di più il sostegno alle rinnovabili, in particolare alle energie prodotte dal sole e dal vento. Ha fatto breccia la necessità che gli impianti rispettino i territori e le regole della vera sostenibilità. Ecco perchè si deve puntare al fotovoltaico sulle coperture degli edifici, per evitare ulteriore spreco di suolo, e allo sviluppo dell’eolico offshore lontano dalla costa con particolare tutela delle esigenze paesaggistiche e della biodiversità. Queste scelte vanno nella giusta direzione di una transizione energetica rispettosa dell’ambiente. Tuttavia, per il 61% degli italiani il Governo non si sta impegnando abbastanza”. “Affinchè l’Italia sia leader delle rinnovabili, la semplificazione burocratica e la chiarezza nella programmazione degli investimenti del Pnrr sono prioritari, anche per centrare i traguardi e gli obiettivi strategici che l’Europa ci chiede”, sottolinea.
Per Riccardo Toto, direttore fenerale di Renexia, ‘è molto incoraggiante l’apprezzamento generale nell’eolico offshore che emerge dal rapporto. Ascoltare il territorio e fornire rassicurazioni alle comunità locali prima di realizzare un impianto è, a mio avviso, l’approccio giusto. E’ così che abbiamo fatto per Med Wind, il nostro progetto di eolico offshore floating nel cuore del Mediterraneo. L’obiettivo di Renexia è contribuire alla transizione ecologica del Paese fornendo la migliore tecnologia disponibile, quale l’eolico offshore che offre soluzioni concrete per produrre energia green e senza mai rinunciare al rispetto di tutti i criteri di sostenibilità ambientale”.
Barbara Floridia, sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, ha sottolineato come “questo momento di riflessione è significativo soprattutto perchè vede la presenza degli studenti, donne e uomi di domani. Il ministero dell’Istruzione con il piano Ri-Generazione Scuola ha adottato un piano strutturale per la transizione ecologica e culturale degli istituti scolastici, finalizzato a raggiungere i goal dell’Agenda 2030 e a formare nuove generazioni in grado di abitare il Pianeta in modo nuovo e sostenibile. La ‘Green Community’ lavorerà a supporto delle iniziativi di Ri-Generazione e sarà composta da rappresentanti di amministrazioni pubbliche, istituzioni culturali, scientifiche, di ricerca, organizzazioni anche di rilievo internazionale. Il suo compito sarà quello di affiancare le scuole nella realizzazione di iniziative negli ambiti che vanno in questa direzione: transizione ecologica, educazione civica, ambientale e alimentare, sviluppo sostenibile, salute e corretti stili di vita”.
Dalila Nesci, sottosegretaria al ministero per il Sud e la coesione territoriale, ha spiegato che “la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile è una assoluta priorità, vogliamo promuovere una crescita compatibile con l’ambiente per affrontare la crisi climatica e quella ambientale. Per questo abbiamo promosso il Superbonus al 110%, che consentirà di riqualificare gli edifici mettendo in moto l’economia edile e abbattendo le emissioni nocive, e le Comunità energetiche, che garantiscono la possibilità di autoproduzione e consumo di energie pulite. Come dimostra il rapporto della Fondazione Univerde aumenta ogni anno il trend positivo del fotovoltaico nella percezione dei cittadini, che considerano l’energia solare quella più efficiente, sicura, pulita. Anche attraverso le risorse del PNRR, pari a circa 70 miliardi, stiamo portando la transizione ecologica del Paese che – ha aggiunto – rappresenta la vera sfida per dare alle nuove generazioni le risposte che a gran voce chiedono e per favorire la democrazia energetica in tutti i territori. Con il contributo di imprese, Enti e associazioni del settore e l’impegno del Governo per la riqualificazione degli edifici, la creazione di comunità energetiche e la diffusione del fotovoltaico, sarà possibile costruire insieme un futuro verde e rinnovabile”.
Livio De Santoli, Prorettore per la Sostenibilità presso la Sapienza Università di Roma: “Il raggiungimento dei target del Fit for 55 al 2030 destano qualche perplessità anche al semplice cittadino. Troppa complessità, troppa burocrazia. Dal sondaggio emerge il desiderio diffuso di una semplificazione consapevole, chirurgica, urgente. Gli obiettivi di rinnovabili ed efficienza energetica sono gli strumenti di contrasto al cambiamento climatico che deve essere concretamente perseguito, ma con intelligenza, coraggio e una visione unitaria. A partire dalla formazione delle giovani generazioni”.
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Oceano Artico sempre più caldo dall’inizio del XX secolo

ROMA (ITALPRESS) – L’Oceano artico ha iniziato a riscaldarsi rapidamente all’inizio del XX secolo, decenni prima di quanto finora documentato dalle moderne misurazioni sperimentali. La notizia arriva da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) e di scienze marine (Cnr Ismar) del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna con la collaborazione dell’Università di Cambridge. La causa è un fenomeno da tempo noto come ‘atlantificazionè, ossia una progressiva intrusione di acque atlantiche (calde e salate) nel dominio artico (freddo e dolce). Il lavoro, pubblicato sulla rivista Science Advances, individua per la prima volta la datazione storica di questo fenomeno.
“L’atlantificazione artica sta progressivamente accelerando, tuttavia, prima del nostro studio non avevamo una visione storica di questo processo, in quanto le osservazioni da satellite sono limitate all’incirca agli ultimi 40 anni. Questo cambiamento delle acque ha preceduto invece il riscaldamento documentato da satelliti e siti osservativi”, spiega Tommaso Tesi, primo autore del paper e ricercatore del Cnr-Isp.
Per lo studio il team di ricerca ha preso in esame una regione all’entrata dell’Oceano artico, lungo la parte orientale dello stretto di Fram, tra la Groenlandia e le Svalbard. “Abbiamo analizzato un record sedimentario marino – la nostra ‘macchina del tempò – alla ricerca di segni diagnostici dell’atlantificazione, quali il cambiamento di temperatura e salinità”, prosegue Tesi. “‘Leggendò le firme chimiche trovate nei microrganismi marini abbiamo constatato come dall’inizio del XX secolo, la temperatura dell’oceano sia aumentata di circa 2 gradi Celsius, mentre il ghiaccio marino si è ritirato e la salinità aumentata. Infatti – sottolinea – quando abbiamo esaminato l’intero arco temporale di 800 anni, i nostri record di temperatura e salinità erano piuttosto costanti, quando siamo arrivati a prendere in esame l’inizio del XX secolo, abbiamo constatato un marcato cambiamento di questi parametri”.
“Tutti gli oceani del mondo si stanno riscaldando a causa dei cambiamenti climatici, ma l’Oceano artico, il più piccolo e il più superficiale degli oceani, si sta riscaldando più velocemente di tutti. Il tasso di riscaldamento nell’Artico è più del doppio della media globale, a causa della fusione dei ghiacci marini e terrestri – afferma Francesco Muschitiello, coautore dell’articolo e ricercatore del Dipartimento di geografia dell’Università di Cambridge -. Abbiamo confrontato i nostri risultati con la circolazione oceanica a latitudini più basse, scoprendo che esiste una forte correlazione con il rallentamento della formazione di acqua densa nel Mare del Labrador (un braccio dell’Oceano atlantico del Nord che si trova fra la penisola del Labrador e la Groenlandia meridionale). In uno scenario di riscaldamento futuro, si prevede che la circolazione profonda in questa regione subpolare diminuirà ulteriormente a causa della fusione della calotta glaciale della Groenlandia. I nostri risultati implicano che potremmo aspettarci un’ulteriore atlantificazione artica in futuro a causa del cambiamento climatico”.
I risultati del nuovo studio di Science Advances non sono ancora contemplati nei modelli climatici attuali e questo pone un problema nel delineare i futuri trend. “Le simulazioni climatiche generalmente non riproducono questo tipo di riscaldamento nell’Oceano artico, il che significa che c’è una comprensione incompleta dei meccanismi che guidano l’atlantificazione – conclude Tesi -. Ci affidiamo a queste simulazioni per proiettare i futuri cambiamenti climatici, ma la mancanza di segni di un riscaldamento precoce nell’Oceano artico è un pezzo mancante del puzzle”.
La ricerca è stata possibile grazie alla Base Dirigibile Italia, infrastruttura permanente in Artico gestita dal Cnr-Isp.
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G20, approvata la nuova roadmap del Resource Efficiency Dialogue

ROMA (ITALPRESS) – E’ stata approvata la nuova roadmap del RED (Resource Efficiency Dialogue), nell’ambito della presidenza italiana del G20 e del terzo e ultimo incontro del G20 RED, al quale hanno partecipato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e il capo dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti Laura D’Aprile. Lo comunica il MiTe.
La roadmap traccia un percorso volontario di tre anni per sviluppare individualmente e/o congiuntamente una serie di attività concrete in ambiti specifici stabiliti dal G20 RED, quali ad esempio la moda circolare, le città, la riduzione degli sprechi alimentari, la finanza sostenibile, gli appalti pubblici verdi. Il G20 RED, in collaborazione con organizzazioni internazionali quali UNEP IRP, OCSE e UNIDO, promuoverà la condivisione di informazioni rispetto agli obiettivi nazionali in materia di efficienza delle risorse ed economia circolare e agli indicatori che vengono utilizzati per monitorarne il raggiungimento.
Il ministro Cingolani ha ricordato quanto lo scambio di esperienze sulle misure e le politiche attuate a livello nazionale, regionale e globale per aumentare l’efficienza e la sostenibilità dell’uso delle risorse rappresenti “una priorità trasversale e un’opportunità strategica per contribuire significativamente a contrastare i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, il degrado dei suoli e l’inquinamento”.
D’Aprile, Chair dell’Environment Deputy Meeting del G20, ha sottolineato che l’Italia “è fermamente convinta che la cooperazione e il partenariato consentiranno di ottenere i migliori risultati e contribuiranno a intensificare le attività sia a livello globale che a livello del G20 per raggiungere un’economia più sostenibile, efficiente sotto il profilo delle risorse e circolare”.
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Per il 93% degli zillennials compravendita usato è scelta sostenibile

ROMA (ITALPRESS) – Il 90% degli under 40 sceglie almeno occasionalmente il mercato del Second Hand, per il 93% di Millennials e GenZ comprare e vendere articoli usati è una scelta sostenibile che rispetta l’ambiente. Dare una seconda vita agli oggetti è il desiderio del 52% degli Zillennials.
Wallapop ha commissionato a BVA Doxa una ricerca dal titolo “GenZ&Millennials: due generazioni a confronto” che indaga in particolare il tema della compravendita di oggetti usati mettendo a confronto le abitudini dei giovani dai 18 ai 40 anni.
Il primo dato che emerge è che l’acquisto di oggetti usati è ormai un fenomeno globale: il 90% degli under 40 lo pratica almeno occasionalmente e oltre la metà (52%) in modo regolare.
La “Second Hand” per GenZ e Millennials è una scelta sostenibile che rispetta l’ambiente (93%), intelligente (92%), che rende accessibili anche prodotti di alta gamma (30%) e permette di “togliersi” qualche sfizio senza costi eccessivi (28%).
“Ridare vita agli oggetti” (52%) diventa però il desiderio principale di entrambe le generazioni, nell’ottica di un’economia circolare che sembra ormai diventata parte integrante delle abitudini quotidiane.
“Comprare articoli di seconda mano”, commenta Giuseppe Montana, Head of Internationalization di Wallapop, “è il modo perfetto per acquistare quello di cui si ha bisogno a un prezzo più vantaggioso e assicurarsi un guadagno extra grazie agli oggetti che non si usano più. Ma è anche molto di più perchè ogni acquisto su Wallapop alimenta un consumo responsabile, allungando la vita dei prodotti ed evitando la loro sovrapproduzione”.
Se sul tema della compravendita di oggetti usati entrambe le generazioni sembrano mantenere una linea comune, diversa invece la percezione del “possesso” e della “condivisione” dei propri oggetti: è infatti la GenZ a essere più propensa a condividere (30%): gli oggetti non vanno tanto posseduti, quanto usati in condivisione, il che permette anche di abbassare i costi dell’utilizzo.
Oggi quindi il mercato del “second hand” è tutt’altro che fuori moda, è anzi molto più vicino al concetto di sostenibilità intelligente che sembra mettere d’accordo due generazioni apparentemente così diverse come Millennials e GenZ.
Wallapop è la piattaforma leader nella compravendita di prodotti second hand, che promuove un modello di consumo responsabile e sostenibile. E’ sbarcata a settembre sul mercato italiano. L’app offre a 43 milioni di potenziali utenti del Paese la possibilità di mettere in vendita oggetti in ottimo stato e ancora perfettamente funzionanti ma che non utilizzano più da tempo.
Il servizio connette una comunità di 15 milioni di utenti e ha dato una seconda vita a oltre 180 milioni di articoli dalla sua nascita ad oggi.
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Nasce il primo “Basket Bond – Energia Sostenibile” per imprese filiera

MILANO (ITALPRESS) – Eni rafforza ulteriormente l’impegno per una transizione energetica equa e inclusiva avviando il programma “Basket Bond – Energia Sostenibile”, realizzato insieme a ELITE società del Gruppo Borsa Italiana/Euronext e illimity Bank per accelerare la crescita e lo sviluppo della supply chain.
Il programma “Basket Bond – Energia Sostenibile” sarà il primo strumento di finanza innovativa rivolto a tutte le imprese della filiera integrata dell’energia, con un focus particolare sulle PMI e dedicato agli obiettivi di sviluppo sostenibile; le aziende ammesse al programma potranno accedere a risorse finanziarie – a condizioni agevolate in funzione del profilo di sostenibilità attuale e prospettico – da destinare a progetti e investimenti finalizzati al raggiungimento dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. Le aziende impegnate in un percorso di transizione energetica giusta e con l’ambizione di migliorare i propri processi industriali e modelli di business, potranno quindi finanziare, ad esempio, iniziative concrete come il rinnovamento impianti ai fini di efficienza energetica e miglioramento dell’impatto ambientale, l’accesso a fonti energetiche rinnovabili, la mobilità sostenibile, l’adozione di modelli di economia circolare, la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, la formazione e creazione di nuove competenze. Il programma è sviluppato da Eni, ELITE e illimity che, in qualità di arranger, si occuperà di strutturare l’operazione e definire le caratteristiche finanziarie supportando le società nell’emissione e nel collocamento dei bond.
Eni ha costruito un business model che mette la sostenibilità al centro di ogni attività aziendale, inclusa la strategia finanziaria, ritenendo che lo sviluppo e l’utilizzo di strumenti finanziari sustainability-linked possano contribuire a promuovere il processo di transizione energetica verso un futuro low-carbon.
ELITE è da sempre impegnata, sia in Italia che all’estero, a supportare la crescita sostenibile delle piccole e medie imprese, asset portante dell’economia reale e, grazie a questo progetto, intende supportare le filiere, investire nel tessuto imprenditoriale del Paese per avere imprese più solide, capaci di innovare e competere a livello internazionale.
illimity, con questo nuovo progetto, può fornire un ulteriore strumento di finanziamento per tutte quelle imprese che hanno piani di sviluppo sostenibile offrendo condizioni agevolate in funzione del profilo di sostenibilità rafforzando così la sua strategia ESG al supporto di piccole e medie imprese.
Con il Programma “Basket Bond – Energia Sostenibile”, Eni rafforza ulteriormente la propria strategia di sostenibilità ed il suo impegno a coinvolgere l’intera catena di fornitura nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (“UN SDGs”) e della transizione equa e inclusiva.
(ITALPRESS).